Franchising & Partnership - Giugno Luglio 2024

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Anno II

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EDITORIALE

“Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare”

ANDY WARHOL

Sostenibilità: parola d’ordine, oggi per le imprese. Una priorità. Ma cosa significa? Per sostenibilità aziendale si intende l’impegno concreto di un’azienda nel dar vita a un modello di business che non solo permetta il sostentamento dell’impresa a lungo termine, ma che sia anche attento all’ambiente, al benessere sociale e a una governance equa e lungimirante. Tre sono i pilastri sui quali ci si deve interrogare riguardo alla sostenibilità: ambientale, economica e sociale. Questi tre pilastri furono menzionati per la prima volta proprio nel Rapporto Brundtland del 1987: sostenibilità ambientale, economica e sociale sono le basi per uno sviluppo sostenibile. Lo scopo è quello di migliorare la qualità della vita di tutti basandosi sulla consapevolezza del fatto che le questioni ambientali, economiche e sociali sono collegate. Dal punto di vista economico, le pratiche sostenibili possono creare un ambiente più sano, più sicuro e più produttivo. Infatti, il business non può prescindere dalla sua integrazione con l’ecosistema di cui fa parte. La sempre maggiore interazione delle aziende con ciò che le circonda ha raggiunto livelli che rendono fondamentale la comprensione dei legami tra la performance delle stesse ed i fattori ambientali di governance. Se da un lato, però, è necessario proteggere gli asset dall’altro nasce l’esigenza di soddisfare i requisiti normativi. Questa è la vera sfida per le imprese. Il processo di attuazione di questo dovere da parte delle aziende necessita di un forte impegno sia di lavoro che economico. Di fronte alle richieste pressanti e poco comprensibili di governi, le aziende potrebbero trovarsi in seria difficoltà perché la sostenibilità è anche una questione di filiera non riguarda solo le grandi imprese, che chiaramente sono quelle più immediatamente sollecitate, sia perché sono destinatarie dirette degli obblighi normativi, sia perché sono maggiormente esposte ai riflettori di mercati e consumatori, ma anche la PMI, le reti, le partnership, tutta la filiera del sistema franchising. Infatti sarebbe tuttavia un errore pensare che le sfide della sostenibilità si limitino alle grandi aziende. Allora invitiamo i nostri governanti ad avviare un percorso di riflessione strategica per evitare tracolli e addirittura la scomparsa di quello che, oggi, è il tessuto imprenditoriale italiano fatto da grandi e piccoli imprenditori. Il modo migliore per procedere è, quindi, avviare un percorso di riflessione strategica. È importante stabilire gli obiettivi di sostenibilità, ma al contempo indicare una adeguata strada da percorrere per raggiungerli, e che siano raggiungibili da tutti. Perchè il nostro interesse è far sopravvivere l’intera catena del valore. Appurato che l’interesse della maggioranza dei consumatori per la sostenibilità appare ormai consolidato le aziende hanno una mission fatta non solo di numeri, ma di raccontare una storia di impegno, progresso e impatto positivo. Lo sviluppo sostenibile impone un allargamento di prospettiva che coinvolge governi, istituzioni finanziarie, clienti industriali fino ad arrivare ai consumatori finali: tante sfide, ma anche opportunità per le imprese, su una questione che appare non come un’onda passeggera, bensì una trasformazione sistemica.

LUGLIO - AGOSTO 2024

Sostenibilità:

Tecno Group: un percorso a fianco delle eccellenze

Reputazione digitale: guida completa per ascoltare il mercato e i bisogni del consumatore

Rebranding: rinnova la tua identità

& PARTNERSHIP Il contratto di distribuzione in Europa

Una analisi approfondita del fondo nuove competenze

Babylist.com: partner ideale dei genitori alle prime armi

l’integrazione dell’intelligenza artificiale nei social media

IL FRANCHISING NATURHOUSE TI OFFRE:

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Alta redditività e rapido recupero dell’investimento iniziale

Area di esclusività, anche e-commerce

Ampia gamma di prodotti esclusivi di alta qualità

Formazione tecnica, amministrativa e commerciale continuativa e gratuita

Brand awareness nazionale ed internazionale

Supporto pubblicitario multicanale

Dott.ssa Marilena Santosuosso Affiliata NaturHouse dal 2018

NEW ENTRY

MONDADORI: UNA NUOVA LIBRERIA A AVELLINO

Mondadori Store, il più esteso network di librerie in Italia inaugura una nuova libreria ad Avellino nel nuovo Terminal campano: l’innovativo hub intermodale di mobilità, situato in prossimità delle principali vie dello shopping. Apre così un polo interamente dedicato al mondo dei libri, della cultura e dell’intrattenimento a disposizione di tutto il pubblico. Il punto vendita va ad ampliare la già estesa rete di Mondadori Store presente sul territorio, in linea con la strategia del network di diffondere la cultura e di promuovere la lettura, creando un luogo di incontro interattivo e un vero e proprio presidio culturale soprattutto per le giovani studentesse e studenti che frequentano la zona: un’opera strategica per il territorio della Valle dell’Ufita e il Mezzogiorno.

DI COMMERCIO ITALIANA PER LA SVIZZERA: VINCENZO DI PIERRI ELETTO PRESIDENTE

Si è svolta a Zurigo l’Assemblea Generale dei soci della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera (CCIS). Gli intervenuti hanno preso atto dell’andamento delle attività, attraverso le relazioni della Presidenza, del Segretario Generale, del Tesoriere e delle valutazioni dei revisori dei conti, espletando in tal modo le pratiche previste dallo statuto e approvando all’unanimità i bilanci consuntivo 2013 e preventivo 2024. L’Assemblea, con una sola astensione, ha poi proceduto al rinnovo delle cariche nel Consiglio Camerale. Conclusi i lavori assembleari il nuovo Consiglio Camerale, in conformità con quanto previsto dallo statuto, si è riunito per eleggere il nuovo Presidente che, con votazione unanime, è risultato essere Vincenzo Di Pierri.

IL GRUPPO LEGO INAUGURA IL SUO PRIMO LEGO® CERTIFIED STORE IN SARDEGNA

Gruppo LEGO e Percassi annunciano l’apertura del primo LEGO® Certified Store in Sardegna. Situato all’interno del Centro Commerciale Le Vele Millennium di Cagliari, il punto vendita si estende su 120 mq e sarà sede di esperienze immersive indimenticabili, guidate dai Brick Specialist, dando la possibilità di accedere a offerte esclusive in negozio. Rossana Mastrosimini, Channel Director LEGO® Certified Stores West Europe, commenta così la nuova apertura: “Siamo entusiasti di annunciare l’apertura del nostro 27° negozio in Italia a Cagliari. Siamo pronti ad accogliere famiglie e turisti con un assortimento completo di prodotti LEGO®, offerte esclusive e accesso anticipato per i best seller più amati. Lo Store diventerà un punto di riferimento per gli appassionati e non solo: tutti potranno esplorare la loro immaginazione con il Pick a Brick, il Build a Mini e tavoli da gioco. Siamo certi che sarà una destinazione imperdibile per tutti”.

CAMERA
VINCENZO DI PIERRI - Presidente Camera Commercio Svizzera

NEW ENTRY

DISPENSA EMILIA SI ESPANDE A TORINO

Dispensa Emilia scommette su Torino e inaugura un nuovo ristorante nel centro commerciale Otto Gallery del Lingotto, all’interno del celebre centro polifunzionale progettato da Renzo Piano per riqualificare il primo storico stabilimento FIAT. L’apertura del ristorante di Dispensa Emilia a Torino crea 14 nuovi posti di lavoro. Forte del grande successo ottenuto nel centro commerciale Shopville Le Gru di Grugliasco in poco più di un anno, dove Dispensa Emilia è presente con ben due ristoranti a coprire tutto il bacino della galleria, il brand modenese si avvicina anche al cuore del capoluogo piemontese.

GRUPPO NESTLÉ IN ITALIA: CLAIRE CAULLIEZ NUOVA HEAD OF FINANCE & CONTROL

Il Gruppo Nestlé in Italia ha scelto Claire Caulliez come nuova NIM (Nestlé in the Market) Head of Finance & Control Italia e Malta a partire da maggio 2024. Claire sostituirà Massimo Ferro, che è stato nominato NiM (Nestlé in the Market) Corporate Strategy Director. Claire Caulliez ha iniziato la sua carriera in Nestlé nel 2012 presso la sede di Dubai, dopo un’esperienza di tredici anni nel ruolo di auditor presso una delle più importanti società internazionali di consulenza aziendale e revisione contabile a Parigi, Roma e Bruxelles. Durante la sua carriera in Nestlé, Claire ha ricoperto diversi ruoli senior in area Finance nella Regione MENA fino a diventare, nel 2021, Finance & Control Transformation Lead per la Zona Europa.

GRUPPO TEDDY: NASCE IL NUOVO CONCEPT RETAIL “WONDER LINES”

In occasione dell’edizione 2024 del MAPIC Italy, Calliope - brand di lifestyle accessibile del Gruppo Teddy – presenta il nuovo concept retail “Wonder Lines”, basato su un equilibrio armonioso tra forma e design italiano, sostenibilità ed “effetto meraviglia”. Il nuovo format andrà a sostenere il percorso di costante crescita di Calliope che conta oltre 200 punti vendita in più di 20 Paesi in tutto il mondo. Il nuovo concept vuole rendere concreto nell’esperienza cliente lo stile del brand che vuole esprimere un glamour quotidiano mirando a rafforzare il contenuto moda delle proprie collezioni. Il concept corrisponde anche alla volontà del marchio di rendere i propri negozi in grado di garantire l’esperienza d’acquisto un momento piacevole e rilassato in un contesto esteticamente attraente.

CLAIRE CAULLIEZ - Head of Finance & Control
Nestlé Italia e Malta

NEWS ESTERO

ALICE PIZZA SI ESPANDE A HONG KONG

Alice Pizza, la più grande catena in Italia nel mercato della pizza e punto di riferimento per chi ama l’originale pizza romana al taglio, annuncia il consolidamento della partnership strategica con Bluebell Group, azienda leader nella distribuzione di marchi di lusso e lifestyle in Asia. Tale collaborazione segna un passo significativo nello sviluppo di Alice Pizza nel mercato asiatico, dove il brand ha debuttato nel settembre 2023 con un primo locale a Hong Kong, nel quartiere di Wan Chai. Ad inizio giugno 2024 il raddoppio, con una nuova pizzeria appena inaugurata nell’iconico angolo di Cochrane Street, Central. “Guardare fuori dall’Italia è sempre stato un nostro orientamento da quando nel 2019 il fondo IDeA Taste of Italy è entrato nella proprietà di Alice Pizza - spiega Claudio Baitelli, CEO di Alice Pizza .

POKE HOUSE È DIVENTATA GRANDE E APRE IN AEROPORTI E STAZIONI IN EUROPA

Un milione di bowl - le ciotole di riso con ingredienti freschi - vendute al mese in tutto il mondo; ricavi a 119 milioni nel 2023 con obiettivo sopra i 140 quest’anno (cioè raddoppio in tre anni); nuovi locali negli aeroporti e nelle stazioni in Europa. Destinazione finale prevista: la Borsa. L’ingresso nel capitale di Renzo Rosso a fine 2023 e Angelo Moratti nel 2020 ha dato lo slancio a Poke House. Vittoria Zanetti e Matteo Pichi, fondatori della catena e azionisti di maggioranza relativa, hanno spiccato il balzo, dopo tre aumenti di capitale in tre anni per un totale di 41 milioni.

NERO GIARDINI GUARDA ALL’ORIENTE

Investire per crescere, per uscire da una crisi del commercio che ha già soffocato alcuni concorrenti, nonostante le difficoltà di alcuni importanti mercati di sbocco. Enrico Bracalente, 67 anni, non ha dubbi: “ Nero Giardini ha le carte in regola per arrivare, l’anno prossimo, a festeggiare i 50 anni di attività con il peggio alle spalle e il sorriso sulle labbra. E guarda all’Oriente” . Ultimi dati alla mano, 167 per cento del fatturato si genera in Italia e il resto “in Europa, Asia e Stati Uniti. In Asia vediamo degli importanti spazi di crescita – conclude Bracalente -. La logistica, il franchising, il sito web e l’espansione sui mercati esteri sono i tasselli del medesimo mosaico che vede Nero Giardini protagonista del Made in Italy in Italia e nel mondo”.

MOG231 e Organismo di Vigilanza

Il D.Lgs 231/01 prevede le possibilità di esonero da parte della società quando questa possiede e ha implementato un "Modello di Organizzazione e Gestione" aziendale adeguato.

CHI SIAMO

231Control opera nel settore della Consulenza in materia di D.lgs. 231/01 e le attività di Consulenza riguardano tutte le realtà Aziendali nella zona delle regioni nel Nord Italia.

231Control offre alle Imprese private un servizio di Consulenza e Assistenza di qualità Professionale, Completo e Puntuale per la "Compliance" aziendale ai sensi del D. lgs. 231/01.

La Consulenza si divide in:

· Creazione del MOG231 e del Codice ETICO

· Istituzione dell'O.d.V.

· Formazione a tutto il personale

· Consulenza continuativa a 360°

CONTATTI

Tel: 035.413.94.94

Mail: Info@231control.it

Sito web: www.231control.it

UFFICI

BERGAMO - Passaggio Don Seghezzi, 2 - 24122 (BG)

BOLOGNA - Via Persicetana Vecchia, 28 - 40132 (BO)

REFERENTE AZIENDALE

Dott. Massimo Zampetti

FOUNDING PARTNER - Audit & Compliance D. lgs. 231/01

I NOSTRI SERVIZI IN 6 PUNTI

MODELLO ORGANIZZATIVO E CODICE ETICO

MAPPATURA delle PROCEDURE AZIENDALI

DEFINIZIONE dei PROTOCOLLI OPERATIVI

ISTITUZIONE Dell’Organismo di Vigilanza

O.d.V. come referente Whistleblowing

FORMAZIONE a tutto il PERSONALE

I NOSTRI PUNTI DI FORZA

ETICA, INDIPENDENZA E QUALITA’

Massima etica professionale e ricerca continua dell’ eccellenza.

WORKING TOGETHER

Il Team riveste un ruolo centrale nella nostra cultura. Favorisce lo scambio di conoscenze e la qualità del servizio.

PRAGMATISMO

Approccio problem solving che punta a fornire risultati misurabili in tempi brevi.

MULTIDISCIPLINARIETA’

Il confronto continuo e lo scambio di idee potenzia la capacità di comprendere e gestire la complessità del business.

GRANDI ADESIONI

E CONTENUTI DI ECCELLENZA: SALONE FRANCHISING MILANO EDIZIONE 2024

Sono numerose le aziende che già oggi hanno scelto Salone Franchising Milano, l’evento dedicato al franchising ed al retail organizzato da Fiera Milano in programma dal 26 al 28 settembre 2024 all’Allianz-MiCo di Milano per presentare agli aspiranti franchisee le opportunità offerte dalla loro attività. Non mancano grandi ritorni rispetto alla passata edizione, come Eurospin che si conferma Main Partner della manifestazione. Così comincia a delinearsi l’offerta dell’evento che non mancherà di offrire un ricco palinsesto di eventi formativi. Sta prendendo forma la prossima edizione del Salone. A bordo già oltre 70 insegne rappresentative dei maggiori comparti dalla GDO al food, fino ai servizi di ogni genere, al fitness, beauty & fashion.

CAMPAGNANO, FONDATORE DI 4 BRAND, SPIEGA IL SUCCESSO DEL FRANCHISING

“Il modello di franchising in Italia sta crescendo anno dopo anno, anche se il nostro paese è ancora indietro rispetto ad altri, perché è cresciuto con il concetto della piccola e media impresa e dell’imprenditoria a carattere familiare - spiega Campagnano - ma se dovessi tracciare un fi lo rosso nella mia esperienza, direi che i miei brand sono tutti franchising di servizio, dove l’affiliato che apre, non ha difficoltà di gestione, perché il modello è un moltiplicatore di best practice, assorbendo know how quotidianamente dalla molteplicità di negozi”. Marco Campagnano è uno degli imprenditori di maggior successo in questo settore. Campagnano ha lanciato quattro brand di successo, tra cui il noto marchio di fitness Fit And Go. Nonostante le diffi coltà legate alla pandemia, Campagnano è riuscito ad aprire oltre 200 centri in tutta Italia, dimostrando la resilienza e l’attrattiva del modello di franchising.

LA SPESA GIUSTA ARRIVA ANCHE IN VENETO CON IL SUPERMERCATO TUTTIGIORNI

In collaborazione con il Gruppo Rosa Supermercati - che fa parte del Cedi Ama Crai Est – apre l’innovativo format Tuttigiorni firmato da Crai e Food 5.0. in Via Brandolini 44/4 a Solighetto (TV), portando in Veneto il rivoluzionario modello Every Day Low Price con prezzi bassi tutti i giorni. “L’apertura di questo nuovo punto vendita dimostra la potenzialità del format Tuttigiorni, un progetto ambizioso che stiamo portando avanti in tutta la penisola. Il modello punta sulla convenienza continuativa e si ispira alle esigenze quotidiane dei nostri clienti, offrendo ricercatezza, qualità e prezzi contenuti, grazie a una selezione di prodotti locali e sapori autentici, in linea con il nostro concetto di sostenibilità”. Spiega Giangiacomo Ibba, AD di CRAI.

MARCO CAMPAGNANO

KENTUCKY FRIED

CHICKEN ARRIVA A 90 RISTORANTI IN ITALIA

Nell’Urban District “To Dream”, a pochi minuti dal centro di Torino, apre il novantesimo ristorante italiano targato KFC. Il brand leader del pollo fritto nel mondo, presente in Piemonte con altri tre ristoranti, porta così la sua insegna nella prestigiosa location torinese dal design ispirato al territorio, che ospita i migliori marchi nazionali e internazionali del fashion, lifestyle e food&beverage. Il nuovo ristorante KFC “To Dream”, che si aggiunge a quelli di Torino Lingotto, Settimo Torinese e Asti, consolida la presenza del marchio nella regione e rafforza il ruolo del franchisee Original Bucket, a cui fanno capo altri 28 ristoranti KFC nel Nord Italia tra cui quello di Asti nel centro commerciale Nuovo Borgo, creando al tempo stesso 20 nuovi posti di lavoro sul territorio.

MD APRE A GUIDONIA E ASSUME 18 “UNDER

MD, la catena discount con quasi 800 punti vendita in Italia, investe a Guidonia e apre uno store da quasi 1.300 metri quadrati che sarà gestito da 22 dipendenti, di cui 18 nuovi assunti con un’età media di 38 anni. Quello inaugurato in via Elsa Morante ang. via Levi Montalcini è il primo negozio MD a Guidonia e il 46° nel Lazio. “Abbiamo puntato sulla valorizzazione di prodotti locali – fanno sapere dall’azienda – e sulla formazione dei nostri dipendenti per offrire un livello di qualità sempre più elevato. Tra i nuovi assunti, 8 provengono da Guidonia: un valore aggiunto in termini di esperienza e conoscenza del territorio che permetterà al nuovo store di diventare un punto di riferimento”.

RISPARMIO CASA APRE A ORBETELLO

“Risparmio Casa”, il gruppo italiano specializzato nella distribuzione di prodotti per la cura della casa e della persona, ha assunto 21 lavoratori (di cui 13 provenienti dal territorio) per il suo nuovo punto vendita di Via Donatori di Sangue, 45 a Orbetello (GR). Il nuovo negozio (il quindicesimo in Toscana) da 2.000 metri quadri, è stato realizzato dopo un’accurata ristrutturazione e si pone l’obiettivo di diventare un importante punto di riferimento anche per le vicine località di Porto Santo Stefano, Capalbio e Monte Argentario.Il punto vendita di Orbetello in Via Donatori di Sangue, 45 è aperto al pubblico tutti i giorni dalle ore 8:30 alle 20:00. Lo store offre un vasto assortimento di prodotti per la pulizia e cura della casa, bellezza e cura della persona, prodotti per animali domestici, giocattoli, cartoleria e fai da te, proposti sia con marchi propri dell’insegna - ben 25 che uniscono la qualità alla grande convenienza - sia con i più noti brand commerciali.

UN AUMENTO

DI CAPITALE E RAGGIUNGE UNA

VALUTAZIONE DI CIRCA €8 MILIONI

Qromo, giovane startup fintech nata a Milano nel 2020 con l’obiettivo di digitalizzare e semplificare tutti i processi delle attività di Food Retail e del settore Ho.Re.Ca, rende noto di avere recentemente chiuso un secondo round di investimento per un aumento di capitale di quasi 1 milione di euro e di avere conseguentemente raggiunto una valutazione di circa €8 milioni. Qromo nasce con l’obbiettivo di risolvere la scarsa digitalizzazione all’interno del settore Ho.Re.ca e Food Retail, offrendo una soluzione smart che permette ai ristoratori di eliminare il concetto di cassa: i clienti possono ordinare e pagare direttamente dal telefono senza bisogno di installare app ma semplicemente inquadrando un QrCode.

CONSUMO

ENERGETICO: I RETAILERS POTRANNO RIDURRE FINO AL 50%

M-Cube, leader europeo specializzato in soluzioni digitali dedicate al mondo del retail, presenta il protocollo “Green Signage” per la riduzione dei consumi energetici derivanti dal digital signage presente all’interno dei punti vendita. Secondo i test di laboratorio condotti da M-Cube, il risparmio energetico per i retailers può arrivare fino al 50%. L’annuncio arriva in concomitanza con l’introduzione da parte dell’Unione Europea dell’Ecodesign for Sustainable Products Regulation, una nuova normativa il cui obiettivo è migliorare la circolarità, l’efficienza energetica e la sostenibilità ambientale dei prodotti realizzati all’interno dell’UE, a cui i rivenditori dovranno uniformarsi il più rapidamente possibile.

SAN CARLO GRUPPO ALIMENTARE S.P.A.: TREND POSITIVO PER TUTTI GLI INDICATORI

Nel 2023 San Carlo consolida in Italia la leadership nel mercato chips e snack salati. Il successo dell’innovazione e del piano di crescita dei volumi nel fuori casa sono le due leve commerciali che hanno fondamentalmente compensato un quadro di costi delle materie prime ancora molto critico. Alla crescita del Gruppo contribuisce anche la ripresa dello sviluppo del brand sul fronte internazionale. L’esercizio si è chiuso con ricavi consolidati pari a 366,74 milioni di euro, in aumento del 13,27% rispetto ai 323,77 milioni dell’anno precedente. Il margine operativo lordo (EBITDA) si è attestato a 56,76 milioni di euro (+36,52% rispetto ai 41,58 milioni del 2022), pari al 15,4% dei ricavi netti, grazie a una crescita significativa dei volumi e al maggior assorbimento dei costi fissi in relazione al miglioramento delle vendite e della produzione. Il risultato operativo (EBIT) è pari a 36,46 milioni di euro (+62,98% rispetto al 2022).

FRANCESCO BASILE - Founder e CEO Qromo

NEWS COMUNICAZIONE

CRAI ADERISCE ALLA

RETE DI FILIERA ITALIA

Valorizzare le eccellenze italiane e tutelare le filiere agroalimentari: questi i capisaldi che accomunano CRAI e Filiera Italia nei rispettivi percorsi verso la promozione del Made in Italy. Per finalizzare questa importante adesione, i vertici di CRAI Secom, Filiera Italia e Coldiretti, che rappresenta i produttori agricoli, si sono incontrati a Roma a Palazzo Rospigliosi. La Fondazione Filiera Italia vuole rappresentare il sistema agroalimentare italiano, radunando le imprese di trasformazione alimentare, le catene di distribuzione organizzata, la produzione agricola, per esprimere una sola voce a livello nazionale ed internazionale la straordinaria realtà del sistema agroalimentare italiano, considerato sempre più come un modello di filiera integrato e sostenibile.

I CENTRI COMMERCIALI

GESTITI DA CBRE

PORTANO AVANTI LA CAMPAGNA RE-GREEN

CBRE, leader al mondo nella consulenza immobiliare, rinnova il proprio impegno verso la sostenibilità ambientale, che è centrale anche nella gestione dei centri commerciali e nelle attività di marketing, lanciando la seconda edizione di “RE-Green – Ridiamo colore al mondo”, una campagna di sensibilizzazione veicolata all’interno di 25 centri commerciali gestiti da CBRE sul territorio italiano. L’iniziativa, riproposta a partire da marzo di quest’anno, ha lo scopo di comunicare le attività green portate avanti dagli asset e di sensibilizzare i visitatori e i clienti al fine che si possano attivare a loro volta per “ridare al mondo il colore che si merita”.

DESPAR NORD: “DIAMO UNA SECONDA VITA AI RIFIUTI DEI NOSTRI SUPERMERCATI”

Un nuovo progetto di circolarità voluto e realizzato da Despar Nord (Aspiag Service S.r.l.), concessionaria dei marchi Despar, Eurospar e Interspar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia, in collaborazione con tre partner veneti leader nei propri settori nei processi di recupero, riciclo e trasformazione dei rifiuti derivanti da imballaggi di carta e cartone. Un progetto “closed loop” - ossia un sistema a circuito chiuso in cui il rifiuto diviene nuova risorsa - che si articola in più fasi: si parte da una proattiva ed efficace raccolta dei rifiuti di imballaggio terziari in carta e cartone effettuata dai dipendenti dei Punti Vendita ubicati nel Veneto e gestiti direttamente da Aspiag Service S.r.l.

Le imprese più sagge e sostenibili sapranno cogliere questa opportunità

SOSTENIBILITÀ: UNA SFIDA CHE GUARDA AL FUTURO

Con sempre maggiore convinzione, la sostenibilità e la qualità dei prodotti vengono percepite dai consumatori come aspetti strettamente connessi ed è pertanto fondamentale, al fine del mantenimento della competitività delle nostre PMI sui mercati, incentivare ulteriormente la cultura della sostenibilità e l’adozione di pratiche sostenibili nello svolgimento dell’attività d’impresa

Negli ultimi anni si è assistito ad una costante crescita dell’importanza che i cittadini attribuiscono al tema della sostenibilità, entrato ormai nella quotidianità delle persone. Molti cittadini sono sempre più informati, più consapevoli e attivi, e quindi più disponibili a mettere in discussione abitudini consolidate, stili di vita e modelli di consumo ancorati al passato. Cosa spinge verso una maggiore attenzione e un maggior interesse per la sostenibilità? Come si spiega questo profondo cambio di atteggiamento e di prospettiva che sta investendo anche il nostro Paese, consentendo di superare le resistenze al cambiamento? Alcune risposte vengono date dal report “Sostenibilità è qualità”, arrivato alla seconda edizione, promosso da Ipsos e Fondazione Symbola in collaborazione con la Camera di Commercio di Brescia che è stato presentato da Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola; Roberto Saccone, presidente della Camera di Commercio di Brescia; Nando Pagnoncelli, presidente Ipsos, presso la Sala Consiliare della Camera di Commercio di Brescia. Dalla ricerca svolta da Ipsos e Symbola a marzo 2024 sono emersi dei risultati sorprendenti. I tre driver che spingono ad una maggiore attenzione alla sostenibilità sono, in ordine crescente di importanza, l’etica (dà un contributo pari al 7,7%), la paura, in particolare per i cambiamenti climatici e per il futuro del pianeta, (contribuisce per il 22%) e la qualità (con un contributo pari al 70,3%).

QUALITA’: VERA SVOLTA CULTURALE

Questa maggiore enfasi posta dagli individui sul concetto di qualità rappresenta una vera e propria svolta culturale e porta con sé molte implicazioni di grande interesse. Innanzitutto, fino a non molti anni fa ciò che era associato alla sostenibilità rappresentava un prodotto meno “efficace”, meno soddisfacente, scelto più per una questione valoriale a scapito di una piena soddisfazione. La ricerca ha messo in evidenza anche alcuni aspetti che sembrano contradditori. Torna a crescere la difficoltà a comprendere se una azienda è effettivamente sostenibile (dal 60% nel 2022 al 67% nel 2024) ma incrementa, anche se di poco, la quota di imprese che si ritiene operino in modo responsabile (dal 34% nel 2022 al 37% nel 2024). Nell’ambito più generale della qualità, si affianca in modo più forte quello della reputazione che, in caso di incertezza, gioca un ruolo di rassicurazione e certificazione del corretto agire di impresa e permette di ridurre la quota di coloro che sono scettici sull’effettivo impegno delle aziende. Anche i termini greenwashing e socialwashing, pur rimanendo poco noti, sono più presenti nella mente dei cittadini. Le persone ritengono comunque che sia maggioritaria la quota delle aziende che si comportano realmente in modo responsabile rispetto a quelle che millantano un un impegno non reale. Inoltre, per una impresa che agisce sostenibilmente, la comunicazione sul proprio operato porta più vantaggi che rischi.

Di Ennio Salomone

LA SOSTENIBILITA’ NEL TURISMO

Concentrandoci su un settore molto amato dai cittadini, il turismo, è emerso che tale settore è, per i cittadini, composto da una molteplicità di soggetti che includono le strutture ricettive, i mezzi di trasporto e le navi da crociera, i tour operator e le agenzie viaggi, e altro ancora. Oltre il 60% degli italiani si ritiene un consumatore etico e responsabile relativamente ai viaggi e

pensa che la sostenibilità sia sinonimo di qualità quando gli operatori del settore si dimostrano attenti, alle comunità locali (36%), ai lavoratori (32%) e all’ambiente (32%). Un viaggiatore convinto della qualità e della sostenibilità di un servizio turistico è disposto a riconoscergli un premium price.Gli snodi che richiedono maggiore attenzione per garantire la sostenibilità del settore sono i trasporti e la ristorazione.

NOVITA’: Euronics DIMO rafforza

il proprio impegno per la sostenibilità ambientale con XEV YOYO

Euronics DIMO, leader nella distribuzione di elettrodomestici ed elettronica, presenta le vetture elettriche XEV YOYO presso tre dei suoi punti vendita a Torino Via Nizza, Torino Stadio “Area12” e Settimo Torinese “Settimo Cielo Retail Park”. Questa iniziativa rappresenta un significativo passo avanti verso un futuro di mobilità urbana sostenibile, in linea con l’impegno di Euronics per l’innovazione e la sostenibilità ambientale. Ideata e sviluppata dal team XEV Global, la XEV YOYO è una vettura 100% elettrica, con un’autonomia fino a 150 km, una velocità massima di 90 km/h ed è guidabile dai 16 anni. Le sue dimensioni compatte permettono di muoversi agilmente nel traffico cittadino e di parcheggiare con facilità, rendendo ogni spostamento urbano un’esperienza piacevole e senza stress. Il lancio di XEV YOYO presso i punti vendita Euronics DIMO si inserisce nel progetto più ampio dell’insegna verso un futuro più green e sostenibile. “L’introduzione delle auto elettriche XEV YOYO nei nostri punti vendita DIMO di Torino rappresenta un ulteriore passo significativo verso la sostenibilità sociale e il rispetto dell’ambiente.” ha commentato Elena Vipiana, Titolare Dimo spa. “Ci sentiamo parte di un cambiamento volto a rendere le nostre città più salubri contribuendo alla riduzione delle emissioni di CO2 derivanti dal traffico cittadino”.

Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola: “La sostenibilità non solo è necessaria ma rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d’uomo e per questo più capaci di futuro. In Italia in particolare la sostenibilità è strettamente connessa con la coesione, la bellezza e l’innovazione. L’indagine condotta da Ipsos e Fondazione Symbola in collaborazione con la Camera di Commercio di Brescia conferma la crescente attenzione che c’è nel nostro Paese alla sostenibilità. La percezione di qualità dei beni prodotti in modo sostenibile spinge il consumatore verso acquisti più responsabili e i tre driver che spingono ad una maggiore attenzione alla sostenibilità sono la qualità (70,3%), la paura (22%), l’etica (7,7%). La sostenibilità ambientale è una sfida che guarda al futuro per il bene del territorio, delle comunità. Scommettere su un’Italia che fa l’Italia è la chiave per rafforzare la nostra economia”. Nando Pagnoncelli, presidente IPSOS: “L’attenzione alla sostenibilità è stata messa a dura prova da anni difficili, legati alle preoccupazioni geo-politiche ed al forte aumento dei prezzi. A questi elementi generali vanno anche affiancati elementi più specifici: un impegno non considerato adeguato di governi ed aziende, la sensazione di stasi se non di arretramento, l’assenza di visione in cui riconoscersi. Però molti elementi ci portano a considerare questa fase una “crisi di crescita”: infatti nel 2024 si riduce anche l’indifferenza e lo scetticismo, a testimonianza che le persone sarebbero oggi più pronte ad impegnarsi in un progetto condiviso, se conosciuto e compreso. Le aziende hanno oggi un ruolo più determinante: le scelte sostenibili dei consumatori sono sempre meno spinte dalla paura, e più dalla ricerca di qualità. I prodotti sostenibili sono considerati ‘buoni’ –per usare l’antico motto di Petrini – e sempre più generano un clima di fiducia verso le aziende che li propongono. È infatti in crescita il numero di aziende che sono considerate attente alla sostenibilità. Le aziende più sagge e sostenibili sapranno cogliere questa apertura!” Roberto Saccone,

presidente della Camera di Commercio di Brescia : “Con sempre maggiore convinzione, la sostenibilità e la qualità dei prodotti vengono percepite dai consumatori come aspetti strettamente connessi ed è pertanto fondamentale, al fine del mantenimento della competitività delle nostre PMI sui mercati, incentivare ulteriormente la cultura della sostenibilità e l’adozione di pratiche sostenibili nello svolgimento dell’attività d’impresa. La Camera di Commercio di Brescia, che sta investendo molto su questi aspetti, ha ritenuto pertanto doveroso dare un significativo sostegno all’elaborazione del rapporto Symbola “Sostenibilità e Qualità 2024” che, tra l’altro, contiene focus specifici su due settori particolarmente strategici dell’economia bresciana, ovvero quello della produzione dell’acciaio e quello del turismo”.

LA SOSTENIBILTA’ NEL FOOD & BEVERAGE

Dal report Recipe for Transformation, realizzato da Quantis sull’industria del Food&Beverage emerge che il 76% dei manager del settore ha fiducia nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità. Un dato che mostra ottimismo e che in Italia sale all’87%. L’indagine ha raccolto, attraverso una survey realizzata su scala globale, le prospettive e le valutazioni di oltre 600 professionisti, manager di primo livello ed executive di grandi aziende dell’industria alimentare (con oltre 500 dipendenti), che lavorano in diversi dipartimenti aziendali: retail, commercio all’ingrosso, consumer packaged good, materie prime e agricoltura. Tuttavia, dall’indagine traspare come anche in Italia, i piani di azione potrebbero integrare maggiormente componenti chiave per il successo. La riprogettazione del portafoglio prodotti, l’agricoltura rigenerativa e il plant based sono infatti state citate come tre priorità per il prossimo anno, rispettivamente dal 24%, 32% del campione italiano (e dal 19%, 30%, 31% del campione globale) nonostante abbiano – secondo la scienza – il maggior potenziale di trasformazione in termini di sostenibilità.

LA CURIOSITA’: Despar Nord incentiva i propri collaboratori all’utilizzo di mezzi più sostenibili per compiere il tragitto casa-lavoro

Despar Nord, concessionaria dei marchi Despar, Eurospar e Interspar per il Triveneto, Emilia-Romagna e Lombardia, in collaborazione con la piattaforma per la mobilità sostenibile Wecity Srl, ha recentemente avviato la campagna “Viaggia Sostenibile e Vinci”, un’iniziativa virtuosa della durata di un anno (termine il 14/05/2025) che punta a ridurre l’inquinamento ambientale derivante dagli spostamenti nel tragitto casa-lavoro dei suoi 9.285 collaboratori, favorendo modalità di trasporto alternative e di minore impatto ambientale come la bicicletta, il monopattino, il trasporto pubblico o lo spostamento a piedi. Per ogni tragitto effettuato Wecity calcolerà la CO2 risparmiata (1 kg circa ogni 7 chilometri percorsi) e stilerà una classifica degli utenti utile a determinare l’assegnazione dei premi finali per i primi classificati: in palio biciclette a pedalata assistita e muscolare. L’iniziativa si inserisce all’interno delle diverse misure già adottate da Despar Nord per la mobilità sostenibile e il mobility management, unitamente alla predisposizione di nuove aree bici dotate di pensiline e rastrelliere elettrificate, all’installazione di colonnine per la ricarica delle auto elettriche, già presenti in alcune sedi e centri distributivi aziendali, e agli sconti riservati ai dipendenti per l’acquisto di biciclette.

Il report indaga le priorità, da realizzare il prossimo anno, per un’impresa impegnata nel proprio processo di transizione verso la sostenibilità ambientale. La maggior parte dei partecipanti alla survey ha affermato che rendere il packaging più sostenibile rappresenta la priorità principale: lo dichiara il 67% dei manager in Italia e il 62% a livello globale. Un’evidenza, questa, che riconduce al tema della scalabilità, necessaria per realizzare questo obiettivo. Al secondo posto la necessità di ridurre gli sprechi alimentari e la quantità di rifiuti prodotti. Lo pensa il 57% dei manager a livello globale e il 53% in Italia. Come anticipato, il portfolio redesign, vale a dire il bisogno di ripensare in chiave sostenibile i prodotti aziendali venduti, nel nostro Paese è prioritario per il 24% dei rispondenti, dato che scende al 19% nel resto del mondo. Tra i principali driver che guidano l’operato di un’azienda sulla strada verso la sostenibilità, in Italia, come nel resto del mondo, i manager coinvolti concordano sull’importanza della normativa verso la transizione responsabile: ne sono convinti il 45% dei professionisti italiani e dei manager su scala globale. Una comunanza d’opinione che si ritrova anche nel valore dato alla cultura aziendale: in Italia è un fattore di primaria importanza per il 34% del campione, nel mondo per il 32%. Il risparmio sui costi come driver chiave sulla strada verso la sostenibilità è in misura superiore al campione globale un driver chiave: in Italia lo rileva il 43% dei rispondenti, mentre a livello mondo la percentuale scende al 34%.

LA LEGGE: ALLA FINE

L’EUROPA C’È L’HA FATTA

Dopo bocciature, ripensamenti e rinvii vari, l’Unione europea ha finalmente adottato una legge storica che rivoluzionerà la sostenibilità delle filiere produttive. Il Parlamento europeo ha approvato la Corporate sustainability due diligence directive (Csddd), ovvero un pacchetto di regole che obbliga le aziende a controllare, gestire e minimizzare il loro impatto negativo sull’ambiente e sui diritti umani. La direttiva è stata accolta dal Consiglio dell’Unione europea il 24 maggio, a un passo dalla fine del suo mandato, e sebbene il testo finale sia a dir poco “annacquato”, queste norme sono un passo decisivo verso un futuro più sostenibile. Prima di questa legge, infatti, solo le aziende più responsabili monitoravano i rischi e gli impatti della loro catena di approvvigionamento. Ora, tutti gli operatori del mercato, a cominciare dai più grandi, dovranno controllare, gestire e minimizzare il loro impatto negativo sull’ambiente e sui diritti umani. Neanche a dirlo, tra i settori più interessati dalla direttiva c’è quello della moda: “Le nuove regole avranno ripercussioni su tutto il mondo della moda e del lusso, ma i primi ad essere chiamati in causa sono i colossi dell’ultra fast fashion. Tra l’altro, nel mirino delle nuove norme rientrano anche le aziende o le società madri di gruppi che hanno stipulato accordi di franchising o di licenza all’interno dell’Ue e, quindi, anche i giganti dell’ecommerce come Amazon. Insomma, le basi per costruire un modello più sostenibile ed etico sono state gettate. Ora non resta che guardare al futuro.

TODIS: SOSTENIBILITA’ COME PRIORITA’

Un cambio di passo nella gestione delle relazioni con i fornitori, aggiungendo a qualità e prezzo anche la sostenibilità come criterio strategico da seguire nella scelta dei partner dell’industria (soprattutto se produttori di prodotti a marchio). Questa la direzione del nuovo progetto che Todis (insegna italiana di proprietà di Iges, controllata da Pac2000A) sta lavorando da un anno a questa parte. “La sostenibilità per noi è destinata a diventare uno dei pilastri strategici della nostra crescita dei prossimi anni - precisa Massimo Lucentini, direttore generale di Todis, che quest’anno festeggia anche i suoi 25 anni di attività -: significa adottare un approccio diverso nel punto di vendita, nel rapporto con le persone e con la comunità, ma anche con i fornitori, per sottolineare una visione comune, in linea con gli obiettivi Esg dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite”. In concreto Todis ha messo a punto una nuova procedura per selezionare i fornitori, oggi più di 300 su un totale di 1.000, che alimentano oltre 2.500 referenze a marchio tra prodotti confezionati e a peso variabile. “Come Todis sentiamo la responsabilità di rendicontare la sostenibilità, anche se non esiste ancora una legge che la imponga, nonostante la legislazione internazionale e nazionale vada verso una sempre più stretta definizione di concetti Esg - spiega Marco De Angelis, responsabilità qualità di Todis -. Si tratta di un processo che non coinvolge soltanto noi, ma anche i fornitori nel favorire una produzione sempre più equa. Per questo, abbiamo definito con la collaborazione di SGS Italia spa (società specializzata nella certificazione), un codice di condotta che porti a una certificazione basata sull’analisi di indicatori qualitativi e quantitativi su temi centrali in ottica di sostenibilità”. Il progetto, partito nel gennaio dello scorso anno, si concentra su cinque aree analizzate: packaging sostenibile, risorse ambientali, filiere alimentari, stabilimenti produttivi e responsabilità sociali, declinati in 12 indicatori specifici. L’iniziativa non riguarda solo le aziende alimentari, ma anche quelle non food, con criteri parzialmente diversi.

Accompagna le PMI nel percorso di trasformazione sostenibile e digitale

TECNO GROUP: UN PERCORSO A FIANCO DELLE ECCELLENZE

Intervista a Giovanni Lombardi, Presidente e Founder di Tecno Group: “La nostra mission è curare e fidelizzare clienti ai quali fornire prodotti/servizi sempre più innovativi e competitivi sul tema della sostenibilità digitale: una mole di dati opportunamente analizzati che permettono di formulare benchmark di riferimento che vengono forniti alle industrie per migliorare e valorizzare la catena del valore”

Di Fabio Pasquali

Orgogliosamente figlio di un Preside e di una professoressa, conseguentemente imprenditore di prima generazione. Dopo la laurea in Economia e Commercio e un Master, decide di proporsi come consulente energetico, offrendo soluzioni di efficientamento alle PMI. Da qui inizia il percorso professionale di Giovanni Lombardi, oggi, Presidente e Founder di Tecno Group, realtà internazionale specializzata nella definizione di strategie e percorsi di sostenibilità d’impresa e che opera a supporto delle PMI con soluzioni basate sulla logica Sustaintech.

Quali sono i suoi ricordi di quel periodo?

“Ricordo vividamente quel periodo, della Milano e dell’Italia “da bere”: gli imprenditori erano interessati solo ai ricavi, tralasciando completamente i costi; quando mi proponevo per offrire riduzione dei consumi, gli imprenditori facevano gli scongiuri, e la domanda tipica di allora era … “caro dott. Lombardi, ma perchè dovrei risparmiare, mica Lei porta male?” ... Ecco, questa è l’esatta fotografia di cosa fosse l’Italia di allora… ben altri tempi …”.

Quali sono stati e quali sono adesso i luoghi della sua vita? Hanno influenzato il suo lavoro?

“Nato ad Avellino, attualmente vivo a Napoli; ho deciso di lavorare per mantenermi agli studi

e ciò mi ha permesso di capire subito il senso di sacrificio che bisogna avere per ogni umile lavoro. Inoltre, una città così “fantasiosa” mi ha suggerito allora di proporre alle aziende “soluzioni creative”, quali una percentuale sul risparmio conseguito grazie alla consulenza (modalità per i tempi assolutamente innovativa)”.

GIOVANNI LOMBARDI - Chairman and Founder

Quali sono state le tappe fondamentali del suo percorso di vita che l’hanno portata a realizzare il suo obiettivo professionale?

“Paradossalmente le tappe fondamentali sono quelle non propriamente legate al mondo produttivo, ma alla mia curiosità per la tecnologia, al mio essere autonomo (oserei dire “ribelle”) rispetto a gerarchie consolidate”.

Arriviamo a Tecno Group. Innanzitutto, che valore ha la sostenibilità oggi per un’azienda?

“La sostenibilità è un asset indispensabile: come driver di mercato (se non si è sostenibili si viene tagliati fuori dalla supply chain di molte grandi aziende e di molti mercati quali aeronautico, etc); quale elemento competitivo rispetto alla concorrenza; e poi, grazie alla sostenibilità, si possono ridurre i costi e i consumi energetici e si diventa più attrattivi verso il mercato del lavoro

presentandosi come azienda più responsabile nei confronti delle nuove generazioni. La sostenibilità è l’azienda: un’azienda non sostenibile non attrae talenti, risorse indispensabili nell’attuale super competitivo mondo delle imprese”.

Intuizione e innovazione sono le parole cardine del vostro Gruppo. Su cosa si fonda il vostro successo che vi sta portando a diventare leader e polo della sostenibilità in Italia?

“L’idea – sistematica – è quella di analizzare sempre lo scenario competitivo ed effettuare forecast di trend futuri: è molto più divertente (e profittevole) essere i primi e cavalcare immediatamente il mercato, rispetto alla guerra quotidiana con i competitors: gli scenari sono in costante evoluzione e l’azienda deve essere –obbligatoriamente – continuamente adattata”.

Qual è la mission della sua attività?

“La nostra mission è curare e fidelizzare clienti (alcuni nel nostro portfolio sono seguiti da oltre 15/18 anni) ai quali fornire prodotti/ servizi sempre più innovativi e competitivi sul tema della sostenibilità digitale: una mole di dati opportunamente analizzati che permettono di formulare benchmark di riferimento che vengono forniti alle industrie per migliorare e valorizzare la catena del valore”.

Quanto è difficile, oppure quali sono le difficoltà che incontrano oggi le aziende?

“Oggi la vera sfida è attrarre e trattenere i talenti: rispetto alla visione novecentesca si è competitivi solo avendo le giuste e adatte competenze, ingaggiando i talenti nella mission e vision aziendale”.

Come intervenite?

“Noi imprenditori abbiamo l’obbligo di cambiare: le nuove generazioni vogliono riconoscersi in un ambiente stimolante, avere un chiaro piano formativo e un defi nito percorso di crescita dove i ruoli necessariamente non possono essere “troppo codificati”. Del resto, le stesse aziende sono cambiate e noi imprenditori siamo obbligati a formarci per adattarci alla velocità del mercato e non restare indietro”.

PER SAPERNE DI PIU’

Il Gruppo Tecno è un team di professionisti che dal ‘99 si occupa di servizi di consulenza nell’ambito della sostenibilità, del rimborso delle accise sui prodotti energetici e della fiscalità internazionale. Tre driver di crescita che hanno permesso il nostro percorso fino a qui. Abbiamo costruito un’azienda nella quale condividiamo un unico obiettivo: la creazione di valore condiviso, credendo nel potere della formazione, dell’innovazione digitale, nella creazione di un nuovo modello d’impresa. Abbiamo migliorato e arricchito la nostra proposta integrando entusiasmo, etica e ricerca continua, acquisendo nel tempo migliaia di clienti in Italia e all’estero. Per questo oggi siamo una ESG Company, oramai punto di riferimento per la definizione di strategie e percorsi di sostenibilità, un ambizioso Gruppo con 150 dipendenti.

Come Tecno offriamo percorsi di crescita sfidanti e un ambiente stimolante e dedicato al bello, quale la nostra sede aziendale di Palazzo Ischitella, dimora settecentesca dove i nostri ragazzi sono totalmente immersi nell’arte e nella storia”.

Quanto e cosa della sua attività professionale e della sua esperienza, può trasferire alle aziende per una maggiore efficienza?

“Sicuramente il senso di responsabilità, la consapevolezza che il cliente è al centro della nostra mission ed è “partner”, e la “curiosità”, intesa quella di guardare sempre avanti con interesse e spirito critico”.

Come si fa a creare consapevolezza all’interno di una azienda verso la sostenibilità e la digitalizzazione? Quali sono le leve sulle quali puntate?

“Puntiamo sulle persone e, quindi, utilizziamo queste due leve per coinvolgere tutte le funzioni aziendali (es: l’ufficio HR si dedica a campagne interne di consapevolezza e inclusione per attrarre la Generazione Z, tutti i reparti utilizzano tool di analisi dati per generare i forecast di cui sopra, e vengono utilizzati i social sia per la comunicazione che per il recruiting e l’employer branding)”.

Che valore ha per lei la rete, la condivisione? È importante fare gruppo?

“Massima importanza: ad esempio i clienti sono parte del processo aziendale poiché da loro arrivano i migliori stimoli su come migliorare i nostri prodotti o servizi. E il gruppo significa network ed è dalla condivisione di idee che nascono i progetti migliori. Nessun uomo è un’isola come diceva John Donne”.

Quale modello di rete ha costruito?

“Abbiamo costruito un ecosistema basato su un modello di partnership che ha permesso di aggregare competenze in ambito scientifico (università, spinoff e scuole di business), finanziario (banche, mondo dei capitali e società di investimento) e specialistico (legale, tecnologico)

che ci consente di accompagnare le PMI nel percorso di trasformazione sostenibile e digitale”.

E a proposito di gruppo e di collaborazioni… Ci parli della vostra collaborazione, molto autorevole, con l’Università Federico II e il Campus Apple…

“Il gruppo Tecno da sempre ha collaborato con il mondo universitario e in particolare con la Federico II sia con la Facoltà di Ingegneria che con quella di Economia. Con il DEMI (dipartimento di Economia e management) abbiamo realizzato un laboratorio didattico Tecno e uno spinoff accademico (Methrica). Nel campo ingegneristico la collaborazione si è concretizzata con i progetti congiunti realizzati con la Apple Accademy e la creazione del progetto Apple Foundation nel Museo e Real Bosco di Capodimonte, unico caso al mondo e progetto interamente finanziato dal gruppo Tecno. La collaborazione è stata allargata con altre università e spinoff tra cui ERGO dell’Università Sant’Anna di Pisa, SpinLife dell’Università di Padova, Tree dell’Università di Perugia. Abbiamo, inoltre, stabilito collaborazioni formalizzate con la BBS (Bologna Business School) e, fuori dai confini nazionali, con la prestigiosa UCL (University College London) una delle top 10 University a livello mondiale”.

Quanto sono vicini e sensibili gli organi istituzionali a questa tematica?

“Gli organi istituzionali hanno preso coscienza della indispensabile sinergia tra pubblico e soggetti privati ai fini della ricerca e della valorizzazione della stessa”.

L’Italia a che punto è? Differenze con l’estero?

“In Italia la ricerca – fatta a ottimi livelli – è spesso rimasta nei cassetti: ma le cose sono cambiate velocemente e il rapporto con il pubblico può diventare un grande punto di forza: basti vedere il rapporto che ha Tecno con la Federico II o l’UCL (University College of London) o l’Università Sant’Anna”.

Un tessuto imprenditoriale più sostenibile e digitalizzato quale valore aggiunto può dare all’intera filiera imprenditoriale?

“Oramai la sostenibilità è imprescindibile nell’intera filiera produttiva, le aziende che non considerano la propria responsabilità sociale

avranno vita breve sia agli occhi dei talenti che andranno altrove che a quelli degli stakeholders”.

La sua attività, ma soprattutto il suo supporto per le aziende mira a creare un nuovo modello aziendale…. Quale?

“Quello di estrarre e creare valore con tutti i soggetti in gioco: clienti, fornitori e collaboratori”.

Per concludere due domande: Qual è la lezione più importante che la vita le ha insegnato? Prossime sfide?

“La vita mi ha insegnato che bisogna avere “visione” alta e puntare alla perfezione “parossistica”. Le cose si ottengono solo con dedizione e costanza, ma quando si crede nella propria mission tutto ciò diventa puro divertimento: e l’entusiasmo è coinvolgente. La sfida (ma mica tanto, ) è diventare il player europeo dell’analisi dei dati della sostenibilità… più di questo non posso dire… a brevissimo vedrete”.

TECNO GROUP IN NUMERI

GUARDIAMO LONTANO INSIEME

Prosegue il percorso di restyling degli store sul territorio nazionale

IL NUOVO CONCEPT STORE

CHICCO: AL CENTRO LA RELAZIONE CON LE FAMIGLIE

Tantissimi servizi offerti: il programma fedeltà e la lista nascita. La consulenza del personale del Negozio Chicco attraverso video chiamate Whatsapp. E’ anche possibile prenotare un appuntamento in negozio con una personal shopper per avere un momento dedicato in assoluta tranquillità

Nato nel 1946 il Gruppo Artsana è oggi una multinazionale specializzata nel settore dell’infanzia con 42 filiali attive e distributori in oltre 120 paesi nel mondo. Negli anni il Gruppo è stato capace di sviluppare un know-how trasversale grazie alla continua ricerca e alla creazione e l'acquisizione di marchi specializzati in grado di soddisfare le esigenze delle famiglie. Chicco è il flagship brand del Gruppo: da oltre 60 anni vicino alle famiglie per ascoltarle e supportarle con soluzioni semplici ed efficaci, studiate e sviluppate attraverso il Chicco Research Center, il dialogo con i genitori, l’osservazione dei bambini e la collaborazione continua con esperti e con il mondo medico scientifico. Oggi Chicco è presente in oltre 120 paesi con 360 negozi monomarca di cui 112 in Italia.

IL NUOVO CONCEPT STORE

Chicco, brand da sempre attento alle esigenze dei genitori, prosegue il percorso di restyling degli store sul territorio nazionale iniziato a fine 2019, mettendo al centro la relazione con le famiglie, elemento cardine in cui crede molto. I negozi Chicco sono infatti oasi dove trovare ispirazioni e soluzioni per supportare le famiglie nella cura dei bambini, rispondendo a esigenze quotidiane e più specifiche. Hanno ampio spazio la digitalizzazione e la funzionalità, rendendo così l’esperienza di acquisto facile e senza preoccupazioni.

Nuovi spazi per accogliere le famiglie quindi, ma anche tantissimi servizi per supportarle: da quelli più classici come il programma fedeltà e la lista nascita a quelli implementati negli ultimi anni.

Molto apprezzata è, per esempio, la possibilità di fare acquisti e avere tutta la consulenza del personale del Negozio Chicco attraverso video chiamate Whatsapp , scegliendo se ritirare i prodotti acquistati direttamente in Negozio o se riceverli a domicilio. E’ anche possibile prenotare un appuntamento in negozio con una personal shopper per avere un momento dedicato in assoluta tranquillità. Chicco mette, inoltre, a disposizione delle famiglie incontri gratuiti tenuti da professionisti di diversi settori su tematiche di sempre grande interesse quali lo svezzamento , la sicurezza , le coliche, la nanna, la disostruzione, l’alimentazione in gravidanza e la ripresa fisico-psichica post-parto, il ruolo del genitore e molto altro.

IL FORMAT

Il format ricercato prevede 2 tipologie:

Format Classico – 200 mq di vendita, in centro storico o centro commerciale; 5 categorie merceologiche; bacino medio (> 25.000 abitanti).

Format Fashion Oriented - 90-100 mq di vendita, in centro storico ad alto passaggio; focus principale su abbigliamento e calzature; bacino ad alto traffico.

L’OFFERTA FRANCHISING

L’offerta franchising Chicco prevede:

• Merce in conto vendita, con riassortimento sulla base del venduto e pagamento quindicinale;

• Margine garantito;

• Progettazione di arredi, insegne e grafiche tramite Ufficio tecnico, con costo a carico di Artsana;

• Indagine di geomarketing e fatturato potenziale;

• Supporto marketing e visual merchandising;

• Servizio di formazione sul prodotto e sullo stile di vendita;

• Hardware e software per il sistema casse a carico di Artsana.

Diventa affiliato Chicco! email: franchising.chicco@artsana.com sito web: www.chicco.it

L’elemento più importante tra i “segni distintivi”

MARCHIO: STRATEGIA DELLA PROTEZIONE E DELLA VALORIZZAZIONE

Un asset strategico della rete, la cui tutela e il cui valore devono essere trattati con il massimo rigore di Mirco Comparini

Ragioniere Commercialista – Revisore Legale – Consulente al franchising (Studio Comparini & Russo –Professional Group SRL-Franchising Analysis)

Tra i segni distintivi che caratterizzano il complesso dell’immagine di un franchisor, il marchio assume una rilevanza molto importante e, occorre dire, trattasi anche di un argomento alquanto vasto, sia in termini di descrizione, sia in termini di disciplina, sia in termini di tutela, nonché, in termini di valore. Infatti, da tempo, i brand marketer parlano di “capitale di marchio”, indicando con questo termine finanziario la convinzione che il marchio sia uno dei principali punti di forza di un’impresa. Il “capitale” cui ci si riferisce è quella percezione nella mente dei consumatori che qualsiasi marchio consolidato sul mercato costruisce

attraverso anni d’impiego, pubblicità e distribuzione. Questa immagine “residua” non scomparirà rapidamente, non più di quanto lo facciano i ricordi delle persone o degli eventi reali e pertanto può essere trattata come una delle attività più tangibili dell’azienda, al pari della liquidità o degli impianti di produzione. La sua importanza si manifesta sin da quanto la rete è in fase di creazione nel corso della quale una serie di fattori devono convergere per dare vita al “progetto franchising” e per proteggere lo stesso. Al centro di questi fattori, talvolta trascurati dai franchisor che non sono specialisti del settore, c’è, insieme al know-how, il marchio.

All’interno del rapporto di franchising il marchio viene “trasferito” per il suo uso ai soggetti affiliati alla rete. Infatti, ai sensi dell’articolo 2573 del codice civile, il marchio può essere trasferito con tre distinte modalità: 1) la prima è una cessione a titolo definitivo e può verificarsi in modalità indipendente o meno rispetto alla cessione di altri elementi aziendali e può essere anche parziale, pur non potendo generare degli inganni nei confronti dei terzi; 2) la seconda è una concessione in licenza. Trattasi di una concessione in godimento temporaneo, anche non esclusiva. Il franchising rientra in questa categoria;

3) la terza è il concessione per merchandising, cioè, la concessione in uso a terzi di un marchio celebre a fini puramente commerciali. Spesso si pensa che l’importanza del marchio sia solo al momento del suo concepimento, della sua ideazione, della sua creazione, ma ciò non corrisponde al vero in quanto tale importanza si prolunga sempre nel tempo essendo un vero e proprio asset strategico della rete, la cui tutela e il cui valore devono essere trattati con il massimo rigore. Non è raro rilevare la trascuratezza di molti aspiranti o debuttanti franchisor (ma anche di imprenditori non del settore) sulle fasi salienti di tale operazione.

Tra le scelte operative e strategiche che un franchisor deve affrontare, possiamo evidenziare:

- la difficile scelta di un nome inedito, originale ed incisivo. Si tratta di una scelta che porta (e deve portare) a distinguersi dai marchi e da altri segni distintivi preesistenti o di concorrenti e ciò non solo per necessità prettamente commerciali o di immagine, ma anche di tipo giuridico e di tutela con la necessità di effettuare seri controlli preventivi così da evitare contestazioni da parte di terzi, titolari di diritti anteriori;

- una strategia territoriale. Una scelta che si può basare non solo sulla pianificazione e sulla programmazione del progetto di sviluppo aziendale, ma, in considerazione della ormai consolidata globalizzazione economica, anche da forme di tutela e replica in paesi stranieri, indipendentemente dalla presenza della rete di franchising. Una scelta che può essere influenzata da molti fattori, tra i quali il “fattore tempo” rispetto alla possibile espansione e diffusione verso l’estero e, in tal caso la scelta sarà più complicata e i diritti anteriori potenzialmente problematici saranno evidentemente più numerosi;

- una registrazione singola o con varianti multiple, a seconda della forza che si desidera attribuire al marchio e degli obiettivi che la rete intende perseguire;

- la gestione nel tempo. Oltre a doversi assicurare e garantire i rinnovi decennali legalmente previsti, in termini di “gestione del marchio” le attività possono essere diverse anche in termini di maggiore sfruttamento per aggiornamenti, usi diversificati, collegamenti con altri marchi di proprietà, la predisposizione di nuove domande di registrazione, ecc.; - lo sfruttamento del marchio. Un marchio deve essere sfruttato: questa è la linea guida. Ciò, in particolare, quando rappresenta l’elemento fondamentale di un franchising e, possiamo dire, di una rete commerciale che opera adottando il medesimo marchio. L’importanza di un accordo specifico, ad integrazione dell’accordo di franchising, appositamente predisposto e ben dettagliato nei diritti e nei doveri è una delle attività che consentono un migliore

sfruttamento del marchio.Medesimo concetto vale per la pubblicità sulla rete che fonda la sua originalità sul marchio e sui prodotti/servizi commercializzati e che contribuisce gradualmente alla reputazione del marchio stesso e, pertanto, alla solidità del sistema di franchising;

- la tutela del marchio. Si tratta di predisporre una opportuna vigilanza legale, un idoneo controllo tutelante al fine di poter intervenire nei casi di deposito di domande di registrazione contenenti marchi concorrenti, identici o simili. Tale tutela, inoltre, è da estendersi anche a forme di uso e utilizzo non autorizzato e non concesso. In pratica occorre avere una politica “attiva” di contrasto a potenziali violazioni verso il proprio marchio; - la valorizzazione del marchio . Generare valore intorno al marchio non può che incrementare l’importanza dello stesso e aumentare

l’apprezzamento di un asset essenziale per la rete; - la rappresentazione del marchio come una delle componenti immateriali della rete (insieme ad altri, in particolare al know-how).

E’ opportuno, nell’interesse della rete, far emergere che il marchio non è il solo valore presente nella rete, ma che lo stesso marchio contribuisce al valore della rete. Si tratta di una strategia che deve tendere a fare chiarezza sul fatto che la presenza del marchio e la sua concessione all’uso non rientrano in una mera e semplice licenza di marchio.

Quando e come è possibile effettuare dei cambiamenti in un rapporto di franchising

“REFRESH” DEL MARCHIO E MODIFICA DELLA FORMULA COMMERCIALE

Impatti sostanziali ed aspetti legali. Occorre comunque tenere presente che qualunque processo di “rebranding” deciso dal franchisor genera implicazioni che si riverberano anche sui franchisee. Vi diciamo tutto su come comportarsi

di Giovanni Adamo Avvocato – Cultore della Materia di Diritto Privato nell’Università di Bologna www.studiolegaleadamo.it

Il marchio rappresenta uno degli asset più preziosi per qualsiasi franchisor. È il volto dell’intera rete di franchising. Ne incarna l’immagine, consente al pubblico di identificarlo immediatamente, ed è il veicolo della reputazione e della qualità percepita dell’azienda. Vi sono però diverse esigenze per le quali potrebbe essere opportuna una modificazione del marchio: dalle evoluzioni del mercato, alle innovazioni tecnologiche, alla necessità di differenziarsi dai concorrenti. Tuttavia occorre comunque tenere presente che qualunque processo di “rebranding” deciso dal franchisor genera implicazioni che si riverberano anche sui franchisee. Si tratta di implicazioni sia positive che negative. In primo luogo, infatti, ciò potrebbe comportare per il singolo franchisee dei costi aggiuntivi, talora di non poco conto. I franchisee potrebbero dover investire in aggiornamenti della segnaletica, degli arredi, dei materiali di marketing e delle uniformi. Costi che possono rappresentare una sfida finanziaria, soprattutto per le piccole imprese come di solito sono quelle dei franchisee. Inoltre, il personale dei franchisee dovrà essere addestrato sui nuovi standard del marchio. Per converso, il rebranding può anche portare

benefici di medio e di lungo termine : un marchio rinnovato può infatti portare a un aumento delle vendite e della fidelizzazione dei clienti grazie a un’immagine “fresca” e aggiornata. Questo può tradursi, nel medio termine, in un miglioramento delle performance aziendali.

Sotto il profi lo squisitamente legale, è da escludersi che al franchisor sia consentito mutare il marchio sic et simpliciter ed a suo piacimento: il franchisee ha infatti corrisposto una fee d’ingresso per potere acquistare una licenza del marchio compreso nel package originario, contando sulla forza commerciale di “quel” marchio specifico. E’ per questa ragione che spesso nell’ambito dei contratti di franchising si rinvengono clausole che permettono al franchisor di modificare il marchio. Queste clausole solitamente sono così disciplinate:

Obblighi di Conformità

Il franchisee è tenuto a conformarsi ai cambiamenti del marchio entro un periodo specificato. Questo garantisce che tutti i punti vendita riflettano il nuovo branding in modo tempestivo.

Supporto del Franchisor per tutte le attività conseguenti al rebranding

Il franchisor può offrire assistenza tecnica e fi nanziaria per facilitare l’implementazione delle modifiche. Questo supporto può includere sconti su materiali aggiornati o contributi finanziari per coprire parte dei costi.

La modifica della formula commerciale

Cosa completamente diversa è invece la modifica della formula commerciale. La formula commerciale comprende tutti gli elementi operativi, gestionali e di marketing che definiscono il modello di business del franchisor. Questa “ricetta segreta” è ciò che rende replicabile il successo del franchisor in vari mercati.Vi possono essere diverse ragioni che inducono il franchisor a modificare la propria formula commerciale: dalla introduzione nella propria operatività di nuovi prodotti o servizi (che possono richiedere modifiche ai manuali operativi ed alle procedure interne) alla necessità di compliance rispetto all’introduzione di nuove discipline di settore: Adeguarsi a queste normative è essenziale per evitare sanzioni e mantenere la conformità legale.

L’impatto sul Franchisee

In questo caso l’impatto sul franchisee e sulla sua attività di impresa è molto più rilevante. Le modifiche alla formula commerciale possono richiedere infatti non solo, e non tanto, adattamenti operativi (i franchisee dovranno modificare i loro processi di gestione quotidiana per allinearsi alla nuova formula. Questo può includere la reingegnerizzazione dei flussi di lavoro e l’adozione di nuove prassi), ma anche nuove attrezzature (spesso oggetto di investimenti estremamente significativi) ed un’attività di formazione totalmente “ridisegnata”.

L’obbligo di sperimentazione della formula commerciale

Ma il vero punto focale della questione, che induce a ritenere che il Franchisor non possa introdurre unilateralmente nella propria rete una formula commerciale modificata (ad esempio: da vendita di abbigliamento per bambini a vendita di abbigliamento per adulti; da ristorazione espressa alla somministrazione di piatti decongelati; dalla vendita di gelato artigianale a quella di gelato confezionato) è l’obbligo di sperimentazione previsto dalla L. 129/2004

laddove essa prevede, all’art. 3, comma 2, che per la costituzione di una rete di affiliazione commerciale, il franchisor deve avere “sperimentato” la propria formula commerciale. Una mutazione della formula commerciale nei termini sopra descritti, quindi, si porrebbe plausibilmente in contrasto con l’obbligo di preventiva sperimentazione (per Trib. Perugia, 21 luglio 2021, ad esempio, “l’obbligo di sperimentazione della formula commerciale scaturisce direttamente dalla legge speciale”). Per non parlare dei contenziosi che potrebbero nascere, azionati da franchisee giustamente adontati per essere entrati in un “sistema” con determinate caratteristiche, ed avere magari sostenuto cospicui investimenti, ed essersi ritrovati inseriti in un sistema “altro”, con caratteristiche completamente diverse.

Per la giurisprudenza il mutamento unilaterale della formula commerciale non sarebbe consentito

Tale impostazione sembrerebbe confermata anche dalla recente Sentenza del Tribunale di Foggia del 2022, nella quale, in un caso simile, si afferma che “ la modifi ca unilaterale della ‘ricetta’ per la produzione del gelato ha determinato un mutamento del know how, e dunque un’alterazione della complessiva ‘formula commerciale’ che la stessa concedente si era impegnata a trasferire. In tal modo XXXX ha violato uno specifico obbligo contrattuale, essenziale nell’economia del contratto di franchising, la cui causa concreta risiede proprio nel trasferimento di una particolare e già sperimentata formula commerciale all’affiliato, il quale, come ‘corrispettivo’ del vantaggio così conseguito, accetta di uniformarsi all’immagine ed alle condizioni di vendita del franchisor ”.

E’ valida una clausola che consenta al franchisor di mutare la formula commerciale? Ed a nulla varrebbe prevedere una clausola contrattuale che consenta al Franchisor di mutare a piacimento la formula commerciale. Essa potrebbe risultare invalida, anche ai sensi dell’art. 6, comma 1, L. 192/1998. Sempre nella

Sentenza del Tribunale di Foggia poc’anzi richiamata, infatti, si legge: “Si tratta, a parere di questo giudicante, di una clausola contrattuale invalida per le ragioni di seguito esposte. In primo luogo detta clausola è nulla ai sensi dell’art, 6, Legge 192 / 1998, a norma del quale ‘è nullo il patto tra subfornitore e committente che riservi ad uno di essi la facoltà di modificare unilateralmente una o più clausole del contratto di subfornitura’: tale norma, dettata in tema di subfornitura, è applicabile in via analogica al contratto di franchising, che, come il contratto di subfornitura, rientra nella categoria dei c.d. contratti di distribuzione”.

Conclusioni

In altri termini, e per concludere: altro è il c.d. rebranding, o il “refresh” del marchio. In tale ipotesi il franchisee potrebbe legittimamente dolersi unicamente in ipotesi-limite. Altra cosa è invece un mutamento della formula commerciale, cioè del vero e proprio “cuore” del franchising: tale mutamento non sarebbe consentito nemmeno in presenza di un consenso preventivo del franchisee, andando ad incidere su un elemento essenziale del contratto sul quale il consenso legittimante potrebbe venire espresso unicamente a posteriori.

SCHEDE FRANCHISOR

Istruzioni per orientarsi tra le schede di Franchising & Partnership, elencate in ordine alfabetico e indicando l’investimento iniziale minimo. Nella prima fascia (fino a 20mila euro) abbiamo incluso anche anche i marchi che non prevedono altre spese iniziali se non quelle relative al diritto di entrata*.

* i dati pubblicati nelle schede sono forniti dai franchisor

Pag. 41 SoloAffitti
Pag. 41 Chicco

ABBIGLIAMENTO, CALZATURE E PRODOTTI PER L’INFANZIA

Ragione sociale: Artsana SpA - Indirizzo: via Saldarini Catelli

1 – Grandate (CO) - Anno di fondazione: 1946 - Punti vendita diretti: 30 - Punti vendita affiliati: 83 - Punti vendita totali (estero): 360 - Punti vendita totali (Italia): 113

COSA CERCHIAMO

FORMAT CLASSICO

SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ): 200

BACINO DI UTENZA: > 25.000 PERSONE

UBICAZIONE OTTIMALE:

CENTRO STORICO O CENTRO COMMERCIALE

CATEGORIE MERCEOLOGICHE: 5

FORMAT FASHION ORIENTED

SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ): 90-100

BACINO DI UTENZA: AD ALTO TRAFFICO

CATEGORIE MERCEOLOGICHE:

FOCUS PRINCIPALE SU ABBIGLIAMENTO E CALZATURE

COSA OFFRIAMO

•MERCE: in conto vendita, riassortimento sulla base del venduto, pagamento quindicinale

•Margine garantito

•ARREDI, INSEGNE E GRAFICHE: progettazione tramite

Ufficio tecnico, costo a carico Artsana

•Indagine di GEOMARKETING e fatturato potenziale

•Supporto MARKETING&VISUAL MERCHANDISING

•FORMAZIONE prodotto e stile di vendita

•HARDWARE/SOFTWARE (SISTEMA CASSE): a carico

Artsana

•CONVENZIONE PER ACCESSO AL MICROCREDITO (fino a 40 mila euro)

COSA CHIEDIAMO

FEE D’INGRESSO: NESSUNA

ROYALTIES: NESSUNA

IMMOBILARE / AFFITTI

Ragione sociale: Solo Affitti Spa - Indirizzo: Via Tortona 190,47522 Cesena FC - Anno di fondazione: 1996 - Anno partenza franchising: 1997 - Punti vendita diretti: 3 - Punti vendita affiliati: 300 - punti vendita diretti (estero): 0 - punti vendita affiliati (estero): 0

COSA CERCHIAMO

SUPERFICIE MEDIA DEL PUNTO VENDITA (IN MQ): 25/30 MQ

BACINO DI UTENZA: 15.000 ABITANTI

UBICAZIONE OTTIMALE:

PERSONALE RICHIESTO (COMPRESO IL TITOLARE):

E-mail: franchising.chicco@artsana.com

SITO INTERNET: www.chicco.it

ZONA DI PASSAGGIO VEICOLARE E PEDONALE - NO ZTL

ESPERIENZA NEL SETTORE: NESSUNA

27.000¤

150.000¤

INVESTIMENTO INIZIALE DA : FATTURATO MEDIO ANNUO: COSA OFFRIAMO

Esclusiva di zona, Assistenza ricerca location e allestimento negozio, Percorso formativo di start-up, Formazione Continua, Business Coach, Software gestionale e strumenti informatici, Visibilità nazionale del brand, Supporto marketing, Assistenza tecnico-contrattuale, Assistenza IT, Prodotti esclusivi di tutela della rendita immobiliare (affittosicuro e SoloAffittiPAY)

COSA CHIEDIAMO

FEE D’INGRESSO: ROYALTY: FISSA

4 ANNI

DURATA DEL CONTRATTO (IN ANNI): 2 12.000 €

Nome referente: Francesca Cantoni Tel: Numero Verde 800.627627 e-mail: franchising@soloaffitti.it Web: https://www.soloaffitti.it/fai-business-con-soloaffitti www.soloaffitti.it

Una minaccia o un’opportunità… : come integrare le proprie funzioni con l’AI

IL CORRETTO APPROCCIO

AZIENDALE ALL’AI

La mancanza di risorse rappresenta il principale ostacolo per sentirsi preparati ad affrontare questi cambiamenti

Creative marketing strategist and producer –Dreamcatchers Entertainment

Il tema intelligenza artificiale, che abbiamo affrontato già su queste pagine, è sempre più visto come minaccia più che un’opportunità. La principale preoccupazione risulta essere quella di veder “sparire” la propria posizione professionale. Tuttavia, secondo un recente rapporto della società di consulenza Egon Zehnder, la maggior parte dei dirigenti ritiene che l’intelligenza artificiale sia un’importante opportunità per il proprio ruolo e per l’organizzazione aziendale in generale. E nonostante la consapevolezza della sua importanza, la mancanza di risorse rappresenta il principale ostacolo per sentirsi preparati ad affrontare questi cambiamenti. Secondo la ricerca le aziende si trovano ancora in una fase di apprendimento, per comprendere come integrare le proprie funzioni con l’AI.

In questo scenario, il ruolo del direttore marketing e comunicazione ricopre una posizione cruciale e guida. Chi ricopre la funzione di marketing e comunicazione deve farsi promotore all’interno dell’azienda e supportare lo sviluppo di iniziative legate all’intelligenza artificiale. Questo processo deve avvenire in diverse fasi che poi possono essere adattate alle esigenze specifiche di ogni divisione interna.

PAROLA D’ORDINE: SEMPLIFICARE

La prima fase è quella della sensibilizzazione. E’ necessario quindi condividere risorse, informazioni, news all’interno dei team per costruire una familiarità con l’AI, per stimolarne l’utilizzo. Può essere utile creare un gruppo in cui condividere tutte le risorse.

E POI VALUTAZIONE

La seconda fase è la valutazione. E’ fondamentale identificare le aree di lavoro in cui l’intelligenza artificiale può apportare il maggior valore.

A seconda del settore e dell’organizzazione aziendale, l’AI può essere utile per funzioni base, come la scrittura di eMail, di comunicazioni interne, oppure per funzioni generative, ovvero che elevano la qualità del lavoro. Un esempio può essere quello di creare contenuti per comunicare (nel caso del marketing), ma anche quello di analizzare delle strategie, chiedendo all’AI di estrapolare dei dati per poi confrontarne i risultati.

PROPORRE E SVILUPPARE PROGETTI: SPERIMENTARE

La terza fase è quella della sperimentazione. Proporre e sviluppare dei progetti pilota per testare l’applicabilità dell’intelligenza artificiale in scenari concreti. Per fare questo può essere utile costituire un gruppo di lavoro interno, anche trasversale alle funzioni ricoperte, per testare come l’AI possa essere una leva produttiva o come possa anche eliminare delle inefficienze. Di conseguenza il tempo impiegato nella sperimentazione, viene poi recuperato in seguito grazie al supporto dell’AI.

È NECESSARIO L’APPRENDIMENTO

La quarta fase è relativa all’apprendimento. Una volta sviluppati dei test, l’analisi dei risultati

conduce a comprendere dove l’AI faccia realmente la differenza nell’ottimizzare alcune funzioni o nel facilitare il raggiungimento di alcuni obiettivi e dove invece il suo impatto sia relativo, e quindi non strettamente necessario.

VERIFICARE GLI AMBITI DI APPLICAZIONE

La quinta e ultima fase fa riferimento all’ampliamento dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale in tutta l’organizzazione aziendale, integrandola nei processi e nei flussi di lavoro esistenti.

COME TRARNE VANTAGGIO E FARE LA DIFFERENZA

Questo approccio può chiaramente consentire a un’azienda di fare dei grossi miglioramenti, a patto che al suo interno non ci siano persone, soprattutto nel gruppo di lavoro iniziale, che siano non solo scettiche ma addirittura refrattarie all’utilizzo dell’AI. Da qui è comprendibile come la fase di sensibilizzazione sia cruciale e molto delicata. Opporsi allo sviluppo di una nuova tecnologia può essere impossibile (al netto di tutte le regolamentazioni a cui deve sottostare), ma comprendere come poter trarne vantaggio può realmente fare la differenza.

Diventa essenziale non solo per crescere, ma anche per sopravvivere in un mercato altamente competitivo

REPUTAZIONE DIGITALE: AL CENTRO IL MERCATO E IL CONSUMATORE

Cos’è e come si genera a partire dall’ascolto. Si riferisce all’immagine di un’azienda percepita attraverso il digitale, che include tutti i contenuti online, le recensioni, i commenti sui social media e le interazioni su forum e piattaforme di valutazione

Reputazione digitale: due parole che, nell’era digitale, assumono un peso sempre più decisivo per il successo di un’azienda. Nell’attuale contesto economico, essere visibili online non è solo una vetrina aggiuntiva, ma una componente critica della strategia aziendale. Gestire con cura la propria reputazione digitale è fondamentale: un’immagine positiva può attirare nuovi clienti e consolidare la fiducia, mentre trascurarla può avere ripercussioni negative immediate e a lungo termine. Un elemento chiave in questo processo è la customer satisfaction: la capacità di un’azienda di ascoltare e soddisfare le esigenze dei clienti può effettivamente fare la differenza tra il successo e l’insuccesso. Le ricerche mostrano che le aziende che non ascoltano il mercato o trascurano i feedback dei clienti vedono la loro quota di mercato ridursi fino al 70% già entro il primo anno. Questo calo è attribuibile alla mancata risposta alle esigenze e alle aspettative in continua evoluzione dei consumatori. Di conseguenza, focalizzarsi sulla reputazione digitale diventa essenziale non solo per crescere, ma anche per sopravvivere in un mercato altamente competitivo.

CEO di Business Intelligence Group, esperto in Studi e Ricerche di Mercato a livello internazionale

COSA È LA REPUTAZIONE

DIGITALE:

GUIDA COMPLETA PER ASCOLTARE

IL MERCATO E I BISOGNI DEL CONSUMATORE

La reputazione digitale si riferisce all’immagine di un’azienda percepita attraverso il digitale, che include tutti i contenuti online, le recensioni, i commenti sui social media e le interazioni su forum e piattaforme di valutazione. Essa è il risultato di un complesso incrocio di feedback, comunicazioni e percezioni che si formano nel contesto digitale. Per gestirla efficacemente, è fondamentale adottare strategie che permettano di monitorare costantemente queste interazioni e di rispondere in modo proattivo.

Monitoraggio e analisi

Il monitoraggio e l’analisi della reputazione digitale sono essenziali per comprendere come un’azienda viene percepita online. Utilizzando strumenti avanzati come Google Alerts, Mention, o piattaforme specifiche come Brandwatch, le aziende possono catturare menzioni in tempo reale su diversi canali digitali. Questo permette

non solo di identificare e reagire rapidamente a potenziali crisi, ma anche di sfruttare le opportunità per valorizzare i feedback positivi. Ad esempio, un’improvvisa ondata di recensioni negative su un prodotto potrebbe spingere un’azienda a rivedere rapidamente i propri standard di qualità o a migliorare il servizio clienti, trasformando una potenziale crisi in un’opportunità di crescita.

Engagement del Cliente

L’engagement del cliente nel digitale è fondamentale per costruire una forte presenza online e migliorare la percezione del brand. Utilizzando piattaforme come Facebook, Instagram, TikTok, Pinterest e LinkedIn, le aziende possono instaurare un dialogo diretto con i loro clienti, pubblicando contenuti che stimolano interazione e promuovendo campagne che invitano alla partecipazione attiva. Ad esempio, lanciare una campagna hashtag che incoraggi i clienti a condividere le proprie storie con il prodotto può amplificare la visibilità e rafforzare l’engagement. Un efficace engagement sui social può aumentare la retention del cliente fino al 25%.

Business Intelligence Group fornisce analisi dettagliate sull’efficacia delle strategie di engagement online, utilizzando strumenti di analisi dei dati social per misurare il sentiment e l’impatto delle campagne di comunicazione. Questi strumenti permettono di affinare le strategie di marketing e ottimizzare l’interazione con la clientela.

Gestione delle Recensioni

La gestione attiva delle recensioni online è fondamentale per mantenere e migliorare la reputazione digitale. È essenziale non solo incoraggiare i clienti a lasciare feedback positivi ma anche affrontare con professionalità e apertura le recensioni negative. Le aziende possono utilizzare piattaforme come Yelp, TripAdvisor, o Google My Business per monitorare e rispondere alle recensioni, mostrando apertura al dialogo e disponibilità a migliorare.

Contenuto di Qualità

Produrre contenuti di alta qualità che riflettano i valori e l’etica dell’azienda è essenziale per attrarre e mantenere l’attenzione dei consumatori. Articoli informativi, blog, video tutorial, e webinar possono educare i clienti, fornendo allo stesso tempo una dimostrazione dell’expertise dell’azienda. Questo tipo di contenuto non solo informa ma anche costruisce fiducia e credibilità. Il team di Business Intelligence Group specializzato in content marketing elabora strategie basate su analisi dettagliate del comportamento dei consumatori e delle tendenze del mercato. Offre servizi che vanno dalla creazione di contenuti ottimizzati SEO alla distribuzione strategica sui vari canali digitali, assicurando che i messaggi raggiungano efficacemente il target desiderato. Seguendo questi approcci, ogni azienda può non solo migliorare la propria reputazione digitale ma anche costruire un legame più forte e duraturo con i suoi clienti.

ESEMPI DI REPUTAZIONE DIGITALE

DI SUCCESSO DA SEGUIRE

Di seguito, riportiamo alcuni casi di successo

nel campo della gestione della reputazione digitale per offrire spunti preziosi e strategie replicabili per le aziende che cercano di migliorare la propria presenza online. Ecco alcuni esempi emblematici di aziende che hanno eccelso nella gestione della loro reputazione digitale.

Amazon

Amazon è rinomato per la sua capacità di gestire efficacemente le recensioni dei clienti e di rispondere prontamente a qualsiasi problema. La piattaforma incoraggia attivamente i feedback positivi e utilizza i dati delle recensioni per migliorare continuamente l’offerta di prodotti. Il suo approccio proattivo nel risolvere i problemi dei clienti ha rafforzato la fiducia e la lealtà dei consumatori, consolidando la sua reputazione come leader del servizio clienti.

Tesla

Tesla ha sfruttato il potere dei social media per costruire e mantenere una reputazione digitale di alto livello. Il CEO Elon Musk utilizza spesso Twitter per interagire direttamente con i clienti e il pubblico, rispondendo a domande e risolvendo problemi in tempo reale. Questa trasparenza e accessibilità hanno notevolmente migliorato la percezione del brand, dimostrando l’impegno dell’azienda verso l’innovazione e la soddisfazione del cliente.

Nike

Nike utilizza strategie di content marketing per produrre e distribuire contenuti visivamente accattivanti e di alta qualità che risuonano con il suo pubblico target. Campagne come “Just Do It” sono diventate virali sui social media, incrementando l’engagement del cliente e rafforzando la reputazione del brand. Nike dimostra costantemente come contenuti creativi e ben mirati possano elevare la percezione di un marchio.

Starbucks

Starbucks eccelle nell’engagement dei clienti attraverso le sue piattaforme digitali, creando una comunità attorno al suo brand. Il programma di fidelizzazione Starbucks Rewards utilizza un’app mobile per incentivare i clienti con sconti e offerte speciali, migliorando al contempo l’esperienza del cliente. Le strategie di engagement di Starbucks hanno trasformato i consumatori occasionali in appassionati del brand, migliorando notevolmente la sua reputazione digitale.

Zappos

Zappos si distingue per il suo eccezionale servizio clienti e per la gestione delle recensioni online. La politica di reso facile e il servizio clienti disponibile 24 ore su 24 sono solo alcune delle caratteristiche che hanno costruito la solida reputazione di Zappos. Rispondendo in modo proattivo e positivo alle recensioni dei clienti, Zappos ha dimostrato l’importanza di ascoltare e rispondere alle esigenze del cliente per costruire una reputazione digitale di successo. Questi esempi mostrano che, con un approccio strategico e attento all’engagement del cliente, alla gestione delle recensioni, e al contenuto di qualità, è possibile costruire una reputazione digitale robusta che sostiene la crescita aziendale a lungo termine.

DIGITALE SUL FATTURATO

AZIENDALE

Una reputazione digitale positiva si è dimostrata

un fattore centrale per il successo finanziario delle aziende. Secondo studi condotti da industry analyst, le aziende con recensioni positive possono aspettarsi un aumento del fatturato fino al 9% rispetto a quelle con recensioni negative. Inoltre, il 92% dei consumatori è più propenso a acquistare un prodotto dopo aver letto una recensione positiva online. Piattaforme come Trustpilot e Yelp hanno evidenziato che miglioramenti nella valutazione media di un’azienda da 3 a 5 stelle possono portare a un incremento fino al 18% nelle vendite. Questi dati sottolineano l’importanza critica di investire nella gestione della reputazione digitale non solo per proteggere l’immagine del brand, ma anche per guidare tangibili benefici economici. Impiegare risorse adeguate per monitorare e migliorare la percezione online è quindi un investimento che può generare significativi ritorni finanziari, consolidando la posizione di mercato dell’azienda e aumentando la sua competitività.

FRANCHISING

Coincasa è il marchio di home decoration di Coin, azienda leader nel retail in Italia e presente all'estero con una rete franchising in continua espansione. I negozi, con superficie minima di 150 mq, sono presenti in centro città e nei migliori centro commerciali. Lavoriamo con i nostri partner per offrire assistenza di qualità, oltre a costante supporto commerciale e visual. La formula è in conto vendita con margine garantito.

Un’azienda che non aggiorna la propria immagine e offerta di prodotti rischia di essere superata dai concorrenti più innovativi

REBRANDING: RINNOVA LA TUA IDENTITÀ

Per vendere di più è necessario adattarsi ai nuovi trend e mantenere una connessione forte con il proprio target di riferimento. Il rebranding non è solo una risposta necessaria ai cambiamenti del mercato e delle condizioni sociali, ma è anche un’opportunità strategica per la crescita e l’evoluzione aziendale

Il rebranding è un processo cruciale per le aziende che vogliono rimanere rilevanti e competitive in un mercato in continua evoluzione ed è necessario quando non sussistono più le condizioni di mercato e sociali su cui si basava l’idea originaria di un determinato prodotto o servizio. Infatti, quando le condizioni di mercato e sociali cambiano, l’idea originaria di un prodotto o servizio potrebbe non essere più allineata con le nuove aspettative dei consumatori, portando a una diminuzione delle vendite, alla perdita di clientela e a un’immagine aziendale obsoleta. Attraverso il rebranding, le aziende possono rinnovare la loro identità, adattarsi ai nuovi trend e mantenere una connessione forte con il proprio target di riferimento.

PER IL LANCIO DEI PROPRI PRODOTTI

Un esempio tipico di rebranding può essere osservato nelle aziende tecnologiche, come hanno fatto Microsoft, Apple, Kodak, o Google. Con l’avanzare rapido della tecnologia, le preferenze dei consumatori cambiano di conseguenza. Un’azienda che non aggiorna la propria immagine e offerta di prodotti rischia di essere superata dai concorrenti più innovativi. Il rebranding, in questo contesto, non si limita solo a un nuovo logo o un nuovo slogan, ma può includere anche il lancio di nuovi prodotti, il miglioramento dei

Stefania Giuseppetti

servizi esistenti e l’adozione di nuove strategie di comunicazione.

IL REBRANDING UNA RISPOSTA

NECESSARIA

Il rebranding è anche un’opportunità per le aziende di riflettere sui propri valori e missione. In un’epoca in cui i consumatori sono sempre più attenti a questioni come la sostenibilità e la responsabilità sociale, un rebranding efficace può aiutare un’azienda a dimostrare il suo impegno verso queste cause, rafforzando così la fiducia e la fedeltà dei clienti. In conclusione, il rebranding non è solo una risposta necessaria ai cambiamenti del mercato e delle condizioni sociali, ma è anche un’opportunità strategica per la crescita e l’evoluzione aziendale.

IL CASO STARBUCKS

Un caso emblematico è quello di Starbucks, lo storico marchio di caffetterie diffuso in tutto il mondo che negli anni è riuscito ad evolversi adattandosi alle nuove richieste dei consumatori. Nel 2011, per celebrare il 40° anniversario, ha eliminato la scritta Starbucks Coffe dal logo, rimarcando la volontà di intraprendere nuove strategie e garantire al brand una maggiore libertà e flessibilità di innovare ed esplorare nuovi prodotti e nuovi canali di distribuzione. Da un’azienda semplice che vendeva caffè, Starbucks è riuscito ad attuare strategie di marketing che, attraverso programmi di fedeltà, attività sui social media e servizi offerti ai suoi membri, ha messo le persone al centro. Il consumatore all’interno del punto vendita, non è un numero ma è una persona che fa parte di una comunità, una persona che viene chiamata per nome quando il suo ordine è pronto. L’azienda aveva cominciato a scrivere i nomi dei clienti sui bicchieri per evitare possibili errori. Ma questa scelta pratica è diventata un fenomeno di marketing che offre al pubblico una particolare attenzione.

IL CASO M&M’S M&M’s, l’azienda produttrice di confetti colorati ha deciso di rinnovarsi, manifestando il proprio impegno verso l’inclusività. Nonostante il logo sia rimasto tale, il cambio di personalità del

brand si percepisce, oltre che nel cambio estetico delle mascotte e nella forma irregolare di ogni confetto, soprattutto nell’enfasi data alla & commerciale che rimanda al concetto di inclusività. Con l’istituzione del fondo M&M’S FUNd il brand punta all’obiettivo di “aumentare il senso di appartenenza per 10 milioni di persone entro il 2025” tramite attività di formazione, mentorship, risorse anche finanziarie nel campo delle arti e intrattenimento.

IN EVIDENZA

• Il rebranding è un processo cruciale per le aziende che vogliono rimanere rilevanti e competitive in un mercato in continua evoluzione

• Il rebranding è anche un’opportunità per le aziende di riflettere sui propri valori e missione

• Il rebranding deve essere applicato con cautela e nel modo più adatto

Cathryn Sleight, Chief Growth Officer di Mars Wrigley, ha annunciato «Questo purpose dà una maggior concretezza all’impegno in cui abbiamo sempre creduto come brand: che tutti hanno il diritto di godersi momenti di felicità e che il divertimento è il modo più potente per aiutare le persone a sentirsi parte di qualcosa». Jane Hwang, Global Marketing Vice President di Mars Wrigley, ha dichiarato «Dalle innovazioni di prodotto alle campagne di brand, dai nostri personaggi ai nostri canali retail esperienziali, porteremo elementi visivi colorati, messaggi inclusivi e il nostro fine ultimo in tutto ciò che facciamo per dimostrare che tutti

insieme ci si diverte di più. Questo purpose era già visibile nel nuovo negozio di Berlino, con segnaletica in più lingue e personale scelto all’insegna della maggior diversità possibile per accogliere coloro che provengono da culture, background e generazioni diverse». Dal momento che il marchio comunica l’idea dell’azienda ed è il simbolo del legame che questa ha con il proprio pubblico, è importante che la strategia di rebranding venga applicata con cautela e nel modo più adatto, proprio per non interrompere tale relazione, ma mantenerla e rafforzarla. Nella guerra commerciale planetaria il marchio diventa una delle armi più affilate.

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I NOSTRI PARTNER

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Il gruppo BluFennec raccoglie sotto di sé quattro marchi eccellenti del settore turistico: Ruta40, Gabbiano Livingston, CarréBlu e Upperail

L'ESPERIENZA IDEALE DI

OGNI SINGOLO VIAGGIATORE

Il team è formato da professionisti esperti che instaurano con i clienti un dialogo aperto per cogliere tutte quelle sfumature che trasformeranno le loro richieste in esperienze perfette per loro

Tutti i viaggi che progettiamo e realizziamo sono il frutto di passione e dedizione. Le nostre esperienze su misura sono opportunità uniche per entrare in contatto con nuove culture, esplorare luoghi straordinari e immergersi in avventure memorabili. Non solo, crediamo anche nel potere del viaggio di trasformare le menti, nella possibilità di diffondere cultura e cambiare il mondo di chi parte con noi. Insieme a noi abbraccerete la bellezza dell'inaspettato e celebrerete l'unicità di ogni singola esperienza. Per offrire l'esperienza ideale di ogni singolo viaggiatore, il gruppo BluFennec raccoglie sotto di sé quattro marchi eccellenti del settore turistico: Ruta40, Gabbiano Livingston, CarréBlu e Upperail. Ognuna di queste realtà porta con sé una storia ventennale e una specializzazione che la contraddistingue, ma tutte condividono un obiettivo comune: proporre viaggi esclusivi che arrivino al cuore e alla mente dei viaggiatori. Il nostro team, infatti, è formato da professionisti esperti che instaurano con i clienti un dialogo aperto per cogliere tutte quelle sfumature che trasformeranno le loro richieste in esperienze perfette per loro. Coinvolgiamo i nostri interlocutori con eventi e progetti, condividendo la grande passione per la scoperta, ispirando chi è intorno a noi ad esplorare e stimolandolo a intraprendere nuove avventure. In prima persona ci impegniamo a promuovere servizi responsabili e sostenibili, rispettando l'ambiente e le comunità locali. Perché ogni esperienza deve essere positiva per tutti, anche per le persone che incontriamo lungo il nostro cammino.

I BRAND DEL GRUPPO

Gabbiano Livinsgton, creiamo viaggi su misura in tutto il mondo, grazie all'esperienza maturata in oltre 25 anni di attività. I nostri viaggi offrono un punto di vista speciale sul mondo. Proponiamo tratte con aerei privati in volo a bassa quota. Dietro questa esperienza c'è la volontà di vivere una destinazione in modo completo, incorporando l'atmosfera e l'anima di ciascun luogo.

Coinvolgimento e ispirazione, siamo più di un semplice gruppo. Siamo un invito a esplorare il mondo in un modo nuovo. Coinvolgiamo il nostro pubblico con eventi e progetti, condividendo la nostra grande passione per la scoperta e stimolandolo a intraprendere nuove avventure. Ispiriamo chi è intorno a noi ad esplorare, imparare e connettersi con la Terra in modo significativo. Responsabilità e connettività , tutto ciò che realizziamo è un'opportunità per fare la differenza perché noi in primis ci impegniamo a promuovere servizi responsabili e sostenibili, rispettando l'ambiente e le comunità locali. Il nostro obiettivo è far sì che ogni esperienza con noi sia un'esperienza positiva per tutti, dai nostri clienti alle persone che incontriamo lungo il nostro cammino.

Quando il volo non è la soluzione ideale o non è sicuro, proponiamo il viaggio sulla terraferma, per vivere situazioni al di fuori del turismo di massa. Ruta40 è un Tour Operator nato nel 2002 che progetta viaggi Tailor Made nei luoghi più antichi e suggestivi del pianeta. Crea viaggi esperienziali ascoltando i bisogni e i desideri dei viaggiatori, portandoli alla scoperta di vecchie e nuove civiltà, e immergendoli in natura e cultura. Segnalato sulle maggiori guide turistiche come riferimento per il Sud America e l'Antartide, è partner strategico degli Enti del Turismo e parte di Serandipians Traveller Made. CarréBlu è un Tour Operator nato nel 2003, progetta viaggi Tailor Made nei luoghi più incontaminati del mondo. Mari lontani, isole sperdute e culture locali di grande interesse, per viaggi dedicati all'armonia, ad atmosfere magiche e al lusso. Segnalato sulle maggiori guide turistiche come riferimento per l'Oceano Indiano e Pacifico e partner strategico e preferenziale degli Enti del Turismo, fa parte di Traveller Made e promuove un turismo rispettoso. Sicurezza e comfort dei viaggiatori sono messi al 1° posto, affidandosi alle migliori strutture ricettive e garantendo assistenza in italiano 24su24. Upperail, Tour Operator specializzato in viaggi Slow Travel in treni di lusso in giro per il mondo.

TURISMO

Categoria: tour operator Ragione sociale: blufennec srl - Indirizzo: Via Sant’Antonio da Padova, 1 – 10121 Torino - Anno di fondazione: 2023 - Numero sedi: 2

COSA OFFRIAMO AI NOSTRI PARTNER

Offriamo esperienze su misura, uniche ed esclusive, in grado di trasportare in dimensioni inesplorate, e di creare ricordi che durano per sempre. Le nostre esperienze si connettono in modo rispettoso con la cultura locale e l’ambiente circostante, per far vivere momenti autentici e sostenibili. “Cerchiamo di fare ciò che è giusto, non solo ciò che è conveniente”.

I PARTNER CON I QUALI COLLABORIAMO

-La Martina, marchio mondiale che produce attrezzature da polo di alta qualità in Argentina. -Silversea, compagnia di navigazione di lusso che esplora tutto il mondo -Made For A Woman, primo brand di moda responsabile in Madagascar -Explora, lodge sostenibili nei territori più remoti del mondo

I NOSTRI PUNTI DI FORZA: PERCHÉ SCEGLIERE IL NOSTRO BRAND

Esclusività, Unicità, Sostenibilità, Preparazione ed Esperienza, Connettività e adattabilità

Referente: Valeria Guaragna Sito web: www.blufennec.com

Pianificare e realizzare campagne mirate permette di raggiungere i propri obiettivi in modo efficace

COME LA TRASFORMAZIONE

DELLE AZIENDE IN MEDIA AGENCY STA FACENDO EVOLVERE I SOCIAL NETWORK

Creare contenuti di valore, costruire relazioni con i propri follower e affermarsi come voce autorevole nel proprio settore sono solo alcune delle sfide che le aziende devono affrontare per sfruttare appieno il potenziale dei social

Nell'era digitale, i social media hanno assunto un ruolo centrale nella comunicazione aziendale, trasformandosi da semplici canali di promozione a strumenti essenziali per far diventare le aziende vere e proprie “media company”. Creare contenuti di valore, costruire relazioni con i propri follower e affermarsi come voce autorevole nel proprio settore sono solo alcune delle sfide che le aziende devono affrontare per sfruttare appieno il potenziale dei social. Tuttavia, il panorama digitale è in continua evoluzione, con l'emergere di nuove piattaforme, l'affermarsi di nuovi trend e il mutare delle esigenze degli utenti. Per stare al passo con questi rapidi cambiamenti, è fondamentale che le aziende abbiano le competenze e gli strumenti necessari per navigare con successo nel complesso mondo dei social media per poter attuare una strategia social efficace, che include l'identificazione degli obiettivi da raggiungere, il target di riferimento e i canali più adatti per raggiungerlo. Inoltre, la creazione di contenuti di valore, originali e coinvolgenti, è essenziale per catturare l'attenzione degli utenti e fidelizzarli. Gestire le campagne social è un altro aspetto cruciale: pianificare e realizzare campagne mirate permette di raggiungere i propri obiettivi in modo efficace. Monitorare i risultati e analizzare le

performance delle campagne e dei contenuti è altrettanto importante per ottimizzare la strategia social nel tempo. Infine, rimanere aggiornati sulle ultime tendenze del mondo dei social media e sulle nuove piattaforme emergenti è fondamentale per mantenere un vantaggio competitivo. Trasformare la propria azienda in una media company offre numerosi vantaggi, tra i quali l'aumento della brand awareness, ovvero la visibilità e la riconoscibilità del brand sul mercato.

SALVATORE CARBONI - CEO

Migliorare il posizionamento online rafforza la presenza dell'azienda e attira nuovi potenziali clienti. Inoltre, creare relazioni solide e durature con i propri clienti favorisce la loro fidelizzazione. La generazione di lead, ossia l'aumento del numero di contatti e potenziali clienti, è un altro beneficio significativo. Infine, rafforzare la reputation aziendale consolida l'immagine e la fiducia dei clienti verso l'azienda. Per le aziende che vogliono rimanere competitive in un mondo digitale in continua evoluzione, sfruttare al meglio il potenziale dei social media è fondamentale come rimanere sempre aggiornati sulla loro futura trasformazione. I social media stanno vivendo un’evoluzione significativa, e il loro futuro sembra promettente. Ecco alcune tendenze chiave: Video e Creator Economy: I video realizzati dai “creatori di contenuti” stanno guadagnando terreno. App come TikTok e Twitch sono in crescita, e gli utenti sono sempre più propensi a donare “regali” (solitamente soldi) durante le trasmissioni n diretta degli influencer.

Questo ha dato vita a quella che viene chiamata “Creators economy”.

Integrazione con altre tecnologie: Il futuro potrebbe portare a una maggiore integrazione dei social media con altre tecnologie, creando nuovi modelli di interazione sociale.

Interattività e coinvolgimento: I social media diventeranno sempre più interattivi e attenti alle esigenze degli utenti.

Immersività digitale: Si prevede che i social network offriranno un’esperienza più fluida ed efficace, semplificando e ampliando le azioni degli utenti. L’idea di connessione e condivisione online rimane forte, e l’evoluzione futura dei social media potrebbe portare a nuove opportunità e modi di interagire online. Tra i social network più strategici nella pianificazione aziendale attualmente si confermano Facebook, Instagram, LinkedIn, YouTube e TikTok. Facebook, con oltre 2,9 miliardi di utenti attivi mensili, è il social network più utilizzato al mondo e offre una vasta gamma di strumenti per le aziende, come pagine aziendali e campagne pubblicitarie. Instagram, con oltre 2 miliardi di

utenti attivi mensili, è particolarmente efficace per i settori visivi come moda, design, food e travel. LinkedIn, con oltre 830 milioni di utenti attivi mensili, è la piattaforma ideale per entrare in contatto con professionisti del proprio settore e promuovere la propria expertise. YouTube, con oltre 2 miliardi di utenti attivi mensili, è perfetto per le aziende che desiderano creare contenuti video di alta qualità. Infine, TikTok, con oltre 1 miliardo di utenti attivi mensili, è particolarmente popolare tra i giovani ed è basato su video brevi e divertenti. La scelta dei social più strategici per la propria azienda richiede un'analisi attenta del mercato, del pubblico di riferimento e degli obiettivi da raggiungere. Creare contenuti di valore, adatti al social network scelto, e interagire attivamente con i propri follower è fondamentale per costruire relazioni durature e fidelizzare i clienti. Oggi, il panorama della comunicazione aziendale sta vivendo una trasformazione profonda. Un prodotto non si limita più a essere presentato: viene raccontato e, soprattutto, fatto raccontare, comunicando valori, idee e impegni che l’azienda assume nei confronti della società in cui opera.

Il periodo storico attuale impone una revisione dei modi e dei metodi con cui le aziende comunicano e si relazionano con i propri clienti. Le aziende si sono trasformate da entità il cui unico obiettivo era vendere prodotti a vere e proprie media company, che cercano di emergere in un contesto saturo e indifferenziato di contenuti. Le aziende di oggi, oltre a mettere sul mercato prodotti e servizi innovativi, devono lavorare per costruire relazioni con la propria audience di riferimento. Questo richiede la creazione di veri e propri prodotti editoriali. Non si presenta più semplicemente un prodotto o un servizio, ma lo si racconta e si fa raccontare, comunicando valori, idee e impegni. La diffusione del web 2.0 e delle tecnologie digitali ha creato una rete di new media e smart object che costituiscono la base della “network society”. Il pubblico non è più solo passivo o attivo, ma diventa un co-creatore di contenuti. Le aziende devono riconoscere che il controllo dei brand e della loro immagine sta passando dalle loro mani a quelle dei consumatori. Gli uffici marketing devono essere pronti a lasciare le vecchie regole e progettare narrazioni coinvolgenti. Il vecchio piano editoriale, da solo, non basta più. La comunicazione aziendale necessita di una pianificazione accurata dove un posto importante è occupato dallo storytelling transmedia, dal brand journalism e da un’organizzazione ben strutturata nel percorso verso la media company. La qualità del contenuto è un fattore determinante: non basta più esserci, bisogna distinguersi La creatività deve essere un punto cardine delle strategie della media company. I contenuti devono portare valore aggiunto e avere una mission definita: informare, aiutare o intrattenere i potenziali clienti. Le aziende che puntano a diventare media company devono creare una piattaforma riconoscibile, come per esempio un sito web, e poi evolvere il piano di comunicazione in un palinsesto multicanale. Devono essere, insomma, presenti ovunque, sia online con blog e social media che naturalmente offline con eventi e strumenti di comunicazione più tradizionale.

COMUNICAZIONE – SOCIAL MEDIA - INTERNET

Categoria: Media Agency - Ragione sociale: Blue Studio Agency SrlsIndirizzo: Viale Caprera 7/f Sassari (SS) - Anno di fondazione: 2023Numero sedi: 1

COSA CERCHIAMO DAI NOSTRI PARTNER

Come agenzia media, ci avvaliamo di partner che completino le nostre competenze e ci aiutino a raggiungere i nostri obiettivi aziendali.

COSA OFFRIAMO AI NOSTRI PARTNER

Web & Social Media Marketing -Servizio di scrittura professionale -Pubblicità -Grafica -Organizzazione eventi -Riprese e montaggio video -Produzioni Podcast

I NOSTRI PUNTI DI FORZA: PERCHÉ SCEGLIERE IL NOSTRO BRAND

-Esperienza comprovata: I nostri soci vantano anni di esperienza nel settore, maturata lavorando in diverse società e gestendo una vasta gamma di progetti.

-Team di esperti: Il nostro team è composto da professionisti qualificati e appassionati del loro lavoro con competenze specifiche in diverse aree del marketing digitale: social media, sviluppo web, grafica e SEO. -Approccio collaborativo: Crediamo nella collaborazione e nel lavoro di squadra. Collaboriamo strettamente con i nostri clienti per capire i loro obiettivi e sviluppare strategie personalizzate che li aiutino a raggiungerli.

-Risultati concreti: Il nostro obiettivo è quello di aiutare i nostri clienti a raggiungere risultati concreti e misurabili.

-Passione e dedizione: Siamo appassionati di ciò che facciamo e ci dedichiamo con entusiasmo a ogni progetto.

Referente: Salvatore Carboni Sito web: https://bluestudioagency.it

Modello di Gestione e Controllo ai sensi del D. lgs. n. 231/01

231CONTROL CI SPIEGA COME ADEGUARSI

Quando si parla di responsabilità e conseguenze da reato la prima domanda è: chi risponde? Un Ente o una persona giuridica può rispondere di un delitto commesso da un soggetto appartenente alla sua struttura organizzativa?

Il Decreto Legislativo 231 del 2001 introduce e disciplina per la prima volta in Italia il concetto di responsabilità amministrativa degli enti, norma che produce un forte impatto nei confronti delle società, che si trovano a rispondere in sede penale personalmente e direttamente dei reati commessi, nell’interesse o a vantaggio dell’azienda, dai propri vertici o dipendenti o collaboratori. Viene prevista l’attuazione di un Modello di Organizzazione e Gestione, strumento che se ritenuto idoneo può comportare per l’ente l’esimente dalla responsabilità, laddove risulti affidato ad un Organismo di Vigilanza il compito di vigilare sull’osservanza del Modello stesso. I delitti (reati presupposto) sono tassativamente indicati dagli artt. 24 e ss. del D. Lgs. 231/2001, e ricomprendono, ad esempio, reati informatici, il reato di omicidio colposo o di lesioni colpose gravi o gravissime, reati tributari, reati contro la p.a., reati ambientali, ecc.

Quali sono i principi fondamentali ai sensi del D. Lgs. 231/01?

I Principi fondamentali per potersi ritenere in regola con il D. lgs. 231/01 sono i seguenti:

• Predisporre ed adottare, prima della commissione del fatto, modelli organizzativi e gestionali idonei a prevenire reati;

• Costituire un Organismo di Vigilanza dell’ente con compito di vigilare efficacemente sul funzionamento e sull’osservanza di modelli e curare il loro

aggiornamento;

• Definire i modelli di organizzazione e gestione;

• Essere in grado di evitare la commissione del reato se non mediante l’elusione fraudolenta dei modelli stessi;

• Individuare le attività nel cui ambito possono essere commessi tali reati;

• Prevedere specifici protocolli diretti a programmare la formazione e l’attuazione delle decisioni dell’ente in relazione ai reati da prevenire;

• Individuare modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee ad impedire la commissione di reati;

Ovviamente tali adempimenti devono poter essere svolti senza danneggiare l’attività dell’Ente per cui è necessario l’utilizzo di strumenti che permettano di raggiungere il risultato senza gravare in modo eccessivo sui processi aziendali riducendo al contempo il costo correlato agli adempimenti stessi.

Quale è il criterio soggettivo?

Il criterio soggettivo di imputazione stabilisce che i reati-presupposto devono essere stati commessi dalle persone:

1. in posizione di vertice (lett. a), oppure 2. da quelle sottoposte alla direzione o vigilanza delle prime (lett. b); come ora vedremo, sul piano processuale, sono diverse le conseguenze prodotte dai criteri soggettivi.

Se il reato è stato commesso da un soggetto in posizione apicale, l’ente NON risponde se prova di aver adottato un efficace modello organizzativo, di aver attribuito la vigilanza sul medesimo ad un organo interno dotato di poteri autonomi di iniziativa e controllo, che la persona abbia commesso il reato eludendo fraudolentemente il modello; in questi casi l’esenzione dalla responsabilità deve essere provata dall’ente.

N. B. L’adozione di congrui modelli si rende necessaria per scongiurare reati eterogenei, connessi a processi decisionali realizzati in vari ambiti aziendali: dall’aggiudicazione di gare di pubblico appalto, alla contrattazione con la P.A. per la fornitura di beni e servizi; dall’ottenimento di autorizzazioni, licenze, concessioni, finanziamenti, alla commissione dei reati penali di natura societaria (violazione di obblighi degli organi ed operazioni sul capitale); dall’irregolare gestione finanziaria alla frode informatica.

Qual è il criterio Oggettivo?

L’interesse e il vantaggio sono i due criteri oggettivi di imputazione della responsabilità dell’ente ex art. 5 c.1 Dlgs. 231/2001.

L’interesse è identificato da un fine contenuto nella condotta delittuosa della persona fisica e per questo il giudice deve valutarlo ex ante, al momento dell’azione; infatti l’attuazione dell’interesse può verificarsi ma anche rimanere solo potenziale. Il vantaggio, invece, è identificato da un profitto materiale ottenuto grazie alla commissione del reato anche indipendentemente dall’interesse del soggetto agente; infatti il vantaggio è sempre associato a beni materiali riconducibili al patrimonio. L’art. 5 c.2 Dlgs. 231/2001 dice che “l’ente non risponde se le persone indicate al comma 1, hanno agito nell’interesse esclusivo proprio o di terzi”; la ratio della clausola di irresponsabilità dell’ente è evidente in quanto in assenza dei criteri oggettivi di imputazione, l’interesse o il vantaggio, la responsabilità della persona giuridica è esclusa. L’art. 8 c.1 lett. a) Dlgs. 231/2001 dice che la responsabilità dell’ente sussiste anche quando l’autore del reato non è stato identificato (o non è imputabile); da ciò si

evince l’autonomia della responsabilità dell’ente rispetto a quella del soggetto agente. Da chi deve essere formato l’O.d.V. (Organismo di vigilanza)?

I componenti dell’Organismo di Vigilanza devono avere idonee competenze professionali e possedere/acquisire un’approfondita conoscenza della struttura organizzativa dell’ente, oltre che la totale padronanza del Modello. La nostra struttura ha nel Dott. Massimo Zampetti la figura già presente in Organismi di Vigilanza, preparata dal punto di vista Legale e Amministrativo (Legal Advisor), profondo conoscitore dei reati informatici e della normativa sulla Privacy (Certificato Data protection Officer e presente come DPO in diverse strutture sia Private che Pubbliche) e nell’l’Ing Coalberto Testa (RSPP per diverse strutture) un Consulente specializzato per tutti gli aspetti tecnici relativi alla sicurezza nei luoghi di lavoro . In particolare, i Poteri affidati all’Organismo di Vigilanza sono:

• chiedere informazioni o l’esibizione di documenti in merito alle attività sensibili, a tutto il personale dipendente dell’Ente e, laddove necessario, agli amministratori, al collegio sindacale, ai soggetti incaricati in ottemperanza a quanto previsto dalla normativa in materia di antinfortunistica e di tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro;

• verificare periodicamente il Modello organizzativo e, ove necessario, proporre al Consiglio di Amministrazione eventuali modifiche e aggiornamenti;

• nel caso di accadimento di fatti gravi ed urgenti informare immediatamente il Consiglio di Amministrazione e il Collegio Sindacale;

• verificare che sia stata data opportuna informazione e conoscenza del Modello Organizzativo;

• collaborare con i Direttori/responsabili titolari di rapporti con controparti, nell’individuazione delle tipologie di rapporti giuridici con soggetti esterni all’Ente ai quali è opportuno applicare il Modello organizzativo e nella determinazione delle modalità di comunicazione a tali soggetti.

N. B. L’Organismo di Vigilanza può essere monocratico o collegiale, con componenti interni e/o esterni.

Nel momento in cui vi è una condanna ai sensi del D. lgs. 231/01, quali sanzioni sono previste?

Le sanzioni a cui l’azienda o ente in genere potrebbe andare incontro sono particolarmente pesanti e applicabili anche in via cautelare:

• Sanzioni interdittive (interdizione, anche fino ad un anno per alcuni reati, dall’esercizio dell’attività; sospensione o revoca di autorizzazioni/ licenze/ concessioni; mancata ammissione a gare di fornitura della P.A.; esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e revoca di quelli concessi; il divieto di pubblicizzare i propri beni o servizi, etc.);

• Sanzioni pecuniarie calcolate con il sistema delle quote variano in base al reato ed alla gravità della responsabilità dell’azienda;

• Confisca del profitto del reato;

• Pubblicazione della sentenza.

Chiunque abbia bisogno di una consulenza o di maggiori chiarimenti può contattare il presente indirizzo email: info@231control.it

CONSULENZA AZIENDALE

Categoria: consulenza aziendale - Ragione sociale: mz capital srl - Indirizzo: passsaggio don a. seghezzi 2 bergamo 24122Anno di fondazione: 2019 - Numero sedi: 2 Bergamo e Bologna

COSA OFFRIAMO AI NOSTRI PARTNER

-Il nostro obiettivo: creare sempre nuovo valore aggiunto per i nostri clienti. -L’addestramento, il coinvolgimento del personale e la sua motivazione e formazione continua sono presupposti indispensabili per il successo delle nostre attività.

-Amiamo essere consulenti in prima linea, al fianco degli imprenditori per realizzare, nella loro azienda, le strategie e gli obbiettivi che ci siamo posti insieme. -Esperti nell’adeguamento legislativo ai sensi del D. lgs. 231/01 cd. Modello 231, i nostri Consulenti e Membri dell’Organismo di Vigilanza sono Avvocati e Ingegneri iscritti al rispettivo Albo.

-Esperti nella Formazione del personale in materia di Privacy, Cybersecurity, Videosorveglianza, Modello 231, Trasparenza e Anticorruzione

-Esperti nell’adeguamento legislativo ai sensi della normativa Europea in materia di Privacy cd. Regolamento UE n. 679/16

-Esperti per l’ottenimento delle certificazioni UNI ISO 9001 e UNI ISO 27001

Referente: Massimo Zampetti

Sito web: www.231control.it

Nell'era digitale i dati sono una risorsa preziosa per le aziende

DATA ANALYTICS: VANTAGGIO COMPETITIVO

Le aziende devono investire nelle tecnologie giuste e sviluppare competenze interne per gestire e proteggere i propri dati, garantendo così una crescita sostenibile e una posizione competitiva nel mercato globale

Nell'odierno mondo della gestione dei dati, le idee di Stafford Beer, famoso per il suo lavoro nella cibernetica e nella teoria dei sistemi, sono cruciali per capire come le organizzazioni possano adattarsi e prosperare in un ambiente in continuo cambiamento. Il suo "Modello di Sistema Viabile" (VSM) suggerisce che le organizzazioni devono funzionare come un sistema vivente, capace di autoregolarsi e adattarsi per essere efficaci e sostenibili. Questo modello vede ogni unità operativa come un sistema autonomo ma interconnesso, in grado di rispondere rapidamente ai cambiamenti. La chiave è la comunicazione efficace tra ogni sottosistema, permettendo all'organizzazione di mantenere l'equilibrio e raggiungere i propri obiettivi. Nell'era digitale, i dati sono una risorsa preziosa

di Massimo Bosetti

per le aziende. Le informazioni raccolte da diverse fonti, come il comportamento dei clienti e le operazioni interne, forniscono una visione dettagliata che può guidare decisioni strategiche, migliorare l'efficienza e aprire nuove opportunità di mercato. I dati non sono solo un sottoprodotto delle attività aziendali, ma una risorsa strategica che, se gestita bene, può offrire un grande vantaggio competitivo. Le aziende all'avanguardia capiscono che il valore dei dati sta nella loro analisi e trasformazione in informazioni utili. Questo processo, noto come data analytics, aiuta le imprese a identificare tendenze, prevedere comportamenti futuri e ottimizzare le strategie. L'uso intelligente dei dati può migliorare ogni aspetto del business, dalla personalizzazione delle offerte per i clienti alla gestione delle catene di approvvigionamento.

STORIA DELL’AZIENDA – IL PROGETTO AZIENDALE

“La tecnologia deve creare valore, non essere un costo”. Ecco perché nasce HCM, per portare l’innovazione tecnologica al servizio dei propri clienti, accompagnandoli nel futuro nel modo più semplice possibile. HCM offre soluzioni personalizzate per clienti di tutto il mondo, basate su un approccio innovativo e orientato al risultato. La consulenza HCM è concepita per aiutare i clienti a raggiungere gli obiettivi, migliorare la tattica, il focus e la direzione, unendo l’implementazione tecnologica alla strategia personalizzata più adatta al business specifico. La forza di HCM è l’essere scaturita da professionisti indipendenti, decisi ad unire le forze per dare un servizio sempre più completo ai propri clienti. Lavorare insieme significa avere una visione comune, agire simultaneamente, condividere gli obiettivi ed accorciare i tempi. Tutto ciò consente di accompagnare il cliente senza mai tralasciare nulla. Tecnologia ed innovazione, marketing, cybersecurity, IT e web development, franchising, blockchain, formazione, radiologia e sterilizzazione, per concludere con le divisioni di diritto contrattuale societario e digitale. HCM è il partner completo ed affidabile a cui rivolgersi. Scegliere HCM come partner significa affidarsi a una squadra di visionari, con esperienza trentennale nel settore della gestione imprenditoriale, dello sviluppo tecnologico sanitario, della sicurezza delle infrastrutture e dei dati e dell’elaborazione di soluzioni IT.

Con l'aumento dell'interconnessione dei sistemi informatici, la protezione dei dati è diventata una priorità fondamentale. La sicurezza dei dati non è solo una questione di rispetto delle normative, ma è essenziale per proteggere l'integrità e la fiducia nelle relazioni aziendali. Le violazioni dei dati possono causare perdite finanziarie, danni alla reputazione e perdita di fiducia da parte dei clienti. Le aziende devono adottare una strategia di difesa che includa tecnologie avanzate di sicurezza informatica, politiche aziendali rigorose e una cultura orientata alla protezione dei dati. Questo implica l'uso di firewall, sistemi di rilevamento delle intrusioni, crittografia dei dati e protocolli di autenticazione robusti. Inoltre, è fondamentale formare continuamente i dipendenti sulla sicurezza informatica per prevenire errori umani che potrebbero compromettere la sicurezza dei dati. Il modello di gestione cibernetica di Stafford Beer e l'importanza strategica dei dati aziendali mostrano quindi come la raccolta, l'analisi e la protezione dei dati siano cruciali per il successo delle organizzazioni moderne. Le aziende devono investire nelle tecnologie giuste e sviluppare competenze interne per gestire e proteggere i propri dati, garantendo così una crescita sostenibile e una posizione competitiva nel mercato globale.

DIGITALIZAZZIONE

Categoria: IT - consulenza manageriale - Ragione sociale: HcmSwiss sagl - Indirizzo: Via delle Monache 4 CH-6600 Locarno - Anno di fondazione: 2020 - Numero sedi: 1

COSA OFFRIAMO AI NOSTRI PARTNER

-Consulenza manageriale

-Healt care management

-IT - Cybesecurity & Privacy

-Consulenza e formazione Bitcoin e Blockchain

-Formazione continuativa

-Consulenza legale contrattualistica e societaria

-Consulenza legale in diritto digitale

-Consulenza in internazionalizzazione d’impresa

-Consulenza in sterilizzazione e tecnologie radiologiche sanitarie

I PARTNER CON I QUALI COLLABORIAMO

-SET - sterilizzazione, radiologia e progettazione di studi medici,

-Hildelab - office automation e servizi integrati per le aziende.

-Eclexys - cybersecurity, networking, satellite positioning, embedded systems

-Wealty - tecnolgie per la salute

-Teclae - sistemi software avanzati per progettazione e fornitura di servizi di sicurezza integrata e di telemedicina

-DMTV International - consulenza globale in internazionalizzazione, contrattualistica e diritto societario

-Studio Odescalchi - Studio legale specializzato in diritto industriale e della tecnologia

-Studio Grossi - formazione, consulenza e sviluppo in ambito Bitcoin e I PARTNER CON I QUALI COLLABORIAMO

Siamo il partner ideale per accompagnare il tuo business ad un livello superiore. Ti insegniamo a proteggere i risultati ottenuti e a sottomettere l’innovazione tecnologica al tuo volere. Il nostro team è composto da professionisti riconosciuti in differenti settori che garantiscono una visione totale e completa delle necessità del tuo business.

Referente: Massimo Bossetti

Sito web: hcmswiss.ch

Come far circolare e distribuire in modo corretto i propri prodotti nei paesi dell’Unione

IL CONTRATTO DI DISTRIBUZIONE IN EUROPA

Quando il rapporto all’estero diviene rilevante per l’azienda è bene che le parti convengano di definire contrattualmente i propri rapporti individuando punti fermi a tutela di entrambe. Ecco alcuni esempi: Belgio, Olanda, Francia, Germania

Che cosa si intende per contratto di distribuzione o di vendita in esclusiva… Prima di rispondere alla domanda, fornendo una definizione del contratto di distribuzione o di vendita in esclusiva, occorre fare una breve premessa ricordando il contesto nel quale tale tipo di contratto trova applicazione. Quando una azienda si accinge a vendere i propri prodotti, tra i primi problemi che si trova a dovere affrontare vi è quello di trovare adeguati canali di vendita. Si tratta quindi di individuare i mezzi più idonei per soddisfare le esigenze dell’impresa. In un primo tempo si farà di tutto per trovare i primi clienti per poi cercare forme più articolate ed organizzate di vendita attuate attraverso contratti di agenzia ovvero di concessione di vendita in esclusiva o altre forme contrattuali che consentano di realizzare una maggiore penetrazione nel mercato. Spesso la soluzione più immediata consiste nella ricerca di un agente. Con il contratto di agenzia l’impresa si assicura il controllo della clientela, dal momento che gli ordini le vengono trasmessi dall’agente, ma la preponente provvederà poi direttamente ad effettuare tutte le operazioni commerciali, quali l’accettazione dell’ordine, la consegna della merce e la fatturazione al cliente, con successivo pagamento delle provvigioni dovute all’agente. Soprattutto nel caso di vendite all’estero, può essere però ritenuto più efficace e più comodo disporre di uno o più

interlocutori, esperti del territorio, ai quali lasciare il compito di vendere direttamente ai clienti che operano nella zona di loro competenza. In questo caso gli ordini, la fatturazione e la consegna, saranno rivolti esclusivamente al “rivenditore”.

Finché questo rapporto non viene regolato tra le parti con obblighi reciproci che le vincolino contrattualmente, sarà difficile poter far valere diritti e doveri al di fuori da quelli tipici del contratto di compravendita. Si tratta infatti di una forma contrattuale che in Italia, non trova nel codice o nella legge una disciplina specifica. Se il rapporto diviene rilevante per l’azienda e le merci acquistate siano poi soggette a rivendita in una zona determinata, è bene che le parti convengano di definire contrattualmente i propri rapporti individuando punti fermi a tutela di entrambe. La stipulazione di contratti di vendita e di somministrazione a grossisti o distributori consente invece al produttore di collocare sul mercato i propri prodotti senza assumere su di sé i costi ed i rischi della distribuzione commerciale. Tale struttura non permette però di coordinare e di imporre ai rivenditori le modalità di vendita o di controllarne l’attività.

Per tale ragione l’esigenza dell’imprenditore di non disinteressarsi della commercializzazione dei propri prodotti, pur senza sopportarne la totalità dei costi e rischi, ha determinato il diffondersi nella pratica di accordi contrattuali complessi volti a creare una più stretta integrazione economica fra produttore e rivenditore. Tali accordi prevedono clausole che consentono al produttore una penetrante ingerenza nella sfera decisionale dei propri rivenditori ed un coordinamento unitario della rete distributiva. Allo stesso tempo, e come contropartita delle limitazioni della libertà decisionale, ai rivenditori sono offerte più sicure possibilità di guadagno attraverso la concessione di una posizione di privilegio, spesso costituita dall’esclusiva di rivendita per una determinata zona. E’ questo il fenomeno della c.d. “distribuzione integrata” (CAMPOBASSO: “Diritto commerciale”, Vol. III, II Ed., 2000, p. 33 ).

Una interessante definizione di tale contratto è data dal prof Pardolesi: si tratta di “contratti-quadro in forza dei quali un operatore economico assume, verso contropartita consistente nelle opportunità di guadagno che si legano alla commercializzazione delle merci contrattuali, l’obbligo di promuovere la rivendita dei prodotti forniti dalla controparte; l’obbligo il cui adempimento postula singoli contratti per l’acquisto, a condizioni predeterminate, dei prodotti da rivendere” ( PARDOLESI: “I contratti di distribuzione”, Jovene Napoli, 1979, p. 297).

Caratteristiche del contratto È un contratto consensuale, a titolo oneroso, basato sul c.d.”intuitus personae” , la fiducia tra le parti, e viene stipulato in forma scritta. Non si tratta di un contratto “tipico” - dotato quindi di normativa specifica – ma gli usi hanno contribuito a individuarne le caratteristiche principali. Tra queste, una delle principali é rappresentata dall’esclusiva territoriale a favore del “concedente” o di entrambe le parti Perché sia valida la clausola relativa all’esclusiva deve essere inserita nel contratto perché, in mancanza, la giurisprudenza è costante nel ritenere che non sia stata voluta. Potranno essere definiti anche gli aspetti relativi alle condizioni generali di vendita, la durata, l’eventuale definizione di un programma di acquisti con una ripartizione delle consegne nel corso dell’anno, in modo da consentire alla società produttrice una pianificazione della produzione, il diritto di utilizzo del marchio e le eventuali limitazioni. Il contratto potrà essere stipulato a tempo determinato, con conseguente cessazione alla scadenza, oppure a tempo indeterminato . In tal caso, ciascuna delle parti potrà porre termine al contratto con congruo preavviso. In entrambi i casi il contratto potrà cessare con effetto immediato per giusta causa, come previsto dalla disciplina generale dei contratti o in caso di violazioni di norme ritenute inviolabili in base al contratto stipulato tra le parti.

Al concessionario potrà essere anche chiesto di vigilare su eventuali violazioni dei marchi da parte di terzi. Altre norme possono riguardare gli obblighi delle parti in caso di cessazione del rapporto, quali il diritto o l’obbligo di ritiro delle merci invendute da parte del concedente ed il prezzo riconosciuto per tali merci, ovvero un congruo termine per consentire al concessionario di eliminare le merci in magazzino. Può essere poi pattuito l’obbligo di cessazione dell’uso di eventuali marchi o segni distintivi del concedente e la sostituzione e modifica della carta intestata e quant’altro contenga tali segni. Un ulteriore elemento che potrà essere inserito nel contratto è rappresentato dal patto di riservato dominio, sempre che, in base alle leggi applicabili al contratto, esso risulta ammissibile. Ecco quindi trovata una definizione del contratto di distribuzione: “Il contratto di distribuzione è quel contratto con il quale il concessionario si impegna ad acquistare, dal produttore

(o comunque dal venditore), una certa quantità di prodotti per poi rivenderli a terzi in una zona determinata ed in esclusiva”. Qui di seguito alcuni riferimenti a normative europee in materia.

Contratto di distribuzione in Belgio

La legge belga del 13.4.1971 (che ha modificato la precedente del 27.7.1961) disciplina il contratto di concessione di vendita, anche non in esclusiva, e non solo a tempo indeterminato, ma anche a tempo determinato. Uno dei principali problemi è rappresentato dalla domanda se sia possibile risolvere un contratto a tempo indeterminato. La risposta è affermativa ma è previsto l’obbligo di chi recede di dare un congruo preavviso all’altra parte. Sulla durata del preavviso non esiste una norma specifica, ma in base alla giurisprudenza, può variare dai 3 ai 18 mesi, ma in certi casi, è stato determinato in un periodo fino a 2, o addirittura 3 anni, a seconda della durata e dell’importanza del rapporto.

Il preavviso può essere sostituito da una corrispondente indennità, da fissarsi su accordo tra le parti o, in mancanza, dal giudice secondo equità. Il recesso senza preavviso è invece consentito in caso di grave inadempimento di una parte alle proprie obbligazioni. È anche prevista una indennità compensativa del danno in caso di mancato preavviso. Si ritiene che essa debba compensare sia i vantaggi che il concessionario avrebbe avuto nel periodo di preavviso, sia le spese generali che lo stesso ha dovuto sostenere nel periodo, nel quale ha dovuto procedere alla ricerca di una nuova concessione di vendita. Dottrina e giurisprudenza riconoscono inoltre che il concedente ha l’obbligo di ritirare le giacenze di magazzino. L’art.3 della legge belga prevede anche il diritto del concessionario, in caso di risoluzione del contratto a tempo indeterminato da parte del concedente e senza sua colpa, ad una “indemnité complementaire équitable”, da valutare in relazione all’incremento dato dal concessionario alla clientela del concedente, alle spese sostenute dal concessionario nel corso del contratto e che vanno a beneficio del concedente, agli oneri sostenuti dal concessionario per la liquidazione del personale in seguito alla risoluzione del contratto. L’indennità riguarda l’incremento sensibile della clientela, sul presupposto che la clientela, di norma, appartiene al concessionario, ma che devono comunque essere presi in considerazione sia l’incremento sensibile di questa clientela, sia l’aumento del giro d’affari da parte del concedente. In sostanza presupposto per il riconoscimento dell’indennità sono la verifica sia dell’incremento della clientela, sia dell’acquisizione di tale clientela da parte del concedente, dopo la risoluzione del contratto di distribuzione. Per completare questo criterio i giudici hanno anche tenuto in considerazione le eventuali spese di pubblicità sostenute dal distributore che abbiano procurato beneficio al concedente. Per quanto riguarda i contratti a tempo determinato la legge del 1971 ha stabilito il rinnovo automatico o, in difetto, il rinnovo a tempo indeterminato, in caso di mancanza

di preavviso nel termine minimo di tre mesi e massimo di sei prima della scadenza. Ha anche disposto la trasformazione del contratto a tempo indeterminato continuazione di un contratto a tempo determinato già rinnovato due volte.

Contratto di distribuzione in Olanda

Nei Paesi Bassi il contratto di distribuzione non è regolato da norme specifiche. E’ un contratto innominato. E’ un contratto di diritto civile e, in quanto tale, è soggetto alle norme del diritto civile in generale ed alle norme sui contratti in particolare. La libertà contrattuale, che è una norma fondamentale del diritto civile olandese, trova una sola limitazione nel buon costume, nell’ordine pubblico o in disposizioni imperative di legge. Il contratto produce sia gli effetti specifici voluti dalle parti, sia quelli derivanti dalla natura del contratto in base alla legge, agli usi, alle esigenze della ragione o dell’equità.

Non esistono forme particolari per la stipulazione di un contratto di distribuzione, nemmeno per quanto riguarda le clausole di esclusiva. Non esistono nemmeno limitazioni per uno straniero persona fisica per lo svolgimento di attività di distribuzione, purchè rispetti le disposizioni in materia del diritto delle imprese. Per quanto riguarda le persone giuridiche è necessario che esse siano regolarmente costituite secondo le leggi del proprio Paese, mentre non sono soggette ad ulteriori adempimenti rispetto a quelli imposti alle persone giuridiche olandesi. E’ sempre possibile la risoluzione del contratto di distribuzione. Essa deve essere effettuata con comunicazione scritta ricevuta dall’altro contraente e nel rispetto dei termini contrattuali. Non è dovuta alcuna indennità di clientela al termine del contratto.

Contratto di distribuzione in Francia

Nel caso di contratto a tempo determinato la tendenza della dottrina e della giurisprudenza è quella di punire l’abuso di chi non rinnova il contratto senza giustificato motivo o che non abbia dato congruo preavviso, prima della scadenza, comunicando l’intenzione di non volerlo rinnovare. In tali casi, la giurisprudenza riconosce il diritto al risarcimento del danno. Nel contratto a tempo indeterminato viene preso in considerazione il diritto al risarcimento qualora venga riscontrata una risoluzione abusiva in mancanza di giustificati motivi di risoluzione. Si applicano gli stessi principi relativi al contratto di agenzia.

Contratto di distribuzione in Germania

Anche in Germania il contratto di distribuzione non è disciplinato da specifiche norme di legge, tuttavia la giurisprudenza risulta ormai univoca nel considerare applicabili per analogia le norme relative al contratto di agenzia, in caso di risoluzione del contratto per fatto non imputabile al distributore. In particolare trova applicazione l’art 89 HBG in base al quale, a condizione che sia stato contrattualmente pattuito che la clientela all’atto della cessazione del rapporto

venga trasferita alla società concedente e che il contratto non sia stato risolto per fatto imputabile al concessionario, spetta a quest’ultimo un’indennità da calcolarsi nella misura corrispondente ad un anno di utile, quantificato sulla media degli ultimi cinque. In tal senso esistono numerose sentenze, tra le quali BGH 6.10.93 e OLG Köln 20.5.94: che sostanzialmente hanno affermato che: il concessionario può esigere un’indennità di clientela qualora la struttura del rapporto giuridico tra le parti non si esprima in un semplice rapporto tra venditore e compratore, ma comporti invece un’integrazione del concessionario nell’apparato distributivo del produttore, che attribuisca al concessionario compiti di ampia portata economica, equipollenti a quelli attribuiti ad un agente e qualora, alla conclusione del contratto, il concessionario sia tenuto a cedere il suo portafoglio clienti al venditore, che se ne può avvantaggiare con effetto immediato.

Anche la dottrina così si è espressa: “L’applicazione della legge che regola il rapporto di agenzia al concessionario che, sulla base di un contratto continuativo, rivende in proprio merce acquistata da un produttore, è sostanzialmente ammissibile”.

IN EVIDENZA

• che cosa si intende per contratto di distribuzione

• caratteristiche

• analisi normative di alcuni paesi UE in sintesi

È una opportunità nata per gestire e contrastare gli effetti economici dell’emergenza

sanitaria Covid, ma che sembra poter diventare strutturale

UNA ANALISI APPROFONDITA DEL FONDO NUOVE COMPETENZE

Il Fondo rimborsa il costo, compresi i contributi previdenziali e assistenziali, delle ore di lavoro in riduzione per frequentare percorsi di sviluppo delle competenze consentendo all’azienda di formare i propri lavoratori in modo del tutto gratuito

Continuiamo ad approfondire le più importanti opportunità in termini di bandi e contributi rivolte alle aziende, analizzando in questo numero il Fondo Nuove Competenze, una misura cofinanziata dal Fondo sociale europeo con lo scopo, nobile, di adeguare, appunto, le competenze dei lavoratori al nuovo mercato del lavoro ed alle nuove skills che sempre più sono richieste dal progresso tecnologicoed economico. Questo fondo prevede il rimborso del costo delle ore di lavoro destinate alla frequenza dei percorsi

Founder & General Manager Obiettivo Sviluppo

di sviluppo ed upgrade delle competenze dei lavoratori. È una opportunità nata per gestire e contrastare gli effetti economici dell’emergenza sanitaria Covid, ma che sembra poter diventare strutturale. In sostituzione del “vecchio” portale Anpal (Ente soppresso nel 2023), sarà attiva, a partire da questa nuova edizione (non ancora ufficializzata) una nuova procedura da gestire tramite Sviluppo Lavoro Italia, una nuova società nata per ereditare la storia, l’esperienza e la capillare rete territoriale di Anpal Servizi.

La passata edizione è stata finanziata con un plafond di 1 miliardo di euro, tutto esaurito, e rimborsava sia progetti formativi che valorizzassero il patrimonio di competenze possedute dal lavoratore; sia progetti personalizzati relativi a percorsi di apprendimento, sulla base delle valutazioni in ingresso, a partire dalla progettazione per competenze degli interventi coerente con gli standard professionali di qualificazione definiti nell’ambito del Repertorio nazionale (art. 8 del decreto legislativo n. 13 del 2013).

FUNZIONALITA’ DEL FONDO

COMPETENZE

Ma come funzionava, e presumibilmente funzionerà, questo incentivo? il Fondo rimborsa il costo (compresi i contributi previdenziali e assistenziali) delle ore di lavoro in riduzione per frequentare percorsi di sviluppo delle competenze. Le agevolazioni sono cumulabili con quelle previste dai Fondi Interprofessionali, consentendo all’azienda di formare i propri lavoratori in modo del tutto gratuito. Il saldo può essere richiesto, tramite la piattaforma informatica, al completamento delle attività di sviluppo delle competenze da parte dei lavoratori, entro e non oltre 150 giorni dalla data di approvazione dell’istanza.

CARTA D’IDENTITÀ

FINANZA AGEVOLATA, INTERNAZIONALIZZAZIONE, NETWORKING

Obiettivo Sviluppo nasce per dare una risposta concreta alle esigenze degli imprenditori italiani che negli anni si sono sempre avvicinati al mondodelle agevolazioni pubbliche, dei mercati globali, delle partnership, senza riuscire a fare il next step: dall’idea all’execution. Con il progetto UP, il team entra nel vivo di questi argomenti, liberando imprenditori e manager dall’operatività di queste azioni, lasciandoli liberi di fareil loro lavoro e sviluppare il loro core business. I campi di azioni sono: finanza agevolata, internazionalizzazione, networking. Settori di intervento: agricoltura, agroindustria/agroalimentare, artigianato, commercio, cultura, industria, pubblico, servizi/No Profit, turismo.

Per informazioni: francesca@obiettivosviluppo.com - Tel. +39 349.5603388

SOGGETTI BENEFICIARI: A CHI

E’ RIVOLTO IL NUOVO FONDO COMPETENZE

A chi era, e sarà, salvo modifiche, rivolto? Possono presentare istanza di ammissione ai contributi tutti i datori di lavoro privati, incluse le società a partecipazione pubblica, che rispondano a determinati requisiti (a titolo di esempio, non esaustivo, essere in regola sotto il profilo contributivo, fiscale e assistenziale; non devono trovarsi in condizione di liquidazione, fallimento, cessazione di attività, concordato preventivo o in procedimenti finalizzati alla dichiarazione di una di tali situazioni; devono aver sottoscritto accordi collettivi di rimodulazione dell’orario di lavoro finalizzati a percorsi formativi di accrescimento delle professionalità dei lavoratori, negli ambiti definiti dal relativo decreto). Ciascun datore di lavoro può presentare una singola istanza con un unico progetto formativo. Soltanto nel caso in cui la formazione coinvolga più categorie di lavoratori (dirigenti e non) e i fondi interprofessionali di riferimento siano diversi, sarà possibile presentare due distinti progetti al Fondo, sempre in un’unica istanza.

Come viene erogata la formazione? Il datore di lavoro non potrà essere soggetto erogatore della formazione, ma potrà essere erogata da: enti accreditati a livello nazionale o regionale; altri soggetti (anche privati) che per statuto o istituzionalmente, sulla base di specifiche disposizioni legislative o regolamentari anche regionali, svolgono attività di formazione, comprese le Università statali e non statali legalmente riconosciute, gli istituti di istruzione secondaria di secondo grado, i Centri per l’istruzione per gli adulti (CPIA), gli Istituti Tecnici superiori (ITS), i Centri di ricerca accreditati dal Ministero

dell’Istruzione, anche in forma organizzata in reti di partenariato territoriali o settoriali. Nel precedente decreto, l’attività di formazione era disciplinata a titolo esclusivo in favoredei Fondi paritetici interprofessionali; nella domanda di ammissione il datore di lavoro dovrà indicare a quale fondo interprofessionale aderisce. Per quanto riguarda, infine, le modalità di attestazione delle competenze acquisite, il procedimento prevede che i progetti di sviluppo delle competenze abbiano come obiettivo quello di conseguire una qualificazione certificata, e ad ottenimento di questa, verrà rilasciata un’attestazione finale.

IN EVIDENZA

• Il fondo prevede il rimborso del costo delle ore di lavoro destinate alla frequenza dei percorsi di sviluppo ed upgrade delle competenze dei lavoratori

• Possono presentare istanza di ammissione ai contributi tutti i datori di lavoro privati, incluse le società a partecipazione pubblica, che rispondano a determinati requisiti:

1. essere in regola sotto il profilo contributivo, fiscale e assistenziale;

2. non devono trovarsi in condizione di liquidazione, fallimento, cessazione di attività, concordato preventivo o in procedimenti finalizzati alla dichiarazione di una di tali situazioni;

3. devono aver sottoscritto accordi collettivi di rimodulazione dell’orario di lavoro finalizzati a percorsi formativi di accrescimento delle professionalità dei lavoratori, negli ambiti definiti dal relativo decreto

• Ciascun datore di lavoro può presentare una singola istanza con un unico progetto formativo

• Il datore di lavoro non potrà essere soggetto erogatore della formazione, ma potrà essere erogata da: enti accreditati a livello nazionale o regionale

• Per quanto riguarda, infine, le modalità di attestazione delle competenze acquisite, il procedimento prevede che i progetti di sviluppo delle competenze abbiano come obiettivo quello di conseguire una qualificazione certificata, e ad ottenimento di questa, verrà rilasciata un’attestazione finale

BABYLIST.COM: PARTNER

IDEALE DEI GENITORI ALLE PRIME ARMI

Il caso Babylist.com a Los Angeles negli Stati Uniti è un esempio unico di piattaforma digitale ormai leader nel settore delle liste nascita, grazie alla sua semplicità e vicinanza ai neo-genitori, diventa phygital e apre uno showroom per consentire ai clienti anche la sperimentazione dei prodotti

di Fabrizio Valente

Fondatore e Amministratore di Kiki Lab –Gruppo Promotica

Babylist è un progetto di successo, nato in modo simile a tante start-up. La founder Natalie Gordon, ex-manager di Amazon, nel 2011 è in attesa del primo figlio e decide di creare una lista nascita, ma trova l’esperienza molto scomoda e frustrante. Decide quindi di crearsi una piattaforma pratica e semplice da usare e la lancia online per gli amici, due settimane prima della nascita del bambino. Il progetto funziona bene e Natalie decide di farlo diventare un business, che è cresciuto negli anni arrivando a superare gli 8 milioni di clienti. Oggi negli Stati Uniti una coppia su due decide di creare una lista nascita, ma oltre alla dimensione ampia e crescente del mercato, Babylist ha anche intercettato un bisogno crescente delle coppie in attesa del primo figlio: arrivare preparati all’evento e al cambio della propria vita. Babylist quindi opera come piattaforma indipendente che consiglia alcuni prodotti in ogni possibile categoria, per rispondere in modo personalizzato alle esigenze specifiche di ogni coppia e si basa sui feedback dei propri clienti per il rating delle proposte. Col tempo l’azienda si è però resa conto che per i clienti è un elemento determinante per la scelta dei prodotti poterli vedere, toccare e provare dal vivo. Per questo ha deciso di sviluppare il suo canale di negozi fisici. Prima con dei Pop-Up store, dal 2018 a New York e poi anche in partnership con catene di grandi magazzini come Nordstrom, e nel 2023 con l’apertura del suo

primo permanent showroom a Beverly Hills (Los Angeles): una scelta facilitata dalla chiusura di catene specializzate come Baby “R” Us e BuyBuy Baby.

Feel & link

Con l’esposizione dei prodotti dei 36 brand in assortimento, Babylist rende facile toccare, sperimentare e testare i prodotti in condizioni di uso reale. Nello showroom si trovano una finta auto per testare seggiolini e una zona con diversi tipi di fondo ‘stradale’ dove poter provare i passeggini. Oltre a questi prodotti, anche i giochi interattivi sono a disposizione dei clienti. Lo showroom ha predisposto anche corner ‘social’, per Instagram o TikTok, come quello di una sdraietta da neonato a misura di adulto per immortalarsi imitando il nascituro o il gioco del nome, per coppie indecise che tentano la sorte con un distributore ‘vintage’ di palline per farsi ispirare. La location di Beverly Hills è perfetta per attirare esponenti in vista della jet-set society hollywoodiana, che si prestano volentieri a fare ‘storie’, selfies, reel, in questi ambienti dinamici, con musica, clienti che ballano, party, anche per i bambini in attesa, di un fratello o sorella.

Prossimi Eventi Kiki Lab

22 OTTOBRE

Innova Retail Award 2024/2025

I

9.30 – 17:00 | MILANO

Highlights dell’Osservatorio RetailObserva® di Kiki Lab

Fabrizio Valente, Founder & CEO Kiki Lab (Gruppo Promotica)

Dati, trend, casi e chiavi di successo global e local

Key Note Speaker

Letizia Cantini, General Manager Svicom

Benedetto Lavino, Owner e CEO Bottega Verde

Francesco Pinto, Presidente e co-founder Yamamay

Microspeech delle aziende finaliste degli Innova Retail Award 2024-2025

Moderatrice Natalia Elena Massi, Senior Consultant Kiki Lab (Gruppo Promotica)

23 OTTOBRE

Milano Retail Tour

VISITE E INCONTRI CON I MANAGER DEI CONCEPT PIU’ INTERESSANTI

9.30 – 13.30 | MILANO

Tour e Convegno a pagamento – Per informazioni kiki@kikilab.it

Inviti disponibili per Retailer, Brand e Real Estate (disponibilità limitata)

Sponsor: Confcommercio – Imprese per L’Italia

Quick & Easy e Cross-channel

Il concept di Babylist è nato con l’obiettivo di semplificare il processo di progettazione e le varie fasi della lista nascita. I clienti possono inserire qualsiasi prodotto in vendita in qualsiasi canale retail: basta copiare il link al prodotto nella propria lista. È inoltre possibile trasferire liste nascita già iniziate con altri retailer, Amazon incluso. L’approccio quick & easy è sviluppato con coerenza anche nel nuovo showroom: il layout è domestico, con ciascuna stanza dedicata ai prodotti relativi a quel mondo (ad esempio il bagno). Il processo è intuitivo e semplice: ogni prodotto ha un QR code da inquadrare se lo si vuol inserire nella propria lista. Sono disponibili liste dei prodotti ‘must have’, gli indispensabili, e i ‘nice to have’ e vengono evidenziati i prodotti con le recensioni migliori dei clienti per orientare la scelta. Molto cliccata l’ampia sezione di consigli pratici per i neo-genitori, che includono indicazioni per reperire anche prodotti e campioni omaggio offerti dalle aziende. Semplice è anche il modello di business, che prevede una fee che il retailer retrocede a Babylist per ogni acquisto effettuato.

Commento Kiki Lab

La nascita del primo figlio è un’esperienza che più di ogni altra comporta cambiamenti importanti nel corpo della madre, ma anche nelle relazioni della coppia e nell’economia familiare, con impatti sensibili a livello emotivo

per entrambi i coniugi. Con l’apertura del suo primo showroom, Babylist consolida ulteriormente il posizionamento del retailer come partner ideale dei genitori alle prime armi e leader nel settore delle liste nascita. Lo showroom consente l’esperienzialità diretta dei prodotti, che in questo settore è spesso fondamentale per far concludere con soddisfazione il processo d’acquisto e conferma l’importanza di strategie cross-canale in grado di valorizzare il meglio sia dei touch point digitali, sia di quelli fisici.

Babylist.com

Showroom – Los Angeles USA

Un progetto di piattaforma digitale ormai leader nel settore delle liste nascita, grazie alla sua semplicità e vicinanza ai neo-genitori, diventa phygital e apre uno showroom per consentire ai clienti anche la sperimentazione dei prodotti

Area chiave

• Feel & Link

Chiave complementare

• Quick & Easy

• Cross-channel

info chiave

• Showroom per ecommerce liste nascita

• 2023: apertura

• 1.500 mq su 2 piani

• 36 brand, fra cui Chicco

Babylist

• 2011: lancio online

• 4 Paesi: USA, Canada, Nuova Zelanda e Australia 8 milioni di clienti

• 50%: coppie USA in attesa di un figlio che creano una lista nascita

Tendenze e opportunità per il franchising per migliorare il proprio business

L’INTEGRAZIONE DELL’INTELLIGENZA

ARTIFICIALE NEI SOCIAL MEDIA

L’integrazione dell’IA nei social media rappresenta una frontiera innovativa per il settore del franchising. Le aziende che sapranno sfruttare queste tecnologie potranno migliorare significativamente la loro presenza online, ottimizzare le operazioni e offrire un servizio di eccellenza ai propri clienti

di Giuseppe Origo

Negli ultimi anni, il panorama dei social media ha subito trasformazioni radicali grazie all’avvento dell’Intelligenza Artificiale (IA). Le piattaforme social non sono più semplici canali di comunicazione, ma ecosistemi complessi dove l’IA gioca un ruolo cruciale nell’analisi dei dati, nell’interazione con gli utenti e nella personalizzazione dei contenuti. Queste innovazioni presentano opportunità significative per il settore del franchising, offrendo strumenti avanzati per migliorare il marketing, ottimizzare le operazioni e aumentare la soddisfazione del cliente.

TENDENZE CHIAVE NELL’IA PER I

SOCIAL MEDIA

1. Personalizzazione dei Contenuti

L’IA permette di analizzare le preferenze e i comportamenti degli utenti per offrire contenuti altamente personalizzati. Algoritmi avanzati studiano i dati demografici, le interazioni passate e le preferenze esplicite degli utenti, suggerendo post, video e annunci che rispondono esattamente alle loro esigenze e interessi. Questa capacità di personalizzazione non solo aumenta l’engagement, ma può anche migliorare la conversione delle campagne di marketing per i franchisor.

2. Chatbot e Assistenti Virtuali I chatbot potenziati dall’IA stanno rivoluzionando

il servizio clienti sui social media. Disponibili 24/7, possono rispondere rapidamente alle domande frequenti, risolvere problemi e guidare gli utenti attraverso processi di acquisto. Per i franchising, questo significa una riduzione dei costi operativi e una maggiore efficienza, garantendo al contempo un livello di servizio costante e di alta qualità.

3. Analisi Predittiva

Grazie all’analisi predittiva, l’IA può esaminare grandi volumi di dati per identificare tendenze emergenti e prevedere i comportamenti futuri degli utenti. Per i franchising, ciò significa poter anticipare le esigenze del mercato, adattare le strategie di marketing in tempo reale e prendere decisioni basate su dati concreti piuttosto che su intuizioni.

4. Content Creation Automatizzata

Strumenti di IA avanzati possono generare contenuti originali, dalle descrizioni dei prodotti ai post sui social media. Utilizzando tecniche di Natural Language Processing (NLP), queste soluzioni possono creare testi che rispecchiano lo stile e il tono del marchio, riducendo il tempo e le risorse necessarie per la produzione di contenuti.

5. Monitoraggio e Analisi del Sentiment L’IA può analizzare i sentimenti espressi nei commenti e nei feedback degli utenti sui social media, offrendo insight preziosi su come i consumatori percepiscono il marchio. Questa analisi consente ai franchising di rispondere prontamente a eventuali critiche e di adattare le proprie strategie per migliorare la reputazione online.

OPPORTUNITÀ PER IL SETTORE DEL FRANCHISING

L’integrazione dell’IA nei social media offre vantaggi tangibili per i franchising, tra cui:

- Miglioramento della Customer Experience: Con chatbot e contenuti personalizzati, i clienti ricevono un servizio più rapido ed efficiente, migliorando la loro esperienza complessiva con il marchio.

- Efficienza Operativa: L’automazione di diverse attività, come la creazione di contenuti e il servizio clienti, riduce i costi operativi e permette al personale di concentrarsi su compiti a maggior valore aggiunto.

- Decisioni Data-Driven: L’analisi predittiva e il monitoraggio del sentiment forniscono informazioni cruciali per prendere decisioni strategiche

informate e tempestive.

- Aumento dell’Engagement e delle Conversioni: Contenuti personalizzati e pertinenti catturano maggiormente l’interesse degli utenti, incrementando il tasso di conversione delle campagne di marketing.L’integrazione dell’IA nei social media rappresenta una frontiera innovativa per il settore del franchising. Le aziende che sapranno sfruttare queste tecnologie potranno migliorare significativamente la loro presenza online, ottimizzare le operazioni e offrire un servizio di eccellenza ai propri clienti. È essenziale per i franchising rimanere aggiornati sulle ultime tendenze e adottare un approccio proattivo nell’implementazione delle soluzioni di IA per mantenere un vantaggio competitivo in un mercato in continua evoluzione.

PER SAPERNE DI PIU’

Qual è la definizione di intelligenza artificiale?

L’intelligenza integrata, o Embedded Intelligence, è la definizione che sta ad indicare, nel campo tecnologico, un processo autoreferenziale in cui un dato sistema o programma ha la capacità di analizzare le proprie operazioni

Quali intelligenze artificiali esistono?

Esistono tre tipi di IA: intelligenza artificiale limitata (ANI), intelligenza artificiale generale (AGI) e superintelligenza artificiale (ASI)

Cosa causa l’intelligenza artificiale?

Grazie all’intelligenza artificiale è possibile (almeno questo l’obiettivo ultimo) rendere le macchine in grado di compiere azioni e “ragionamenti” complessi, imparare dagli errori, e svolgere funzioni fino ad oggi esclusive dell’intelligenza umana

Cosa fa l’intelligenza artificiale oggi?

Oggi l’intelligenza artificiale si è diffusa in molte attività quotidiane in diversi ambiti tra cui la logistica, la produzione industriale e l’ottimizzazione di processi aziendali e di business, di conseguenza ha contribuito allo sviluppo di tecnologie come la robotica, la guida autonoma, il Machine Learning

Che benefici porta l’intelligenza artificiale?

L’intelligenza artificiale potrebbe significare una migliore assistenza sanitaria, automobili e altri sistemi di trasporto più sicuri e anche prodotti e servizi su misura, più economici e più resistenti. Può anche facilitare l’accesso all’informazione, all’istruzione e alla formazione.

FONTI

1. Artifi cial Intelligence in Social MediaMedia - https://www.forbes.com/sites/forbestechcouncil/2023/02/14/ the-future-of-ai-in-social-media/

2. The Role of AI in Social Media - https://www.socialmediatoday.com/news/the-role-of-ai-in-social-media/613977/

3. How AI is Transforming Social Media - https://www.digitalmarketinginstitute.com/blog/how-ai-is-transforming-social-media-marketing

4. Predictive Analytics in Social Media - https://www.techopedia.com/2/31963/trends/predictive-analytics-and-social-media

5. Chatbots in Customer Service - https://www.cmswire.com/customer-experience/how-chatbots-are-transforming-customer-service/

6. AI and Content Creation - https://www.marketingprofs.com/articles/2023/45153/how-ai-is-changing-content-creation

7. Sentiment Analysis with AI - https://towardsdatascience.com/sentiment-analysis-with-ai-bd5206b8c841

8. AI in Social Media Marketing - https://www.smartinsights.com/artificial-intelligence/how-ai-is-shaping-social-media-marketing/

9. Benefits of AI for Franchising - https://www.franchise.org/articles/using-ai-to-enhance-franchise-operations

10. Future Trends in AI and Social Media - https://www.business2community.com/social-media-future-trends-in-socialmedia-and-artificial-intelligence-02291741

INCIPIT LIBRI

NFT E METAVERSO NELLE INDUSTRIE CREATIVE

Autore: Giulio Centemero

Editore: Castelvecchi

Pagine: 138 / Prezzo: € 18,00

Web 3.0, blockchain e criptovalute: siamo nel mezzo di una rivoluzione copernicana. Tanto realtà strutturate e capitalizzate quanto startup italiane stanno utilizzando questi nuovi strumenti per ottenere un vantaggio competitivo nei settori dell’arte, dell’entertainment, del cinema, dello sport e della moda. Da Takyon a Reasoned Art fino all’industria del gaming, il libro prende in esame gli influssi delle tecnologie emergenti sull’economia e la società. La pioneristica analisi di Giulio Centemero indaga, attraverso numerosi casi di studio, le potenzialità di NFT e metaverso per l’industria creativa. Con un interrogativo di fondo: quale futuro per le nostre vite, sempre più tecnologiche? La prima cosa che colpisce del saggio è la chiarezza e la preziosa semplicità con cui vengono spiegati i complessi elementi informatici che costituiscono la frontiera più avanzata del mondo web, e l’ambito in cui si stanno evolvendo le nuove sfide dell’economia, delle professioni e delle creatività.

LA PARITÀ MANCATA

Autore: Claudia Goldin

Editore: Mondadori

Pagine: 360 / Prezzo: € 22,00

Claudia Goldin, docente all’università di Harvard e premio Nobel per l’Economia, ripercorre le strategie adottate da generazioni di donne per affrontare e risolvere il problema di conciliare carriera e famiglia, rivelando perché la vera equità per le coppie che lavorano rimanga un’aspirazione costantemente frustrata. Basandosi su decenni di ricerca, Goldin fornisce uno sguardo nuovo e approfondito sulle diverse esperienze delle donne dal 1900 a oggi, esamina le ambizioni che le hanno animate e gli ostacoli che hanno dovuto superare in termini di carriera, lavoro, matrimonio e figli. E mostra come il vero vulnus siano le professioni «avide», ossia quelle che, compensando in modo sproporzionatamente maggiore la disponibilità a lavorare più ore e perfino nel fine settimana, tendono a perpetuare le disparità tra donne e uomini. Promulgare leggi antidiscriminatorie e fare il possibile per eliminare gli stereotipi di genere sono passi importanti, ma non sufficienti. Se vogliamo raggiungere l’uguaglianza tra i sessi e l’equità tra i partner, occorre innanzitutto apportare cambiamenti sostanziali al modo di concepire il lavoro.

INCIPIT LIBRI

VENT’ANNI DI RABBIA

Autore: Carlo Invernizzi-Accetti

Editore: Frecce - Mondadori

Pagine: 156 / Prezzo: € 18,00

In tutto l’Occidente, i primi vent’anni del XXI secolo sono stati segnati da una serie di movimenti di protesta e manifestazioni di frustrazione collettiva: dal movimento no-global d’inizio anni 2000 a quello no-vax durante la pandemia di COVID-19, passando per il «Vaffanculo-Day» di Beppe Grillo, gli Indignados spagnoli, Occupy Wall Street, il voto per la Brexit, l’elezione di Donald Trump, i Gilets jaunes francesi e le proteste legate a #MeToo e #BlackLivesMatter. Ciascuno di questi eventi ha ovviamente una storia particolare, ma c’è anche un filo rosso che li unisce: la rabbia nei confronti delle istituzioni. Nonostante la frenesia attivistica, queste mobilitazioni si sono rivelate, nella maggior parte dei casi, prive di finalità concrete, mentre è stata evidente la loro dimensione spettacolare e dimostrativa, volta a esprimere una condizione di risentimento diffuso nei confronti dell’ordine costituito, secondo una logica che tende a dividere la società in «amici» e «nemici», «buoni» e «cattivi».Ma come si spiega questa animosità crescente, dati i livelli di benessere materiale e di diritti acquisiti storicamente senza precedenti? Ridurre la rabbia odierna a un’espressione di emotività irrazionale o all’ignoranza delle masse, avverte Carlo Invernizzi-Accetti, è un errore. Per uscire dal vortice in cui siamo caduti è necessario comprenderne le ragioni. Nel fornire un’interpretazione di ciò che Hegel avrebbe chiamato lo Zeitgeist, cioè lo «spirito del tempo», Vent’anni di rabbia propone una rilettura storico-filosofica degli ultimi due decenni che apre nuove prospettive di azione sul futuro.

DEGLOBALIZZAZIONE

- Se il tramonto dell’America lascia il mondo senza centro

Autore: Fabrizio Maronta

Editore: Hoepli

Pagine: 208 / Prezzo: € 18,90

La globalizzazione è (stata?) un fenomeno geopolitico, prima e più ancora che economico. Immersi nel “secolo americano” non ce ne siamo accorti, dando per scontato il mondo sorto dalle ceneri della seconda guerra mondiale e consolidato dopo il crollo dell’Urss. Abbiamo così finito per credere immutabili le caratteristiche di quella fase storica: il primato delle società liberali, la forza unificante dei commerci e delle interdipendenze industriali, l’inarrestabilità del capitalismo neoliberista, la cogenza delle istituzioni internazionali. Ora questi assunti, insieme al primato di Washington, sono messi radicalmente in discussione fuori e dentro l’America. Un libro che smonta il canone della globalizzazione, analizzandola dai suoi esordi storici alla sua attuale lenta disgregazione con le ricadute a livello economico e socio-culturale.

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F R A N C H I S I N G

P A R T N E R S H I P

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BUSINESS CARD

FRANCHISOR

Numero Verde 800.627627 franchising@soloaffitti.it https://www.soloaffitti.it/ fai-business-con-soloaffitti www.soloaffitti.it

PARTNER

ISTITUZIONALI COMMERCIALI

Valeria Guaragna Sito aziendale : www.blufennec.com

Salvatore Carboni Sito aziendale : https://bluestudioagency.it

Massimo Bosetti Sito web: hcmswiss.ch

Massimo Zampetti Email: info@231control.it. Sito aziendale WWW.231CONTROL.IT

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ABSTRACT

F&P IN THE WORLD

SUSTAINABILITY: A CHALLENGE THAT LOOKS TO THE FUTURE

The wisest and most sustainable companies will be able to seize this opportunity. With ever greater conviction, sustainability and product quality are perceived by consumers as closely connected aspects and it is therefore essential, in order to maintain the competitiveness of our SMEs on the markets, to further encourage the culture of sustainability and the adoption of sustainable practices in carrying out business activities.

TECNO GROUP: A PATH ALONGSIDE EXCELLENCE

Accompany SMEs on the path of sustainable and digital transformation. Interview with Giovanni Lombardi, President and Founder of Teno Group: “Our mission is to care for and retain customers to whom we can provide increasingly innovative and competitive products/services on the topic of digital sustainability: a mass of appropriately analyzed data that allows us to formulate benchmarks of reference that are provided to industries to improve and enhance the value chain”.

BRAND: PROTECTION AND ENHANCEMENT STRATEGY

The most important element among the “distinctive signs”: A strategic asset of the network, whose protection and value must be treated with the utmost rigor.

THE CORRECT CORPORATE APPROACH TO AI

A threat or an opportunity… How to integrate your functions with AI. Lack of resources represents the main obstacle to feeling prepared to face these changes.

REBRANDING: RENEW YOUR IDENTITY

A company that does not update its image and product offering risks being overtaken by more innovative competitors. To sell more you need to adapt to new trends and maintain a strong connection with your target audience. Rebranding is not only a necessary response to changes in the market and social conditions, but is also a strategic opportunity for company growth and evolution.

THE DISTRIBUTION CONTRACT IN EUROPE

How to circulate and distribute your products correctly in the countries of the Union. If the relationship abroad becomes relevant for the company and the goods purchased so that they are then subject to resale in a specific area, it is best for the parties to agree to contractually define their relationships by identifying fixed points to protect both. Here are some examples: Belgium, Holland, France, Germany.

THE INTEGRATION OF ARTIFICIAL INTELLIGENCE IN SOCIAL MEDIA

Trends and opportunities for franchising to improve their business. The integration of AI into social media represents an innovative frontier for the franchising sector. Companies that are able to exploit these technologies will be able to significantly improve their online presence, optimize operations and offer excellent service to their customers.

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AGENDA 2024 LUGLIO

2024

11/14 luglio - FRANCHISING THAILANDESE E OPPORTUNITÀ DI BUSINESS EXPO 2024

Bangkok – Thailandia

24/25 luglio - CONFERENZA DEI RIVENDITORI ONLINE ED EXPO 2024

Sydney - Australia

AGOSTO 2024

2 agosto - CINA FRANCHISING EXPO SHANGHAI 2024

Shanghai – Cina

16/8 agosto - ESPOSIZIONE E CONFERENZA 2024 DI FRANCHISING, LICENZA E CONCETTO DI BUSINESS INTERNAZIONALE

Jakarta – Indonesia

SETTEMBRE 2024

26/28 settembre - SALONE FRANCHISING MILANO 2024

Milano - Italia

OTTOBRE 2024

22 ottobre - INNOVA RETAIL AWARD 2024

Milano - Italia

BIMESTRALE - ANNO II - N.4

LUGLIO - AGOSTO

Hanno collaborato con noi: Stefania Giuseppetti, Mirco Comparini, Mattia Nicoletti, Fabrizio Valente, Francesca Paleari, Patricia de Masi, Taddei Vasoli, Gianni Bientinesi, Giuseppe Origo, Giovanni Adamo

Le rubbriche New entry, News estero, News, News comunicazione, Business format, Segnalibro, Appunti retail, Abstract e Agenda sono a cura di Ennio Salomone

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frutta e zuppe | caffetteria | pausa pranzo

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