Quaderno 2007 - vol2

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ondazione

ROlI1aEuropea

Quaderni 2007

Volume II

FONDAZIONE

ROMA EUROPEA


Organigramma deLlaFondazione ROMA EUROPEA - anno 2007

Comitato Esecutivo Presidersre Onorario: Giuseppe De Rita Presidente: Naralino Irti Segretariio Generale: Cesare San Mauro Comportenrì: Luigi De Simone Niquesa, Anna Fendi, Franco Nobili, Angelo Maria Petroni Cornporienre di diritto in qualità di Presidente dell'Associazione Amici di Roma Europe Carlo Pellegrini

.n~"MI~I(1 ) 5 .I Il''1-',11, K"i la ad una legge non più differibile

Consiglio di Amministrazione Componenri: Giuseppe De Rita, Natalino Irti, Luigi De Simone Niquesa, Anna Fendi, Um berto M uccì, Franco Nobili, Angelo Maria Petroni, Carlo Pellegrini, Luca Ricciardi, Paol

,

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, comunisti

di governo

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Spazìanl. Comporienri di diritto in qualità di rappresentanti delle aziende aderenti per il 2007: Mari Lupo pe:t AGI; Federico Grazioli per AGRICONSULTING; Andreas Schneider per ALCA TEL LlJCENT; Giuseppe Statuto per AMARI MICHELE; Carlo Pellegrini per ANTIC< CAFFE'(;RECO; Giuseppe Cerroni per AUTOSTRADE PER CITALIA; Alessandro Pegora ro per BT ITALIA; Ettore Camozzi per CAMOZZI HOLDING; Monica Cerroni per CON SORZIO LAZIALE RIFIUTI; Marco Di Paola per ECOFIM; Bruno D'Onghia per EDF; Giampaolo Russo per EDISON; Guido Pugliesi per ENAV; Fulvio Conti per ENEL; Stefano Lucchini per ENI; Alessio Zagaglia per ERICSSON TELECOMUNICAZIONI; Fausto Irn peratori per ESEDRA; Pier Francesco Guarguaglini per FINMECCANICA; Ovidio e Angelo Jacorossi per FINTERMICA; Carlo Andrea Bollino per GSE; Vincenzo Novari per H3G; GianalfotJso Borromeo per LAMARO APPALTI; Ferdinando Quarrrucci per MONTE DEI PASCHI DI SIENA; Sandro Parnasi per PARSITALIA; Massimo Sarmi per POSTE ITA LIANE; Luigi De Simone Niquesa per ROYAL DEMEURE; Giovanni Centurelll per SABA ITALIA; Maurizio Schiaffini per SCHIAFFINI TRAVEL; Anronio Nicolai per SIGMA TAU FINANZ:IARIA; Massimo D'Aiuto per SIMEST; Luigi Lardone per STM ITALIA; Dario Vi tulano per STRATA; Giacomo Di Raimondo per TECN O DIR; ]uan Carlos Venti per TELE· COM ITALIA; Flavio Cattaneo per TERNA; Fabio Di Vico per TRAMBUS; Cesare Paladino per UN.E:.A.L; Bianca Maria Martinelli per VODAFONE ed Elena Gallo per WIND.

Comitato Scientifico Presidente: Marcello Foschini Componenrl: Andrea Di Porto, Gianpiero Gamaleri, Fabio Pistella

Collegio d<eiRevisori dei Conti Presidente- Antonio Bertani Cornponerirì: Maurizio De Magistris, Paola Iannarelli

.ar e riformare

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Projecr Leader: Colerra Ballerini, Consigliere Associazione Amici di Roma Europea Consulenza Readazionale: Ferdinando TarsĂŹtani Coordinamento Editoriale: Comunicazione 2000 srl TipogmfĂŹa: Comunic@re srl Finito di Stampare nel mese di Giugno 2009


PREsENTAZIONE

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11 Prot. n.207/2003 Sett.lA URPG

Roma,31!07/2003

Il

IIIpt'gno

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Roma Europea è nata nel dicembre del 200 l gradi Cesare San Mauro, sulla base dell'esperienza a sociazione che nell'arco dello scorso decennio nista sul territorio romano in ambito politico e

RACC.A.R.

I!lvo x di valorizzare,

AL PRESlDENrE DELLA FONDAZIONE ROMA EUROPEA Via Orazio n.31 ROMA

Oggeuo: Iscrizione nel registro delle persone giuridiche, ai sensi del D.P.R.361/2000.

. .. lo relazione .aU'istanza intesa ad ottenere l'iscrizione nel registro delle persone giuridiche della Fondazione dalla S.V. presieduta, denominata Fondazione Roma Europea, si cornumca che la stessa è stata iscritta al n.207/2003 del predetto registro.

promuovere ed implementare il ena europea, valutando a 360 gradi pregi e difet1111 Il.' grande città, con un occhio rivolto al suo prestigioIl d( ~j I 'rio di rendere altrettanto luminoso il suo futuro. Il I "'lIlIt·, he ha 1'onore di avere come presidente onorario •••• lltlti1 I I{/t .• · di essere presieduta da Natalino Irti, nel 2003 ha I I h ClIIOS imento giuridico. Le attività e tutte le informati •• 11.1 Fondazione sono disponibili on-line sul portale di urnp u, .ill'indirizzo internet: www.romaeuropea.it. 1111..

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Roma Europea coinvolge alcune tra le più importanti

Il "dl,UI iuli, romane e nazionali. Sono aziende operanti in 1111. :

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private, municipalizzate

e public company che hanno

"I progetto elaborato dai fondatori e, in seguito, imple-

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umponenti degli organi della Fondazione. I 11111 ,l'A~s() iazione Amici di Roma Europea, che è riservata I "Il ht' .d è a numero chiuso. Una volta al mese si riunisce Il ••• ~• I· dell'Antico Caffè Greco. A queste riunioni inplill ipali protagonisti della vita istituzionale del nostro lellll' cl ·1 mondo della cultura, della politica, dell'inforI ll'uupr a. Le serate iniziano con una relazione tenuta I I li ClIIOH' • j concludono con una cena nella suggestiva cor1111 .1(· di via cl l Corso.

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ETICA E DIALOGO, UNA LEGGE NON PIÙ DIFFERIBILE 'affè Greco,25 giugno 2007 di Ignazio Marino

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uestoèl'ultimoincontro di Roma europea 11111 l I riva, Vorrei ricordare a tutti che dal 1giugno lidi 111111' Roma Europea ha un nuovo prestigiosissimo I I111 di'" or Natalino Irti, che stasera è qui con noi. Iltll 111 11,,1 "Il \ III forte applauso. Il Professar Irti è stato presi1111111' l !lllindi la Fondazione Roma Europea è veramente , Il'' 1111 11011 .urat", ma per noi di Roma Europea è veI I '111111 .1 solu to. I ,I" I 111 il on iglio di amministrazione della FondazioI tll'lIlI,lIlirni Presidente onorario il Professar Giusep111 1,.1 pl' 'Hi .duto Roma Europea fino ad oggi. Vorrei lo 11111 Il di l'rima, grazie. ""III'I,IIilli I 11.."ln Marino è un chirurgo di fama mondiale che I •• Il' 1 di pr'5 ntazioni. A lui va il mio ringraziamento I l'' I qlll la sera. 11111 '111l11Ì.

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Illil' per questo invito che ho accettato con molto

111 Il/l Jloliti a è molto limitata perché, come avete poIi ti Il p.rrolc anche troppo generose con le quali sono 111 '111, In di ratto sono un chirurgo e ho sempre lavorato 1111 Il l\ I i '01 cmpre occupato di chirurgia dei trapian-

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ti, in particolare del trapianto di fegato, lavorando prevalente all'estero. Ho passato 18 anni della mia vita negli Stati Uniti di sono, un po', una sorta di immigrato. Sono tornato poco più di 12 mesi fa con un incarico diverso, m cerco di interpretare nello stesso modo di quando, ogni mattin quarto di secolo precedente, mi sono alzato e sono andato nell sala operatoria, per tentare di risolvere problemi che riguarda salute.

Questa sera a Roma Europea voglio parlare di un tema che ho so subito all'ordine del giorno, dopo essere stato eletto presi della Commissione sanità, perché ritenevo che fosse molto im tante. Quindi, nel giugno del 2006, tra le priorità ho voluto indi quella legata alla Convenzione di Oviedo e a tutte le tema tic h riguardano la scelta nelle terapie che un paziente, una person fare. Ovviamente ognuno è un po' schiavo del suo passato. Quest genza la sentivo molto forte perché, avendo lavorato tanti anni Stati uniti, un paese dove la tecnologia è sicuramente molto a zata, alcune di queste problematiche - e ora spiegherò perch no emerse prima di quanto non siano poi emerse nel nostro P Alcuni mesi dopo, come tutti sapete, a seguito della drarm vicenda di Piergiorgio Welby, questi temi sono diventati molte muni. Temi che tutti hanno seguito con partecipazione. Ci sono stati daggi, uno dei quali - svolto dall'Eurispes, nel dicembre del - ha dimostrato che 1'87% degli italiani ritiene che questi temi biano bisogno di essere definiti in via legislativa. L'87% non percentuale bassa. Tuttavia credo che su queste terminologie e su questi probl sia fatta un po' di confusione. Un po' è anche colpa nostra, p

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IlIAI.OGO, GUIDA AD UNA LEGGE NON PiÙ DlFFERIBILE

11111(' .tti cientifici, deve cercare di farlo nella 1111po' è colpa dei media. Comunque, sicura1II1l'Il' di confusione. Perciò a me fa piacere spiegare I 111, qual' la direzione verso la quale vorrei che si

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Il.11'l'arriva su questi temi un po' in ritardo, perI I I 11.111110 leggi, o comunque se ne sono occupati I l .1.11.1giurisprudenza, da tantissimi anni. Pensate 1111 11/.1('Il - riguarda un tema di questo tipo, cioè , 11.1,la dignità dell'uomo, o quello che è lecito o Il Stati Uniti è del giugno 1976. Quindi, quando I I t. ulla stampa, dicono che si vuole arrivare a l' Il I •• io cr .do che un terzo di secolo di ritardo vuol l, I 101'1", che ci si precipita o che si vuole arrivare .Il 1'1010, 'un terzo di secolo. 1111111('1:11".he questi temi non sono emersi soltantll I., .islnrurc che il Parlamento ne discute. Se ho 111.1111 Il, se ho accettato di partecipare alle elezioni "d •• d.1 lilla storia completamente diversa, ho davvero Il 111111 l'l'!' le nostre istituzioni, ma penso che se un "Il .. 11:\la mia anima di chirurgo che vuol vedere le "1'.1 d;, t l' ' legislature di un problema, o è un centro Il, 11111' dI'v' legiferare. Non credo che l'idea sia quelIII I

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I I p.ul.uncntari che lavorano per produrre libri e ,,, IIliloli l: interviste. Quello che noi ci aspettiamo 1'11111111 uuo delle leggi, che regolamentino meglio la Il 11111 possiamo avere dalla società. I 1'llIhlcllli sono nati per un aspetto positivo: il fatto Il Il I .1I11t1t'IHata,soprattutto in medicina, soprattutto I 11111111 1.1 ,'t rnordinaria. Non c'è bisogno di essere un

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FONDAZIONE ROMA

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medico, un tecnico o uno specialista per dirlo. Credo che tut presenti in questa sala si sono davvero resi conto, hanno vist re davanti agli ()cchi un film meraviglioso di uno straordina glioramento delle possibilità che la medicina offre. Oggi i P salvare delle vite rispetto a situazioni in cui 30 anni fa si "ali no le braccia", perché di fatto non c'era nulla da fare. Quando dico queste cose non riesco a non pensare - e mi sco ogni volta ~ al fatto che quando ho iniziato ad entrar sala operatoria, a partecipare ai primi interventi chirurgici studiato qui a Roma all'Università cattolica e quindi ho I all'inizio al Policlinico Gemelli, parlo della seconda metà d '70 - l'intervento in assoluto più comune che si svolgeva in sime sale opera l:orie, di questa come di altre città del mon 1 dentale, era un intervento che veniva chiamato, con un termi proviene dal greco, "laparatomia esplorativa". Un termine alti te che vuol dire aprire la pancia e guardarci dentro. Qjiesto . i perché soltanto 30 anni fa non esisteva l'ecografia, non csi Tac e non esisteva la risonanza magnetica. Tutti mezzi d'in che oggi sono nel lessico comune. Tutti sanno perfettament stiamo parlando. Nel '76, se un p-aziente aveva una malattia importante dell'a non si poteva fue la diagnosi se non aprendo la pancia per hTU dentro. E' chiara che oggi tutto è cambiato, in maniera stra riamente positiv-a, rispetto a situazioni del passato. Pensiame paziente che arrivava in pronto soccorso con un infarto, le . si facevano eran-o poche: si collegava il paziente ad un elettro grafo, si guardav-a che cosa stava accadendo, si davano dei far sperava che and::asse bene. Oggi in meno di 120 minuti si pu dare esattamentee che tipo di lesione c'è e addirittura riparar la, persona può torrnare in 48, 72 ore a fare quello che faceva prit

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III.\tro un egreto - e per me ha fatto benissi-

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!egli Interni, tra l'altro un giocatore di odio di questo tipo pochi mesi fa. Meno di il ministro degli Interni, 15 giorni dopo è u 'sto nel '77 sarebbe stato assolutamente

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ETICA E DIALOGO, GUIDA AD UNA LEGGE NON PIÙ DlFFERIBILE

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Questo è proprio il senso che poi si ritrova nell'articolo 32 del la nostra Costituzione. I nostri padri costituenti sono stati molt lungimiranti ed hanno indicato che nessun cittadino può esser sottoposto ad alcuna terapia contro la sua volontà. Se non c'è u assenso esplicito, nessuno può essere sottoposto a nessuna form di terapia. lo guardo a queste parole con un po' di stupore, perch pensate a questi padri costituenti che nel '48 hanno scritto quest parole e che, in epoche molto diverse, hanno aggiunto che l'unic circostanza è quella in cui quel cittadino diventi un pericolo per 1 collettività. Hanno immaginato la possibilità di un paziente, di un persona che contragga ad esempio un virus, un batterio che si tra smette molto facilmente ed andando in giro, rifiutando si di esser sottoposto a trattamenti, diventi un pericolo per la collettività. M eccetto quel caso, nessuno, per la Costituzione italiana, può esser sottoposto ad un trattamento se non dà un esplicito assenso. Nel 1976, negli Stati Uniti, una ragazza ebbe un incidente automobilistico, venne soccorsa - ed anche molto bene - e collegata delle macchine con un ventilatore artificiale che la manteneva i uno stato di vita, che però tutti riconobbero essere uno stato di vit vegetativo permanente. I medici riconoscevano questa condizione e spiegavano alla famiglia che non e'era proprio più nulla da fare. La famiglia, ragionando con i medici e gli infermieri, non capiva per quale motivo continuare tutte queste terapie se davvero non c'era nessuna possibilità. I medici spiegarono che per la legge degli Stati Uniti in quel momento, se avessero sospeso quelle terapie e quindi accettato semplicemente la fine naturale per quella vita, rispettando la dignità di quella persona, sarebbero stati accusati di omicidio volontario. E' chiaro che uno ci pensa bene prima di andare incontro a un percorso di questo tipo. Non volevano farlo. Allora insieme, la famiglia

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i, si rivolsero alla Corte Suprema del New]ersey, la quale

prima sentenza che recitava, in qualche modo, che se non di lilla ragionevole speranza di recupero dell'integrità intellet'Il! -lla persona non poteva ritornare a recuperare le sue funI I nhrali, era legittimo, se così voleva la famiglia, sospendere le l'Il l' Il .ssuno poteva essere accusato di nulla. 111 .tr .adeva più di trent'anni fa in America. Oggi in effetti, in I l, ul di là di chi afferma che comunque si fa lo stesso o non si h LI(I () li n rianimatore che si trova di fronte ad una persona in I I I l' I -rrninale delle vita, con una malattia devastante, sostenuto 111111 hinc che la mantengono in una situazione che è artificiale, 1111 '.1, dal punto di vista della giurisprudenza, nella stessa situaIl

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poi negli Stati Uniti ha seguito un percorso, con diverse " IIlnll i .hc hanno sollevato la discussione e il dibattito pubblico. 111111 voluti diversi anni e soltanto nel 1991 nacque il "Patient Il dl'll'l'rnination act", che è la legge varata dal Congresso degli 111 l luiti che regolamenta la materia e che permette quello che I lini vorremo arrivare a permettere in Italia. In pratica che, in 1111111'111 ' momento, chi lo vuole - semplicemente chi lo vuole - dia Il IlIdi'azioni su quello che lui ritiene di poter accettare e quello Il IIIVI(" ritiene inutile, futile e inaccettabile, se si trova nella conI IIIIIC'di non poter più dire ciò che per lui è giusto, e ciò che non III In, come terapia. 1111 I eli re un'altra cosa, perché purtroppo nel dibattito mediatico l'I III ..i perde, Noi abbiamo fatto un lavoro molto serio e molI 1 IplllOHO in commissione Sanità al Senato. Ho voluto affrontad,IVVl'f'O in maniera scientifica questi temi, in modo da portare 1 111111 u: .nza di tutti il maggior numero di informazioni possibili. hlu.u \IO fatto un totale di 49 audizioni. Abbiamo già pubblicato I

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FONDAZIONE ROMA EUROP

un volume di tutti i testi delle audizioni e abbiamo organizzato u convegno internazionale di due giorni, il 29 e il 30 marzo 2007. I 30 marzo è stato presente tutto il giorno il Presidente della Repub blica, che ha dimostrato una grande sensibilità per questi temi. Tuttavia, di tutto questo percorso c'è stato un momento in cui i stesso mi sono sorpreso delle informazioni che ci venivano porta te. E' stato quando una istituzione molto seria e rigorosa, l'Istitut Mario Negri, con il coordinamento di una serie di rianimatori, h raccolto, nell'intero 2005, i dati di 320 delle 400 rianimazioni che sono in Italia, esaminando più di 30.000 cartelle cliniche. Quello che loro sono venuti a direi, secondo me, dovrebbe preoc cupare anche chi si dice contrario a questa legge. Sono dati scien tifici e li trovate sul mio sito internet, sul sito del Senato e sul sit dell'Istituto Mario Negri: nelle ultime 72 ore di vita, cioè verso l fine della vita di una persona in rianimazione, nel 62% dei casi, u rianimatore, quello che è di guardia, decide quella che loro chia mano "1'esecuzione di una desistenza terapeutica", cioè in pratica d' diminuire le terapie nella fase finale, di accompagnare nel passaggi tra la vita e la morte quel paziente. lo sono rimasto colpito da questo dato, ho chiesto di ripeterlo e . medico che portava questa testimonianza, questi dati scientifici si è un po' risentito e ha detto: "ma scusi Presidente, anche lei è un medico, lo sa perfettamente cosa facciamo e sa che facciamo bene, che lo facciamo in scienza e coscienza". Sono davvero convinto che lo fanno sicuramente in scienza e coscienza. Però credo fortemente che ci debba essere una legge che permetta, a me cittadino, di poter dare delle indicazioni su quello che voglio e su quello che non voglio, e alla mia famiglia di partecipare a quella fase drammatica in maniera aperta e trasparente, con un'alleanza terapeutica fino alla fine, con un dialogo tra medici

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E DIALOGO,

GUIDA AD UNA LEGGE

NON PIÙ DIFFERIBfLE

'l'i e famiglie; non con una persona che è da solo, di guardia, I IlItH' delle sue personali convinzioni e delle sue conoscenze ntiliche, che deve decidere se andare o non andare avanti. •• che questo, se mi ci trovassi io, mi preoccuperebbe un po'. t 111<:ihe ci fosse una discussione quanto meno collegiale. Ma I I ussione collegiale non ci sarà - e non ci sarà mai - fino a "dll n n ci sarà una legge. Capisco che è facile prendersela con 1 .111 i o dire che giocano a fare i "padreterni", ma non è così, perI posso assicurare che per me, che ho fatto questo mestiere e I I 1.1110in situazioni molto complesse, di solito in una situazione nuuiuica si crea una grande alleanza, anche psicologica, con i "IIII'i; 'è questa partecipazione intensa, questo pathos. I I I chiaro che se mi si chiede di rendere pubblica una decisione, ddirittura di documentarla in cartella, sapendo che una persona I Il parto alla quale sono antipatico domani, o un familiare tra "1'''', sci mesi mi potrà denunciare, dicendo che ho fatto qualcosa 111111 la legge, ci penserò molte volte prima di farlo in maniera Il.1l' trasparente. \' I IH.:I' hé la legge che immagino vuole essere sulla base dei prin111 ln-, in Europa, sono stati portati con la Convenzione di OvieI l'.' hiaro che questi principi non servono per staccare la spil'I vono semplicemente per poter dare a ciascuno quello che è I ttll Il ella nostra Costituzione, cioè la possibilità di indicare, se lo Il,1, , che tipo di terapie intende ricevere e che tipo di terapie non "d" ri evere. 1111 I concludere con alcuni concetti. Innanzitutto il percorso 111( 'onvenzione di Oviedo è stato approvato da quasi tutti i pa1111 op 'i e rafforza i concetti contenuti nella nostra Costituzio1"'1ché li ripete e arriva ad aggiungere una frase che contiene l" I vcrbio, "liberamente": ogni paziente, persona, cittadino può, Illli

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se ha dato un assenso alla terapia, liberamente toglierlo in og momento. Penso che anche questo sia giusto. Se mi rendo conto che rispetto mio progetto di vita quella terapia è molto pesante, mi fa star m ed io non la voglio più fare, per quale motivo al mondo ci deve ess re qualcuno o qualcosa che mi obbliga di fare una terapia che io no voglio più accettare? E lo dico da persona che, in tante occasioni, h cercato di convincere dei pazienti ad andare avanti su un percors che sicuramente era davvero pesante. Però quello è il modo, quello il percorso, quello è il processo di uno scambio, di una convinzion e di un dialogo con il paziente. Adesso è ripresa la discussione generale al Senato, quindi ascolte rete più voci, soprattutto sui media, ma credo che ci siano dei pun che vanno tenuti presenti: uno è stabilire cosa sia l'auto determina zione nella scelta. Questa non si può o non si dovrebbe rimette in discussione. E' un concetto che è già nella nostra Costituzion Se un cittadino non vuole essere sottoposto ad una terapia, è per fettamente cosciente, comprende bene quali sono le aspettative s esegue la terapia o se non la esegue e quale può essere il success o l'insuccesso, credo che abbia tutti i diritti di poter dire di sì o poter dire di no. Questo non c'entra nulla con quello che viene chiamato eutanasi L'eutanasia è tutta un'altra cosa. C'è una differenza sostanziale tr sospendere o non iniziare una terapia e una procedura eutanasi ca, che il più delle volte viene eseguita con un'iniezione in vena un veleno chiamato doruro di potassio, che ferma il cuore in qu momento e in pochi secondi. E' la stessa procedura che si usa n braccio della morte in Texas, dove non usano la sedia elettrica m usano un'iniezione letale. E' chiaro che questo è fatto con uno scopo diverso. Chi ha pratica

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IIIIII:lj:.çina di poter praticare l'eutanasia, lo immagina per uno urupassionevole. Però di fatto si passa per l'uccisione, per la .11"~IH~I()11 ',per l'arresto di un cuore e per la fine di una vita in quel IItO. questo è chiaramente diverso da quello che si vuole fare. I lo si dice che si vuoI scivolare verso questo tipo di temi si I l, non è così, perché con la legge sul testamento biologico si I .luvv .ro dare libertà di scelta a chi la vuole. Quindi se uno non l' ". , non scrive nulla, non lo fa, non riempie nessun modello e 1111,1 di .hiarazione, ma chi vuole dare indicazioni su quello che IIIIIIap;inadi volere o di non volere, deve avere il diritto di farlo. l! ìndicazìoni esistono nel catechismo della Chiesa cattolica. l. ,Itl' .hìsmo che è stato firmato su incarico di Giovanni Paolo [ull'ullora Cardinale Ratzinger, il quale in un passo scrive, con Il I I hiarezza, che alcune situazioni ed alcune terapie possono 111,11"(' sproporzionate rispetto ai risultati attesi. In quel caso è 11111 Il) I ensare di sospendere quelle terapie e quella sospensione Ip,Ilifica uccidere, ma significa semplicemen te accettare la fine 1111 d., Iclla vita. E' scritto in un testo di etica cristiana come il • Iti In .

lo che un paese laico per fare le leggi si debba attenere ad Il lip;ione,però lì c'è scritto e c'è scritto anche nel codice di delolllpia medica che dice con chiarezza - ed è un codice che è stato uu.rto Cl dicembre 2006, quindi recentissimo - che le indicazioni l'tllimti devono essere vincolanti per il medico. I tono queste affermazioni nell'etica di una religione - se avesI 111 l'ill tempo vi potrei dimostrare che esistono nell'etica buddista, 1111 llu ebraica e in quella musulmana - se esse esistono anche nel Il I d .ontologico che i medici italiani si sono dati, mi chiedo I ""ode motivo non dobbiamo completare questo percorso e avere 111 I Il'

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questo tipo di opportunità paese laico. Grazie.

ETICA

FONDAZIONE ROMA EUROPEA

all'interno

della giurisprudenza

di

Cesare San Mauro Ringrazio moltissimo il Professor Marino che ha lanciato non u pietra ma un pietro ne nella tinozza, piuttosto che in uno stagn lanciandosi in temi peraltro molto cari al nostro Presidente Pr fessor Irti, che ha scritto molto sulla filosofia del diritto e al qu vorrei dare la parola, ma non prima di avere - come da tradizio - ringraziato per la loro presenza gli ospiti internazionali che so qui in rappresentanza delle ambasciate di Messico, Austria e Ge mania. Natalino Irti Grazie, sono lieto di esordire nella presidenza della Fondazio Roma Europea in occasione della conferenza del Professor Mari no, il quale ha toccato temi di confine tra il diritto e la medicin Mi pare che egli abbia distinto con esemplare chiarezza tre profi l'eutanasia, la sospensione della terapia ed infine il testamento bio logico. I tre profili si riconducono a un tema unitario: il rapporto tr uomo, tecnica e diritto. lo ho avuto la fortuna di parlarne e di scriverne insieme con il filo sofo Emanuele Severino. Qui è in gioco qualcosa di più della scien za, sono in gioco domande fondamentali sulla vita e sulla mort cioè su eventi che erano circondati dal mistero e dall'enigma. U . "" proVVl'd enza ". tempo usavamo l e paro 1e" caso,""d estmo", Quindi la lentezza del legislatore dipende soprattutto dal fatto eh non è stata presa posizione intorno a questi interrogativi fondamen tali, perché di fronte abbiamo concezioni religiose che meritano' nostro rispetto e che hanno una dignità secolare, ma a mio parer

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E DlALOGO,

GUIDA

AD UNA LEGGE NON PiÙ DlFFERIBILE

.sse, sarebbe indispensabile che anche lo Stato, nella sua l'I) itiva, prendesse posizione. tll posizione fino ad oggi è mancata. Fa davvero piacere ad u.ulino ascoltare che un Senatore della Repubblica abbia un I ~II() t'O i preciso e rigoroso, ma non si può dire che queste caI Iichc abbiano sempre accompagnato il dibattito pubblico nel I i t, anzi, una sorta di sudditanza psicologica nei confronti di I IIFiose monoteistiche o non monoteistiche. I1I li ire che è indispensabile per l'I talia e per la classe politica ".Il It' posizione su questi temi, ma prendere posizione signifi111 111' .sprimere una concezione della vita e una concezione del l" dell'uomo. Perché, caro Professor Marino, quello che all'imI Il venuto in gioco, in modo inatteso, è il corpo dell'uomo. Il "

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che era per secoli affidato a forze misteriose. uxlo che i padri costituenti nel 1948 abbiano precorso la tecl" ,LI .unericana. In verità su di loro gravava la memoria delle IIIII IIZ' terapeutiche compiute nel periodo nazionalsocialista, 11111 l'articolo 32 della Costituzione è piuttosto volto verso il pasIl, I hl' non verso il futuro. " 1111/ il corpo? E' davvero soltanto affidato alla decisione del " "In () in qualche modo appartiene alla comunità? La vita e la 111" no eventi naturali o sono eventi che la tecnica è ormai in .I" di orientare e dominare? Ecco, mi permetto di osservare che I I 1(· I .ntezze del legislatore italiano sono dovute all'interiorità e 1\ , II1I)f()Odità di questi interrogativi. 1\

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San Mauro

I la I arola alle domande. Abbiamo la Professoressa Carla Ra111 Bt'dogni, Commissario dell'Autorità antitrust, poi il Professor 1,,11., ;\ ttili che è Ordinario di Gastroenterologia a L'Aquila e poi 111

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il Presidente Giuseppe Faberi, Presidente di sezione del Consig di Stato.

Carla Rabitti Bedogni Credo che ci sia davvero un problema di comunicare in modo p' efficace. Ho seguito poco da cittadina - perché nella mia attivi mi occupo di altre cose - il dibattito e forse mi sono sfuggiti alcu passaggi. L'impressione che ho avuto è stata veramente che c'è chi cerca portare l'ascoltatore e il cittadino verso una confusione fra eut nasia e diritto di esprimere, nell'asprezza di una contrapposizion che vede ideologicamente impegnati per fini ulteriori, rispetto all scelta che veniva richiesta. Quindi, secondo me, prima va fatta chiarezza su questo punt Poi, per tranquillità della coscienza dei cattolici, credo che, anco una volta, vadano fatte conoscere con maggiore attenzione e co un maggiore sforzo di diffusione, quelle che sono state le opinio espresse dal Cardinal Martini, che certo non può essere imputat di laicismo. Adolfo Attili Ignazio, ormai è un anno che rivesti questo ruolo ed avrai avut modo di sondare le opinioni che girano in Parlamento. lo personal mente sono favorevole ad una soluzione per tutti e tre i problem che hai esposto, ma il Parlamento, secondo te, si ritirerà ancora e sarà un ulteriore rinvio, oppure arriveremo ad una soluzione? Giuseppe Faberi Volevo ringraziare anzitutto il Professor Marino per questa lucidis

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E DIALOGO,

GUIDA AD UNA LEGGE NON PiÙ DlFFERIBILE

cmplice ma efficacissima esposizione. Seguendo da allievo, del Professor Irti, vorrei aggiungere che i tre t I Il • quest'ultimo ha evidenziato sono il cuore del problema. u uvviso il momento unificante di questi tre problemi è il limite I Il unimento terapeutico. Niente di più e niente di meno, perché 111' tra l'altro il punto di contatto con la questione dell'eutanaI .1 domanda è: dal punto di vista medico, e non giuridico, quali [I '1" .sti limiti? La classe medica si sente in grado di catalogarli , lrrirli in una legge? Il Il ~grandicello,

Marino I Il \I rispondere a quest'ultima, che è la domanda più complessa. Il pondo da medico e secondo quelli che sono i miei convinci1111. Non credo che si possa mettere in una legge una definizione Il di accanimento terapeutico. Credo che l'accanimento teraIl h Il possa essere definito da un dialogo tra il paziente e il medi111 I raso di un paziente che può partecipare alla decisione. Può Il cl .finito dalla persona nel suo dialogo con i medici, oppure II ere definito - se quella persona non è più in grado di cornu111' di intendere e si ritiene che non potrà recuperare un'integrità I 111 Il iva - attraverso le indicazioni che uno dà con il testamento Il!. IgieO, e allora il dialogo deve avvenire o con quel fiduciario che " I "i\ nominato o attraverso la famiglia. Soltanto così può essere 1111110 l'accanimento e cerco di riassumerlo brevissimamente per Iln'idea pratica di come la vedo io. Il.1 nostra università abbiamo fatto cose straordinarie ma anche 111 ,111l .nte degli errori, come avviene in medicina. Soprattutto 111111 medicina e chirurgia di frontiera dove per arrivare a nuove Ill/inni, a volte si fanno degli errori e si percorrono delle strade Wl

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IGNAZIO MARI

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DAZIONE ROMA EUROI'

Nel 1992 - forse con una mentalità da chirurghi ed un modo ragionare estremamente primitivo, lo dico di me stesso che so un chirurgo - immaginammo per alcuni tumori molto avanzati cl fegato, che avevano dato delle metastasi in altri organi vicini, la po sibilità di raggiungere una sopravvivenza più lunga eliminando tu i tessuti che erano stati colpiti dal tumore e sostituendoli con al tessuti. Si tratta di quello che viene chiamato, ne avrete sentito pa lare, il trapianto multiviscerale. In realtà questo intervento lo abbi mo eseguito in meno di 30 pazienti, perché ci siamo resi conto c effettivamente non portava ad una differenza importante di sopra vivenza e soprattutto danneggiava moltissimo la qualità di vita. Venne da un medico, un chirurgo italiano, perché voleva che lo es guissi su di lui. Aveva un tumore del fegato già esteso. lo mi ero gi convinto che questo intervento non doveva essere fatto, era tropp penalizzante per un paziente e non me la sentivo di consigliarl Quesr'uomo mi disse una cosa che mi convinse: "io ho un solo fi glio e vorrei vederlo laureato in Medicina, gli manca un solo ann e vorrei vederlo laureato. Voglio fare quest'intervento perché vogli _ vivere il tempo di raggiungere questo obiettivo". Quello che per m era davvero accanimento terapeutico e non si doveva fare, per l che aveva un obiettivo da raggiungere, non era accanimento tera peutico. Qpesr'uomo ha fatto quell'intervento, ha avuto una qualit di vita in alcuni momenti davvero difficile, però ha vissuto due an e io mi ricordo l'emozione che ho provato quando mi ha telefonat dall'Italia per dirmi che il figlio si era laureato. Quello che sto cercando di dire è che l'accanimento terapeutico s può definire solo in un dialogo sincero, trasparente e leale tra c pratica la cura e chi la riceve, non può essere definito da una legge. Opinioni del Parlamento, rinvio o soluzione: credo che in Parla mento ci sia una maggioranza, perché ci sono molti laici che riten

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ETICA

E DIALOGO,

GUIDA AD UNA LEGGE NON PIÙ DIFFERIBLLE

, h . questo debba essere un percorso regolamentato da una ,( in entrambi gli schieramenti ci sono molti credenti, io stes111CI" 'dono che questo percorso debba essere definito. I numeri 1111, 1".110 he purtroppo - voi lo sapete meglio di me che sono un I I~I aro di ritorno che negli ultimi 20 anni non ha vissuto qui -. Il molte delle cose che si ritengono giuste, vengono affossate 1"llt't'mente per un gioco di equilibri e perchè prevale il voler 1111:11' ·la propria posizione rispetto a quello che è il bene dei cit11111 lo questo non voglio accettarlo, non capitolerò facilinente. .111che questo è un problema molto chiaro, noi tra l'altro abbia1111 Presidente del gruppo dell'Ulivo, che è Anna Finocchiaro, 1.1lavorando molto in questa direzione, perché si capisca che se 111111 poche persone che legittimamente hanno una visione mol1111'f'ralistanel rispetto dell'interpretazione della loro fede, non 111(1) bloccare un Parlamento su temi che interessano la maggior I ,It i cittadini. Se non interessano la maggior parte dei cittadini 111.d I ro discorso. . I Il'I:lnto riguarda la comunicazione, sicuramente è vero che debba Il piLIefficace. A volte c'è qualcuno che usa questi "giochini" per I , nrnre, usando termini come l'eutanasia, quando l'eutanasia non 111, ,I nulla o addirittura parlando di omicidio. Piergiorgio Wel111111 'stato ucciso, era un uomo assolutamente cosciente. lo gli 1',11 lato per due ore quattro giorni prima che mori~se. Rite?ev~ II l'IlI .sse dare ancora un contributo con il suo penslero, pero lui ('I () pensava che nove anni in quelle condizioni, non potendo I muovere nulla del suo corpo fossero ormai diventati inaccettaIl ( \I ,1 sospendere le cure non significa uccidere o commettere 111Il .110di eutanasia, è tutta un'altra cosa e queste cose non vanno Iil Il l'.

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IcNAZIO MARINO

ETICA E DIALOGO, GUIDA AD UNA LEGGE NON PIÙ DIFFERIBILE

FONDAZIONE ROMA EUROP

E'vero quanto detto sul Cardinal Martini, e non è il solo, perché ne sono molti altri che si sono espressi in maniera solida e rigoro su questi temi, ed è anche vero che ci sono molti vescovi che li ha no attaccati pubblicamente. C'è stato 1'articolo del cardinal Marti sul Sole 24 ore in prima pagina molti mesi fa, che spiegava davve da teologo pensatore, da cattolico la sua visione su questi temi. B ci sono state pagine intere sul Corriere della sera di alcuni che inv ce ritenevano che lui sbagliasse. Questo dibattito non è giusto. Ognuno deve trovare serenità n proprio ruolo e serietà in quello che dice e in quello che fa. Non cr do che sia giusto utilizzare argomenti così importanti, per cercare prevalere sull'altro e poi alla fine non portare avanti gli argomen che interessano al Paese.

umion con sbarre di ferro. lo faccio traumatologia della strada, l mìo mestiere, e lui aveva ferite con fratture. Dopo altri ospedali l'" t arano al Rizzoli. Mi trovavo di guardia, ero giovane ma c'era IIln di guardia, il paziente aveva la febbre, nelle ferite erano rimai luilloni, a un certo punto questo paziente svenne. I Il ivevamo fare? Bisognava amputare, altrimenti sarebbe morto. I I l'a tordito, non rispondeva. Ci siamo rivolti alla moglie, spor du 15 giorni, che ci disse: "no, amputato no, meglio morto". Ho 1I11:ltO il Direttore il Professor Zanoli che ci disse che per legge .lIllputa o muore. Abbiamo amputato. uuunda: a 50 anni di distanza com'è la situazione oggi? Il pazien111111 poteva scegliere il trattamento, il parente lo può scegliere? Il IIltiriO si prende la responsabilità?

Cesare San Mauro Ci sono altri interventi. Il Professor Andrea Costanzo, che ins gna ortopedia e traumatologia alla Sapienza di Roma; il Profess Francesco Violi, che è il Presidente della Società italiana di medi cina interna; il Professar Augusta Panà, che è Ordinario di Igie ne dell'Università di Roma Tor Vergata e per finire c'è il Senator Francesco De Lorenzo, che è stato ministro della Sanità.

'sco Violi I .lo .he sia importante che sia Presidente della Commissione 11110\ un medico, che può dare uno spaccato della situazione più IlIplisso e ampio di chi non è medico. I Il.\ sollevato un caso in cui la soggettività della sua decisione è I I cruciale nel portare la storia tra paziente e medico, e lei poi d"l'iso con lui. Però chi alla fine ha deciso è stato lei. C'è stata , , purte di soggettività importante, perché lei ha interpretato la

Andrea Costanzo Mi riferisco alla prima parte del discorso del Professar Marin quella del consenso informato, e soprattutto con riferimento all'in tesa psicologica con il parente. Dò una testimonianza: erano i primi anni '60, ero assistente all'Isti tuto Ortopedico Rizzoli di Bologna. Arrivò un paziente, un autist che viaggiando su un camion aveva avuto un incidente contro un al

11111

Il

111.1.

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di'

è importante. Per esempio, la Società italiana di medicina Il IlIa, che io ho l'onore di presiedere in questo momento e che Il 11i\1 antica società di medicina in Italia, secondo me dovrebbe " rlurciarsi con una Commissione come la sua, proprio perché I 1,\1110 quelli che vediamo più .pazienti di tutti, e in definitiva per III1I l'l'operativa una giusta riflessione che lei ha fatto: il medico è " Iin 'he decide con il paziente,

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ICNAZIO MAlUNO

FONDAZIO

Qpal è la situazione

del medico in casi come questo ? Avete un spaccato di come le società si sono rapportate su quello che lei s proponendo? Augusto Panà Sono Ordinario di Igiene all'Università di Tar Vergata. Sono mol contento di aver conosciuto personalmente il Senatore Marino, siamo sentiti in maniera epistolare tempo fa e sono perfettamen d'accordo con tutta la sua impostazione. La mia domanda è simile alle ultime due. Quando lei ha parlat di convincimento del paziente, mi è sorto il dubbio circa quanto l cultura personale del paziente possa avere un ruolo, perché noi ah biamo pazienti con cui si può ragionare, altri con cui culturalment non si può ragionare. Francesco De Lorenzo Vorrei parlare più dalla parte dei malati che in questo moment rappresento. Sui principi credo che non ci siano dubbi sul fatto che lo Stato deb ba intervenire e che il Parlamento debba approvare una legge. C sono dei casi che sono di scuola: il caso Welby. La dipendenza dall macchine, di per sé, solleva il medico da ogni responsabilità. Ciò che più mi preoccupa è un aspetto cruciale come quello dell comunicazione e dell'informazione del malato, o della persona, ne momento in cui va a fare il testamento biologico. Tutti noi sappiamo, io lo so più dalla parte del malato che del medico, che l'esperienza del consenso informato è molto negativa. S dobbiamo valutare l'applicazione della legge sul consenso informato alla luce di quanto è accaduto, allora sono molto preoccupato. So stanzialmente il consenso informato è un pezzo di carta che per l

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ETICA E DIALOGO, GUIDA AD UNA LEGGE NON PiÙ DlFFERIBILE

E ROMA EUROI'

parte viene firmato dal malato, completamente inconsape\I ql! .llo che firma. Credo che il legislatore forse debba mettere I 1111testualmente al problema del consenso informato. Il I -niarno una posizione che mi sembra molto valida e che I r presa in considerazione. Il consenso informato non deve Il risultato di una informazione medico-paziente, ma deve , ,I mio parere, sottoscritto dal malato in presenza dell'equipe III

o

Il .aso di un malato di cancro alla prostata nel momento in 1IIIIIa il consenso informato. Dipende quale consenso informato Il

IO

al radioterapista,

Ii

aspetti.

al medico o al chirurgo. Il uccupazioni maggiori sono quelle che poi anche la classe meIIggi avverte, nel timore di veder trasformare il medico in bu111' l' anche di dover necessariamente sottostare a richieste che '1110 più attuali con il progresso della scienza. lidi la preoccupazione maggiore è: fatta la legge, come viene apIt.I~lo credo che molto può essere fatto se si fa chiarezza anche l,

l'Il J 111

San Mauro

di dare la parola al relatore, volevo fare un piccolissimo

IIln. L'altra

espe-

sera mi sono trovato in un contesto di una cindi persone e abbiamo fatto un referendum che ripropongo l,I era, e sono convinto che i risultati saranno gli stessi. I 11110 naturalmente di persone di alto livello culturale. Oggi in I l, 111 mancanza di qualsiasi manifestazione di volontà da parte Il l, iarno tutti donatori di organi o no? Con la legge vigente, se Il"la qualcosa, veniamo considerati donatori di organi sì o no o Il 111 o? dll' che attualmente siamo tutti donatori di organi alzi la 1I1111a

o

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ICNAZIO MAltiNO

ETICA E DIALOGO, GUIDA AD UNA LEGGE NON PiÙ DlFFERlBILE

FONDAZIONE ROMA EURO

mano: una decina. Chi dice che non siamo donatori di organi: o meno il 50%. Sul tema c'è una disinformazione straordinaria nel nostro Paese. Ignazio Marino E' davvero difficile poter rispondere in pochissimi minuti a tu queste domande, che in pratica ripercorrono il dibattito che a biamo avuto in un anno in commissione Sanità e questo fa cap come, ormai, questi temi prendono un po' tutti. Per tentare di dare una risposta complessiva, quello che si cerch di fare con una legge, non è di dare la capacità decisionale alla fa glia in senso lato, ma ad un fiduciario. Noi abbiamo tentato di apprendere da quelli che un'esperienza l'avevano. Se ci sono paesi che hanno una legge da 15, 18 an perché non ascoltare chi la utilizza quella legge, sentire quali so le criticità? Per questo abbiamo invitato al convegno internazion specialisti che sono venuti da Sidney ed altri che sono venuti Manhattan, ed il messaggio che è venuto da questi ultimi, che viv vano in situazioni e realtà diverse, è che forse ancora più importan della legge e delle indicazioni che uno può decidere di dare o n dare, è che si indichi chi ci deve rappresentare, qualora non sia più in grado di fado di persona. E' necessario sapere di avere un interlocutore affidabile. Sapere c egli o ella ha avuto una continuità affettiva con il paziente. P essere un parente o anche un amico con il quale quella person per anni, può avere saltuariamente, ma con una continuità affetti affrontato questi temi. Sapere che quella persona ha accettato prendere su di sé la grande responsabilità di rappresentare chi gli dato fiducia, in un momento così importante. Questo risolve molto nel colloquio con la famiglia, che resta in alc

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devastante: se c'è una moglie che non vuole sospendeche pensa che, invece, il papà glielo aveva chiesto e vuole Il,\ll' quello che ritiene essere il suo volere. Insomma, è chiaro 11110 ituazioni molto drammatiche. lilla persona che diventa, dal punto di vista della giurisprul. un responsabile che si assume su di sé questa enorme reI ,ll>ilità,aiuta molto. Aiuta per l'informazione al paziente se ì'ultirno non può partecipare e qualcuno una decisione la deve 111, n'. Il fatto di avere un fiduciario aiuta. I hiaro che ci sono situazioni di conflitto. Come è stato detto, \I .liclna progredisce, ed ecco che allora un fiduciario che cono11111\ solo l'indicazione tecnica, ma anche la visione della vita del I 1I1t' impossibilitato a decidere, può intervenire e dire: "questo Il hhe voluto, questo non lo avrebbe voluto". Il,,1 parte è chiaro che una legge non può rappresentare l'intimo l,I t'uno dei cittadini di un paese. Qpesto è impossibile. Però III I Il una legge che permetta a chi lo vuole di poter dare delle Il .IIioni, sia un fatto di vera civiltà. 'I",lnto riguarda la questione dell'intesa psicologica con i famiI \'1 luestione dell'amputazione, mi rendo conto del dramma e Il. difficoltà. lo purtroppo non sono un giurista, c'è stato un caso 111 «) avvenu to a FIrenze alla fine degli anni '70 di un chirurgo che l'"n per tentare di salvare una vita, ha fatto un'operazione senza I l'li .ito consenso ed è stato denunciato e condannato severantr, Il caso dal punto di vista della giurisprudenza è ricordato \tll spesso ed è su quello che poi si è sviluppata, anche nel nostro « • l'obbligatorietà del consenso informato. Senza un consenso 1111 110 del paziente o di qualcuno che lo rappresenta, si configura Il izioni

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Il n. 1111:11'0

che questo pone delle situazioni di confine che noi ab-

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IGr AZIO

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FONDAZIONE ROMA EURO

biamo cercato di considerare nella dichiarazione anticipata e testamento biologico. Ad esempio, io ho avuto una lunga discussione con i testimoni Geova, perché questo è un problema importante. Se arriva una p sona vittima di un incidente, chi lo riceve al pronto soccorso m a salvargli la vita. Se questa persona è un testimone di Geova legittimamente, considera per se stesso un peccato mortale, non parabile in alcun modo, la trasfusione di sangue, come si fa? Att verso tutti questi colloqui, ed il percorso è stato molto articolat testimoni di Geova italiani hanno accettato che noi mettessimo articolo nella legge secondo il quale se non c'è il tempo o c'è una tuazione di incoscienza e non ci si può documentare sulla ideolog sulla religione e sulla visione della vita, si può procedere, salvo p interrompere le terapie nel momento in cui si può dimostrare c quella persona, quel tipo di terapie, non le voleva.

)MUNISTI AL GOVERNO, COMUNISTI DI GOVERNO Roma, Caffè Greco, 29 ottobre 2007 di Oliviero Diliberto

San Mauro uonasera e benvenuti a tutti. Questa sera abbiamo con noi l'Onorevole Oliviero Diliberto, che ringrazio per la sua pre, .nza. j

IODiliberto

n.iwra, ringrazio il Presidente Professor Natalino Irti per questo

Illh,\imo invito. Grazie naturalmente a Cesare San Mauro e a voi lo l'l'I' essere presenti. I l.IIio anche Andrea Di Porto, che è stato il tramite di questa mia 11/,1 stasera. '11110.he avevo pensato per questo colloquio è "Comunisti al gover«ununisti di governo" che sono, naturalmente, due cose diverse, I l,ISO, possono essere intrecciate. Mi è venuto in mente questo h Il .rché in queste ultime settimane qualche esponente politico Il 111 'no autorevole, non necessariamente solo dell'opposizione, ha 1111111 uro questa anomalia che esiste solo in Italia e che riguarda Il IIzadi due partiti comunisti, per di più, entrambi al governo del Il"azione analoga la troviamo, in parte, a Cipro, ma si tratta di ruomalia, mentre nel resto d'Europa, dove governano coalizioni di , Il,1() di centro-sinistra, i comunisti sono all'opposizione. 11110forzato di ragionare, in una chiave non meramente di po1"1 politicienne, su quali fossero i motivi di natura culturale e di 11111. che potessero spiegare perché in Italia c'è questa anomalia. I

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OUVIERO

DILIBERTO

FONDAZIONE ROMA

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C'è un' origine precisa, che cambia tutto il corso della storia segu non solo per i comunisti, ma per l'Italia. L'inizio è rappresentato cl discorso a cui faranno seguito una serie di opzioni politiche. Il di so è quello che fa Palmiro Togliatti appena tornato dall'esilio, qua si faceva chiamare Ercole Ercoli, 1'11 aprile 1944. Alcuni di voi forse sapranno che una delle mie passioni è quella d carte antiche, infatti, ho l'originale del discorso che fa conoscere gliatti. Quando Togliatti arriva a Salerno per quella che sarà la fam "svolta di Salerno", poi passata alla storia, in realtà non lo conos nessuno, tanto meno i compagni della federazione di Napoli del tito Comunista Italiano. C'è un libro gustosissimo, pubblicato da Sellerio, di Maurizio Vale già Sindaco di Napoli, dal titolo "C'è Togliatti". Non è un libro p tico, ma un racconto che parla di uno che si presenta e dice "io so il segretario del vostro partito", perché era stato designato negli a della clandestinità e dell' esilio. Qualcuno dice, maliziosamente, che è un po' quello che ha fatto troni con il Partito Democratico, però io aggiungo, sempre per se allo scherzo, che Veltroni non ha fatto venti anni di esilio per ess designato tale. Al di là delle battute, è proprio così, confermato da tutti i testimo di quel momento. Togliatti sbarca e deve tenere un discorso, po giorni dopo il suo arrivo, e nessuno del gruppo dirigente del Pci che cosa dirà. E' un discorso che viene fatto davanti ad una gran platea dell'antifascisrno italiano. C'è Benedetto Croce, c'è Sforza e p ci sono tutti i quadri del Pci, che non sanno cosa avrebbe detto in q discorso, che viene tenuto al cinema Modernissimo, passato poi storia per questo episodio. Secondo me, è il vero atto di fondazione del Partito Comunista Itali no, molto più di quel lontano 1921, nel quale di colpo il Pci si trovò

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COMUNISTI AL GOVERNO, COMUNISTI DI GOVERNO

P.I.II'. l'avvento del fascismo e riuscì a mettere in piedi una granuizzazione militare clandestina, ma per lo più in esilio. PiccoW" ppi che poi si riorganizzarono nel '43/'45, ma che vivevano ,Il. diversa da quella dell' Italia liberata, dove arriva Togliatti. 'I"t'i discorso, il Partito Comunista Italiano sarebbe stato come Il ,diri partiti comunisti dell' occidente e cioè sostanzialmente CI (' ideologico, quindi ininfluente nella storia politica e sociale I 110 Paese. .111l' Togliatti? Ci sono tre punti fondamentali. Il discorso è intiI '" .1politica di unità nazionale dei comunisti" e il contingente è Il.1di togliere la pregiudiziale antimonarchica nella lotta contro Il,1listi. Pregiudiziale antimonarchica che, per esempio, avevano ItI"ti che non volevano collaborare con Badoglio e con il Re, ItI.IIIl .nte o meno, non è questo il punto. Togliatti si dimostra .lr.uamente, più duttile nella politica e, per certi versi, più lungi111('n Ila strategia, perché compie una scelta enorme, provate ad '1',llIarla immersi nella realtà di allora. Metà del Paese è in mano Il (hi ed i comunisti non stanno pensando solo a liberare l'Italia. Il).)01) dei casi stanno pensando che liberare l'Italia significa metterI 111.1110 ai comunisti. Angelo Tasca diceva: "fare come in Russia". Il.11ti arriva e gli spiega che se lo possono scordare, e che viceversa Il,1 . stituire governi di unità nazionale con tutte le forze antìfa,.1<1iniziare da Badoglio - che era gravemente colluso con il fasci111m ovvio - e con i liberali, in un clima di concordia nazionale. 1111.1 sa che sconcerta il Partito, ma poiché Togliatti arrivava da 1.1dove c'era un signore che si chiamava Stalin, che poteva coIl.1.11. i comunisti non soltanto in Unione Sovietica, questa scelta Il .11'olta - con mille resistenze, che poi verranno stroncate negli Il ,l , 'guire - e i comunisti entrano al governo. I (' difficile percepire l'enormità di quella scelta per quel tipo di

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COMUNISTI

OLlVIERO DILlBERTO

partito, che aveva le armi in pugno. Invece, i comunisti vanno verno con Togliatti come Ministro della Giustizia e con Gullo, cimarro ed altri, con incarichi nello stesso esecutivo. E' soltanto scelta di De Gasperi, nel 1947, che li espelle dal governo, perch gliatti ci sarebbe rimasto. In quel discorso ci sono altri due aspetti non meno rilevanti, qu che ho citato è l'aspetto enorme ma contingente, di stretta attu politica. In quel momento di ricostruzione dell'unità di tutte le 6 antifasciste, il primo obiettivo è sconfiggere il nazifascismo. Il primo aspetto attiene alle caratteristiche che dovrà avere da ades avanti il Partito Comunista Italiano, che sono completamente div non soltanto dalle caratteristiche che aveva avuto quel partito fin giorno prima, ma diverse, anche in questo caso, dal partito comun dell'Unione Sovietica e da tutti i partiti comunisti in quel mom presenti nel mondo. Togliatti, infatti, definisce il Pci "partito di go no", che non significa essere al governo. In una democrazia parlam tare, si può essere "di governo" pur stando all'opposizione. Non così nel 1944, non si usava questa espressione. Cosa vuol dire? Vuol dire delle cose precise. Togliatti in quel disco disse: "non dovete fare i propagandisti della rivoluzione", banden ogni forma di estrernisrno o massimalismo. Togliatti diceva che n basta denunciare ciò che va male, bisogna sempre aggiungere co si fa a risolvere quel problema e deve essere una proposta realizzab Inoltre, insieme alla proposta realizzabile, bisogna sempre indicare sistema di alleanze che consenta di avere la maggioranza. Se non si la maggioranza, si può anche fare la proposta più bella del mondo, rimane una proposta e non un'azione politica. Il secondo aspetto riguarda il problema che ha Togliatti, il quale è a pena arrivato da Mosca. Deve dimostrare che il Pci è parte integra della cultura e della storia d'Italia e che non è un corpo estraneo

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AL GOVERNO,

COMUNISTI

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Per fare questo costruisce il pantheon, una sorta di genealo(omprende De Sanctis, Labriola e Gramsci e cioè riconnette 1.1 progressiva, come si sarebbe detto allora, e ìntellettualirà 111.

complessa che parte da lì, come parte da lì, il ragionaIl l Il . il Pci farà dal dopoguerra fino a tutti gli anni '70. Quella (1Il' chiamata comunemente la cosiddetta egemonia culturale I 1.1, nasce da quella scelta dell'aprile del '44, ammesso che ci sia don

un' egemonia. di investire sull' intellettualità, insieme alle lotte di classe di ,Il' onradini, è una scelta che nasce in quel contesto preciso, dal IIlvo di non apparire come corpo estraneo. Togliatti lo dice esplifili Il! . in quel discorso, che io ho fatto ristampare recentemente da .ditrice, perché è un capolavoro di arte politica. Al di là della Il,••.i/ione di ciascuno di noi nello schieramento, in tempi di deca1110 della politica, questo è davvero una sorta di vademecum. (Il qu 'sto, naturalmente, non implica l'abbandono in Togliatti - né ,l cs ere diversamente - dell'ideologia e del legame di ferro con "'1111' ovietica, in un contesto di divisione del mondo, come deci.ilra. Questo, come ovvio, porterà con sé nella storia del Partito "'lIllista che seguirà, contraddizioni, errori e differenze all'interno t 11.1 Il.1

, ".1

1111

o partito. viene osteggiata al punto che, alcuni anni dopo, il vice I LIri del partito Pietro Secchia - nome oggi dimenticato, ma che I -ra un "personaggio", anche perché veniva dal Nord ed era, 111 I.uigi Longo, uno dei capi della resistenza comunista - cerca di I Il' s arpe a Togliatti. Va a Mosca a parlare con Stalin, per suggerire uundare Togliatti a dirigere l'internazionale comunista, perché la Il , 1.1 ritenuta una linea "normalizzatrice". Togliatti, infatti, in Italia , '.1 sostenuto l'amnistia, altra cosa gigantesca che, considerando il Il

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,.I linea

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COMUNISTI

AL GOVERNO,

COMUNISTI

DI GOVERNO

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co~testo, d~ la gr~nde statura del personaggio. Stalin, che era più telligente di Secchia, non gli risponde nemmeno, fa tre volte di no c l'indice della mano. Poi, per una disavventura, il segretario di Secc scappò con la cassa del partito - una cosa enorme per quel periodo riuscì a far fuori quest'ultimo. Insomma, con tante contraddizioni e difficoltà, Togliatti crea que che egli stesso definisce "la giraffà', cosa, anche questa, ormai del tu diment~cata. Togliatti paragona il partito ad una giraffa: è un parti comull1st~ che opera in un sistema capitalistico, accettando le rego democratiche. Un partito strano, come uno strano animale è la gira con quel collo lungo. Da lì c'è la svolta per la Costituente, atto enormemente importa te anch' esso. I comunisti non partecipano banalmente. Terracini è Presidente dell' assemblea Costituente. La Costituzione repubblicana fir~ata da un comunista e, attraverso la Carta costituzionale, Toglia puo v~rare .q~~lla che nel 1956 - all'indomani del 20° congresso d Pcus, m CUIc e la denuncia dei crimini di Sralin - può definire "la vi italiana al socialismo". Banalizzo molto perché altrimenti ci vorrebbe un corso biennale m è la Costituzione repubblicana che contiene già, in sé, tutti i diritti e poteri che potenzialmente potrebbero condurre al socialismo, si tratt di applicarli. Lesempio classico - e secondo me straordinario - è l'articolo 3 del la nost.ra Costituzione, che non prevede banalmente il principio d uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge, bensì aggiunge u comma fondamentale, per cui la Repubblica ha 1'obbligo di rimuover gli ostacoli di natura economica e sociale: sono gli ostacoli di classe. Questo comma riassume il principio che le differenze di classe, sono un ostacolo per l'eguaglianza. Dunque questo è un grimaldello. Pensate a quante sentenze della Corre Costituzionale che, in applicazione

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II',II'Licolo3, hanno cambiato le regole in Italia, molto prima del tI.lI11cntoche non riusciva a cambiarle. Basti pensare che il reato di I"lInio, come noto, è stato ritenuto incostituzionale in applicazione ll'art. 3 della Costituzione. Ho citato la cosa più eclarante. Fino al , l'adulterio era un reato che discriminava sessual:nente, ~erché era Il solo se compiuto dalla donna, ma non se complUto dall uomo. uxate agli articoli della Costituzione sulla pro~r.ietà priva~a e suluurapresa privata, cioè la finalità sociale, la ut~ltta~ p~bbh~a della loprietà privata e dell'iniziative economiche del privati; lecite, ma ,,\'ordinate ad un'utilità collettiva. l'incontro di due culture e non è - come qualcuno dice banalmenuna Costituzione dettata dai sovietici, che non avrebbero avuto 1\ .111he la forza per farlo. E' l'incontro tra la cultura tradizionalmente \I ispirazione rnarxista e la dottrina sociale della Chiesa che: in un 1111 rocio davvero fecondo nell'assemblea Costituente, danno vita a un unxlcllo di carta costituzionale mista, che non è un modello tradizioIl.llcdi costituzione liberale borghese. l' proprio per questo che Togliatti, spinto dalla denuncia dei crimin~ I,tlioiani _ che si poteva fare molto prima, ma che comunque dal PCI 'lata fatta mentre non fu così per altri partiti comunisti - andando 111liro per il mondo, inaugur.a a~pu~to "la vi~ italiana ~ so~i~ismo", Il ' segna un po' tutta la stona d Italia, perché quel parnto di gover110"non è stato più al governo ma è rimasto "di governo", t.a~to è ve~o I Il ' è riuscito a condizionare dall' opposizione in modo pOSltlVO,a mIO modo di vedere, una grande stagione di riforme che hanno segnato la

I

ocietà italiana. ( "\ un celebre episodio che io racconto sempre ai compagni del mio p,lrrito, per merterlì in guardia da forme di avventurisr::o, ~he ri?uar11.1Pajetta quando occupò la Prefettura di Milano. I plU glOvan~ non IOl1oscono questo episodio, che è storico. Pajetta, che era un po una

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COMUNISTI AL GOVERNO, COMUNISTI DI GOVERNO OLIVlERO DILIDERTO

"testa calda", nel 1947, occupa militarrnente la Prefettura di Mil perché il governo aveva sostituito il prefetto, che proveniva dalla sistenza. I comunisti hanno le armi e occupano la Prefettura. Paj telefona a Togliatti e trionfalmente gli comunica "abbiamo pres Prefettura" e Togliatti gli risponde "ed ora che cosa te ne fai?". Togliatti era anche sprezzante nel tratto personale, di un'incessa e costante tensione verso cose che realizzano obiettivi e non v l'azione tardo d'annunziana fine a sé stessa, il beau gest come la pr della Prefettura. Cose che, appunto, non sono mai appartenute cultura politica del Pci, bensì a quella di qualche gruppo estremi specialmente negli anni '70, che poi è degenerata, come sappiamo, terrorismo. Non a caso negli anni '70 il Pci, da forza "di governo" stato il principale alleato di quei governi che non erano comunisti, fronteggiare il terrorismo. Insieme a questo status di partito "di governo", ei sono state, pe tante battaglie vinte: lo Statuto dei lavoratori, la scala mobile, la pr videnza pubblica garantita a tutti e la scuola pubblica garantita a tut Potremmo citare tantissime conquiste portate a casa, stando alI' opp sizione, perché i comunisti italiani non si limitavano a protestare, agivano politicamente e si ponevano degli obiettivi concreti. Cosa c non si è realizzata in nessuna altra parte d'Europa. In qualche paese extra-europeo, i comunisti hanno conquistato no il governo, ma il potere in senso stretto. In Europa, invece, i grup dirigenti degli altri partiti comunisti non hanno mai avuto questo tip di vocazione, tant'è vero che non hanno mai fatto il salto di qualità eh ha consentito al Pei di diventare una forza come quella italiana, eh nel momento dell'apice, nel 1976, aveva più di un terzo dei voti. Poi è arrivato il 1989, ancora una volta sulla spinta di un fatto inter nazionale, come accadde nel'56. Nel 1989 è l'elemento internazional della crisi dell'Urss che porta alla fine del Pci, che, questo è il mi

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Ilio,

già nella seconda metà degli anni '80, aveva iniziato a eviden-

l',\iclementi di una crisi, forse irreversibile. I il olpo di grazia. Arriva la svolta di Occhetto. forse co~ qual.che nuuezza, ma sicuramente con grande coraggio, che gli va neo11110 anche da chi non era d'accordo. Con Occhetto si cambia il l'd il simbolo. uu pezzo, non piccolo, del vecchio Pci che decide di non ac~ettare Il.Insizione verso una formazione non più comunista. Non piccolo, I Id. Rìfondazione Comunista, che nasce nel gennaio del '91, nelle 1111

Ioni

del '96, aveva 1'8,6% dei voti.

I ~()iarno molto più a ridosso dell' attualità politica rispetto alla Il .1 di cui ho parlato fino ad ora, per cui è del tutto evidente che I 110 he sto per dire in quest'ultima parte del mio intervento, è 'It.lbilmente condizionato dalla eircostanza che io in questo caso IO, mentre in quegli altri casi, posso essere solo uno studioso di quei .ni. succede nel '91? Nel '91 succede che Rifondazione Comunista, Il ripeto è un pezzo non piccolo dell'ex Pci, sceglie di rimanere cournista e accoglie una serie di schegge variegate, che provengono da ItIt mondi della sinistra ed in particolare dal vecchio estremismo degli IIlIi '70, con una cultura politica profondamente diversa da quella di 111)1\1 Il .1

" vi 'ne dal Partito Comunista Italiano. nl'~te "schegge" non sono maggioritarie, tuttavia Rifondazione, n~i Il mi anni, vive una contraddizione per~nn~, tr~ il t~ntativO e il desiI IIIl di alcuni di dire no a tutto e il desiderio di altri, come me - che nl'ono da quella cultura politica, che ho raccontato fino ad ora - di IIIH'ncarsi con il tema del governo. I I ~Ioria è nota, nel senso che quelle contraddizioni 1111 01

latenti dal '91, nel

Il rtano a quella che veniva chiamata la desis~enz~, e ci~è un acdo me ram ente elettorale e abbastanza contraddlttono,

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tra 11centro-


COMUNISTI

AL GOVERNO,

COMUNISTI

DI GOVERNO

OLlVLERO DILTBERTO

sinistra e. ~fo.ndazione Comunista. Successivamente, nel '98, qu contraddizioni esplodono quando Rifondazione è nella maggior che regge il governo. ~el fr~~tempo Fausto Bertinotti è diventato segretario del partito. nnotu e una persona squisita ed è anche mio amico, ma non vien quella storia del Pci. La sua cultura politica è quella socialista e no quella dei comunisti italiani. In quel momento, Rifondazione de la r~ttura, decide di far cadere il governo Pro di. Un pezzo di Rifi daZ1~ne ~omuni~ta, che. io poi, immodestamente, ho rappresent negli anni a segUlre, decise che il partito doveva continuare ad es un partito "di governo". Se si perdevano le elezioni, come è succe sar,7mm~ st~ti alI' opposìzìone, ma sempre con una logica "di gov no . QUIndi compImmo Il gesto di andarcene da Rifondazione Ci fu anche quel drammatico voto alla Camera, nel quale Prodi pe~ per un solo voto. Non riuscimmo a salvare il governo e allora decide mo di dar vita ad una cosa che, in miniatura e in misura ridottissim vuole ~ssere - con il gr~nde senso della misura che ho - il pezzo p aut~ntl.camente erede di quella storia che ho provato a raccontare. qUIndI entrammo al governo ed io ho avuto il privilegio di fare il M rustro, ~o cercato di farIo con quello spirito lì, incarnando gli interes generali e ~on gli. i~teressi del mio partito o della mia parte, ptopri memo.re. di quegli Insegnamenti che a noi avevano impartito sin ragazzInl. Quella cultura del partito dal '44 in avanti. Oggi .non c'è più neanche quel problema, perché Rifondazione h compiuto. ~n percor,so autonomo rispetto a noi, ma è anch' essa al go verno e ~1O, non puo che rallegrarmi, perché a posteriori, in qualch modo, Cl da ragione. ~~tu~almente noi abbiamo ben chiaro che partecipare alla responsabi ~lta ~l u~ governo ~i coalizione, largo e variegato come questo, implic inevitabilmente dei compromessi. I compromessi dipendono dai rap

li di forza. Potranno essere più o meno buoni, dal punto di vista di

li l'uarda, sulla base esclusivamente dei rapporti di forza. 11111'1' avendo un partito che sta tra il2 ed il 3%, è del tutto evidente pus iamo cercare di strappare qualche risultato o cercare di frenare Il. co e che non ci stanno bene, ma sappiamo che non siamo noi a , uuinare la politica del governo. .110partiti dall'analizzare in Italia un grande partito comunista, si • ,I, nella vulgata corrente, il più grande partito comunista dell' oc\! 111. ed era vero, ed un più o meno piccolo partito socialista che, I onda dei momenti storici, alternava subalternità ed autonomia, 1111 ,Id essere, alla fine, completamente

autonomo

11111 ' con il partito comunista. 11111 passati più di venti anni dall'epoca della competizione tra i du~ iri. Se oggi guardiamo alla politica italiana, anche alla luce deglì Il mi eventi, noi rischiamo di avere non soltanto uno o forse due pie,Il partiti comunisti, ma di non avere più alcun partito socialista. l" q\l 'sto modo continua l'anomalia italiana rispetto all'Europa. E' 1II',\Ilomalia di tipo diverso, ma è sempre un' anomalia, perché menIl 111Europa ci sono aggregazioni di tipo socialista, laburista e soI dtl 'mocratico, che possono vincere o perdere le elezioni nel sistema I Il',dternanza, in Italia la nascita del partito democratico - al quale, l' I carità, faccio tanti auguri, anche perché sono nostri alleati - postu-

"I

l. 1.1fine di una prospettiva di tipo europeo. I " .mcora una volta, una delle tante anomalie della politica italiana, d l'anche la fine della parabola storica dei comunisti di quel partito, 111111 dei comunisti in generale. l'uivate a pensare anche ai nomi. Il Pci si trasforma in Pds, il ~,d.s ~i 11.1~formain Ds e ora in Pd, perdendo quella esse che stava per SIni11/. Questo è un paradosso clamoroso, perchè con tutti i difetti e con 11111> le trasformazioni che ci sono state in Europa, i partiti socialisti,

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ed anzi in compe-


OLIVI ERO DILIBERTO

Fo

DAZIONE ROMA EURO

laburisti o socialdemocratici, a seconda del paese, nascono sulla b della vocazione di rappresentare gli interessi dei lavoratori, cioè so l'interfaccia politico istituzionale del lavoro salariato. Oggi noi rischiamo che scompaia dall'Italia il tema della rappres tanza politica del lavoro salariato. Questo è un problema che, secon me, dovrebbe interrogare e sta interrogando non soltanto i partiti d sinistra, ma anche i sindacati, e dovrebbe interrogare anche gli impr dirori, perché la fine di una formazione politica o di una soggettivi politica di questo tipo, priva di una interlocuzione anche l'impresa. Quindi noi ci sforzeremo di continuare, con le nostre povere forze. provare a dare rappresentanza a quegli interessi e cercheremo di f lo anche con questa aggregazione nuova che sta, speriamo, per ess varata con altre forze di sinistra, per avere valore aggiunto maggior anche nella contrattazione interna al centro-sinistra. Tuttavia, quello che si è irrimediabilmente perduto, è proprio quell spirito originario dal quale sono partito, quello dell' Il aprile 194 ossia il tentativo riuscito di tenere insieme un grande partito di mass quale era il Pci, con la vocazione "di governo". E' rimasta la vocazione "di governo", ma non c'è più il partito di ma sa. Grazie a tutti.

UN PAESE

DA SBLOCCARE E RIFORMARE Roma, Caffè Greco, 26 novembre 2007 di Pierferdinando

Casini

San Mauro um.rsera e benvenuti a tutti. Ringrazio il Presidente Casini per la sua ruza che ci onora. l'

IJ -rdinando Casini 1111 Cl tutti in presenti e in particolare, ti

con affetto, il Prof. Natalino

l

uomo politico che ha qualche esperienza anche di carattere inut.r/ionale e che gira il mondo parlando con persone che guidano i 111paesi, sono molto preoccupato per il nostro Paese. '"0 preoccupato perché il nostro è un Paese che vive in uno scena• c ornplicato e che sta drammaticamente perdendo punti rispetto I .iltri Paesi europei. Uno scenario complicato per l'Europa: se noi I uvinmo all'andamento del prezzo del petrolio e all'andamento .del IIC Il.0 del grano, credo che ciascuno di noi non possa non .cog~ler~ l, 1111 . delle ragioni profonde del perché avvengano queste oscillazioni 111piano mondiale. Le oscillazioni del petrolio sono prodotte anche '11I't'norme crescita del fabbisogno di energia di paesi come Cina, 111.11.1, Brasile che si sono immessi in un processo di "ultramodernizIIlone" rapidissimo e l'Italia è in grande difficoltà perché i problemi I 1',lialtri Paesi europei, sono da noi drammaticamente acuiti. 111110un Paese che sostanzialmente sta perdendo il senso della sua Ilc utità e guai a ritenere che il tema dei valori sia un tema da cui si UIIll'

l'"

~,Iprescindere. Il 'l'ma dei valori è centrale. Viviamo in una società multietnica,

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mul-


UN

FONDAZIONE ROMA EUROI'

PIERFERDINANDO CASINI

ti razziale, multi religiosa e nessuna persona responsabile può pens che gli extracomunitari debbano essere cacciati dal nostro Paese. Tu sappiamo che senza di loro il nostro Paese si fermerebbe, i conti pr: videnziali sballerebbero ulteriormente, le industrie sarebbero ferm le nostre famiglie sarebbero prive di collaborazioni importantissim Anzi, come grande Paese che ha una tradizione di emigrazione, sa piamo che l'accoglienza fa parte dei nostri doveri e delle nostre co venienze, ma sappiamo anche che dobbiamo trasmettere chiaramen a chi arriva sul nostro territorio nazionale che questa non è la terra nessuno ma è un Paese che ha una storia, delle radici, una tradizione delle regole da rispettare. Vorrei fare su questo alcune riflessioni. Molti ritengono oggi che Chiesa italiana abbia una voglia di protagonismo e di potere eccessiv Al contrario, io penso che noi dovremmo ringraziare la Chiesa perch supplisce alla latitanza della politica. Si guardi alle esperienze sull'immigrazione, che sono devastanti, pe ché noi stiamo diventando un ricettacolo di tutti gli extracomunita illegali d'Europa. La cosa che mi colpisce di più nelle statistiche, non il fatto che su 50 reati per i quali a Roma si procede con l'arresto og giorno, 49 sono commessi da extracomunitari illegali, il 75% dei qu sono rumeni; quello che mi preoccupa di più è che gran parte dell delinquenza che proviene da questi paesi si è dislocata prima in Ge mania, poi in Francia, poi in Inghilterra e ora si sta spostando vers l'Italia, non provenendo direttamente da paesi di frontiera ma da alt paesi europei dove si era localizzata prima. Questo avviene perché si ha l'idea che nel nostro Paese le regole non facciano rispettare e che la soglia di tolleranza sia altissima. A mio pa rere questa è una vera e propria emergenza e si rischia che in Italia tr qualche anno le ronde si organizzino davvero, cosa che oggi è ancor un fenomeno pubblicitario limitato.

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PAESE DA SBLOCCARE

E RIFORMARE

Il! 'la orta di razzismo di ritorno nasce se lo Stato è assente o com-

I,,' ti ll'illegalità, se lo Stato non difende il cittadino e specialmente

I

debole che è largamente più esposto di noi. Siamo privilegiati una ragione o per l'altra, abbiamo una sorta di tutela più del IIpolo cittadino che la sera va a casa con la metropolitana, fa centiIl,1di metri da solo e si trova nelle condizioni di essere esposto anche ,IO

pl'l'

i.ilmente. IH','l è un problema. Un altro è quello dell'energia. In questo cam111noi siamo un Paese che per 1'85% dipende dall'estero, se l'Algeria I 1.1Russia ci chiudono i rubinetti l'inverno lo passiamo al freddo. Gli I rli.mi pagano l'energia il doppio degli altri paesi europei però conhvidono gli stessi rischi perché le centrali nucleari sono state fatte in I 1.111ia, ossia dall' altra parte delle Alpi. I . possibile continuare in questo modo? Quando si parla di effetto uimby" (not in my backyard) si parla di una cosa vera che colpisce Il ,in istra italiana, che ha componenti ideologiche molto forti. Laltro 1111'00 ho letto un'intervista di un tal Della Seta, non so nemmeno chi 1.1, so solo che è un collaboratore di Veltroni perché ha un incarico nel 1',lIlito Democratico. Ha detto che per lui un metro in più di autostrad,' .quivale ad un attentato alla sovranità del Paese, ma se questi sono I Il'mi per valorizzare l'Italia da parte del Partito Democratico, c'è da I

11Il'1 tersi le mani nei capelli. luuavia, non mi preoccupa soltanto questa componente ideologica, " ' c'è ed è fortissima, per cui per molti parlare di infrastrutture o di 1111leare è già un attentato al buon senso. Per fortuna sappiamo che le IIIS 'vanno diversamente e lo sanno tanti anche nel centro sinistra perI Il \ non a caso, da Rutelli a D'Alema allo stesso Bersani, si comincia I

parlare di questi temi.

( uello che mi preoccupa è che l'effetto "nirnby' si disloca in qualsial area politica e territoriale

del Paese. Infatti, anche dove governa il

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FONDAZIONE

ROMA

EUROI'

centro-destra non si fanno né i rigassificatori, vedi Brindisi dove so fermi, né i termovalorizzatori per smaltire i rifiuti, vedi gli enti loc della Campania. C'è una dinamica di deresponsabilizzazione che colpisce tutti e a cui classe politica è incapace di reagire. L'antipolìrica non si alimenta sol per gli alti costi. Il problema vero è che in Italia la politica non ries a dare quelle risposte immediate, necessarie e doverose che in alt parti d'Europa vengono date. Su questo terreno nasce l'antipoliti Sull'idea che la politica non ce la fa, come quando un cittadino cam pano esce in strada ed è inondato da montagne di rifiuti. lo ho fatto l'esperienza di visitare le aree limitrofe di Napoli e pen che Bassolino e la ]ervolino godano di un'impunità giornalistica e t levisiva straordinaria, perché è una cosa talmente devastante che n terzo mondo non si trova e nessuno ne parla o se ne parla cornple sivamente poco. Tutti, però, sono complici perché anche quelli eh sono all' opposizione, di fatto, hanno gestito un sistema consociativ che gli ha dato piccole parti di nomine e che li ha obbligati o portati continuare a dire dei no. Questo è il nostro Paese. Un Paese dove la Tav non si sblocca perch l'Alta velocità è considerata una cosa negativa. Sull' energia non si riesce a capire come si voglia procedere. Quand un paese non ha più un minimo di autonomia di carattere energetic è a rischio la sua stessa sovranità politica. E' un'Italia in cui sotto i profilo politico quello che si sta verificando oggi è che molti cittadin si sono recati alle urne pensando di dover votare per un governo d centro-sinistra legittimo, come avviene per tanti in Europa che votan per governi radicati tra le formazioni del socialismo europeo democra tico, e invece si sono accorti dopo che questo esecutivo è in realtà para lizzato dall' esistenza di gruppi marginali e ideologizzati che in nessun parte del mondo starebbero al potere.

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UN PAESE

rli.imoci chiaro, in nessuna parte del mondo

DA SBLOCCARE E RIFORMARE

personalità tipo DilUito potrebbero essere considerate segretari di partiti di governo. , lilla brava persona ma politicamente non è un caso che sull'Iraq e IIll'Afghanistan si siano verificati problemi di tenuta della maggioranChi ha chiesto ed ottenuto un ritiro dall'Iraq, il giorno dopo ha hh-sto e per ora, fortunatamente, non ha ottenuto, il ritiro dall'Mh.m istan. I Il opertura dell'Onu era una scusa, perché in Iraq forse non c'era del 1111lo, ma in Mghanistan c'era, eppure si mette lo stesso in discussione I rppartenenza alla missione. Si mette in discussione il presupposto le11.1permanenza di un Paese come il nostro, nell'ambito della co1IIIIIlitàinternazionale. Noi siamo lì perché c'è un mandato dell'Onu, l'c I hé la Nato copre la missione e perché l'Unione Europea ha chiesto II vu i membri di fare uno sforzo per l'Mghanistan. Anche qui avrei leIl . parentesi da aprire: è vergognoso che i partiti di centro-destra, 111 lla speranza di far cadere Pro di attraverso il voto del Parlamento, [upo aver mandato i propri militari, non abbiano voluto rifinanziare l. IIIissione. uno lieto di aver votato per la missione, se uno crede in certi principi IIClllci può credere ad intermittenza secondo le proprie convenienze. 111\ognaessere un minimo coerenti. l" 1\ .ssun paese d'Europa capita che una forza moderata che ha man.1.11 o i militari, nel caso specifico in Mghanistan, e che poi si ritrova di'opposizione, pensi di far cadere il governo in carica votando con111)i I finanziamento della missione. Ho parlato di questo con Angela t\1 -rkel e con altri, erano allibiti e non credevano che dicessi la verità, plli hanno visto quello che è successo. I )lInque questo è il quadro. Sono convintissimo che il referendum plOposto dall'amico Mario Segni, che è qui e mi fa piacere, è una u.indissima mistificazione destinata a produrre l'amplificazione di

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PIERFERDINANDO CASINI

UN PAESE DA SBLOCCARE

FONDAZIONE ROMA EUROI'

questi difetti, ossia del bipolarismo così come si è concretato in Itall Tutti cercano di mettere in piedi coalizioni le più vaste possibili. Ane piccoli partiti marginali possono essere decisivi, soprattutto quando vince o si perde per 22.000 voti, ma il giorno dopo, per la stessa ragi ne per cui hanno vinto, queste coalizioni non riescono a governar causa di forze estreme che ne bloccano sostanzialmente l'operatività, Credo che un sistema elettorale come quello tedesco, del quale san sponsor da sempre, consenta l'accorpamento di forze omogenee eviti il frazionamento. Quando, infatti, sei obbligato a fare un partito per vincere le el zioni, in realtà fai un comitato elettorale e quando la gente arri in Parlamento gli stessi che hanno partecipato a quella lista si d vidono in 50 partiti. Pertanto, invece di evitare il frazionament di fatto c'è una moltiplicazione di partiti. Il sistema elettorale tedesco, invece, raccordato con regolamen parlamentari che obblighino i partiti a una presenza nelle camer coerente con il momento elettorale e con lo sbarramento al 5% determinerebbe l'esistenza soltanto di quelle 5 o 6 aree politich che in Italia sono quelle fisiologiche. Ora non facciamo l'errore come uomini politici di scaricare I contraddizioni del sistema sui sistemi elettorali, perché in ogn caso questo è un problema che non può essere un alibi; nel sens che se Schroder in Germania avesse voluto fare l'alleanza co la sinistra estrema di Lafontaine e con i verdi, avrebbe fatto i governo. Schroder, invece, quando è arrivato il risultato eletto rale, ha capito che con quella coalizione non avrebbe potuto fa funzionare il Paese ed ha avuto la sensibilità di fare la scelta dell grande coalizione. In teoria, anche Prodi avrebbe potuto fare una scelta di quest tipo. In pratica, un sistema elettorale come questo rende molt

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E RIFORMARE

[llficile un'ipotesi del genere, dopo che ti sei presentato alle elelnni spiegando che i tuoi partiti garantiscono la governabilità. IlIl'ngo che questa strada sia una strada utile al nostro Paese, ma dico Il più: sono convinto che le riforme di cui l'Italia ha bisogno richiedo-

'"1 un costo

sociale e politico enorme. , IL- persone responsabili non si mettono assieme, evitando in questo nrodo di avere paura di fare le riforme che costano consenso elettorale, l'lt.ilia non uscirà da questa difficoltà. Oggi è inutile evocare la grande u.rlizione perché prima delle elezioni non le fa nessuno. In questo 1III1Inentoc'è un'aria di saldi da fine stagione e non da inizio legislatul,I. Ma sono convinto che, a prescindere dal sistema elettorale, questo

IIIl problema fondamentale che si porrà. 1(11 'ngo che in Italia ci sia una fascia di elettori di centro moderaro che IIl'.l'iè rappresentata solo parzialmente dall'Udc ma che in realtà ha Ill\ogno di un sistema politico nuovo, di una rappresentanza politica 1'1\'1grande, più alta e più significativa. Il nascente nuovo partito di Berlusconi già nelle modalità di fondazione .limostra una sorta di vocazione populista che nulla ha a che fare con la moderazicne come la intendo io. Non mi interessa quanti voti prender.r, probabilmente ne prenderà tanti, però sono convinto che c'è un' area hlltis ima tra il Partito Democratico ed il nascente partito di Berlusconi, , Itl' è costituita da persone ragionevoli di buon senso che vogliono mo.k-rnizzare l'Italia e conservare alcuni valori fondamentali che sono i valori Idl'mitari di cui parlavo in precedenza. Questa formazione politica sarà 111 'he fortemente rafforzata dal sistema elettorale che verrà adottato. I () sbocco referendario finirebbe per creare due comitati elettorali largamente eterogenei. Penso che Mario Segni, che è un mio ottimo amico, , hc stimo ed a cui voglio molto bene, potrà ammettere che non sono Iucoerente a dire quello che ho detto oggi, perché è quello che ripeto da .11111

i.

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PlERFERDINANDO CASINI

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FONDAZIONE ROMA EUROI'

Sono stato coerente anche nel sistema proporzionale perché ho l rato per questa legge elettorale, in quanto ritenevo che questo er presupposto del proporzionale alla tedesca, a cui si doveva arrivare. Forse è meno coerente chi avendola votata oggi ondeggia per i r rendum, ma non mi interessa fare polemiche questa sera perché c sono già a sufficienza. Non ho infierito particolarmente sul governo, avrei potuto farlo, d solo che c'è in discussione una legge finanziaria e un protocollo welfare che sono la dimostrazione di quello che dicevo prima. Parliamoci chiaro, l'idea di un bipolarismo che all'inizio di ogni l slatura si impegna a smantellare quello che hanno fatto i suoi pr cessori è demenziale. Per cui io credo che lo stesso Prodi avrebbe av tutto l'interesse a lasciare in vigore la riforma delle pensioni dice n che "l'hanno fatto loro". Se non fosse passato questo principio di smantellare ciò che era st fatto prima, evidentemente avrebbe avuto anche la tranquillità serenità per proporre una riforma che era già stata confezionata in p cedenza. Invece si è voluto procedere a modificare. C'è questo protocollo ed io faccio solo notare che la spinta delle a radicali di estrema sinistra di questa coalizione ha messo in difficol anche le forze del sindacato. Per la prima volta, questa difficoltà n riguarda solo la componente riformista del governo, riguarda le co ponenti sindacali, che hanno sostenuto nelle fabbriche alcune line che poi si sono trovate di fatto scavalcate dalla dinamica politica tr governo e Rifondazione Comunista. Ultimo tema è quello dell' extragettito fiscale. Noi abbiamo avuto u extragetrito fiscale, cioè in poche parole: i cittadini hanno pagato p tasse di quello che dovevano, tutti, i ricchi come i poveri. Ciò dov coerentemente andare a ripiano parziale del debito pubblico, perché debito con gli interessi conseguenti lo paghiamo tutti. Invece, il far

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PAESE DA SBLOCCARE E RIFORMARE

111'si sia preso l'extragettito fiscale e che si siano poi immesse su tesori n-soretti queste risorse, è la dimostrazione di come, per pagarsi un unscnso politico, la coalizione ha fatto scelte vecchie che è giusto Il,I~imare. lolLi di voi, e qui ho davvero terminato, hanno votato assieme a me, il 1 Il ' sono stato anche parlamentare, nella Democrazia Cristiana. lo 1 Il '0 accusato in modo ricorrente di voler ricreare la Democrazia Criu.ma, non che la cosa la ritenga disdicevole, tutt' altro, anzi la ritengo 11l!,iativa. 111-redo, però, che noi dobbiamo fare un discorso molto serio. Non ci sono solo diverse condizioni storiche, non c'è solo il muro di 1\1 rlino che è caduto, non c'è solo il superamento dell'unità politica Ilt,j ·attolici che di fatto è un dato costitutivo oggi della nostra società. ( .• qualcosa di più cari amici, c'è che io nella mia esperienza politica ho riflettuto seriamente sugli ultimi quindici anni della Democrazia ( I istiana che sono stati anni molto negativi da tanti punti di vista. I ad esempio trasformato surrettiziamente uno stato sociale, che doveva essere uno stato sociale moderno, in stato assistenziale; si sono dl~lribuiti benefici a tutti, anche a chi non ne avevano bisogno. 111in questo senso, tardivamente lo ammetto, mi ritrovo molto su 1111,\ posizione "repubblicana da prima repubblica" e questa è una delle 1.II,ioni politiche per cui credo che ripartire da lì sarebbe sbagliato, I"'r ·hé bisogna comunque ripartire certamente da quei meriti. Cerr.unente dalle impostazioni straordinarie che la Dc ha dato al Paese. j li ramente la bilancia della storia sarà generosa, ma non bisogna diuu-nticare neanche che tanti guai di oggi sono anche figli degli errori Il j ieri. ( irazie.

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PIERFERDINANDO

CAsiNI

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ROMA

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EUROI'

Natalino Irti La impietosa diagnosi del Presidente Casini solleva innumerevoli tern perdita dell'identità nazionale, perdita dell'autonomia economica, si della sovranità statale. Forse nelle risposte alle domande vedremo anche designarsi la terap di questi mali così gravi. Il Presidente Casini ha accennato alla grande coalizione ed io comi cerei col porre una domanda: in che modo l'ipotesi della grande coal zione è in grado di dare risposta alla crisi che tu hai così efficacemen descritto? Mi permetto anche una seconda domanda: se la terapia è nella grand coalizione, qual è la sfera di autonomia del centro? Spazio ora ad altri interventi, a cominciare da Mario Segni, poi nell' or dine, l'Avvocato Luca Giordano, il Presidente di Sezione del Consigli di Stato Giuseppe Faberi, il Professor Angelo Maria Petroni, il Prof sor Nicola Piepoli, il Presidente dell'Autorità Garante per le Comuni cazioni Consigliere Corrado Calabrò. Mario Segni Sarei intervenuto comunque, ma Pierferdinando mi ha un po', com dire, costretto. Ha detto una cosa sulla quale io sono pienamente d'accordo, ovver che nella lunga vicenda politica incentrata sul tema istituzionale, eh ormai ha quasi vent'anni, Pierferdinando con assoluta coerenza è stat sostenitore della tesi opposta e anche le volte in cui sono stato un po' portato dalla polemica, dalla dialettica politica magari ad attaccar , questo l'ho sempre riconosciuto. Un'altra giusta considerazione di Pierferdinando è quella per cui gli ultimi, della cosiddetta prima repubblica, furono anni durissimi in cui si fecero una serie di drammatici errori. Questo è il primo dato da cui

PAESE DA SBLOCCARE

E RIFORMARE

luhbìamo partire: furono gli anni, per citare un esempio, dell' esplolune del debito pubblico che ancora ci tiriamo dietro. Il' to lo dico per ricordare che cosa ci siamo lasciati alle spalle quanIn abbiamo iniziato un cammino che voleva dare una risposta ad un'Italia che agli inizi degli anni novanta era sull'orlo di un baratro ,.li peggiore di oggi.

Non dobbiamo dimenticare che l'Europa ci stava lasciando fuori, che non ci avviavamo verso una costruzione dell'Unione Europea basata ull'curo, nella quale senza una cura drammatica ed energica non sa-

u-m mo mai potuti entrare. Mentre Andreotti firmava il trattato di Maastricht,

che poneva il limite del 3%, l'Italia era al 12% - 13% del rapporto debito/Pil e solo l'inversione di tendenza iniziata dal governo Amato, il primo che uscì d.rI isterna dei partiti, ha permesso che il nostro Paese rimanesse nel l uore dell'Europa che, con tutti i guai che attraversiamo, va conside-

i.uu oggi una delle grandi fortune che abbiamo. utto quello, noi del movimento referendario cercammo di dare una I i'l osta che si basava sull'idea cha la rinascita nazionale potesse iniziasolamente attraverso una riforma profonda delle istituzioni e che il l'lInto fondamentale attorno al quale ruotava il dibattito fosse quello ,li due, tre concetti che ci sembravano acquisiti ormai dalle grandi d,'mocrazie moderne e occidentali ma che erano totalmente sfuggiti t

I(

Italia. Il primo era il principio della scelta del governo da parte dei cittadini, d" zli elettori. La prima repubblica affidava ai partiti la formazione e I.. distruzione dei governi. Questo a nostro giudizio portò ad una crisi progressiva delle istituzioni del Paese e soprattutto ha portato ad una ti 'Iegittimazione del potere politico nei confronti dei cittadini. La rilorma elettorale puntava a guarire questo problema, con gli strumenti l hc aveva a disposizione. So benissimo che questo avrebbe richiesto 111

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PlERFERDINANDO CAsINI

UN PAESE DA SBLOCCARE E RIFORMARE

FONDAZIO 'E ROMA EUROI'

anche un mutamento della Costituzione, ma noi avevamo l'uni arma del referendum ed incidemmo sulla legge elettorale. Udea conseguente era quella che il ruolo dei partiti tornasse ad ess quello di intermediazione fra istituzioni e società, e questo richiede che il governo avesse la legittimazione, in qualche modo, direttamen dal corpo elettorale e non solo dai partiti, che altrimenti sarebber stati una fonte di deviazione e non di costruzione. Da qui discendeva l'affermazione di un principio che nella democrazi o~~i~entale ci sembrava centrale, cioè quello che potere e respons bilità devo essere uniti e questo si ha solo se c'è un mandato chiaro stabile. Questo è il principio su cui si basò il movimento referendari Ness~no andò a votare per principi teorici come il maggioritario, l sappIamo bene. Andarono, probabilmente, perché lo slogan era pass re dal governo dei partiti al governo dei cittadini.

ut.idini con il referendum e poi accetteremo tutti, noi che siamo di parte e loro dell' altra, quello che i cittadini decideranno quando Il.mno chiamati a votare. Il questo costruiamo le nuove istituzioni, e quello sarà finalmente il uuunento in cui ci potremmo lasciare alle spalle i problemi istituzioIl,di ed affrontare tutti gli altri temi di cui Pierferdinando ci ha parlato 1111,1

111'.1'1.

Dopo ~ui~dici anni.questo tema è ancora aperto. E' un tema che pon una serre di problemi, anzi, direi che oggi è più aperto che mai. Se dove si giudicare dal dibattito nella classe politica in Parlamento, il ritorno al proporzionale oggi è largamente prevalente. lo credo che questa sia un scelta di sistema che è alla base di ogni riforma, che questo sia il punt nevralgico e di svolta.

lu a Giordano Noi rediamo anche che la politica sia sentimento, sia raccogliere delle idee per poi riproporle agli elettori. I immagini come ci sentiamo noi quarantenni avvocati, imprenditori, pro,,"\sionistiquando ci rendiamo conto che siamo indietro rispetto a quello che Il l .ro i nostri padri alla nostra età, perché le prospettive in questo Paese purII()PPO sono grigie e diciamo questo non per egoismo o perché vogliamo di PII'!, ma perché siamo padri, abbiamo dei figli, ai quali dobbiamo poter ripondere e dare delle opportunità. ( uindi da Lei, che è giovane come noi, vorrei sapere quali sono gli orizzonti e 1(,possibilità per i prossimi 5 anni, perché rischiamo di perderei d'animo e di t"\~ 're sempre più preoccupati.

Noi siamo alla possibile vigilia di un referendum che, al di là delle formule tecniche, chiaramente è una scelta tra due sistemi: maggioritari e proporzionale. Chi voterà "sì" al referendum dirà sostanzialmente andiamo avanti su questa strada. Chi voterà "no" vorrà tornare indietro. Bene, questo è qualcosa di simile a quello che nel 1946 avvenne nella scelta fra monarchia e repubblica.

( ;iuseppe Faberi III gergo burocratico si dice "il taglio delle ali", cioè prendiamo tutto quello che 1.\ più o meno al centro, leviamo gli estremi e poi mettiamoci d'accordo. I\c questo il senso della grande coalizione, quali sono i valori che questa gran(I ' coalizione intende portare avanti?

Facciamo scegliere ai cittadini, facciamo fare a loro attraverso il referendum la scelta fondamentale. Dopo ci sarà il compito della mediazione, il compito dell'adattamento, ma la grande riforma si fa su un principio. Allora la proposta che faccio a Casini è che bisogna dare la parola ai

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ngelo Maria Petroni ( .ome vede la collocazione futura in Europa dei partiti italiani, vecchi e nuo-

vi?

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UN PIERFERD

ANDO CAsINI

FONDAZIO

Nicola Piepoli Qual è il tuo giudizio della presente crisi nel centro-destra? i tuoi progetti per il futuro?

E RIFORMARE

scelte impopolari. Lideale sarebbe una democrazia "normale" I ,,,ala su un'alternanza, perché io ho un principio ispiratore molto filI Il' che è la democrazia dell'alternanza. Lalternanza è un valore e lo è 111 {I rmania, in Inghilrerra, in Francia indipendentemente dai sistemi il Il tali. Una democrazia di alternanza in cui chi governa è in condì,1110

Quali so

Corrado Calabrò Una grande coalizione certamente potrà dare vita ad un aggregato p omogeneo, certamente sarà meno condizionata da frange marginali s~esso, fondamentaliste. Llralia, come tutti gli altri paesi, ha bisog di programmi di governo a 4-8 anni. L'esperienza degli anni 80 dubitare che questo pur necessario cambiamento possa essere da sol sufficiente. Ricordo che l'Italia all'inizio degli anni 80 aveva la prima centrale n cleare d'Europa. C'è stata qualche manifestazione, non più di du cento persone e poi ci siamo fermati. La Francia ha cominciato u momento dopo di noi e ora ha 46 centrali nucleari e effettivamen un Paese che non ha autonomia energetica è un Paese a sovranità ec nomica limitata. Noi ci siamo fermati, ma ci sono 46 centrali nuclear al nostro confine. Anche per la fibra ottica fummo i primi a partire con il progetto So crate, poi ci siamo fermati e gli altri sono andati avanti. La Francia dimostra capacità decisionale. Ora c'è una campagna elet torale dove ci sono vivaci contrapposizioni, ma poi c'è un moment dell' azione di governo. Si governa e si fanno scelte impopolari, q uell scelte impopolari che ricordava il Presidente Casini. Basterà la riforma elettorale auspicata o ci vorrebbe una riforma istituzionale da fare con uomini che abbiano il coraggio dell'impopolarità? Pierferdinando Casini Vorrei partire da quanto diceva adesso il Presidente Calabrò. E' chiaro che quello che ha detto è giusto. Servono politici che fac-

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PAESE DA SBLOCCARE

E ROMA EURO

uni di fare le sue scelte anche se ha il 55 %. I .1 scelta della grande coalizione è una conseguenza di quello che è

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r.ua la produzione delle due coalizioni italiane. ( loè, io stasera, qui con voi, sto facendo un atto di verità e non sto f Il .ndo propaganda elettorale, vi sto confessando tutta la mia sfiducia ul ratto che queste coalizioni possano essere in grado di risolvere i Ploblemi. ( nella che governa oggi la state vedendo, secondo voi è in grado di le scelte di modernizzazione del paese? l' qualcuno qui dentro pensa questo è un temerario, ma credo che ucssuno abbia il coraggio di dirlo. Penso che neanche Pro di abbia Il 'oraggio in privato di sostenere questo e, infatti, il prezzo della durata del governo è il "vivacchiare", il non scegliere su temi fonda-

1.11' •

.ntali. l: altra coalizione. Ora, è vero che sono stato Presidente della Camera I \ almeno fino all'ulrima fase, ho cercato di esercitare il mio ruolo I on una certa, penso abbastanza riconosciuta, obiettività, però è anI he vero che non è che le prove siano state esaltanti. Abbiamo appreso da Berlusconi che la colpa è degli alleati, naturalmente abbiamo

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.Ippreso dagli alleati che la colpa è di Berlusconi. R 'sta il fatto che tutto questo dinamismo e questa volontà di fare ~.elte impopolari, in fondo, diciamo la verità, non si è manifestato neanche sulla giustizia, perché se c'era una cosa "nobile" che il cenIro-destra era legittimato a fare, era la divisione delle carriere, visto 'he questo era nel programma elettorale; poi, lo dico al caro amico

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PIERFERDrNANDO

Fo

CASI 11

U

Nicolò Lipari che vedo qui, era anche nel programma elettorale dell nostra vecchia Democrazia Cristiana. Allora la mia sfiducia è la conseguenza delle prove date da queste du coalizioni a cui tra l'altro si aggiungono sempre dei pezzi, perché no bastava Alleanza Nazionale, non bastava la Mussolini, oggi c'è pur Storace. Ora, non c'è dubbio che saranno dei grandi contributi politici e cultu rali al riformismo del centro-destra, però, insomma, ho qualche dub bio in proposito. Non per la persona, perché qui io non sto parland dell'uomo Francesco Storace, ma per tutto quello che si aggiunge, o sia per il processo di frazionamento che questo produce rispetto alI scelte della politica. Mi si chiede quali sono le prospettive del centro-destra. Parliamoci chiaro, qui sono venuti al pettine i nodi. lo penso che Berlusconi sia un grandissimo leader politico, un grandissimo vendiror , penso forse il migliore del mondo, un grande amico a cui va tutta la mia simpatia, però devo dire che dopo le elezioni bisognava fare un piccolo esame di coscienza e ciascuno doveva fare il suo. Probabilmente l'Udc avrebbe dovuto fare il suo, Alleanza Nazionale il suo e Forza Italia il suo. Chi più aveva responsabilità forse doveva fare un esame di coscienza più approfondito. La scelta che si è presa è stata quella di dire che gli alleati non avevano remato in campagna elettorale. Cosa ridicola e risi bile perché gli alleati, avendo i loro partiti da portare avanti, hanno fatto tutto salvo quello di non cercare di prendere voti, perché non prendere voti significava portare meno deputati. Ad esempio, difatti, il nostro partito li ha raddoppiati. Non bastando questo, dal giorno dopo, invece che affrontare seriamente il tema di come fare implodere questa maggioranza, si è passato a parlare dei brogli elettorali, del riconteggio delle schede. Poi si è

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PAESE DA SBLOCCARE

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DAZIONE ROMA EUROI'

Il usato che riconteggiarle sarebbe stato peggio per il centro-destra per \I i si è passati alle manifestazioni di massa che avrebbero dovuto far .ulcre il governo con una spallata. Il.1fine di questo tunnel di errori politici ci si è trovati a fare una Il ifica e naturalmente è che emerso che la colpa è mia e di Fini. SoPI,Iltutto mia perché avevo parteciparo attivamente a questa teoria, nel I liSOche avevo sempre detto che era una grande sciocchezza, come era una sciocchezza continuare a chiedere le elezioni. l'arliamoci chiaro, quella del centro-sinistra è una coalizione che si ti e111' .on lo scotch. E' una coalizione in cui ci sono moltissimi malumori

1'111" '

I

moltissime persone che vorrebbero andarsene via.

Mn se da queste persone ogni volta si va come con il toro con il drappo IOSSOe si dice "deve cadere il governo!" oppure "voi del centro-sinistra Il, iete insoddisfatti, fatelo cadere però il giorno dopo andiamo alle

I

I -zioni", nessuno farà mai cadere il governo. l' 'è un modo per aiutare Prodi è quesro. Solamente che nel caso Il .cifico, lo aiuta chi lo vuoI far cadere, perché non c'è dubbio che 111'$ una posizione all'interno di quella maggioranza critica, si appalesa l' c'è la sicurezza per chi fa cadere Prodi di andare alle elezioni. Poiché pl'csumibilmente nelle elezioni ci sarà una catastrofe per il centro siniIra. Almeno fino a ieri era così e nessuno concorre all'abbattimento del governo Pro di. Come pure è risibile dire "vado a colloquio con Vcltroni e gli chiedo di fare la legge elettorale e di mandare a casa il governo". Ritenere che Veltroni possa fare una legge elettorale col l .nrro-desrra e poi il giorno dopo dire a Prodi stacchiamo la spina, ,ignifica proprio fare una provocazione. Nessuno può pensare che Veltroni possa esporsi ad un gioco di questo tipo e anche se ne avesse

I

voglia, sicuramente non lo può fare. I~' chiaro che il partito di Berlusconi sarà nel Ppe perché c'è, il mio sarà nel Ppe perché c'è, Fini aspira ad andarci e credo che sia giusto

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UN PIERFERDINANDO CAsINI

PAESE DA SBLOCCARE

E RIFORMARE

FONDAZIONE ROMA El'lU

assecondare in prospettiva questa sua vocazione. La Lega starà d sta. Il Partito Democratico starà nel Pse e, poiché gli ex popolari ci vorrebbero andare, si finirà per cambiare il nome del "gruppo lamentare socialista europeo" in "gruppo parlamentare socialista mocratico europeo" e questo sarà 1'escamotage con cui il PD an dentro quel partito, perché è inevitabile che sia così nella collocazi europea. Tra 1'altro io non lo trovo scandaloso perché, devo dir verità, conosco molti parlamentari del gruppo socialista europeo sono persone moderate, poi ce ne sono anche estremiste ma qu capita un po' dappertutto. Dico all'avvocato Giordano che bisogna avere fiducia, secondo me pende da noi, però non è una rivincita. Anche il tema di mandare a casa questo governo Prodi non può ess vissuto come una rivincita personale, è semmai un' esigenza del Pa aprire una fase politica diversa. Credo che la nostra generazione debba avere fiducia, certamente av do la consapevolezza che rischiamo di passare ai nostri figli mol meno di quello che i nostri genitori hanno passato a noi. Non parlando in termini quantitativi, sto parlando in termini di bagaglio valori, di idealità che essi sono riusciti a trasmettere e ad infondere i questa democrazia, ma forse questo è anche il segno dei tempi, perch è inevitabile che chi ha fatto politica negli anni del dopoguerra avev un tasso di idealità e di motivazione molto più alto di oggi e probabil mente per i nostri figli sarà ancora peggio, perché c'è una grande eri di orientamento. C'è una grande crisi di orientamento nella società italiana, nel mond giovanile dove ci sono tantissime risorse straordinarie ma dove c'è anche grande difficoltà a trovare dei modelli di riferimento. Questo è un problema molto profondo. Noi non possiamo essere per uno stato etico che stabilisce i confini del bene e del male in modo

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u.irio, però sta a noi cercare in qualche modo di dare un'indicazio~e [undo, perché altrimenti troppo relativismo finisce per essere foriel, se ondo me, di uno sbandamento morale, ideale, profondo della Il

I

I

irtà italiana. -d che questa sia la premessa di tutti i ragionamenti che possiamo fare, l" nda fase è invece il tema economico di modernizzare questo Paese

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.ndo anche a fare alcune cose.

d . empio, parliamoci chiaro, possiamo discutere tanto della Legge ~ia~ , . rto ci vogliono gli ammortizzatori

sociali che evitano la precarieta

1 vira, però è quella la strada. Guardate quello che è successo in Spagna: / .rpatero ha fatto tante chiacchiere sul matrimo~i~ tra i gay, ~u questo su ,\" .ll'alrro, cioè su temi valoriali in cui ha scelto cmicam~nte di and~e allo I nnrro con la Chiesa spagnola; ma sul piano economiCO ha contInuato ulla linea politica di Aznar ed il risultato è che la Spagna cresce al 3-4°/? uiche adesso. Laltro giorno Clìnton è andato a Madrid e ha detto che e 111'10 di collaborare con il governo della Spagna, perché questo è il paese I la ' cresce di più; cioè Zapatero ha cercato lo scontro con i pop~la:i sul u-rreno dei valori, dove ritiene di avere una maggioranza nella societa spa-

1',lIola,ma si è ben guardato dal cambiare la politica econo~ica. Voglio solo dire una cosa sulla cooperazio~e',~ato che ~ggt ve~o che, tra Il' .ose di cui vengo accusato da Berluscol1l, c e quello di aver difeso. la cooperazione. Voglio dire che è vero che l'ho difesa, sono contento e ritengo ,i,l un merito. Non sto parlando dei traffici delle cooperative rosse, perché questo fa p~te Il .\malcostume che ha riguardato gran parte del movimento cooperativo I() so e gli enti locali complici, vedi il problema delle aree di edificabilità e ti .lle licenze, ma guai a buttare via il bambino con t'acqua sporca perché il l 'ma della cooperazione va difeso non solo da sinistra, perché sarebbe da parte del movimento popolare conservatore un grande s.baglio. . ( uanto alla grande coalizione, non è che questa Sia un proposito,

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UN

FOl DAZIONE ROMA EUROI

PIERFERDII ANDO CAsINI

rischia di essere una conseguenza di cui qua ho parlato con m I franchezza, perché ritengo che o si trova il modo di avere un gov r coraggioso in grado di fare scelte impopolari oppure non c'è su' alternativa. Il Centro a cui penso io, in due parole: la prima cosa che mi senti di escludere è un Centro che sia un'adunata di reduci, un gruppo nostalgici ricettacolo di personale politico che cerca di essere ricicla Se si costruisse un Centro in questo modo, francamente, io non sa interessato a mettere il mio contributo. Penso invece a qualcosa di diverso. Penso, per esempio, alla strao dinaria piazza del Family-day, una piazza di persone perbene che h testimoniato alcuni valori importanti; penso al mondo dell' economi e dell'impresa che si deve svegliare; penso alla cooperazione. Natural mente poi si finisce sempre sui giornali per evocare dei nomi, ma sol il troppo entusiasmo di alcuni amici può portare ed evocare nomi perché finché non c'è la legge che consente questa operazione di aver una visibilità reale ed una fattibilità reale per un Centro serio, stiarn parlando di nulla e le persone serie sono bene attente a non esporsi i questa cosa. Per cui, più le chiamiamo e più le evochiamo, più facciamo un torto loro ma soprattutto a noi stessi. Grazie,

.

nllVIOW

PAESE DA SBLOCCARE

che a Roma ci sia stata una grande melassa consociativa di cui .

(Il roni è stato un direttore d'orchestra di una bravura impagab~le .. do me , il direttore d'orchestra di questa melassa consoClatlVa . . uu-rita dieci. Naturalmente in questa consociazione ci sono stan.tum, I sono stati partiti di maggioranza e di opposizi~ne, .ci sono stati pro1110 tutti. La stampa è stata ampiamente complice di questo. mio parere Roma è una città che ha problemi enormi, che ha fasce .Il d 'grado enormi ed io realmente penso che se si metterà l'acce~t~ I I inrnente su questa città, noi finiremo per vedere che ~ue~lo sara i~ '( 1'0 tallone di Achille di Veltroni. Credo che Roma abbia bisogno di IlOIì

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profonda svolta di rigenerazione.

Cesare San Mauro Pierferdinando, per concludere vorrei sapere la tua idea su Roma, perché questa Fondazione si chiama "Roma Europea" ed ha una grand passione per quella che riteniamo la più bella città del mondo. Pierferdinando Casini Credo che Roma sia una città vetrina, abito qui da dieci anni e sono

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E RIFORMARE

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IL FUTURO DELLE FERROVIE Roma, Caffè Greco, lO dicembre 2007 di Mauro Moretti "Ire San Mauro linonasera a tutti. I( Ilgraziamo l'ingegner Moretti della puntualità, auspicando che, an1Il' il sistema ferroviario, segua l'esempio del suo leader, Amministra1111 • Delegato di Ferrovie dello Stato, dal settembre 2006, lauro Moretti

( .rnzie, buonasera a tutti. Purtroppo, 111

oggi, è una giornata particolar-

.nre infausta per le ferrovie.

Mi dispiace iniziare così, ma questa notte abbiamo avuto un lutto. l In giovane collega ferroviere, di 26 anni, è morto verso mezzanotte 11\ .ntre lavorava in un "pronto intervento", per fare circolare i treni puntuali. Aveva completato il suo lavoro, stava ritornando all'autorno"il ed ha attraversato il binario, non accorgendosi che stava arrivando 1111 treno. l.a vita dei ferrovieri è sempre piena di tanti problemi da affrontare, con evenienze che devono essere considerate. Non avrò questa sera la solita brillantezza. Credo che in questa occa"ione debba essere sottolineato, soprattutto, che la vita di un giovane ,~, n'è andata. Non cerco di compensare, ma di trovare il modo di dare un senso a questo inizio, in maniera un po' diversa. Mentre questo accade, la osa che in qualche modo ci dà molta forza e molto coraggio, è che ancora una volta siamo i primi al mondo per la sicurezza ferrovia-

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IL FUTURO DELLE FERROVIE MAURO MORETTI

FONDAZIONE

ROMA

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ria, ed è per questo che ultimamente siamo molto richiesti in t paesi. Sono ritornato questa notte dal Cairo dove ieri abbiamo avuto un i portante meeting, proprio sul problema della sicurezza. Gli egizia avendo molti problemi, ci hanno scelto come punto di riferimento probabìlmenre, come partner per poter rimettere a posto le loro ferr VIe, secondo i nostri standard. Detto questo, vorrei iniziare proprio da una cosa che fa un po' sor dere, anche per dare uno stacco. Un famoso detto di Andreotti. COI sapete, agli inizi degli anni '60, Andreotti diceva che ci sono due ti di m~~ti: quelli che ritengono di essere Napoleone e quelli che si son meSSI In testa di mettere a posto le ferrovie. Purtroppo, sono passati tanti anni e ancora oggi le ferrovie hanno di fic~ltà importanti. ~evo dire che Andreotti sicuramente aveva qualch raglOne, non perche conoscesse le ferrovie - escludo che il Senatore I conosca a fondo, ~n~he se è un nostro grande cliente e viaggia rnolt spesso - ma perche, Invece, conosceva molto bene lo Stato italiano quindi sapeva quale era il problema delle relazioni tra lo Stato le isti tuzioni e la sua parte operativa. ' In quel tempo, infatti, le Ferrovie dello Stato non erano una societi ma una .Direzione Generale del Ministero dei Trasporti e già tutti i problemì. che anche oggi ci sono, si potevano in qualche modo immagInare. Devo dire che prima di accettare l'incarico che mi è stato offerto nel settembre 2006, avevo dato proprio al Ministro dell'Economia che com'è noto, è il nostro azionista, una scheda che affrontava il tem~ "an~ dreottiano", ovvero il problema del rapporto tra lo Stato ed un' azienda come le Ferrovie. Lo Stato deve distinguere il suo ruolo di azionista nei confronti di un'impresa - sebbene controllata al 100% - dalla funzione statale di re-

olatore. che si esprime attraverso leggi o atti amministrativì. Lo Stato, 11\ he perché le direttive europee oggi lo impongono, nei confronti di IIII'azienda come la nostra, agisce attraverso contratti di servizio. l uesta è la base per poter far sì che un mondo come quello delle ferravi . possa avere una capacità di rinascita e di sviluppo, e che possa dare contributo forte al Paese . . non sono chiari i rapporti tra un'impresa come questa e lo Stato, tutto è destinato, di volta in volta, ad essere in contraddizione t enrlnua. Da questo punto di vista potete capire perché, anche I 'centemente, ho in maniera esplicita posto i problemi delle ferrovie. Se non ci sono risorse finanziarie disponibili e finalizzate a dover svolgere dei servizi, l'impresa non può continuare a risolverli

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indebitandosi. Sapete che Eurostar è già intervenuta qualche anno .fa ed h.a, in qualche modo, fatto giustizia, in maniera anche OVVlae raglOne~ vale, del problema "Ispa". E' palese il fatto che se lo Stato non da i corrispettivi per i contratti di servizio - che chiede di. r.ispett~re _ ciò equivale semplicemente a cambiare il soggetto che SI ìndebìra. ma impropriamente. Soprattutto, vuol dire porre l'impresa in condizioni in cui non è in grado di potersi sostenere. uesto, se lo raffrontate al processo positivo che sta avvenendo con le direttive della liberalizzazione, indica la difficoltà di un'impresa come questa, dove da un lato c'è la liberalizzazione i~ un ambient.e competitivo sempre più aggressivo e crescente, dall altro sorge Il problema di avere la certezza delle risorse, che tra l'altro vengono ad essere determinate in termini contrattuali. Dico questo perché normalmente, in Italia, c'è una grande deresponsabilizzazione, da un lato della politica e dall'altro dell'i~presa. I miei predecessori sono stati accusati di non ave.r detto In maniera esplicita queste cose. E' sbagliato che il capo aZIenda non

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IL FUTURO DELLE FERROVIE

FONDAZIONE ROMA EUROPEA

abbia a cuore la sua impresa. E' suo compito proteggere l'impresa ed è suo compito determinare le condizioni affinché questa possa svilupparsi, tanto più se si tratta un'impresa-sistema per il Paese. La mia base di partenza è il bilancio del 2006. Questa è un'impresa che ha 2.540 milioni di risultato netto negativo e un margine operativo lordo negativo di 650 milioni. Come chiuderemo l'anno 2007? E' ragionevole pensare che rimarremo in rosso per altri 400 milioni, ma avremo, per la prima volta, un margine operativo industriale positivo di circa 300 milioni di euro. Questa cosa come è stata fatta? Appunto, chiarendo i rapporti con lo Stato. Per il 2007 devo dire che questi rapporti sono stati onorati da parte dello Stato. Questo fatto positivo ci fa ben sperare anche per il futuro, nonostante le difficoltà che vi sono quando si affronta una legge finanziaria in cui, in una sola volta, tutti i problemi vengono ad essere proposti con la pretesa che vengano risolti. D'altra parte, però, fa ben pensare anche il fatto che c'è una macchina industriale che ha ripreso a viaggiare. Noi abbiamo fatto operazioni di forte contenimento dei costi sugli sprechi e sulle cose inutili, pur investendo 142 milioni in una flotta di 150 locomotori per il trasporto locale. Abbiamo contenuto in maniera drastica il costo del lavoro, che è diminuito leggermente rispetto allo scorso anno, pur avendo una riserva da dover fare per i rinnovi contrattuali futuri, di 100 milioni. Abbiamo agito su tutta una serie di prezzi e qui arrivo al grande problema delle tariffe. Quando affronto questo problema, mi pare di essere in un mondo straordinario, perché sembra che io sia l'unico a cui stia a cuore il problema delle tariffe e dei prezzi, in tutto lo Stato Italiano. Il problema va affrontato anche se è impopolare. Il Commissario europeo Barrot, nella prima visita che gli ho fatto l'anno scorso, ha

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indicato il bassissimo livello dei prezzi in Italia, come la prima questione per cui non c'è concorrenza, e qui mi rivolgo naturalmente all'Antitrust, di cui qui abbiamo due illustri esponenti. Barrot pose il problema di come faccia l'Italia ad avere tariffe che sono la metà di quelle francesi ed il 40% di quelle tedesche. Vuol dire, in qualche modo, avere bisogno di qualcuno che aggiunga entrate alle vendite dei biglietti, perché i costi, più o meno, sono analoghi e quindi non si capisce come si possa continuare a svolgere il servizio a quei prezzi. Infatti, abbiamo continuato a vivere "battendo" debiti. I numeri che vi ho detto, affiancati al fatto che abbiamo una situazione finanziaria netta di lO miliardi di esposizione, vi danno il senso delle cose. Ma si poteva continuare così? No, ed è per questo dissi che eravamo sull' orlo del fallimento. Era doveroso mandare questo segnale d'allarme, perché se un'impresa come questa cessa di vivere non è un dramma come quello dell'Alitalia, è cento volte tanto. Sono ottornila treni al giorno che vengono a sparire. Si blocca il Paese, si bloccano le città. Dunque, il problema dei prezzi di un servizio è la questione centrale sulla quale bisogna fare chiarezza. Andiamo verso la liberalizzazione, un fatto positivo che non può che stimolare il miglioramento dei servizi e la razionale determinazione dei prezzi, in relazione al fatto che non si può barare. I cittadini ne hanno solo da guadagnare, ma ne hanno da guadagnare le stesse imprese perché "nell' efficientamento" trovano la ragione del loro sviluppo. Un'impresa che non è in grado di "efficientarsi" dinamicamente, non ha futuro. Un'impresa che riesce a determinare quali siano gli elementi e i fattori di crisi e quali quelli di successo, e lavora su questi ultimi, ha la possibilità di crescere. La liberalizzazione è, paradossalmente,

l'elemento più importante

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che


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Ferrovie dello Stato ha a suo favore, a differenza di quello che viene scritto normalmente, perché ci stimola e ci costringe a discutere dialetticamente con tutte le istituzioni e le autorità, affinché vengano determinate le più chiare e giuste regole del gioco della competizione. Se si introduce l'elemento della liberalizzazione in un servizio come questo - essendo evidente che non c'è la possibilità che i ricavi dei servizi coprano tutti i costi, in tutto lo spazio italiano e in tutti i livelli di servizio - bisogna definire a priori cosa sia il servizio universale che deve essere comunque garantito, indipendentemente dalla capacità del mercato di gestire i costi. Permettetemi di dire che questa cosa in Italia non si fa. Per le ferrovie è totalmente sconosciuta. Noi abbiamo disegnato in maniera molto chiara qual è lo spazio di mercato sul quale possiamo agire tranquillamente senza avere un centesimo, anzi posso dirvi che, già nel 2007, abbiamo tutto il settore della lunga percorrenza che è assolutamente in attivo, anche nel risultato netto. Siamo in grado di autofinanziare tutti gli inves~imenti della flotta ad alta velocità, quindi non temiamo la concorrenza in questo settore. Riuscire a costruire cosa è quel tessuto minimo che deve essere garantito ad ogni territorio, in ogni ordine e in ogni giorno della settimana, non è compito dell'azienda, è compito del regolatore. Permettetemi di dire una cosa che non è affatto scontata. Tutto questo non può essere inteso come il fatto che i servizi, dove c'è il mercato, devono essere di qualità diversa da quelli dove esiste un servizio universale. Quando si parla di servizio universale in settori come acqua, energia elettrica, gas e così via, anche l'ultimo paese sperduto non può avere un qualità diversa nell'utilizzo di questi servizi. Noi non possiamo pensare che i servizi migliori devono essere confinati solamente tra Roma e Milano. Dobbiamo stabilire, ed è una misura di politica sociale, quale sia quel livello di qualità accettabile culturalmente dai cittadini italiani nel 2007.

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IL FUTURO

DAZIONE ROMA EUROPEA

DELLE FERROVIE

E' rispetto a questo target che si fanno riferimenti di rapporti contrattuali tra chi sarà chiamato a svolgere quel servizio, non necessariamente le Ferrovie dello Stato, e chi dovrà pagare le compensazioni tra i costi ed i ricavi che non riescono ad essere azzerati. Nell'affermare ciò, arrivo a dire che non si può pensare che questo servizio non debba essere pagato a livello giusto - a livello giusto vuol dire a livello europeo - tanto a Milano, dove c'è mercato, quanto a Palermo, dove ci sarà il servizio universale. Inoltre c'è un altro problema, che è una materia completamente diversa, si chiama welfare state e non c'entra nulla con il servizio universale. I poveri sono ovunque, sia a Milano che a Palermo, ed hanno diritto ad avere misure tariffarie particolari per loro stessi. Tuttavia, in Italia non si può ancora pensare di andare a Roma e Milano con prezzi che sono la metà di quelli con cui si va in Francia, o meno della metà di quello che succede in Germania con l'Eurostar. A questo punto permettetemi di dire qualcosa sulla qualità dell'Eurostar. Noi, in questo momento, viaggiamo con la puntualità del 91 % in quindici minuti. E' lo stesso obiettivo che la Francia ha per i suoi treni ad alta velocità. Però, tra Eurostar ed alta velocità c'è di mezzo una cosa, che in Francia hanno dei binari dedicati solo a fare quel mestiere, mentre qui i nostri treni devono andare in mezzo ai treni pendolari. Voglio precisare che spesso si parla della qualità in modo improprio. Quando sento dire queste cose, immagino che le persone che le dicono non sanno come sono i treni negli altri paesi. Sono stato recentemente a Strasburgo, dove i nostri giornali hanno detto che si viaggia a 575 km/h su un tragitto di 450 km e si impiegano due ore e mezza per poterlo fare, ma basta fare le divisioni per capire che non è così. Eppure per quella tratta si pagano 112 euro, mentre da noi, tra Roma e Milano, si pagano 72 euro sul treno che costa di più.

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Perché dico questo? Perché se non riusciamo a metterei d'accordo sul valore dei servizi; se non riusciamo a pensare che lo spazio della liberalizzazione non è spazio stazionale, ma è europeo; se non riusciamo a dare al nostro lavoro un respiro europeo, affinché sia chiaro quale sia lo spazio di competizione, noi rischiamo semplicemente di rimanere schiacciati dall'insufficienza delle risorse per poterle investire nel nostro futuro. Questo vale anche per il trasporto regionale. Ragioniamo anche qui su alcune cose molto semplici. Abbiamo scoperto che i nostri clienti pagano tariffe pari a 3,5 centesimi di euro a chilometro. In Germania 7,5 centesimi di euro e in Francia II,9. Lo Stato, fino al 2006, interveniva ad integrazione delle tariffe in Germania per altri 12,5 centesimi e in Francia per altri 9,5 centesimi. Sostanzialmente da noi incassiamo lO centesimi di euro, in Germania 20 ed in Francia 21. Qual è la differenza? I nostri treni sono sicuramente i più vecchi e non riusciamo a fare investimenti per porerli migliorare. Qual è la prima cosa che bisogna fare per aprire una spirale virtuosa? Credo che non vi sia una sola leva. Ce ne devono essere tante e ci deve essere un affidamento comune, perché si va su un piano che deve riuscire a bilanciare gli elementi della qualità, dei contratti e degli accordi con lo Stato, per poter avere uno sfogo in avanti. Sicuramente, oggi abbiamo treni che hanno un' età media di 22 anni ed è questa la nostra situazione quando ci confrontiamo con una realtà europea o con la migliore realtà mondiale. Dobbiamo, quindi, cercare di voltare pagina. In questo senso, la nostra proposta del piano è stata molto chiara. Da questo piano è venuta fuori la proposta dei mille treni dei quali, giustamente, una buona parte li dobbiamo auto finanziare attraverso gli "efficientamenti" che dobbiamo compiere. Laltra parte, anche in misura minore di quanto avviene in Francia e in Germania, deve fornirla lo Stato. Lultimo pia-

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no di investimento della Francia per il trasporto locale è di circa 4,5 miliardi di euro, completamente dati dallo Stato. Un altro grande problema sono le merci. Nello spazio della globalizzazione è abbastanza difficile riuscire a connotare ciò che è nazionale e ciò che non lo è più. Il tema dei servizi rappresenta quell'elemento di fondo che dà il senso dell'identità nazionale e che deve essere salvaguardato. Penso a quegli elementi del tessuto connettivo dei servizi primari di un paese che, per competere nel mondo, devono essere garantiti. Sto parlando delle merci e non per delle persone, perché è proprio lì che si vede la possibilità concreta di un paese di poter vivere e competere. Noi, in Italia, abbiamo i primi tre operatori che si occupano di logistica che sono stranieri, due sono tedeschi ed uno franco-americano. Anche su queste cose c'è motivo di riflettere. In Germania, ad esempio, hanno già determinato ed attuato una strategia legata alla logistica delle merci su scale europea, tale per cui, oggi, rappresentano la prima e la seconda forza a livello mondiale, e hanno fatto operazioni di acquisizioni aiutati dallo Stato, con 12 miliardi di euro in sei anni e mezzo. Di fronte a questi fenomeni come si reagisce e con quali leve? Noi pensiamo che si debba agire attraverso una chiara strategia e non essere più una società di trasporti, ma di logistica. Essere "padroni" delle merci in ogni momento in cui esse riescono ad andare da una porta all'altra, per poter trovare nuove forme di utilizzazione. Ci siamo mossi rivalutando quello che le ferrovie non facevano, cercando innanzitutto di fondare la loro operatività logistica su quelli che sono dei terminali. Abbiamo, liberamente, gareggiato e vinto per entrare nel porto di Genova. Stiamo lavorando per mettere sul mercato circa 2,5/3 milioni, in due o tre anni, di terminali in land che siano la base forte di quelle che

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sono le cerniere importanti del nostro Paese, verso il corridoio europeo. Stiamo cercando di entrare e stiamo discutendo con le autorità portuali e le autorità locali, per poter fare di Trieste la nuova base della mittel Europa. Stiamo cercando di creare una rete commerciale in tutta Europa. Abbiamo ricostruito la nostra presenza in impresa per il trasporto delle merci, in maniera completamente diversa, distinguendo i mercati: quelli locali con un intervento di impresa; quelli sul territorio nazionale con la Trenitalia Cargo; quelli internazionali con una società tedesca, controllata da noi al 51 %, che da sola fa quanto tutte le imprese italiane - non FS - fanno sul nostro mercato. In questo abbiamo ricostruito alleanze strategiche con operatori marittimi più grandi e con altre imprese come Poste. Quindi, nel settore della logistica il nostro Paese non sarà in grado competere se non ha un grande operatore che può accompagnare nel mondo quel tessuto di imprenditoria medio-piccola che noi abbiamo, insieme alle altre due colonne: assicurazioni e banche. I mercati devono essere conquistati in questa maniera. Dobbiamo, d'altra parte, determinare un operatore nazioriale importante e grande, che sia di riferimento internazionale, e abbattere tutta la catena delle intermediazioni. Puntare agli anelli che creano valore aggiunto e cercare di ricostruire una ferrovia moderna, di tipo europeo. Questi sono tutti gli elementi sui quali fondiamo la nostra strategia. Quando ho presentato al governo il piano industriale, tutti i ministri hanno lo hanno definito molto bello e ambizioso qualora fosse fatto, ma hanno chiesto se questo piano sarà fatto o rimarrà solamente un libro dei sogni. A distanza di un anno, posso dire che questo piano non solo è stato fatto, ma che ha anche superato l'obiettivo. Non è più un libro dei sogni, ma inizia ad essere un qualcosa di molto concreto. Inoltre, lo possiamo fare

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dando concretezza all'elemento fondamentale: la qualità del servizio. Oggi è il giorno in cui c'è il cosiddetto cambio orario, ossia la ricostruzione che si fa periodicamente ogni anno. Questo è il secondo anno cha facciamo questo cambio orario e, nonostante vari tumulti dovuti ai cambi dei pendolari, dobbiamo dire che è stato un normale passaggio di cambio orario come in Svizzera, in Austria e così via. Ora parliamo di un altro grande problema che abbiamo: la pulizia. La pulizia non sugli Eurostar ma sui treni locali. La stiamo affrontando con la difficoltà che questo comporta. Abbiamo avuto dei contratti che io ritengo un po' folli, fatti su solo tre aziende in Italia. Quindi, imprese che non sono sostituibili dall'oggi al domani, ma che devono essere sostituite, visto che la pulizia noi la paghiamo con soldi buoni, ma non abbiamo il risultato corrispondente alle somme che abbiamo a disposizione. Abbiamo aperto una discussione coinvolgendo anche il Comitato dei consumatori, le regioni, direttamente con i loro funzionari, e i giornalisti, per poter dire in maniera chiara e tangibile il nostro programma. Nell'ultima riunione che abbiamo fatto una settimana fa ci siamo presi tre mesi affinché questi comitati possano certificare la situazione reale e, naturalmente, se questa situazione sarà positiva, verranno confermati i servizi. Laddove, invece, sarà negativa saranno disdetti i servizi. Perché vi dico questo, che a parer vostro potrebbe sembrare banale? Perché quando si mette mano ad un contratto, dove sotto ci sono ottomila persone che possono essere impaurite dalle loro società, confondendo la loro vicenda personale con quella dell'impresa, noi, ogni volta che facciamo un'operazione di questo genere, rischiamo di trovare, per due mesi, i treni molto più sporchi. Tuttavia, questo è un passaggio che dobbiamo fare, come quello che sto facendo per le tariffe. In merito bisogna chiarire i rapporti con lo Stato, altrimenti questa società non ha la possibilità di avere le risorse per poter guardare al proprio futuro.

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Su cosa fondiamo le nostre speranze? Fondiamo le nostre speranze sui ferrovieri. C'è stato dentro le ferrovie un grande turn over. Sono usciti 100 manager e ne è stato assunto uno solo, il capo del personale. Questo non perché siamo autosufficienti, ma perché dobbiamo anche avere la possibilità di poter contare su risorse competenti. Spesso le aziende come le nostre non vengono considerate tali, ma terra di passaggio, dove in genere i manager arrivano quando sono "vecchietti", devono fare un mandato, avere una buona uscita e via. Il problema non è tanto questo, ma è quello che lasciano. Oggi, in Italia, abbiamo il problema che le imprese, pubbliche o private, non producono, purtroppo, assolutamente nulla. Questo solamente per dire che io fondo tutto sui ferrovieri. In pochi anni, hanno sviluppato la migliore tecnologia italiana esistente al mondo. Per noi è importante far sì che la nostra tecnologia, nel 2007, diventi la tecnologia base dell'Europa. Non basta semplicemente avere i forni tori, perché una casa cha ha lavorato bene con noi, non sa replicare la stessa cosa, ad esempio, in Svizzera. A breve, nel nostro Paese, riusciremo ad avere delle risorse eccezionalmente innovative. Il prossimo 16 dicembre, faccio un viaggio in visita ai cantieri. Spero che venga il Presidente Romano Prodi, insieme ad altri ministri e anche Silvio Berlusconi. Passiamo a fare una visita tra Milano e Bologna e, all'inizio ed alla fine, accenderemo due totem con il quale io e tutta la ferrovia, insieme a tutti i fornitori, ci impegneremo che a 365 giorni avremmo l'alta velocità Milano - Bologna. In questi 365 giorni l'impegno sarà visibile, con un cronometro che gira: secondi, minuti ed ore. Inoltre, avremo l'intera Torino - Salerno a dicembre 2009. Vi lascio dicendovi che noi avremo un sistema europeo, un sistema che renderà la nostra situazione drammatica, in senso positivo o negativo. Una città come Roma, che avrà la possibilità di stare su

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questo sistema, avranno un vantaggio competitivo, territorialmente parlando, drammaticamente più forte di tutti quelli che staranno fuori. Vi lascio con questa immagine: tra un anno avremo una rivoluzione che non c'è mai stata, se non con le prime realizzazioni autostradali del dopoguerra, in termini culturali ed anche in termini economici e produttivi. Cesare San Mauro Ringrazio veramente di cuore l'Ingegner Moretti. La prima domanda che vorrei fare è sul servizio universale, una questione di straordinario interesse. Non è questa la funzione dello Stato, ossia definire lo standard dei contenuti del contratto del servizio universale? lo ho avuto l'occasione di lavorare al Nars, che è uno strano luogo dove si dovrebbero elaborare le valutazioni dei contratti di servizio e che, in realtà, è un' autorità mancata. Allora, il fatto che esistano autorità di servizio, è un elemento che l'Ingegner Moretti sente come debolezza del sistema? lo, come voi, sono il classico pendolare Roma - Milano, ma in questo vagone letto "excelsior", sempre strapieno, non si può avere qualche carrozza in più? In ultimo, la questione delle stazioni terminali. E' corretto che i treni ad alta velocità entrino e arrivino nel cuore delle città? 0, invece, si deve immaginare un sistema in cui le reti ferroviarie, all'interno dei grandi centri urbani, svolgano la funzione di metropolitana, realizzando stazioni terminali ai confini dei centri urbani stessi? Mauro Moretti Il Servizio universale deve definirlo chi deve comprare,

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ma siccome


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siamo agli inizi e sappiamo che c'è un problema culturale da risolvere, non possiamo sottrarci al compito di dover contribuire. Abbiamo pensato di fare un catalogo di offerte, sia a livello nazionale che a livello regionale. Noi indichiamo quali sono le parti di servizio e come potrebbero essere fatte, e facciamo scegliere il tipo di servizio più adatto. Mi spiego meglio: svolgendo il servizio con materiali di un' età media di vent'anni, c'è una certa quota di ammortamento. Svolgendolo lo stesso servizio con materiali con età media di dieci anni, si ha una quota diversa. Se uno vuole treni completamenti nuovi, ci sarà una quota di ammortamento ancora diversa. Se uno vuole i sedili di cuoio, piuttosto che di tela, li può prendere, basta che accetti il prezzo. L'Autorità del trasporto per noi sarebbe la benvenuta, perché finora abbiamo avuto uno spezzettamento di competenze che fa pauta. Il problema del Roma - Milano è soltanto utilizzare delle tariffe diverse a seconda delle persone. Se una persona ha la possibilità, paga 130 euro e viaggia su un determinato vagone, mentre la persona che paga solo 30 euro, viaggia su un altro treno. Altrimenti - e non si capisce perché - indipendentemente dal modo, viaggiano tutti più o meno gratis, tutti più o meno scontenti e tutti autorizzati e parlar male di tutto. I progetti più belli di stazione, li stiamo facendo in Italia. Le stazioni ad alta velocità, devono stare fuori dalle città, ma devono essere fortemente intrecciate con gli altri servizi ferroviari di livello inferiore. In questo modo, le vecchie stazioni terminali diventano, di fatto, delle grandi stazioni metropolitane. Ad esempio, noi il 14 gennaio del 2008 apriremo la Napoli - Salerno; nel giugno del 2008, apriremo il passante Milano - Rogoredo; in autunno, ci sarà l'apertura della Bologna - Milano, ma anche di un' altra storica linea, la Bologna - Verona.

Nicola Piepoli Dove ha preso la sua fede nel futuro? Mauro Moretti Nelle mie radici, che sono radici di contadino e anche di ragazzo molto povero che ha dovuto conquistare tutti i suoi pezzi da solo, se~za grandi aiuti. Ho visto che ciò è possibile. Quindi, tutti insieme pOSSIamo farcela ed avere un gran futuro. Luca Giordano Perché la classe politica e la maggior parte della nostra nazione non sono sensibili a queste problematiche? Perché manca questa coscienza? Perché c'è una carenza di attenzione a questi problemi e non riusciamo più a fare un sistema - Paese? Gerardo Lancia Mi sembra di sentire, in alcuni aspetti, ciò che avvenne prima del decreto Bersani nel settore energetico. Lei pensa che la parte degli asset che possono stare sul mercato, devono essere obbligatoriamente

venduti?

Mauro Moretti Vi siete mai chiesti perché la ferrovia è l'unico sistema di trasporto dove non c'è un mezzo privato? Un motivo c'è ed è questo: nelle ferrovie bisogna programmare

sono in questo periodo.

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tutto,

molto prima, altrimenti non si va né avanti, né indietro. lo vorrei, intanto, che ognuno facesse il suo mestiere e lo facesse da persona competente. Se mi devo ispirare a qualcuno per poter mettere a posto le Ferrovie dello Stato, mi ispiro alle migliori situazioni che ci

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Sapete cosa ha fatto il Giappone per evitare di separare le infrastrutture dal trasporto? Hanno diviso, territorialmente, in tre la ferrovia. Il miglior caso di trasporto merci al mondo sono gli Stati Uniti d'America e lo sanno in pochi. Il miglior caso di trasporto misto, che fa tutti i servizi, ad alta velocità e merci, si chiama Deutsche Bank e sarà quotata in borsa. Tornando alla prima domanda, noi in Italia abbiamo un problema: una classe dirigente debole che ha fatto poca fatica per arrivare ai posti di comando. Quelli che, invece, hanno fatto fatica sono anziani ed hanno ancora in mano il Paese. E' una cosa drammatica. lo sono considerato una persona giovane, ma il mio problema è finire la carriera tra 5 o 6 anni ed avere un gruppo dirigente di giovani, da mettere al mio posto, per completare l'alta velocità.

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