FRANCHISING & PARTNERSHIP - SETTEMBRE OTTOBRE 2025

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Presidente CNCC (Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali).

EDITORIALE

“Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni”

Viviamo una nuova era…e resta solida l’importanza di seguire le tendenze e adattarsi alle nuove tecnologie per rimanere competivi.Tutto va ripensato e anche noi, che da circa 30 anni, lavoriamo sul nostro prodotto editoriale AZ franchising, abbiamo seguito le nuove esigenze del mondo imprenditoriale allargando il nostro orizzonte e aprendo a nuove connessioni, nuove partnership e proprio per questo abbiamo scelto di attuare anche un’evoluzione nel titolo del nostro prodotto editoriale aggiungendo la parola partnership quindi la nostra nuova testata è Franchising & Partnership. L’incontro e il confronto tra realtà imprenditoriali è alla base per lo sviluppo del business e il franchising, aggiungerei anche le partnership, risulta sicuramente una formula che soddisfa appieno le condizioni per l’incontro e lo sviluppo delle aziende al fne di trovare nuovi partner e costruire il network. Costruire relazioni solide tra le persone, le

aziende e le idee. E se è vero che viviamo in un’epoca dove l’AI fa da padrone e anche vero che alla base ci sono le persone con il loro know how, la loro conoscenza, la loro formazione che dà vita al raggiungimento dei propri obiettivi e realizzare i sogni di qualsiasi imprenditore. Formazione che noi attuiamo attraverso le nostre collaborazioni con il mondo Accademico, per creare una vicinanza con le aziende, come la Luiss Business School con l’istituzionalizzazione DELL’EXECUTIVE Programme in Franchising nel quale siamo parte attiva come società e mi vede personalmente impegnato come direttore scientifco e professore. Un master dove saranno presenti i principali attori del settore franchising per portare la loro testimonianza e svelare segreti e strategie per un sicuro successo di un brand, nonché per presentare l’uso dell’AI con strumenti nuovi e specifci per lo sviluppo e l’effcienza della azienda.

Eleanor Roosevelt

Trasformazioni tecnologiche repentinee senza trascurare, però, le basi solide della tradizione fondamentali per lo sviluppo. Quale sarà quindi il prossimo passo per implementare le idee nel business? Partecipare a eventi, incontri e conferenze per incontrare persone con interessi simili, REALizzare una comunicazione aperta in modo da ascoltare attivamente e condividere idee per costruire rapporti solidi, collaborare, lavorare con altri per raggiungere obiettivi comuni e cercare di capire le esigenze e le prospettive degli altri. Il tutto utilizzando e sfruttando strumenti digitali per connettersi con persone e aziende a livello globale al fne di migliorare la catena di approvvigionamento.

SOMMARIO F&P

SETTEMBRE - OTTOBRE 2025

Franchising globale: i nuovi equilibri tra innovazione, sostenibilità e mercati emergenti

Diètnatural: oltre che un lavoro è una missione

Aprire uno store Chicco è garanzia di qualità e affdabilità

CNCC va oltre il concetto dell’immobile commerciale

Afftti d’azienda e franchising, (ancora) rischi per i contratti nei centri commerciali (e non solo)

Un precedente destinato a fare storia

L’AI e il futuro del franchising

I nuovi protagonisti del franchising digitale

Dalla soddisfazione del cliente alla crescita del brand

Intelligenza artifciale e franchising

Franchise Innovation Summit 2025

Imprenditorialità e nuove professioni: opportunità e formazione al Salone Franchising

Il club deal: forme di fnanziamento di un’azienda o di un progetto

Il ruolo del Centro Studi Area 12: dal sogno alla realtà

Foot Locker con i fagship Reimagined conquista l’interesse di molti clienti

RISPARMIO CASA: 30° STORE DI ROMA A PONTE MILVIO

Risparmio Casa, leader nel settore drugstore e tra le prime tre realtà a livello nazionale, fondata dai fratelli Battistelli, continua a crescere con un nuovo punto vendita a Roma – Ponte Milvio. Con l’apertura di questo nuovo negozio, Risparmio Casa raggiunge il traguardo dei 61 store nel Lazio, con una rete complessiva di 186 punti vendita il Gruppo continua a rafforzare la sua presenza sul territorio e il legame con la clientela. Situato in Viale di Tor di Quinto 35, il nuovo store nasce dalla completa ristrutturazione di uno spazio di 1.000 mq e mette a disposizione dei clienti un comodo parcheggio con circa 50 posti auto. Destinato a diventare un punto di riferimento per gli oltre 830.000 residenti della zona, offrirà un’esperienza di shopping ancora più veloce, conveniente e confortevole.

MD SBARCA A DERUTA (PG)

A Deruta, in provincia di Perugia, ha aperto i battenti il primo punto vendita in città di MD, la terza catena discount del Paese, la seconda a capitale italiano ed eletta “Migliore Insegna 2025” nella categoria discount secondo l’ultima indagine Ipsos. Grazie all’insegna nata in Campania nel 1994, ma oggi con oltre 800 punti vendita in tutta Italia, 21 giovani della zona con un’età media di 31 anni (di cui 4 residenti proprio a Deruta) hanno la possibilità di lavorare e formarsi professionalmente nel nuovo MD della zona industriale. Quello di Deruta è il quarto punto vendita umbro e il terzo nella provincia di Perugia. All’interno del nuovo punto vendita è possibile scegliere tra le eccellenze del territorio e italiane della linea “Lettere dall’Italia”, i prodotti dedicati al benessere, alla casa.

DESPAR NORD PRIMA AZIENDA DELLA GDO ITALIANA AD OTTENERE

LA CERTIFICAZIONE ISO 39001 PER LA SICUREZZA STRADALE

Despar Nord ha conseguito la certifcazione UNI ISO 39001, lo standard internazionale volto a promuovere la sicurezza sulla strada implementando un sistema di gestione RTS – Road Traffc Management System con cui l’organizzazione si impegna a contribuire attivamente alla riduzione del rischio di incidenti e all’attenzione sulla sicurezza stradale. Despar Nord è la prima azienda della grande distribuzione organizzata a raggiungere questo traguardo, così come nel 2013 era stata la prima a conseguire la certifcazione UNI EN ISO 14001 per il proprio sistema di gestione ambientale e ancora prima, nel 2010, la certifcazione del sistema di gestione della sicurezza sul lavoro OHSAS 18001 (a seguire, dal 2020, in accordo allo standard UNI EN ISO 45001).

MONDADORI BOOKSTORE ARRIVA NEL CENTRO COMMERCIALE SAN MARTINO2 DI NOVARA

Mondadori Store, il più esteso network di librerie in Italia, arriva nel Centro commerciale San Martino2 di Novara, con un nuovo punto vendita dedicato al mondo dei libri e all’intrattenimento. Il nuovo Mondadori Bookstore, aprirà al piano terra, tra le due entrate principali del Centro che rappresenta non solo per la città di Novara, ma per l’intera provincia, un importante spazio di riferimento commerciale. La libreria, in gestione diretta, va ad ampliare la già estesa rete di Mondadori Store presente sul territorio con altri due Bookstore in franchising a Novara e uno presso il Vicolungo The Style Outlets.

STEFANO CASSIS AMMINISTRATORE DELEGATO DI EURONICS DIMO

Euronics Dimo inaugura una nuova era manageriale. Il nuovo assetto manageriale vede la conferma di un team di professionisti, tutti con un consolidato percorso all’interno di DIMO. A guidare la trasformazione Stefano Cassis, che, dopo aver ricoperto il ruolo di Direttore Generale negli ultimi due anni, assume ora la carica di Amministratore Delegato. Forte di un’ampia esperienza nella gestione di realtà industriali multinazionali e nel supporto alla crescita di imprese familiari, Cassis guida DIMO in questa nuova fase, puntando sulla crescita sostenibile e sull’innovazione operativa. Per supportare la forte espansione, l’azienda ha ridefnito il proprio assetto manageriale, investendo sulla valorizzazione dei talenti interni e su un modello organizzativo innovativo.

ARRIVANO KRISP, KRUNCH, KROCK: I KROCCANTI KIOENE

Kioene, brand leader nel mercato delle proteine vegetali in Italia, presenta i Kroccanti Krisp, Krunch e Krock, delle novità assolute che portano nel segmento plant based un’e sperienza di gusto completamente nuova. Questa gamma, composta da tre referenze, si distingue per un elemento chiave: la croccantezza, diventando una proposta inedita che mette la texture al centro dell’esperienza di consumo e offrendo una sensazione unica a ogni morso. Nello specifco, i nuovi Kroccanti si caratterizzano per diverse panature che avvolgono un ripieno ricco di gusto, studiate per esaltare il piacere della croccantezza e soddisfare le esigenze di chi cerca un’alternativa gustosa

Stefano Cassis

JYSK, ESPANSIONE OLTRE L’EUROPA

Jysk, la catena internazionale di arredamento per la casa con radici scandinave, nell’anno fnanziario 2024-2025 non solo ha visto il proprio fatturato raggiungere il picco massimo (6,2 miliardi di euro, +11,8% rispetto all’anno precedente). Ma è riuscita anche a mantenere la fducia della clientela affezionata e a conquistare spazio nelle case di nuovi acquirenti, stabilendo il proprio primato per il numero di clienti serviti. In ambito retail la catena fondata nel 1979 ha infatti inaugurato 148 nuovi negozi, riuscendo anche a sbarcare in nuovi mercati con l’apertura dei suoi primi store nel continente africano (in Marocco) nella primavera del 2025 e in America del Sud (dove a maggio è stato aperto in franchising il primo negozio in Uruguay).

SUBDUED INIZIA LA SUA ESPANSIONE ALL’ESTERO CON L’ASIA

È il fenomeno Subdued, il marchio romano che in trent’anni è riuscito a conquistare il cuore delle adolescenti europee e ora punta ai mercati asiatici e mediorientali. Il brand ha potuto accelerare questa espansione internazionale grazie alla recente partnership strategica con Nuo, holding di investimento specializzata nello sviluppo globale di aziende italiane di medie dimensioni, che è entrata con una quota del 30%. Con questo sostegno, Subdued è entrata nel mercato asiatico, aprendo i primi negozi fsici in Cina un anno fa: due a Shanghai e uno a Chengdu. L’espansione cinese procede a ritmo serrato: un negozio nuovo a Guangzhou ed entro ottobre a Hong Kong. Ma l’Asia rappresenta solo l’inizio di un piano di crescita più ampio che abbraccia diverse aree geografche.

APRIRE UN NEGOZIO ALL’ESTERO CON IL FRANCHISING

Per espandersi all’estero con il franchising, la soluzione più comune è il Master Franchising, un contratto in cui un Master Franchisor concede a un Master Franchisee locale i diritti esclusivi di sviluppo e sub-affliazione di un’area, sfruttando la sua conoscenza del mercato locale per espandere la rete. Questa strategia velocizza l’espansione, riduce gli investimenti e i rischi per il franchisor, condividendoli con il Master Franchisee, che si assume la responsabilità nei confronti dei sub-affliati. È fondamentale consultare un avvocato esperto in diritto internazionale del franchising per strutturare l’operazione e conformarsi alla legislazione locale.

DA OLD WILD WEST A ROSSOPOMODORO: NUOVO SPAZIO A BAR E FAST FOOD

Non solo pizza. A marzo il fondo QuattroR ha investito 40 milioni in Cigierre, piattaforma da 400 milioni di fatturato che gestisce oltre 360 ristoranti con brand come Old Wild West, Wiener Haus, America Graffti e Pizzikotto. L’ingresso avviene accanto ad Anthilia, con Bc Partners che resta azionista di maggioranza. «La strategia del gruppo - ha rimarcato Stefania Criveller, dg corporate di Cigierre - si concentra sulla crescita interna attarverso il potenziamento dei brand storici, l’apertuta di nuovi locali sul territorio nazionale e lo sviluppo di format innovativi ad alto potenziale”. Il quadro che emerge è quello di un settore capace di attrarre capitali. La crescita non avviene più soltanto con logiche di quantità, ma di posizionamento: chi riesce a comunicare con chiarezza la propria identità e a garantire qualità costante ottiene risultati migliori.

COCCINELLE, RISULTATI IN CRESCITA NEL 2025

Visibilità alla marca e internazionalizzazione sono i punti di forza e la sfda che si è prefssata la proprietà coreana. Puntando sul retail già nel 2018 si è arrivati a 250 tra boutique, shop in shop, outlet e punti vendita negli aereoporti. In questi anni hanno lavorato molto per soddisfare la clientela e trovare nuove e prestigiose opportunità di business. Oggi in attivo 120 negozi diretti e franchising in 45 nazioni e 1300 punti vendita worldsale. Nel giugno scorso Coccinelle ha aperto in Stazione Termini a Roma, nel segno della sempre costante attenzione che l’azienda parmigiana porta al travel retail. A fne luglio è stato inaugurato anche uno store all’aeroporto Marco Polo di Venezia, recente anche la prima apertura di una boutique a Bologna.

CHICKENJOY UNA VENTINA DI LOCALI NEI PROSSIMI CINQUE ANNI CON IL FRANCHISING

Il pollo fritto stile Manila si chiama Chickenjoy Jollibee prevede di aprire in Italia una ventina di locali nei prossimi cinque anni con il franchising. Quando Jollibee ha aperto nel 2018 il suo primo ristorante a Milano, in piazza Diaz, pochi italiani pensavano che dietro a questa insegna ci fosse uno dei più grandi gruppi di ristorazione al mondo con quasi 10.000 punti di vendita in oltre 30 Paesi. Jollibee ha aperto a luglio il suo terzo ristorante in Italia a Milano (corso XXII Marzo) dopo il debutto in piazza Diaz, e lo store a Roma (via Ottaviano, zona Vaticano) nel 2020. Il marchio internazionale di fast food famoso, soprattutto presso la comunità flippina, per il pollo fritto, nacque nel 1979 a Manila, e ha oggi 9.900 punti di vendita (fra Jollibee e altre insegne del gruppo) in 33 Paesi. Un colosso per numero di locali ma anche di brand.

RETAIL MANAGEMENT & SECURITY COMPLIANCE

Unisciti all'evoluzione nella gestione degli Asset per le Reti in Franchising

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Grazie alla piattaforma si ha una visione completa ed in tempo reale, nel rispetto dei requisiti richiesti dai regolamenti e dalle normative vigenti.

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L’ACCELERAZIONE DEL FRANCHISING

Dal 1970, data in cui in Italia è comparso la prima attività di franchising (Gamma, poi assorbita dal gruppo Standa) a oggi il settore di strada ne ha fatta. Attualmente il comparto sta vivendo un’accelerazione signifcativa: crescita del fatturato, maggiore occupazione e punti vendita in espansione con un impatto rilevante sull’economia (il settore rappresenta quasi il 2% del prodotto interno lordo) che si associa a un’ ampia spinta verso l’innovazione e la formazione del settore. Questa in sintesi la fotografa scattata dal Rapporto Assofranchising Italia 2025 “Strutture, tendenze e scenari”, realizzato da Nomisma, che analizza l’evoluzione del settore in un contesto economico incerto, ma ricco di opportunità. Nel 2024 il franchising italiano conferma la propria solidità, registrando un giro d’affari di 35,8 miliardi.

IL BENESSERE IN AZIENDA FA AUMENTARE LA PRODUTTIVITÀ

La pandemia di Covid-19 ha accelerato la richiesta di benessere sul lavoro. Oggi chi lavora in presenza considera essenziale un ambiente sereno e il benessere come un diritto inalienabile. L’ottavo Rapporto Censis-Eudaimon “Lavoro, aziende e benessere dei lavoratori: un’epoca nuova” indaga su quello che è seguito al progressivo abbandono dello smart working generalizzato e alle dimissioni di quanti non hanno retto al ritorno alle dinamiche aziendali in presenza. Di fronte a questo cambiamento di prospettiva, come possono le aziende trattenere i dipendenti che hanno formato e su cui hanno investito? Innanzitutto, con il welfare aziendale. Ma al suo consueto modello serve un rilancio.

CRESCE

IL FOODSERVICE

MA SOPRATTUTTO NELLE CATENE

Dai dati del report “Deloitte Foodservice Market Monitor — 2025 Edition” emerge il ruolo trainante della ristorazione in catena per il comparto del fuori casa in Italia. Il nostro Paese consolida la propria posizione tra i leader mondiali del foodservice, classifcandosi al quarto posto a livello globale per il full service restaurant e al quinto per il quick service restaurant. Il mercato nazionale ha raggiunto nel 2024 gli 83 miliardi di euro, segnando un ritorno alla stabilità dopo la fase di rebound. In questo contesto, le catene, pur rappresentando ancora una quota ridotta rispetto alla media mondiale (10% contro il 35%), mostrano una dinamica di crescita superiore (+8,7%) rispetto a quella globale (+7,1%) e a quella degli operatori italiani indipendenti (+0,4%).

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DEVELOPMENT

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25 ANNI DI INNOVAZIONE NEL DIGITAL MARKETING

Dal 2000 l’agenzia di Fiume Veneto, guidata da Andrea Pizzato e Simone Perenzin, accompagna le imprese del territorio (e non solo) nel loro percorso di digitalizzazione. «Il web è essenziale per il business e servono strategie consapevoli, funzionali, a lungo termine. Nel settore sta in piedi chi innova e fa rete, costruendo relazioni durature». Poche realtà, nel mondo del digital marketing, possono dire di essere in piedi da 25 anni. Spider 4 Web, l’agenzia nata a Fiume Veneto (PN) nel gennaio del 2000, è una di queste: in un settore che “brucia” trend, tecnologie e anche imprese in tempi rapidissimi, quella costruita dall’allora ventiduenne Andrea Pizzato si conferma un’azienda capace di cavalcare ogni cambiamento e di guardare sempre avanti.

DAI GRANDI FRANCHISOR COME EUROSPIN ALLE ASSOCIAZIONI DI SETTORE

Salone Franchising Milano si conferma il punto di riferimento in Italia per chi opera o vuole entrare nel mondo del franchising, grazie a un network ampio, qualifcato e in continua evoluzione. Anche in questa edizione, la manifestazione vedrà la partecipazione di Eurospin in qualità di main partner. Insegna leader nel settore della GDO, l’azienda metterà a disposizione il proprio know-how per ispirare e coinvolgere gli aspiranti franchisee, proponendosi al contempo come modello di riferimento per i franchisor del comparto. A testimonianza della rilevanza e della qualità dell’evento, si rinnova anche quest’anno la presenza delle associazioni di settore che, attraverso momenti di confronto dedicati a franchisor e franchisee, offriranno il contributo di esperti per tracciare nuove rotte imprenditoriali.

IN ITALIA IL PRIMO STORE DI COURIR, LEADER DELLE SNEAKER IN FRANCIA

Una nuova, importante apertura nel centro commerciale Puntadiferro a Forlì: il primo negozio in Italia del brand Courir, parte del gruppo JD Sports e leader delle sneaker in Francia con più di 360 store in Europa e Middle East. Il centro è situato nelle vicinanze dell’uscita autostradale di Forlì sulla A14 e in prossimità della fermata per Forlì della linea di trasporto locale, posizione che rende il mall facilmente accessibile sia per chi viaggia in auto sia per chi si muove a piedi. Il nuovo store si sviluppa su una superfcie di 260 mq e presenta un design elegante e contemporaneo, in linea con l’identità di Courir, orientata alla moda e di ispirazione parigina. Lo spazio, accuratamente curato, rifette il posizionamento unico del marchio come destinazione di riferimento per le sneaker femminili, pur rimanendo accessibile e inclusivo per tutti.

Andrea Pizzato Simone Perenzin

BITPANDA LANCIA LA SUA NUOVA CAMPAGNA EUROPEA

Bitpanda lancia la nuova campagna di brand “Se cripto, allora Bitpanda”, caratterizzata da una creatività audace e da ambassador internazionali. La campagna introduce una nuova identità visiva basata sul verde, simbolo di chiarezza e controllo, e promuove l’idea che investire sia parte dello stile di vita moderno. Realizzata da Serviceplan con la produzione di 27km e la fotografa di Alex Waltl, la campagna parte il 25 settembre in Europa su TV, digital, social e out-of-home, adattata per ogni mercato locale.

FINDUS CONTRO LO SPRECO ALIMENTARE: ON AIR LA NUOVA CAMPAGNA FIRMATA DA HAVAS MILAN

In occasione della Giornata Internazionale della Consapevolezza sulle Perdite e gli Sprechi Alimentari (29 settembre), Findus lancia la campagna pubblicitaria “Sprechi sotto zero”, facendosi portavoce di un appello volto a sensibilizzare i consumatori sull’importanza di scelte alimentari consapevoli e promuovendo il ruolo del surgelato come alleato strategico nella lotta contro lo spreco alimentare. La nuova campagna pubblicitaria, frmata da Havas Milan e pianifcata da Zenith, coinvolge i canali TV, digital e social, nonché i punti vendita. Prevista anche una consumer promo.

COCA-COLA REGALA LA MAGIA DI MILANO CORTINA 2026

Coca-Cola, partner del Movimento Olimpico da oltre 95 anni, con la nuova campagna ticketing dedicata ai Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali di Milano Cortina 2026 offre la possibilità di vincere biglietti per vivere la magia dell’evento. L’iniziativa sarà supportata da una campagna pubblicitaria. Fino al 31 ottobre, chi acquisterà un prodotto Coca-Cola potrà avere l’opportunità di vincere biglietti per assistere alle gare e non solo. “Milano Cortina 2026 sarà un evento storico per il nostro Paese. Con questa campagna vogliamo dare ai consumatori italiani la possibilità concreta di viverlo dal vivo, trasformando un semplice gesto in un’occasione straordinaria” spiega Luca Santandrea, General Manager Olympic and Paralympic Winter Games Milano Cortina 2026 di Coca-Cola.

Premi, numeri e settori vincenti del 2024 e 2025

FRANCHISING GLOBALE : I NUOVI EQUILIBRI TRA INNOVAZIONE, SOSTENIBILITÀ E MERCATI EMERGENTI

Dal Nord America all’Asia, passando per Europa e America Latina, il franchising si conferma un modello in trasformazione: tecnologie digitali, formule più agili e attenzione alla sostenibilità stanno ridefnendo il futuro delle reti

Il franchising si conferma come uno dei modelli di crescita aziendale più solidi e adattabili a livello globale. È una formula che unisce scalabilità e mitigazione del rischio, permettendo agli imprenditori di espandersi con maggiore sicurezza e alle aziende di accelerare la loro presenza internazionale. Negli ultimi anni, il settore ha vissuto una vera e propria fase di metamorfosi: se da un lato al-

cuni grandi brand hanno rallentato o riorganizzato le proprie reti, dall’altro si è assistito a una forte espansione in mercati emergenti ad alto potenziale. Il risultato? Un ecosistema dinamico, trainato da innovazione tecnologica, modelli sostenibili e strategie “asset light”. Fenomeni come le ghost kitchens, i format digital-frst e le piattaforme ibride stanno ridefnendo i confni del franchising, trasformandolo in

un modello sempre più agile, internazionale e vicino ai nuovi stili di consumo.

Europa: maturità, servizi e sostenibilità

Il franchising europeo si presenta come un mercato maturo e consolidato, con migliaia di reti e centinaia di migliaia di punti vendita attivi. Se fno a pochi anni fa la crescita era trainata soprattutto dal food

Paese/Area Indicatori 2024–2025 Settori forti Fonte

Stati Uniti

Output 2025: $936,4 mld (+4,4%); PIL franchising $578 mld (+5%); +210.000 posti di lavoro (stima).

Brasile Ricavi 2024: BRL 273,1 mld (+13,5% vs 2023).

Regno Unito Contributo al PIL: £19,1 mld (survey 2024). Tasso di insuccesso commerciale ~0,5%.

Canada Contributo al PIL > $120 mld (2024).

Personal services; Retail food/products; QSR.

Food Service; Health/ Beauty/Wellness; Ospitalità.

Servizi alla persona; multiunit retail.

IFA 2025 Economic Outlook

ABF / ANBA 2025

BFA National Franchise Survey 2024

Servizi; ristorazione; home services.

Australia 94.000 punti, ~600.000 addetti; impatto economico Food; servizi; retail; home services.

Cina Franchisor registrati: 9.955 (luglio 2023). Catering in crescita +12,5% (gen–feb 2024).

e dal retail, oggi si assiste a una trasformazione che porta al centro i servizi. Benessere, ftness, estetica, istruzione e consulenza stanno registrando le dinamiche più interessanti, spinte dall’invecchiamento della popolazione, dalla ricerca di stili di vita più salutari e da una crescente disponibilità a investire in esperienze personalizzate. Anche la ristorazione, pur restando un pilastro del franchising europeo, si sta evolvendo verso modelli più sostenibili e ibridi. Prodotti biologici, plant-based e a fliera corta si intrecciano con format “smart casual”, delivery e take-away. A questo si aggiunge la pressione normativa: il Green Deal europeo e le linee guida ESG impongono strategie ambientali e rendicontazione trasparente. Non si tratta più di un’opzione, ma di un requisito competitivo per attrarre investitori e franchisee.

Foodservice; retail; education.

Parallelamente, i costi operativi crescenti e la forte competizione favoriscono processi di re-franchising e consolidamento. I grandi gruppi cedono punti vendita diretti a imprenditori locali, guadagnando fessibilità, mentre reti più piccole cercano alleanze o fusioni per ridurre i costi e rafforzare la propria posizione. In questo scenario, i franchisee valutano non solo la notorietà del brand, ma anche la sua solidità fnanziaria, sostenibilità e trasparenza gestionale.

Premi europei e internazionali

La vivacità del mercato europeo trova conferma anche nei riconoscimenti assegnati a livello continentale e globale. Gli European Franchise Awards (EFA), organizzati dalla European Franchise Federation, hanno premiato nel 2024 alcuni dei brand e degli imprendi-

CFA 2024

FCA State of Franchise Report 2023

MOFCOM/ICLG 2024

tori più innovativi:

• Franchisor of the Year: Alain Affelou, Verhage, e-motion

• Franchisee of the Year: Siva Kugathas (ServiceMaster Clean), Mio Lindner (Duden Institut), Famiglia Tagnin (Mail Boxes Etc. Italia)

• International Brand of the Year: Paul, Naturhouse, Melom

• Emerging Brand: Rise, Cryotera, Dutour Financas

Sul piano globale, invece, l’International Franchise Association (IFA) assegna ogni anno i suoi

Major Awards, che rappresentano un vero punto di riferimento per il settore:

• Hall of Fame Award: Patrick Doyle (Executive Chair, Restaurant Brands International)

• Entrepreneur of the Year Award: Javier Solis (Ronald E. Harrison Award)

• William Rosenberg Foundation Leadership Award: Dan Monaghan

Questi riconoscimenti testimoniano come il franchising, in Europa come nel resto del mondo, stia premiando non solo la forza dei brand, ma anche la capacità di adattarsi ai nuovi driver del mercato: digitalizzazione, sostenibilità e modelli più leggeri e fessibili.

Nord America: innovazione operativa e tecnologia AI-driven Negli Stati Uniti e in Canada il franchising continua a essere un motore economico di primo piano, con una proiezione di crescita costante nonostante la volatilità macroeconomica. Qui il settore si distingue per la rapidità con cui adotta l’innovazione tecnologica. L’intelligenza artifciale sta entrando in maniera diffusa nelle operations: dal monitoraggio delle scorte alla previsione della domanda, dalla personalizzazione delle offerte al supporto nel servizio clienti. L’obiettivo è duplice: ottimizzare i costi e creare esperienze più mirate per il consumatore fnale. Le catene di ristorazione veloce, tradizionale punta di diamante del franchising nordamericano, sono diventate veri e propri laboratori di sperimentazione digitale. Sistemi di ordering automatizzati, loyalty program integrati con le app e algoritmi che analizzano i fussi di clienti in tempo reale sono ormai standard per i grandi player e si stanno diffondendo rapidamente anche nelle reti di dimensioni più ridotte. Parallelamente, si osserva un forte impulso verso modelli omnicanale, che non separano più la vendita fsica da quella online, ma le fondono in un’unica esperienza continua. Il quadro non è però privo di sfde. L’aumento dei costi di manodopera e immobiliari ha spinto molte reti a ridisegnare il perimetro dei propri punti vendita, talvolta riducendone la dimensione o trasferendo parte delle operations su piattaforme digitali e di delivery. Questo ha favorito anche la crescita di modelli asset-light come

le ghost kitchen, che consentono di espandersi in maniera più rapida e con investimenti minori. In questo contesto, i franchisor sono chiamati a ripensare il proprio ruolo: non solo fornitori di un marchio e di un format, ma veri e propri partner tecnologici, capaci di garantire strumenti avanzati di gestione, di reporting e di marketing basati sui dati. Il franchising nordamericano, insomma, rappresenta l’avanguardia dell’innovazione operativa. La capacità di integrare tecnologia e intelligenza artifciale nella quotidianità delle reti non è più un esperimento, ma una condizione necessaria per restare competitivi. E i franchisee, sempre più attenti al ritorno SUGLI investimenti, cercano in questi strumenti la garanzia di effcienza e redditività a lungo termine.

Asia: velocità, digital-frst e adattamento culturale

Il franchising in Asia vive una fase di straordinaria espansione e diversifcazione. È la regione che più di tutte sta mostrando la capacità

di assorbire format internazionali e rielaborarli in chiave locale, dando vita a un ecosistema estremamente dinamico. Cina e India guidano la crescita, spinte da mercati interni vastissimi e da una classe media in forte aumento, ma anche Paesi come Indonesia, Vietnam e Filippine si stanno affermando come nuove frontiere per i brand globali. In questo contesto, il franchising non è soltanto un modello di business, ma diventa uno strumento per canalizzare l’innovazione e rispondere ai cambiamenti rapidissimi della domanda. La digitalizzazione gioca un ruolo centrale. In molte città asiatiche, i consumatori sono ABITuati a vivere esperienze di acquisto completamente integrate con le piattaforme digitali: dalle app di pagamento ai sistemi di loyalty, fno agli ecosistemi di e-commerce che fondono retail, social e intrattenimento. Per un franchisor che vuole entrare in questi mercati, non basta replicare il format occidentale; serve un adattamento profondo, che tenga conto delle preferenze culturali,

del comportamento di consumo e della penetrazione tecnologica. Le catene di ristorazione, per esempio, personalizzano i menu per rispettare gusti locali e sensibilità religiose, mentre i marchi del fashion retail devono calibrarsi su stili e trend spesso molto diversi da quelli europei o americani. Un elemento chiave del successo in Asia è la velocità. I franchisee si aspettano modelli agili, capaci di scalare in tempi brevi e di adattarsi ai cambiamenti del mercato quasi in tempo reale. Questo spinge i franchisor a sviluppare infrastrutture digitali potenti, in grado di supportare Non solo le operations quotidiane, ma anche campagne marketing mirate e strategie di crescita basate sui dati. Singapore, ad esempio, si sta affermando come hub per il franchising internazionale nella regione, offrendo un ambiente normativo favorevole e un accesso privilegiato ai mercati ASEAN. In defnitiva, l’Asia rappresenta oggi il laboratorio più fertile per osservare l’evoluzione del franchising: un modello che deve saper coniugare innovazione tecnologica, adattamento locale e capacità di crescita rapidissima.

America Latina: resilienza e franchising come leva di sviluppo

In America Latina il franchising si conferma un motore di resilienza e sviluppo imprenditoriale. Paesi come Brasile e Messico ospitano reti tra le più estese al mondo, con migliaia di punti vendita che coprono settori diversi, dalla ristorazione veloce ai servizi educativi, passando per la moda e la cura della persona. In queste economie, il franchising svolge una funzione cruciale: non è soltanto un modello di espansione, ma anche un canale attraverso cui competenze, standard di qualità e knowhow operativo vengono trasferiti a imprenditori locali, creando occupazione e stimolando la crescita delle comunità. La forza del modello, in contesti spesso caratterizzati da instabilità economica e

politica, è la capacità di ridurre il rischio per i singoli imprenditori. Aprire un’attività indipendente può essere diffcile a causa della limitata disponibilità di credito e della frammentazione dei mercati, mentre affliarsi a un brand consolidato garantisce maggiore accesso a fornitori, marketing e sistemi di gestione già testati. Per questo motivo il franchising è visto non solo come opportunità di business, ma come strumento di inclusione economica, soprattutto per le nuove generazioni di imprenditori. Il contesto rimane però sfdante. Infazione, oscillazioni valutarie e differenze normative tra Paesi impongono ai franchisor un approccio fessibile, con modelli fnanziari che possano adattarsi a diversi livelli di investimento. Le formule più agili, con costi iniziali ridotti e forte supporto centrale, risultano particolarmente attrattive. Parallelamente, cresce la domanda di brand che uniscano innovazione e identità locale: i consumatori latinoamericani sono aperti ai marchi internazionali, ma mostrano anche un forte legame con prodotti e servizi che rifettono la cultura e i valori del territorio. In questo equilibrio tra globalizzazione e radicamento locale si gioca la partita del franchising latinoamericano. Chi saprà offrire format accessibili, capaci di adattarsi alle specifcità del contesto e allo stesso tempo di garantire standard elevati, potrà cogliere le straordinarie opportunità di un mercato in trasformazione, che nonostante le diffcoltà continua a mostrare segnali di crescita e di vitalità.

Trend trasversali e il futuro del franchising (5 grandi driver)

1. Digitalizzazione e AI (operations, marketing, pricing) L’introduzione di AI per personalizzazione, previsione della domanda, ottimizzazione delle scorte e automazione del servizio clienti diventerà standard per le catene scalabili. Aziende come catene di ristorazione

stanno già integrando AI per campagne e ottimizzazione logistica.

2. Delivery, ghost kitchens e modelli asset-light Le ghost/ cloud kitchen e i modelli orientati al delivery riducono CAPEX e aumentano la velocità d’espansione, specialmente nei mercati urbani e densamente popolati. Il mercato delle virtual kitchens è previsto in forte crescita nei prossimi anni.

3. Sostenibilità e responsabilità sociale (ESG) Consumatori e regolatori richiederanno pratiche più sostenibili: dal packaging al sourcing, fno alla trasparenza sulle emissioni. I franchisor che integrano KPI ESG avranno vantaggi competitivi nel recruitment dei franchisee e nella fdelizzazione del cliente.

4. Micro-franchising e accessibilità fnanziaria Emergeranno formule che abbassano la soglia d’ingresso (mini-format, contratti più brevi, revenue sharing) per raggiungere aspiranti imprenditori con capitale limitato, soprattutto in Africa e in aree secondarie dei mercati emergenti.

5. Dati, privacy e compliance Con l’aumento di piattaforme condivise e reporting AI-driven, la protezione dei dati e la compliance normativa diventeranno fattori critici: franchisor e franchisee devono adottare politiche chiare su gestione e condivisione dei dati.

Conclusione

Il franchising nel 2025 è un mosaico: mercati maturi che ristrutturano e modernizzano, territori emergenti che offrono spazio di crescita, e un flo conduttore che attraversa tutti i continenti - tecnologia, sostenibilità e modelli più snelli. I vincitori saranno i brand che sapranno combinare supporto operativo solido, adattamento locale e infrastrutture digitali per trasformare il know-how in crescita replicabile.

Diètnatural: un progetto che unisse professionalità e umanità

OLTRE CHE UN LAVORO È UNA MISSIONE

Intervista a Irene Festoso titolare di Diètnatural a Saronno: “Diètnatural mi ha convinto perchè dietro c’è un metodo, formazione e serietà, ma anche tanta vicinanza alle persone per il raggiungimento dei loro

obiettivi di benessere

Una laurea in biologia, un percorso da ricercatrice e tanta esperienza maturata nel settore. Successivamente decide di cambiare ed esplorare il settore della consulenza. “Con questo lavoro mi sono resa conto di quanto mi piacesse lavorare a stretto contatto con le persone e anche quanto io piacessi a loro e la cosa mi faceva sentire ricca alla fne di ogni giornata. Ho lavorato, quindi nell'ambito della tricologia e poi della consulenza dermocosmetica, fnchè, in Diètnatural ho visto la possibilità di poter unire al meglio le mie basi di studio, attitudini professionali, ad un progetto solido, serio che potesse darmi la serenità che cercavo e tante soddisfazioni anche personali. Avevo ragione perchè dopo 10 anni sono ancora qui,

felice della scelta che ho fatto”. A parlare è Irene Festoso titolare di Diètnatural a Saronno

Quando è entrata in contatto con il brand Diètnatural?

“Il mio primo contatto con Diètnatural è stato 10 anni fa, nel 2015. Una mia collega e amica mi aveva mostrato il suo punto vendita e raccontato della sua esperienza positiva con Diètnatural e da lì, dopo pochissimo tempo, ho aperto il mio punto vendita a Saronno”.

Quali sono state le principali motivazioni che l’hanno spinta a scegliere Diètnatural?

“Ho capito che Diètnatural potesse essere un progetto che unisse

professionalità e umanità. Diètnatural mi ha convinto perchè dietro c'è un metodo, formazione e serietà, ma anche tanta vicinanza umana. Mi hanno convinto gli integratori alimentari che sono di massima qualità e i numerosi servizi che offriamo, c'è tutto quello che può servire nell'ambito del dimagrimento e di un percorso con il fne di migliorare lo stile di vita e la salute. Mi ha convinto soprattutto il fatto che qui si parla di persone, dei loro obiettivi e di benessere. E svolgere un lavoro in cui quotidianamente ti senti di essere di supporto per diverse persone alla fne non è svolgere un lavoro qualsiasi, diventa una missione, è bello sentirsi utili, dare sostegno, vedere cambiamenti nella vita degli altri e sapere che tu sei stato un mezzo

Irene Festoso

per quel bellissimo cambiamento”.

In che modo è stata sostenuta dalla Casa Madre?

ASSISTENZA DOMICILIARE E OSPEDALIERA

Ragione sociale: Adiura Assistenza S.r.l - Indirizzo: via Ravegnana, 61 – Ravenna - Anno di fondazione: 2008 - Anno partenza franchising: 2018 - Punti vendita diretti: 1 - Punti vendita affliati: 31

COSA CERCHIAMO

“Dal primo giorno sono stata seguita passo passo, prima con una formazione professionale per la massima conoscenza di tutti i servizi ed integratori alimentari presenti all'interno del punto vendita, formazione che continua di anno in anno; poi durante tutta la fase di apertura e nella gestione quotidiana. Per ogni dubbio basta alzare il telefono e abbiamo supporto a 360 gradi, dal Dipertimento Tecnico, alla Grafca, al Dipartimento di Nutrizione che si occupa dei vari piani alimentari, tutto. Da subito poi è nato un rapporto di massima fducia reciproca col Direttore e anche lui è sempre disponibile, a qualsiasi orario o giorno dell'anno”.

PUNTO VENDITA: IN BASE ALLA FORMULA SCELTA

BACINO DI UTENZA: IN BASE ALLA FORMULA SCELTA

CENTRI DI NUTRIZIONE

Ragione sociale: Laboratorio Farmaceutico Erfo S.p.A. - Indirizzo: Zona Artigianale Pontegallo - Anno di fondazione: 2010 - Anno partenza franchising: 2012 - Punti vendita diretti: 15 - Punti vendita affliati: 105 - punti vendita diretti (estero): 2 - punti vendita affliati (estero): 4 + 35 con altro brand

COSA CERCHIAMO

SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ): 30 MQ

BACINO DI UTENZA: 25.000 ABITANTI

FRONTE STRADA

UBICAZIONE OTTIMALE:

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

UBICAZIONE OTTIMALE: IN BASE ALLA FORMULA SCELTA

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE): 1 PERSONA

Quali sono in termini economici i numeri per chi come lei vorrebbe aprire un punto vendita Diètnatural?

ESPERIENZA NEL SETTORE: NON RICHIESTA

INVESTIMENTO INIZIALE: 5.5000,00 EURO + IVA

FATTURATO MEDIO ANNUO: IN BASE ALLA FORMULA SCELTA

COSA OFFRIAMO

Disponiamo di 8 formule franchising: Web agency; Corner; Agenzia; Casa famiglia; Comunità alloggio; Centro diurno; Rsa; Ambulatorio di prossimità. Aprire un centro Adiura è sinonimo di garanzia, signifca avere dei professionisti al tuo fanco, che ti forniranno tutti gli strumenti per avviare un’attività profcua e di successo. Tutte le nostre Formule di Franchising nascono con il presupposto di colmare, in modo innovativo e reditizio, il gap di servizi che il Welfare ha creato rispetto al fabbisogno. Adiura con le prime tre formule in franchising si propone l’obbiettivo di sostenere le famiglie nel momento in cui decidono di ricorrere ad un’assistente famigliare e si trovano ad affrontare la diffcile scelta di inserire una persona “esterna” nella casa di un congiunto non più in condizioni di autosuffcenza .

“Quando ho valutato Diètnatural, sono rimasta colpita anche dal fatto che l'investimento richiesto fosse sostenibile e commisurato a quello che si riceve in cambio: un metodo già consolidato, supporto costante e la forza di un brand riconosciuto. Non è un salto nel buio. Chiaramente come in tutte le attività, serve la parte imprenditoriale: il franchising ti dà tutti gli strumenti, ma il motore poi lo metti tu. Con costanza e impegno, ci vogliono pochi mesi per rientrare dell'investimento”.

COSA CHIEDIAMO

FEE D’INGRESSO: A PARTIRE ¤ 5.500,00 + IVA

Che consiglio darebbe ad un nuovo affliato?

ROYALTIES: ¤200,00 +IVA MENSILI

DURATA DEL CONTRATTO(IN ANNI) : 5

“Il mio consiglio? Farlo con passione, con l'obiettivo fnale di aiutare tante persone a raggiungere i loro obiettivi passo dopo passo”.

I suoi progetti futuri...

Fabio Lorenzi

“In futuro mi auguro di continuare a lavorare con l'entusiasmo che mi caratterizza e sarò pronta ad accogliere nuove opportunità qualora l'azienda ne abbia da offrirmi”.

800 090 538

E-mail: info@adiura.com

SITO INTERNET: www.adiura.com

ESPERIENZA NEL SETTORE: NESSUNA

INVESTIMENTO INIZIALE DA :

FATTURATO MEDIO ANNUO:

9.900¤ + IVA

200.000¤

COSA OFFRIAMO

Entra a far parte della più grande rete Made in Italy di Esperti della nutrizione Con oltre 10 anni di esperienza nel settore del dimagrimento, abbiamo creato e messo a punto il metodo innovativo Diètnatural per affrontare il sovrappeso in modo naturale, equilibrato e duraturo. Grazie ai risultati dei primi Centri, il nostro franchising si è diffuso rapidamente affermando l’effcacia del Metodo Diètnatural. Diventando Affliato Diètnatural, entri a far parte di una rete forte e consolidata e sviluppi la tua attività imprenditoriale con la sicurezza del successo, perché puoi contare sulla nostra solidità, storicità ed eccellente reputazione.

FEE D’INGRESSO:

DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI): 1 NESSUNA

COSA CHIEDIAMO

ROYALTY: NESSUNA

6 ANNI

Alex Cutè

Tel:+39 393 9773056

e-mail: franchising.dietnatural.it

Web:franchising.dietnatural.it

La scelta giusta per un investimento a lungo termine

APRIRE UNO STORE

CHICCO È GARANZIA DI QUALITÀ E AFFIDABILITÀ

Intervista a Maria Antonietta Marchese, titolare di quattro punti vendita Chicco a Palermo: “Ho visto in Chicco non solo un’opportunità commerciale, ma anche la possibilità di ofrire ai clienti prodotti di cui mi fdavo pienamente”

Dapprima impiegata nel settore del recupero crediti. È stato un lavoro che le ha insegnato la disciplina e la gestione rigorosa, ma cercava un cambiamento radicale. Voleva qualcosa che le permettesse di esprimere la sua creatività e il suo spirito imprenditoriale, e nutriva un fascino particolare per il mondo dell’infanzia. Vedere il sorriso dei genitori e dei bambini è molto più gratifcante che gestire pratiche burocratiche. Oggi Maria Antonietta Marchese è titolare di quattro punti vendita Chicco a Palermo.

Quando è entrata in contatto con il brand Chicco? “Nel 2010. È stato grazie a una

persona che commercializzava gli spazi all’interno del centro com merciale che ho conosciuto que sta opportunità e ho aperto il mio primo negozio, proprio al Centro Commerciale Poseidon”.

E poi…

“Ho aperto quattro punti vendita Chicco a Palermo. Il primo è stato al Centro Commerciale Poseidon, il secondo al Centro Commercia le Forum, il terzo al Centro Com merciale La Torre e il quarto, più recente, in Via Sciuti”.

Quali sono state le principali motivazioni che l’hanno spin ta a scegliere Chicco?

“La principale è stata l’affdabilità e la reputazione del marchio. Ho visto in Chicco non solo un’oppor tunità commerciale, ma anche la possibilità di offrire ai clienti pro dotti di cui mi fdavo pienamente”.

Qual è stato il sostegno del la Casa Madre?

“Il supporto della casa madre è sta to fondamentale, un vero e proprio supporto a 360 gradi ho ricevuto una formazione approfondita sui prodotti e sulle tecniche di vendita, oltre a un costante affancamento nella lettura dei dati di vendita e dei report, essenziali per prendere decisioni strategiche”.

Che consiglio darebbe a un nuovo affliato?

“Non restare mai fermo e di guardare sempre oltre le mura del negozio. Oggi non basta più aspettare che i clienti entrino. È fondamentale uscire e entrare in contatto con i nuovi genitori attra verso diversi canali”.

I suoi progetti futuri?

“I miei progetti futuri sono ambizio si. L’obiettivo principale è espan dere il mio gruppo, aprendo nuovi punti vendita in altre aree”.

CNCC VA OLTRE IL CONCETTO DELL’IMMOBILE COMMERCIALE

Intervista a Roberto Zoia, Presidente CNCC: “Il nostro obiettivo è rispondere in maniera mirata e sempre in evoluzione alle esigenze dei nostri clienti. Al centro della nostra flosofa aziendale ci sono i visitatori e le straordinarie esperienze che possono vivere all’interno della nostra shopping destination, adatte a coinvolgere diverse tipologie di persone con gusti diversi e interessate a sperimentare cose diferenti”

Fabio Pasquali

Un percorso professionale, iniziato alla fne degli anni 80, nel settore retail e nella distribuzione, lavorando per diverse aziende in cui ha avuto l’opportunità di conoscere da vicino e imparare le logiche di questi comparti. Dal 2020 ricopre anche la carica di presidente del CNCC-Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali che, come tutti i componenti del direttivo e delle commissioni, svolge con impegno, entusiasmo e a titolo gratuito. “Dopo una carriera in questo mondo, poter guidare l’unica associazione nel nostro Paese che riunisce tutti gli stakeholder dell’Industria dei centri commerciali, oltre che dei factory outlet e dei retail park, è per me un piacere e un onore, e lo faccio condividendo la mia esperienza, con l’obiettivo di contribuire alla crescita del settore”. A parlare è Roberto Zoia, Presidente CNCC (Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali).

La vera strategia vincente è la capacità di capire e conoscere il proprio bacino di riferimento

Il comparto dei centri commerciali ha superato alla grande due grosse criticità, (una presunta) l’online e le chiusure del periodo covid, dimostrando forza del sistema e degli operatori. Quali sono gli attuali andamenti e le previsioni?

“I risultati che abbiamo raccolto in questi anni registrano in modo oggettivo che, dal 2021, c’è stata una crescita costante degli ingressi nei mall, a dimostrazione di due principali fattori. Il primo riguarda il “modello centro commerciale”: la sua forza sta nella capacità degli operatori di farlo evolvere, rispondendo costantemente alle nuove esigenze delle persone e rimanendo sempre una destinazione attraente. Il secondo fattore, invece, smonta la teoria che l’e-commerce avrebbe sostituito ogni nostro acquisto: infatti, dai dati in nostro possesso, il boom dell’online del periodo 2020-2022 si è di fatto fermato. L’effetto più interessante di

questa crescita è l’aver contribuito ad un’accelerazione delle nuove dinamiche d’acquisto che combinano sempre di più l’esperienza fsica e digitale. L’esempio che esprime al meglio questo cambiamento è sicuramente l’omni-channel, strategia

che pone il cliente al centro e ne costruisce il percorso d’acquisto, attivando canali diversi ma tutti sincronizzati e interconnessi”.

Le nuove tecnologie hanno sicuramente un ruolo fonda-

Roberto Zoia

mentale per il cambiamento?

E per i vostri centri commerciali?

“Mi ricollego alla precedente risposta. Ci confrontiamo con clienti che dimostrano una maggiore conoscenza e predisposizione all’uso della tecnologia, aspetto ormai diventato imprescindibile anche per gli acquisti. Le nuove tecnologie hanno sicuramente un ruolo fondamentale e, in particolare, la comunicazione digitale è centrale per proporre un’offerta migliore, personalizzata e facilitata. Per questo motivo, i centri commerciali stanno investendo da tempo su questo flone, sviluppando app, profli social, siti internet, considerati strumenti necessari per relazionarsi con i clienti”.

Il mix merceologico sta diventando sempre più articolato e variegato con l’arrivo non solo di nuovi brand, ma anche di nuovi tipi di settori legati

per esempio ai servizi. Che ruolo gioca questo settore all’interno dei vostri centri per migliorare ulteriormente la customer experience dei clienti?

“La presenza di nuovi brand e servizi è un elemento chiave per mantenere un centro commerciale rilevante e competitivo. I consumatori di oggi sono più esigenti e informati, e si aspettano una shopping experience dinamica, con un’offerta in continuo rinnovamento che rifetta le tendenze del mercato. Ma ciò che considero la vera strategia vincente è la capacità di capire e conoscere il proprio bacino di riferimento: non esiste un’unica soluzione di merchandising mix che funzioni per gli oltre mille centri commerciali presenti nel nostro Paese, ma ognuno di essi deve adattarsi al contesto, al proprio target di riferimento e alle richieste specifche”.

Quali sono i servizi che offrite

ai retailer per migliorare ulteriormente la customer experience dei loro clienti? “Il centro commerciale è un sistema che permette di attivare sinergie uniche e profcue tra proprietari e retailer, con l’obiettivo condiviso di migliorare le performance. Per questo motivo, come Associazione, promuoviamo da sempre una maggiore collaborazione tra le parti, stimolando un dialogo aperto e una gestione proattiva. Ad esempio, all’interno dei mall sono presenti totem digitali, grazie ai quali i brand aumentano la loro visibilità, ma anche le app possono diventare sempre di più delle leve da attivare, che permettono di fornire ai retailer uno spazio digitale che si somma a quello fsico”.

Qual è il valore aggiunto per le catene di negozi, pensiamo al franchising, essere inseriti con il proprio brand all’interno di un centro commerciale?

“Il modello di business che un centro commerciale è in grado di offrire è strutturato e controllato: si pensi, ad esempio, all’affluenza media che, escludendo i grandi centri urbani, è sicuramente maggiore rispetto ad altri contesti. Caso emblematico è sicuramente lo sviluppo delle catene di ristorazione nei mall, grazie all’alto potenziale di proftto generato dal traffco di clienti già acquisito e a una gestione operativa più semplice”

Quali invece i vantaggi dei singoli affliati. Qual è la differenza nell’avere un proprio punto vendita all’interno del centro commerciale oppure negozio di città?

“Aprire un negozio in un centro commerciale offre una serie di vantaggi che semplifcano e ottimizzano la gestione e massimizzano le opportunità di vendita. Ad esempio, è la direzione del centro commerciale che si occupa di molti aspetti operativi, che spaziano dalla sicurezza alla manutenzione delle aree comuni, fno al marketing. Questo permette all’affliato di concentrarsi completamente sulla gestione del proprio negozio e sul servizio clienti. Altro plus interessante è la velocità di apertura garantita ad una nuova attività, in quanto si applicano procedure standardizzate e collaudate che consentono una maggiore effcienza”.

Pensa che sia possibile costruire delle occasioni di incontro e delle vie di accesso facilitate per le catene di negozi?

“Una delle prerogative del CNCC è creare occasioni di networking con i brand, in eventi istituzionali o fiere, ma anche organizzando appuntamenti dedicati, come ad esempio il CNCC Retailer Day. Resta valido il fatto che, in ogni centro commerciale, i momenti di incontro e confronto tra landlord e retailer sono fondamentali per mantenere una relazione di partnership solida e produttiva, che è alla base di un business che funziona”.

Quali tipologie di negozio sono più adatte alla vostra idea di centro commerciale? Quali brand e settori interesserebbero di più al vostro comparto?

“Come già detto in precedenza, non ci sono categorie merceologiche che performano allo stesso modo in tutti i mall, ma è necessario analizzare, di volta in volta, il bacino di riferimento per capire brand e settori più coerenti. E questa valutazione va fatta di continuo, in quanto i cambiamenti nei trend di consumo sono veloci e continuativi: anticiparli è la condizione ideale, trovandosi già attrezzati con un’offerta sempre attuale e interessante”.

Invece quali sono i settori commerciali che maggiormente sono interessati ai vostri spazi?

“Da anni ormai notiamo che la ristorazione è in grande fermento, ma anche il tessile si sta rinfrancando, soprattutto con l’arrivo in Italia di molte catene straniere. Inoltre, non va dimenticata la crescita dell’of-

ferta di servizi e intrattenimento che, molto spesso, consente ad un centro commerciale di distinguersi in modo decisivo dalla concorrenza, grazie ad un posizionamento di mercato ben defnito e innovativo”.

Negozi e brand in grado di soddisfare i bisogni di tutti i target con un obiettivo preciso creare nuove opportunità per incrementare il business dei retailer. Questa esigenza viene soddisfatta anche attraverso la creazione di eventi collaterali?

“Uno degli elementi chiave per la validità del modello centro commerciale è saper affancare, a singole iniziative retail, anche eventi capaci di generare traffco. Il marketing comune del centro commerciale ha proprio questa fnalità. Gli eventi, però, non vanno intesi solo a carattere commerciale, in quanto quelli con fnalità sociali sono prioritari per rafforzare il ruolo dei mall come punto di riferimento per il territorio e la comunità locale. A questo proposito, tra le iniziative più recenti del

CNCC, mi fa piacere ricordare la campagna social di sensibilizzazione Il Mese degli Hikikomori che, nel mese di marzo, ha coinvolto oltre 200 centri commerciali associati, presenti in tutte le regioni, per condividere informazioni e testimonianze su un disagio ancora poco noto ma che riguarda migliaia di giovani”.

E’ possibile immaginare il centro commerciale del futuro come una micro-città iperconnessa, guidata dall’interazione tra le persone? Se sì, come pensate di sviluppare questo concetto?

“Il centro commerciale negli ultimi anni è molto cambiato, passando da “luogo per lo shopping” a “hub di esperienze”. Tutti gli aspetti di cui abbiamo parlato sinora – digitalizzazione, comunicazione personalizzata, integrazione con l’online, eventi – sono stati cruciali per arrivare gradualmente a questo nuovo posizionamento. Ma il processo evolutivo non fnisce mai: i più recenti sviluppi, così come le riqualifcazioni, si caratterizzano infatti per una vocazione mixed-use ancora più marcata, con l’obiettivo di rafforzare il concetto di esperienza a 360 gradi. Il concetto di micro-città ritengo, quindi, sia coerente con la tendenza dei mall a combinare funzioni retail, d’intrattenimento, residenziali e direzionali”.

Strategie economiche e aziendali. Cosa ha in progetto CNCC per l’imminente futuro?

“Si può riassumere in due principali filoni quella che intendo come mission del CNCC. Il primo riguarda l’attività istituzionale e politica, tramite la quale portiamo avanti le istanze dell’Industria. Tra queste, troviamo quella che consideriamo un’asimmetria competitiva tra il commercio fsico e l’online, intendendo le grandi piattaforme di e-commerce, in particolare. In linea con quanto detto in precedenza, il centro commerciale è ora un sistema che racchiude diverse destinazioni e funzioni, ma la presenza di un quadro normativo

rigido, e sotto alcuni punti di vista anche non contemporaneo, non consente di esprimere il pieno potenziale dell’Industria. Siamo, quindi, impegnati per raggiungere una maggiore flessibilità in tal senso, affnché possa contribuire a migliore le performance e garantire un contesto competitivo equo per tutti gli operatori. Il secondo flone punta, invece, a rafforzare una cultura di Industry condivisa, visto che il CNCC è un’associazione di fliera,

non di categoria. Riunire l’insieme dei vari stakeholder del settore è un fattore distintivo che consente di porsi obiettivi che tengano conto delle richieste dei diversi player per l’ottenimento di vantaggi specifci per ciascuno. Allo stesso tempo, il successo del centro commerciale dipende dalla collaborazione di tutte le parti interessate: l’unione di intenti è fondamentale per valorizzare il centro come un sistema integrato, funzionale e attrattivo”.

Il Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali - CNCC, con sede Sociale in Milano, è un’Associazione civile e indipendente senza scopo di lucro che si propone di riunire in un’unica realtà tutti gli Stakeholder dell’Industria dei Centri Commerciali, dei Factory Outlet, dei Retail Park e delle strutture ad essi assimilabili.

Il CNCC è l’unica Associazione in Italia rappresentante l’intera Industria ed è altresì rappresentante unico per l’Italia e socio fondatore dell’European Council of Shopping Places (ECSP). Aderiscono al CNCC le principali società, che operano nell’Industria.

MISSION

• Riunire in un’unica Associazione tutti i Protagonisti del settore

• Elaborare e diffondere conoscenza e cultura sull’Industria

• Offrire ai Soci un insieme diversifcato di servizi innovativi per tipologia di attività

• Promuovere tutti i Soci in Italia e nei mercati internazionali

I NUMERI DELL’INDUSTRIA

• Poli commerciali: 1.270

• Metri quadrati di GLA: totale 20.000.000 mq

• Numero totale di dipendenti (escluso l’indotto): 561.000

• Del PIL Nazione: 4,6%

• Attività totali: 40.500

• Volume affari (escluso l’indotto): 68,3 miliardi di euro

ATTIVITÀ ISTITUZIONALE

• Assicurare la rappresentanza e la tutela degli interessi dell’Industria dei Centri Commerciali

• Promuovere anche in accordo con altre Associazioni e Federazioni - una positiva evoluzione della normativa legislativa e regolamentare in tutti gli ambiti di interesse dei Soci ed a qualsiasi livello di Governo Nazionale e Internazionale

• Assicurare la corretta comunicazione all’esterno sulle iniziative e attività dell’Associazione

• Fornire assistenza ai Soci sulla promozione e notorietà della loro attività

• Fornire ai Soci assistenza sulla partecipazione a Fiere, Congressi ed eventi in genere relativa all’Industria

• Favorire attività di networking

NEWSLETTER

• Informare i Soci sulle tematiche di interesse per l’Industria dei Centri Commerciali

COMMISSIONI DI LAVORO CNCC

• Istituire specifci Gruppi di Lavoro, per individuare con tempestività linee di tendenza dell’Industria ed attuare così strategie mirate sulla scorta di priorità di volta in volta individuate

• Costituire Commissioni Specialistiche di carattere tecnico, giuridico, fscale

• Promuovere iniziative per le nuove generazioni a scopo formativo interdisciplinare

OSSERVATORIO CNCC

• Promuovere la condivisione dei dati per garantire l’analisi dell’andamento dell’Industria attraverso l’Osservatorio CNCC

• Fornire, tramite l’area riservata del sito cncc.it, i dati elaborati dall’Osservatorio, le ricerche e gli studi elaborati su specifche tematiche

I criteri discretivi tra due distinte fattispecie contrattuali

AFFITTI

D’AZIENDA E FRANCHISING, (ancora) RISCHI PER I CONTRATTI

NEI CENTRI COMMERCIALI (e non solo)

Un’Ordinanza della Corte di Cassazione conferma un orientamento ancora sottovalutato e non solo per i rapporti contrattuali adottati nei centri commerciali, ma anche in alcuni sistemi di franchising

Mirco Comparini

Ragioniere Commercialista – Revisore Legale – Consulente al franchising (Studio Comparini & Russo –Professional Group SRL-Franchising Analysis)

In piena pandemia (e lockdown) fu resa pubblica la Sentenza n.3888 del 17 febbraio 2020, con la quale la terza sezione della Corte di Cassazione intervenne sul tema della esatta qualifcazione della fattispecie contrattuale con la quale viene attribuito il godimento di un locale commerciale. Tale Sen-

tenza fu oggetto di uno specifco articolo a forma del sottoscritto e pubblicato sul numero 06-07/2020 di AZ Franchising ("Afftto di azienda: la Cassazione interviene").

A parere di chi scrive, quella Sentenza non ebbe il clamore "allarmistico" che meritava per quanto espresso. Forse il (lungo) periodo

pandemico che ha visto le aziende interessate a sopravvivere, forse la convinzione che si trattasse di una sentenza “meteora” (ce ne sono e ce ne sono state) o forse l’intento di rimanere volontariamente in silenzio da parte dei soggetti interessati per non far scoppiare una potenziale “bomba”. Non importa

sapere il perchè, adesso è il caso di interessarsi più profondamente ed attentamente della tematica oggetto di giurisprudenza.

La Sentenza di allora individuava i criteri discretivi tra due distinte fattispecie contrattuali: la locazione ad uso commerciale e l’afftto d’azienda. Stessa analisi giunge dall’Ordinanza della Corte di Cassazione Civile, Sez.III, n.5657 del 3 marzo 2025, che conferma una tendenza sulla quale gli operatori non possono (e non devono) più tergiversare, ma hanno l’assoluta necessità di porre molta attenzione.

Ciò che ci giunge da questa Ordinanza è che in tema di locazione commerciale e afftto d'azienda, la mera collocazione di un'unità immobiliare all'interno di un centro commerciale non è e non può costituire un elemento decisivo e suffciente per qualifcare automaticamente il rapporto come afftto d'azienda, con tutte le conseguenze che una tale affermazione comporta.

Infatti, per confgurare un rapporto di afftto di azienda tra le parti interessate, si rende necessaria la presenza e la preesistenza di un'organizzazione aziendale in dote al locatore. Una organizzazione che deve comprendere tutti gli elementi necessari per l'eserci-

zio dell'impresa da destinare all’afftto, cioè, “il complesso di beni organizzati da un soggetto imprenditore, strutturato funzionalmente per l’esercizio dell’impresa” (quale produzione di beni e servizi) (art. 2555 c.c.).

Nelle casistiche in cui (caso pre-

ARTICOLO 34 (Indennità per la perdita dell’avviamento) L.392/78

sente nei rapporti contrattuali all’interno di centri commerciali e in alcuni rapporti di franchising) l'immobile sia consegnato nella così detta “forma rustico”, oppure, “spoglia”, cioè sprovvisto di elementi essenziali come pavimentazione, impianti e arredi (ad

In caso di cessazione del rapporto di locazione relativo agli immobili di cui all’articolo 27, che non sia dovuta a risoluzione per inadempimento o disdetta o recesso del conduttore o a una delle procedure previste dal regio decreto 16 marzo 1942, n. 267, il conduttore ha diritto, per le attività indicate ai numeri 1) e 2) dello articolo 27, ad una indennità pari a 18 mensilità dell’ultimo canone corrisposto; per le attività alberghiere l’indennità è pari a 21 mensilità.

Il conduttore ha diritto ad una ulteriore indennità pari all’importo di quelle rispettivamente sopra previste qualora l’immobile venga, da chiunque, adibito all’esercizio della stessa attività o di attività incluse nella medesima tabella merceologica che siano affni a quella già esercitata dal conduttore uscente ed ove il nuovo esercizio venga iniziato entro un anno dalla cessazione del precedente. L’esecuzione del provvedimento di rilascio dell’immobile è condizionata dall’avvenuta corresponsione dell’indennità di cui al primo comma. L’indennità di cui al secondo comma deve essere corrisposta all’inizio del nuovo esercizio.

Nel giudizio relativo alla spettanza ed alla determinazione dell’indennità per la perdita dell’avviamento, le parti hanno l’onere di quantifcare specifcatamente la entità della somma reclamata o offerta e la corresponsione dell’importo indicato dal conduttore o, in difetto, offerto dal locatore o comunque risultante dalla sentenza di primo grado consente, salvo conguaglio all’esito del giudizio, l’esecuzione del provvedimento di rilascio dell’immobile.

Agorà Finaziario e Legale

eccezione di semplici scaffalature) e l'avviamento commerciale sia stato apportato esclusivamente dal conduttore attraverso un autonomo rapporto, come, ad esempio, proprio quello di franchising, il contratto deve essere qualifcato come locazione commerciale con pertinenze.

Cosa signifca tutto ciò? Signifca che, di conseguenza, è applicabile l'art.34 (Indennità per la perdita dell'avviamento) della L.392/78 (in riquadro) e che riporto integralmente per completezza alla lettura:

La Cassazione, inoltre, specifca che la presenza di eventuali clausole contrattuali che escludano la presenza ed il pagamento di un avviamento commerciale nel momento in cui viene consegnato l’immobile, così come l’eventuale espressa rinuncia preventiva del conduttore a pretese per tale avviamento, non risultano essere determinanti ai fni della qualifcazione del rapporto. Ciò che conta è l’effettiva natura del bene che viene concesso in godimento e le concrete modalità di svolgimento del rapporto.

Altresì, continua la Cassazione, l’eventuale evoluzione nel tempo della struttura del centro commerciale e delle realtà aziendali in esso operanti non incide sulla qualifcazione giuridica del rapporto, quando sia accertato che l’organizzazione imprenditoriale è stata realizzata esclusivamente dal conduttore.

In sostanza, riprendendo quanto già espresso dalla Sentenza del 2020, nell’afftto d’azienda elemento indefettibile è che venga ceduto/trasferito il godimento dei beni aziendali, ma anche della loro organizzazione. Se oggetto della cessione è, invece, un complesso di beni non organizzati per l’esercizio di un’impresa, non siamo in presenza di afftto/trasferimento di azienda.

Quindi, elemento discretivo per giudicare se si tratti di un contratto di afftto d’azienda o di locazione immobiliare è, dunque, la preesi-

stenza dell’impresa o, comunque, la preesistenza dell’elemento organizzativo dei beni oggetto del contratto. Pertanto, qualora, invece, l’attività di impresa sia iniziata dall’avente causa, o sia costui a dare per la prima volta un’organizzazione ai beni cedutigli in godimento, non può parlarsi di afftto d’azienda, fattispecie che, appunto, presuppone la preesistenza di quest’ultima rispetto al contratto. Facilmente comprensibile quali e quanti possano essere gli effetti di tale Ordinanza posta anche

in continuità con la Sentenza del 2020 considerando che tutti i rapporti contrattuali operativi nei centri commerciali sono tutti regolati da contratti di afftto di azienda. Tra l’altro, il contenuto di tali decisioni giurisprudenziali non interessano solo i rapporti contrattuali attivi all’interno dei centri commerciali, ma anche quei rapporti di franchising integrati con rapporti di afftto di azienda, una modalità adottata anche da ben noti marchi del settore.

Disponibili procedure specifcatamente dedicate al settore del franchising

ATTESTAZIONE DI CONFORMITA’ E REVISIONE LEGALE SPECIALIZZATA PER IL FRANCHISING

Da Revilaw Spa, società di revisione legale, pronti gli strumenti altamente professionali per il raforzamento della reputazione aziendale e l’acquisizione di vantaggi competitivi

Un importante “pacchetto di servizi professionali” in arrivo da Revilaw Spa, società di revisione legale alla quale aderiscono solo ed esclusivamente Revisori Legali iscritti all’elenco presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze e iscritti all’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, società universalmente riconosciuta come la prima rete di professionisti specializzata nella revisione legale di tutte le tipologie di società.

Due le tipologie di prestazioni messe a disposizione del franchising, ma anche di altre forme di reti commerciali:

• la revisione legale specializzata;

• l’Attestazione di Conformità della rete.

LA

REVISIONE LEGALE SPE-

CIALIZZATA

Tale attività è prevalentemente dedicata a quelle società che hanno

l’obbligo di istituire l’organo di controllo e le procedure specifcatamente dedicate al settore del franchising, integrate a quelle tipiche della revisione legale, costituiscono un rafforzamento per la reputazione aziendale in quanto svolgono un ruolo fondamentale nella garanzia dell’affdabilità delle informazioni fnanziarie, economiche, contabili e contrattuali dell’azienda affliante, aumentando la fducia degli investitori, dei creditori, degli

Agorà Finaziario e Legale

affliati, del mercato e di tutti gli altri stakeholder nell’azienda, poiché dimostra che la stessa azienda è trasparente e responsabile. A tal proposito, la Revilaw Spa ha messo gratuitamente a disposizione un fascicolo scritto dal Dott. Rag. Mirco Comparini, Revisore Legale, Consulente al Franchising, nonché autore di articoli della nostra rivista. Potete scaricare il documento a questo link:

L’ATTESTAZIONE DI CONFORMITÀ

Particolarmente importante e innovativa è l’attività dedicata al rilascio dell’Attestazione di Conformità di una rete commerciale. Tutti i sistemi a rete, franchising e non solo, comunicano da sempre proponendo l’originalità e la performance del proprio sistema, della propria organizzazione, della propria presenza sul mercato, ecc. al fne di attirare e mantenere aderenti alla rete. Per chi riceve tali messaggi risulta alquanto diffcoltosa (e costosa) l’attività di due diligence necessaria ad ottenere informazioni tangibili e verifcabili per verifcare il valore delle offerte presenti sul mercato e le conseguenti differenze, così come anche l’affdabilità e la solidità di quanto proposto. Ciò comporta la necessità di una strategia di differenziazione che permetta di realizzare e dimostrare un maggiore livello di qualità dell’organizzazione e del servizio offerto.

Revilaw Spa è in grado di fornire tale importantissimo servizio professionale ad alta specializzazione che consente, con l’attuazione di specifche procedure e intraprendendo uno specifco percorso, di ottenere una attestazione circa la conformità:

• della trasparenza nelle più

importanti informazioni precontrattuali e contrattuali utili alla decisione di adesione alla rete;

• delle pratiche professionali attuate nella predisposizione delle attività svolte dal titolare di rete a favore degli aderenti alla rete;

• delle metodologie attuate dal titolare della rete per il rispetto degli accordi contrattuali;

• della presenza di tutti gli elementi richiesti dalla normativa vigente in materia e da altre disposizioni di diretto interesse.

L’attestazione ha una validità triennale, e ogni anno sono effettuati audit sul rispetto delle caratteristiche defnite nel protocollo predisposto per l’attestazione da parte di Revilaw Spa.

Sinteticamente, la procedura consiste in una preliminare defnizione, da parte della rete con Revilaw spa, delle modalità di audit interni predisposte in una procedura scritta al fne di garantire il rispetto degli impegni di servizio contenuti nel protocollo. La rete, a sua volta, verifca:

• L’esistenza di documenti che descrivono le procedure da

seguire

• L’esistenza delle registrazioni richieste, aggiornate,

• Il rispetto degli impegni.

I risultati di questi audit interni sono registrati e le prove di conformità e non conformità sono incluse nel rapporto.

In caso di non conformità, la rete implementa azioni correttive per eliminare le non conformità rilevate e le azioni vengono registrate.

I risultati degli audit interni sono poi esaminati e presi in considerazioni in occasione dei successivi audit.

La procedura è volontaria e non si tratta di attestazioni o certifcazioni di carattere obbligatorio e non sono assimilabili o equiparabili a certifcazione di qualità.

Per esprimere la propria manifestazione di interesse, senza alcun impegno, il modulo è presente al seguente link:

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UN PRECEDENTE DESTINATO A FARE STORIA

Analisi della Sentenza della Corte d’Appello di Torino n. 87/2025

Giovanni Adamo

Avvocato – Cultore della Materia di Diritto Privato nell’Università di Bologna www.studiolegaleadamo.it

La sentenza n. 87 del 24 febbraio 2025 della Corte d’Appello di Torino rappresenta una vera e propria svolta epocale nel diritto del franchising italiano. Per la prima volta, un organo giudicante di secondo grado ha esteso l’applicazione dell’articolo 29, comma 2, del D.Lgs. n. 276/2003 - che prevede la responsabilità solidale del committente per i debiti retributivi e contributivi dei lavoratori dell’appaltatore - anche ai rapporti di affliazione commerciale.

Questa decisione, destinata a segnare un “prima” e un “dopo” nel settore, introduce un paradigma completamente nuovo nella gestione dei rischi giuridici ed economici delle reti di franchising, ridefnendo gli equilibri tra franchisor, franchisee e dipendenti delle aziende affliate.

La Rivoluzione della Responsabilità Solidale nel Franchising

Il caso concreto

La controversia ha visto protagonisti: da un lato, in qualità di franchisor, un’azienda leader nel settore della logistica e dei trasporti; dall’altro, il franchisee della zona di Ivrea, legato alla prima da contratto di affliazione del 1° ottobre 2014; ancora, la subappaltatrice della seconda per l’esecuzione dei servizi di trasporto; infne, un dipendente-autista della subappaltatrice dall’1 luglio 2021 al 31 marzo 2023. Il caso traeva origine da una richiesta di pagamento di retribuzioni non corrisposte avanzata dal lavoratore L.S. non solo nei confronti del proprio datore di lavoro diretto, ma anche - e qui sta l’elemento di novità - verso il franchisor e verso il franchisee, sul presupposto della sussitenza di una responsabilità solidale ex art. 29, comma 2, D.Lgs. n. 276/2003.

La particolarità del caso risiede nel fatto che il lavoratore era formalmente dipendente della subappaltatrice, ma sostanzialmente la sua attività lavorativa era interamente fnalizzata all’esecuzione dei servizi di trasporto e logistica per conto della rete di franchising, confgurando quella dissociazione tra titolarità del contratto di lavoro e utilizzazione della prestazione che costituisce il presupposto applicativo della norma.

Il primo grado e la decisione del Tribunale di Ivrea

Il Tribunale di Ivrea, con sentenza del 28 maggio 2024, aveva accolto le ragioni del lavoratore, respingendo l’opposizione al decreto ingiuntivo e riconoscendo la responsabilità solidale di tutti i soggetti coinvolti nella catena contrattuale. Il giudice di primo grado, attraverso un’analitica disamina delle clausole del contratto di franchising, aveva individuato elementi di affnità con l’appalto, ritenendo operativo il vincolo di solidarietà, in una visione estensiva dell’art. 29 D.Lgs. n. 276/2003.

L’Appello - Le argomentazioni dell’appellante

Il Franchisor ha impugnato la sentenza con un unico articolato motivo, sostenendo che il primo giudice non avesse adeguatamente valutato:

• Gli elementi tipici e costitutivi del contratto di franchising nel settore dei trasporti

• La prassi commerciale specifca del settore della logistica

• L’impossibilità di assimilare il franchising all’appalto ai fini della responsabilità solidale

La strategia difensiva si fondava sull’assunto che il franchising costituisse una fattispecie negoziale autonoma, non assimilabile all’appalto e quindi estranea all’ambito applicativo dell’art. 29 D.Lgs. n. 276/2003.

La decisione della Corte d’Appello

La Corte d’Appello di Torino ha respinto integralmente l’appello, confermando la sentenza di primo grado con una motivazione di straordinaria pregnanza giuridica, che rappresenta un vero e proprio trattato sui rapporti tra franchising e tutela del lavoro.

La defnizione legale del Franchising

La Corte ha preso le mosse dalla definizione legale contenuta nell’art. 1, comma 1, della L. n. 129/2004, evidenziando come il franchising sia caratterizzato da: (i) indipendenza giuridica ed economica tra le parti del contratto; (ii)

concessione della formula commerciale (marchi, know-how, brevetti); (iii) Scopo di commercializzazione di beni o servizi; (iv) inserimento in una rete distributiva territorialmente organizzata

Il fulcro del ragionamento della Corte della decisione risiede nell’applicazione del test della dipendenza economica, mutuato dalla giurisprudenza in materia di abuso di dipendenza economica (art. 9 L. n. 192/1998) e dalla sentenza delle Sezioni Unite n. 24906/2011.

La Corte ha evidenziato come nel caso di specie sussistessero elementi inequivocabili di dipendenza, riportati in clausole contrattuali signifcative (quali l’esclusiva territoriale assoluta in favore del

franchisor; il divieto di svolgimento di altre attività di trasporto nella zona assegnata; l’obbligo di ricorso esclusivamente ad altre affliate in caso di impossibilità di prestazione del servizio; un fatturato minimo obbligatorio; la partecipazione obbligatoria al consorzio “diretto e coordinato” dal franchisor; le limitazioni nell’assunzione di personale proveniente dalla rete).

Il principio della prevalenza della sostanza sulla forma Fondamentale è il passaggio in cui la Corte afferma che “non è tanto l’esatta qualifcazione del contratto..., ma la necessità di verifcare se vi sia stato un meccanismo di decentramento e di dissociazione

fra la titolarità del contratto di lavoro e l’utilizzazione della prestazione lavorativa”.

Questo principio, tratto dalla recente Cassazione n. 26881/2024, rappresenta un cambio di paradigma: non più l’ “etichetta contrattuale” a determinare l’applicabilità delle tutele, ma l’analisi economica del rapporto sottostante.

L’interpretazione costituzionalmente orientata

La Corte ha fondato la propria decisione sulla sentenza della Corte Costituzionale n. 254/2017, che ha chiarito come la ratio dell’art. 29 D.Lgs. n. 276/2003 sia quella di “evitare il rischio che i meccanismi di decentramento, e di dissociazio-

ne fra titolarità del contratto di lavoro e utilizzazione della prestazione, vadano a danno dei lavoratori”.

La logica anti-elusiva

Particolarmente significativo è il passaggio in cui la Corte evidenzia come “le esenze di tutela dei dipendenti dell’impresa subfornitrice ovvero, introduce una logica anti-elusiva che impedisce di utilizzare il franchising come strumento per aggirare le tutele lavoristiche.

Le conseguenze per il settore

Per i Franchisor si proflano nuovi rischi e nuove responsabilità. La sentenza introduce per i franchisor, infatti, rischi economici prima inesistenti: (i) responsabilità solidale per debiti retributivi e contributivi relativi a tutti i dipendenti della fliera; (ii) necessità di monitoraggio delle condizioni lavorative nelle aziende affliate; (iii) revisione dei contratti di franchising per limitare i profli di dipendenza economica; (iv) sviluppo di sistemi di verifca della regolarità contributiva.

Per i Franchisee vi è forse maggiore protezione, ma minore autonomia. Dal lato dei franchisee, infatti, la decisione comporta: (i) maggiore forza contrattuale nei rapporti con il franchisor; (ii) un possibile “irrigidimento” delle clausole contrattuali; (iii) la necessità di adeguamento dei sistemi di gestione del personale; (iv) un rafforzamento delle tutele nei rapporti di lavoro subordinato. E poi ci sono i lavoratori: per loro si profla una tutela rafforzata. I dipendenti delle aziende operanti in fran-

chising acquisiscono, infatti: (i) una doppia garanzia per il pagamento di retribuzioni e contributi; (ii) una maggiore stabilità del rapporto di lavoro; (iii) migliore protezione contro le pratiche elusive; (iv) accesso diretto, nelle modalità indicate, al patrimonio del franchisor.

L’estensione ad altri settori e le future, prevedibili necessità Ma vi è ben di più. La decisione della Corte torinese, pur riguardando specifcamente il settore della logistica, è destinata ad infuenzare

tutti i comparti del franchising caratterizzati da forte integrazione operativa tra franchisor e franchisee, da dipendenza economica strutturale dell’affliato e da un impiego intensivo di manodopera, o comunque di lavoratori subordinati, nella fliera. I franchisor dovranno necessariamente ripensare i propri modelli contrattuali, bilanciando il controllo della rete e la necessaria standardizzazione dei servizi con l’autonomia imprenditoriale del franchisee; la minimizzazione dei profli di dipendenza economica con Dalla

Dalla parte del legale

la tutela degli investimenti effettuati e del know-how.

E la Cassazione?

Resta poi da verifcare se la Corte di Cassazione confermerà questo orientamento, eventualmente estendendolo espressamente ad altri settori del franchising, precisandone i criteri applicativi, defnendo a quali e quante condizioni sia ipotizzabile un eventuale esonero da, parziale o integrale, da responsabilità, e chiarendo l’ambito applicativo delle diverse discipline che vengono in questione.

Verso un nuovo equilibrio

Può quindi dirsi – non senza un po’ d’enfasi -, che la sentenza della Corte d’Appello di Torino segna l’inizio di una nuova era nel diritto del franchising italiano. L’estensione della responsabilità solidale ai rapporti di affliazione commerciale rappresenta un riequilibrio delle posizioni contrattuali che tiene conto dell’evoluzione economica del fenomeno (e probabilmente anche della sua diffusione).

La decisione, lungi dall’essere un attacco al franchising, ne riconosce la centralità economica e proprio per questo impone maggiori responsabilità ai soggetti che ne traggono i principali benefci. Il messaggio sembra chiaro: non si

può benefciare delle economie di rete senza assumersi le relative responsabilità sociali. Per gli operatori del settore, questo rappresenta una sfda ma anche un’opportunità: quella di costruire modelli di business più sostenibili ed equi, capaci di coniugare efficienza economica e giustizia

sociale.

La strada è tracciata: il franchising del futuro dovrà essere non solo economicamente vantaggioso, ma anche socialmente responsabile. Solo così potrà continuare a rappresentare uno degli strumenti più effcaci di sviluppo imprenditoriale del nostro sistema economico.

nomica tra le parti del contratto; (ii)

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Comporta opportunità ma anche minacce

L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E IL FUTURO DEL FRANCHISING

Non si tratta soltanto di efcienza operativa, ma di un nuovo modo di progettare e gestire l’intera rete

La velocità evolutiva dell’AI sia da un punto di vista dei modelli che dal punto di vista mediatico, impone quasi un obbligo a conoscerla ed utilizzarla. E se andiamo a vedere che impatto sta avendo sul “mondo commerciale” comprendiamo quanto sia già entrata nei processi che governano il retail, iniziando a ridisegnare i modelli di business. Nel franchising, la sua forza potrebbe rivelarsi ancora più determinante. La natura stessa di questo sistema basato su replicabilità e scalabilità rende l’AI un alleato naturale, che tuttavia comporta opportunità ma anche minacce.

Oggi, algoritmi capaci di analizzare i dati provenienti da centinaia di punti vendita possono suggerire assortimenti su misura, prevedere i picchi di domanda, persino con-

sigliare la disposizione ottimale di scaffali e prodotti. Non si tratta soltanto di effcienza operativa, ma di un nuovo modo di progettare e gestire l’intera rete.

DOVE L’AI PUÒ FARE LA DIFFERENZA

Analisi predittiva dei consumi

L’AI elabora i dati raccolti nei punti vendita e individua schemi ricorrenti nei comportamenti d’acquisto. Così anticipa i trend locali, riduce gli sprechi di magazzino e permette di calibrare gli assortimenti con precisione, evitando scaffali vuoti o eccedenze costose.

Formazione e supporto agli affliati

Chatbot interni e piattaforme intelli-

genti trasformano manuali operativi complessi in risposte immediate e pratiche. Ogni affliato può risolvere dubbi o criticità in tempo reale, senza attendere l’intervento della sede, con un notevole risparmio di tempo e maggiore autonomia.

Customer experience personalizzata

L’AI permette di trasferire nel negozio fsico le logiche del marketing digitale: offerte mirate, raccomandazioni di prodotto e messaggi personalizzati. Ogni cliente vive un’esperienza costruita sui propri gusti, aumentando fdelizzazione e valore medio dello scontrino.

Coerenza di brand

Algoritmi e piattaforme centralizzate assicurano che le linee guida

del marchio siano applicate in modo uniforme da tutta la rete. Manuali, procedure e campagne vengono aggiornati in tempo reale, evitando deviazioni che potrebbero minare la riconoscibilità del brand.

Questi vantaggi si traducono in maggiore precisione nelle decisioni, rapidità nell’innovazione e uniformità lungo tutta la catena. Per il franchisor è la possibilità di sperimentare e diffondere format digitali con velocità; per l’affliato, un sostegno concreto nella gestione quotidiana.

I RISCHI DA NON SOTTOVALUTARE

Dipendenza tecnologica

Affidarsi a un solo fornitore AI comporta il rischio di lock-in: aggiornamenti, costi e funzionalità diventano vincolanti. Una scelta poco diversifcata limita la fessibilità del franchising e può trasformarsi in una vulnerabilità, soprattutto in mercati altamente dinamici.

Squilibri tra affliati

Non tutti gli affliati hanno le stesse risorse economiche o competenze digitali. L’adozione di soluzioni AI può quindi accentuare differenze di performance, creando reti a più velocità e mettendo in diffcoltà chi non riesce a sostenere gli investimenti necessari.

Perdita di autonomia

Un uso eccessivo degli algoritmi rischia di ridurre l’affliato a semplice esecutore di istruzioni. Se ogni decisione è presa dal sistema centrale, si impoverisce il valore della conoscenza locale, fatta di sensibilità verso clienti e territori, che spesso determina il successo.

Privacy e sicurezza

La gestione di dati sensibili, dai comportamenti dei clienti ai registri dei dipendenti, richiede infrastrutture solide e aggiornate. Vulnerabilità nei sistemi AI possono esporre la rete a rischi reputazionali e legali, rendendo la cybersecurity un investimento imprescindibile.

LA SFIDA SARÀ MANTENERE UN EQUILIBRIO

Guardando al futuro, il franchising potrà integrare strumenti ancora più sofsticati: gemelli digitali dei punti vendita, sistemi predittivi connessi alla logistica, customer journey phygital orchestrati dall’AI. Non è lontana la prospettiva di franchising “nati” da algoritmi, con manuali operativi dinamici e continuamente

aggiornati. La sfda sarà mantenere un equilibrio. L’AI amplifca i dati, il franchising amplifca le relazioni: unire le due forze può generare un vantaggio competitivo enorme, a patto di non dimenticare che ciò che rende vivo un marchio resta l’intreccio umano con il territorio, la sensibilità locale e l’empatia con il cliente.

I NUOVI PROTAGONISTI DEL FRANCHISING DIGITALE

Un impatto strategico che cambia le regole del gioco. Per i franchisor, la sfda non è più soltanto aprire nuovi store, ma farlo con velocità, coerenza di brand e una capacità di adattamento al mercato

Gianni Bientinesi

CEO di Business Intelligence Group, esperto in Studi e Ricerche di Mercato a livello internazionale

C’è un flo invisibile che oggi lega il futuro del franchising alle nuove frontiere della tecnologia. È un flo fatto di dati, automazione e intelligenza artifciale, capace di tessere connessioni tra decine, centinaia o addirittura migliaia di punti vendita distribuiti sul territorio. Un tempo questo lavoro era affdato a manuali operativi, check-list e infnite ore di formazione in aula. Oggi, sempre più spesso, è un algoritmo a garantire che ogni tassello della rete si muova in armonia con gli altri. Per i franchisor, la sfda non è più soltanto aprire nuovi store, ma farlo con velocità, coerenza di brand e una capacità di adattamento che il mercato – e i clienti – pretendono. Ed è qui che AI e automazione entrano in gioco, rivoluzionando il

modello di sviluppo e di gestione delle catene.

L’automazione come spina dorsale operativa

Immaginate un franchisor che deve gestire simultaneamente 50 punti vendita sparsi in diverse città. In passato avrebbe signifcato telefonate quotidiane, report manuali e un’enorme dispersione di energie. Oggi, grazie a piattaforme centralizzate, un unico cruscotto permette di monitorare in tempo reale vendite, scorte di magazzino e performance di ogni store.

Non è solo questione di effcienza: l’automazione diventa garanzia di uniformità. Sistemi di auditing digitale controllano che il format sia rispettato ovunque, dall’insegna luminosa al packaging, fno all’esperienza cliente. Un “occhio elettronico” vigila costantemente,

La nuova linfa vitale delle reti in crescita

liberando il franchisor da attività di micro-controllo e permettendogli di concentrarsi sulla strategia di crescita.

AI e personalizzazione: ogni punto vendita parla la lingua del suo pubblico

Se l’automazione rende la rete più effciente, l’intelligenza artifciale ne esalta la capacità di adattarsi ai territori. Grazie a modelli predittivi, un brand può oggi sapere con grande anticipo quali location hanno le maggiori probabilità di successo, quali format sono più adatti a un quartiere e quali promozioni genereranno più traffco in un determinato bacino di utenza.

Pensiamo a una catena di pizzerie in franchising: nel centro città, l’AI suggerirà un’offerta rapida e take-away; in periferia, invece, punterà su menu familiari e promozioni serali. Tutto basato non più su intuizioni, ma su dati concreti: fussi di mobilità, preferenze di consumo, andamento dei competitor.

E non fnisce qui. Chatbot e assistenti virtuali garantiscono assistenza h24 ai clienti fnali, mentre

piattaforme di training AI-frst personalizzano i percorsi formativi per ogni nuovo franchisee, riducendo tempi e costi di onboarding.

La trasformazione dei ruoli

Questa rivoluzione tecnologica porta con sé anche una trasformazione dei ruoli. Accanto al tradizionale franchise manager, compaiono fgure ibride, capaci di leggere dashboard predittive e di trasformare numeri in strategie di espansione. La creatività non scompare, ma cambia forma: oggi il franchising richiede manager capaci di raccontare un brand con strumenti digitali e, allo stesso tempo, di governare algoritmi complessi. Una fusione tra storytelling e data science che, fno a pochi anni fa, sarebbe sembrata fantascienza.

Un impatto strategico che cambia le regole del gioco

Le conseguenze? Profonde e tangibili. Aprire un nuovo punto vendita non richiede più mesi di studio e verifche: l’AI restringe i tempi a poche settimane, riducendo drasticamente i margini d’errore. Le reti possono

crescere più velocemente, senza moltiplicare in modo esponenziale costi e risorse umane. Ma non solo. Anche i modelli di business stanno evolvendo: se ieri le royalties erano calcolate in modo statico, oggi diventano dinamiche, legate alla performance effettiva dei singoli punti vendita, monitorata da sistemi predittivi. È un approccio più equo e trasparente, che lega franchisor e franchisee in un’alleanza basata su dati oggettivi.

Il futuro è già in atto AI e automazione non sono più promesse da convegno, ma strumenti concreti che stanno ridefnendo le regole del franchising. Chi saprà cogliere questa rivoluzione costruirà reti più solide, capaci di crescere senza perdere identità e coerenza. Il franchising di domani non vivrà soltanto di contratti e manuali operativi: sarà un ecosistema intelligente, fatto di algoritmi, insight predittivi e strategie data-driven. Un sistema in cui la tecnologia non sostituisce l’ingegno umano, ma lo potenzia, trasformando ogni punto vendita in un nodo vivo e connesso di una rete in continua evoluzione.

Cogliere i segnali del consumatore è essenziale per il successo dell’azienda

DALLA SODDISFAZIONE

DEL CLIENTE ALLA CRESCITA DEL BRAND

È necessario non fermarsi mai nei processi di miglioramento, perché la concorrenza potrebbe già essere al lavoro per ofrire al mercato qualcosa di più

Stefania Giuseppetti

La comunicazione è il cuore pulsante di qualsiasi rapporto. Che si tratti di vita privata o di una interazione tra azienda e cliente, la comunicazione è considerata come il mezzo attraverso il quale si costruiscono e si mantengono le relazioni: è essenziale per costruire la fducia, l’empatia e risolvere i problemi.

La “voce” che il consumatore ascolta di più non è quella che strilla più forte, ma è quella che meglio parla a lui. Comprendendo le sue preferenze, le aziende possono creare un’esperienza positiva del cliente che incoraggia gli acquisti ripetuti e l’impegno a lungo termine.

Secondo Paul Watzlavick “comunque ci si sforzi, non si può non

comunicare. L’attività o l’inattività, le parole o il silenzio hanno tutti valore di messaggio: infuenzano gli altri e gli altri, a loro volta, non possono non rispondere a queste comunicazioni e in tal modo comunicano anche loro”.

AL PRIMO POSTO IL CLIENTE

La comunicazione è circolare: ogni trasmissione attiva una reazione e cogliere i segnali dei clienti è essenziale per il successo di qualsiasi azienda.

In un mercato sempre più competitivo ed affollato, tale processo

non solo aiuta a correggere il “messaggio” durante il fusso di comunicazione, ma gioca anche un ruolo cruciale nella fdelizzazione con i consumatori. Per natura l’uomo non è mai soddisfatto a suffcienza e questo vale anche per il cliente, il quale, una volta ottenuto ciò che desiderava, già pensa a qualcosa di meglio. Ecco, quindi, la necessità di non fermarsi mai nei processi di miglioramento, perché la concorrenza potrebbe già essere al lavoro per offrire al mercato qualcosa di più. A tale proposito, cresce il numero delle aziende che focalizzano la loro attenzione verso strumenti in grado di monitorare quotidianamente la propria clientela, per fornirgli il miglior servizio possibile

e ottenere la sua fdelizzazione.

IL LOYALTY MARKETING: UNA STRATEGIA NECESSARIA PER LA CRESCITA DI UN’AZIENDA

In questo scenario il loyalty marketing si confgura come una strategia necessaria per la sopravvivenza e la crescita di un’azienda, che mira a fdelizzare i clienti e li trasforma in sostenitori del marchio.

Attraverso le iniziative che incoraggiano la ripetizione degli acquisti, il loyalty marketing è uno strumento molto efficace per aumentare la Customer Lifetime Value (CLV), ovvero la misura del valore totale che un cliente genera per un’azienda nel lungo termine.

La capacità di mantenere e raffor-

zare il legame con i clienti esistenti è fondamentale per assicurarsi una base di consumatori fedeli e incrementare il valore nel tempo dell’impresa.

Tanto più che acquisire nuovi clienti è spesso più costoso che mantenere quelli esistenti.

Il loyalty marketing, infatti, consente alle aziende di ridurre i costi di acquisizione, massimizzando al contempo il valore del ciclo di vita del cliente. I clienti fedeli tendono anche a diventare ambasciatori del marchio, contribuendo alla crescita organica attraverso il passaparola.

Creare un legame emotivo con il cliente è sicuramente una delle strategie più potenti, che può essere ottenuta attraverso storie di

marca che risuonano con i valori dei consumatori, oppure con iniziative di responsabilità sociale che coinvolgono direttamente il pubblico.

Le aziende impiegano varie pratiche per migliorare la fdelizzazione dei clienti, come, ad esempio, le comunicazioni personalizzate che creano un senso di appartenenza e riconoscimento, o i programmi fedeltà. Questi costituiscono un fattore potenziale di differenziazione competitiva che, da una parte, offre la possibilità di benefciare degli incentivi promozionali (accumulare punti, ricevere sconti e premi, o usufruire di bonus), mentre, dall’altra, permette all’azienda di dare un nome e un volto a chi ne è in possesso. Anche un eccellente ‘customer care’ può essere un’arma segreta per conquistare e mantenere la fducia dei consumatori.

I clienti giudicano il brand anche dalla sua capacità di risolvere eventuali criticità. La prontezza e l’efficienza nella gestione dei problemi possono trasformare gli “errori” in un’occasione di fidelizzazione. Pertanto, investire in formazione, comunicazione e reattività dei propri dipendenti, non solo migliora l’esperienza del cliente, ma contribuisce anche a migliorare la produttività e ad aumentare la competitività sul mercato.

IN EVIDENZA

• La “voce” che il consumatore ascolta di più non è quella che strilla più forte, ma è quella che meglio parla a lui.

• La capacità di mantenere e rafforzare il legame con i clienti esistenti è fondamentale per assicurarsi una base di consumatori fedeli e incrementare il valore nel tempo dell’impresa.

• Tanto più che acquisire nuovi clienti è spesso più costoso che mantenere quelli esistenti.

• Creare un legame emotivo con il cliente è sicuramente una delle strategie più potenti, che può essere ottenuta attraverso storie di marca che risuonano con i valori dei consumatori, oppure con iniziative di responsabilità sociale che coinvolgono direttamente il pubblico.

Dalla costruzione delle reti alla gestione operativa

INTELLIGENZA ARTIFICIALE E FRANCHISING

Oggi, a determinare la diferenza tra una rete che cresce e una che fatica a consolidarsi, è la capacità di sfruttare al meglio le nuove tecnologie digitali, in particolare l’intelligenza artifciale (AI)

Il franchising è uno dei modelli di business più dinamici e resilienti, capace di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato e l’AI non è più solo uno strumento sperimentale: rappresenta un alleato strategico per chi costruisce, gestisce ed espande una rete in franchising. Dalla generazione di nuovi affliati fno alla gestione operativa quotidiana, passando per l’analisi delle performance e la consulenza online, le piattaforme AI offrono soluzioni concrete e scalabili. La fase di sviluppo di una rete richiede strumenti effcaci per individuare, contattare e convertire potenziali affliati. Qui l’AI gioca un ruolo decisivo, automatizzando processi che in passato richiedevano settimane o mesi.

1. COSTRUZIONE ED ESPANSIONE DELLE RETI IN FRANCHISING

La fase di costruzione di una rete in franchising è tra le più delicate:

non si tratta solo di attrarre potenziali affiliati, ma di trasformare i contatti in partner concreti, motivati e ben selezionati. Tradizionalmente questo processo poteva richiedere mesi di scambi, follow-up telefonici ed email manuali, con il rischio di perdere lead qualificati lungo il percorso.

Oggi l’intelligenza artifciale consente di ridurre tempi e costi, mantenendo alti gli standard di qualità nella selezione e nella gestione delle candidature.

Engagement immediato con i prospect

Uno dei problemi storici nello sviluppo franchising è la lentezza del follow-up. I potenziali affliati che non ricevono risposta entro poche ore tendono a disinteressarsi o a valutare competitor più reattivi. L’IA affronta questo problema con un sistema di engagement tempestivo: appena ricevuta la richiesta di informazioni, il potenziale fran-

chisee riceve un SMS o un’email automatica, già personalizzata riducendo drasticamente il tasso di abbandono. Il valore aggiunto è l’integrazione diretta con i CRM aziendali: i dati vengono aggiornati in tempo reale, consentendo alla rete di monitorare lo stato di ogni lead. Un caso pratico è la catena

The Human Bean che ha visto i tempi di sviluppo ridursi da sei mesi a due settimane, dimostrando come l’automazione intelligente possa accelerare la crescita.

Automazione del lead nurturing

Nelle prime fasi, l’obiettivo è spesso generare un ampio bacino di contatti interessati. Tuttavia, non tutti sono immediatamente pronti a investire. Serve un lavoro di “coltivazione” del lead. Strumenti che permettano di creare campagne email personalizzate e scalabili. L’AI analizza le risposte dei prospect e segmenta automaticamente i lead, distinguendo chi è vicino

alla decisione da chi ha bisogno di ulteriori informazioni , in questo modo i team di sviluppo possono concentrare tempo e risorse solo sui contatti più promettenti.

Territorialità intelligente

Uno degli aspetti più critici nella crescita di una rete è la defnizione dei territori di esclusiva. Sovrapposizioni o scelte basate solo su intuizioni possono generare confitti interni e perdita di opportunità. Oggi gli algoritmi sono in grado di mappare dati demografci, geografci e di consumo per disegnare aree di franchising ottimizzate e non sovrapposte. Questo approccio permette di valorizzare ogni mercato locale e di presentare agli affliati un progetto solido e trasparente, aumentando l’attrattività del brand.

2. ANALISI DELLE PERFORMANCE DELLE RETI

Se la costruzione di una rete franchising è un atto di visione strategica, la sua sostenibilità nel tempo dipende dalla capacità di misurare costantemente le performance. Non si tratta solo di fatturato: una rete in franchising va valutata in termini di redditività delle singole unità, soddisfazione dei franchisee, effcienza operativa e coerenza con

gli standard di brand.

Dati che diventano insight

Le piattaforme AI integrano informazioni provenienti da fonti diverse (CRM, POS, e-commerce, social media) trasformandole in dashboard dinamiche che mostrano:

• Andamento delle vendite e margini per singola unità

• Tassi di conversione cliente e ticket medio

• Confronto tra location e regioni

• KPI operativi (tempi di consegna, rotazione inventario, livello di stock)

Questi insight non si limitano a descrivere il passato: l’AI applica modelli predittivi per anticipare tendenze e anomalie, permettendo di intervenire prima che i problemi diventino strutturali.

Benchmarking e standardizzazione

Un altro valore aggiunto dell’AI è la possibilità di confrontare ogni punto vendita non solo con la media della rete, ma con cluster omogenei (es. città medio-piccole del Nord Italia, centri commerciali urbani, località turistiche).

Questo approccio permette di: identifcare le best practice replicabili, evidenziare rapidamente i punti vendita sotto-performanti e calibrare azioni di formazione o supporto mirate.

3. CONSULENZA ONLINE E COLLABORAZIONE DIGITALE

La consulenza in franchising è da sempre un pilastro per garantire che gli affliati operino in linea con gli standard del brand. Se un tempo la relazione era basata principalmente su incontri fsici e telefonate, oggi gran parte delle interazioni passa dal digitale. L’intelligenza artificiale ha reso questi scambi

non solo più rapidi, ma anche più strutturati e strategici.

Riunioni più produttive e tracciabili

Le reti in franchising vivono di meeting: tra franchisor e franchisee, tra responsabili regionali e sviluppatori, tra marketing centrale e punti vendita. Oggi le riunioni vengono trasformate in un asset documentale, generando: trascrizioni automatiche, sintesi dei contenuti e liste di decisioni e “action items”. Questo riduce i rischi di incomprensione, elimina la dispersione di informazioni e garantisce continuità operativa anche in reti complesse.

Comunicazione interna più uniforme

Uno dei problemi principali nelle grandi reti è mantenere coerenza nei messaggi, nei processi e nelle scadenze. Le piattaforme AI supportano la standardizzazione della comunicazione interna, inviando promemoria su normative, compliance e obblighi contrattuali, alert su scadenze amministrative o di formazione e report aggregati di feedback e segnalazioni raccolti dai franchisee. Ne risulta una co-

municazione chiara, bidirezionale, che non si limita a “informare” ma stimola anche la partecipazione degli affliati.

Gestione della reputazione online Nel mondo del franchising, un singolo punto vendita può infuenzare la percezione dell’intera rete. Per questo frequentemente è necessario:

• monitorare recensioni e menzioni sui principali canali,

• analizzare i sentiment dei clienti,

• rispondere automaticamente con messaggi coerenti al tono del brand.

L’AI riduce i tempi di reazione e protegge l’immagine aziendale, garantendo una reputazione uniforme anche in reti molto estese.

4. SOLUZIONI AI PER L’OPERATIVITÀ QUOTIDIANA

Una volta costruita e consolidata, la rete franchising deve funzionare con effcienza ogni giorno. Qui l’AI si rivela un alleato invisibile, che lavora dietro le quinte per rendere più fuida la gestione, dal magazzino al marketing, dalle fnanze al

Marketing e supply chain più intelligenti

Le piattaforme di analisi predittiva permettono di individuare trend stagionali, analizzare comportamenti di acquisto e prevedere variazioni della domanda. Questo significa poter ottimizzare l’inventario, ridurre sprechi e migliorare la disponibilità dei prodotti. L’impatto è duplice: maggiore soddisfazione del cliente e margini più solidi per l’a liato.

Customer service e prenotazioni automatizzate

Chatbot e assistenti virtuali gestiscono richieste frequenti e prenotazioni in modo automatico. Non si tratta solo di “risposte robotiche”: i modelli AI apprendono dai dati e personalizzano le interazioni, migliorando l’esperienza del cliente e alleggerendo il lavoro del personale.

Scelta strategica delle location Uno dei momenti più delicati per ogni franchising è decidere dove aprire nuove unità. Algoritmi di location intelligence integrano dati su tra co, reddito medio,

Franchising World

densità abitativa e presenza di competitor. Il risultato è una previsione a dabile del potenziale di fatturato della nuova sede, con una drastica riduzione dei rischi di investimento.

Finanza e amministrazione automatizzate

La gestione finanziaria è spesso una sfida per gli a liati, che devono conciliare la quotidianità del punto vendita con adempimenti complessi. Oggi l’IA è in grado di automatizzare:

• la registrazione e il controllo delle spese,

• l’elaborazione di fatture e note spese,

• la creazione di dashboard finanziarie aggiornate in tempo reale. Questo permette di avere sempre il polso della situazione economica e di prendere decisioni basate su dati affidabili. l’AI nell’operatività quotidiana consente di passare da una gestione “reattiva” a una gestione proattiva, dove il franchisor e i franchisee pos-

sono prevenire problemi, cogliere opportunità e migliorare l’e cienza con un approccio data-driven.

Ed è proprio in questa direzione che VLV Capital, forte di oltre 30 anni di esperienza nel settore, insieme a Italian Consulting Group e alla loro piattaforma Dalia, sta sviluppando un progetto innovativo pensato per ridefinire il modo in cui le reti in franchising possono nascere, crescere e consolidarsi.

La Dalia Suite connette due mondi aziendali fondamentali:

• Customer Experience, dove agisce come touchpoint tra azienda e mercato, migliorando ogni interazione in chiave commerciale, comunicativa e relazionale.

• Company Experience, dove supporta l’operatività interna creando e cienza, conoscenza condivisa e rapidità d’azione. Si tratta quindi di una vera e propria assistenza aziendale automatizzata a 360°, che tutela la privacy e la gestione dei dati, con reporting e analisi AI-driven per monitorare, ottimizzare

e supportare la crescita delle reti. Un’iniziativa che non solo avrà applicazioni concrete sul mercato, ma che diventerà anche oggetto di analisi e approfondimento all’interno del nuovo Master in Franchising Management della Luiss Business School.

Vuoi scoprire come sviluppare e far crescere la tua rete in franchising con strumenti e strategie di nuova generazione?

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I NOSTRI

Piattaforma digitale servizi alle aziende

Un vero e proprio hub di opportunità per la gestione aziendale

MatcHR Up : IL FUTURO DELLA GESTIONE AZIENDALE È QUI

L’obiettivo è fornire alle imprese gli strumenti tecnologici più avanzati per la gestione del capitale umano, dalla ricerca del personale alla collaborazione B2B

Nel mondo del business moderno, l’effcienza e la crescita non dipendono più solo dai prodotti, ma dalla capacità di valorizzare le persone e creare connessioni strategiche. È in questo scenario che si inserisce MatcHR Up, una piattaforma nata nel 2022 e lanciata online a maggio 2025 con un motto chiaro e ambizioso: “Hire. Manage. Grow.”.

MatcHR Up non è solo un software, ma un ecosistema digitale progettato per ottimizzare ogni aspetto della gestione aziendale. L’obiettivo è fornire alle imprese gli strumenti tecnologici più avanzati per la gestione del capitale umano, dalla ricerca del personale alla collaborazione B2B.

Innovazione nella Ricerca del Personale

Dimentica le agenzie interinali. Con MatcHR Up, la selezione del personale diventa un processo diretto, genuino e trasparente. Grazie all’intelligenza artifciale, le aziende possono creare annunci di lavoro altamente mirati e ricevere profli di candidati in ordine di idoneità. L’AI non solo velocizza il processo, ma garantisce anche una selezione basata sulle competenze e sulle aspirazioni delle persone, mettendo il candidato al centro e assicurando una corrispondenza perfetta tra domanda e offerta.

Gestione del Team All-in-One

Una volta trovato il talento giusto, MatcHR Up semplifca la gestione interna del team. La piattaforma offre un gestionale completo e centralizzato che permette di creare un organigramma aziendale digitale, assegnare compiti, monitorare le performance (KPI) e programmare automaticamente scadenze per la formazione obbligatoria. Questo strumento integrato riduce la dispersione di informazioni e assicura che il team sia sempre allineato e produttivo.

Connessioni Strategiche e Crescita B2B

MatcHR Up è un vero e proprio hub di opportunità. La sezione di B2B Matching Aziendale è progettata per connettere imprese e professionisti in modo strategico. Le aziende possono esplorare un elenco di fornitori organizzato per settori, scoprire offerte esclusive e ottenere condizioni economiche più vantaggiose su servizi già attivi, come la formazione sulla sicurezza obbligatoria e straordinaria. È un sistema che non solo offre nuovi clienti e opportunità di business, ma garantisce anche un notevole risparmio sui costi operativi, permettendo a ogni realtà di crescere in modo sostenibile.

In un unico luogo, MatcHR Up condensa la potenza di un gestionale HR, la precisione di un sistema di recruiting e l’effcacia di un network B2B. È una soluzione completa che aiuta le aziende a ottimizzare, innovare e, soprattutto, a prosperare nel mercato digitale di oggi.

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Il 15 e 16 ottobre 2025 a Madrid, Spagna, presso lo stadio Riyadh Air Metropolitano

Franchise Innovation Summit 2025

Intervista a Raul Calleja, direttore del Franchise Innovation Summit: “Il FIS deve essere il grande strumento del settore e dell’industria del franchising”

Con solo due anni alle spalle, la prossima edizione del Franchise Innovation Summit (FIS) promette di affermarsi come uno degli eventi principali nel calendario dell’intero ecosistema del franchising in Spagna. E lo farà con un obiettivo molto chiaro: diventare lo strumento principale del settore e dell’industria del franchising per aumentarne la visibilità, la notorietà e la generazione di lead.

Il suo direttore, Raúl Calleja, con oltre 20 anni di esperienza nel settore feristico, assicura che il FIS promuove lo sviluppo, la crescita e la professionalizzazione del franchising come modello di business e innovazione aziendale per marchi, servizi e franchisee in tutta la penisola iberica.

Calleja sottolinea inoltre che l’obiet-

tivo principale di FIS2025, promosso dall’associazione spagnola del franchising (AEF), è quello di aprire la strada per diventare l’evento di riferimento per l’intero ecosistema professionale del commercio al dettaglio nel modello di espansione del franchising, per i marchi di qualsiasi settore che desiderano crescere con partner in franchising, imprenditori o investitori. “E, inoltre, per consolidarsi come ponte naturale tra l’Europa e l’America Latina”, aggiunge.

“Vogliamo che gli imprenditori di qualsiasi provenienza, sia che si tratti di una grande città come Madrid o di una città più piccola, vedano FIS come il luogo in cui trovare il loro prossimo progetto, partner strategici o una vera ispirazione per avviare un’impresa”. In termini numerici,questa nuova

edizione mira a riunire più di 3.000 partecipanti e oltre 120 marchi attualmente in espansione. “Ma soprattutto, vogliamo generare opportunità commerciali concrete per tutti i partecipanti: imprenditori, franchisee, investitori e marchi”, sottolinea.

Qual è secondo te il punto forte di FIS2025?

“C’è una novità evidente e signifcativa per noi, ovvero che si terrà all’Estadio Metropolitano di Madrid, con l’obiettivo di creare un’esperienza unica che sia strettamente allineata alle similitudini tra lo spirito sportivo e quello imprenditoriale: disciplina, resilienza, visione a lungo termine, lavoro di squadra, miglioramento personale e benessere. Dal punto di vista dei contenuti, c’è un’ampia varietà di settori in modo che i partecipanti professionisti pos-

sano godere di una vasta gamma di proposte di valore, ma con contenuti ed eventi altamente verticalizzati e specializzati. Ad esempio, Spazio Restauracion News è l’area congressi e showroom specializzata nell’espansione dei marchi di ristorazione. Copre anche ftness, salute e bellezza, catene di supermercati, centri di formazione e accademie, vendita al dettaglio specializzata, automobilistico, immobiliare e altro ancora.

Infne, ogni settore commerciale avrà una propria sessione monografca durante i due giorni dell’evento, in cui gli affliati provenienti da tutta la Spagna potranno conoscere le proposte e le peculiarità di ciascun marchio.

Inoltre, l’evento è specializzato nei settori verticali con una piattaforma per richiedere e gestire appuntamenti e incontri; a questo proposito, ogni marchio avrà accesso alla piattaforma FIS365 per accedere al 100% dei contatti.

Allo stesso tempo, stiamo lanciando la Franchise Week, che andrà oltre l’evento fsico e comprenderà

il FranquiTour, il FISKathon dei modelli di franchising e la Mediterranean Guest Business Community. Un’altra importante novità è la nostra piattaforma digitale FIS365, che mette in contatto i partecipanti prima, durante e dopo l’evento, in

modo che le opportunità non siano limitate a due giorni. Questo è il franchising in modalità 365 giorni all’anno”.

Ci racconti qualcosa di più su queste iniziative che si svolgeranno sotto l’egida della FIS, ma al di fuori dello stadio. “Quest’anno abbiamo voluto andare oltre lo spazio fsico con iniziative come FranquiTour, dove porteremo gruppi di imprenditori a visitare i negozi monomarca dei marchi che partecipano allo showroom della FIS, franchising che operano nelle strade di Madrid.

Abbiamo anche l’esperienza degli eventi Institutional City Networking, che si terranno in luoghi iconici, mettendo in contatto attori pubblici e privati in contesti più rilassati. Quello che cerchiamo è che il franchising sia vissuto e percepito al di là dei discorsi e degli stand; che il franchising sia davvero fonte di ispirazione”.

Cosa possono aspettarsi i visitatori da questa seconda edizione del FIS e come

Raul Calleja

possono sfruttare al meglio l’esperienza?

“I partecipanti che decideranno di partecipare al FIS 2025 troveranno tanta energia, innovazione e, soprattutto, una moltitudine di opportunità commerciali e imprenditoriali. Inoltre, è presente un’area espositiva molto suggestiva, dove oltre 120 marchi presentano i loro modelli di business e cercano nuovi affliati.

Allo stesso tempo, abbiamo un summit con conferenze stimolanti, workshop pratici, sessioni sull’intelligenza artifciale, la sostenibilità, l’espansione internazionale... E completiamo il tutto con aree di networking dove è possibile organizzare incontri, stringere contatti e accedere a fnanziamenti. In breve, FIS2025 sarà un punto d’incontro essenziale per chiunque voglia avviare, investire o crescere nel franchising. Se state pensando di fare il grande passo, questo è il po-

sto che fa per voi. Il mio consiglio è chiaro: venite con obiettivi specifci, che si tratti di scoprire un modello di business, acquisire nuove competenze o stringere contatti. Ma fssate un numero per i vostri

obiettivi. Approftterei della possibilità di partecipare a entrambe le giornate, perché ogni giorno ci saranno eventi diversi. Un buon networking si basa sul dedicare tempo e approfondimento: non è qualcosa che

accade per caso, ma va cercato, generato e coltivato. Non si sa mai dove e quando si presenteranno opportunità di business.

Un altro consiglio è quello di pianifcare la vostra visita utilizzando lo strumento FIS365 per programmare incontri e workshop, oltre che esplorare a fondo lo showroom e non aver paura di fare domande a tutti i marchi partecipanti. Consiglio di partecipare alle presentazioni, che sono molto pratiche, e di riservare del tempo anche al networking informale, da cui spesso nascono le idee migliori. Soprattutto, venite con una mente aperta. FIS è un luogo dove possono accadere grandi cose se ci si presenta con un atteggiamento imprenditoriale”.

E quali sono gli elementi più rilevanti di questa offerta espositiva?

“La cosa più sorprendente è la varietà e la qualità dei marchi. Siamo presenti in settori quali ospitalità e ristorazione, vendita al dettaglio, alimentazione, salute, ftness, istruzione, tecnologia, automobilistico... Sia marchi noti che marchi emergenti che stanno affermandosi con

forza.

FIS2025 è un evento che si rivolge a tutti i tipi di imprenditori e investitori, da chi è alla ricerca di un franchising a basso costo a chi vuole investire in una catena in espansione internazionale.

Non dimentichiamo, d’altra parte, che i partecipanti potranno assistere a dimostrazioni, partecipare ad attività pratiche e concludere accordi sul posto”.

Dal 2 al 4 ottobre all’Allianz MiCo di Milano

IMPRENDITORIALITA’ E NUOVE PROFESSIONI : OPPORTUNITA’ E FORMAZIONE AL SALONE FRANCHISING

Modelli di business vincenti e incontri formativi dedicati a chi cerca occasioni per inserirsi da protagonista nel mondo del lavoro

“Inventarsi” un lavoro e fare successo, senza correre troppi rischi imprenditoriali. Sembra un’utopia, invece è un’opportunità concreta, resa possibile, oggi, dal mondo dell’affliazione commerciale (Franchising), che, anche in un periodo complesso come quello attuale, continua a dimostrarsi un settore resiliente e in crescita.

Il comparto, oggi, rappresenta, infatti, l’1,8% del valore aggiunto nazionale, rafforzando il suo ruolo strategico all’interno del tessuto economico del Paese, e consolida il suo trend di sviluppo chiudendo

il 2024 con un giro d’affari che raggiunge i 35,8 miliardi di euro (+5,4% rispetto al 2023).

Nel 2024 si registra un incremento del +2,2% nel numero di punti vendita in franchising, che raggiungono quota 67.275 unità, accompagnato da un aumento dell’occupazione con 293.791 addetti (+2,1% rispetto al 2023). Un segnale positivo arriva anche dal numero delle reti attive, che invertendo il trend negativo degli anni precedenti, tornano a crescere: 931 insegne operative (+0,2%).

Le proiezioni per il 2025 confermano la fducia nel comparto: si

prevede una crescita complessiva del fatturato pari al +3,9%, a testimonianza della dinamicità e della capacità di innovazione che caratterizzano il franchising italiano (Dati: Assofranchising, 2025).

In questo interessante scenario, dal 2 al 4 ottobre 2025 all’Allianz MiCo si svolgerà Salone Franchising Milano, organizzato da Fiera Milano. Al centro della manifestazione, modelli di business vincenti, testimoniati da brand di grande richiamo in vari settori come McDonald’s o Eurospin, che hanno scelto la formula dell’Affliazione Commerciale

per crescere, coinvolgendo nel proprio sviluppo un numero crescente di affliati, che hanno potuto consolidarsi condividendo e rafforzando il successo dell’insegna licenziataria.

Le opportunità per quanti scelgono di aprire un franchising nel settore sono interessanti, ma esserci non basta, occorre essere sempre più competitivi.

La proposta formativa di Salone Franchising Milano, che anche nella prossima edizione – con il supporto delle principali associazioni di settore (Assofranchising, Confmprese e Federfranchising) – si propone di mettere a disposizione strumenti dedicati, offrendo agli aspiranti franchisee – così come a chi ha già avviato un’attività nel mondo del franchising – occasioni di networking con tutti i soggetti in grado di offrire know how: dalle associazioni alle università, agli stessi franchisor.

Il palinsesto dei convegni dell’edizione 2025 del Salone del Franchising, realizzato in collaborazione con Retail Hub, è stato costruito per offrire risposte puntuali e contenuti di immediata utilità a chi desidera entrare nel mondo del franchising o

far crescere la propria rete in modo consapevole e sostenibile.

La manifestazione darà risalto a tre importanti dimensioni: la formazione, l’autoimpiego e l’accesso al credito, leve strategiche per pro-

muovere l’imprenditorialità diffusa e generare occupazione. I percorsi proposti accompagneranno i partecipanti dalla comprensione delle basi del franchising fno all’analisi di casi studio reali, strumenti operativi e testimonianze dirette di chi ha già intrapreso con successo questo percorso.

Accanto a sessioni dedicate agli strumenti fondamentali per chi si affaccia a questa realtà, il programma approfondirà le trasformazioni in atto nel retail e l’impatto delle nuove tecnologie sul business del franchising, offrendo un’importante occasione di aggiornamento e confronto pensata per formare ed ispirare chi vuole costruire il proprio futuro imprenditoriale.

Il Salone Franchising Milano 2025 si conferma quindi come il punto di riferimento per chi vuole investire nel proprio futuro imprenditoriale e scoprire le opportunità più concrete offerte dal settore. L’appuntamento è dal 2 al 4 ottobre 2025 all’Allianz MiCo di Milano: tre giorni per incontrare i grandi brand, formarsi con esperti e vivere da protagonisti l’evoluzione del franchising.

Si colloca a metà strada tra la gestione istituzionale e l’iniziativa privata di singoli investitori

IL CLUB DEAL : FORME DI

FINANZIAMENTO

DI UN’AZIENDA O DI UN PROGETTO

Rappresenta una modalità sempre più difusa di investimento, soprattutto tra imprenditori, professionisti e family ofce che vogliono partecipare a operazioni selezionate senza sottostare alle rigidità dei fondi tradizionali. Come funziona nella pratica: vantaggi, rischi e criticità

Patricia de Masi Taddei dMTV International Sagl Partner

Negli ultimi anni, il termine club deal è entrato sempre più spesso nel linguaggio della fnanza e degli investimenti, soprattutto in ambito di private equity, real estate e venture capital

Si tratta di una formula di investimento collettivo, più fessibile e selettiva, che si colloca a metà strada tra la gestione istituzionale (fondi di investimento, SGR, SICAF) e l’iniziativa privata di singoli investitori.

Che cos’è un Club Deal

Un club deal è un’operazione di investimento collettivo organizzato da un gruppo ristretto di investitori (tipicamente imprenditori, manager, professionisti, family offce o HNWI – High Net Worth Individuals) che si aggregano per fnanziare un’operazione precisa, come:

• l’acquisizione di una PMI (es. azienda familiare da supportare in un passaggio generazionale);

• il fnanziamento di una startup tecnologica o innovativa;

• l’acquisto e la valorizzazione di un immobile o di un portafoglio immobiliare;

• investimenti in energie rinnovabili o infrastrutture.

Caratteristiche principali:

• Numero ristretto di partecipanti: non si tratta di una raccolta pubblica, ma di un’iniziativa riservata a investitori selezionati.

• Obiettivo comune: fnanziare un progetto, un’azienda, un immobile o una startup.

• Struttura fessibile: di solito viene costituita una società veicolo (SPV – special purpose vehicle) che raccoglie il capitale necessario.

• Approccio “deal by deal” : a differenza dei fondi chiusi, non c’è un impegno generale e pluriennale: ciascun investitore sceglie se partecipare o meno a un singolo affare.

Differenze rispetto a un fondo di investimento

Un club deal non è un fondo. Nei fondi , gli investitori versano capitale a un gestore professionale che decide in autonomia come e dove investire.

Nei club deal, invece, gli investitori vengono coinvolti direttamente nella valutazione dell’operazione e decidono caso per caso se aderire.

Questo signifca:

Maggiore controllo: l’investitore partecipa attivamente alla scelta. Maggiore concentrazione del rischio: si investe in un numero più limitato di operazioni.

Orizzonte temporale variabile: dipende dal progetto specifco (può essere 3-5 anni in private equity, o più breve nel real estate).

Come funziona nella pratica

Il processo tipico di un club deal segue alcune fasi ricorrenti. Il percorso tipico di un club deal può essere schematizzato così:

Individuazione dell’opportunità

Un advisor, una boutique di investimento o un investitore “capofla” (anchor investor) individua un’op-

portunità di investimento: ad esempio, acquisire una PMI, fnanziare una startup, comprare un immobile a reddito.

Selezione degli investitori

L’opportunità viene proposta a un gruppo ristretto di soggetti (non si tratta di una sollecitazione pubblica) potenzialmente interessati (HNWI –High Net Worth Individuals, family offce, piccoli fondi privati).

Analisi e due diligence

Gli investitori ricevono documenti informativi (business plan, piani fnanziari, report di mercato, due diligence legale). Vengono quindi svolte le analisi fnanziarie, legali e di mercato per valutare rischi e potenzialità.

Decisione - Costituzione della SPV e sottoscrizione

Se il deal è approvato, si crea una società veicolo in cui ciascun investitore sottoscrive una quota proporzionale al capitale versato nella SPV che realizzerà l’operazione.

Gestione

La SPV è amministrata da un gestore o dal promotore del deal, che si occupa di seguire l’investimento e aggiornare periodicamente gli investitori.

Exit

Dopo un periodo temporale prestabilito (es. 3-7 anni nel private equity, 2-4 anni nel real estate), si procede

all’uscita dall’investimento (vendita dell’azienda, cessione delle quote, dismissione dell’immobile), distribuendo i proventi pro-quota.

Vantaggi del Club Deal

• Accesso a opportunità riservate, spesso precluse al singolo investitore.

• Maggiore selettività, grazie alla scelta caso per caso.

• Networking: si entra in contatto con altri investitori qualifcati.

• Costi inferiori rispetto ai fondi strutturati (niente commissioni fsse di gestione pluriennali).

Rischi e criticità

• Concentrazione: pochi investimenti signifcano meno diversifcazione.

• Illiquidità: il capitale è bloccato fno all’exit.

• Rischio di governance: la gestione della SPV può generare confitti se non ben regolata.

• Dipendenza dal promotore: la

qualità dell’operazione dipende molto dall’esperienza di chi propone il deal.

Esempi pratici

1. Club deal su una PMI

Un gruppo di 15 imprenditori versa complessivamente 10 milioni di euro per acquisire il 70% di una PMI manifatturiera italiana con 40 milioni di fatturato.

L’obiettivo è affancare il fondatore nella crescita all’estero. Dopo 5 anni, l’azienda viene ceduta a un fondo internazionale per 25 milioni di equity value. Gli investitori raddoppiano il capitale investito, con un IRR annuo del 15%.

2. Club deal immobiliare

Un advisor identifca un immobile da riqualifcare.

• Prezzo di acquisto: 12 milioni

• Costo di ristrutturazione:3 milioni

• Totale operazione: 15 milioni

Viene costituita una SPV e 20 investitori privati partecipano con ticket da 250.000 a 1 milione.

Dopo tre anni, l’immobile viene venduto a 20 milioni.

Gli utili netti (4 milioni dopo costi e tasse) sono distribuiti agli investitori.

3. Club deal in startup

Un gruppo di business angel si aggrega per investire 2 milioni in una startup di intelligenza artifciale. La SPV detiene il 25% della società. Dopo 6 anni, un grande player del settore acquisisce la startup a una valutazione di 40 milioni.

Il 25% vale 10 milioni, generando un multiplo x5 per gli investitori.

Conclusione

Il club deal rappresenta una modalità sempre più diffusa di investimento, soprattutto tra imprenditori, professionisti e family offce che vogliono partecipare a operazioni

selezionate senza sottostare alle rigidità dei fondi tradizionali. Tuttavia, richiede consapevolezza dei rischi, un’accurata due diligence e la capacità di scegliere i giusti partner. È quindi uno strumento effcace, ma adatto a investitori con un buon livello di competenze e di capitale disponibile.

Vantaggi

Maggiore controllo: si decide caso per caso.

Accesso a deal esclusivi: operazioni spesso riservate a fondi o grandi investitori.

Costi contenuti: nessuna fee di

gestione pluriennale come nei fondi.

Networking: occasione per entrare in contatto con altri investitori qualifcati.

Rischi

Minor diversificazione : ogni operazione concentra capitale e rischio.

Illiquidità: il capitale resta vincolato fno all’exit.

Dipendenza dal promotore : la qualità dell’operazione dipende da chi la origina.

Possibili confitti di governance nella SPV se non ben regolati.

Come cominciare: indicazioni pratiche

Chi vuole avvicinarsi ai club deal dovrebbe seguire alcuni passi:

Defnire il proprio proflo di investimento

• Ticket minimo: spesso tra 100.000 e 500.000 euro.

• Orizzonte temporale: disponibilità a immobilizzare il capitale per 3-7 anni.

• Tolleranza al rischio: club deal = investimenti non liquidi e rischiosi.

Scegliere il canale di accesso Boutique di investimento e advisor fnanziari specializzati.

Family offce che organizzano club deal per i propri clienti.

Piattaforme di investimento private (alcune consentono accesso anche con ticket più bassi).

Valutare con attenzione il promotore

• Esperienza e track record.

• Trasparenza nella presentazione dei dati.

• Struttura dei costi e delle commissioni.

Leggere attentamente la documentazione

• Statuto della SPV.

governance).

• Exit strategy prevista.

Diversifcare

Non concentrare tutto su un singolo deal, ma partecipare a più operazioni in settori diversi.

Conclusione

Il club deal è uno strumento sempre più diffuso tra investitori sofisticati che cercano opportunità selezionate, fuori dai circuiti tradizionali dei fondi. Offre fessibilità, networking e potenziale di rendimento elevato, ma richiede competenze, capitale e un’attenta analisi dei rischi.

Chi vuole iniziare deve muoversi con gradualità: partire da un club deal promosso da operatori affdabili, leggere bene la documentazione, e accettare che si tratta di un investimento illiquido e ad alto rischio.

Se ben gestito, però, può rappresentare una valida alternativa o complemento agli strumenti tradizionali di private equity e real estate.

Club Deal: quadro normativo e aspetti regolamentari

Club deal e normativa italiana

In Italia i club deal non sono espressamente disciplinati da una legge specifca. Non esiste quindi un “regolamento dei club deal” come avviene per i fondi di investimento o gli organismi collettivi del risparmio (OICR).

Tuttavia, ci sono alcuni aspetti normativi e giuridici fondamentali:

Non devono confgurarsi come raccolta pubblica di capitale

• Il club deal si rivolge a un numero limitato di investitori già individuati (HNWI, family offce, professionisti), non al pubblico indistinto.

• Se venisse promosso al pubblico, scatterebbero le norme di sollecitazione all’investimento vigilate da CONSOB (artt. 94 ss. TUF – Testo Unico della Finanza).

Utilizzo di società veicolo (SPV)

• Nella pratica, gli investitori costituiscono una società di capitali (tipicamente S.r.l. o S.p.A.) che detiene la partecipazione o l’immobile oggetto dell’investimento.

• Gli investitori diventano soci della SPV e regolano i rapporti con patti parasociali (exit, diritti di prelazione, governance).

Ruolo dei promotori/advisor

• Se un soggetto promuove abitualmente club deal, deve fare attenzione a non svolgere attività di gestione collettiva del risparmio senza autorizzazione (riservata a SGR, SICAF, SICAV).

• Per questo, spesso i promotori si qualifcano come advisor e non come gestori: raccolgono gli investitori, li mettono in contatto, ma la decisione fnale resta ai singoli soci della SPV.

Disciplina fscale

• La SPV è un soggetto giuridico a sé, che paga imposte sui redditi.

• I soci-investitori ricevono dividendi o plusvalenze secondo le regole fscali ordinarie.

• Nei club deal internazionali (es. Lussemburgo, Olanda) possono esserci regimi fscali più favorevoli.

Club deal e normativa europea

A livello UE, il club deal si colloca fuori dal perimetro degli OICVM (UCITS) e degli AIF (Alternative Investment Funds), purché:

• non confguri un’attività di raccolta di capitale presso più investitori con gestione professionale centralizzata;

• mantenga la natura di co-investimento privato e circoscritto.

Tuttavia, occorre prestare attenzione:

• se il promotore assumesse un ruolo troppo simile a quello di un gestore, potrebbe essere necessario ottenere un’autorizzazione come AIFM (Alternative Investment Fund Manager) secondo la direttiva AIFMD.

• alcuni Paesi (es. Lussemburgo, UK) hanno forme ibride tra fondo e club deal, con veicoli più flessibili ma regolamentati.

Differenze con i fondi vigilati

Fondo di investimento (OICR)

Raccolta di capitale da una pluralità di investitori (pubblico o privato)

Gestione centralizzata e professionale (SGR, SICAF, SICAV)

Vigilanza di Banca d’Italia e CONSOB

Obblighi di trasparenza e reporting regolamentati

Norme fscali agevolate per i fondi

Indicazioni pratiche per restare compliant

• Limitare il numero di investitori e selezionarli in modo diretto (invito privato, non pubblicità aperta).

• Formalizzare bene i patti tra soci (governance, diritto di exit, distribuzione utili, diritti di prelazione).

• Evitare la gestione attiva di portafogli plurimi: ogni SPV deve essere collegata a una singola operazione, non a una pluralità di investimenti gestiti in modo professionale.

• Trasparenza sulle commissioni: se il promotore percepisce una fee di success fee o management, deve essere chiaramente indicata. Verifcare gli aspetti fscali e le-

Club deal

Capitale conferito da un gruppo ristretto e selezionato di investitori

Gestione affdata alla SPV o a un promotore designato, con forte coinvolgimento degli investitori

Nessuna vigilanza specifca (ma attenzione a non sconfnare nella raccolta pubblica)

Reportistica defnita contrattualmente tra investitori

Tassazione ordinaria per la SPV

gali con consulenti specializzati.

Conclusione

Il club deal è o ggi uno strumento ibrido: non è un fondo, ma ne condivide alcune logiche di aggregazione. In Italia ed Europa è legittimo, purché resti nei limiti di investimento privato e non scivoli nella raccolta pubblica regolamentata.

Per questo, chi vi partecipa deve considerarlo come un investimento tra pari (peer-to-peer), in cui la tutela è affdata soprattutto alla qualità dei partner, alla trasparenza dei patti e alla competenza dei promotori.

Finanza Agevolata

Una giusta guida per l’accesso al credito

IL RUOLO DEL CENTRO

STUDI AREA 12 : DAL SOGNO ALLA REALTÀ

L’obiettivo è quello di individuare, analizzare e gestire le opportunità di fnanziamento pubblico destinate alle imprese per aiutare aziende di ogni dimensione ad accedere a fondi, contributi, incentivi fscali e altre forme di sostegno economico messe a disposizione da enti pubblici nazionali, regionali o dall’Unione Europea

Gabriele Ruggiero

Direttore Tecnico del Centro Studi Area 12

Sandro Perini

Strategy Area 12 Consulting

In un contesto economico come quello attuale, dove evoluzione e competizione avanzano di pari passo, le imprese devono spesso affrontare sfde tutt’altro che semplici, ma di fatto inevitabili.

Tra queste, l’accesso al credito si confgura come un elemento determinante per il successo o il fallimento di un’attività imprenditoriale.

Tipologie di finanza per le imprese

L’obiettivo del Centro Studi è quello di individuare, analizzare e gestire le opportunità di fnanziamento pubblico destinate alle imprese. Il ruolo è fondamentale per aiutare aziende di ogni dimensione ad accedere a fondi, contributi, incentivi fscali e altre forme di sostegno economico messe a disposizione da enti pubblici nazionali, regionali o dall’Unione Europea.

Centro Studi: il ponte che col-

lega le imprese alle molteplici opportunità.

Il mondo della fnanza pubblica è un universo vasto e complesso, che fa gola a molte imprese, ma spesso si rivela diffcile da navigare. Bandi, finanziamenti a tasso 0, prestiti agevolati e contributi a fondo perduto: le opportunità sono molteplici, ma come trovare la strada giusta? La risposta sta nella consulenza specializzata.

Come lavora il Centro Studi

L’attività del Centro Studi richiede competenze multidisciplinari che spaziano dall’ambito economico-fnanziario a quello giuridico-normativo a quello tecnologico, con una particolare attenzione all’evoluzione delle politiche di incentivazione. Il Centro Studi:

• Monitora costantemente i bandi e le opportunità di fnanziamento disponibili a livello locale, nazionale ed europeo;

• Analizza la fattibilità dei progetti aziendali in relazione ai requisiti richiesti dai bandi;

• Predispone la documentazione;

• Sviluppo e realizzazione;

• Rendicontazione.

Il Case History: 5 milioni di euro al 70% di Fondo Perduto Il caso storia riguarda un’impor -

tante azienda diventata nel tempo un punto di riferimento mondiale nell’archiviazione e gestione sicura dei dati. Con oltre 37 anni di esperienza e sedi tra USA e Italia, clienti in 60 Paesi e più di 19 mila installazioni in tutto il mondo, l’azienda ha sempre avuto un sogno: continuare a crescere e portare la sua tecnologia a un livello ancora più alto.

L’azienda si è trovata davanti a una sfda importante: come scalare ulteriormente il mercato in un settore – quello dell’archiviazione sicura e a lungo termine dei dati con il supporto dell’intelligenza artifciale – in cui è già la seconda azienda al mondo.

La fase fnanziaria era molto complessa poiché l’azienda troppo piccola per attrarre i grandi fondi di investimento americani e al tempo

stesso troppo innovativa per essere sostenuta con i soli strumenti ordinari di fnanziamento. Anche per i fondi di investimento italiani l’operazione dopo attente due diligence era stata accantonata. E’ qui che interviene il Centro Studi Area12. Dopo un analisi tecnico fnanziaria si è individuato lo strumento idoneo.

La risposta è arrivata grazie a un’opportunità offerta dagli strumenti di sostegno alla crescita e all’innvazione: il Programma Integrato di Agevolazioni (PIA) della Regione Puglia. Con questo strumento, l’azienda lombarda ha potuto avviare un nuovo insediamento produttivo in Puglia, aprendo un Centro di Calcolo e Ricerca ICT. Al cuore del progetto ci sarà un Data Center avanzato che gestirà direttamente lo sviluppo e la vendita di un nuovo prodotto innovativo di archiviazione cloud intelligente,

Finanza Agevolata

progettato per essere sicuro, scalabile e “a prova di futuro”.

Il progetto è stato presentato in regione con istanza nell’ottobre del 2024, approvato con fne luglio 2025, per un valore di 5,8 milioni di euro e prevede la realizzazione di un prodotto innovativo di archiviazione cloud con il supporto dell’intelligenza artifciale. Accanto alla tecnologia, il piano punta sulle persone: sono previste circa 20 nuove assunzioni di profli qualifcati, che contribuiranno a sviluppare e consolidare la capacità competitiva dell’azienda. Grazie a questo investimento si compie un passo decisivo: da realtà in cerca di soluzioni per crescere, a protagonista di un progetto strategico capace di coniugare innovazione, occupazione e sviluppo territoriale.

Risultati raggiunti:

• L’importo del fnanziamento pari a 5,8 milioni di budget ha raggiunto il fondo perduto medio di circa il 70% (equity), con picchi sino all’80% con le premialità ed un valore residuo di fnanziamento agevolato;

• Si è evitato di avere soci di maggioranza nella compagine aziendale (se ci fosse stato l’ingresso di un fondo);

• Con il nuovo progetto di sviluppo l’azienda può ambire ad essere leader mondiale del mercato;

• Forte attrazione da parte dei fondi d’investimento mondiale.

Sintesi Schede Tecniche

MINI PIA PIA

Concessione di agevolazioni alle micro e piccole imprese per investimenti produttivi in chiave di tecnologie abilitanti e di innovazione correlati ai temi della digitalizzazione e/o dell’ecosostenibilità (in linea con la Smart Specialization Strategy) che devono essere integrati con progetti di innovazione tecnologica, strategica, organizzativa e gestionale delle imprese

I progetti possono prevedere:

• Formazione e riqualificazione delle competenze;

• Investimenti a favore della tutela ambientale;

• Acquisizione di consulenze specialistiche;

• Programmi di internazionalizzazione, nell’ottica di consolidare e ra orzare la competitività del sistema economico regionale, sviluppandone le specializzazioni produttive.

MIN: 30.000€

MAX: 5.000.000€

Con Centro Studi Area 12, le imprese trovano un partner strategico che le accompagna passo dopo passo, capace di trasformare visione e competenze in risultati concreti, puntando sempre all’innovazione e alla crescita sostenibile.

Per informazioni: www.helpimpresa.eu info@helpimpresa.eu

030 777 7055

Sede operativa: Via Arturo Reggio 12, 25136 Brescia (BS)

Finanza Agevolata

Concessione di agevolazioni alle medie e alle piccole imprese per attività di ricerca industriale, sviluppo sperimentale, innovazione tecnologica ed industriale, digitalizzazione e transizione energetica ed ambientale, oltre allo sviluppo e qualificazione delle competenze al fine di consolidare e ra orzare la competitività del sistema economico regionale, sviluppandone le specializzazioni produttive e costituisce una procedura attivabile nell’ambito del PR

I Programmi Integrati di Agevolazione PIA intendono sostenere gli investimenti delle PMI con le seguenti finalità:

• Far fronte alle nuove sfide imposte dall’innovazione e dalla transizione ecologica e digitale, attraverso la reingegnerizzazione dei cicli produttivi e l’avvio/consolidamento di processi di economia circolare;

• Sostenere il posizionamento delle PMI nelle catene globali del valore a livello nazionale ed internazionale;

• Sostenere la di usione della ricerca e dell’innovazione per accrescere la competitività del sistema produttivo regionale;

• Aggregare competenze, sia tra imprese interessate a promuovere programmi congiunti di ricerca, sia tra imprese e organismi ed enti di ricerca, anche per creare e ra orzare le filiere verticali e orizzontali nei diversi settori, introducendo un concetto di contaminazione e scambio di esperienze e conoscenze agevolare l’accesso al mercato dei capitali, al credito e alla finanza innovativa da parte delle PMI;

• A sostenere e qualificare l’occupazione regionale inclusa l’occupazione femminile.

MIN: 1.000.000€

MAX: 50.000.000€

FOOT LOCKER CON I FLAGSHIP REIMAGINED CONQUISTA L’INTERESSE

DI MOLTI CLIENTI

Il caso “Foot Locker” a New York in America è un esempio di come reinventare il retail fsico in chiave cross-canale, esperienziale e multisensoriale, ampliando l’assortimento e i servizi

Fabrizio Valente

Fondatore e Amministratore di Kiki Lab – Gruppo Promotica

Foot Locker è la catena leader nel retail multibrand dedicato in primo luogo alle sneaker e allo sportswear. Partendo da una partnership consolidata con Nike e da un progetto condiviso, ha lanciato nel 2024 il concept Reimagined. Un fagship, aperto a New York sulla 34ma e poi velocemente replicato in altre città, che si focalizza innanzitutto su uno sport e un’icona chiave a livello americano e mondiale: il basket e Michael Jordan, con la linea di sneaker Air Jordan da lui frmata, che ora è diventato

un brand vero e proprio, con un fatturato ultra-miliardario.

I visitatori sono accolti nell’area simbolo, la ‘Home Court’, una destinazione di shopping multi-brand dedicata al basket, mentre qualcuno degli Stripers, gli addetti chiamati così per via della divisa a strisce che richiama il logo del brand, fa ruotare una palla sul dito. A fanco c’è The Clinic, il corner per le sfde di salto, con il totem che misura e compara il risultato dei vari clienti. Nonostante il focus sul basket,

l’assortimento comprende anche brand popolari e in target, che cam-

biano in base alle stagioni, come Ugg, Timberland, Crocs e linee di prodotti dedicate al tempo libero senza connotazioni sportive. Le tecnologie supportano vari servizi: un tool digitale aiuta i clienti nella misurazione dei piedi per facilitare la scelta dei modelli e dei numeri più adatti. Un totem automatico offre il servizio di sterilizzazione e impermeabilizzazione delle sneaker, in poco tempo e a costi molto accessibili. E, soprattutto, sono gli addetti ad essere dotati di device che facilitano tutti i customer journey, con informazioni sugli stock in magazzino, sul proflo e lo storico

dei clienti fedeli e quindi sui con sigli più adatti per ciascun cliente. Anche la ‘fisicità’ del flagship è importante e curata, con un’ampia zona per i bambini, con tavoli, sedie basse e pastelli per colorare. Il design è molto curato e il layout, sfruttando la grande superfcie, ha rivoluzionato un momento centrale del processo di acquisto: alla prova prodotto, che in genere è relegata in zone un po’ compresse fra gli scaffali, viene qui dedicata una zona ampia e confortevole, con tanti divani e sedute, anche per stimolare gli scambi fra i clienti, una pratica abbastanza comune in

Caso tratto dalla ricerca Internazionale Retail Innovation

Foot Locker Reimagined - New York, USA

Reinventare il retail fsico in chiave cross-canale, esperienziale e multisensoriale, ampliando l’assortimento e i servizi

Area chiave

Feel & link

Chiavi complementari

Quick & Easy e Customization

Info chiave

Flagship sneaker e sportswear

2024: prima apertura del nuovo concept

2024: 5 fagship

FOOT LOCKER

2.500 negozi

26 Paesi

una cultura come quella americana dove spesso i consigli degli altri clienti possono infuenzare ancora più di quelli degli addetti. Il fagship offre nell’omni-hub servizi personalizzati e il ritiro in-store degli acquisti online, sviluppando la cross-canalità in modo fuido e avanzato, grazie anche alla nuova

versione dell’app, progettata per sorprendere i clienti in negozio e fuori, con nuove funzionalità e facilità di uso, possibilità di accedere a eventi, partite NBA e vivere più intensamente l’esperienza del brand.

Chiavi dell’innovazione

• Addetti empowered con device connessi

• Area prove comoda e centrale

• Area dedicata al basket e alle sfde di salto con The Clinic

• Ampia area Kids

Retail is detail

• Misuratore digitale per i piedi

• Totem per impermeabilizzazione e sanifcazione sneaker

Commento Kiki Lab

Il retail multibrand nel settore delle sneaker sta vivendo un periodo intenso di sfde e opportunità, perché si intensifca la competizione con i negozi monobrand e con le vendite online sui vari canali, inclusi i marketplace. Foot Locker con questi flagship Reimagined conquista l’interesse di molti clienti, grazie alla

forte esperienzialità e cross-canalità. Figure chiave in questo modello, su cui l’azienda sta puntando anche per tutta la catena, sono gli stripers, gli addetti, che possono far superare le esperienze retail più tradizionali e sempre meno attrattive, grazie allo storytelling e all’engagement con i clienti.

PROSSIMO EVENTO KIKI LAB

INNOVA RETAIL AWARD 2025/2026

Presentazione e premiazione dei progetti italiani più innovativi 15 ottobre 2025 - 9.30 – 17.30

Highlights dell’Osservatorio RetailObserva® di Kiki Lab

Fabrizio Valente, Founder & CEO Kiki Lab (Gruppo Promotica) Dati, trend, casi e chiavi di successo global e local

Key Note Speaker

Maria Bruschi, Responsabile PR e Comunicazione Lush

Davide Cristallo, Amministratore Delegato IT e CZ La Casa De Las Carcasas

Stefano Finco, Chief Executive Offcer & General Manager Capatoast

Testimonianze Partner

Gabriele Bellezze, Country Manager Adyen Italia

Loretta Chiusoli, Managing Director Group Chief HR & Organization Offcer BOOM-Crif

Andrea Guffanti, General Manager Coverfex

Danilo Zatta, Partner Valcon

Premiazioni Award e 22 microspeech delle aziende fnaliste Evento pagamento alcuni inviti disponibili per Retailer, Brand e Real Estate – kiki@kikilab.it Sponsor: Adyen, Boom-Crif, Coverfex, Confcommercio – Imprese per l’Italia, Valcon

STORIA DELL’ECONOMIA.

Una breve introduzione

Dall’alba della civiltà al XXI secolo, “Storia dell’economia” svela le forze invisibili che hanno generato guerre, stimolato innovazioni e modellato società. Un viaggio agile e sorprendente che inizia dalle rivoluzioni agricole e dalle invenzioni che hanno cambiato il destino dei popoli, prosegue attraverso crisi e rinascite fno ad arrivare agli eventi più signifcativi dei nostri giorni. Andrew Leigh intreccia, attraverso una narrazione avvincente, i momenti più salienti della storia con i suoi esperti approfondimenti. Come mai l’invenzione dell’aratro ha portato alla disuguaglianza di genere? Perché i grattacieli sono comparsi per la prima volta negli Stati Uniti? Ma anche, a quali fatti si ispira il famoso gioco da tavolo Monopoly? Un libro accessibile, che illumina il passato e il presente della disciplina più infuente del nostro tempo.

Autore: Leigh Andrew

Editore: Hoepli

Pagine: 224 / Prezzo: € 19.90

TEAM LEADER NON PER CASO - Manuale per capi disorientati

Cosa fare quotidianamente per guidare un team, facendosi percepire come la persona meritevole di farlo? Questo manuale è dedicato ai tanti “leader”, anche a quelli con denominazioni meno altisonanti: capo-uffcio, capo-fliale, capo-turno, capo-settore, capo-area, capo-commessa, capo-negozio, capo-reparto… Qui tutti troveranno un insieme collaudato di comportamenti e strumenti per analizzare le situazioni e muoversi con accortezza, aumentando la propria effcacia e limitando lo stress personale.

Autore: Francesco Muzzarelli, Francesco

Tamba

Editore: Franco Angeli

Pagine: 168 / Prezzo: € 23.00

PENSA AL TUO FUTURO

Con uno stile chiaro e accessibile, l’autore smonta i miti più diffusi relativi al mondo dei gestori di fondi, evidenzia le trappole emotive che spesso compromettono le nostre decisioni economiche e offre consigli pratici per gli investitori orientati al lungo termine. In dieci capitoli sintetici e ricchi di contenuti, il libro offre soluzioni pratiche per massimizzare i rendimenti, ridurre la pressione fscale e sfruttare al meglio i principali strumenti di investimento. Ellis spiega perché gli ETF e i fondi indicizzati sono scelte intelligenti per ogni portafoglio e illustra alcune effcaci strategie operative per pianifcare in modo effciente i prelievi durante la pensione, con l’obiettivo di far durare il patrimonio anche fno ai 100 anni. “Pensa al tuo futuro” è una lettura imprescindibile per chi desidera far fruttare al meglio i propri risparmi: un riferimento indispensabile per chi è già in pensione o si sta preparando a questa nuova fase della vita e vuole affrontarla con maggiore consapevolezza e serenità.

Autore: Ellis D.Charles

Editore: Hoepli

Pagine: 176 / Prezzo: € 15.10

DENTRO DI ME C’È UN POSTO BELLISSIMO.

Imparare a volersi bene affnché l’amore accada

Perché abbiamo paura di essere felici? Troppo spesso il presente ci sta stretto e aneliamo a modifcarlo, ma ci sentiamo bloccati. Perché quello che diciamo di volere in realtà poi non lo facciamo? La verità è che il cambiamento spaventa perché ci mette di fronte alla paura di perdere qualcosa. E un paradosso: in superfcie desideriamo la beatitudine, nel profondo qualcosa ci dice che è più «sicuro» restare un po’ infelici, moderati, dimessi. Eppure uscire dal loop è possibile. In questo libro, Ameya Canovi ci accompagna a guardarci dentro con onestà, a vederci nudi e crudi, a sostare nello spazio scomodo delle nostre antiche ferite per

Autore: Ameya Gabriella Canovi

Editore: Vallardi A.

Pagine: 288 / Prezzo: € 19.90

“DIAMANTE E CRISTALLO”: LA FORZA NEL RIALZARSI

Questo racconto ci invita a imparare a riconoscere la bellezza nell’imperfezione e nella vulnerabilità, abbracciando il nostro essere complesso e in continua

evoluzione

“Si può dire che siamo forti e fragili nello stesso tempo... perché è esattamente così. La nostra essenza non è né di diamante né di cristallo, ma una fusione di entrambe le nature. Ogni esperienza, ogni trauma è un proiettile che penetra nella nostra pelle, ma la vera forza sta nel rialzarsi, scuotere la polvere e continuare il cammino. Si inserisce in questo contesto il termine kintsugi, che letteralmente signifca “riparare con l’oro”. E una pratica giapponese che spiega come le rotture o le ferite possano rinascere in qualcosa di ancora più prezioso. Nel viaggio di Eva, attraverso il dolore e la rinascita, scopriamo l’importanza della consapevolezza e della psicoterapia. Questo racconto ci invita a imparare a riconoscere la bellezza nell’imperfezione e nella vulnerabilità, abbracciando il nostro essere complesso e in continua evoluzione.”

Carlotta Scordino nel suo nuovo libro fa una analisi di come dal dolore si può rinascere
Carlotta Scordino

IL LIBRO: Diamante e Cristallo

AUTORE: Carlotta Scordino

EDITORE: Gruppo Albatros Il Filo

PAGINE: 122

PREZZO: € 13.90

CARTA D’IDENTITÀ

Carlotta Scordino è nata a Roma il 25 febbraio 2000. È studentessa di giurisprudenza nella sua città. È appassionata di criminologia, animali e scrittura. Questo suo primo libro nasce dalla necessità di trasmettere ed empatizzare. Dare voce a questioni importanti, vissute da tante persone, e agli animali, che sono parte integrante della sua vita.

In questo numero: In questo numero ti diciamo come diventa facile comunicare con la Pubblica Amministrazione. E se sei appassionato di viaggi diventa tutto più facile con Wizz Air. Inoltre, per gli amanti del vintage è arrivata Etsy.

LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE A PORTATA DI APP

Con l’app IO interagisci in modo semplice e sicuro con diverse Pubbliche Amministrazioni italiane, sia locali che nazionali. Puoi accedere a tutti i loro servizi, ricevere comunicazioni e gestire i pagamenti, in un’unica app. In particolare, tramite IO puoi: aggiungere i tuoi documenti personali al Portafoglio dell’app per averli in versione digitale e sempre con te, sul tuo dispositivo; ricevere messaggi e comunicazioni rilevanti dagli enti pubblici, incluse quelle a valore legale; ricordare e gestire le tue scadenze verso la Pubblica Amministrazione e molto altro.

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PER GLI APPASSIONATI DI OGGETTI VINTAGE

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2° RETAIL & PEOPLE

Milano, 10 aprile ore 9.00-16.00

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Baveno, 18-19 giugno

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Milano, 25 settembre ore 16.00-20.00

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Milano, 15 ottobre ore 14.00-20.00

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F&P IN THE WORLD

GLOBAL

FRANCHISING:

THE NEW BALANCE BETWEEN INNOVATION, SUSTAINABILITY, AND EMERGING MARKETS

From North America to Asia, through Europe and Latin America, franchising continues to be a transformative model: digital technologies, more agile formulas, and a focus on sustainability are redefning the future of networks. Awards, numbers, and winning sectors for 2024 and 2025.

CNCC GOES BEYOND THE CONCEPT OF COMMERCIAL REAL ESTATE

Interview with Roberto Zoia, President of CNCC: “Our goal is to respond in a targeted and ever-evolving manner to our customers’ needs. At the heart of our corporate philosophy are our visitors and the extraordinary experiences they can enjoy within our shopping destination, designed to engage a wide range of people with diverse tastes and an interest in trying new things.”

THE NEW PLAYERS IN DIGITAL FRANCHISING

The new lifeblood of growing networks. A strategic impact that changes the rules of the game. For franchisors, the challenge is no longer simply to open new stores, but to do so with speed, brand consistency, and an ability to adapt to the market.

ARTIFICIAL INTELLIGENCE AND FRANCHISING

From network construction to operational management. Today, the difference between a growing network and one struggling to consolidate is the ability to leverage new digital technologies, particularly artifcial intelligence (AI).

ENTREPRENEURSHIP AND NEW PROFESSIONS: OPPORTUNITIES AND TRAINING AT THE FRANCHISING SHOW

From October 2nd to 4th at the Allianz MiCo in Milan. Winning business models and training sessions dedicated to those seeking opportunities to become a key player in the world of work.

FRANCHISE INNOVATION SUMMIT 2025

October 15 and 16, 2025, in Madrid, Spain, at the Riyadh Air Metropolitano Stadium. Interview with Raul Calleja, director of the Franchise Innovation Summit: “The FIS must be the major tool for the franchising sector and industry.”

AGENDA 2025

SETTEMBRE 2025

25/27 settembre - FRANCHISING INTERNAZIONAL DI SEOUL SHOW COEX – Seul (Corea)

OTTOBRE 2025

2/4 ottobre – SALONE FRANCHISING MILANO Fiera Milano (Italia)

3/4 ottobre - LA MOSTRA NAZIONALE DEL FRANCHISING Birmingham - NEC, Inghilterra, Regno Unito

4/5 ottobre - L’ATLANTA FRANCHISE SHOW Cobb Galleria Center – Georgia (Stati Uniti)

15/16 ottobre - FRANCHISE INNOVATION SUMMIT 2025 Stadio Riyadh Air Metropolitano – Madrid (Spagna)

25/26 ottobre - FRANCHISING CANADA SHOW Centro Congressi di Toronto – Ontario (Canada)

NOVEMBRE 2025

4/5 novembre – MAPIC

Palais des Festovals – Cannes (Francia)

OLTRE 2500 AZIENDE PER IL MADE IN ITALY NEL MONDO

Giornate di networking, workshop e opportunità per internazionalizzare il proprio business

Go International®, arrivato alla quinta edizione ha chiuso i battenti con successo. La manifestazione ha permesso alle aziende di scoprire nuovi mercati e stringere partnership strategiche e, ancora una volta, conferma il suo ruolo di punto di riferimento per mettere in contatto domanda e offerta di servizi a supporto dell’export e dell’internazionalizzazione delle imprese. In questa edizione, più di 150 espositori hanno presentato soluzioni concrete per il business internazionale ai 2500 visitatori professionisti presenti.

Con il patrocinio di Commissione Europea, Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ICE Agenzia, Simest, Regione Lombardia, ADM – Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Confcommercio, Assocamerestero, ICC Italia e Confapi e la

partecipazione come Gold Sponsor di I-SPED – l’unico spedizioniere specialista in fere, Bronze Sponsor di DHL e il sostegno Banca Popolare di Sondrio e UPS, Organizzata da Trade Events S.r.l., società specializzata nell’organizzazione e promozione di eventi feristici in Italia e all’estero, in collaborazione con AICE (Associazione Italiana Commercio Estero – Confcommercio), Go International®, grazie agli incontri one-to-one, i visitatori hanno potuto creare sinergie con uffci commerciali, studi legali, società di marketing internazionale, fornitori di servizi logistici e doganali, player dell’export digitale, istituzioni e altre realtà. Oltre 40 workshop. Una novità molto apprezzata di questa edizione sono stati gli incontri B2B con buyer esteri provenienti da varie nazioni. Go International® 2025

conferma il suo ruolo cruciale per le imprese italiane e dà appuntamento alla prossima edizione, per continuare a crescere insieme al Made in Italy nel mondo.

Concluso a Fiera Milano City Go International® 2025

BIMESTRALE - ANNO III - N.4

SETTEMBRE - OTTOBRE 2025

Stefania Giuseppetti, Mirco Comparini, Mattia Nicoletti, Fabrizio Valente, Patricia de Masi, Taddei Vasoli, Gianni Bientinesi, Giovanni Adamo, Gabriele Ruggiero, Sandro Perini

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