CINEMA, FOTOGRAFIA E SCRITTURA (MA ANCHE ATTESTATI) olco Quilici è nato a Ferrara nel 1930, da Nello Quilici, storico e giornaliFmentale sta, e Mimì Buzzacchi, pittrice. Nel 1951, si è diplomato al Centro Speridi Cinematografia e nell’anno successivo ha iniziato il suo lavoro per il film Sesto Continente, presentato alla Mostra del Cinema a Venezia. Da un testo di Ennio Flaiano e Emilio Cecchi, nel 1955 ha diretto Ultimo Paradiso, vincitore al Festival di Berlino nel 1957, e distribuito nel mondo dalla United Artists. Nel 1958, ha diretto Dagli Appennini alle Ande, premiato al Festival Internazionale di San Sebastiano. Nel 1961 è stata la volta di Ti-koyo e il suo pescecane, da un testo scritto con Italo Calvino, Premio Unesco per la Cultura, distribuito nel mondo dalla Metro Goldwin Mayer. Nel 1970, ha realizzato Oceano, Premio Speciale al Festival di Taormina. Nel 1972, ispirato al primo rapporto sui problemi ambientali del pianeta, curato da Aurelio Peccei e dal Club di Roma, in collaborazione con Carlo Alberto Pinelli ha realizzato Il Dio sotto la pelle. Con il film Fratello mare ha vinto il Festival Internazionale di Cartaghena 1974. Dal 1988 al 1992 ha lavorato a Cacciatori di Navi, coprodotto nel 1991 con la Cbs, che ha vinto il Premio Umbria Fiction. Nel 2006, in Cina, ha iniziato la preparazione del film Drago Bianco. Tra i suoi film culturali di particolare impegno si segnalano Paul Gauguin (1957) e L’angelo e la Sirena (1980), presentati fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. Sono poi da ricordare Siena, un giorno, i secoli (1972), da un testo di Fernand Braudel, e i tre film Firenze 1000 giorni, sull’opera di salvezza del patrimonio culturale della città ferita dall’alluvione del 1967. Folco Quilici ha ricevuto la nomination all’Oscar nel 1971, per Toscana, uno dei quattordici film del progetto L’Italia dal Cielo, al quale hanno collaborato nomi di prestigio della letteratura italiana del Novecento, come Giuseppe Berto, Italo Calvino, Giovanni Comisso, Guido Piovene, Mario Praz, Leonardo Sciascia e Ignazio Silone. Nel 2000, ha diretto i lungometraggi Kolossal (2002) e Il Mondo di Pinocchio (2003), per la rete televisiva franco-tedesca Arté. I suoi film sull’archeologia subacquea sono stati tra i primi al mondo in questo campo. Tra i più densi di significato Mare Museo, Il mare dei Fenici, con Sabatino Moscati, e I Greci d’Occidente, con George Vallet. Nel 2004, L’Impero di Marmo è stato premiato al Festival Internazionale del Cinema archeologico Agon, in Grecia. Attualmente, sta lavorando a un film sull’area di Hierapolis, in Frigia, con l’archeologo Francesco D’Andria. L’attività di Folco Quilici nel campo del cinema culturale ha trovato ampio spazio in programmi televisivi, in Italia e all’estero. Tra i tanti, Alla scoperta dell’Africa (1966), Alla scoperta dell’India (1968), Islam (1970), L’alba dell’uomo (1974), Civiltà del Mediterraneo (1976), I mari dell’uomo (1977), L’uomo europeo (1979-1980), Festa barocca (1982), La Grande Époque (1985), Il rischio e l’obbedienza (1992), Archivi del tempo (1992), L’avventura e la scoperta (1992), Viaggi nella Storia (1988-1992), Arcipelaghi (1995), Italia infinita (1999-2002), Le Alpi (1998-2001), Di isola in isola (2004-2005). Dal 2002, collabora con importanti serie televisive a Sky (Marco Polo): trasmissioni che gli hanno valso la nomina a Personaggio dell’anno, nel 2006.
Ha ricevuto il Premio della Critica Televisiva Francese per Méditerranée, il Primo Premio Giornalismo Radiotelevisivo per Alla scoperta dell’India (1966), il Premio Nazionale della Critica Televisiva per L’Alba dell’Uomo (1975) e il Premio della Critica Italiana per Festa barocca (1983). Nel 1976 è stato premiato al Festival dei Popoli per il suo lavoro sul mondo primitivo. Parallelamente al suo impegno come autore cinematografico, numerose sue opere di saggistica sono state pubblicate in Italia e all’estero: Avventura nel Sesto Continente (1954), Mala Kebir (1955), I mille fuochi (1964), Gli ultimi primitivi (1972), Magia (1977), Il riflesso dell’Islam (1983), L’uomo europeo (1983), L’India (1990), I mari del sud (1991), Il mio Mediterraneo (1992), Le Americhe (1993), L’Africa (1994), Tobruk 1940 (2004), I miei mari (2007). Tra il 1976 e il 1978 ha diretto La Grande Enciclopedia del Mare. Per Fernand Braudel, ha illustrato con sue fotografie i due volumi di Méditerranée (1974-1975) e Venezia: un’immagine di una città (1984). Numerosi suoi libri sono stati tradotti all’estero. Tra i più recenti Cacciatori di Navi (Danger Adrift, negli Stati Uniti) e Cielo Verde, in Spagna. Con il romanzo Alta Profondità, nel 1999 inizia un sequel narrativo sull’archeologia sottomarina: L’abisso di Hatutu (2001), Mare Rosso (2002), I Serpenti di Melqart (2003), La Fenice del Bajkal (2005). Nel 1955, il suo Avventura nel Sesto Continente ha vinto il Premio Marzotto di Letteratura. Folco Quilici ha poi ricevuto il Premio Malta per Mediterraneo (1981), il Premio Fregene per Cacciatori di Navi (1985), il Premio Estense per L’Africa (1993), il Premio Scanno di Letteratura per Mare Rosso (2003) e il Premio Hemingway per I miei mari (2007). Dal 1954, Folco Quilici collabora alla stampa italiana e internazionale, con suoi servizi in Life, Epoca, Panorama, L’Europeo, e i quotidiani La Stampa e il Corriere della Sera. Ha vinto il Premio Italia di giornalismo (1969) e il Premio Giornalistico Europeo (1990); nel 1994, ha vinto la Penna d’oro per i suoi servizi sull’America Latina. Nel 1997, gli è stato conferito il Premio Campidoglio per il giornalismo culturale. Folco Quilici ha tenuto corsi in numerose Università. Come Presidente dell’Icram (Istituto Centrale per la Ricerca Scientifica e Tecnologica Applicata al Mare), dal 2003 al 2006 ha diretto i Quaderni Scientifici dell’Istituto. È tra i soci fondatori dell’Hds (Historical Diving Society) e dell’associazione ambientalistica Marevivo. Dal 2001, è membro della Società Geografica Italiana. Come fotografo opera dal 1949, avendo accumulato un archivio di oltre un milione di immagini a colori e in bianconero, ora affidate agli Archivi Alinari (www.alinari.it). Nel 1998, è stato dichiarato Great Master for creative excellence dall’International Photo Contest. Dal presidente della Repubblica Sandro Pertini, nel 1983 gli è stata conferita la Medaglia d’Oro per meriti culturali. Nel 2006, grazie ai suoi film e ai suoi libri, la rivista Forbes ha inserito Folco Quilici tra le cento firme più influenti del mondo in campo ambientale (www.folcoquilici.com).
vo superando. La luce favoriva l’inganno, sembrava non diminuire, come avrebbe dovuto, mentre continuavo a scendere metro dopo metro. A svegliarmi dall’incantamento fu un segnale d’allarme echeggiato improvviso; il mio compagno di tante immersioni, Andrea Tamagnini, dovendo caricarsi della ingombrante cinepresa e di due grandi torce, era saltato in acqua diversi minuti dopo di me; e avvistandomi già profondo e lontano, mi vide subito in pericolo. Si mise allora a percuotere l’asta metallica di supporto alle lampade e a quel suono alzai la testa intravedendolo lontanissimo. Corsi subito con lo sguardo alle trascurate lancette del
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profondimetro, lessi “meno 72”; simultaneamente l’indicatore dell’aria mi informava che la riserva nella mia bombola stava per finire. L’istinto di conservazione, di fronte alla minaccia di quel mantello d’acqua, sotto il quale stavo per soffocare, mi suggeriva -erroneamente- di tentare una risalita il più velocemente possibile, sfidando una sicura embolia, perché non avrebbe permesso di rispettare le obbligatorie soste per la decompressione. Debbo all’immediato intervento di Andrea il non esser stato costretto a scegliere tra una paralisi in superficie o la morte per soffocazione sul fondo. Tornò a fatica sulla barca, sfidando di nuovo, ma