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Al S. Ambrogio ci sono i soldi per risanare il quartiere,

Ma lo IACPM non li vuole utilizzare

Ci sembra giusto intervenire anche noi nel dibattito aperto sulle colonne della "Sedicesima - zona" per denunciare le inadempienze dello IACPM nei confronti degli abitanti del Sant'Ambrogio 1°.

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Dopo più di un anno di lettere, di incontri, di scontri e di confronti tra il Comitato di Quartiere SUNIA e i responsabili dello IACPM della zona 1, forse qualcosa si sta muovendo, forse questo enorme pachiderma che è l'Istituto case popolari, siamo riusciti a smuoverlo; non possiamo ancora cantar vittoria perchè finché non vedremo l'inizio dei lavori diremo sempre all'inquilinato di tenersi pronto per qualsiasi iniziativa di lotta. Siamo riusciti a far preparare dai tecnici di zona dello IACPM un progetto di intervento che cominci a risanare il Quartiere per quanto riguarda le manutenzioni ordinarie e straordinarie, sistemazione mansarde e rifacimento rete distribuzione calore.

Tutti questi problemi che il quartiere si trascina da anni e mai li vede risolti, abbiamo voluto sottoporli alla Commissione di Gestione Democratica IACPM della zona 1, la quale ci ha dato tutto il suo appoggio affinchè si possa risolvere questa situazione che sta diventando veramente drammatica.

Finalmente nell'aprile 1979, grazie all'interessamento della Commissione di Gestione Democratica, siamo riusciti ad avere un primo incontro con i tecnici di zona dello IACPM. Dopo avere illustrato la sitùazione del Quartiere e i disagi che gli inquilini ogni giorno dovevano affrontare, abbiamo avuto tutta la comprensione di questi tecnici perchè la situazione del quartiere la conoscevano molto bene però non potevano farci niente, perchè il Comune, che è il proprietario degli stabili, non faceva gli stanziamenti necessari per intervenire; ci sono compagni e amici nel Comitato SUNIA del Sant'Ambrogio che sentono questo ritornello da molti anni e cioè che non ci sono i soldi, che il comune non li dà e perciò lo IACPM non può far niente e noi, secondo questi signori, dovremmo vivere sempre in queste condizioni e rassegnarci.

Sentito l'amministratore delle case il comitato ha voluto sentire anche il padrone di casa; siamo andati a un incontro con l'amministrazione comunale e abbiamo scoperto che i soldi c'erano e lo IACPM era a conoscenza, ma non potevano essere dati all'Istituto perchè per fare gli stanziamenti il comune aveva bisogno di un progetto di intervento che chi amministra le sue case avrebbe dovuto fare, il quale però non ha mai fatto.

Con questo non vogliamo dire o dimostrare che l'amministrazione comunale è più brava, che non ha colpe, no non vogliamo dire questo, perchè secondo noi ne ha una e grossa: quella di continuare a fare amministrare le sue case allo IACPM.

In tutti i passi che il Comitato faceva in merito a questa vertenza abbiamo sempre cercato di coinvolgere e sensibilizzare l'inquilinato prima attraverso volantini poi, dopo aver raccolto tutti i dati e tutte le informazioni, abbiamo convocato una assemblea; era molto tempo che gli abitanti del Sant'Ambrogio non partecipavano così numerosi, e da questa assemblea è stata giudicata positiva l'iniziativa del Comitato SUNIA ed è stato ricalcato con forza da tutti, ciò che l'Istituto è da anni che promette, ma non fa nel Quartiere e che sono stanchi di farsi trattare come cittadini di serie "B".

In questo periodo di crisi energetica non è abbastanza, anche se è necessario e urgente, riparare la rete di distribuzione calore, ci sembra giusto e doveroso fare anche alcuni suggerimenti riguardano la coibentazione con la chiusura, ad esempio, dei porticati. Altri suggerimenti possono uscire da un confronto con l'inquilinato, che invitiamo a confrontarsi con noi per trovare assieme gli interventi da fare tesi a risparmiare il gasolio, perché non possiamo solo lamentarci e non pagare le spese, nessuno, se si vuole uscire positivamente dalla crisi che attanaglia il nostro Paese, può stare alla finestra ad aspettare ma deve partecipare per discutere, proporre, confrontarsi e decidere assieme perchè non possiamo più lasciare che altri decidano per noi, visto come si sono comportati fino ad oggi. Noi vogliamo che l'Istituto, quale Ente Pubblico, quando prenda qualche decisione non la prende da solo ma senta il parere anche degli inquilini che da anni vivono in questo quartiere.

Sulla morisità vogliamo fare alcune considerazioni: il nostro quartiere ha una morosità che si aggira attorno al mezzo miliardo (dato fornito dallo IACPM), noi abbiamo sempre detto che i morosi vanno colpiti, che i soldi devono essere recuperati, ma non riusciamo a capire il perchè ogni anno l'amministrazione dello IACPM fa una grossa campagna stampa sulla morosità, facendo di tutta l'erba un fascio, tutti gli abitanti delle case popolari vengono additati come dei mantenuti, sembra quasi che sia l'unico deficit che lo IACPM ha.

Secondo noi lo fa per nascondere e distogliere l'opinione pubblica sul resto del deficit che è molto più alto e che, sempre secondo noi, i veri responsabili sono coloro che hanno diretto e dirigono tutt'ora, questo carrozzone pubblico, che di pubblico ha solo il nome perchè il cittadino non può guardarci dentro, non può controllare e così attraverso una serie di manovre scorrette si continua a mantenere un posto -di potere. Non vogliamo essere malintesi, non vogliamo sembrare i difensori di chi è moroso colpevole, cioè del furbo, di quello che se ne approfitta di questa situazione di confusione, quello in parole chiare che abita in queste case non avendo il diritto e paga poco o niente di affitto e magari si compera la villetta al mare o in montagna sulle spalle della comunità. Questi personaggi bisogna colpirli e l'Istituto deve cominciare a intervenire seriamente nei confronti di questi inquilini e nel medesimo tempo deve anche mettere a posto il quartiere, risanandolo così anche l'inquilino che da anni ha aperto una vertenza contro lo IACPM, perchè ha dei servizi carenti, o non li ha affatto, possa sistemare e chiarire definitivamente la sua posizione.

Nel 1980 ci sarà la nuova regolamentazione dei fioti cioè, si passerà dal Canone Sociale alla legge 513 o all'Equo Canone (per le famiglie che nel 1977 superavano il reddito di 7.200.000). Tutto ciò che l'Istituto deve fare lo farà sempre in ritardo, quando verrà applicata questa nuova normativa, già deliberata dal Consiglio di Amministrazione dello IACPM, chie- derà gli arretrati dal novembre 1978 perché la legge è retroattiva. Anche qui succederà come la richiesta conguaglio spese 74 - 77 che molti li hanno pagati e altri no, qualcuno perchè era a corto di danaro, coi tempi che corrono può essere comprensibile. altri perchè fanno i furbi. Noi pensiamo che non è possibile, con tutta la gente che lavora all'Istituto si debba sempre arrivare in ritardo con tutto e diciamo anche che chi amministra il danaro pubblico deve essere più serio. Qual'è la battaglia che il SUNIA sta facendo a livello Nazionale e Regionale sulla questione dei fitti è quella di lottare per elevare il tetto, portarlo oltre i milioni 7,2 così si alzano anche le fasce più basse altrimenti, per effetto dell'inflazione avremmo molti pensionati che saranno costretti a fare una scelta: o pagare l'affitto o mangiare.

Non abbiamo ancora ricevuto un programma per quanto riguarda la ristrutturazione del portierato. Sarà nostra premura insistere affinchè lo IACPM ci presenti questo programma perchè l'inquilinato deve sapere come sarà trattato dopo che la propria custode se ne sarà andata. Chi farà le pulizie? Chi metterà la posta? Chi curerà lo stabile? Sulla ristrutturazione delle portiere se ne sono dette tante, quella che a noi preme di più e che vogliamo fare chiarezza è che la colpa non è del SUNIA, ma è stata una scelta fatta dal sindacato delle custodi, giusta o sbagliata non sta a noi giudicare. Noi, assieme all'inquilinato dobbiamo batterci affinché i servizi alternativi ci siano dati. Anche per questa operazione abbiamo verificato che i soldi ci sono, che il Comune ha messo a bilancio quasi tre miliardi per ristrutturare il servizio portierato, con citofoni e nuovi casellari, ma l'Istituto per la sua pigrizia, o perchè si vuole continuare a seminar sfiducia, continua a ostacolare ogni iniziativa tesa a migliorare le condizioni di vita degli inquilini.

Di cose da dire ce ne sarebbero molte altre però pensiamo di terminare qui con questo nostro articolo, invitando tutti gli inquilini del Sant'Ambrogio 1° a partecipare attivamente alle iniziative indette dal comitato SUNIA affinchè l'Istituto spenda i soldi che sono stati messi a dispcsizione per risanare il nostro quartiere.

Approfittiamo di questa ospitalità per invitare tutti gli abitanti degli stabili amministrati dallo IACPM ad organizzarsi nel SUNIA, perchè tutti assieme possiamo modificare l'atteggiamento arrogante di chi amministra lo IACPM e per far si che questo palazzo. come tutti i luoghi pubblici, sia di vetro dove si possa vedere dentro, e potremo così, senza molte scuse e scappatoie, impegnare l'Istituto e il suo presidente a indire al più presto laCONFERENZA di PRODUZIONE, già accordata nel 1976 con i Sindacati inquilini che tutti la vogliono, a parole, ma che nessuno la organizza. Noi siamo sempre più convinti che attraverso questa iniziativa si possa individuare quali storture esistano all'interno dello IACPM e si possono correggere solo attraverso un serrato dibattito, coinvolgendo tutte le forze politiche e sociali, e assumendo ognuno le proprie responsabilità. Il Comitato di Quartiere SUNIA Sant'Ambrogio 1°, nel ringraziare la "Sedicesima" per l'ospitalità che gli ha concesso, ricorda a tutti gli inquilini che il Comitato si riunisce ogni martedì alle ore 21 presso la propria sede in Via San Paolino 10 (exportineria), e si impegna a ritornare ancora sull'argomento, onde poter fare il punto sulla situazione del Quartiere ed es:rimere la propria opinione sullo IACPM e sulla sua gestione.

Il Comitato SUNIA Sant'Ambrogio I°

Il Comune non può acquistare alloggi in via Fra Cristoforo 2

Parere negativo del Consiglio di Zona 16 alla richiesta che gli inquilini di via Frà Cristoforo avevano rivolto al Comune perchè procedesse all'acquisto di alcuni appartamenti in vendita frazionata. Come pubblicato nei numeri precedenti, fin dall'anno scorso il Comitato di lotta di via Frà Cristoforo aveva richiesto l'intervento del Comune, almeno per gli inquilini meno abbienti. La proposta era l'acquisto degli appartamenti da parte della Amministrazione Comunale che li avrebbe riaffittati in Equo Canone agli stessi locatori.

Sia il Comune che la Commissione Casa del CdZ. 16 hanno però espresso parere negativo a questa richiesta. Purtroppo non vi sono né i fondi, né le leggi che permettano di accedere alle richieste degli inquilini.

Infatti, pur manifestando la propria solidarietà e comprensione all'indirizzo degli inquilini "ancora una volta vittime di una manovra delle grande proprietà immobiliare", il Coordinatore della Commissione Casa, Barsotti, ha elencato le motivazioni del "parere negativo".

I fondi resi disponibili con la legge 457 sono destinati solo alla costruzione di nuovi alloggi; il Decreto Legge 505 e il 629, che lo sostituisce, stanziano fondi solo per l'acquisto di alloggi sfitti da destinare ad inquilini già sfrattati. La situazione degli inquilini e degli alloggi di Frà Cristoforo 2 non rientra quindi nel caso contemplato da questi Decreti Legge;

- la situazione di via Frà Cristoforo è purtroppo la stessa in numerosi immobili dell'area milanese. Il solo modo per porre rimedio a tale situazione è la modifica della Legge di Equo Canone (art. 61) con l'estensione dei termini per lo sfratto a 4 anni, una modifica questa che scoraggerebbe il fenomeno delle vendite frazionate.

Prendendo atto di questi elementi, il CdZ. 16 nella seduta dell'i 1 gennaio non ha potuto far altro che confermare all'unanimità il parere negativo della Commissione Casa.

CORSO DI PORTA VITTORIA 43 - MILANO

Sindacato Unitario Nazionale Inquilini Assegnatari

ORGANIZZATI E LOTTA NEL S.U.N.I.A.

Suma

per essere protagonista dell'iniziativa di massa per migliorare l'equo canone per affermare il diritto alla casa attraverso la piena attuazione delle leggi di riforma LE NOSTRE SEDI PIUVICINE : via barrili 5 - il giovedí alle ore 21 via M. Pichi 3 - il venerdì alle ore 21

Elementare Di Via Barona

A marzo si farà la tombinatura

Pare che ai topi sia presto vietato l'accesso della scuola Elementare di via Barona. Entro marzo dovrebbe venire infatti tombinato il Cavo Cerca nel tratto che corre lungo la scuola. Questo è quanto si è potuto apprendere dopo il sopralluogo che l'Assessore ai Lavori Pubblici Polotti ha effettuato alla scuola di via Barona, il 5 gennaio. L'Assessore ha anche chiarito il tipo di difficoltà che è necessario ora affrontare per dare inizio alla realizzazione dell'opera. La pratica era stata aperta quasi quattro anni fa e, a causa dell'inflazione, non sono più attuali né i calcoli né gli stanziamenti. Si rendono perciò necessari nuovi atti amministrativi per ricondurre gli stanziamenti al livello dei costi, inflazionati, del 1980. Questo, sempre secondo l'assessore Polotti, verrà effettuato in tempi burocraticamente ridottissimi, in modo che i lavori possano avere inizio in marzo.

Soddisfazione quindi tra i genitori che, come avevamo riportato nel numero precedente, si erano dichiarati disponibili anche ad un'azione di protesta come l'occupazione, nel caso non fossero giunte sollecite conferme dalla Ripartizione. Nei mesi primaverili non si sarebbe più potuto trattenere i bambini nelle aule: la scuola dispone infatti in un bel cortile per i giochi. Ma proprio questo cortile i topi avevano eletto a loro "territorio", data la sua contiguità con il Cavo Cerca. Altro inconveniente non da poco: spesso durante i giochi dei bambini la palla finiva nelle acque putride.

Ora invece s; può contare su di un preciso impegno della Amministrazione Comunale. Il Cavo Cerca verrà tombinato fino ad oltre la via Barona, ritornando a "cielo aperto" lontano da ogni insediamento umano. Non è certo la soluzione ottimale, ma almeno rappresenta quanto da tempo era necessario fare per restistuire un minimo di tranquillità a genitori ed insegnanti della Elementare di via Barona.

Cinque anni di decreti delegati

Cinque anni sono passati dall'istituzione degli "ORGANI COLLEGIALI", voluti dalle forze politiche e sindacali per sollecitare gli operatori e gli utenti (genitori ed allievi) ad una più stretta collaborazione per migliorare la funzionalità della scuola italiana tutta, non disconoscendo le esigenze delle singole realtà sociali.

Breve periodo in relazione al trentennio — superfluo accennare in questa sede al periodo precedente alla costituzione della Repubblica — durante il quale gli insegnanti, i direttori ed i presidi hanno assunto il "diritto" di tutto potere e fare per la scuola quali "sacerdoti del sapere", assecondati peraltro dalla malcelata sudditanza psicologica dei genitori — indipendentemente dalla loro preparazione culturale — e dall'immaturità di questi nell'identificare la scuola al servizio del proprio figlio e non a quello, più importante e reale, dell'intera comunità.

Il disservizio dell'amministrazione scolastica. normative ammuffite, disposizioni inefficienti ancora prima di nascere per carenze di fondi o per impossibilità (mancanza di personale) dei provveditori per verificarne capillarmente l'attuazione, il servilismo ed il Clientelismo più retrivi serpeggianti nei meandri delle segreterie, il pettegolezzo assunto a legge, il non sapere esattamente interpretare le norme vigenti, il precariato degli insegnanti, la molteplicità numeriche dei sindacati della scuola, ne hanno aggravato la situazione.

Or bene l'istituzione degli "Organi Collegiali" ha concesso ad operatori ed utenti l'importante diritto di partecipare al governo nella scuola sul piano dell'eguaglianza reciproca nell'espletamento delle proprie funzioni e nella tutela del diritto allo studio, sancito dalla Costituzione e ribadito dai successivi dispositivi di Legge.

Gli eletti ai vari enti devono innan-

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