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Giovanni Squarcia
from LA TORE 29
by Foxstudio
Le primavere di Giovanni "Nino" Squarcia • di Sandro Damiani
Fu l'anima sportiva del "Circolo" e delle nostre scuole
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La primavera era la sua stagione... quando si divideva tra il lavoro alla "Torpedo" e le Ottennali, il liceo e il "Circolo" per conto dei quali organizzava tornei sportivi: calcio, pallavolo, tennis, nuoto, ping pong, scacchi. Da quel che ricordo, ad organizzare il tutto era sempre solo o comunque, quello che tirava la carretta più degli altri, ma tanto tanto di più. Ma non era solo una questione di entusiasmo. E' che lui sapeva come si fa... A dire il vero, in un caso, una mano, in fase preliminare, gliela davano ogni anno i suoi due figli, Franco e Peppino (che in quel caso non invidiavamo; sentimento che invece provavamo quando li vedevamo giocare, rispettivamente al calcio e a pallavolo; o li ascoltavamo, l'uno alla tromba e l'altro alla batteria). Erano i primi ad essere "interpellati", quando c'era da dare una spianata al campo di Drenova, dietro il Poligono, pieno di erbacce, buche e gobbe, tratti perennemente fangosi. Noi, "atleti", si arrivava quando il grosso era già stato sistemato...
Stiamo parlando di Giovanni "Nino" Squarcia (Fiume, 19 aprile 1915 – Fiume, 30 maggio 1970). Era pieno di vita, di entusiasmo, non si stancava mai. Talvolta sapeva essere un tantino spiccio, ma sempre comprensivo, quasi rispettoso delle nostre intemperanze di "teenagers". D'altronde, di figli che ebbero la nostra età ne aveva avuti tre: la terza era Milly, la ricordo delicata e vezzosa interprete alle serate canore al Salone delle Feste, accompagnata dal quartetto di Delcaro-Materljan e col gruppo di famiglia "Rondò".
Il suo capolavoro come organizzatore sportivo fu il grande torneo di calcio tra formazioni fiumane
Mamma Grozdana Seppi e papà Giovanni Nino marinaio sulla "Cristoforo Colombo"


Drenova, 1963 - I liceali di Fiume contro quelli di Rovigno
di connazionali (con qualche "foresto", ma rigorosamente socio del CIC), ognuna delle quali rappresentava o un quartiere o un'azienda cittadina. Bisogna sapere che da giovane Squarfcia militò nella Leonida, dunque di calcio se ne intendeva in tutti i suoi aspetti. Ovviamente, si giocava sul terreno semierboso di Drenova. Non mi sovviene chi vinse, credo la squadra di Potok. Io giocavo per l'Edit; ci militava mio fratello Silvio Stancich, il suo amicone Gigi Barbalich e, intruso come me, Franco Squarcia, il figlio di "Nino". Ci classificammo ultimi o giù di lì. In compenso, Franco fu il capocannoniere del torneo. Le partite erano delle vere e proprie feste; a fare il tifo – rigorosamente – parenti, compagni di lavoro, amici. Alla fine, grande pic-nic. In una occasione, qualcuno portò il "mangiadischi" (roba da ricchi!). Ricordo ancora una canzone, adattissima a noi: "Una festa sui prati", di Celentano.
Un bel colpo portato a termine, fu pure quello di trasformare l'ottimo sestetto di pallavolo del Liceo (la squadra si chiamava "Ottavio Valich") in team del Circolo ("F.lli Duiz", il nuovo nome), affinché i ragazzi potessero continuare a giocare anche una volta terminati gli studi liceali; e a vincere.
Ma a Giovanni Squarcia si deve anche un'altra iniziativa, extrasportiva, la nascita dei sabati danzanti "incravattati" in sede. Si era alla fine dei Cinquanta. Il Circolo divenne una delle "ballroom" più rinomate di Fiume, l'unica in cui però l'accesso era vietato, appunto, a chi non portava la cravatta (o il cravattino). I pienoni erano all'ordine del giorno, per la gioia anche dei gestori della cucina/bar/ristorante. La coda (l'entrata era a pagamento), alle volte iniziava in strada davanti al portone d'ingresso
La sua scomparsa – un incidente automobilistico – si fece sentire immediatamente: le attività sportive in seno al sodalizio scomparvero quasi del tutto, fatti salvi i tornei di carte e biliardo. Quelle scolastiche subirono dei rallentamenti, cadendo tutto sulole spalle già oberate, degli insegnanti di Educazione fisica, molti dei qualoi però completamente a digiuno in tema di organizzazione di eventi sportivi. "Nino" Squarcia ci aveva... viziato.
Il giorno delle esequie scoprimmo, devo dire abbastanza sbalorditi, quanto fosse amato, rispettato, stimato. Era un martedì 2 giugno piovoso. Ciò nonostante, oltre un migliaio di persone accorsero a porgergli l'ultimo saluto: docenti e studenti liceali, ex compagni di lavoro, attivisti e semplici iscritti del Circolo; inviarono corone di fiori, tra gli altri, le aziende "Torpedo" e "Rikard Bencic", il Liceo e le Ottennali, la Fratellanza e il Consolato Generale d'Italia di Capodistria. Per il "CIC" lo ricordò Edi Braiucca. Si esibirono i Cori della Fratellanza e del sodalizio sloveno di Fiume, "Basovizza" e la Banda di Ottoni di Tersatto.
Aveva solo 55 anni. Dopo pochi mesi, nel mese di ottobre, lo raggiunse Grozdana "Dani" Seppi Squarcia, appena cinquantenne. Si erano sposati nel 1945.
