Quaderno 2006 - pag120-173

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MARCO

FOLLlNI

FONDAZIO

E ROMA

EUROPEA

siccome il recupero di etica sembra essere prioritario a tutto quanto, io chiedo a Marco Follini quale secondo lui debba essere la strada che consenta di fare passi in avanti in questa direzione che - come anche lui ha detto - io ritengo fondamentale. Giorgio Riondino Prima Marco Follini ricordava Aldo Moro, io ricordo di quando Moro parlava della questione etica: si parla sempre della questione etica correlandola ad alcuni settori della pubblica amministrazione e alle industrie, però non si parla mai della questione etica profonda nel sistema politico. Perchè non si inizia a porre la questione etica partendo dal sistema politico, che sarebbe un grande esempio per il paese? Se prendiamo ad esempio il problema dei privilegi a coloro che sono eletti, tra l'altro eletti con un sistema elettorale chiuso nel quale si permette l'elezione solo a chi viene messo in un certo sistema, o ancora il problema del moltiplicarsi delle rappresentanze politiche per cui noi abbiamo di tutto dai municipi, comuni, province, regioni ... c'è una moltiplicazione di professionisti della politica che probabilmente contribuisce a deprimere il nostro paese. Grazie. Marco Follini Vorrei richiamare l'attenzione sull'importanza e sulla responsabilità delle parole che il Papa ha speso ieri. lo ho due convinzioni su questo: la prima è che non so se ci sia lo scontro di civiltà, se ci siamo già dentro, siamo forse a pochi metri, ma comunque se ne esce solo se c'è uno scontro dentro le civiltà, questo è il grande tema che è aperto all'interno del mondo islamico. La seconda mia convinzione è che non è che il fondamentalismo riguarda solo gli altri, e la nostra forza sta nell' avere la certezza della nostra identità; ma sapendo che fa parte della nostra identità in modo inesorabile una straordinaria attitudine alla tolleranza al rispetto del punto di vista dell' altro, noi siamo inevitabilmente contraddistinti da que-

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I I \ '11i~ I A~

~U~N~A.c..I'O~L~IT~l~CA~DI~C==E::.:N~TR~02-' -=:U.:..:.N..:.:N~U-=:O.:..:VO:::....:::CE:::.N:..;T..o.::RO:::....:.:IN-,--I:....::'O::

III .1,( uando Berlusconi parlò qualche anno fa di "superiorità della 111,\111id .ntale", io non volli replicare perché non potevo polemizzare \Il I 1',Illllli,ma per come la vedo io la superiorità della civiltà occidenI IIII,i,l' nel fatto che la civiltà occidentale ritiene che non esista una 11\ IIp -rior ,questo è il cuore del nostro ragionamento pubblico e noi, Il '11111 IO in un momento difficile, dobbiamo avere la capacità di tenerIl 1\,I 1.1nostra identità, le nostre radici, le nostre buone ragioni ma I I 1IIIIIIIIlqueche siamo in un mondo complicato dove tutto fa attriIIIIVI1.1no tra forza e la nostra ragion d'essere sta nella capacità, per I, IIIII l,' parole di un altro Papa, di costruire ponti e di abbattere muri, 1""\11,di l'a rionare su tutto quello che tiene insieme cose che non stan111Illlll':tg, ·volmente. lo ho fatto la fatica di leggermi anche il Corano, ti, I I IIl' IIO!1mi riconosca nella citazione controversa: però so che quelI , Il, .lcua a me ha un significato, detta ad un miliardo e mezzo di I 1l1i1l,llIiris

'hia di averne un altro.

l' \ Il pOlldcre a Giampiero Gamaleri: io scommetto sulla scomposi"

111.1111)11 perché io non ami il bipolarismo, ho semplicemente preso Il'11111.1prova di questi anni che è una cosa che non funziona: sarà 1111111,1, ,.Hi\. geometrica, ma non funziona, non attecchisce e quindi Il,1,1!I.tllIl)studiare un' altra strada e l'altra strada sta nel fatto che appunIl Il 11110 1:II'cil tripudio delle identità ... anche in politica c'è diritto I 111\\I. 111:1 l'identità dell'l % non ha titolo ad esser rappresentata in I 1\1 11111111 .utre un'identità più cospicua secondo me si deve esprimeI I 110eh ' è, poi troverà strada facendo le alleanze ma se le alleanI 111.11111 I\abbie secondo me si soffoca e si fa avvizzire la buona poliI 'Il questione il costo della politica: qui i problemi sono due, il 1111d,I '1llali . i chiama ricambio. Noi dobbiamo metterei in testa che 11\ l,I di Ciulio Andreotti che comincia nel movimento giovanile e I Il.IIClI''a vita è irripetibile anche perché siamo troppi e quindi I Il 11111'111 'n n è possibile, ed ognuno di noi deve sapere che ha un

'l'''

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MARco FOLLINI

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arco eli tempo non infinito per dare prova eli se e poi è giusto che lasci il passo. Noi abbiamo regole per le quali solo i sindaci dopo due mandati debbono cambiare, paradossalmente sarebbe più giusto il contrario perché ha più senso che ciò avvenga dopo due tre mandati per i parlamentari o per i consiglieri regionali che non per i sindaci che magari amministrano comuni piccoli, piccolissimi dove si fa fatica a trovare chi fa bene il sindaco e appena imparato il mestiere lo si manda via: con il risultato magari che poi il sindaco sceglie il cugino, il fratello, l'amico per proseguire per interposta persona la propria attività. Lalrra grande questione riguarda la quantità eli livelli territoriali che sono assolutamente esagerati perché il problema non sono solo i parlamentari. lo vorrei invitarvi a considerare quanto costa allo stato italiano la proliferazione eliconsiglieri regionali ad ogni tornata, prima erano cinquanta poi sessanta poi ottanta e oggi ognuno si fa il consiglio regionale su misura e le regioni sono diventate centri di potere assolutamente squilibrati. Allora chiudiamo questa fase non felicissima che va sotto il nome eli devolution, per altro c'è stato anche un referendum che quella cosa lì l'ha bocciata, diamo allo stato centrale un po' eli competenze in più che non fanno male, ridiamo respiro alla vita dei comuni che sono il cuore del paese, io dico aboliamo le province perché ci siamo resi conto della loro utilità soltanto quando abbiamo fatto una campagna elettorale per le province in cui ogni provincia era la bandiera decisiva da piantare sul pennone della disputa politica ma in realtà le province tanto importanti non mi sembra che fossero fino al giorno prima e credo che abbiano continuato a non essere così importanti, limiamo un pochino le unghie di un centralisrno regionale che secondo me è diventato assolutamente abnorme. Cesare San Mauro Approfitto per ringraziare molto per la loro presenza i rappresentanti delle Ambasciate accreditate a Roma che sono qui, stasera sono rappre-

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U

ROMA EUROPEA

11111' I

A POLITICA DI CENTRO, UN NUOVO CENTRO IN POLITICA

. Ambasciate di India, Ungheria, Austria, Turchia ed Estonia. ora gli interventi del Consigliere Luigi Tivelli che vanta. un lungo Il 'lie istituzioni, e di Chicco Testa che oggi è Presidente di Roma

111.lIllo 111 11\

1IC11'0lilane.

i i 'l'i yelli

I

I

.ompito è favorito dal fatto che, hai già dato una risposta in quella che sarebbe stata la mia domanda. La.politica un tempo era I 111 CI fl'ss i ne praticamente solo per il partito comunista, ora pratica1111 1.1 politica è diventata una professione per tutti perché va ricorda1\1 d.d 'onsigliere circoscrizionale al consigliere comunale fino al sin•.Il \111 piccolissimo paese sono tutti pagati per esercitare la loro fun111 Ouindi abbiamo questo dilagante professionismo politico che non 1111111 ( 011 tributo ulteriore al costo della democrazia, ma che può incen111 I l.ivorire la corruzione ulteriormente. Mi spiego: Pizzorno nella fase 11I1'.I'lItop li aveva elaborato una sua teoria molto semplice ma per me " 11111110 efficace, per la quale la corruzione era più eliffusa fra i poliIl IlIlIti tipo funzionari eli partito. Il professionista, il medico o un'alti 1I1.1.llIl revole nella sua città, è difficile che acceda a fatti eli corruIl 111 Il h { ha un suo capitale sociale, una sua immagine da mantenere. IlI 111111 Il.1 :l (fatto o ha poco capitale sociale può essere più indotto, senza '1"1 1.1 sia una mia forma di classismo, non vorrei essere capito male: I 11\1' ~l'l11brache la professionalizzazione vincolante di tutto il ceto 111 I Il Livori ce l'accesso alle rappresentanze elettive molto più di quelIi ""\1UI basso capitale sociale che di quelli che hanno un buon capiIIlIlil)

'I

I

.1

l.tll'.

Il

Il I

/I

(;razie .T·'ra

111111stato

I I Il

in anni lontani deputato del Partito Comunista Italiano uularc, Marco Follini lo sa molto bene, che l'unico partito che,

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FONDAZIONE

MARCO FOLLINI

ROMA EUROPF

con le note eccezioni per i grandi leader, applicava la regola delle due legiè un caso evi-

slature era il PCI, e che il caso che tu hai citato di Andreotti dente di professionismo hai detto, Marco,

politico.

a proposito

Sono molto

tà; io in realtà credo che ci sia un elemento dentale

che è proprio

rimento

questo è il motivo

civil-

II1I I i mobilitiamo

nel pensiero occi-

di superiorità

che invece non è compresa

per cui avrei trovato

di quelle tre addizioni

nella carta europea,

di stampo

dovuto

essere introdotta

qualche

eccesso delle altre tre radici, Però la mia domanda perfettamente

europeo

perché

l'illuminismo

per quella o quell'altra

l" Inndo non facciamo

che rinforzare

fortemente,

liberale

almeno

avrebbe

anche come antidoto

i vizi dell' attuale bipolarismo,

l'inse-

sicurament - diciamo

è questa: tu hai

1111111 'l'

E1. Vincenzo

avviato da persone

coraggiose

e che questo

le quali rompano

rietà falsa e fasulla, e dicano: io mi presento

chiaro che ci sono delle strade alternative.

debba

accompagnarsi

necessariamente

processo

debba essere

questo vincolo

elettorale

abo-

di coalizioni

benissimo e quindi

che il proporzionalismo

un'altra

ricatti di tipo diverso ma abbiamo

to e i vizi dell'ultima

fase politica

italiani invece premierebbero

e riformista.

conosciuto

pentapartitica,

fortemente,

chi con coraggio

ti e dicesse: io mi presento

volta i poteri

mentre

elezioni provinciali

magari

io credo che gli

una identità

personale

che intendo

seriamente io ho ini-

portare avanti, alle

farò un appello per non andare a votare, solo

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('111:1

di piedi meno

dell'Unione

di una associazione

Nazionale

di consum~tori

i~

di grande saggezza, Grazie per l meritati.

Bene, .co.n questo ricor-

Follini, ringraziandolo

moltissimo

per questa

tasera,

\11 Il F llini 1111"(,ft'ssionismo politico: credo nel ricambio, ma no~ credo ~el dile~1111 11111,Noi abbiamo

"1",IV,1 lutti imparare 111Ili,ognava

I

ma

avesse la voglia di liberarsi dai ricat-

Infine vorrei dire una cosa sulle province:

ziato una mia piccola campagna

nel

tutti il disfacimen-

magari non nell'immediato

con questa identità,

Il

porta con sé

di ricatto:

82 am~C1 di

di tipo

qui forse se ho capito bene ci può stare la differenza,

senso che poi sappiamo

I1II 1.1parola a Marco

Non credo che questo

ad una riforma

fondatore

III 1\11il.iusi, che sono assolutamente

di solida-

alle elezioni e non vincerò ma

rendo

prossime

m

che vogliamo

~no degb

Dona è stato Presidente

" 1I111,II!lri,il primo

moderata

un istituto

I Illi h· .unico, un grande signore se ne è andato in punta

però onestament

1II I l,I 1111uomo di grande equilibrio,

nel medio periodo,

le elezioni pr~-

I Il l 111!lI' 'a che hanno creduto in questa realtà, m questa ~o?d~lOne.

di scomposizione

necessità

l~ pr.ovm-

parte. Evidentemente

Il''' 111ordarvi una notizia triste che riguard: - a

re ad un processo

saranno

che

u S.ln Mauro 111111.1 (Ii dare la parola al nostro ospite per le ultime rispo,ste devo. p.ur~

una

non ho capito bene la tua ricetta. lo ne ho una, io penso che si debba anda-

proporzionale,

forse verran?o

in altre civi-

molto riduttivo

quarta,

descritto

eh

con quello

delle diverse

sotto certe percentuali

quello che tu hai citato, ci sono dei mezzi di supe·

riorità, c'è quello della tolleranza lizzazioni,

d'accordo

della relativa superiorità

1\111110il voto alle provinciali

I I Il province perché è assurdo che per 5 anni diciamo I 111\I I ('~scre abolite e poi alla campagna elettorale per

avuto per alcuni anni questo bene a fare il pr?prio

1""1 Il' .imministrazioni

dentro

di 11.1partita

locali tanto meglio era. Credo

non mi sembra brillantissimo.

l" 1',11l.uido ovviamente ,,11111 ,I .Ir .na e quante

di corruzione

Quanto

personale

l~ isu-

che abbiamo

e peraltro

il ris~-

al grado, ~on sua-

ma a qua~te

a volte le drena impropriamente,

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plU sfrena~e ,e

ti Parlamento

1111,1molte persone il disagio di giocare in trasferta, Il

~ra~~e i politici

invece lasciare campo libero alle f~tasle

1111I pill società civile si riusciva a portare I

rruto che m Italia

mestiere,

nso~se la

noi dobbiamo


MARco FOLLINI

FONDAZIONE

U

ROMA EUROPFA

ricondurre questo ragionamento non tanto alla sorte personale dei dirigenti politici che possono essere singolarmente più o meno integerrirni, ma a quali sono le conseguenze delle decisioni che prendono. Stiamo attenti a non leggerlo troppo nella chiave della biografia delle persone del loro stile di vita, questo rischia di portarci un pochino fuori strada. Penso anch'io, come Chicco Testa, che il riferimento alle radici nella Costituzione Europea sia un argomento da maneggiare con molta cura perché se la Costituzione diventa l'occasione di una sorta di esame di coscienza che un insieme di Paesi si fanno e dentro quello che è un testo che dovrebbe organizzare al meglio la legislazioni si portano conflitti idenritari e visioni diverse, credo che si finisca per mettere una zeppa dentro l'ingranaggio. Non a caso la Costituzione Italiana fu fatta da una classe dirigente che era molto ideologizzata ma seppe tenere l'ideologia fuori dalla porta, perché se l'avesse portata dentro avrebbe scritto una Costituzione destinata a non reggere abbastanza a lungo.

A POLITICA DI CENTRO,

UN NUOVO CENTRO IN POLITICA

lo contesto questi due schieramenti perché sono secondo me molto artificiosi e perché io non credo che si possa riassumere la politica italiana nel dilemma tra Berlusconi e Prodi. Penso che ci sia il diritto di dire che non mi piace né l'uno e né l'altro e mi cerco un'altra strada. La strada che cerco io qual è? lo ho provato a dirlo prima: non è che la politica italiana si divide in due, c'è il rosso e il nero. La politica italiana si divide ragionevolmente in quattro cioè, su ogni problema i punti di vista sono regolarmente più di due, non possono essere infiniti perché se no è una

Il Il. ma le forze che contano in questo paese sono la destra, il centro, 1111 Il.1 tranquilla e la sinistra arrabbiata. Queste sono le quattro forze 111111;\110. Una volta che noi il sistema politico lo abbiamo semplificaIlIg,lIlizzando quattro grandi partiti o federazioni di partiti, quattro lidi forze che sono in campo, può capitare come in Francia che i due 11110 da un lato sono contro i due che sono al lato opposto, la destra Ili 111 J"() ontro le due sinistre: è uno schema. Così come c'è lo schema I"t011lo me è molto più ragionevole, molto più naturale, di una alleI Il,1I . due posizioni mediane il centro moderato e la sinistra tranquil111/,1In sinistra antagonista e senza la destra populista. A me sembra I '1111"(0ia l'asse naturale di governo del paese. Peraltro l'Italia con uno Il 111,1 di questo genere è andata avanti per molti anni e non è che abbiaI IIfkn né la fame né il freddo. Certo un'operazione di questo geneIliltil'd· dal mio punto di vista un centro completamente diverso da l" Il.1I Il ha lasciato un ricordo di sé non proprio brillantissimo una decidi .rnni fa: quindi penso che anche il centro si debba fare un esame di I u-nzn, non è che si possa riproporre come una forza immutabile e 1IIIIIhii' che sta al crocevia di tutte le combinazioni. È un centro che I I .IV-r capacità di innovazione, idee. Ora sugli argomenti, io ho cita111/1111,1 L raghi e Monti per dire due voci che considero abbastanza proI IIl 111'ma voglio dirla in modo ancora più semplice: noi abbiamo avuto Il '1111'"ianni un grande proliferare di Autorità, che hanno rappresentaI 1111,1 straordinaria voce di saggezza. Se la legislazione avesse tenuto il Il ddl Autorità indipendenti, noi oggi saremmo un paese molto più Il,, r.rlr, un paese in cui la concorrenza si dispiega con meno ostacoli, con 1111111barriere ... io all'inizio della legislatura proposi che ci fosse in I 1I11111t'nro una Commissione dedicata ad interfacciarsi con le Autorità. .111 '1110capaci di tradurre in buone leggi i ragionamenti sottili ma equi 111Il' Autorità hanno distillato in questi anni, io credo che avremo fatto 1111 l',I'SO nella direzione giusta.

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È chiaro che la legge elettorale va cambiata. Questa è una legge elettorale nella quale il diritto del cittadino di scegliersi il proprio rappresentante non c'è. Dopo di che si può imboccare la strada del maggioritario del doppio turno alla francese, si può imboccare la strada del proporzionale alla vecchia maniera ma si apre una discussione su questo sapendo però alla fine come dire o è carne o è pesce, non può essere un pasticcio di cavallo e di allodola perché non è commestibile.

o

o

I(


DA ROMA RIFORME ED AUTONOMIE Roma, Caffè Greco, 9 ottobre 2006 di Linda Laneillotta'

'~'Irç San Mauro razie a tutti per la partecipazione. Questa sera sono particolarmente lieto di avere con noi l'Onorevole Ministro per gli Affari R gionali e le Autonomie Locali Linda Lanzillotta, cui sono I .1111 da un'antica amicizia. Lonorevole Lanzillotta inizia la sua carIÌl 1.1 Il ·11 istituzioni come funzionario dello Stato del Ministero del "tI.1I11io della programmazione economica, vince il concorso alla Camera I I I h'putati dove opera presso la segreteria della Commissione Bilancio , 11I1.d 1993 quando viene chiamata dal Sindaco di Roma Francesco I 11I1·lIi ome Assessore alle Politiche Economiche e Finanziare del 1IIIIIIn" occasione nella quale io ebbi modo di collaborare con lei I lido io Presidente della Commissione Bilancio in Consiglio I 111Ilmale. Successivamente il Ministro Lanzillotta ha ricoperto l'in"I!CI li apo di Gabinetto del Ministro del Tesoro Giuliano Amato I1I Il)C)9 al 2000, per poi divenire Segretario Generale della Presidenza .Il I ( .onsiglio dei Ministri - la prima volta per una donna, e questo "!.!.O dire che è un elemento significativo. Spesso ci hanno criticato

t\ '1IIi\11'O per gli Affari Regionali e le Autonomie Locali

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LINDA

LANZILLOITA

FONDAZIONE

ROMA

EUROPE

come Fondazione, troppi speakers uomini, è vero ma è anche vero ch volendo interloquire con i protagonisti spesso capita di farlo con protagonisti di sesso maschile . LOnorevole Ministro è docente università di programmazione e controllo delle pubbliche amministrazioni presso la Facoltà di Scienze Politiche di Roma Tre e presso la Scuola di specializzazione in studi sull' amministrazione pubblica della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Bologna: naturalmente prima delle incompatibilità giuridiche dalla sua attività attuale di Ministro della Repubblica Italiana. Sotto il profilo politico è componente dell'esecutivo nazionale della Margherita e responsabile del dipartimento innovazioni sviluppo. Mi piace anche ricordare un' associazione cui Linda Lanzillotta ha dato vita, si chiama Glocus ed è un luogo in cui ci si confronta. Linda, ti lascio la parola. Linda Lanzillotta lo ringrazio Roma Europea e Cesare San Mauro per l'invito, vedo molti amici qui con me. lo credo che sia di un qualche interesse per chi ascolta cercare di capire che cosa nel Governo si sta cercando di fare dopo il referendum costituzionale per rendere più efficiente il sistema amministrativo e istituzionale del nostro paese. In parte è una responsabilità che mi è assegnata come Ministro degli affari regionali e delle autonomie locali, perché io credo che dell' oggetto del referendum in particolare si è molto sottolineato un aspetto che riguardava la forma di governo, il potere del Primo Ministro, il rapporto tra Governo e Parlamento, dall'altra parte la cosiddetta devolution - cioè i poteri delle regioni - ma forse non si è abbastanza ragionato di quello che questa riforma del 200 l, pur con tutte le sue contraddizioni e criticità, ha introdotto. La riforma del 200 l è quella che il referendum ha sostanzialmente confermato, bocciando il progetto di Costituzione che la emendava. Ora il compito che noi abbiamo è particolarmente delica-

130

Il

l'Il\MAL..

D~A~R~O~MA~R1~F:::.O!::RM~E::.:E::::D::....:A~U::.:.T.:=.O.c.:O:::.:M

dilll 'ile in questa fase anche della finanzia pubblica, perché c'è una 11I1('~,ionemolto stretta tra il disegno del distretto amministrativo e I Il IIIS. fìnanziarie e riguarda il far funzionare un sistema molto comI Il di ui sicuramente una parte significativa è il ruolo delle regio1111.1 IlIl'altra parte altrettanto significativa è una razionalizzazione dei IIlIpili cl i vari livelli istituzionali. lo credo che il nostro paese in queIl I .inni, un po' sotto la spinta politica della Lega, ha percorso queIl n.ula otto il nome di federalismo senza coglierne forse tutte le "l'lil,l'/.i ni. Nell'idea prevalente dell' opinione pubblica il federalismo Il' ,I 's ere qualcosa di più amico dei cittadini, cioè un' organizzazioI uuminiscrativa più vicina, più capace di dare risposte, più sernplil'Iìl ontrollabile, con una fiscalità diciamo le~ata.alle presta~ion~ 1IIIIIdiio pago e vedo per che cosa si spende ... quindi autonorma del IllInri, responsabilità di spesa, responsabilità di prelievo ... ecco, man 11111111 hc il tempo è trascorso in parte questo si è realizzato con alcu1\1" I.rri .nze di grande successo, in particolare parlo dell' elezione diretl' d!"i sindaci, che è stata l'unica riforma istituzionale davvero efficace 1 ,1.\11 iIa dai cittadini, ma dall' altra inve~e .ha ~radual.m.ente .d~ter~i' 111111 1111processo di burocratizzazione del livelli ammuustratrvr all mI 11111I ,I quale si è un po' smarrito il senso del progetto originario, un 1'1111',1'110 che invece è scritto in modo molto chiaro n~l Titolo V.della Il l iruzione e che oggi noi dobbiamo attuare, semphficando e inco'''11\1inndo a dire chi deve fare e cosa. Il, (.0 tituzione c'è una riparto delle funzioni legislative che nel corso .Il I I inque anni trascorsi è stato gestito in modo un po' controverso, 11\1l'Il' , nflittuale, un po' competitivo in molte materie che in realtà IIII"nlono un luogo di definizione di indirizzi comuni del sistema paese I 't .11).he una indicazione delle modalità attraverso cui gli enti locali I 1Il'sono quelli che rispondono a tutti i bisogni primari dei cittadi\Il dovrebbero organizzarsi: questi criteri di appropriatezza, propor-

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LI

DA LANZILLOTIA

FONDAZIONE

ROMA EUROPEA

DA ROMA RlFORME ED AlJTONOMIE ~~~~~~~:":':'::=:=':=

1'11It\"-'IA~

zionalità, adeguatezza che dovrebbero fare sì che ogni attività o compito venga svolto dall'ente locale che ha la dimensione, le forze, le capacità finanziarie per gestirlo, e deve farlo da solo e solo lui. Ecco, in teoria il disegno ha una sua razionalità, ma in pratica non è stato attuato, Non è stato attuato per quanto attiene al riparto di competenze legislative tra Regioni e Stato perché se ne sono sovrapposte troppe e soprattutto si è interpretato in chiave solo cornpetitiva e antagonista e non in chiave collaborativa e concertativa l'idea di concorrenza di competenze; e non è stato attuato circa il tema della riforma delle autonomie locali che intendeva renderle più coerenti con i compiti chiamati a svolgere; per cui noi abbiamo da una parte le Regioni che competono con lo Stato e la difficoltà di trovare una metodologia e un luogo per definire una strategia per il sistema paese, e dall'altra una moltiplicazione di funzioni a più livelli con il medesimo oggetto, con il risultato di una notevole dispersione di risorse e una significativa inefficienza, Il compito principale che personalmente mi è assegnato è proprio l'attuazione di quel disegno costituzionale, poi c'è anche un tavolo di lavoro che riguarda il perfezionamento di quel disegno costituzionale, ma intanto noi dobbiamo far funzionare quel che c'è perché non ci possiamo più permettere di avere un sistema bloccato, Quindi questo significa fare un po' quello che io chiamo l'integratore di sistema, cioè un esercizio di un ruolo molto soft ma che è tra i più complessi perché significa appunto far convergere verso un obiettivo comune e coerente una pluralità di soggetti dotati di una propria autonomia e di una propria anche forte soggettività. Questo come si può fare? Si può fare appunto nel rapporto tra Stato e Regioni attivando e coltivando con grande pazienza e determinazione delle forme di cooperazione legislativa ma anche trasformando delle sedi che tradizionalmente sono sedi puramente burocratiche come la Conferenza Stato-Regioni, la conferenza unificata che esiste da 20 anni per esprimere pareri su atti amministra-

. ra di un' operazione molto complessa ma indispensabile. perI( I l l' -do che dalla organizzazione amministrativa ~olicent:'ic~ come I 111 lI, noi ormai abbiamo in Costituzione non SI torna mdI.e~ro e 1"111111 dobbiamo renderla efficiente, perché questa è una co~d:zlOne I Il 1'('l\sabile per la cornpetitività del paese e anche sostenlb.ll~ ~u~ 111111 1111;1 nziario: è chiaro che se i livelli si moltiplicano e le att1~1ta.SI I IIlIlIl S .nza un risultato efficiente, ~ue~to in termini finanzl~n e ( di \ignifìca aumento dei costi e q~mdl aumento della fl:esslO.ne Il . (Il fatti un altro pezzo di questo disegno fondamentale e 11cosld~ I 1111ftod -ralisrno fiscale: questo sistema policentrico, fo.rmato d~ enti III1IH) ti ,i quali è dotato di propria autonomia, deve al1IT~entarSIno~ Il 111 \. .he vengono da un bilancio dello Stato ma da nsorse fiscali 1" 1111.ille quali c'è una responsabilità percepibile e v~sibile" Questo 1\Il h ,I .h vanno molto sfoltiti i compiti, perché altrimenti la mol1,lh .i/ionc dei livelli comporta una moltiplicazione del fab.bisogn~ ~ IllIlIdl lilla moltiplicazione delle tasse, Fare questa operazlO~e, cioe I It Il Il' dei pezzi di spesa dello Stato per trasferirli a ~ivell~ reglOna:e ~ 1111 111( io quello che è chiamato a svolgere da ora m pOi le f~nzlOn~ 111(Il imn erano svolte dallo Stato) in una fase di finanza pubblica cosi

132

133

I 1111111 luogo effettivamente

di concertazione tra livelli istituzi~naI 1li·.dizzare cioè quel modello che il.!itol~ V descrive ~el suo pnmo 1111111, il 114: una Repubblica non plU ordinata gerarchlcarne~te ~a 1111,11.1 a rete e cioè tra livelli che hanno una pari dignità costituzroI 1 I~Iiruzionale. Dall'altra parte si tratta però di riscrivere quello che Ilh .11 Il -nte si chiama il testo unico degli enti locali, che noi adesso 111III Il IO hiamare carta delle autonomie, proprio per ridefinire comIl 11I11'I,i ni di ogni ente locale e fare sì che ognuno faccia una cosa I, l l Ill' soprattutto spariscano tutte quelle cose inter~edie co~e conI I, ('lIti, ornunità o altro che proliferano con COStienormi e sono

I 1111 111 i di inefficienza e di complicazione del sist~m~. I I r.u


LINDA lANZILLOTTA

FONDAZIONE

ROMA EUROPEA

DA ROMA RlFORME ED AUTONOMIE

critica come la nostra, è un' operazione molto complessa perché significa riduzione netta di spese e di fabbisogno in dimensioni consistenti. Noi abbiamo oggi una complessità particolarmente alta nel mettere a punto una manovra di finanza pubblica che si deve confrontare con molti aspetti: uno è quello, appunto, della attuazione di un processo di autonomia fiscale da parte delle istituzioni regionali e locali, un altro è quello di doverlo fare a fronte di un bilancio che in questi anni ha aumentato la sua rigidità, perché in questi anni la spesa è aumentata in quelle componenti particolarmente difficili da governare come la spesa per il personale ... molti di voi qui sono manager o responsabili di strutture complesse, e sapete che rientrare nei costi che riguardano le persone richiede processi di riorganizzazione e ristrutturazione che non hanno un impatto immediato e per di più abbiamo una fase in cui la ripresa economica c'è ma è ancora lenta e in cui quindi le risorse da distribuire sono scarse. lo penso che stiamo affrontando il nostro compito con coerenza e avendo di fronte l'obiettivo, che oltre alla riduzione della spesa è quello di un grande processo di modernizzazione che riguarda il sistema amministrativo, lo Stato che si asciuga, le Regioni che qualificano la loro funzione e cooperano con lo Stato, gli enti locali che si semplificano e si danno funzioni in base al principio di sussidiari età sempre di più rivolti verso il mercato. Quello che noi stiamo cercando di fare è riuscire a mettere in moto tutti quei fattori che sblocchino il sistema italiano, la nostra economia, tutte le capacità di impresa, le capacità creative che ha il nostro sistema e che molto spesso la nostra amministrazione depotenzia piuttosto che valorizzare. Nell' ambito di questo progetto di legge sul codice dell'autonomia di cui vi stavo accennando, c'è un pezzo che, ovviamente, credo stia particolarmente a cuore a questo auditorio, perché nella delega per la riforma degli enti locali ci sarà una norma di delega per l'attuazione della norma costituzionale su Roma capitale. Di questa disposizione costituzionale si è

dis .usso, c'è stato un riconoscimento nel 2001 della natura di I Il ( :.•pirale e questo io credo che sia un punto molto importante I porta al livello dei grandi paesi europei ed occidentali che hanno 1111 l iuta alle loro capitali uno statuto e delle condizioni particola1111' P 'r Roma sono ancor più giustificate perché oltre ad essere I il.d 'd -110 Stato Italiano è anche centro della cristianità e quindi ha 111I1l' mondiale che non può essere ignorato. Ma è anche giusto che IIlIdizioni della capitale, pur nella loro specialità, si inseriscano in Il l'gllO he riguarda anche le altre grandi città italiane, perché queI. lo unico prevederà anche una disciplina per le città metropolita1111 Iispctto a Roma e cioè quelle condizioni di organizzazione e di 11111 d '[ grandi sistemi metropolitani dove appunto il tessuto socio 1111111 i,() upera di molto i confini di una città e il cui governo sia uuiuivrrativo sia in termini di governo delle reti e delle infrastruttuj I 111 u-rrnini fiscali. Questo progetto secondo me è molto imporIl ill' hiave di modernizzazione del paese e sarà uno dei punti qua1111 i dell'azione del Governo nei prossimi mesi, insieme al federafllll 11\ 'al- e ad un altro progetto di legge che è stato già approvato a I 1111 Il mia iniziativa che è la liberalizzazione dei servizi pubblici loca1111 ,.11 IO pezzo della modernizzazione dell' economia del territorio, Il do 'he sia un lavoro molto appassionante, anche perché mi dà Il Il de'gio di utilizzare tutte le esperienze professionali che ho matuI I 111 qll .sti anni e che oggi mi tornano sicuramente molto utili nel 11111111.11\' insieme ad un'altra persona che in questo disegno è fonda111 .Il . ovvero il Ministro dell'Interno Giuliano Amato.

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'"n Mauro l•• Il Ilgrazio moltissimo il Ministro Lanzillotta, avrei un centinaio h IIII.llld - ma questo naturalmente mi è interdetto dalla necessità di 111111 il dibattito di questa sera: diciamo che approfitterò del ruolo ,11'


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per rompere il ghiaccio e fame solo un paio, non prima però di aver ringraziato e salutato i rappresentanti del corpo diplomatico distaccati a Roma e presenti stasera, provenienti dalle Ambasciate di Spagna, Messico e Cina. Volevo chiedere a Linda Lanzillotta, che è stata tra i primissimi in Italia a sostenere la necessità dell'innovazione dei procedimenti amministrativi e quindi a pensare ad un modello di collaborazione di osmosi fra industria privata e struttura pubblica, come pensa che sia possibile, se è possibile, rilanciare quest'ipotesi di collaborazione: qui c'è l'ambasciatore Norberto Cappello il quale è un emblema di questa collaborazione in quanto è un diplomatico che collabora tutt' ora con un istituto bancario e quindi c'è questo passaggio tra soggetti privati e soggetti pubblici che può essere virtuoso ma che invece ad esempio alcuni amici autorevoli magistrati vi intravedono profili di conflitto. La seconda domanda è una piccola provocazione che faccio senza malizia nei confronti di un amico che pure ti ha preceduto come speaker qui al Caffè Greco, che è Enrico Gasbarra. Spesso ai nostri incontri è presente Chicco Testa, che purtroppo stasera non c'è, ma che ci ha svelato che addirittura promuoverà una campagna di astensione alle prossime elezioni provinciali perché a suo avviso l'unico modo per far capire una volta per tutte l'utilità dell'abolizione delle province è quella di dire che nessuno vada a votare alle elezioni provinciali. Mi interessa la tua opinione su questo tema certamente complesso. Bene, vedo che si prenotano per farti una domanda anche l'Avvocato Nicola Paglietti e l'Amministratore Delegato di Agriconsulting Cavalier Federico Grazioli.

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Il ,io al rema delle province: io sono molto perplesso sul riorganizzaI l'

ompiti perché dividere i compiti significa ridurre i compiti di chi

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aumentarli

a chi non lo è.

Il ·dl'ri o Grazioli lIl'h'i mi riferisco a quanto detto da Cesare a proposito del rappOI IO pubblico/privato, noi abbiamo un esempio molto valido in IildIlldu tria l'ambasciatore Petrone che ha un ruolo importantissi11111' h, sta facendo molto bene. lo apprezzo e ho seguito la posizio111'1Il.lggiosa del Ministro Lanzillotta in varie occasioni e ricordo un 111111110 del Sole 24 Ore di qualche mese fa sul come elimineremo gli 11'1'.111 i in A.O.S.(ndr Agricultural Ontology Service): ecco su ciò la sua 1111.1 posizione molto coraggiosa che tocca molto le imprese e dalla 1" ti" Il .nso che ci aspettiamo molto. Inoltre mi riferisco alla norma Il, il'la l'ulteriore espansione di società pubbliche, spesso portatarie Il l'milioni che minano la corretta concorrenza nei confronti dei pri111 l'IHIO qui un esempio macroscopico: noi in questo momento stia11111 1'.lrll' .ipando ad una gara in Botswana per l'assistenza tecnica ai llh I 1 lei sud dell'Africa su un progetto sulla mosca ts-tse. Siamo 6 socieI I dlli' in lesi, una danese, una francese, una tedesca e poi ci siamo noi d.hl,1I110come concorrente qualificato nientemeno che la FAO! La I () l' completamente pubblica, cose di questo tipo veramente non 111Il'\)1>'l'O capitare ... grazie.

I IlIda Lanzillotta

Nicola Paglietti Sfrutto anche la tua domanda, Cesare, volevo innanzi tutto fare i complimenti al Ministro Lanzillotta per il suo blog perché è molto divertente e risponde sempre alle persone che lo frequentano e mi rial-

( 111,1il rapporto pubblico privato ... io credo che sia utile che si I pmG' sionalmente ad un' esperienza diversa, perché si capiscono I LII',ioni di questi due mondi e quindi si agevola la comunicazione , ," IlCH ;1:naturalmente non bisogna affrontare l'amministrazione pub11111 ,l' nn sufficienza e supponenza come talvolta chi viene dal privato

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fa. Lamministrazione pubblica è un'organizzazione complessa che gestisce funzioni molto delicate: ha delle regole, delle logiche, sicuramente va resa efficiente però non va affrontata con sufficienza. A volte io ho visto manager privati in esperienze poco felici perché non hanno colto la specificità dell' amministrazione pubblica, che deve essere contaminata dalla cultura manageriale ma deve essere anche rispettata, valorizzata per quello che è, per la sua cultura e per la sua missione. Secondo punto: le province. Per me bisogna andarci piano, perché le province sono istituzioni che hanno una tradizione e una cultura abbastanza radicata nel nostro tessuto; e poi io credo che bisogna considerare il tema in modo molto pragmatico e cioè capire dove la Provincia può e deve continuare svolgere una funzione importante: io credo che questo può avvenire quando la Provincia coordina e integra un sistema di istituzioni locali molto frammentato o comunque di livello subcomunale ... quello che una volta veniva definito un insieme di funzioni di area bassa. Certo che se poi la Provincia e il Presidente della Provincia, siccome deve avere la sua visibilità perché deve essere eletto direttamente, allora poi deve fare le mostre, il turismo, la promozione e replicare le funzioni che fanno sia il Presidente della Regione sia i Sindaci, allora non va bene. Per questo io dico: dimènsione delle funzioni e specializzazione. Altro punto: è chiaro che non possiamo fare quelli che io chiamo i club sandwich, ovvero qualcosa con 5 livelli, per cui laddove ci sarà la Città Metropolitana questa dovrà essere alternativa alla Provincia perché la Città Metropolitana dovrà svolgere su una scala - a mio avviso superiore a quella della Provincia - il ruolo delle funzioni di governo del territorio di area bassa. Sull'articolo 13 io avevo un'idea chiara ... è stato giusto organizzare una serie di funzioni pubbliche in forma societaria per dar loro più professionalità ed efficienza, però quando queste società si configurano come agenzie pubbliche tali devono rimanere, cioè non possono essere prese e divorate dagli animal instincts del mer-

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P i godere della rendita del monopolio pubblico andando a com1"1'1\. impropriamente su mercati totalmente aperti e quindi i~ setto~ Il.lc IV ' non si parla di produzione di servizi pubblici ma produzione di I l/i, beni di mercato. Ritengo quindi che sia corretto quanto abbia11101.1110 con l'articolo 13 cercando di gestire la transizione e portan111 dl'lIl 1"0 società totalmente di mercato le attività che non hanno natuI I puhhlica, per poi dimostrare di essere cornpetitivi con gli altri. 110 l'

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RIFORME: CONTENUTI E NON CONTENITORI Roma, Caffè Greco, 20 novembre 2006

di Daniele Capezzone'

( "sare San Mauro 'ne, buonasera a tutti. lo debbo dire che la capacità di bucare il video, la proprietà di comunicazione e anche la tenuta intellettuale dell'Onorevole Capezzone è un elemento che colpisce tuuuodiatamenre. Daniele Capezzone è giovanissimo, nato a Roma 1'8 1II'IlIhrc 1972. È stato Segretario dei Radicali Italiani dal 14 luglio I I '()OI al4 novembre del 2006 e dal 6 giugno 2006 è Presidente di 1111,1 ddlc più importanti Commissioni Parlamentari alla Camera dei I ) '1'111 ali, la X Commissione Attività Produttive Commercio e Turismo. 111.1p 'l' Radio Radicale la puntata domenicale di stampa e regime, la I I 1'/',11<1 tampa della radio; ha scritto due libri: Uno shock radicale per / rrnt unesimo secolo e Euro ghost - un fontasma si aggira per l'Europa: 1'I-1I/'rJf>rt; editorialista per il «Washington Times» e per la trasmissio111t elcvisiva "Markette". lo provengo da un' esperienza politico-culturale del tutto diversa, '1"1' lo del Caffè Greco però è un forum assolutamente libero e non IlIlIdi'/.ionato da nessuno degli orientamenti di ognuno di noi e la Rosa

l'Il ,idt'nle della Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati

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Daniele Capezzone Grazie per questa occasione di riflessione che a me è specialmente cara, anche per quello ché è il tema centrale della vostra Fondazione. lo ho al tempo stesso una gioia e anche una punta di amarezza: credo di appartenere all'ultima generazione, poi spero che altre trovino presto motivi per farlo, che si sono affacciate all'impegno civile e all'impegno pubblico anche in nome del grande mito e della grande speranza europea. lo resto convinto che il manifesto di Ventotene, che il Presidente della Repubblica Napolitano ha voluto onorare con uno dei primissimi atti del suo mandato presidenziale, quel grande manifesto di Rossi, di Spinelli e di Colorni, sia un manifesto che parla miracolosamente anche all'oggi e dell' oggi, verrebbe quasi voglia di tradurlo anche in arabo. Ci racconta di quanto il contenitore dello stato-nazione sia un contenitore vecchio e di quanto sia, come dire, un aggancio più solido quello di affidarsi ai contenuti della libertà e della democrazia come processo di costruzione delle aggregazioni sovranazionali. Certo oggi il mito europeo non è più tale, credo che gli eventi referendari dell'anno passato - ma tutta la vicenda, diciamo la verità, molto dolorosa della costituzione europea - abbiano segnato un punto di eriticità che va guardato negli occhi, inutile nasconderlo e nasconderselo. Lidea che mi sono fatto io e che vi propongo così, un po' tagliata con l'accetta per esigenze di brevità, è che siano mancate e che drammaticamente ci manchino tuttora due cose. La prima è la capacità di coinvolgere davvero i cittadini, in una forma che non sia solo quella della

[ 1111 il a dei giorni delle celebrazioni: tutto il processo di preparazione I Il.1I ostituzione europea è stato tecnicamente a-democratico, con una Il Iilllzi ne redatta da personalità cooptate senza che vi fossero pas'j1.gidi autentico coinvolgimento popolare. Era poi scritto che al primo uuuuruto di confronto con i cittadini, con le ruvidità e le demagogie Il 1111.1'ampagna elettorale tutto potesse essere messo in discussione, I I I.lI,rI' che accadesse così. Ma vorrei dire che anche la stessa tecnica I d,I,iollale costituiva un problema, il fatto di presentarsi con un elen\I di,I, -lcfono alto così. .. è stato doloroso fare un confronto tra la breIl. dl'lIa ostituzione americana, che non a caso dura da qualche seco111,I qll .ll'elenco del telefono. lo credo che abbia avuto parole dure ma f 111i il Ministro degli Esteri inglese Straw che ha ricordato come la Il uruzione debba essere di dimensioni tali da poter stare nel taschino I 11.1gia . a di un cittadino. Ahimè, la differenza di redazione tra quelI I Il' tiruzione e la costituzione americana corrisponde anche alla divertI.1dl,lIl' ondizioni di redazione: la costituzione americana era un docu1111 lltn Eltro per essere conosciuto nelle taverne, nelle chiese, nelle piaz, !I '!Il' strade per creare un' appartenenza; questa europea è un docuIIl1l1tll r ·datto e discusso da cooptati e che poi si è pensato di poter far 11.111'ui ittadini con gli esiti che conosciamo. Un altro elemento che 1111111 avviso mancato è quello costituito dalle "idee forza". Che cosa Il.1 111quella costituzione? Alzi la mano chi è in grado di ricordare tre, 111"t I Cl, .inque cose evocative, capaci di dare il senso di una missione, Il 1111.1 visione, di far appassionare qualcuno. lo resto convinto che noi h"I.IIIIO tuttora a che fare con una architettura istituzionale europea 111111 ose barocca o rococò, ma insomma rispetto alla quale manca compi t.uucntc il nitore della classicità: anche qui senza mitizzare, ma manca l. III.III''1,zadei pesi e dei contrappesi, dei checks and balances dei rnodelIi 11I1',1osas oni e in particolare del modello angloamericano. lo resto 11111uuo he se i cittadini europei avessero avuto e se avessero oggi la

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nel Pugno ha rappresentato sicuramente una novità politica interessante perché ha espresso con chiarezza una linea. Bene, allora detto tutto ciò ringrazio di cuore l'Onorevole Capezzone che saluto con un applauso e gli lascio la parola.


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possibilità di avere dinanzi la prospettiva, che so, della elezione diretta del Presidente della Commissione Europea ... trecento milioni di persone coinvolte in una campagna appassionante in cui davvero all'ordine del giorno ci sono programmi, idee, speranze, obiettivi ... avere questo sarebbe rivoluzionario, pensate alla prospettiva di un Governo da scegliere, e a fronte di quei pesi il contrappeso rappresentato da un Parlamento Europeo che divenisse un vero parlamento e non il simulacro che è oggi. Non dimentichiamo che se per qualche accidente del destino o per una sorte di incantesimo oggi il Parlamento Europeo sparisse non accadrebbe nulla nella vita dei cittadini. lo ricordo con grande sofferenza quel che accadde il 27 marzo di qualche anno fa: quando l'invasione dell'Iraq era già iniziata, comunque la si pensi, il Parlamento Europeo arrivò a discutere a guerra iniziata. Furono presentate dai diversi gruppi sette diverse mozioni (favorevoli, contrarie, intermedie, non importa) e si arrivò al punto che una discussione fatta dopo che la guerra era già avviata, quindi che comunque non avrebbe avuto nessun riflesso se non puramente verbale, si concluse con la bocciatura incrociata di tutte e sette le mozioni. Una vicenda emblematica pirandelliana o kafkiana, scegliete voi, di un luogo che si tramuta in un non luogo e che certifica il proprio essere, appunto, un simulacro. lo sono convinto che quella che ho accennato sarebbe la strada maestra, ritrovare un ubi consistam dell' architettura istituzionale europea e a questo punto ritrovare una capacità di riappassionare i cittadini. Un altro tema, e qui mi rimetto il mio cappello di radicale, di persona che riflette sul tema non della esportazione della promozione globale della democrazia, credo sia per un verso quello del coinvolgimento della Turchia nell'Unione Europea, e per altro verso quello di Israele. Sarebbero questioni capaci di dare il senso di un'Europa non solo club chiuso e cristiano, ma club aperto a chi scelga o a chi scegliesse la carta della democrazia e sarebbe anche una cosa capace di ridare una speran-

l,I in .il uni luoghi. lo sono francamente angosciato, e credo lo siano 1111po' tutti, per quello che accade in Medio Oriente e mi sono fatto l'Id.,,, .hc tutte le soluzioni in campo, anche quelle più pragmatiche, Il liiano di non farcela se sono troppo piccole, se non danno il senso .Il 1I1l:!speranza, di un grande impegno, di un commitment. Tutte le I Il .' pm razionali come la Road Map si sono scontrate con la incapaI Il,1 d i su citare passioni, speranza, il senso di una politica come un 1\1111\1 '11(0non dirò della riforma, che è ormai parola consunta, ma della Il,I~I,,rmazione, della capacità di trasformare la realtà. Ecco, i due aspetIl ,I.l' evocavo, le due criticità dell'incapacità di coinvolgere i cittadini I d,'lIa mancanza di "idee forza", sono anche i due mali che io credo Ifllil',!'l1l1 in questo momento la nostra realtà politica italiana. Lo dico • lido anch'io parte di un circo politico mediatico: ma ogni tanto ci I h-nna, si riflette, e viene da chiedersi di cosa parli la politica. Noi ti,1,i.1I110ormai tutti accettato un confronto politico di risse, di pole1\111 1.1', cli battibecchi. Perfino riguardo alle formule delle trasmissioni Il h-visiv .... tre seggiole di qua, tre seggiole di là e si litiga, senza che mai I l,I isolato un tema: alzi l mano chi ricorda una trasmissione televisiI 111( 'ma delle pensioni, sul tema della sanità, sul tema ... scegliete 111'I1I:tI" ormai siamo completamente fuori fuoco rispetto ai temi conI Il I I " si vede solo questo gioco di curve che fanno reciprocamente la II1I " I I. . si insultano. A questo si aggiunge un altro aspetto più mediaIlLI I (011 una specie di "agenda setting', come direbbero gli esperti, set1IIII,III,tI·:c'è la settimana della droga, in cui tutti muoiono per droga; 1'1111.1settimana successiva c'è la settimana del Medio Oriente, poi la 1\1 111:1 Ila dell' ectasy, c'è la settimana della pedofilia, c'è la settimana .Il Il., vini .nze sui minori e tra i minoi ... ogni cosa passa come acqua "Il.· piel re con il suo piccolo corredo di risse e battibecchi fino alla set1111 1.111,1 su cessiva in cui le stesse persone si ritrovano per la rissa sueI V,IS .nza che mai nulla si fermi, senza che mai ci sia un momento

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Il I )l'EF quello diventa un indirizzo che il Governo deve seguire. Ci IIII oviarno invece con una finanziaria che è di segno profondamente

a cui - lo ripeto - i cittadini possano appassionarsi, partecipare e senza che mai la prospettiva del cambiamento si materializzi. Allora io lo dico con molta franchezza: io credo che noi siamo nel pieno di un dramma politico rispetto al quale nessuno può scagliare la prima pietra; siamo, e vengo alle cose più direttamente politiche perché sarei un marziano se eludessi, siamo alla quarta legislatura consecutiva in cui le riforme non si vedono, due legislature guidate dal centrodestra e due legislature dal centrosinistra. Nel 1994 non ce la fece Silvio Berlusconi e l'episodio simbolico fu quella finanziaria del '94 in cui Berlusconi, cedendo purtroppo alla piazza, decise di espungere dalla finanziaria la riforma delle pensioni; e mi piace ricordare che in quel momento Romano Prodi - allora economista - sottoscrisse con grande generosità intellettuale un appello lanciato da Franco De Benedetti, Franco Modigliani, Paolo Sylos Labini ed altri che diceva «noi siamo economisti di centrosinistra, siamo tuoi avversari ma ti chiediamo di fare la riforma delle pensioni»: e invece, niente. Legislatura successiva, tre governi di centrosinistra che anch' essi non ce la fanno. Lì l'evento simbolico mi pare piuttosto quel congresso appassionante dei DS del '99 in cui D'Alema il venerdì fece una dichiarazione Blairiana, il sabato arrivò Cofferati e la domenica il partito finì per convergere sulle posizioni di Cofferati. Terza legislatura 2001-2006: rivince Berlusconi con una maggioranza che per numeri non si vedeva dai tempi di De Gasperi, più cento deputati, più cinquanta senatori: è andata come è andata. Arriviamo ad oggi, con una maggioranza che vince per poco ma vince, che ha la forza - io sono stato entusiasta per questo che sto per dire - di proporre a luglio un documento di programmazione economica coraggiosissimo che diceva che la finanziaria avrebbe dovuto essere fatta sul lato dei tagli di spesa e non sul lato delle tasse, con riforme strutturali per pensioni, sanità, pubblico impiego, finanza locale. Il DPEF lo abbiamo votato a luglio, e anche in termini istituzionali una volta che il parlamento vota

parte degli interlocutori più conservatori, massimalisti, estre1111\1 i, che sanno fare benissimo il loro mestiere già dicono no, né prima 111dopo; ma comunque quando si dice dopo io rispondo "ma come Ihhi.11l10 ormai una mensola di libri, oltre che un pacco alto così di edi1111 i.ili, .hc giustamente in questi anni ci hanno raccontato che le rifor1111 strutturali o si fanno nella prima finanziaria della legislatura o si Il I lri.1 di divenire troppo deboli per farle dopo, e a maggior ragione 111hiso merebbe farle quando la congiuntura è positiva, sia pur lieve111 1111', ma positiva ... quello è il momento in cui devi alzare le vele e (111 udi-re tutto il vento che puoi; anche quest' occasione temo sia stata 1II(1.II.l. Vedremo. Tante cose si muovono: se tanti esponenti politici l, ,'J',I ,wro e poi rileggessero le cose che per esempio il presidente Catricalà I" I (' scrive! Sarebbe a mio avviso cosa assai utile. Vedo che tanti, di 1111111 i" tanto, compitano buone intenzioni, io mi auguro che queste 1.1111111' iru .nzioni si materializzino: certo, lo dico fuori dai denti, anche 1"1 I ur rispondendo all'amicizia di questo incontro con sincerità da (l1I1I1'1I1t' politico che dice le sue cose, io vedo uno scenario bloccato Il 111 prossime settimane e nei prossimi mesi, in cui il gioco fiducia con11111'1,111..1 sarà un gioco a somma zero: tu mi metti la fiducia e io alloIl ,11111 in piazza; tu vai in piazza e allora io metto la fiducia. E in queI I Illodo I· due parti simul stabunt simul cadent. Questa è una strateIl III I ui quanto più si urla tanto più non ci si destabilizza ma anzi ci I I l''ili'/,!'.;! reciprocamente e si stabilizzano però anche i problemi che

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diverso, Ora, io sono un rappresentante

di maggioranza leale, ma esse-

lo.ilc non vuoi dire essere sordi, ciechi e muti e le coalizioni di cui si

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non hanno bisogno di guardie rosse, hanno bisogno di qualcu-

Iw sappia fornire un contributo anche di sincerità oltre che di lealAd .sso ci si dice che le riforme si faranno dopo. Ma a parte il fatto

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CONTENUTI

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lh,ll.l [ rovincia di Milano Penati: anche lui si è messo a fare business,

restano completamente irrisolti ... nel momento in cui il Governatore della Banca d'Italia dice le cose così sagge che ha detto, nel momento in cui due agenzie di rating dicono delle cose così impietose sui nostri conti, nel momento in cui le statistiche con la durezza dei numeri ci dicono che su 25 paesi europei siamo in questo momento il 24esimo per crescita, dopo di noi solo il Portogallo; beh, non comprendere che questo è il momento di prendere un treno che poi rischia di non ripassare è qualcosa che addolora, e certo oggi questo è il dramma. Ha ragione il centrodestra quando dice al centrosinistra «Che brutta finanziaria senza riforma», ha ragione il centrosinistra quando dice al centrodestra «Ma voi che avete fatto?» Ma in questo avere ragione entrambe certificano il torto complessivo di una classe dirigente che a questo punto rischia di fallire tutta. In questo scenario, insieme ad alcuni coraggiosi esponenti di centrosinistra ed altri di centrodestra, ci siamo chiamati "volenterosi", e daremo ancora segni di noi stessi, questo è poco ma sicuro, avrete nostre notizie: ci abbiamo provato e ci riproveremo a rimettere in agenda alcune cose per portarne a casa qualcuna se si riesce, ma per lo meno per far sì che non vengano sbianchettati quei temi che son lì, e che siano iscritti nell'agenda politica. Ci abbiamo provato rispetto alla finanziaria, senza successo, chiedendo che si approvassero tre cose: una misura sul contrasto di interessi rendendo il più possibile scaricabili ricevute, fatture e scontrini, perché riteniamo che la lotta al sommerso non si faccia in modo poliziesco ma facendo emergere le cose; una seconda misura di civiltà fiscale che è quella della automaticità del rimborso IVA; una terza misura strategica che era quella di adottare misure premiali per gli enti locali disposti a liberalizzare e a privatizzare, perché noi oggi siamo in una in una situazione paradossale, ben conosciuta a tanti di coloro che sono qui, nella quale enti locali a volte inutili non tenendo che fare, come dicono a Napoli, fanno business. Citerò un ottimo amministratore che io stimo, il Presidente

la Milano Serravalle si è comprato il 5% della Verona-Brennero ... \ \i va avanti in una logica in cui ormai queste 100 - ma ben più che I()() piccole IRI alterano la situazione. lo credo che noi ripartiremo di q\l ' ti contenuti concreti, entreremo in una fase non solo rissosa ma uuur 'ferenziale in cui la politica tenderà a parlare di se stessa: si fa il 1',111 iro democratico, si fa il partito unico anche a destra, le formule, le d\ himi .. , io credo che tutto questo sia insopportabile per i cittadini, IIII Il'11 lo conto che spes contra spem, però noi proveremo invece a tiraIl luori il filo dei contenuti, non quello dei contenitori. Quali conte11111 i? Alcuni sono quelli che ho evocato, quindi le riforme del DPF IIIII,I~I ' lì, il tema delle liberalizzazioni, della concorrenza, il tema - fateIIH·lo dire - del merito. lo vorrei metterla in termini più completi: è I III l'h ' una società troppo dinamica centrata solo sul merito lascerebl" '1":11 'uno indietro, questo non bisogna nasconderlo, il problema è \ 111' \1' non fai la discriminazione secondo merito, c'è la discriminazio11\ l'l onde censo, che è in atto oggi, che proprio in nome della derna"f',I,1 sul più debole si perpetua in un sistema per cui in Italia ben più ,111 1Il' di altri paesi occidentali il reddito della famiglia di provenienza ''l'Ìl'1 ti .cisivo, molto più decisivo di quanto accada ad esempio negli 1111 lJni i e in Inghilterra per le concrete opportunità di studio e di Il \I! () ti 'i più giovani. lo credo che su questo si debba lanciare una sfida di I 1',11 Il' più conservatrice della sinistra. Oggi in Italia noi non abbia11111 WI'II;lI'eperché non si fanno le riforme strutturali, perché le pen111111 ,i mangiano tutto. Sono io a dire, io sospettato di essere perico111 ,111[('1\1 • liberista ed è un sospetto che accolgo volentieri, ma sono io 1 1111' 111\:\ osa di sinistra, sono io a chiedere se sia più di sinistra difenI Il 1.1 pl'J1 ione del cinquantasettenne e non avere Welfare o invece di 111' l'I't;Ì pensionabile di due, tre o quattro anni e trovare le risorse l' I 1111 111 ' canismo Blairiano di Welfare to work, di un sussidio di

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disoccupazione, di una rete elastica che ti rimetta dentro il mercato del lavoro? lo credo sia questo il tema da affrontare, e a questo si accompagna anche il tema del confronto tra il cittadino e la pubblica amministrazione. La prima cosa che ho fatto nella Commissione che ho l'onore di presiedere e che è uno dei pochi luoghi del Parlamento dove si vota insieme, è stato proprio proporre una cosa che seguo come un figlio, e abbiamo chiamato "sette giorni per aprire un'impresa". Questo è un Paese nel quale per aprire una lavanderia, che non è esattamente una centrale nucleare, ci vogliono 85 autorizzazioni da 20 amministrazioni diverse. Noi vogliamo disboscare tutto. Limprenditore apra, parta ed auto certifichi, stia tranquillo e i giusti e severi controlli avvengano dopo. Stiamo procedendo con tempi addirittura miracolosi, c'è la chance di votare direttamente in Commissione, la mia Commissione è stata unanime nel chiedere questo, ho già i pareri favorevoli di altre quattro Commissioni e me ne mancano due, c'è persino la possibilità che in 15-20 giorni la Camera approvi, poi passerà al Senato. È un esempio, ma io lo dico perché noi giochiamo in un campo più grande, oggi chi va in Polonia, che fino a tre anni fa un paese in estrema difficoltà, per aprire un impresa ci mette lO giorni ed ha un regime fiscale del 19 % di tassazione; chi vive in Italia ci mette un anno ed ha un regime di tassazione che va dal 45 % al 60%: dove si va? Ecco io credo che dobbiamo ripartire da qui. Chiudo dicendo una cosa: io sono stato molto confortato, lo sono spesso, dalle parole del Governatore Draghi, dal suo richiamo al tema della formazione, dell'Università, anche lì della competizione. lo credo che viviamo tempi, da questo punto di vista molto sconfortanti, in cui paghiamo tanti anni di errori che non sono gratis. In tutto il resto del mondo l'Università è quella cosa per cui è il giovane che si sposta per raggiungerla e diventa anche l'avventura della vita ... il mondo alla rovescia è l'Università che si è spostata perché il potente di turno doveva

li' • San Mauro I ',"lt'lIzione, l'interesse e la condivisione con quanto il Presidente 'I I 1/1111 ' ha detto si riscontrava nella sala, non solo per la dimensioIl di ll'applauso ma anche nel silenzio con cui le sue parole sono state , I Il !t .u !" Ed io devo dire francamente che personalmente mi riconoIl li I ()()CYo, però quello che dico io conta naturalmente poco quindi I" Il p.ll ola alla platea per qualche domanda, ma non prima di aver 1111.1111 j 110 eri ospiti del corpo diplomatico che stasera sono presenti Il I 11'1"t'S.ntanza delle Ambasciate di Germania, Ungheria, Francia, Il I) ('d Austria. Vedo il Professar Beniamino Quintieri, economit, l\I, Prc idente dell'ICE, vedo il Professor Carlo Andrea Bollino h P((..sid nte del GRTN e l'Avvocato Paolo Spaziani che è un diri1111d(,lIa BNL nonché uno dei fondatori di Roma Europea. Però se I 1I11I'1f('I,'dirò io una cosa: nella mia passata esperienza politica, nel Il 111, ('IO il egretario Generale del Comitato per i referendum eletto-

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u uirc il suo istituto nella sua città natale. Con quella cosa che è il ,11If('legale del titolo di studio, con i meccanismi che conosciamo del 1111HIl sistema universitario, con un fallimento vero .... chiudo questo 111I IIlen lo ma amaramente ... leggevo che è stato recentemente lancia111111 lndia, a Calcutta, un quotidiano con due milioni di lettori desti111111 ,ltI un pubblico giovane ... quelle cose che si leggono alle fermate 111I',llIlobus. In questo quotidiano giovane destinato a due milioni di I 11111 i t i sono quattro pagine al giorno di quiz di algebra. È impietoso 111 I paragoni con Pupo alla televisione italiana la sera, però questa è Il 1"111 ita, questa è la sfida, quando poi la Cina ti sforna un milione di tlp,ll'.lll'l"il'anno che facciamo, mettiamo i dazi anche sugli ingegneri? Il IO ,il tema, questa è la sfida, a me piacerebbe che la politica si ti 1II',I\S' un po' meno di se stessa ed un po' più di queste cose. Grazie I, l'IO, Il


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rali, ed ebbi un'esperienza travolgentemente interessante, perché comunque demmo vita alla prima riforma elettorale, quella per l'abolizione della preferenza multipla del 1991 e poi quel 1993 che introdusse il sistema maggioritario al Senato. Ebbi una tale quantità di discussioni con Marco Pannella nel 1991 che fini con una cosa non pubblicata, inedita che quindi ho il gusto di raccontarvi. Si litigò talmente tanto sull' organizzazione, la gestione di queste firme, la comunicazione politica legata alle firme, che alla fine i radicali non presentarono le loro firme, cioè fisicamente le 100.000 firme che furono raccolte dai radicali non furono depositate in Cassazione, ne presentammo noi 550.000 e poi il referendum si tenne ma senza che venissero depositate le moltissime firme raccolte dai radicali. Ho raccontato questa cosa perché la domanda la voglio fare sulla cronaca attuale, per chiedere a Daniele Capezzone quale sia per lui il futuro della Rosa nel Pugno e anche dei Radicali Italiani. Beniamino Quintieri lo non faccio fatica ad associarmi a quello che ha detto Cesare San Mauro, anch'io riconoscendomi al 100% nella condivisione delle cose dette, e quindi vorrei ... buttarla in politica visto che lei è stato fino a pochi giorni fa il responsabile di Radicali Italiani e ne resta fino a prova contraria uno dei principali leader. Due cose. La prima: certamente tra la finanziaria che è stata presentata ed il programma dei radicali c'è di mezzo un oceano: cosa farete? La seconda questione che a me interessa di più è questa: tra i meriti principali dei radicali c'è questo programma così chiaramente espresso sia in economia che su altri temi, ma forse è proprio questo il punto, non pensa che ci sia una forte contraddizione ormai tra la vostra anima liberai, che forse fa dei radicali più un movimento d'opinione che a sinistra trova più consensi che non a destra, e invece un programma liberista che in realtà fatica a collocarsi nell'Ulivo

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111,11., Rosa nel Pugno? Forse andrebbe affrontata una volta per tutte 1111\1.\ ntraddizione e scegliere se diventare un partito e quindi tro11('lilla collocazione laddove credo che è più naturale che la si trovi, 11I11',,\ri svolgendo anche una funzione di pungolo e di incitamento a 1"1 Il' riforme, e quindi penso al centro destra, oppure mantenere quel1111111' -ra tanti anni fa il partito radicale, cioè un trasversale movimen111d'opinione. 1'1010 paziani ( .1.\'I,i '. Mi associo all'unanime consenso sul contenuto della rela111111', f:\ . io una domanda un po' storica. lo che ho cominciato a fare 1'"11111,'negli anni '70 nella federazione giovanile repubblicana come PIl·l.lrio romano, mi sono sempre trovato a fianco dei radicali nelle h IlI,11',/il' Ii allora per i diritti civili; e c'era una emergenza che la nostra 111r.i/ionc ha cercato di portare avanti, quella di affermare deterrni11111 di I il li. Oggi forse con molti meno capelli in testa e con un po' più I 1H'I icnza, io avverto una crisi della politica alla quale servirebbe un I 1111111 radicale come era qualche anno fa. Voglio dire: che il partito I Id" .dl' oggi si metta in competizione con altre forze per disquisire se I IIHllilO quell'ente inutile o quell'altro oppure se la politica è più o 1111111libera, può star bene, ma oggi manca una forza veramente libeI I " .dl'ronti quella discrasia fra società civile e classe politica che si 11111illiontare solamente se si affronta il nodo dei costi della politica. IIllIdi l hi .do: che cosa farà il partito radicale sotto la sua gestione in

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111\l'IISO? ) ui -lc apezzone IlMil', '011 promessa di essere telegrafico. lo poi sono un radicale f I 1'1'110agli altri parla poco, quindi ... non eludo il punto posto da 111S.lll Mauro, a cui però dico che sono innocente per i fatti del

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RIFORME: CONTENUTI

E NON CONTENITORI

'90 e del '91, prendevo la licenza liceale in quella fase quindi almeno per quelle declino. lo ho nei confronti di Marco Pannella la stima che si deve ad un colosso liberale, ad un protagonista della più lunga storia liberale nella vicenda della Repubblica, ma aggiungo anche motivi speciali di gratitudine: perché questo è un paese in cui c'è sempre il comitato delle vittime, ma io credo che se tante presunte vittime si fermassero un momento e dicessero "Grazie Marco" farebbero solo bene: lo dico io, "Grazie Marco". Detto questo noi abbiamo vissuto una pagina di autolesionisrno, un passaggio congressuale che era previsto, condiviso, noi abbiamo anche la regola statutaria per la quale chi ha incarichi parlamentari è bene che non assuma incarichi di partito. Quindi era naturale che ci fosse questo passaggio, ma per ragioni così affidate al modo in cui vanno le cose a volte, abbiamo tramutato un passaggio condiviso e sereno in una specie di circo. Se dovessi ragionare in termini egoistici, il congresso si è svolto per me in modo entusiasmante per il tipo di risposta dei compagni, per la mozione che è stata approvata all'unanimità che è la mia mozione ... basta, mettiamo tutto questo da parte, gli americani parlano di rough loue, amore ruvido, ecco siamo in una fase di ruvidità. lo in modo sorridente ma serio ho detto al mio amico Chiambretti a Markette che proprio per le ragioni che ho detto prima, cioè che non mi piacciono le risse, le polemiche e i battibecchi, figurarsi se le faccio a casa mia dopo che il congresso ha approvato la mozione che ho proposto: a questo punto non reagisco qualunque cosa mi si dica, che sono responsabile dell'invasione dell'Iraq, della violazione del trattato di Kyoto, di trescare con Diabolik ed Eva Kant, del delitto di Cogne. Parliamo di cose concrete: ho il privilegio di trovarmi in una situazione politica di centralità, la possibilità di esprimermi e di comunicarle a pezzi di opinione pubblica, di aggregare qualcosa nel mondo politico, questa è la cosa che dobbiamo fare e penso questo sia un bene anche per il mio partito.

1.:1 vicenda della Rosa nel Pugno è un'altra di quelle sulle quali io , ui devo essere esplicito. Tutti noi abbiamo fatto un grande affidamenlo \11 una cosa che ritenevamo e io ancora ritengo strategica: abbiamo I VII' ,I(O Blair, Fortuna e Zapatero, abbiamo evocato la speranza di un IIl'.l'.l'IIO politico che provi a tenere insieme i diritti civili e l'innovazioIH Il O!1 mica e sociale. Per me questa cosa è ancora necessaria. lo spero ,IH [inis ano le derive viste, che sono quelle proprie della politica iraIl,111,1 p 'r cui invece spesso si finisce per far si che alcuni progetti grandi 1,IJlO dei taxi elettorali nei quali poi si scende in cerca dei nuovi taxi l'I I 1.1 scadenza elettorale successiva. I i\poodo a Spaziani, io non so cosa serva al paese ma credo di sapeIl I\IH,llo he non gli serve: non gli serve il ventunesimo, il ventiduesi11\11 I il v .ntitreesimo partito, cosa che infatti non saranno i volenterol, I 111' invece vogliono essere un luogo di cui discutere di cose concreIl I I ve una cosa che tenga insieme i diritti civili e l'innovazione eco1!lII\IH ,I l' sociale: in questi giorni il nostro compagno di partito Piero Ihy l.m ia questo grido così importante sulle scelte ultime sull'euI 11\ I l,I, ma io sono anche convinto che oggi i nuovi diritti civili sono 111 111 I !te passano dalle liberalizzazioni, dalla difesa del cittadino con11111 Il l! 1(', dall'allargamento degli spazi di mercato. lo credo che se i I 1.111 ,di. che sono così bravi nei diritti civili, sapranno fare nel terreno .Il l" I i nuovi diritti un decimo di quello che hanno saputo fatto sul I 111, .rvr.rnno portato il loro sassolino di contributo alla modernizza1111\ ,h·1 paese. Questo è legato anche ai costi della politica, si sfonda 1111 I l" 111.1 apena rispetto allo sconcio dei rimborsi elettorali, uno sconIl, dll 1,11\1010 con franchezza, di tanti, di un sistema nel quale con gli 1111111 I ununi, le 120 province, le 20 regioni, tutta la serie di enti struI I III dll'l . .tera, per tanti entrare in politica è una svolta, anche in ter111111 di \l.ltLlS sociale. lo sono convinto che, anziché viverla in termini d, I ruunizzaziorie, questa cosa la si debba vivere in termini di rifor-

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ma. Via i rimborsi elettorali, che tra l'altro non sono rimborsi ma sono una situazione per cui uno spende uno e viene rimborsato per dieci, quindi è un finanziamento pubblico - che peraltro i cittadini avevano voluto cancellare - a cui per di più si accede avendo appena l' 1% dei voti: quindi figurarsi se uno chiude la sua parrocchietta, anche lì "sto bene come sto, prendo l' 1% dei voti, accatto qualche cosa, piglio il mio finanziamento, poi altro finanziamento col mio giornale di partito, clandestino pure quello". È chiaro che un sistema così ... e poi, mi rendo conto che non è cosa che suscita le simpatie di tanti, ma con l'amico Chicco Testa ci stiamo ragionando: questa storia delle province ... ma, alzi la mano chi oggi mi sa dire tre, quattro funzioni reali delle province. Per rispondere al prof Quintieri sulla collocazione dei radicali ... io qui trovo convincenti le cose che dice Bruno Tabacci: oggi un liberale, ovunque si trovi gioca in trasferta. Lei ha ragione da vendere quando mi dice se lei mi porta il programmone del centrosinistra, altro elenco del telefono, trovare sette cose liberali è un esercizio. Però è pur veno che nei 5 anni precedenti noi ci siamo trovati in una situazione in cui sono stati strenuamente difesi gli ordini professionali, si sono difesi i forestali calabresi, si sono attaccate le compagnie aeree low cost, e potrei proseguire anche li l'elenco delle problematiche. Allora io credo che invece di piangersi addosso, gli innovatori dei due schieramenti debbano fare lega senza inciuci, senza pasticci, ma con intese limpide su obiettivi chiari: questo è lo spirito volenteroso con cui tanti di noi si sono mossi, se poi da questo nascerà un fatto politico nuovo, se poi da questo nascerà una scomposizione della situazione attuale io non mi metterò certo a piangere, lo dico con molta franchezza, lo scenario di riandare tra cinque anni a scegliere tra Prodi o Berlusconi non è la cosa che mi auspico. C'è anche un tema generazionale. In Spagna Felipe Gonzales qua-

1I11'I\IH.' di centro sinistra va alla Moncloa e modernizza; finisce lui, III '.1il .cntrodestra con Aznar quarantenne che vara altre riforme, poi III 1111\altro quarantenne, Zapatero: con nessuno che cancella le rifordI'gli altri, si parla di Zapatero solo per i diritti civili ma nessuno II1 il l.uto che Zapatero si è tenuto tutta la legislazione economica di 1111,non ha cancellato le leggi Biagi di li, questo è il tema. Ad esem1111•. 1 111. appassiona molto la vicenda svedese. Lì ci sono i socialdemoI Il Il I I Il ' sono stati battuti dopo tanto tempo, gli altri moderati hanno 11111 u-mpo per prepararsi ed ora il loro ministro delle finanze, che I Il 110 . I stesso che ha scritto il loro programma, è un trentottenne " h.1 f.\t to un meraviglioso programma liberale e liberista: poi il caso 11111. I hl' sia anche un tipo curioso, con i capelli raccolti a coda di caval111Il',li -tta nera newage, sarà divertente vederlo al primo Ecofin: IIIIII',ill:llcvi lui e vicino Padoa Schioppa, sarà uno spettacolo ... aldiI Il'.Hldobbo, resta il fatto di un paese che ha per Ministro delle finanI I hi.una Anders Borg, un trentottenne autore di un programma Il I dI' rlnssico da manuale, bellissimo. A me piacerebbe che l'Italia I l' 111 isurarsi con sorprese di questo genere, che non vedo alI'oriz-

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111, .u ' San Mauro: A tutti chiederò delle domande flash. C'è il 'Il Il',lil'I'('Giuseppe Faberi, Presidente di Sezione del Consiglio di Stato, I uuministratore delegato di Mondo Mostre Simone Todorow e poi enerale dell'Unione Consumatori Massimiliano Dona.

Vpc Faberi l,I mia effettivamente è proprio una domanda. A questo punto, I 11\Il 1.1'I,iol1che ci ha fatto l'onorevole Capezzone e sulla quale per1\dllll'III(' non trovo nulla da ridire perché corrisponde alla realtà, I 111\.1 domanda. Questo quadro corrisponde esattamente alle conl l t


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clusioni del noto romanzo "Il gattopardo": tutto cambi perché nulla cambi. A che cosa è imputabile questa volontà? Mi sembra di capire che Capezzone non attribuisca tutta la colpa alla classe politica, intesa come la intendeva Gaetano Mosca, tanto per fare un nome. La mia domanda è: ma siamo sicuri che c'è proprio la classe politica in quanto tale dietro a tutti i nostri problemi, oppure c'è un problema di teoria delle èlite molto più sofisticata, che non appare mai da nessuna parte, e che manda anche allo sbaraglio questi amministratori che fanno affari e poi magari finiscono anche in galera? Grazie. Simone Todorow Una domanda veloce, fuori dal campo della politica italiana ma legata al discorso dell'elenco telefonico della costituzione europea. Giustamente lei ha detto che la costituzione europea è stata il frutto di un parto di un apparato, è vero anche che ci sono stati solo 3 paesi su 27 che hanno sostanzialmente bocciato questa costituzione. Allora, che facciamo ora, che iniziative di rilancio potrà promuovere ora il governo italiano? Non crede che l'unanimità, a questo punto visto che siamo in 27, forse sia un po' un'utopia? Massimiliano Dona lo colgo due assist che lei nel suo ultimo intervento ha lanciato. Il tema generazionale, scopro che siamo nati a un giorno di distanza e quindi più coetanei di noi non c'è nessuno, e più seriamente il tema dei diritti civili. Tra questi ultimi moderni diritti civili lei ha citato la tutela del consumatore, e il mio apprezzamento va in particolare all'attenzione che lei ha dedicato all'argomento della class action, delle azioni collettive. Lo dico subito, la nostra associazione non è un'associazione che fa del consumerismo di contrapposizione la sua bandiera, siamo nel nostro 51 anno di vita e quindi riteniamo che con le aziende, le 0

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111'1111, serie, si debba soprattutto dialogare: ma è anche vero, mi semIl I, I ht' sia proprio il mercato a suggerire che la class action debba rima" Il' .ill'ordine del giorno e anzi tagliare il traguardo. Me lo spiega il 'Ilfll I Il ' ha superato i clamori degli scandali finanziari e questo goverI •• l'h,1 riportata all'attenzione. Le faccio due domande: visto che se ne Il 1IIIl'I'n subito dopo la finanziaria, crede che qualche strascico del 11I0Ilti IO fìnanziario possa influenzare la class action? E ancora: su queItll i sono quattro o addirittura cinque diverse proposte della maggio111/.1,11011crede che possano prestare il fianco, invece di una sola proI ti l,I 1111 itaria, alle pressioni delle lobby che non vogliono che si arrivi Il Ippl'Ovazione? Grazie.

uni -lc Capezzone ,I oII.ie, grazie davvero a voi. Il Consigliere Professor Faberi, ha ragio• I ituva Mosca e io mi permetto di citare Pareto, la circolazione Il. tlill', questo è un punto valido 100 anni fa e temo drammatica1111v.ilido anche ora. lo sorrido quando sento parlare di poteri forti I Il tlt,l, in realtà abbiamo un assetto di poteri debolissimi che ad esernIl, 1\l11'l' ezione di Unicredit, appena mettiamo il naso fuori Italia ... Il I non vanno tanto bene. E però anche qui noi dobbiamo fare il Il 1111h farina che abbiamo, oggi abbiamo dei varchi che si aproI 11."1.11110 alcuni grandi quotidiani in Italia che sono attenti ad una , I ItI!lllIlatrice. Abbiamo pezzi di classe dirigente, nel mondo imprenI "t ti ' l' n 'l mondo politico, che vogliono giocare la carta dell'inno11111'. lo .redo che sia nostro interesse, poi non importa dove siamo 11111 .u i, r:r('forzarli, fare lega e possibilmente ciascuno con i suoi stru11111111 .ilzare il ceto politico su quelle cose concrete Il )!llIor'fodorow dico, figurarsi se a quest'ora e a tre minuti dalla 111111llri lancio in scenari su come rilanciare l'Unione europea ... a 1\ 111I'II.i, , qui presente Massimo Barra che è un esempio di come

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le convinzioni, le idee forza, la capacità di parlare ai cittadini siano importanti e vincenti. Questo io credo serva all'Unione europea, evitando che poi le passioni si scatenino solo in negativo. Ecco, chiudo su questo, sulla Direttiva Bolkestein che è stata criminalizzata. Quanti sanno che, ahimè anche con voto bipartisan italiano - perché poi le prove tecniche di grande intesa si fanno contro le riforme anziché per le riforme - insomma della rnitica Direttiva Bolkestein sono rimaste come attività liberalizzate il trasporto delle salme, la pulizia delle spiagge e poche altre cose? Questa è la sintesi, se uno si va a vedere l'elenco delle cose che sono effettivamente liberalizzate c'è da mettersi le mani nei capelli. A Massimiliano Dona sul tema della c1ass action, dico che io sono tra i presentatori di una proposta legge in questo senso. Sono lieto che oggi il Ministro Bersani sia tornato ad insistere su questo punto, mi attiverò affinché il percorso parlamentare non sia un Vietnam ... però proprio io che sono tra i presentatori dico anche che a me piace il sistema americano, però mi piace tutto: ecco, non vorrei che ci trovassimo in una situazione in cui c'è solo quel pezzo lì e poi" Todos cabalLeros" si spara e ci mancano gli altri pezzi del sistema all'interno del quale questa riforma funziona come si deve. Credo che il nostro compito sia quello di far marciare insieme queste diverse cose. Grazie ancora alla Fondazione Roma Europea.

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PARTE SECONDA


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*

" Lo SPORT A ROMA E NEL LAZIO

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Per un tentativo di prologo e di sintesi

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ROMA

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di Paolo Ercolani'

l'I I I ornprendere quanto lo sport sia una realtà in simbiosi con la I I I 1.1 111I

di Moderatore

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",'I)(H't",In un'epoca in cui, per la ovvia diffusione della lingua ti .lle sue terminologie, molti amanti e difensori della lingua 1111111,1 insorgono per mantenerne la peculiarità (sforzandosi di trovaI 111' I raduzioni alle espressioni anglosassoni, spesso con risultati 111111 I), l'oltremodo significativo il fatto che ciò non sia avvenuto e 111\ .IVVI'1l la per il termine "sport", di derivazione americana, Il terrniI Il l\(' 111 ilizzato ed accettato pressoché da tutti, tanto da essere entraI 11111.1 lin tua italiana senza che alcuno sentisse il bisogno di tradurlo, I Il IIl1lm i p .rsino della usatissima forma aggettivata ("sportivo"), I I loudazione Roma Europea, secondo uno schema ormai censoI I 111 I 111' la vede impegnata nell' azione di studio, monitoraggio e cen111 11111 ddl' più importanti realtà sociali che caratterizzano hCapitale Il Il I I{t'rione (la stampa ha più volte parlato di "Censis romano"),

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Paola Concia IJmiJtnlt di A.~puft

Apertura

lavori

MOOS.Pier Gaetano lugano

Giovanni Malagò

Dlrtfl.·Tt Jdl'wffiOO Ji~ ~, 1/1paswwk tltI Il,,,1''' libm.o, MI furimKI t thU" sp«/

Prnldtl1lt JtJ Cirrok c"mmitri A"icIl(' t Oi1f!lIatt C","J/r MI Cmni'dtll pn.l!rlOIrrt R",nll 1016

Rosalba Marchetti Coo"Ii,.oI/ti(t dtl &n;':10 Jj EJulInime FisItA Sporti"", di R4I/11l t Proulu(Ìa

Introduzione

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Cesare san Mauro .1rI/a

Via: 1~ldhrtt

Roberto

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{4w1,1 Ellrt1pI'tJ

A1Se!StIft

Morassut nll'l..JrlllltJ/Jti/1J dfI Col/11m, di

Presentazione dello studio

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Bruno Rossi Mori

Riccardo viola

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PralJr1lt,diVi,Attil'l1 Di'(~tlft (XIlIVdlòd mtiJtici pu U.IJiM di SlalutitJ JtI CONI

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Interventi Conclusioni

Gìancarlo Abete VIU P't!lrMltt G'lft'<C

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la, diffusa anche presso coloro che non lo praticano, ci si può

ti i un esempio banale ma assai significativo, Si può partire dal

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in collaborazione con

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di Urbino e Capo Ufficio Stampa della Fondazione Roma Europea

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Ne Il A M ETODOLOGICA t\ Ldgr.ldo lo Studio sia incentrato

non poteva certo omettere un fenomeno così centrale e significativo della cultura e del costume di un paese quale è lo sport. Consapevol della complessità e articolatezza del tema, Roma Europea si è rivolta all'istituzione più importante, il CONI, che ha messo a disposizione con autorevolezza e competenza i dati e lo studioso che ha redatto questo lavoro coadiuvato dallo staff della Fondazione stessa. Lindubbia importanza e il vasto interesse sociale dell'argomento, stanno alla base del tentativo di affrontare a 360 il fenomeno sport: non soltanto in chiave agonistica, non soltanto intenso come ambito professionistico o interno a una cornice organizzata, ma come alto valore sociale che inerisce all'educazione fisica in senso più lato, al benessere del cittadino qualunque, nell' ottica di sconfiggere quello che, come emerge dallo Studio, è il vero fardello dell' abitante moderno delle nostre società opulente: la sedentarietà. Per questa ragione nel nostro Studio non si parla del pur amato Totti, della Roma e della Lazio e neppure dei grandi nomi che fanno grande lo sport professionistico. L'oggetto di indagine è il cittadino qualunque, la persona che, attraverso una scelta di cura del proprio fisico o di sedentarietà, può incidere fortemente sulla qualità della propria vita. In tal senso, fotografare la realtà sportiva a Roma e nel Lazio, ha significato anzitutto compiere un grande lavoro di scavo nelle abitudini dei cittadini, comparando i costumi dei romani e laziali con quelli delle altre regioni italiane e persino dei cittadini europei. Soltanto con questo grande lavoro di scavo, e al di là dei triti luoghi comuni, si è potuto comprendere che quello che ci manca davvero, in un' epoca in cui dallo SpOrt professionistico emergono spesso soltanto scandali e interessi economici, è una sana cultura dell'attività fisica, da diffondere presso ogni cittadino per il bene della propria vita quotidiana e sulla base di un grande principio di fondo: "chi pratica sport smette di essere un tifoso. E alla violenza sostituisce il benessere!".

Il limi ro Paese, nel confronto con la realtà europea, paga indubbiaI 11111111 l'itardo storico e culturale. Il fascismo ci ha lasciato in erediu Il liti, un concetto molto ristretto di sport che è rimasto in vigore I I d. IIl1i clc enni, e di cui ancora oggi paghiamo qualche scotto. In I di I Il Il ora oggi si fatica, diversamente dai paesi in specie del nord 1111111'.1, .ul elaborare una visione ampia e globale dell'attività sportiva, 11111111 .11l.orati a divisioni settoriali e riduttive di tale ambito (che I •Il.1.1111) .Ippunto la tripartizione in vigore sotto il fascismo: 1) lo sport

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0

sul tentativo di fotografare la 111,1portiva di Roma e del Lazio, si è deciso comunque di riporI •. 11I.tI izzare i dati salienti che sono emersi dal contesto europeo 111111111 ..1·. iò per almeno due ordini di ragioni: la prima è che tale 1\111 •. unpliata ha consentito una maggiore efficacia nella compa111111' l° quindi nella contestualizzazione della realtà capitolina all'in11111 .li IIn ambito più vasto (che spesso ha funzionato da termine Il l' Il 011\0n '); la seconda ragione, più interna allo studio stesso, è l" 111I .d Iarto che si è riscontrato un dato "rnacro" assai inreressan, 101pratica sportiva in Italia è decisamente inferiore alla media I I l'" \I europei nordici, è anche vero che tale dato risulta dall'anaI I .I I l nntcsto nazionale (le regioni del nord Italia vedono percen1di I ~.IÌ più alte di cittadini che praticano sport rispetto a quelle I Ildtllll.di). Ciò a conferma del fatto che il fattore climatico (e I 111..1 . in senso lato) incide oltremodo sui dati della pratica sporI I Nell'ambito nazionale il Lazio, da regione del Centro Italia, 1111I .1ppu nto nella media, così da configurare meglio i dati sulla 11'" dI', ·h comunque non sono alieni da alcune "sorprese" che d, Il/I -r '1110.

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I'1'\lltOPA

E L'ITALIA


FONDAZIONE ROMA EUROPEA

come competizione organizzata nell'ambito delle federazioni; 2) l'educazione fisica nelle scuole; 3) il dopolavoro). Tale visione ridotta e schematica dell'attività sportiva non ha contribuito ad affermare il concetto di educazione fisica come valore culturale valido per ogni cittadino, anche al di fuori dei canoni "ufficiali" dell' attività regolata. Proprio questo valore, invece, si è affermato nei paesi europei del nord, contribuendo a rendere i rispettivi cittadini più adusi a una sana e costante cura del proprio corpo e della propria salute fisica. Infatti, se è pur vero che dal 1997 al 2003 aumenta notevolmente nel nostro paese il numero dei cittadini che pratica attività sportiva continuativa (dal 17,9% del 1997 al 20,8% del 2003), è altrettanto vero però che l'Italia rimane ben al di sotto dei dati riguardanti i paesi europei. Ci riferiamo a questo aspetto rilevante citando direttamente un passo saliente dello studio: " Organizzando la lettura in trefasce, più orientate agli interventi operativi (tavola l, dati Istat 2003 su 55.5 milioni di 3 anni e più, elaborazione Coni) si ottiene il profilo seguente: 20,8% (attività sportiva continuativa), 3Z 6% (attività leggera) e 41,6% (sedentarietà), cioè, in termini assoluti, circa Il milioni e mezzo di cittadini italiani praticano attività portive con continuità. circa 21 milioni di cittadini italiani hanno un'attivazione leggera (pratica di attività portive saltuarie/occasionali o di attività fisiche. " anch'esse ricomprese nella definizione europea di port). circa 23 milioni di cittadini italiani sono sedentari. fisicamente " non attivi. Rispetto alle medie europee (vedi Appendice 1) risulta un gap dell'ordine di dieci-venti punti. Ad esempio, nel confronto dell'Italia con la Gran Bretagna, la di[ ftrenza effèttiva a svantaggio dell1talia dovrebbe essere indicativamente di 6-1 punti percentuali nella fascia alta e di 12-13 punti nella fascia i

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La differenza totale si ripercuote nella fascia inferiore (nesquasi venti punti di maggiore sedentarietà per I1talia. 1111110 per avere un'idea delle diseguaglianze riscontrabili in Italia, ricor1111 (I (' 'l Trentino - Alto Adige ha una attivazione complessiva molto (pill rlell'80%), e dunque una percentuale di sedentari inferiore al f .l'ilm!!.Qnabilea118% della Gran Bretag;nae a122% della Svezia. Per uv, ùt media di sedentari al Sud Italia supera il 50%, con differenze I uoui all'interno del nostro Paese - fino a trenta punti percentuali':

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I qlll'sti e altri dati contenuti nello Studio si evince come l'area I l,i cittadini italiani attivi - stimata nel 1999 a circa 36 milioI ridotta nel 2003 a circa 32 milioni e mezzo, facendo così sali1IIIIIIIl'I'O delle persone sedentarie sopra ai tre anni da un numeI Il) milioni e mezzo a 23 milioni. I 1111 '1',1' 'o l, oltre al dato generale che evidenzia il ritardo dell'Italia '111.u Il;1'si del nord Europa, un fenomeno parallelo e curioso: men111.1 pal'te aumenta nel nostro Paese la pratica sportiva continuaI. tavola 2 dello Studio), dopo il forte calo registrato nei primi CI, dall'altra si registra un aumento notevole della sedentarietà, l. lilla preoccupante riduzione dell'attività fisica diffusa 1111 ludi.imo la sintesi sulla Prima Parte del lavoro citando diret1111.Lillo tudio i dati salienti che concernono i numeri dello I l' '110 al nostro Paese: 11111 uuti tesserati delle FSN e delle DSA continuano una conI 1//11'1' 'r{ complessiva (vedi tavola 3). Nel 2003 superano i /11 111, ,,,mullando la flessione organizzativa patita nel200 l. "1' disDonibili Der il 2005 confermano la tendenza

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hanno contribuito particolarmente a questa riprecon maggiore diffusione. il Calcio e la Pallavolo mostra-

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FONDAZIONE

ROMA

EUROPEA

no molta vitalità, anche grazie all'interesse suscitato da nuove formule come il calcetto, il calciotto o il beach vollev. " Tra gli sport meno diffusi, gli incrementi numerici maggiori 19992003 sono dichiarati dal Tiro a Segno (tesseramento più che raddoppiato), dagli Sport Equestri (+38%) e dal Rugby (+35%). .• I maggiori incrementi (che però riguardano valori percentuali bassi e quindi anche dati assoluti bassi) sono nelle età più adulte. La partecipazione nellafascia 35-44 arriva a sfìorare il 20% (uno su ci~que). In termini relativi, i maggiori passi avanti riguardano le fasce 55-59 (ha superato 1'11%) e over 65 (4.4%). Notiamo che complessivamente il Sud continua ad innalzare i suoi .. bassi livelli con ritmi superiori alla media, ma con ampie differenze tra regioni Oe migliori variazioni positive nella pratica SPortiva continuativa si registrano in Basilicat; e in CamPania). .• Al Nord, l'incremento migliore è a Nord-Ovest. Fra le ripartizioni quella del Nord-Ovest è la più popolosa e l'innalzamento d;i livelli in Lombardia ha trascinato i~ al;o media. Il Nord-Est rimane la ripartizione con maggior pratica continuativa; nel 2003 il Veneto ottiene il primo posto tra tutte le regioni (26,6%) in questa fascia, superando il Trentino - Alto Adige (che rimane in testa Per attivazione totale, conpercentualiparagonabili - come già segnalato - ~lla Gran Bretagna e alla Svezia). Scarsi gli avanzamenti al Centro, con la buona eccezione della Toscana. che ha raggiunto valori comparabiti con alcune regioni del Nord".

fa

IL LAZIO La regione Lazio, in tale ambito, rispecchia perfettamente il dato nazionale, con una marcata accentuazione delle polarità: ovvero, da una parte è relativamente solida la percentuale di persone che praticano attività sportiva continuata (nella media nazionale), rnen-

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1.111'al tra si segnala per una marcata

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percentuale di persone I marie, in posizione decisamente negativa rispetto alla media Ih .dl r . regioni centrali. Citiamo dallo Studio i dati salienti del Lazio: "11I11'I'wininumerici (fstat 2003, tavola 7), su circa 5 milioni e 100 mila tutnti rll-l Lazio di 3 anni ed oltre, i sedentari sonopiù di 2 milioni e 400 '" (I ,5 %), mentre quasi di 2 milioni e 700 mila persone (52, 5 %) svolIl d"iI/ilà fisico-sportiva in modo continuativo o occasionale: I milione e "50 mila circa (20,6%) praticano attività sportive in //lodo continuativo (anche senza partecipare a gare); tra questi, i !,/llliranti tesserati aLLeFederazioni Sportive e Discipline Associate I l('(Il/Osciutedal CONI, come vedremo meglio più avanti, sono circa I

>f) mila (5%).

I milione e 626 mila circa C31,9%)praticano attività sportiva in /IIorl"J'altuari%ccasionale (500 mila) o comunque qualche attivit.t jì,im nel tempo libero (J milione 126 mila). '"I/'.~('/ldo i circa duecentomila sotto i tre anni, si arriva allapopoIlIltlll'di circa 5,3 milioni. urnt flali di attivazione sportiva del Lazio - come queLLedeLLealtre l,I Ceutia - hanno valori medi. Ma a ben guardare, ilprofilo del l" oru!« alcune peculiarità rispetto a quelli delle regioni vicine. uo (MIrI pratica sportiva continuativa (20,6) è inferiore alla media ,Il" (/'lIlrale (21.3), ma solo perché la Toscana (22,6) trascina in to 1Ift/()re.Infatti il 20,6 del Lazio è simile all'Umbria (20,9) e Il,1 !1fI;ionale (20,8), ed è più alto rispetto a Marche (20,4), ....WlIHII I (/9,6), Liguria (J8,5), Abruzzo (J8,0) e Campania (J6,O). L I j,/I(Ù( intermedia che abbiamo chiamato attivazione leggera porti/le saltuarie/occasionati o qualche altra attività fisica), ( /,1)) {Ja invece un livello largamente inferiore alla media I

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MUM'IIlll • f,/II'W anche rispetto ad alcune. regioni del Sud. Ud,t!ÙIIIIO alla ter:afoscia, quella della sedentarietà, verifìchia-

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FONDAZIONE

mo che è considerevolmente ampia (41, 5), più ampia che in Sardegna (42.9) e in Abruzzo (44.0), pari alla Basilicata (4Z6). Rispetto alle regioni con maggiore sedenta;ietà, Sicilia (58,9) e CamtJani; (56, 1) il Lazio marca comunque un vantaggio di una decina di Punti. Perciò ilProfìlo sPortivo del Lazio si Presenta polariz;'ato verso i due estremi: un; &Scia di attività continua~iva rela;ivamente solida e una " sedentarietà relativamente alta. " Non è assolutamente da sottovalutare, anzi, in questo tentativo di riassumere i dati salienti sul Lazio, il dato contenuto nello Studio che si riferisce alle proiezioni Istat sul 2005. Citate soltanto di sfuggita nello Studio (per ovvie ragioni cronologiche), fanno emergere un trend molto più confortante rispetto alla situazione regionale registrata fino a tutto il 2003 e di cui abbiamo riportato i dati in maniera più diffusa. Ecco quanto emerge dai rilevamenti Istat per il 2005 rispetto al Lazio: Fasciaalta (sportivacontinuativa):2:3,9% invecedi 20.6 (+3.3 rispettoal2003) Fascia intermedia: 33.9% invece di 31.9 (+2.0 rispetto al 2003) Sedentarietà: 42,2% invece di 41. 5 (.5,3 rispetto ~12003) ~ Roma Nella provincia di Roma, su 3,8 milioni di abitanti, 50.000 fanno gare anche fuori del Lazio o all' estero, mentre 80.000 sono coloro i quali fanno gare nella regione, 270.000 partecipano a gare ufficiali e non solo nell'ambito provinciale, 300.000 dichiarano di praticare sport in maniera continuativa ma senza fare gare, 1.200.000 sono coloro che praticano sport in maniera saltuaria e discontinua e, infine, ben 1.900.000 sono coloro che rientrano nella fascia dei sedentari. Lo Studio non a caso parla di luci e ombre rispetto alla situazione dello sport a Roma. Di sicuro la luce più rilevante è quella riferentesi

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Lo SPORT A ROMA E NEL LAzIO

ROMA EUROPEA

di polisportività:

la Capitale, probabilmente grazie alla presen"I I l'l'l'i l rio delle varie federazioni e della Scuola dello Sport, realI. 1.11111 conoscere e incoraggiano la pratica degli sport meno difI .uldirittura la seconda provincia nazionale dopo Imperia e prima tl.lllia per quanto concerne la pratica di più sport, mentre l'ombra "I -ntc, ancora una volta, è data dal notevole tasso di sedentarie1111.1 l in del dato nazionale e regionale ormai acclarato. Rinviamo al IIIlu'llIalc capitolo 3.3.4 (in cui si analizza la situazione di Roma in ,IIIIIIIO:t quella di Milano e Napoli) per le analisi più particolareggia111 11111' qui ci limitiamo a segnalare che Roma è più o meno a metà .1.1111) Napoli per densità di tesserati, ma è alla pari con Milano I ti il; di società sportive. Ciò significa che le società di Roma sono Il Il I 11'1Il t' più piccole rispetto a quelle di Milano. Inoltre conforta il IlIlIdo ui per densità di operatori Roma supera Milano. I 1111111 i.uno di seguito quelli che ci sembrano i dati salienti che ernerI d.dln Studio rispetto alla situazione dello Sport a Roma: CI

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'indire medio

nazionale di tessera ti FSN-DSAper 100.000 abit I l'm 5.720 (5.72 Der cento abitanti), mentre la densità media tuo . wnsibilment; inferiore: circa 4.800 (il 4,8 per cento). J /tu 1(1/1 '« Lamedia spicca la provincia di Rieti. con il vaLore migLio()(}) fio! vengono Viterbo e Latina. Roma è sotto la media regioUI/ I,000 (4, 6%) - migliore soLodi Frosinone. IO d'l {!n'idea deLledifferenze tra il territorio romano e quelli immetn! ! oirini. Naturalmente questi valori sintetizzano diseguagLianI/'! /1(/ I ipo. Le g;randi città sono sempre svantaggiate rispetto a terI dWlJwte tJODoLati.e il LiveLLo di Rieti è comunque moLto aLto. llil Iltlrlllrltoria'nazionaleper densità di tesserati, Laprovincia di Rieti 111///10 6ZO. Roma è 80°. Per Lacronaca. il 4. 6 per cento di Roma 111 (1/I,trlO di Aosta (che risulta prima con un vaLoredi oltre 16.9%)

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Lo SPORT A ROMA E NEL LAzIO FONDAZIONE

ROMA EUROPEA

I p/'()/IÌ]lciadi

Roma è addirittura seconda nella g;raduatoria nazio~

ed è circa il doppio rispetto aifonalini di coda (che sono Foggia con 2.3% e Agrigento con 2,2%). Sulpiano territoriale, Ml conftonto tra le diverse areegeografiche nel2001 emerge il Centro Italia con un tassodi polisportività di oltre il 43 %, cioèal di sopra dell'attuale valore medio italiano (42,1 %); Ml terzo Postodel '99 passa al primo. Il Nord-Est perde il primato che aveva tenuto si~ nel 1997 che nel 1999, ma/a registrare,comunque, un indice di 1JOlis1JOrtività di 0,2 punti superiore alla media. Le altre ripartizioni geografichesi ~ollocanoal di s~tto di iuesta soglia:il Nord-Ovest ha un indice del 40, 6%, le regioni dell'Italia insulare del38% mentre il Sud delpaesepresenta valori decisamente più bassi (36%).

l'omano è molto variegato. E'fociLe pensare che questo rzsulIldl'C)ritoMllapresenza degli uffici nazionaLi deLLevarie Federazioni ~I \( ttol« deLLoSport, chepossono dare localmente un minimo di incoIIIm(O in più anche aLlepratiche meno diffuse. 1/;"'1'(1 ro:nana anche LeDiscipline Associate hanno una consistenza ( (/ 1I'r/, maggiore del 20% circa rispetto aLLamedia nazionale, con tu (Ollip/essivodi quasi 13.000 praticanti tesserati.

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tdietra ad Imperia e davanti a Catania), per quanto concerne zl li l'(}/isporti:ità. L'alto valore dipolisportività indica che il s~stel" il/l)

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