Quaderno 2004 - pag202-271

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LA POLITICA DARIO

FONDAZIONE

FRANCESCHINI

ROMA

Il

gione in cui il benessere individuale non verrà più misurato sulla dei beni materiali posseduti o del denaro posseduto ma sarà val

Bisog~a lavorare su questo sapendo che, se lavoriamo bene, por anche USCIreda questa condanna, ossia quella di diventare marginali ché non reggeremo mai il futuro che è dell'India, della Cina, ecc. . Certamente se li competeremo sul loro terreno non reggeremo; s pnremo e inventeremo le nostre risorse nuove, resteremo competiti Il Po~togallo ~ra un piccolo paese di contadini e, poi, scoprend vele ed I.cannOnI sulle navi, diventò una grande potenza. Scoprl cose. NOI non dobbiamo scoprire le vele ed i cannoni ma sicuram lavorare sulle cose che abbiamo.

Ris~etto ~ quanto ho detto sulla qualità, direi che rientra perf mente Il capitolo su Roma. Anche per Roma bisogna puntare su grande riqualificazione che tenga l'immagine che ha nel mondo riesca a conciliare una sviluppo turistico con il mantenimento

delle'

prie peculiarità. Sono stato recentemente

a Praga il cui straordinario

è abbruttito

di offerta. Ci sono decine di negozi

dall'uniformità

centro stori

vendono l~ s~esse cose come in tutte le città del mondo. Purtroppo che Venezia e così, Roma, invece, è riuscita fino a questo moment mantenere la propria identità, la propria tradizione neamente aprirsi al mondo.

ma con tempo

In questo grande disegno, questo grande progetto di "qualità itali na", non c'è dubbio che il ruolo di Roma può diventare un ruolo tr nante, determinante,

di dimostrazione

al mondo di come, in un m

di difficoltà, lavorando sulle proprie risorse si può immaginare

Iluire

sulla base dell'unica risorsa veramente limitata che c'è, ossia il tern è degli europei che hanno una cultura diversa e, quindi, possono re addirittura un modello nel futuro.

dobbiamo

uno straordinario

futuro.

, 'lill-VENTI DEI CONVENUTI: l[ç San Mauro 11I1'raziomoltissimo Dario Franceschini perché ci ha dato uno spacp,l nerale su temi ai quali abbiamo lavorato come Fondazione. \1 la .cio la prima domanda, che spero non ti suoni provocatoria. Il

\IILlropremier dell'Ulivo ha dichiarato che non c'è futuro se il Pae111produce energia elettrica in proprio. È un ripensamento. Posso che ho avuto la piacevole avventura nella vita di fare l'assi-

untarti

1111d l Professar Pistella; eravamo in due a sostenere la scelta nul! in Italia nel 1984, tanto è vero che il referendum fu rovinoso. Facomizi per sostenere la scelta del nucleare. ,,\ .vo capire se su questo tema era possibile una franca riconside-

I I

11I1Il'di tutti gli elementi, calcolando, come è noto, che la Francia un'ip rproduzione

di energia nucleare.

rlQ Felicioni \,,11'\ dal punto di vista di una banca che gestisce servizi per gli enI

Il il

riali, essenzialmente

le Regioni. La domanda riguarda il fede-

\I 111<), Noi gestiamo gli incentivi alle imprese, che sono storicamen1,\Llli. Nel '98 ci accorgiamo che gli incentivi, come dice la legge .uiini, 'sono tutti regionalizzati; nel 2001, una legge costituzionale l h' tutta la materia sarà regionalizzata. La mia banca, che fa que-

203 202

DELLE REGOLE CONDMSE

E


DARIO

FRANCESCHINI FONDAZIONE

LA

ROMA EUROP

sto mestiere, pensa che, d'ora in poi, tutto quanto dovrà fare riferime to alle regioni. Poi arriva una nuova maggioranza che si professa fed

del rapporto con

lIIopa a 25. Le chiedo una riflessione su questo. Grazie. )ario Franceschini

questo governo assistiamo esattamente al contrario. Sostanzialmente

l'I' vo ad essere breve anche se i temi sono talmente complicati che !li -derebbero altri tempi. Lenergia: credo che il discorso che ha fatto

esp~do~o le competenze statali, in tutte le materie, e le competen regionali, seppure nominalmente allargate, risultano di fatto frustrat

lodi, l'altro ieri, sia un discorso assolutamente

Considerato tutto questo, una eventuale nuova maggioranza di centro sinistra, andrebbe oltre, andrebbe avanti, attuerebbe la riforma del 200

di buon senso in quan-

.vidente che una delle cause di molti problemi delle nostre irnpreil costo dell' energia. Lenergia prevalentemente viene importata e, 1I1110i, bisogna cercare, il più possibile, di investire a cominciare, soI Il t urto, dal settore della ricerca, rispetto al quale siamo enormernen-

federalista, oppure farebbe, co

.~e ~a fatto questo governo, cioè un passo indietro, tornando per ragioru, anche finanziarie, a riconsiderare in modo più attento l'esigen za di non troppo disperdere le competenze e la spesa?

DELLE REGOLE CONDIVISE

lovrà essere affrontato in termini di ripensamento

ralista e quindi noi pensiamo che ci sarà, addirittura, una ulteriore a celerazione in questa direzione. Invece, con questa maggioranza, co

nella stessa direzione, accentuatamente

POLITICA

indietro: bisogna capire che, in un sistema moderno come il nostro, ncrgia diventerà sempre più ricercata nel mondo - pensiamo al fabbi-

I

II~II che i cinesi cominciano ad avere - e preziosa. Non credo che quelli possa riaprire, in Italia, il tema dell' energia nucleare. Semmai pe~so

Riccardo Capecchi La mia domanda va dall'altra parte rispetto all'intervento precedente. Lei prima ha parlato di Europa e di opportunità che l'Europa dà rispetto alla possibilità che un sistema competitivo, del quale noi siamo parte, offre al Paese Italia. Dopo di ciò, però, l'Europa è anche vincoli, è anche legami che, in un'Europa a 25, obbligano il contesto comunitario a punti di mediazione, a volte, molto sfavorevoli al Paese. Ab-

111i temi che hanno originato quel dibattito, in primis la sicurezza, siaI mi che fanno un po' sorridere, perché è evidente che non avere le rurali in Italia ma averl e in Francia o in qualsiasi paese a noi vicino, ai

Il

, 111della sicurezza, non comporta assolutamente

alcun cambiamento.

,redo che questo, e vengo casi all'altro tema, sia uno dei settori su

biamo vissuto in questa fase di governo del centro-destra anche scelte più aggressive, rispetto al quinquennIo precedente, nei rapporti con

111oggi si deve ragionare in un'ottica europea. No~ ha più senso ~~nIlt' he, nel mondo globale, ogni paese europeo SI fa una sua politica urrgetica. La competizione, all'interno dell'Unione, è sicuramente una

l'Europa in termini di ipotesi di ri-negoziazione di accordi. In particolar modo penso al patto di stabilità. Probabilmente il clima è cambia-

Il

to rispetto a lO anni fa quando il futuro del Paese era, senza dubbio, nell'Europa competitiva, all'insegna di una competizione allargata. In una prospettiva di nuovo governo dell'Ulivo questo tema probabilmen-

204

n sbagliata. È uno dei tanti settori su cui dobbiamo

cominciare a ra-

mnare in una dimensione europea. Vengo all'altro tema. Non voglio fare polemica politica ma il tema dI iui mi si chiede una riflessione, è stato il vero fattore di discontiIIl1itàche c'è stato in questa maggioranza rispetto a tutte le esperien-

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-nza di quei vincoli, probabilmente,

ze passate. Lltalia è sempre stato un paese con un' opinione pub caratterizzata da una grande vocazione europeista, che ha port nostro paese ad essere uno dei paesi trainanti, mentre oggi siam ventati uno dei paesi frenanti con anche il rischio di un' opera di ducazione dell' opinione pubblica. Perché quando la gente trova sa, in ogni problema, nell' euro è evidente che cambia il modo di tire dell' opinione pubblica. Invece, è del tutto evidente che è l'u strada che abbiamo. Non è un' opzione che abbiamo scelto ma è l' ca strada che abbiamo e dobbiamo lavorare perché l'integrazion litica e sociale seguano, il più possibile, l'integrazione economica netaria che abbiamo creato sapendo che, l'allargamento

a 25, da

sto punto di vista, è insieme un' opportunità e un problema. È evi te che più si allarga il numero di paesi, con economie così diver società altrettanto diverse, più diventerà difficile procedere tutti lo stesso passo. E, se ci mettiamo

I

di tutta quella II Parte della Costituzione, si è fermato, l pre11\ i delle regioni, a prescindere dal colore, ci chiesero di stralciare la h ' riguardava il Titolo V, cioè i poteri alle regioni, perché le re-

i dovevano riscrivere gli Statuti in base ad una legge precedente e

Ilw

non avremmo inizi

Devono esserci dei parametri esterni che ci costringono

a meccan

la Lega e, la Lega che è portavoce della secessione, poteri ~le preteso che si riscrivesse il testo. QU1l1III,j hé procedere sulla strada dell' applicazione, hanno riscrirro

ni, ecc., ha politicamente

da capo. In un modo che non è solidale, ma non voglio entra-

l merito. usa succederà? Intanto il percorso istituzionale

206

è ancora indietro.

Il Il .rcorso istituzionale arrivasse alla fine con questo testo, noi falCIil referendUl;n perché i nostri padri costituenti, che erano molto I imitanti e avevano in mente cosa voleva dire un sistema di garan, .IV

'vano previsto, qualora le ·modifiche

costituzionali

non siano

IllIvate con i 2/3, che si possa andare a ~efere~dum ~erché è giusto •• 1 quel punto, siano gli italiani ad espnmersr. È e~ldente. che pro\ 111< a fermare questa riforma e, se si fermasse la nforma 111 questa l latura, come è probabile, dopo ricominceremo ad applicare, corndola, la nostra riforma del Titolo V. Se gli italiani decidessero 1\11

smi virtuosi.

riscriverli sulla base di una normativa già

Il

I

dei vincoli, francamente, ho un' opinione diversa nel senso che si p ridiscutere il patto di stabilità, m'a se l'Italia non avesse avuto quei vi

tato più opportuno

11ft 'ata. [l nostro Governo fece quello srralcio. Il governo attuale ha all'in-

pa nei prossimi anni. È necessario, inoltre, introdurre il principio che alcuni nuclei di p

bloccata. Dal punto di vi

me all' opposizione di allora, in aula. Dopo che quel diseg~o di

111,1,

111

si, dentro una cornice condivisa, possono andare avanti nei processi integrazione lasciando che gli altri maturino le condizioni per arriv Guai se pensassimo "o tutti e 25 o nulla".

avrebbe devastato i conti

I ralismo: tutto ruota attorno ad una questione di metodo. Fa\I) una riforma del Titolo V della Costituzione che era stata vota-

lento, non reggeremo le sfide che il mondo metterà davanti all'Eu

coli, i parametri di Maastricht, probabilmente mai il risanamento dell' economia italiana.

DELLE REGOLE CONDIVISE

Illl i più di quanto non sia accaduto.

ad andare tutti con il passo del

. LEuropa resterebbe drammaticamente

POLITICA

ROMA

sto testo va bene e lo confermassero

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nel referendum

conferma-


LA DARIO

FRANCESCHINI

FONDAZIONE

POLITICA

DELLE REGOLE CONDIVISE

ROMA

. io Pistella

tivo ex art. 138 della Costituzione, a quel punto non faremmo tro stravolgimento appena arrivati al governo. Questo perché n

l mia domanda è collegata alla precedente e si può formulare con

nulla di peggio, per una democrazia, di cambiare le regole a ma ranza, perché le regole di un qualsiasi gioco le stabiliscono insi

1.1 prima: visto che siamo in questo passaggio così efficace~ente

due parti. Se introduciamo il principio che la maggioranza del mento, quando arriva a governare il paese, cambia la costituzione, bia la legge elettorale, non facciamo altro che condannare il pa un' enorme instabilità perché ogni maggioranza che arriva cambi regole. Poiché il nostro paese ha bisogno di stabilità, qualora il r~n~um confermasse questa legge, lavoreremo sul testo che gli it 111 Cl avranno consegnato.

Id ·ce. liti

.

nella parte introduttiva

I,,' temi che richiedono assolutamente

. Caro Dario, ho apprezzato molto il tuo intervento e desideravo p n una domanda. Hai articolato il tuo discorso, inizialmente, in pars construens, cioè hai detto quello che è necessario per fare un bu

illlmetricamente:

l't'I' problemi di grande rilievo, maggioranze che vanno anche al di

ofisticato il mio maestro; la domanda

11 derico Grazioli la mia domanda

è duplice.

In primis, in che cosa si differenzierebbe questo programma posi vo da un eventuale programma del centro-destra, per lo meno nella parte più avveduta. Secondo aspetto: questo tuo programma

ha qualche cosa a che

dere con la terza via che mi pare di aver letto in recenti dichiarazio dell'amico Rutelli? Si combina in qualche modo oppure questo pr gramma è una tua idea? Grazie.

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a cui siamo stati abituati.

\;s,are San Mauro

nuare a fare. Tralasciando

che hai presentato,

ma siamo proprio convinti che sia stata una gran-

clta questa lettura dello schema di due blocchi che, di fatto, renI iascun blocco fortemente condizionato dalle rispettive estreme? È IO che, in fondo, il probkma è lo stesso. Non si possono costruì-

1.1, volendo ...

al programma

ampia,

l

governo; nelle risposte hai utilizzato uno schema da pars destruens, sia hai elencato quello che è stato fatto male e che non si deve con la pars destruens e venendo alla pars construens,

una maggioranza

\I dovremmo considerare?

I lla contrapposizione

Giuseppe Faberi

dell'intervento,

dedovendo scegliere alme-

poteva anche essere più di-

Onorevole, Lei ha parlato di giovani e ne ha parlato come una riI .1, come una possibilità. Lei pensa che i giovani si possano acconIII.Iredelle cose che ci siamo detti? Non lo credo proprio. Parlo da anziano e, proprio perché sono an110, conto molto sui giovani. I giovani sono la nostra forza, il nostro-

v nire. Porto un esempio: abbiamo parlato di nucleare. Lei ha fatto Il'.dfcrmazione dicendo: "per il nucleare non credo ci sia possibilità di mhiare". Lei pensa che ai giovani un discorso così piaccia? La realtà

I l uucleare

è cambiata? Personalmente

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non mi sono mai occupato di


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ROMA

E

energia. Mi occupo di agricoltura. La realtà è cambiata. Ci siam corti che abbiamo fatto determinate scelte di un certo tipo. Oggi biamo l'energia nucleare alle porte del paese. Credo che dobbiamo sare che i giovani devono avere delle motivazioni e delle possibilit muoversi. Sono cose che noi diciamo sempre ma cosa diamo a loro poter fare questo? Stiamo cercando di portare avanti dei progetti di mazione di quadri, di valori che mi appassionano molto ma credo se vogliamo veramente pensare ai giovani, loro hanno bisogno di messaggio molto più forte e più aggressivo. Grazie. Chicco Testa . Vorrei fare una domanda che ha a che fare con la parte finale del intervento.

Tu pensi veramente, e prescindiamo da Bush che in questo mom to governa gli USA, che sia possibile proporre l'Europa come futuro spetto agli Stati Uniti? Il cambiamento che bisogna fare, è un cambi mento di proporzioni gigantesche. È chiaro che, nonostante tutto, Usa sono oggi il Paese, per quanto riguarda la ricerca, l'innovazion l'industria, più giovane e straordinario, di contro a un paese com nostro, in cui, ci saranno le vigne, il lardo di colonnata, ecc., ma v anche un futuro tragico per i giovani. Dario Franceschini Parto dal tema dei giovani. lo ho un' opinione un po' diversa, ma rebbe interessante sentire le risposte dei giovani stessi. Credo che o ci sia una sensibilità così elevata verso i rischi arnbienrali che, propri il mondo giovanile, prenderebbe negativamente l'ipotesi di reintrodu re il nucleare nel nostro paese. Posso sbagliarrni ma questa è la mia irn

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LA POLITICA

DELLE REGOLE CONDIVISE

ione. Semmai si deve lavorare sulla ricerca. Rispetto alle cose che V.I hicco Testa, siamo condannati come Europa? Rovescio il diI Il che hai fatto. Siamo inesorabilmente condannati come Europa hé iamo un continente in cui l'età media si alza sempre più, in cui ntralità è finita. Dobbiamo lavorare esattamente sulla nostra iden.apire la nostra identità, la nostra storia, il nostro patrimonio coI i può rendere cornpetitivi nel mondo. Se, viceversa, ci rassegniaI.Iome molto spesso fanno le nostre televisioni, cioè diventano, poi1.1 televisione colma dei vuoti educativi delle famiglie, uno specIl di modelli per i nostri ragazzi, distruggiamo quello che c'è di poo nel modello di vita europeo e importiamo modelli che non sono I t ri, che non stanno bene nella nostra cultura, nella nostra società. 111' he io pensi ad un popolo di camerieri, di agriturismi; penso che Il"io le condizioni per creare sviluppo stiano nella valorizzazione del uo sistema qualità e che la capacità di attrarre dell'Europa nel moni.ino legate a questo. .crto, la capacità di fare sviluppo industriale richiede di puntare ai lIialti: Il occorre ricerca, innovazione, grande qualità, non all'induI di base per la quale non c'è più spazio. Più si sale nella fìliera e merilevante diventa il costo del lavoro. r, evidente che se puntiamo a restare cornpetitivi nel livello basso doIIIosto del lavoro è assolutamente determinante, potremo fare tutto 110 he vogliamo in materia di riduzione del costo del lavoro ma non Il Icremo mai cornpetitivi, non solo con le economie che lo sono og111.1 . n quelle che lo diventeranno in modo dirompente nei pressiI lini, in un mondo in cui le distanze non contano più niente. I )ohbiamo puntare ad attrarre, e questo è perfettamente conciliabi1111 Il n discorso di tutela dell'ambiente, sui livelli alti delle filiere do-

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ROMA

ve il costo del lavoro non è determinante perché, invece, conta il re, la conoscenza, l'intelligenza. La domanda sul programma. Ho provato a dire alcune cose difficile riassumere un programma di messaggi. Sicuramente la cosa noi, nella diversità, dovremmo far passare è che lo schieramento ri mista ritiene che la competizione da sola, il mercato da solo, non sano avere le caratteristiche per governare le grandi trasformazioni prossimi anni. Se le nostre società saranno regolate soltanto dalle l che del mercato, schiacceranno sicuramente i meno garantiti e i m protetti perché sul mercato è normale che sia il più forte a prevaler più debole, la zona territorialmente più avanzata ad andare avan quella più arretrata a restare indietro, se non c'è la politica che m gli anticorpi. Su tutto questo si staglia il tema terza via: "c'è lo spazio per un zo polo?" . Non c'è. Oggi tutto il mondo politicamente avanzato ci insegna la divisione è fra un centro-sinistra e un centro-destra. Non c'è dubbio che nel mondo globalizzato in cui crollano le stanze e le frontiere in tutti i campi, dal!'economia alla società ai m di di vivere, è difficile che restino le frontiere nazionali come muri i valicabili, nella politica. È difficile pensare che in Europa e nel mo do non si vada verso una semplificazione e, quindi, le due posizio che emergono anche altrove sono in grado di fare capire a tutti da c parte stare. Nella globalizzazione emergono queste due grandi posizioni. C to, i democratici americani non c'è dubbio che stanno dalla stessa p te dell'Ulivo in Italia. E non è un caso che la parola socialismo in America provoca un br

21,2

LA

E

POLITICA

DELLE REGOLE CONDIVISE

a pronunciarla ma i democratici americani hanno avviato del111 ' di collaborazione stabile tra le due fondazioni di studio - la zione democratici americani e la fondazione dell'Internazionale Il la _ e il partito popolare europeo sotto la guida di Aznar ha avanche in questo caso, delle forme stabili di collaborazione con i I bli ani americani perché si capisce di stare dalla stessa parte. Il -ste due grandi posizioni, poi, vengono coniugate in modo dinei singoli paesi a seconda delle storie nazionali, delle società. I .tI·uni paesi ci sono due partiti, in altri due coalizioni, in altri ani s no delle situazioni complicate come da noi. uindi, è difficile tornare indietro rispetto a tutto questo. Si tratta 111 'mente di far si che questa semplificazione non diventi cancelli delle culture politiche, dei valori, delle identità che poss?no esIl lilla fonte quotidiana di divisione o un fattore di arricchiinento Ipiluno degli schieramenti. Credo che non ci sia spazio per torna[ictro e che si debba andare avanti su questa strada che è una stra11111 .rna che consente l'alternanza dei governi. È necessario che nel 1111 Paese tutto questo comporti la scelta di far diventare progressinrc il confronto sempre più civile, più costruttivo, meno aggres111 no rissoso, con meno criminalizzazione degli avversari, abbas1110

I

I

111

tu tti i toni.

I II~irnata di ieri è abbastanza significativa perché i toni si sono alall'inverosimile. Mi chiedo cosa c'è di più rispetto a quelle fratornano al governo porteranno solo miseria, terrore e morte". Mi 111 ti po questo cosa c'è. Proviamo tutti a riportare il confronto su il più possibile civili sapendo che se dovessi indicare due temi di 1111,. bipartisan dovrebbero essere la scrittura delle regole, perché le Il . i ambiano solo se c'è l'intesa, e la politica estera. IIIIO

213


DARlo FRANCESCHINI

In tutti i paesi maturi la democrazia bipolare impone che ci i continuità nella politica estera e, comunque, la prima preoccupa' è garantirla all' esterno, unirsi nei momenti di difficoltà. Da noi stato possibile, se non in qualche rara occasione, nemmeno questo, ro che tutti insieme, con un po' di buona volontà, lavoreremo p ventare un paese moderno. Grazie.

214

PARTE SECONDA


ROMA E LA GLOBALIZZAZIONE

Dalle perplessità

sulla globalizzazione

RELIGIOSA

alla leadership

nella globalizzazione: il caso del cattolicesimo romano lilla,

Complesso dei Dioscuri al Quirinale, 28 Gennaio 2004

di Luca Diotallevi (Università di Roma TRE)

()biettivo Pensato per un incontro seminariale, a questo piccolo rapporto è 'nato un obiettivo che vorrebbe essere preciso, limitato ed aperto

ulteriori sviluppi. 111

Nonostante l'analisi dei fenomeni religiosi abbia svolto un ruolo trascurabile nel formarsi del filone di studi relativo alla 'globaliz-

/Ione' (Robertson), tale prospettiva d'indagine non attira al mornen-

una particolare attenzione da parte degli specialisti. Inoltre, anche \I

lido effettivamente

1\111

si riflette e si indaga sui processi di formazione global religious system (o di un weltgesellschafltilchesfonktionaldif

, nzierte Religions Teilsystem) (Beyer), il cattolicesimo romano non riIlloltra gli oggetti più studiati. Nelle pagine che seguono si vorrebbeuuvece richiamare argomenti a sostegno della opportunità

di correg-

i due orientamenti precedentemente menzionati: una discreta giuIIlt azione del titolo sarebbe già un buon risultato per questo lavoro. Il

vviamente, a causa della sede cui questo contributo è destinato, è il ()di sottolineare che nella definizione dell' oggetto al centro della atuzione, il 'cattolicesimo romano', al qualificativo viene scrupolosaI lite

conservato tutto il suo corredo semantico: esso rimanda a Ro-

217


ROMA E LA GLOBALIZZAZIONE FONDAZIONE

ROMA

ma in tutta la sua determinatezza spazio-temporale. (Che il cattol simo romano, e persino il suo "polmone" latino (Woitila), sia fen no religioso di forma ecclesiale 'plurirituale', lungi dal rivelarsi un blema si presenta come uno degli indizi più interessanti.) Inoltre, non solo si vorrebbe mostrare come il titolo rimandi 'un problema effettivamente degno di priorità per le agende scien che, ma si intenderebbe anche accennare al valore dello stesso in più ampia prospettiva culturale, civile e politica nel senso classico termine. Le strategie passate e future del management religioso catt co basato a Roma ed incardinato nella omonima diocesi cattolica vrebbero apparire nella loro non occasionale o generica capacità di i fluenza sulla complessa ed originale polity dell~ global society. Va infine esplicitato che lo spazio a disposizione, insieme ad al ragioni, consente al paper di puntare solamente ad una indicazion nodi e di argomenti cruciali, piuttosto che ad una loro esauriente t tazione. La stessa menzione delle fonti - come si è già visto - avrà forma di un mero pro memoria. 2. Approccio disciplinare Assumendo come riferimento la questione della globalizzazion si è già scelto di collocare il presente contributo entro la limitata pr spettiva disciplinare sociologica (Wallerstein, Meyer, Robertson, Luh mann, Beck, Giddens, ecc.). In questo ambito, per altro in continuo movimento, le scelte'an litiche più precise che verranno operate saranno tra l'altro guidate an che da una preoccupazione, l'unica che si intende esplicitare. In parti colare le versioni più evolute della teoria dei sistemi, testimoniano eh la sociologia attuale dispone di approcci non riduzionistici alla religio-

218

RELIGIOSA

E

. (\ dato è emerso anche in sede di confronto con la teologia (Pannbcrg, Welker, Peukert). Proprio in forza di una radicale opzione coIIItivistica, l'analisi sociologica ammette tutta la particolarità e la arIII ialità della sua prospettiva, scelta che le consente di disporre di un IO orizzonte di ricerca ed insieme di riconoscere pari dignità ed ir111ibilità alla esperienza religiosa ed al sapere teologico, come ad ogni !tla esperienza sociale od ad ogni altro approccio disciplinare adeguamente elaborato. Questa sociologia, a differenza di tante tra quelle Il,,siche,non pretende più di spiegare, svelare, demitizzare la religio. Non fa altro che osservarla in un certo modo ed a partire da un cero punto di vista. . aratteristiche di un sottosistema funzionale globale Seguendo un consistente filone di studi, e privi dello spazio necesIl io ad argomentare questa opzione, si adotta qui un concetto ed una I oria della globalizzazione. Per globalizzazione si intende innanzitut111 la progressiva formazione di una società globale (in opposizione a IlIl aie), ovvero, si intende che le ultime e radicali riduzioni di complesII~ indispensabili al processo sociale di costituzione del senso vengo110approntate attraverso processi che piano piano cessano di essere isti111'/.ionalizzati secondo originalità locali (Luhmann). Allo stesso tempo, lobalizzazione significa anche che le singole prestazioni cui si è accenn.uo sono distintamente ed incommutabilmente fornite da sottosistemi funzionalmente specializzati nei quali la società (come specifico tipo di sistema sociale) tende a differenziarsi. Per qu~sto.si pu~ anc~e diIl' he la globalizzazione corrisponde al processo di unifìcazione di una ocietà al suo interno radicalmente differenziata per funzioni, ovvero: l hc globalizzata appare una società in cui sono tendenzialmente unifi-

219


ROMA E lA GLOBALIZZAZIONE FONDAZIONE

cati i sottosistemi

funzionali in cui essa si è storicamente

via. Quando

e pri

largamente

fanno funzionare

un codice con ciò stesso mantengono

ed a

in essere un

funzione sociale come specifica, perché e finche non abbia la un qualsiasi altro equivalente funzionale. Abbiamo brevissimamente accennato ad una certa idea di l lizzazione in modo da lasciare al centro il concetto (ed il problem sottosistemi funzionali della società globale (il global political syst.

global economie system, il global scientific system, ecc.). Si cercherà pome i~ evidenza alcuni pochi tratti e tendenze, onde poter poi mulare m un modo meno generale - per quanto ancora parzial problema con riferimento ai fenomeni religiosi. (<<È possibile pari qualcosa come un global religious system?») Secondo il punto di vista adottato, la traccia principale del fu namento di un sistema sociale globale specializzato è la circolazion comunicazioni

regolate da un particolare codice (1), riconosciut

me capace di trattare complessità e contingenze in modo divers tutti gli altri codici circolanti. Lesempio più semplice è forse dato la ~ostra capacità di riconoscere, in situazioni di interazione, zanve, o comunicative da una comunicazione

org

più in generale, una comunicazione econo di qualsiasi altro genere, poniamo affettiva.

non avviene innanzi tutto sulla base dell' oggetto della comunicazi ma sulla base del codice: semplificando, grazie alla moneta noi riu mo ~ parlare in modo esclusivamente economico di qualsiasi ogg Ovviamente, per la stessa ragione è possibile comunicare scientifì mente su oggetti economici o economicamente

220

su oggetti scientif

parliamo di un global functional

system parliamo di

r :te di c~muncazioni regolate dallo stesso codice. Conviene esplicitare ancora almeno un paio di distinzioni.

mente differenziata. Ovviamente, in nessuna teoria è più assu catalogo trascendentale delle funzioni sociali. Semplicemente, qu tosisterni sociali che, specializzandosi,

RELIGIOSA

ROM

rema globale non è una organizzazione,

I

né è minimamente

Il sotpen-

lilc una

sua organizzabilità. Nel suo insieme, il sistema economilobale non è una impresa né sarebbe mai possibile dargli la for-

organizzata di una impresa. Piuttosto, esso è mercato come spaI di comunicazioni economiche che hanno luogo (tra l'altro) tra e 111 l'O le imprese. Proprio perché enormemente più complessa della uuomia del più o meno mitico "castello alto medioevale", l'econo-

1.1 di mercato è (2) tanto inorganizzabile quanto bisognosa di un nuIO prima inimmaginabile di organizzazioni e capace di accordare

Il.1 organizzazione

ed ai suoi principi un valore prima mai raggi unAncora, vale la pena richiamare un'altra differenza, quella tra mo-

I

y

currecies. La global society è fenomeno assai più tardo della rno-

urizzazione dell'economia. Qui non interessa tanto il fatto che una unomia del baratto non avrebbe mai consentito la formazione di 111 Il

global economie system, quanto che una sorta di s~artiac~ue al.mei leale, dopo il quale diviene chiaro il processo di globallZzaziOne

unornica, è segnato dalla fine dei vincoli di parità aurea (come sordi ancoraggio di un valore sociale ad un dato "naturale") e dalla na e libera convertibilità tra le currencies (processo per altro tutora in corso, per quanto assai avanzato). Tra l'altro, tendenzialmen-

1

, il regime di piena convertibilità I

a valori di mercato tra le curren-

((3) va di pari passo con la riduzione del potere diretto delle orga-

Inazioni politiche (gli stati, ad es.) sulle monete, fenomeno connesIl .rll'impacto della differenziazione funzionale sulle organizzazioni, 111

questo su quelle politiche e su quelle economiche.

221


ROMA E LA GLOBALIZZAZIONE FONDAZIONE

ROMA

diffusa a volte una comprensione ,Della specializzazione di un codice, della differenziazi~ne di subsisterna funzionale, ci si accorge di norma anche attraverso la O

di un t~po ~i fenomeni socioculturali piuttosto ambigui, p,lena monetanzz~iOn,e dell' economica ci appare come una preco z~one della globalizzazione economica, così la positivizzazione d l ntto, la tendenziale proceduralizzazione della produzione giuridic

tloni pre-moderne, Va però detto che, se non si tengono, unit~ le ,d~e II della medaglia della specializzazione dei sistemi funzlonal!: dimil/Ione della influenza ed aumento della autonomia, si rischia di ve, "dall'interno" o solo declino o solo dominio, Ad esempio, certa

appare come u~a de~le ?recondizioni della globalizzazione politica. questo modo, Infatti, SI forma un codice globale specifico e non trollaro da alcuna organizzazione, Una evidenza eminente se ne ha

111>\ gia della secolarizzazione

è frutto di una lettura dei rapporti tra lI~i ne e modernità attenta solo alla prima componente, mentre c~rnfasi sulla assolutezza dello stato dipende dalla esagerata attenZlO.,d una sola e molto contingente fase del processo di modernizzazio-

processo in, sede inter~azio~ale ("globale") di capi di stato legitti me~te eletti. Questa dinamica di specializzazione globale, è noto, comportato

una accelerazione

della distinzione

politica, Per rimanere in argomento, è facile vedere cor:ney conc~tdi laicité dipenda dalla riduzione di tutto il processo di dlfferenzla-

sem

~lÙ netta tra i,cod~ci della verità scientifica, della verità religiosa, del ritto, e così VIa, Nel corso di diversi secoli, si sono formati codici,

otl '

1\( Il più profonda e vasta è la comprensione che di quel processo SIha I .ombinaro costituzionale statunitense di "disestablishment ofchurch

con~Inge~ze, Se però ci si pone dal punto di vista delle organizzazio che influiscono sulla regolazione di ciascuno dei codici, si può osse que spesso non tenuti insieme nella interpretazione

(r'ce exercize' ,)

, '

ono state così sommariamente

e du

richiamate quattro carattenstIche

Il quei sotto sistemi funzionali che, globali~zatisi, costituiscono

delle vicende e n

[i una società libera innanzitutto

perché caratterizzata dalla incommu-

I ihilità II

e~ acquistano I~ autono~ia (4), Non c'è assolutamente spazio per ese pIO per dettagli. Lo menterebbe ad esempio il fatto che, non essend

dei social goods (Walzer), Si tratta di una società che, con una .zione ancora più radicale di quella che il concetto ebbe all'inizio

I \ uo uso nella politologia contemporanea

I

(Dahl), potremmo

lIiI . "poliarchia globaleP, In breve: l) unificazione

defi-

dei codici funz~o-

Il.''mente differenziati, 2) funzioni sociali inorganizzabili

223 222

le pr~~-

Ipali strutture di una società dalla polity senza centro e senza vertici,

l~ ela~or~zi~ne delle teorie, Quando un codice si specializza, le or ll1ZZ~z~oll1,dI,queltipo, allo stesso tempo, perdono molto potere su al ambiti ~OCIali~ ne acquistano molto sul proprio: perdono in influen

né omolo~h! né sincron~zzati i diversi processi di specializzazione, d la modernità (come avvio del processo di differenziazione funzionai

funzionale tra politica e religione al principio di Westfalia, sì pas-

V.I,iostorico decisivo del processo di differenziazione, ma ~ertamenIl 'n lungi dal rappresentarne anche solo lontanamente l appro,do,

s~~no sem,pre più specializzato in un certo modo di trattare compi sua e conungenze ,ed allo stesso tempo sempre più inadeguato a co pren~ere la trattazrone che gli altri fornivano della complessità e d

re un processo fatto di aspetti spesso letti come contraddittori,

segnata dal dominio delle cultu-

d .lle organizzazioni politiche (classicamente dello stato), le q~~i niuvano al momento maggiore dinamicità rispetto al resto delle isn-

==

st,oncamente

RELIGIOSA

E

ma per CUlle


FONDAZIONE

ROMA E LA GLOBALIZZAZIONE

ROMA

RELIGIOSA

organizzazioni assumono per numero e per importanza un valor assunto in precedenza, 3) convertibilità tendenzialmente piena ra di "currencies", 4) sottosistemi funzionali tra loro meno recip

'nere di verità, quanto in culture come l'illuminismo europeonrinentale che adottava uno schema inverso, si fa fatica a rintraccia[ualcosa come un codice religioso nel significato qui attribuito al

mente influenti e più autonomi.

siamo porci con un poco più di precisione è: (i) osservando i fen ni religiosi contemporanei si nota qualcosa del genere, si può cio

mine. Non più vecchi di due secoli sono i tentativi di una autocomnsione della scienza e della religione - per rimanere nell' esempio la ciasse intravedere qualcosa come una differenziazione dei codi-

lare della formazione di qualcosa come un global religious systnnP eventualmente: (ii) ci sono organizzazioni religiose o reti di or

l! -I linguaggio relativamente recenti hanno ridato dignità pubblica

La domanda che ora, finalmentf,

non semplicemente

un reciproco tentativo di Aufhebung. Solo teo-

zazioni religiose che si segnalano per la leadersbip che sono capa esercitare in questa direzione?

I comunicazione

4. Quattro emergenze di un possibile global religious system

religiosa (Kasper), od alla conseguente esigenza di promuovere panalmenre una «fede adulta, pensata». Ma è proprio su questo punto

Anche solo concentrandosi sui quattro indicatori selezionati, sarebbe difficile raccogliere indizi (Beyer, Casanova) in grado di co borare l'ipotesi di una crescente dinamica di globalizzazione religi la quale - per inciso - ha pochissimo a che vedere' con fenomeni di ~sione di questa o quella preferenza religiosa, di notorietà planet di questo o ~uelleader religioso, di omogeneizzazione di questo ò q segmento di credenze religiose. Di seguito saranno riassunte alcun

religiosa. Una strada analoga è ormai assunta an-

da una buona parte della teologia fondamentale contemporanea. l't nsi alla sottolineatura del carattere non immediato della esperien-

I ,i dovrà tornare più avanti. In ogni caso, si può ben dire che gli asIli portati alla religione negli ~ltimi due o tre secoli da potenziali e Il

accreditati equivalenti funzionali, scienza o politica che fossero, al

umento risultano non aver avuto successo. Più o meno praticata che , ma certo non estinta, la comunicazione religiosa (Weber) è ben dif-

servazioni relative ai quattro precedenti punti, per poi richiamare la

nziata rispetto ad altre forme di comunicazione. A partire dal caso dei pur "secolarizzati" e "laicizzati" paesi Occi-

tenzione su quella parte del materiale raccolto più utile al confran

nrali, è evidentissimo il processo di proliferazione degli attori della of-

c~n ~l q~e~ito "ii" ("ci sono organizzazioni religiose o reti di organi zzonz reltgzose che si segnalano per l'influenza che stanno esercitando questa direzione? "). Il riconoscimento bilaterale (tra diversi attori religiosi) di un dice religioso, di un modo religioso specifico di osservare e rielabor contingenze e complessità, non ha una grande tradizione (1). Tan nelle culture religiose che sovraordinavano la verità religiosa ad ogni

224

I

I t.l

religiosa (2), delle religious firms, ed insieme la disorganizzazione

IIlJuello che sino a pochi decenni fa veniva chiamato campo religioso Ullurdieux, Dobbelaere). Ciò nonostante è anche facile osservare come

i.1 per troppo tempo trascurata la persistenza di grandi organizzazioI religiose .1 1110

(o reti di esse), sottovalutando la loro capacità di continuatiocare un ruolo sociale di tutto rilievo (Kauffman, Beckford), non su scala locale.

225


ROMA E LA GLOBALIZZAZIONE

RELIGIOSA

IIIltidimensionale della secolarizzazione. Si tratta di osservazioni che [urnmente dirigono nel senso più in alto accennato. La religione de-

Fenomeno tipicamente Novecentesco, se si esce dal settore no-rifrornato ("protestante") del mercato religioso, è lo sviluppo ecumeniche od interreligiose (3).

i

ste è qui importante notare come rivelino la capacità da parte tner religiosi pur molto diversi di riconoscersi come tali. È fin

di

meno di quanto gli analisti si sarebbero aspettati sino agli anni III'HO (Beckford), ma tanto la capacità di influenza extrareligiosa del-

t

,Il

ti relazioni interconfessionali,

facile mostrare come questo fenomeno non sia completamente ri bile alla cultura della tolleranza religiosa od interreligiosa (politica

11.1

ranizzazioni religiose - ad eccezione dei momenti e dei luoghi di lhsso sociale -, quanto l'elevatissimo arbitraggio individuale nei comu.unenti di consumo religioso, non consentono assolutamente di

te mediata), od a casi di sincretismo religioso. In molti fenomeni i confessionali, interreligiosi od ecumenici del Novecento, infatti,

rl.irc della fase di "ritorno" di un moto pendolare.

esplicitata e generalizzata la coscienza di altre specie di comunic

I.l'i.ione religiosa (Luhmann, Beyer), è possibile non solo ricordare il undo interrogativo ("ci sono organizzazioni religiose o reti di organiz-

schiettamente

religiosa senza con ciò relativizzare la propria. Si

di una esperienza fondamentale, resa possibile da una non totale i tificazione tra appartenenza sociale ed appartenenza religiosa. Se d to della offerta religiosa, della produzione religiosa, passiamo ali della domanda religiosa, del consumo religioso, la letteratura s come negli ultimi decenni sia vertiginosamente

aumentato

il fen

Ammesso dunque,

come pare, che sia possibile parlare di globa-

.ioni religiose che si segnalano per l'influenza che stanno e~ercita~~ i~ 1,,.,la direzione?"), ma anche provare ad abbozzare una ipotesi dI nmIa _ tra le tante possibili - che abbia a che fare con il tema enunin principio

IO

(<<cattolicesimoromano e globalizzazione

religiosa»).

• siamo cioè chiederei quale ruolo stia svolgendo il cattolicesimo

ro-

no delle conversioni religiose, la cosiddetta "circulation 01 the sai (Bibby). Il consumatore religioso cambia menu religioso proprio

110

ché impara a comparare, e se compara è perché intuisce una comun

l/n evento tipico della globalizzazione religiosa Molti osservatori e molti analisti socio religiosi hanno più volte e

za di specie tra generi religiosi diversi, impara a riconoscere com ney religiosa diverse currencies religiose, sino a crearsi un proprio colato portafoglio religioso (Luckmann).

nel processo di globalizzazione religiosa.

Il.imente

sottolineato l'autorevolezza e la visibilità raggiunta da Giolini Paolo II ed in parte trasmessa all'intera Chiesa cattolica. Tutto

Gli ultimi centocinquanta anni di dibattito filosofico ma an empirico sulle teorie od anche solo sulle idee di "secolarizzazione" (

l" sto non è ovviamente estraneo al processo di gl~balizzazion~ reli-

(Nijk, Rendtorff Koslowski, Luhmann, Lubbe, Acquaviva, Burgal si, Luckmann, Berger, Dobbelaere, Stark, Wilson, Beckford, Hervi

.\il .sirno romano e le sue organiz?,-azioni religiose. Ciò detto, si vor-

Léger, Chaves, Diotallevi, ecc.) hanno posto capo ad una, per qua spesso disordinata

comprensione

del carattere letteralmente

226

ambì

m;I

ed al rilevo che in questo processo conserva ed mcrernenta il cat-

I Il . dare al riconoscimento IO IUl

di un ruolo particolare per il cartolicesi-

romano nel processo di globalizzazione religiosa un riscontro più

i '0 ed più chiaramente connesso a qualcuno dei quattro indicato-

227


FONDAZIONE

ri evidenziati. Ovviamente,

ROMA

E

più scelte sarebbero possibili.

. ROMA E lA GLOBALIZZAZIONE

I l'I. i

I due incontri interreligiosi di preghiera, svoltisi ad Assisi nel l e nel 2002, hanno le caratteristiche che cerchiamo, si tratta di senz'altro senza precedenti, per quantità della rappresentanza e per cificità del profilo. Più volte, in passato, era capitato che attori r li si fossero aggregati, anche in posizione di primo piano, a conveg vario genere: politici, scientifici, ecc .. I due incontri di preghiera di sisi hanno però alcune caratteristiche ai nostri occhi assolutament denti, pertinenti ed inedite.

pubblico - incrementandolo

RELIGIOSA

- non solo come motivo d'altro,

sotto la protezione di un potere di altr' ordine (politico, ad mpio), ma direttamente, specificamente. Con ciò stesso la religione IId più difficile, di fatto sconfessa, la giustificazione religiosa del ri111

010

Ilso

ad altri poteri per fini religiosi.

Pensando al «paradigma di Assisi», se di quegli eventi si accetta la nu-rpretazione sommariamente richiamata, possiamo cogliervi almeIl IIn esempio di come le organizzazioni religiose del cattolicesimo

origine in sed

unano sono effettivamente in grado di svolgere un ruolo di grande llicvo, probabilmente non solitario, ma altrettanto probabilmente 11/.:1 eguali, nella dinamica di globalizzazione religiosa. Quello che in

I destinatari della convocazione sono stati esclusivamente religi la convocazione ha assunto un carattere tendenzialmente universal

I"('sta sede urge sott~lineare è che, in quella circostanza ma anche in umerose altre (si pensi allo spirito di certi incontri con l'Islam), una

Lo scopo e la forma dell'incontro sono stati di "natura" esclu i mente religiosa: la preghiera, tipica espressione della comunicazi religiosa.

pl'IIM pressoché completa delle organizzazioni religiose contemporanee ha

La promozione ligiosa.

dell'incontro

ha avuto autonoma

L'incontro, proprio perché di natura non sincretistica (il "pre insieme" che certa teologia e certa intellettualità avrebbe auspicato),

/1

auosciuto al vescovo di Roma una sorta di potere di convocazione. Lipoi .he tale "potere" sia stata riconosciuto

semplicemente

alla perso-

di Karol Woitila appare debole e non può comunque essere in quecon ciò certo non trascurando il singolare contributo che

Il discussa,

imperniato sul reciproco riconoscimento della preghiera altrui co preghiera (l"'insieme per pregare" voluto da Giovanni Paolo II), ha p

Il questo

sticamente mostrato uno stadio discretamente avanzato del process formazione di qualcosa come un global religious system, ed il suo es tutt'altro che una sorta di religione "medià' o di sacralizzazione di u religiosità sentimentale, intimistica ed anonima. (Qualcosa di vagam

l' -no dai suoi predecessori ed in particolare dal Concilio Ecumeni-

te analogo ad una manifestazione di convertibilità tra diverse cu cies religiose.) Il «paradigma di Assisi» consiste pertanto in un inedi . farsi pubblico della religione in quanto religione (Donati, Diotallev La religione, attraverso le sue tradizioni, mostra di poter accedere

228

ali

pontefice è venuto al darsi della situazione che stiamo con-o

hkrando. In ogni caso, Woitila ha piuttosto praticato con coraggio l" inventato un processo ecumenico ed interreligioso che era stato Il

Vaticano Il.

l.tll.

on ciò né si esaurisce l'analisi sociologica dei contributi cattoliglobalizzazione religiosa, né si esclude il notevole concorso di al-

Ii auori

religiosi, ma semplicemente si offre un dato esemplare del conCIISe> che da una dimensione della r~altà romana viene alla formazio-

Il

cl lla polity della global society.

229


FONDAZIONE

6. Cattolicesimo romano e globalizzazione

ROMA

ROMA E LA GLOBALIZZAZIONE

Eu

formazioni,

I l'a

religiosa

ma nel saperle in un modo o nell' altro trattare, nel

unoscerle. La forma e le politiche delle organizzazioni

In parte almeno l'obiettivo indicato è stato raggiunto. S'è cioè

RELIGIOSA

romano potrebbero

e delle istitu-

strato come sia possibile argomentare a sostegno di un ruolo impor te giocato da organizzazioni religiose cattoliche romane nel proces

uni religiose del cattolicesimo

rivelarsi se non al-

formazione del global religious system. E ciò non innanzi tutto in vi dei loro "numeri" (niente di analogo infatti potrebbe esser detto di

\. di una particolare tradizione ed i livelli interni ed esterni di varie-

o I' meno inadeguate a proporre una mediazione riflessiva tra la iden-

numericam

, lomplessità, contingenza, differenziazione. l.a straordinaria crescita della tensione tra domanda ed offerta è ere-

te consistenti o più), ma sulla base della forma delle loro istituzio delle loro strutture nonché come effetto delle loro policies.

a dismisura come in ogni ambito anche in ambito religioso (Luckunn, P. Berger, Davie). Tra gli attori religiosi non è mancato chi, ana-

ganizzazioni religiose operanti in tradizioni altrettanto

lilla

I \.\o manager, abbia proposto o praticato una opzione radicale per le I.~i.he identitarie della offerta (per contrastare l'arbitraggio individuaI della domanda) ma anche chi abbia proposto o praticato un accorn-

È però forse il caso di dare ancora un poco di spazio, nulla di alla impostazione di una ulteriore linea di ricerca. È ovvio, infatti, una sistematica trattazione della questione che si sta qui solo defìn

Wlamento ad una religiosità totalmente

do richiederebbe di affrontare il problema delle ragioni che spieg questa concorso cattolico romano alla leadership del processo di glo lizzazione religiosa. Facendo anche riferimento

a precedenti lavori (Diotallevi), si

i

tende qui proporre una ipotesi di carattere generale. La capacità di dership del cattolicesimo romano nel processo di formazione del glo

religious system potrebbe dipendere in misura importante dalla sua p lity, dalla forma della governance. A differenza di altre tradizioni r giose, anche non meno diffuse, la articolazione interna assunta dal tolicesimo romano è quella che più somiglia alla articolazione di sottosistema funzionale globale. O meglio: la tradizione cattolico mana risulta al momento

particolarmente

attrezzata, rispetto ad al

tradizioni religiose, per misurarsi (to cope with) con i processi di di renziazione di ogni tipo che caratterizzano la società a modernizzazi ne avanzata, e dunque le sue inedite misure di complessità e conti genza. Tale capacità non consiste necessariamente

230

nell'assecondare

individualizzata,

abbando-

il sacred canopy per il bricolage.· Operando essenzialmente su di ornplessificazione della propria religious authority structure (Mulhaves, Diotallevi) e su di una diversificazione interna della pro-

111<.10

fferta religiosa (Burgalassi, Pace, Della Cava, Diotallevi). il cat-

Il.\

.lIl .simo romano ha intrapreso invece un cammino mediano. Pensia111 a come il cattolicesimo romano sa oggi porre a frutto la sua realtà

Il pluriritualità, ed a come questo lo abiliti a meglio comprendere la money/currencies in ambito religioso. Altrettanto dicasi della sibilità di riconoscere e di disporre di risorse aggregative rìconduci-

uvione Il

Il .\ due diversissimi principi: il principio associazione ed il principio iovimenro, territorialità

ed elitività, inclusività e congregazionalismo.

Il effetci sociali di questa gamma di opzioni sono numerosissimi e vap,.lli. ,II/{'/' 1111"

Vanno dallo sviluppo di un complesso meccanismo di goverin cui gioca un ruolo decisivo, ma non esclusivo, l'ufficio "per-

del vescovo di Roma (con il suo originale modo e le sue straordi-

231


ROMA E LA GLOBALIZZAZIONE FONDAZIONE

ROMA

Con ciò, ovviamente, una ipotesi è stata semplicemente

narie risorse giuridiche e simboliche per gestire le tensioni univer / particolarità), sino alla capacità di resistere alla riduzione morali o al contrario magica del religioso. Il cattolicesimo

hbene ciò sia avvenuto sulla base di importanti

naia (i) il confronto

" di una leadersbip nella globalizzazione religiosa; (ii) il grado di urn'la con cui la galassia "protestante" avverte ed interpreta la sfida po-

d d

l" . to stia avvenendo in casa anglicana sino alla istit~~ione d~lla com~ Illissione Eames (The Econornist 8.11.2003: p.14); (m) lo SViluppo d~

no (con la sua ecclesiologica pratica) opera applicando un principio eq valente alla capacità di riconoscere la insopprimibile specificità dei

Infine, come ultimo cenno, si pensi allo stile di prestazioni che ratterizza il cattolicesimo romano, ed al modo in cui vi sono tratt di i r

mano gestisca il suo rapporti con gli attori politici rispetto ad altre tr dizioni religiose, spesso polarizzate tra indifferenza ed autopoliticiz ~i nu~zi, di. ~redenti, di associazioni e sino di partltl cattolici.

232

lobbies ed in qualche caso p

orizzonte non solo locale e/o non solo etico, hanno adottato alcune tipiche della moderna cristianità europea (Beyer),

particolare cattolico romana (altri, invece, erano stat.i .i mo~elli gui1.\ in passato); (iv) lo studio delle differenze tra le polmche mterconI ssionali. interreligiose ed ecumeniche del cattolicesimo romano (al mouu nto vincenti) e quelle della tradizione protestante Otto-Novecent~- . a (dal movimento per l'unificazione delle denominazioni, alla Consi-

111

daloso divaricarsi di believing e belonging (Davie, Hervieu- Léger),

romano dispone spesso contemporaneamen

Il .ilcune delle maggiori tradizioni religiose non cristiane, aprendOSi ad IIluzioni strutturali

chiesa" ha ma non è (riduci bile a) organizzazioni. Questo consent gestire assai meno drammaticamente l'altrimenti apparentemente sc

zione. Il cattolicesimo

111 .1 filone di studi che ha sin qui messo in luce un in~ere~s~te caso di " omorfismo organizzativo' che per cui nel corso degh ulrimi due s~co1111

no meni organizzativi e dei fenomeni societali (non organizzabili). La

È evidente come il cattolicesimo

dal crescente bisogno di autorità religiosa, ed in particolare come

l,I

~~o uno straordinario vantaggio rispetto al principio congregazio listico delle denomenitations "protestanti". Oggi il cattolicesimo ro

sottosistemica.

quanto il peso dei numeri non sia decisivo in ordine alla assu~zlO-

II!"

matica e di un diritto interno che non riducono le manifestazioni appartenenza alla partecipazione (con conseguente permanente valo zazione del territorio), concede alla forma di chiesa del cattolicesimo

terpenetrazione

tra la tradizione del buddismo nbetano .e quella

I I variegatissimo mondo musulmano, onde poter ancor meglio oss~r-

e popolare-diffusa

funzionale che le dinamiche

parzia-

ipotesi dischiude la necessità di un vasto lavoro di an.alisi ~ di unparazione. Tanto per indicare alcune altre pri~rità d~indagine. Sise-

colosa ma non aggirabile domanda di civil religion o di Grundwertt Tocqueville, Olivetti, Luhmann), come quella di religiosità perso (Cipriani). Ancora: il cattolicesimo romano, ad esempio, disporre di una

avanzata,

corroborazioni

I' Tale

appare oggi in

do, almeno in qualche caso, di gestire con maggiore vantaggio la

sia le dinamiche di differenziazione

RELIGIOSA

E

lio Mondiale delle Chiese, alla esperienza del K.E.K.). È bene chiudere il punto ricordando che le spiegazioni di cui ci si dovrebbe mettere in cerca riguardano non già la prospettiva di un implObabile "impero" religioso cattolico (parafrasando le deformazioni d \la globalizzazione proposte da Negri e Hard~), ~a l'~ppar~nte~enI importante e contingente concorso delle organizzazlO111dommanti del

233


ROMA E LA GLOBALIZZAZIONE

l'Al(rE SECONDA

ca~olic~simo r~~ano ad una leadership nel contingente processo di gl balIzzazI.one relIgIOsa. In questa più modesta prospettiva non scomp

i

re certo Il valore di una serie di risorse localizzate a Roma e decisive

questo fr~n.gente. ~he poi uno dei protagonisti di questa leadership. Karol Wolt1la, abbia da almeno un lustro posto pubblicamente e c straordinaria petrino"

enfasi la questione delle forme di esercizio del "rninisr

(Ut Unum Sint, anche in funzione della sua mission global

come anche potremmo molto riduttivamente parafrasare), offre un al t~o riscontro della diffusa coscienza della realtà del problema ogget

IO

religioso romano

Iro

da tre tendenze. La attenzione religiosa dei consumatori

ne rappresentativo

RELIGIOSA

(dal lato della domanda) appare segnato tra l'alè aumentata.

Nel campio-

della popolazione romana adulta, coloro che "si sen-

tono vicini a Dio" sono passati dal 56% al 76%, coloro che dicono di pregare almeno qualche volta sono cresciuti dal 71% al 77%, coloro he dichiarano di andare a Messa od in un qualsiasi luogo di culto almeno una volta alla settimana sono passati dal 23% al 32%. Coloro

l

sono scesi dal 17% al 12%. Quello

l

he si dicono atei od indifferenti

di questo paper e della fragilità degli assetti organizzativi, istituzional e di politica religiosa che da esso sono investiti.

l

he qui importa, ovviamente, non è tanto la "veridicità" di questi dati

7. Un esempio della capacità di diversità del cattolicesimo romano

Larea di identificazione religiosa "cattolica" è rimasta sostanzialmenI • invariata, intorno al 77-78%.

Che il cattolicesimo romano possa meglio di altre tradizioni r ligiose far fronte alle sfide di un global religious system può esser m strato .in molti modi. Certamente,

Tra i "cattolici" è rimasto basso e spesso poco significativo il grado di (orrelazione tra le diverse dimensioni della religiosirà individuale, segna-

in questa sede, si può dar spazi

tamente nel caso della (mancata) relazione tra conoscenza e partecipa-

se~pl1Ce~ente a qualche cenno. È sembrato così opportuno rivolg re l attenzione al lato della domanda religiosa per qualche aspetto i

zione. Partecipare ai riti della propria religione non significa conoscerl1e di più i contenuti. In breve, non esiste tra i cattolici un modello di re-

cui essa si manifesta proprio nello spazio del sistema religioso locale ro mano. Per di più, il recente sondaggio commissionato all'Istituto Pi poli dalla Fondazione Roma Europea, e del cui impianto si è occu pato chi scrive, ha prodotto

risultati

comparabili

con quelli emer

dalla sezione romana della grande indagine nazionale sulla religiosità di dieci anni fa (Cipriani). Ciò consente anche di operare un irn portantissimo e raro confronto. Dopo dieci anni, densi di eventi religiosi promossi su Roma d attori c~t~olici, dop~ dieci anni di grande attività di segmenti della of ferta religiosa cattolica, tra cui il Grande Giubileo del 2000, il merca-

234

.tI centesimo, quanto la coerenza tra le tendenze.

i

ligione di chiesa dominante, e neppure tra i cattolici praticanti.. . La capacità di diversificazione interna della offerta, che COstItUISCe una delle risorse di vincenti del cattolicesimo romano nella competizione con altre tradizioni religiose per la leadersbip nel processo di glohalizzazione religiosa ha un costo. Nonostante le pressioni di modernizzazione e di laicizzazione, che in un'area come quella romana do-

r:

vrebbero portare a livelli costantemente crescenti (secondo l' old digm della secolarizzazione) la disaffezione ed il disimpegno dalla reli-

l'ione, negli ultimi dieci anni non si è potuto osservare a Roma nulla del genere. Il cattolicesimo mantiene la sua capacità di attrazione e so-

235


ROMA E lA GLOBALIZZAZIONE

REUGIOSA

11~llm SECONDA

Ciò chiarito, è possibile conferire il giusto peso ed i necessari limi~r~ttutto m~tiene vit~e l'i.n~ero sistema religioso locale. Ma ciò è po sibile anche In forza di politiche della diversificazione dell' offerta c ~oltiplicano

li ad una nuova tesi proposta alla discussione. Il vantaggio competitivo che il cattolicesimo

i modelli di religiosità all'interno della cattolica ed i can

h.della r~ligious authority structure, sino ad una soglia piuttosto eleva di ~lu~ahs~o religioso int~aecclesiale. Non è possibile conoscere il pu to. hm~te di questa strategia, ma non è assurdo supporre che questa glia esista e che si stia avvicinando.

S

8. La novità propulsiva del Vaticano II . Per quanto brevemente, è necessario menzionare un tema molt deh~ato ed ~trettanto

cruciale. Come esplicitato sin da principio,

opZIOne ~a~lcalm~nte costruttivista

l

dell' approccio sociologico adott

to r~n~e l ns~~atI otten~ti o ricordati assolutamente innocui dal pun to dl.vI.sta religioso, (QUI sta la grande differenza tra la sociologia del la rehgIO~e c~ntemporanea e la gran parte di quella classica, a partir dalle teon~ di M~ e di Durkheim.) Sta alla autoriflessione religios alla teol~gla~ stab~l~re se, perché, ed in qual misura interessarsi a ques prodotti sociologici, Dal punto di vista sociologico, parlare di un even tuale vantaggio cornpetitivo del cattolicesimo

romano in uno scenari

di globalizzazione

non equivale né ad un

religiosa, semplicemente,

romano sembra avere nel processo di globaliz-

,,l',,ione religiosa appare dipendere in misura determinante dall' evento le l Concilio Ecumenico Vaticano II e dalla sua eredità (Kaufmann Zinrle). Il succo della tesi, che vale ben altro approfondimento, sta nel Imo che essa mette radicaimente in discussione la possibilità di interpretare ("messorianamente", ad esempio) un ritorno d~ rileva~za ~el l ;Ittolicesimo romano su scala planetaria come effetto di una vrttorio\I rivincita tradizionalista sul "progressismo" (f) conciliare. RiconosceI(' invece ed assumere sul Concilio la ermeneutica della" scelta religio1ft"

(ponendo l'accento sul sostantivo, come suggerì C.M. Martini) si-

~nifica adottare una prospettiva sul nesso Concilio / post-Concil!o ~ontiniano-woiti?iano di cui è difficile eguagliare la potenza esplicatIva e la capacità di discernimento, e così comprendere socioculturalmente le Iadici

pratico-teoriche

romano ad una

della potenzialità di concorso del cattolicesimo

leadership nella globalizzazione religiosa.

9. Prime conclusioni Quanto sin qui raccolto, oltre a giustificare il tema proposto ed il suo diritto ad un più sistematico approfondimento,

consente di trarre

"criti~à' né ad un "complimento". Questa premessa comporta un corollario. Le nozioni di tradizione (e dunque di discontinuità/continui-

.ilmeno due prime conclusioni. È possibile affermare che la componente

tà) che soci~logia.e teologia adottano saranno comunque

na, in larghissima parte cattolica, svolge un ruolo di traino nel proces-

nella presen-

te prospettIva. ep~stemologica assolutamente incommensurabili, p quanto non disutilmente raffrontabili. Questo serve a ricordare che I sottolineatura sociologica di una continuità o di una discontinuità in una tradizione religiosa non ha alcun immediato valore in sede teolo-

so di globalizzazione

(e segnatamente

di formazione di un global reli-

gious system). Non è facile affermare altrettanto di di~er~e e pur i~~or~ tantissime città. Che poi nel cattolicesimo siano assai diffuse pOS1Zl00l scettiche od ostili alla globalizzazione,

gica e più in generale di auto riflessione religiosa.

237

236

religiosa della polis roma-

in generale o per qualche suo


ROMA E LA GLOBALIZZAZIONE FONDAZIONE

ROMA EURO

aspetto, è punto meritevole di approfondimento, ma di persé non os colo alla affermazione appena proposta. In secondo luogo, la comprensione del ruolo che la Roma religi sa sta giocando nel processo di globalizzazione, che è anche processo

dell'eèra degli stati» apre un nuovo capitolo della «qu stione romana». Non sarebbe lecito, attraverso un evidentissimo ust. ron proteron, giustificare gli elementi di freno alla modernizzazione it

superamento

liana introdotti

dalla politica vaticana nei secoli passati (insieme ad

tri di segno opposto). Tali resistenze ci sono state, e continuano

al

spes

a pesare. Tuttavia, senza poter chiudere quella, si apre oggi una nuov fase nei rapporti tra Roma e l'Italia, una fase nella quale l'eventuale con corso ad una leadership nella globalizzazione della Roma religiosa pu rivelarsi come una risorsa invece che come un ostacolo - anche se cer to non per automatismi.

Al contrario, un recupero insistito ed almen

apparentemente ingenuo della memoria e della identità sratal-nazionale italiana potrebbe esso sì giocare oggi un ruolo di freno al protagoni-

lO. Alcuni nodi problematici Se non è possibile, ci pare, tirare altre conclusioni matici. Il concorso importante

allo stadio at-

alcuni nodi proble-

ad una leadership nella globalizzazion

religiosa che il cattolicesimo romano sembra poter giocare dipende da una serie di equilibri tutt' altro che solidi. Chi scrive non è assolutamente in grado di suggerire in proposito linee di tendenza prevalenti, n soluzioni ideali. Ciò che si è in grado di fare è consigliare di tenere sotto osservazione alcuni snodi, dalla tenuta o meno dei quali, dalla evoluzione od involuzione

dei quali, appare dipendere

238

tante dell' esercizio di un rilievo globale per il cattolicesimo romano, nell, forme in cui questo è attualmente esercitato. Concentrandosi sempre più sul governo carismatico

di Woitila,

l'analisi della fase più recente del cattolicesimo romano rischia di non t 'nere in sufficiente conto quanto tale stile si sia incastonato, non poro avvantaggiandosene, in quella realtà molto originale che è il cattolicesimo italiano (Riccardi). Se di ciò non maturasse una adeguata l'O scienza è possibile che in futuro la riproduzione di tale equilibri ri-

sulti compromessa.

Il cattolicesimo italiano, mix unico di "~opolar~tà" e "qualità", di rerritorialità ed elezione nel panorama dei catroliesimi moderni

e contemporanei,

ha consentito

al pontefice

attuale

di interpretare

il proprio ministero con accentuazioni che altri ~ontesti cattolici non avrebbero retto, non sarebbero state controbilanl iate, Lo stato ed il peso del cattolicesimo italiano e la difficile ripetibilità- almeno a breve - di stili carismatici quali quelli adottati (e fatalmentè usurati) da Giovanni Paolo II andranno

tenuti in seria con-

~iderazione nella definizione prossima della forme e delle policies del .uore romano della Catholic religious authority structure, da cui molto di pendè della potenzialità di leadership globale di questa tradizio-

smo del paese nel processo di globalizzazione.

tuale della riflessione, è però possibile individuare

RELIGIOSA

l'ARTE SECONDA

una parte impor-

ne religiosa.. Il rapporto

.' ". tra la Roma cattolica e la Roma italiana, s e già acce~-

nato, non è solo un rapporto religioso, ma è anche un rapporto p~htico. In particolare, in questa sede urge sottolineare la problematlca questione della produzione della civil religion n~zionale (~uhmann). I er un verso questo prodotto risulta indispensabile al rendimento delle istituzioni politiche nazionali, per altro verso risulta utile anche per alleggerire il rendimento delle istituzioni religi~se ~i scorie e di funzioni di supplenza. Tale questione può essere sìntenzzata anche nella -

239


FONDAZIONE

forma di interrogativo tocquevilliano)

sulla quantità

del prodotto

ROMA EURO

e sul tipo (rousseauiano

vs.

di civil religion di cui si sarà in grado

I ARTE

ROMA E LA GLOBALIZZAZIONE

SECONDA

al global religious system. Capacità che, denominazionalizzatosi e deecclesializzatosi, il protestantesimo (soprattutto norità di somigliare

disporre, in una contesto - si aggiunga - che sempre più sarà nazi nale ma anche europea. Dal crocefisso di Ofena al preambolo, od al

damericano)

l' art.51, della bozza della "costituzione" europea, la questione s'è gi ampiamente riproposta, anche di recente. Il cattolicesimo roman

i poteri intraecclesiastici.

non può certo proiettarsi nella global society trascurando i delicatissi mi problemi che gli si pongono nel "giardino di casa". Esso ha sem pre costruito qui (~n Italia, nell'Europa Occidentale, in Occidente) I radici degli equilibri socioreligiosi che proponeva: potrà in futuro e sere diversamente?

sa del cattolicesimo

Un terzo decisivo punto può essere esposto brevemente perché al trove più diffusamente presentato (Diotallevi). Il cattolicesimo roma no, proprio puntando sulle straordinarie risorse simboliche e giuridi che a disposizione del vescovo di Roma ha portato a livelli da secoli mai più toccati la intensificazione del processo di diversificazione in tema della offerta religiosa. Quello territoriale non era mai stato, al. meno da Trento, così chiaramente ziazione interna del cattolicesimo

solo uno dei principi di differenromano. Sono attualmente

legitti-

RELIGIOSA

al momento

ha perso. Non si dimentichi

che Roma è il

luogo in cui si è giocata e si sta giocando questa partita sulla forma ed Infine, va ricordato quale è l'anticorpo

di cui la tradizione religio-

romano dispone per autolimitarsi,

difendersi dal-

la tentazione di farsi regime (religioso, e dunque anche politico, ecc.). Tale antidoto è il rispetto amoroso per il Popolo d'Israele (Martini). Tale anticorpo vive, spiritualmente ed ecclesiologicamente, in forza della conoscenza e della accettazione di tale mistero, concernente la permanente funzione del Popolo dell'Alleanza (Nostra Aetate, Digni-

tatis Humanae). Attraverso tale memoria il cattolicesimo mantiene il proprio posto nella storia ("fratelli minori") ed acquisisce un atteggiamento diverso da ogni altra tradizione

religiosa rispetto a ciò che di

religioso sta "fuori" di sé, senza in nulla compromettere la auto comprensione della Chiesa come "segno e strumento dell'intima unione di Dio con tutto il genere umano" (Lumen Gentium). La chiesa romana è chiaramente

sin nel profondo coinvolta in questa ricerca della po-

mate forme di pluralismo religioso intracattolico assolutamente più marcate di quelle conosciute con gli ordini monastici, con gli ordini

izione giusta rispetto al popolo d'Israele. Tale posizione non è guadagnata mai una volta per tutte. Lasse che lega e distingue: la Roma di

pre- e post-tridenti e con altre esperienze consimili. Si sta forse andando verso un processo di denominazionalizzazione del cattolicesimo, di sua prelaturizzazione, di appalto delle strutture territoriali, con con-

Pietro e di Paolo da Gerusalemme e l'asse che lega e distingue la Roma di Pietro e di Paolo dalla sinagoga .di Roma sono le due direttrici lungo le quali per il cattolicesimo romano si è mostrato essenziale e

seguente crisi del carattere ecclesiale ed inclusivo dello stesso e sua per-

difficilissimo ricercare e mantenere un equilibrio fedele, come da ultimo Giovanni Paolo II in questi ultimi 25 anni ha mostrato e cerca-

meabilità

al principio

compromessa

congregazionalistico?

Se così fosse, ad esser

sarebbe quella capacità di ordinare complessità

tingenza che conferisce al cattolicesimo

240

e con-

to con coraggio e con grandi difficoltà.

romano quella vincente capa-

241


ROMA E LA GLOBALIZZAZIONE FONDAZIONE

ROMA EURO

11. Alcuni punti di tangenza tra indagine sociologica e riflessione t~ logica su Roma La polis romana non è certo riduci bile alla sua dimensione

religi

s~' né quest'ultima alla sua componente cattolica. La sociologia che a biamo praticato tanto rispetta quanto è strutturalmente interessata confronto con altri saperi. Ovviamente, non si può prescindere dal ri l~e~o che hanno altre dimensioni della community romana: quella p buca, quella economica, ecc .. Ma avendo riflettuto su di uno dei con tributi al processo di globalizzazione che molto probabilmente da R ma proviene (quella religiosa). Si vorrebbe concludere segnalando s lamente un interlocutore ed un tema per un dialogo tra saperi diversi. Linterlocurore è quello teologico, il tema è quello di una sorta cl carattere eccentrico della identità romana, eccentrico nel senso lettera le del tema. Non si pretende di segnalare neppure una analogia, m semplicemente

di mostrare interesse per il fatto che almeno alcune del-

111 re),

dal grande Gregorio al Vaticano II. La analisi sociologica del rap-

porto tra globalizzazione religiosa e cattolicesimo romano ha dovuto I.Irei conti con altre tensioni di eccentricità e dinamiche di rifòrme, come non dovrebbe provare vivo interesse per quelle cui nelle righe preedenti si è fatto cenno? Se sociologia e teologia serrassero il dialogo, potrebbero niente ma simultaneamente

l suo insieme ragioni ed esempi capaci di migliorare la sensibilità ed ti discernimento verso tensioni di eccentricità (come alternative ad os-

Il

essioni per l'identità) e dinamiche di rifòrma (come alternative a deriv di cinico fatalismo)? Una risposta a questa domanda

ma ed a partire da Roma abbiano qualcosa da dire intorno ad una più g .nerale idea di città ed una più generale idea di poliarchia globale.

celeste (senza qui considerare il pur decisivo

tema delle altre Roma: Bisanzio, Mosca). Ma Roma è anche città intermedia, in altro senso, tra Babele / Babilonia / Bagdad (o Atene) e la Ger~s~em~e celeste. (Roma intermedia e modesta anche da un punto di vis~a llltraecclesiastico e cattolico: diocesi non monopolista del s~o SpaziO urbano, condiviso con altre diocesi, e priva della dignità patriarcale.) In questo senso Roma fa pensare alla Enoch di Genesi 4, 17, prima città biblica, insieme connessa al peccato, alla grazia, alla attesa. Questa Roma è poi città eccentrica in cui la religione sopravvive attra-

242

dipende solo

dallo svolgersi effettivo di un confronto. Il suo esito non può essere previsto, come non può essere previsto se e quanto queste riflessioni su Ro-

lllterpretare Roma sono strutturate enfatizzando quella che - se si vuole - si può definire una forma di eccentricità. La Roma cristiana, infatti, è per un verso città intermedia e provvisoria tra la Gerusalemme ter-

verso continue rifòrme(composizioni

distinta-

fornire ad una analisi della città di Roma

~e figure teologiche che dalla tradizione cristiana vengono offerte per

restre e la Gerusalemme

RELIGIOSA

Il'''1~i'E SECONDA

e scomposizioni, chiusure ed aper-

243


INTERNET

CERCA ROMA

tudio sugli interessi espressi dagli utenti online per la Capitale Roma, Palazzo Rospigliosi Pallavicini, 5 luglio 2004

Ricerca condotta in collaborazione con AD MAlORA

Introduzione Conclusa con successo la prima edizione di "Internet

Cerca Roma",

la ricerca che ha analizzato per la prima volta il livello e il tono della visibilità in rete dalla Capitale, si è subito sentita la necessità di predisporre la seconda edizione. Comune è stato l'intento

che ha mosso la Fondazione proponente

(Fondazione Roma Europea) e Ad Maiora, in particolar modo dopo un anno di notevole fervore e cambiamenti nel panorama di Internet: verificare la quantità

e la qualità delle ricerche effettuate dagli utenti

per osservare da vicino gli interessi di questi ultimi e le dinamiche

at-

traverso le quali essi vengono manifestati. Tale risultato è possibile attraverso l'esame delle interrogazioni

far-

l'eai motori di ricerca, una metodologia innovativa che non risente delle distorsioni tipiche delle applicazioni statistiche classiche, permettendo di operare un vero e proprio volo panoramico

su interessi, preferen-

ze e intenzioni di acquisto degli utenti internet. I risultati della prima edizione, presentati a metà 2003 nella cornie dell'Unione Industriali di Roma hanno consentito di sensibilizzare una curiosa e qualificata platea circa il comportamento di ricerca dei navigatori internet nei riguardi della città di Roma, sia in un' ottica italiana che internazionale.

245


INTERNET FONDAZIONE

Hanno inoltre gettato le basi per un monito raggio costante dell' luzione delle preferenze e delle esigenze degli utenti. Lutilizzo di Internet da parte degli utenti sta infatti subendo na rali cambiamenti, dovuti alla maturazione del mezzo ed alla sem maggiore stabilità dei servizi offerti; emerge così maggiore consap v lezza nell'utilizzo dello stesso. La Posta Elettronica e i Motori di Ricerca sul web sono ormai qualche anno i principali servizi utilizzati dagli utenti per scambiar cercare informazioni su prodotti, servizi, opportunità di business, n intrattenimento etc. Volendo riassumere i dati principali, la prima edizione della ric r ha messo in luce ad esempio che i termini chiave più ricercati sono lativi, sia in Italia che in Europa al Turismo; che le ricerche in italia sono distribuite su un numero di categorie superiore rispetto alle ric che estere; che in Europa notevole interesse è manifestato oltre che p il turismo, per la Storia di Roma. Obiettivo quindi della seconda edizione è quella di operare un m nitoraggio dei risultati onde poter mettere in evidenza trend evoluti o inversioni di tendenza. Quali sono le aree tematiche più ricercate dagli utenti? Quali sono gli interessi maggiormente esplicitati ? Quali sono i luoghi o le attività preferite della capitale? Queste ed altre risposte saranno fornite attraverso lo studio delle in terrogazioni dando la possibilità di operare un confronto con i risult ti della prima edizione, con l'aggiunta di un ulteriore angolo visual , Saranno infatti poste a paragone la quantità e la tipologia di ric r che effettuate dagli utenti Americani verso le principali città d'arte capitali europee: Roma - Londra - Parigi - Madrid - Berlino.

246

CERCA ROMA

ROMA EURi

iò consentirà di inserire Roma in un contesto realmente allargato soprattutto determinare la caratterizzazione che ognuna di tali im-

Iurtanti città ha nei confronti degli utenti d~lla re~e.. li spunti di riflessione forniti da questo tIpO di ncerche s~no mol~ I plici, trasversali e hanno la forza di coinvolg.ere nu~erosl ~oggettl Iubblici e privati; le aziende, dato l'indotto sviluppabilc d~l. alla:ga~ 111 .nto dei servizi proponibili sia on-line sia sul campo; le 1Stt~uzto~t~ razie alla possibilità di intensificare il colloquio diretto con cittadini u.ilianied internazionali. Il tutto in un moviment~ sinergico che ponga Roma sempre più in lillaposizione di testa nello sviluppo di servizi innovativi e nell'analisi p.' fonda dei bisogni dei cittadini. ornmario esecutivo Il 90,3% degli internauti utilizza la Rete alla ricerca di informazioni (Censis,2003). . L82% degli intervistati dichiara di usare i motori di rice~ca'p~rcerare informazioni su prodotti/servizi, e considera i moton di ncerca 1111 punto di riferimento fondamentale per il reperimento di informazioni (ANEE-Assinform, Giugno 2004). . 43.000 ricerche in italiano riferibili alla città di Roma; 150.000 nI rche dall'Europa relative alla città di Roma; 110.000 ricerche proveuienti dall'America riguardanti Roma. . 7 principali aree tematiche individuate: Turismo (37%), Intratt~nimento (19%), Istruzione (9%), Istituzioni (6%), Sport (5%), Stona Arte e Cultura (4%), Altro (19%). Il 60% di tutte le ricerche avviene attraverso la combinazione di 3 o più termini.

247


INTERNE! CERCAROMA ItmSECONDA

Notevole la presenza di ricerche francesi relative alla Storia Arte e In relazione alla categoria Turismo, il 48% delle ricerche si rivol verso strutture ricettive; di grande interesse la ricerca di "Hotel" (45 anziché di "Alberghi"

(27%). Il 15% ricerca informazioni

generali

~oma e il 1~% si de~ica alla cartografia. Seguono ricerche sui trasp ti a Roma (Il 7%) e nstorazione e cucina (5%). All'interno della sottocategoria Trasporti, molto richieste le inf mazioni circa i collegamenti aeroportuali (29%) e la mobilità inte (17% sito ATAC), così come all'interno della categoria "Altre Ric che" i135% è destinato ai voli aerei e il 17% al noleggio auto. Il 20% delle ricerche della categoria ''Altro'' è destinata alla ricer di Immobili e il 14% a negozi e shopping. Il 46% della categoria Istituzioni si rivolge direttamente

al Com

ne di Roma, ai suoi municipi e alle circoscrizioni. Il calcio vince sugli altri sport, conquistando il 77% dell' interes la restant~ per~entu.ale riguarda la ricerca sport minori e di luoghi strutture m CUIpratIcare sport. La Storia di Roma risulta più ricercata dell' arte e della cultura (70 vs 30%). . In Europa netta prevalenza delle ricerche turistiche,

Il 53% delle ricerche americane

sulla Storia, l'Arte e la

Iivolgo

no alla storia di Roma; usi, costumi e conqu.iste d~i pri~cipali Il 'rsonaggi storici, in cui la parte del leone la fanno I Cladiarorì .. All'interno della categoria "Altro" il 13% di ricerche sono destInate .\ "Newspaper" e 1'11% alla Religione. Risultati generali lingua italiana

,_-------------37% 19% 9% in Internet

dall' Italia su Rorm

Turismo •

Intrattenimento •••••••••• Istruzione ••••••

sport

••

6% 5%

Storia Arte Cultura _ Altro

-

4%

_--------_19% Elaborazione

Ag.l:

Risultati generali lingua italiana

Hotel e di categoria superiore.

249 248

nella categoria "Turi-

( :ultura a Roma. Tra le ricerche delle capitali europee Roma è seconda a Londra. Il 92% delle ricerche relative alla categoria "Storia arte e cultura" si

Istituzioni _

(62%), prin-

rientrano

mo", il 20% si rivolge invece a informazioni

della religione con ricerche significative in qu

. Elevata la ricerca di strutture ricettive dall'Inghilterra

61 ricerche su

I (lO nella categoria "Altro".

valori massim

L~ ~e~mania presenta ricerche numerose, ma con un livello di pro fondità ndotto; 91 % degli utenti tedeschi cerca, all'interno del Turi smo, "Info generali su Roma". cipalmente

rurale; la religione presenta valori elevati catalizzando

Ricerche

I~ Germ~ia ove si raggiunge il 94% contro il 69% della Spagna; Fran era e Inghilterra sono all'interno di questa forchetta. ~?resa.dellivello turri I paeSI europei.

.lIltura, 12%; valori bassissimi invece delle ricerche generiche, circa 1%. Oltre il 25% delle ricerche spagnole riguardano l'ambito storico cul-

Ad Maiora 2004


FONDAZIONE

Dettaglio

Strutture riceitive Info generali su Roma Cartoqrafia

~

ricerche

categoria

ROMA

INTERNET

Eu

Voli Aerei

Turismo

•••••••••••••••

Autonoleggi

Vs.

CERCA ROMA

- Italia -

48%

15%

••••• ••••

14%

Sirutture di trasporto

7%

Ricerche turistiche "generiche

7%

Altre Ricerche; 48%

Ristorazio ne e cucina

Voli aerei; 35%

Altri prodotti e servizi turistici

Ag.3: RIsultati generali

categoria

'runsmc

E~borazJone Ad Malora 2004

Flg.7: Approfondimento Turismo Altri prodotti e servizi per il Turismo

Confronto dati 2003 2004

spat

StailArteC\.aLnl

~==~~~~~~~~ j

AI"'A

."

Ad Malora 2004

_

,."

ro"

Elaborazione

4."

Distribuzione ricerche categoria Altro

a 2003 _2004

Ag,2; Confronto rts.uIt~12()03~2004 (Italia)

E~Aofilzlonft

Ricerche Varie Immobili

Dettaglio Strutture Ricettive Italia

Negozi/Shopping Homl Alberghi

t::::::::::::::::::::~~ 28% •••••

Bed and Breakfast

••••••••••••••••••••••••••••••• •••••••••••••

••••••••

48%

20%

14% 7%

Lavoro

11

9%

48%

Banche

Pensioni Ostelli

Agenzie/Uffici

Residence

Religione

PgrillJrismi varie

Ag.4:

Dettaglio

Strutture

Rlcettlve

Elaborazione Ad Hlllorll

Itzllla

250

I

Flg.9; Distribuzione

categoria

Elaborazione

Altro

251

Ad Maiora


FONDAZIONE

Dettaglio ricerche

categoria

ROMA

Istituzioni

A~re istituzioni; 54%

Eu

INTERNET

Risultati generali li~gue europee

Ricerca per numero di parole

Comune; 46%

Flg.11: Distribuzione categoria Istituzioni

CERCA ROMA

Elaborazione Ad Maiora 2004

Dettaglio ricerche categoria

Sport 2 term inl; 28%

Calcio;

n% Fig. 14: Distribuzione per numero di termini

Flg.12: Distribuzione categoria Sport

Dettaglio ricerche

categoria

Elaborazione

Ad Maiora

Elaborazione Ad Malora 2004

Storia Arte Cultura

Distribuzione

generale

Europa

Germania

Inghilterra

Francia

Storia; 70% SpagnĂ

I_

Fig. 13: Distribuzione categoria Sport

Altro

CI

Storia. arte cultura

Il

Turismo

I

Elaborazione Ad Malora 2004 FIg, 15; Olstrfbuzlone generale Europa

252

ElaboraZione Ad

253


INTERNET FONDAZIONE

Sto ria Arte C u Itu ra

Turismo

2003

69,6%

Francia

85,8%

Inghilterra

87,0%

Germania

94,0%

Tab.l

Distribuzione

2003

2004

41,8%

25,4%

53,8%

5,0%

4,3%

66,4%

12,5%

26,4%

1,7%

5,4%

75,6%

10,3%

17,8%

2,8%

6,5%

79,5%

3,4%

19,9%

2,6%

0,9%

Confronto Dati 2003 ,- 2004

Elaborazione

CERCA ROMA

PARTE SECONDA

Altro

2004

2004 Spagna

ROMA EUROP

Generale

- Roma -

2003 Storia Arte Cultura; 43%

Ad Malora

Risultati generali lingua americana

Fig 22 Distribuzione

Elaborazione Ad Maiora 2004

Categorie Roma

Come l'USA vede le principali capitali europee· Categorie·

Conclusioni Totale Turismo; 53%

I risultati fin qui presentati permettono

Totale Altro; 26%

Ag 20 Distribuzione Categorie ~ ricerche USA

Elaborazione

Come l'USA vede le principali capitali europee

di delineare un quadro com-

pletocirca la visibilità della città di Roma. Essa appare dunque caratterizzata fortemente Ad Malora

- Città •

40%

informazioni circa prodotti e servizi legati al turismo. Ciò avviene maggiormente in campo internazionale, l'attenzione

degli utenti è concentrata

20%

ove appunto

di strutture

ricettive, se-

gno che la città può aprirsi ad un turismo in fase di trasformazione,

10%

di

sulle maggiori attrattive turisti-

co culturali. Variegata risulta ad esempio la domanda

30%

da una domanda

più

itinerante e con una segmentazione maggiore rispetto che in passato, In campo interno, cioè riferendoci alla realtà italiana, le interroga-

0% Londra

Roma

Parigi

Fig21 DistribuzioneCittà - ricercheUSA

254

Berlino

EI.borazlone

Madrid

zioni appaiono maggiormente

distribuite, segno che Internet come mez-

Ad Malora 2004

255


FONDAZIONE

ROMA EUROP

zo di comunicazione è entrato a far parte del quotidiano vissuto ognuno di noi; ecco quindi presentarsi oltre i principali blocchi, tue una serie di interrogazioni che costituiscono approfondimenti verti li di settori e categorie. Vengono così frequentemente cercate risorse locali; farmacie, nego zi, concessionari auto, uffici pubblici, circoscrizioni e diocesi. La composizione delle interrogazioni si fa ancora più articolata c~mplessa, segno di un utilizzo più intensivo del mezzo e di una mag gtore aspettativa circa i risultati disponibili. Il grande patrimonio artistico culturale, ancora in attesa di una or ganica valorizzazione on line, risulta intimamente connesso con le ricerche che abbracciano la storia di Roma. Storia dell'Impero Romano e offerta culturale relativa rappresentano un connubio vincente, strettamente legato al turismo e che in maniera più esplicita viene ben valutato oltre i confini italiani. Riteniamo di poter affermare che esistano dei notevoli spazi per poter valorizzare l'elevata domanda di informazioni storiche rilevata, e per poter costruire una offerta culturale che ne costitùisca natural derivazione. Spostando ci sul versante europeo, risultano tendenzialmente confermate le evidenze risultanti dalla prima edizione della ricerca. Gli ambiti turistici e storico culturali rappresentano la gran part degli interessi espressi. Mancano naturalmente tutti quegli aspetti legati alla vita civica della città che è stata evidenziata nella parte interna dello studio. Andando nello specifico notiamo stili di ricerca completamente differenti a seconda che si tratti di popolazioni di origine latina o popo-

256

INTERNET

PARTE SECONDA

CERCA ROMA

lazioni nordeuropee. Più dirette e pragmatiche queste ultime, che interpretano le ricerche in internet in maniera più funzionale, e quindi un naturale complemento alle fonti di informazioni tradizionali. . I paesi latini, la Spagna nel nostro caso, presentano un maggIOre equilibrio tra i due aggregati principali con un notevole interesse per la storia e la cultura di Roma riconoscendo in maniera esplicita anche la sua centralità religiosa. All'interno delle aree tematiche principali si evidenziano particolari aspetti a seconda dei paesi considerati e anche riteniamo della stagionalità. Lintervallo temporale considerato (Aprile 2004) è infatti rappresentativo dell'inizio di un movimento turistico che vede il suo culmine nei mesi estivi, ma che da un punto di vista informativo coincide proprio nei mesi primaverili. Flussi informativi anticipano quindi flussi turistici, con una minore incisività nel caso italiano che, comprendendo un intervallo annuale rende gli effetti stagionali meno evidenti. Risultati più sorprendenti arrivano dall'analisi che vede coinvolti gli Stati Uniti, in relazione alle ricerche relative alla città di Roma ed altre importanti destinazioni europee. Ebbene Roma risulta la seconda città più ricercata, dietro la più internazionale Londra. A livello di aree di interesse risulta minore il peso della componente turistica, rispetto alle ricerche europee, con oltre il 40% delle ricerche dedicate alla Storia Arte e Cultura. L'Europa si conferma quindi come destinazione importante per gli statunitensi, ed in particolare per la sua offerta artistico culturale.

257


FONDAZIONE ROMA EUROP

ROMA VISTA DALL'EUROPA

In questo contesto Roma si pone decisamente come leader consid rato che la più ricercata Londra evidenza il più basso tasso di ricerch in questo ambito.

r;opinione degli Ambasciatori

dei Paesi Europei sulla nostra città

Roma, Hotel Plaza, 1 dicembre 2004

Quantitativamente più ricercata essa presenta però agli occhi degl utenti d' oltreoceano maggiore interesse per la sua offerta finanziari culturale e di intrattenirnenro piuttosto che storica. Cogliere le opportunità offerte dal panorama italiano ed internazionale delineato potrà permettere ad aziende ed istituzioni pubbliche non sòlo di veicolare informazioni differenziate a seconda della domand espressa, ma anche di sviluppare nuovi servizi ed offerte personalizzate per i sempre più numerosi utenti internet.

A distanza di quasi 50 anni dalla firma dei Trattati istitutivi della Comunità Economica Europea, Roma è di nuovo la sede nella quale è stato siglato ufficialmente il.Trattato Costituzionale della nuova Unione Europea. In occasione di questo importante evento, la Fondazione Roma Europea ha inteso approfondire il rapporto con le Delegazioni Diplomatiche dei Paesi Europei accreditate presso la Repubblica Italiana: lo sguardo su Roma degli Ambasciatori delle diverse nazioni che formano la nuova Europa costituisce un insostituibile

e prezioso punto di

riferimento per contribuire a rendere Roma sempre più europea. Per avviare questa riflessione abbiamo predisposto un piccolo percorso ragionato che abbiamo sottoposto a ciascuna Delegazione, così da conoscere il sincero pensiero sulla nostra città derivante dalle diverse esperienze di Ambasciatore qui a Roma. Il rapporto che qui presentiamo è la risultante

delle risposte di 12 Paesi Europei. Nel comporre

il que-

stionario sottoposto alle 24 Ambasciate dei Paesi Europei si è cercato di intercettare le ternatiche ed i toni consoni al rapporto che le Rappresentanze

Diplomatiche

intrattengono

con la nostra città; tuttavia,

riteniamo non erroneo reputare che le risposte riportate siano il frutto della esperienza personale nata dalla propria attività come pure delle diverse opinioni che di Roma hanno manifestato alle rispettive Amba-

258

259


ROMA VISTA DALL'EUROPA

PARTE SECONDA

sciate i numerosi concittadini che, per lavoro o per svago, hanno avuto modo di visitare o di vivere a Roma. Si ringraziano vivamente i Signori Ambasciatori ed i Signori Consiglieri d'Ambasciata per la collaborazione e l'interesse dimostrato nei riguardi della nostra iniziativa, per i sentiti suggerimenti contenuti nelle Loro diverse elaborazioni

Roma è secondo Lei una città a misura d'uomo? al di sotto delle aspettative 31%

• oltre le aspettative oltre le

per la Loro presenza oggi qui con noi.

aspettative

• nelle aspettative

38%

o al di

sotto delle aspettative

l.Come vive, vede e concepisce Roma? Roma è definita una città "accogliente" dal 34 % delle Ambasciate che' hanno risposto. Il 27 % la definisce anche "europea", secondo 1'8

% Roma è anche "dinamica". La nostra città risulta però "caotica" per il 27 % delle risposte, e "provinciale" per un non eccessivo 4 %. Come vive, vede e concepisce Roma? europea 27%

dinanica 8%

accogliente 34%

caotica 27%

3. Roma è all'altezza delle altre capitali europee? Come qualsiasi elemento di comparazione, e come sempre laddove si classificano le differenti aspettative, le risposte a questa domanda vanno intese come risultanti tra le diverse opinioni e le attese derivanti dal-

• accogliente

la considerazione che si ha di e per Roma. Detto ciò, Roma in confronto con le altre Capitali Europee è "al di

• europea O provinciale

sotto delle aspettative" per 1'11 % di chi ha risposto, "nelle aspettative"

O dinamica

per un terzo di essi

e "oltre

le aspettative" per il 56 %.

• caotica

2. Roma è per Lei una città a misura d'uomo? Il 38 % delle risposte garantisce a Roma l'etichetta di "città a misu-

Roma è all'altezza delle altre Capitali Europee? al di sotto delle aspettative 11%

oltre le aspettative 56%

ra d'uomo" oltre le aspettative. Tra le Ambasciate che hanno risposto al questionario, invèce, risultano in pari percentuali coloro che a que-

• oltre le aspettative • nelle aspettative

sta domanda hanno risposto "nelle aspettative" e coloro che invece giudicano Roma, da questo punto di vista, "al di sotto delle aspettative".

260

O al di sotto delle aspettative

261


FONDAZIONE

ROMA EUROPEA

4. Il traffico di Roma è sostenibile? Chiunque viva o visiti Roma, ma anche chi che da lontano si informa sulla Città Eterna, sa di dovere "fare i conti" con il traffico romano. Limportanza di ql,lesto tema, d'altronde, ci verrà confermata anche dai risultati della domanda n. 12. Il traffico di Roma è "sostenibile oltre le aspettative" per un coraggioso 8 % delle Ambasciate, lo "nelle aspettative" per un terzo di esse mentre per il 59 % il traffico di Roma è "sostenibile al di sotto delle aspettative". 1/traffico

al di sotto delle aspettative 59%

di Roma

è sostenibile? • oltre le aspettative

oltre le aspettative 8%

• nelle aspettative

o al di sotto

delle

aspettative nelle aspettative 33%

5. Comepercepisce la capacità di Roma di accogliere i lavoratori stranieri e di integrare le diverse etnie ? La storia di Roma è caratterizzata dall'integrazione di persone provenienti da diversi e lontani paesi. La posizione geografica del nostro paese, d'altronde, ·ci rende un importante crocevia di culture, razze ed etnie. Secondo il 30 % delle Ambasciate Roma supera le aspettative a questo riguardo; per il 70 % è "nelle aspettative" mentre la nostra città delude le aspettative del 10 % dei nostri partners Europei su questo tema.

262

ROMA VISTA DALCEUROPA

PARTE SECONDA

Come percepisce la capacità di Roma di accogliere i lavoratori stranieri e di integrare le diverse etnie ?

nelle aspettative 70%

al di sotto delle aspettative

• oltre le aspettative

10% • nelle aspettative oltre le aspettative

20%

o al

di sotto delle aspettative

6. Cosa accomuna la capitale del Suo paese a Roma? Questa domanda analizza le somiglianze e le diversità tra le varie Capitali Europee sotto cinque diversi profili. Riguardo alla qualità della vita, il6 % dei risultati ne evidenzia uno standard "molto superiore" rispetto a Roma; per il 28 % la qualità della vita nella Capitale del proprio Paese è "superiore" rispetto a Roma, equivalente per il 33 %, "inferiore" per il 33 % mentre nessuno giudica "molto inferiore" la qualità della vita nella Capitale del proprio Paese di appartenenza rispetto a come si vive a Roma. Qualità della vita nella Capitale del Suo Paese rispetto a Roma equivalente 33%

• molto inferiore • inferiore O equivalente O superiore • molto superiore molto superiore 6%

inferiore 33%

molto inferiore 0%

263


FONDAZIONE

ROMA EUROPEA

Il 6 % delle Ambasciate giudica che vi sia una attenzione alla cultura e all'arte "molto superiore" nella propria Capitale rispetto a quanto avviene a Roma; la percentuale sale al 31 % tra coloro secondo i quali tale attenzione è "superiore" nella loro Capitale, mentre a questo proposito c'è equivalenza tra la Capitale di provenienza e Roma per il19 %. Se nessuno ritiene "molto inferiore" da questo punto di vista la propria Capitale rispetto alla nostra, per ben il 44 % delle Ambasciate l'attenzione delle rispettive Capitali all'arte e alla cultura è "inferiore" se paragonato a quello di Roma.

ROMA VISTA DALrEuROPA

PARTE SECONDA

Integrazione con l'Europa nella Capitale del Suo Paese rispetto a Roma superiore 29%

equivalente

• molto inferiore

36% molto superiore 0%

molto inferiore

6%

• inferiore O equivalente O superiore • molto superiore

inferiore 29%

Attenzione alla cultura e all'arte nella Capitale del Suo Paese rispetto a Roma

• molto inferiore molto superiore

6%

• inferiore D equivalente D superiore

Le opportunità professionali nelle Capitali Europee rispetto a Roma: secondo il 6 % l'offerta della Capitale del proprio Paese è "molto superiore" rispetto a quella omologa che proviene dalla nostra città; "su. periore" per il 35 % delle Ambasciate, "equivalente" per il 18 % di esse, "inferiore" per il 41 %. Nessun Paese tra i nostri partners giudica "molto inferiore" l'offerta di opportunità professionali della propria Capitale di appartenenza rispetto a Roma.

• molto superiore

Opportunità professionali nella Capitale del Suo Paese rispetto a Roma

Quanto è integrata Roma in Europa, rispetto alle altre Capitali? In misura "molto inferiore" per il 6 % dei casi, in misura "inferiore" per il 29 %, in misurat'equivalente" per il 36 %. Roma è più integrata in Europa rispetto alla Capitale del proprio Paese secondo il 29 % delle Ambasciate che hanno risposto al questionario, mentre nessuna di esse ritiene che lo sia in misura "molto superiore".

264

equivalente 18%

• molto inferiore • inferiore O equivalente O superiore

molto inferiore 0%

superiore

35%

molto superiore

6%

265

• molto superiore


ROMA VlSTA DALL'EUROPA

PARTE SECONDA

Lultimo aspetto analizzato nella domanda 6, in comparazione con l altre capitali d'Europa, riguarda lo spirito di accoglienza della nostra città. Roma è molto più accogliente per il 12 % delle risposte, è più accogliente per il 35 % di esse, lo è in maniera "equivalente" per il 29 % del-

to sia in termini positivi che in termini negativi, sotto alcuni aspetti). I temi in cui il confronto con le altre sedi europee ci vede in difficoltà riguardano

come viene gestito a Roma il traffico, l'offerta di ser-

vizi e infrastrutture,

l'eccessiva burocrazia.

le risposte. 1124 % delle Ambasciate ritengono che lo spirito di accoglienza romano sia "inferiore" a quello delle loro Capitali di provenienza, nessuna di esse giudica Roma "molto inferiore" da questo punto di vista.

8. Cosa Le mancherà maggiormente quando lascerà la sede di Roma? Sappiamo che la carriera diplomatica porta spesso chi la intraprende a cambiare il luogo della propria attività. Quando gli Ambasciatori che hanno risposto al nostro questionario

Spirito di accoglienza nella Capitale del Suo Paese rispetto a Roma

rappresenteranno

il loro Paese in una diversa sede (o quando ... andran-

no in pensione: e sempre se non decideranno di rimanere a vivere qui a Roma), quale aspetto della Città Eterna mancherà loro maggiormente? Per ben il 52 % delle risposte saranno l'arte e la bellezza di Roma a generare più nostalgia, seguite dal clima per il 38 % e dalla qualità della vi-

• molto inferiore

equivalente 29% superiore 35%

• inferiore D equivalente D superiore

ta per il1 O %. A nessuno mancherà il nostro verde: forse perché tutti so-

• molto superiore

no certi, non a torto, di trovare anche altrove; forse perché non ritengo-

inferiore 24%

no i nostri parchi p1articolarmente

curati (vedi anche domanda n. 12).

molto inferiore 0%

Cosa Le mancherà maggiormente quando lascerà la sede di Roma? 7. Come vive Roma nel complesso

rispetto alle altre Capitali Euro-

pee dove è stato ? A questa domanda non è abbinato alcun grafico. Abbiamo ritenuto di chiedere una comparazione che riguardasse anche le altre Capitali: la risultante di queste osservazioni è una Roma fuori concorrenza per storia e cultura, una città diversa dalle altre dove è facile ambientarsi

• qualità della vita verde 0%

• arte e bellezza D verde D clima

e la

quale sopravvive in tranquillità senza condizionamenti eccessivi derivanti da cosa accade altrove nel mondo (ciò, peraltro, può essere considera-

266

arte e bellezza 52%

clima 38%

267


FONDAZIONE

9. Esiste nella capitale del Suo paese una Fondazione stra ? Se si, quale ?

ROMA EUROPEA

ROMA VISTA DALL'EUROPA

PARTE SECONDA

analoga alla no-

significato e motivazione. Queste le opinioni delle Ambasciate che hanno risposto al questionario: secondo il 41 % è l'arte il settore che ci

Uno degli obiettivi di una Fondazione chiamata Roma Europea non può che essere quello di capire se esistono altre strutture similari alla nostra nelle altre Capitali Europee. Dai risultati di questa domanda ... sembrerebbe di no, nell'83 % dei casi.

contraddistingue maggiormente tra i 25 Paesi Europei; per il 38 % la risposta è "la cultura", per il 13 % "l'ecumenismo religioso", per il4 % "l'integrazione

tra i popoli" e nella stessa percentuale

"la solidarietà".

Qualche riflessione dovrebbe forse essere svolta sul fatto che nessuno considererebbe Roma in qualità di rappresentante europea circa "lo sguardo verso il futuro".

Esiste nella Capitale del Suo Paese una Fondazione analoga alla nostra? In quale settore eleggerebbe Roma a rappresentante dell'Europa nel mondo? no 83%

si 17%

cultura 38%

solidarietà 4%

• ecumenismo religioso • arte

sguardo verso il futuro 0% ecumenismo religioso 13%

lO. In quale settore eleggerebbe ropa nel mondo?

Roma a rappresentante

dell'Eu-

D integrazione dei popoli D cultura • solidarietà • sguardo verso il futuro

Non esiste una "Capitale d'Europa", ed è giusto che sia cosl. Il nostro continente, che speriamo poter definire un giorno "la nostra patria" così come oggi lo diciamo per l'Italia, ha nella ricchezza e nella molteplicità delle differenti nazioni che lo compongono la sua caratteristica dominante. Tuttavia, la scelta di Roma per la recente firma del Trattato Costituzionale dell'Unione Europea ci permette di riflettere su quale sia il settore nel quale Roma rappresenterebbe l'Europa con

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11. Roma è la città che merita di essere capitale d'Italia? . Roma Capitale d'Italia: è giusto così per il 92 % delle risposte. E' la percentuale

più alta, il dato più condiviso di tutta lo studio.

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FONDAZIONE

ROMA EUROPEA

Roma è la città che merita di essere Capitale d'Italia?

ROMA VISTA DALL'EUROPA

PARTE SECONDA

za di spazi per bambini ed il grande numero di manifestazioni - con relativi disagi - che si tengono a Roma.

si 92%

Se Lei potesse, in cosa migliorerebbe

la vivibilità di Roma?

meno manifestazioni sicurezza

• traffico

3%

• trasporti pubblici

rna.nutenzion~%

--.J'

della città 14%

prezzi 3% I~igios~à istituzionale

.

270

• rumore • infrastrutture e servizi • litigiosità istituzionale

. .1

e servizi 14%

D spazi per bambini

... j~ .',

7%

12. Se Lei potesse, in cosa migliorerebbe la vivibilità della città di Roma? Secondo un quarto delle Ambasciate il traffico è la questione circa la quale, potendolo, andrebbe sviluppato un intervento che fosse mirato a migliorare la vivibilità di Roma. Al problema del traffico è legato quello dei trasporti pubblici, che riscuote l'interesse del 18 % dei questionari pervenuti; al terzo posto ci sono la manutenzione della città (strade, monumenti, parchi) con il 14 % e con la stessa percentuale l'offerta di infrastrutture e servizi. Seguono con il 7 %, in questa piccola "classifica dei problemi da risolvere per vivere meglio", la gestione del centro pedonale e quella della lirigiosità istituzionale (che, a dire il vero, appare da addebitare con tutta probabilità ai diversi soggetti istituzionali che trovano la loro sede nella nostra città, al di là delle appartenenze politiche). Infine secondo nel 3 % dei casi l'indicazione ha riguardato la sicurezza, i prezzi troppo alti, l'eccessivo rumore, la caren-

D centro pedonale

l.

3%

l'

l.

••

- •••.

'

D prezzi • manutenzione della città

"

• sicurezza D meno manifestazioni

.13. Come immagina Roma e l'Europa nel 2030 ? Cosa c'è nel futuro di Roma e dell'Europa, secondo gli esponenti eccellenti dei Paesi che con il nostro compongono l'Unione Europea? 25 sono le Comunità nazionali della nuova Europa, e 25 sono gli anni che ci siamo dati come orizzonte per capire cosa avverrà .. , dalle nostre parti: in casa nostra, nella nostra Europa. Secondo le Ambasciate che hanno risposto al nostro piccolo percorso che qui volge al termine, diffusa è la speranza che Roma, tutto sommato, rimanga com'è. Con qualche problema in meno, secondo - perché no ?-le indicazioni contenute nelle risposte alla domanda precedente; e con qualche abi-

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FONDAZIONE

ROMA EUROPEA

tante in più, magari anche tra i Signori Ambasciatori ed i Signori Consiglieri d'Ambasciata che ci hanno aiutato così cortesemente rispondendo ai nostri interrogativi, e ai quali va nuovamente il nostro ringraziamento. Nel 2030, secondo alcuni, Roma dovrebbe recuperare l'atmosfera di una volta, e conservare l'eccezionale offerta di prodotti enogastronomici di alta qualità che così tanto soddisfano il palato di romani e visitatori. Roma sarà sempre ... la Città Eterna, mentre l'Europa riuscirà a crescere e svilupparsi meglio di oggi grande ad un più compiuto e proficuo processo di integrazione, che permetterà al nostro continente di svolgere un ruolo fondamentale e positivo nel dialogo interculturale e interreligioso.

Alcuni ritengono

che ciò avverrà grazie alle

nostre radici cristiane, altri non ne menzionano l'esistenza: tutti i questionari riportano, in un modo o in un altro, fiducia nel fatto che nel 2030 in Europa si vivrà meglio: anche perché l'Europa sarà "un posto dove si potrà stare ovunque a distanza di un'ora di volo da Roma".

Finito di stampare nel mese di giugno 2005 dalla Palombi & Partner srl via Timavo 12 - 00195 Roma

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