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Cantieri navali
from LA TORE 29
by Foxstudio
Fiume e la marineria • di Tullio Iliasich
Cantieri Navali del Quarnaro
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Alla fine del XIX e all’ inizio del XX secolo Fiume si sviluppò sia demograficamente che industrialmente. La cittadinanza, che nel momento del passaggio al Regno d’ Ungheria contava circa 18.000 abitanti, giunse ai 49.000 prima della prima Guerra mondiale.
Parallelamente allo sviluppo demografico si svolse anche un forte sviuppo industriale. Furono aperte così: la "Torpedo Fabrik von Robert Whitehead", la R.O.M.S.A. Raffineria di Olii Minerali, la manifattura tabacchi, le Fonderie "Matteo Skull", la cartiera "Smith & Meyner", l’ azienda per la pilatura del riso, il cantiere "Danubius" e varie altre.
La città di Fiume era stata dichiarata porto franco nel 1719, per volere dell’ Imperatore Carlo VI e la via Carolina collegava il litorale fiumano al medio e basso Danubio già
dal 1771.
Con l’ apertura della linea ferroviaria Fiume Vienna e Fiume Budapest nel 1873, furono assolte tutte le premesse naturali, per far sì, che il capoluogo del Quarnero fosse il più importante sbocco al mare commerciale del Regno d’ Ungheria.
Nella parte austriaca esistevano già due importanti cantieri navali quello di Trieste e quello di Pola, cosicchè il Regno d’ Ungheria decise, verso la fine del 1800 di fondarne uno sul proprio territorio.
Uomini d’ affari di Budapest, affiancati dalla Banca di Credito Fiumano, rilevarono, dai proprietari tedeschi il vecchio cantiere e nacque cosi il cantiere Danubius, realizzato dalla "Danubius, Schonichen e Hartman" di Budapest.
L’ Impero sostenne lo sviluppo del cantiere Danubius che operò sulla via della tradizione cantieristica navale già esistente in città.
Le commesse militari, fecero sì che la Danubius si fondesse con la "Ganz & CO foundry & machinery works" dando vita così nel 1911 alla "Ganz & CO Danubius". Il cantiere era pronto per la produzione di navi
per la Marina Imperiale Austroungarica e per altri clienti.
L’ inizio del XX secolo vede il Danubius impegnato nella costruzione di vari tipi di natanti.
Vengono varati: rimorchiatori, pontoni, un bacino galleggiante autocarenabile da 5.000 tonnellate, navi cisterna, navi passeggeri e un sottomarino da ricerca.
Tra le costruzioni militari si annoverano: torpediniere, cacciatorpediniere, sommergibili, incrociatori da 3.500 tonnellate tipo Helgoland, uno dei quali passa, come riparazione di guerra alla Regia Marina Italiana sotto il nome di Brindisi.
Una delle unità più conosciute realizzata dal Danubius, fu la corazzata Szent Istvan da 22.000 tonnellate, varata il 17 gennaio del 1914, annoverata come una delle più grandi navi dell’ epoca, misurava 152 metri di lunghezza e 28 metri di larghezza, arrivava ad una velocità di 21 nodi e contava circa 1.100 membri di equipaggio tra ufficiali e marinai. La sua fine fu segnata da due motosiluranti italiane il 10
giugno 1918, nei pressi dell’ isola di Premuda, verso la fine del primo conflitto mondiale.
Al termine della I Guerra Mondiale, con il trattato di Rapallo nel 1920, Fiume venne assegnata al Regno d’ Italia e il "Danubius" cambia
Panorama del Cantiere

La corazzata Szent Istvan nome e viene ribatezzato "Cantieri Navali del Quarnaro".
Il Cantiere, uno dei maggiori d’ Europa, continua con successo la sua attività. Lo stabilimento copre circa 180.000 metri quadri di terreno nei pressi del porto di Fiume. Possiede una darsena di allestimento, servita da una gru elettrica scorrevole a ponte con una potenza di sollevamento di 100 tonnellate, dove vengono effettuati tutti i lavori di completamento delle navi varate, cosicchè gli scali di costruzione sono occupati solo per il tempo strettamente necessario per costruire gli scafi.
Il cantiere possiede 4 scali in muratura, adatti per la costruzione di scafi lunghi da 150 a 230 metri, con due gru elettriche scorrevoli da 30 tonnellate e una a braccio girevole da 10 tonnellate.
Gli scali, le officine e i magazzini sono collegati da una rete ferroviaria di circa 3,5 kilometri, che fa capo anche alla stazione di Fiume, cosicchè il trasporto dei materiali è diretto e veloce.
Il complesso, oltre che gli scali e la darsena comprende anche varie officine specializzate. L’ officina navale di circa 11.000 metri quadri, servita da sei carri ponte della portata di 10 tonnellate ciascuno, l’ officina meccanica, il reparto carpenteria in legno, il reparto meccanico, l’ officina caldaie, l’ officina ramisti e tubisti, la fonderia e il reparto elettrico che è in grado di eseguire tutti gli impianti occorrenti, fino al trattamento delle batterie per sommergibili nella moderna stazione di carica.
Poste al centro del cantiere sorgono: una centrale termo – elettrica, una centrale pneumatica, una centrale idraulica ed una di produzione dell’ ossigeno, che riforniscono tutte le officine e la darsena con gli energenti necessari al ciclo di produzione.
Il cantiere possiede anche un bacino galleggiante da 5.000 ton-

Veduta degli scali e della darsena di allestimento

nellate costruito dallo stabilimento stesso.
Nel periodo tra le due guerre mondiali vennero varate numerose unità, sia civili che militari, per i fabbisogni del Regno d’ Italia e per armatori esteri.
Interessanti da ricordare il sommergibile Rubino e la Base galleggiante per ormeggio e sollevamento di idrovolanti, poi situata nel porto di Fiume.
Per vent’ anni, lo spazio di tempo tra le due guerre mondiali, i Cantieri Navali del Quarnaro furono uno dei motori di sviluppo della città. Contribuirono assieme alle altre industrie: Torpedo e Cartiera a rendere famoso il livello di cultura tecnica di Fiume, fino a livelli internazionali.
Dopo il II conflitto mondiale Fiume venne assegnata alla Jugoslavija e il cantiere continuò il suo lavoro e i suoi successi con il nome di "Cantiere 3 Maggio".
Il resto della storia si svolge nella seconda metà del secolo scorso, quindi è recente, perciò lasciamo ai posteri il dovere di scriverla.

Il bacino galleggiante

Sommergibile Rubino pronto al varo
