Orientamenti2

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mento di "intenzioni" (-1-'m-21...n in circa due anni di studio dal Consiglio stesso. Questo documen fio va sotto il nome di "CP,"ta 1)1^ haniRtir elP11 7rna 20". Rqqo mira a saVva7lara-re n enri/12nn' "P 111tPrinr~tP 1r, rP,"21- terieti nhP di laboriosità del quartiere della 7nna. La soluzione dei problemi sociali, e la garan7ia di una ricca articolazione sono il presupposto per un proficuo confronto politico ed ideale, pro Prin ai una società plurelisti-ea drmorratira•

Dal rostro congresso à venuta la irairazinre che questo documento irtegrato da Proposte P contributi da parte di forze politiche e singoli cittadini, diventi la piaiPorma programmatica comune delle:, rorze democratiche per` le prossime ele7doni, a suffragio diretto Chnsiglio di znnae, Natirralmln tr questo un programma ambizio: co che susciterà Porte resistenza

„a parte dei difensori degli interessi speculativi minacciati da euesto piano,

!;0 nen vogliamo che tutto cif) ri »nanna sulla carta, se vogliamo che insieme ai rnmuriisti si muovano tutte le altre forze sinceramente democratiche P antifasci ste, si rende necessaria una ma sieria mobilitazione e pressione dal basso. Riteniamo soprattutto indispensabile l'impegno in ogni luogo e a tutti i livelli dei la voratnri e dei compagni comunisti, come enmponente pilY cosciente e respnnsabile della società, porta acri_ di valori nuovi e diversi, capaci di dare un contributo determinante, partendo dai problemi dei ql3artieri, per portare Mi ano 0 il PRPSP fuori dalla erici in cui l'ignavia delle classi dominanti l'ha precipitato.

SEZIONE

Questa la composizione del nuovo COMITATO DIRETTIVOleletto dal Congresso di Sezione,dopo l'attribu zione degli incarichi decisa nella sua prima riunione:

FRANCESCO BIANCAVILLA

-Segretario

MARIA GRAZIANI

-Vicesegretarie

ENRICO BENATI

Amministratore

RAUL BENEDET

-Organizzazione e rapporti con la F.G.C.I.

MARIO BERTONE

Lavoro di massa

LINA CALLEGARI

-Scuola

PASQUALE LILLO

Organizzazione

ENNIO MAZZEI

-Stampa e propaganda

ANGELA MONTIRON

-Responsabile femminile

CLAUDIO PLAZZOTTA

Stampa e propaganda(diffu sione stampa)

MARIO STROPPA

- Fabbriche

MAURIZIO GHIRARDINI

-Responsabile F.G.C.I.

PROBIVIRI

ILDEBRANDO VIOLA-Presidente

DANTE AZZALI

UMBERTO VILLA

DELEGATI CONGRESSO PROVINCIALE

MARIO BERTONE

FRANCESCO BIANCAVILLA

GIUSEPPE BOATTI

LAURA CONTI

ENNIO MAZZEI

ANGELA MONTIRON

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Mozione politica approvata al Congresso della sezione S. Bassi

I COMUNISTI DELLA SEZIONE "SERGIO BASSI", RIUNITI IN CONGRESSO, HAI. NO DISCUSSO LA RELAZIONE DEL COMPAGNO BERLINGUER AL COMITATO CENTRALE,, LE RELATIVE CONCLUSIONI (ED IL DIBATTITO SVOLTOSI AL C.C.), NONCHE' I TEMI DI POLITICA GENERALE ED I PROBLEMI INERENTI L'ATTIVITÀ' DELLA SE ZIONE ESPRESSI NELLA RELAZIONE DEL SEGRETARIO DELLA SEZIONE COMPAGNO BIANOAVILLA, APPROVANDO E FACENDO PROPRIE LE LINEE GENERALI DEI DOCU= MENTI SUDDETTI, ED IMPEGNANDOSI A PERSEGUIRE NELL'AZIONE CONCRETA GLI OBIETTIVI IN ESSI INDIVIDUATI..

IL CONGRESSO RITIENE TUTTAVIA CHE ALCUNI ASPETTI MERITINO PARTICOLA RE CONSIDERAZIONE ED ULTERIORE APPROFONDIMENTO.

RELAZIONE DEL COMPAGNO BERLINGUER

l) SITUAZIONE INTERNAZIOPALE

Si sottolinea la profondità, e la rilevanza anche teorichè dell'analisi della situazione internazionale, e si ribadisce che il pericolo di regresso di una parte del mondo in una "mo degna barbarie" impone la necem sità di una lotta a fondo delle classi lavoratrici e del movi= mento democratico su scala mon diale per colpire la logica dell'imperialismoyfar progredir re la, distensione ed affermare nuovi rapporti di collaborezio ne internazionale; si indica. la necessità di dare elle ana= lisi ed elle proposte contenti= te nella relazione la maggior diffusione possibile, proponen iole eventualmente come speci fico elemento di disc•useione nell'ambito della Conferenza Europea dei Partiti Comunisti.

Si indica pure la necessità di approfondire nel Partito,fi no a livello di base, la cono.soenza delle esperienze orig.m Mai in atto nei paesi del teit

zo mondo culla via di uno avi= lappo non capitalistico, e di sviluppare il dibattito su qua sto tema; uguale impegno di co noscenza ed approfondimento ai sollecita per i problemi della Couunità Europea, i quali non possono più essere esclusiva=' mente delegati al gruppo comuf nista nel Parlamento europeo.

2) SITUAZIONE INTERNA

Sui temi di politica interna, si sollecita un approfondimento delle questioni di politica econo= mica, ed in particolare della li= neo fondamentali di un programma per un nuovo tipo di sviluppo eco nomico, che affrontino più chiara= mente il nodo dei rapporti tra set tore pubblico e sistema economico nel complesso, nonchè dei rapporti tra gruppi economici e potere por lítice: rispetto a tale esigenza, è altresì indispensabile un maggior impegno nell'analisi delle forze sociali, delle loro stratificazio= ni e dei loro rapporti.

Il primo compito del Partito è oggi quello di lottare, di estera= dere e sviluppare le lotte del me= vimento operaio e delle classi.

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voretrici in corso sul piano poli= tico e su quello delle rivendica= zioni economiche e sindacali immee diate, per la difesa dell'occupe.= elione, le tutela ed il miglioramen= to dei redditi dei lavoratori occu peti nelle attività direttamente 1)roduttive nell'industria e nella agricoltura e dei ceti più poveri (pensioni, contingenza, mezzogior= no):perciò un nodo cruciale viene individuato nella definizione dei rapporti con il sindacato ed in al euni temi specifici ad essi cornee si; rilevato che un certo ritardo nell'elaborazione e nell'attuazioe ne di un nuovo livello di tali ras porti è in via di superamento, si sottolinea l'urgenza di un dibatti= to approfondito a livello di base nulla questione delle forme di lot= td, anche nei rispetti della picco= la e media industria e dei problemi eindaeali connessi con la riforma della pubblica amministrazione e del settore pubblico in generale (mobilità e riqualificazione del personale, ecc.) : ciò sì ritiene dispensabile per togliere spazio ad analisi ed iniziative spontaneisti= che, ed evitare rischi*di estremi= sMo f corporativismo e moderatismo,,.

Circa la riforma della scuola, si indica la necessità di allargare ed approfondire ulteriormente l'impegno del partito, in particolare per una più pn'odea definizione del "tipo" di 301.10'18 che intendiamo realizzare: nell'ambito di questo problema, par tiaolerissima attenzione va dedicata al ruolo dell'insegnante nella seuo= la nuove ed al rapporto con gli in= eegnanti nella lotta per tale obiet tivo.

Nell'ambito delle questioni del= lo sviluppo sociale, civile e damo= eretico e del costume, si ritiene necessario un approfondimento del problema dell'aborto — con tutte le cautele imposte dalla sue rilevanza rellgiooe e morale oltre che politi

3) PROBLEMI DEL PARTITO

Sui problemi del Partito, è emer sa l'esigenza di una rivalutazione nella pratica della funzione di di= rezione politica della Sezione nei confronti dei compagni impegnati nelle assemblee elettive locali e negli organismi di massa, nonchè sigenza di migliorare il coordina= mento dell'attività delle sezioni o= paranti in ambiti territoriali limi= trofi e — per guanto riguarda la no= stra città — di far sì che il ruolo del "coordinamento di zona" assuma una effettiva rilevanza praticar,' è inoltre emersa l'esigenza, di un mi= glioramento del rapporto fra Sezio= ne e Sezione, e fra Sezioni e Fez: derazione, soprattutto nel senso di una migliore possibilità delle Sezioni di portare a conoscenza delle istanze superiori i propri problemi ed il proprio contributo,. Circa le F.G.C.i.., si ritiene che un modo per favorirne la. ore= scita organizzativa ded il peso po litico sia quello di rendere più costante e preciso l'impegno delle organizzazioni del Partito per foi nirle contributi di idee e di eep7 rienze — soprattutto dei cuadri più giovani ldeutonomie della Fa= derazione Giovanile deve peraltro essere salvaguardet .

PROBLEMI DI POLI1105. CITTADINA

Si pone oggi anche a Milano ù oggettiva necessità e la concrete possibilità di determinare un muti mento nella direzione politica del la città: criterio informatore di tutta l'ettività, del Partite a Mi= lano deve essere pertanto la erta= zione delle condizioni necessari* per realizzare questo obiettivo,te muto conto della imminenza della scadenza elettorale.

In tale prospettiva deve crtierl definita una piattaforma progremme tica sulla quale sollecitare ed 1T

MICONIME1111111M~~~.11.11.0,411,0031.1,211C 10~1~•~0111~~ .44111~~1~§.¢~~»~e

Porre il più ampio dibattito — a livello di città, di zone, di quar tieri — con le altre forze politi= che e sociali democratiche: dibat= tito e confronto che — legandosi alle linee della nostra proposta politica generale — costituiscano un Quadro di riferimento per lo sviluppo delle lotte sui problemi concreti delle singole zone e dei quartieri, in modo che le conver= genze ed unità realizzate a livel= lo decentrato con le altre forze politiche non restino confinate in bei documenti, i quali al limite possono fornire a quelle stesse forze una sorta di copertura del= la, mancanza di volontà politica rinnovatrice a livello di Amorini= nistrazione Cittadina.

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E UNEE WAJNWE

Dato atto del miglioramento nel= l'azione e nella capacità di dire= ziane politica del Comitato diretti vo uscente, si indicano all'attiviue tà della Sezione alcune linee fonda mentali d'intervento, che spetterà al nuovo Direttivo di articolare in un piano organico di lavoro ed in i niziative concrete,„

L'AZIONE DI MASSA, LA PARTECIPA= ZIONE Rn IL SOSTEGNO ALLE LOTTE OPE RAIE. SUSCITARE E DIRIGERE. MOVIMEN= TI DI MASSA NEL SENSO DELLA CREAZIO NE DEiaLE CONDIZIONI NECESSARIE ALLA REALIZZAZIONE DELLE PROSPETTIVE GE= NERALI E LOCALI SOPRA INDICATE, 'E' COMPITO PRIMARIO DELLA SEZIONE.

A questo fine, è di particolare importanza il dibattito ed il con= fronto che deve proseguire — ai= l'interno della sezione e nel ouar tiere — su temi specifici della re fazione del compagno Berlinguer e della, nostra campagna congressuale.

LA CARTA URBANISTICA

La sezione :Crl, propria, nei suoi contenuti di analisi e nei suoi o=

biettivi, ta "Ceesta Urbanistica del H.a Zona 20" approvata dal. Consiglio 'di Zona, la quale il frutto di un grosso impegno unitario in cui è stata preminente l'azione dei no= atri compagni Consiglieri: questo docàmento costituisce la sintesi de gli obiettivi progaeammatici della Sezione sui problemi locali.

SETTORI PRIORITARI D'INTERVENTO

Settori prioritari d'intervento devono eseere:

La scuola, in vista ed in conse guenza particolrrmente delle im minenti elezioni degli organi eon una specifica attenzione al rapporto con gli insegnanti. Buone prospettive si aprono in queet6 campo per Clan to è già stato finora realizzato (programma comune): bisogna ora im pegnarsi maggiormente, anche a li= vello di sensibilizzazione e propa ganda — e tenendo presente che le elezioni degli organi collegiali rappresentano un punto di partenza, e non un momento conclusivo dell'a zione del Partite verso la scuola.

La casa, per cui la sezione è impegnata a impoztare a breve sca= denza ed a condurre con continuità iniziative concrete di lotta, allar gandone per quanto possibile il fronte, nel collegamento con le al tre sezioni della zona e nella con vergenza con altre forze sociali e politiche.- In ouesta prospettiva, indispensabile un forte impegno per il potenziamento del S.U.N.I.A.

I problemi dei pensionati e de= gli anziani, sui Quali dovranno es sere sviluppate iniziative analoghe a quelle indicate per la casa.

I_ problemi dei giovani e delle masst femminili, le cui specifici= tà ed esrenzialità va sempre rife= ritta al Quadro delle condizioni

^1~1.1111~~.111~. (rIP.W.T

strutturali- e díi rapporti-- d3_ ne che ne stanno all'origine: obiet tivi, forme di lotta e gli stessi modi di propaganda adottati nellfaf frontare problemi generali nei con= fronti dei quali è preminente , teresse dei giovani e delle donne(servizi sociali, diritti civili, problemi culturali) dovranno essere pertanto individuati ed assunti in modo da corrispondere alle esigon= z'e di tali strati e mirando allo eviluppo alloro interno dei mogi= menti democratici di massa..

LL/122227.to con le fabbriche: in questo settore,- il più carente nel le nostra passata attività - è ne= ceeeario avanti tutta ricercare col legamenti diretti e sistemati - con, le sezioni. difabbripa in primo l%z go e con:*1i organismi tardaceli, aumentare sostanzialmente la *o= noseenza specifica delle condisio ni di lavoro e della Intasatone generale delle fabbriche del quer tiers.. La realizzazione d$ questo compito appare peraltro conditio= nata da un maggiore e più specifi co contributo del Coordinamento di Zona del Partito e della atee= se Federazione.

I...problemi della salute e del= la Riforma Sanitaria: con l'icti= tuzione dei Comitati Sanitari di Zona, un intervento in onesto set tore si dimostra indispensabile, anche per evitare che paesi, at= traverso una "pesudo-riforma", u np, linea di sostanziale svuota= mento dei poteri delle autonomie locali ad in special modo delle Regioni.

La, mobilitazione antifeeeieta Nonostante che nel nostro quar= tiare la presenza del neo-equa= drenato non sia più così attiva come in passato, occorre andare ad un deciso rilancio delle ini ziative unitarie antifaeciete: è necessario perciò un chiari=

mento dei rapporti con di zona, ed un deciso rilancio del Comitato Unitario Antifasel= sta, che deve darsi a breviSei= ma scadenza un programma per la celebrazione in chiave non com= memorativa del Trentennale del= la Resistenza.

METODI DI LAVORO

Per muoversi lungo queste di rettrici è necessario un più e7 ficace collegamento fra Diretti vo di Sezione e compagni impe= gnati nel Consiglio di Zona: col legamento che va assicurato alme no con una riunione mensile del Direttivo allargato a detti com= pégni, per *nettare esclusiva= mente i problemi della Zona e -ter decidere le ii-ruiía-httí,n. tà nel consiglio; è'parimenti ne= oceicario giungere ad un chiarimen to interno - e soprattutto nel con fronto can le altro forze del quer tiere - sulle funzioni del Comita= to di Quartiere (che deve assumere una vera rappresentatività, cori la partecipazione della D.C. e di al= tre forze che ne sono oggi al di

ì fuori) e sulla divereificazione fra esso ed il Comitato Antifaaci sta.

Essenziale rimane uno sforzo per stabilire - o ristabilireun più stretto rapporto con. la lo cale sezione del P.S.I.

Condizione indispensabile per far fronte a questi impegni, è un. ampliamento del quadro attivo deU4 la Sezione, in vista del quale si dovrà stabilire un programma di corsi di partito, di dibattiti e riunioni - tenendo peraltro pre= sente che il livello di tali corsi non deve risaltare troppo lontano dall'effettivo grado di preparazio ne dei compagni che ad essi prendo no parte.

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C-3an Freince PerZ"kíni

i La vicenda dell'autoridu- energetica miope che rischia ti il contenuto positivo e coi'. zione delle tariffe elettri- 'oggi di lasciare senza energia struttivo della lotta che imche e clamore che essa ha sufficiente la parte meri) pegneva i braccianti, i contasuscitato per il suo 'carattere :naie del paese e il suo già fra- dini, i dise.ccppati.' Così come, di. novità rispetto -alle -forme gile apparato industriale. De- . per altro verso, l'occupazioeli i lotta tradizionalmente u- ve la classe operaia, in quan- ' ne delle fabbriche contro le tilizzate dalla classe operaia to classe dirigente nazionale, smobilitazioni, i consigli di geitaliana hanno contribuito a classe rivoluzionaria, assume- stione e le conferenze dí proriaprire, nell'ambito ., del, mo- re come propri questi proble- duzione rendevano evidente il vimento operaio, il dibattito 'mi (del bilancio Enel. della fatto che la classe operaia sulle forme di lotta, politica energetica, delle pic- non lottava soltanto per se -Quali forme di lotta utiliz- cole utenze)" oppure deve di- stessa ma che, nel momento zare e quali no, e in base a • sinteressarsene ,e badare sol- La cui, all'alterno della fabbriquali 'criteri 'operare questa tanto a se stessa? ca, si niaureea con i comeleseccita? Da parte di alcuni si Dalla forma di lotta cha si si problemi dallo sviluppo è sostenuto é - si sostiene che sceglie dipende, lo si voglia o dustrtale e cercava di contrai), criterio fondamentale deve no, la risposta a questo dile- stare, su mesto terreno, l'irtiessere quello della efficacia e sito. Una classe operaia cor- ziativa unilaterale del onde°. della incisività: ossia quello porativa, chiusa in se stessa, nato, essa difendeva, in recite, della massima funzionalità preoccupata soltanto di difen- l'intero paese e il suo diritto delle forme di lotta rispetto dere il rronrio selario è evi- ad uno svilttemo economico e all'obiettivo particolare che ci dente che sceglierà l'autoridu- industriale ectuilibrato. Vi era dunaue una profonda. coe'enza fra le ferme dí lotta utilizzate e l'obiettivo generale clic il movimento perseguiva (il Piano del lavorò), così co rie, una ano loca coerenza vi e oggi frr le forme di lotta utilizzate . nel corso delle uliirne vertenze contrattuali e aziendali e l'obiettivo di un diverso svilurmo economice., e sociale che il movimento sindacale italiano persegue uniteriamante.

si propone dì raggiungere. Da questo punto di vista, cosa c'è di più funzionale, rispetto all'obiettivo della riduzione delle tariffe elettriche, che non pagaregli aumenti richiesti? Questa formulazione, però, è ambigua e non convince non solo perché la forma dì lotta presceltà,per la sua stessa natura, è fatalmente destinata a restare minoritaria (come ha del resto rilevato lo stesso consiglio generale della Cgil) ma anche per un'altra ragione, e più di fondo. E cioè per il fatto che questa forma di lotta, la quale è certamente funzionale rispetto all'obiettivo prescelto ed è quanto mai incisiva, non corrisponde però, ecco il punto!, al ruolo di classe dirigente nazionale che la classe operaia assolve nella società italiana.

E' questa, pare a noi, la questione fondamentale che si pone a proposito delle forme di lotta, ed è questo il criterio in base al quale si deve scegliere l'una anziché l'altra:

rione perché questa è la forma di lotte più efficace e incisiva, ed è quella che paga subito. Una classe operaia che voglia invece eastre classe dirigente nazionale, classe rivolti-Aeluda, che non si limiti cioè a combattere soltanto per se stessa ma che voglia rinnovare l'intera economia e il paese, non potrà che scegliere altre forme di lotte: lo sciopero, la manifestazione di puzza, il piccnettaggio deIi'Enel, e lavorare per convogliare in questo movimento gli artigiani, i contadini, le piccole utenze fernieliari e industriali: in una parola tutte le forze inte-essate non solo ad un diverso sistema tariffario ma anche ad una diversa politica • energetica.

r,.l5 II carattere di classe o colo " porativo di una determinata forma di lotta non dipende dunque dalla sua particolare efficacia o incisività (né tanto meno dalla sua asnrezza). Esso dipende invece dalla capacità che, quella forma di lotta, ha di rendere evidente il contenuto poritivo della lotta stessa e di garantire il massimo di unità possibile dei lavoratori conquistando alla loro battaglia la simpatia e la solidarietà attiva delle altre forze sociali e politiche. In altre parole dipende dal fatto che la forma di lotta e-

Nel caso specifico delle tariffe elettriche (ci riferiamo qui non tanto all'esperienza torinese, quanto piuttosto alla teorizzazione che ne hanno fatto alcuni gruppi estremistici e certi settori del movimento sindacale) scegliere l'autoriduzione significa nei fatti affermare che l'unico obiettivo che la classe operaia persegue è quello di non pa- salti davvero e sino in fongare gli aumenti richiestigli. do il carettere di classe dMa la struttura delle tariffe gente nazionale che la classe oneraia ha nella società italiana. il movimento sindacale, nel corso di questi ultimi trent'anni, ha sempre cercato di adottare ferme di lotta coeren-

elettriche non è ingiusta soltanto nei confronti degli operai: essa è ingiusta anche nei confronti dei contadini, degli artigiani, delle piccole utense famigliari, dei lavoratori au- tonomi e delle piccole e medie ti con questa collo rione del- utenze industriali. Non solo: la classe operaia. L'occupeziola iniqua struttura delle tarif- ne delle tarre e lo sciopero fe elettriche nasconde in real- alla rovescia, ad esempio, pur tà una gestione fìneueiaria essendo forme di lotta addi- dell'Enel quanto mai discuti- rttura illegali e molto aspre, bile, e fa velo ad una politica T—Mettano però evidente a tut-

Basti pensare, a sele titolo di esempio, ella pratica ormai diffusa dì effiancare allo sciopero .gassemblea aperta; agli scioperi per inmorre a; grandi erunpi industriali una politica di investimenti c1e.2 privilegi il Mezzoeiceno; alle manirestazioni del tipo dí quella che si è svolta a Reggio Calabria; agli scioperi intercategoriali per imporre certe scelte di sviluppo (ultimo lo sciopero congiunto dei telefonici e degli operai della Pirelli, della Sit-Sieraens e della Face-Standard); alle assemblee comuni fra operai chimici e contadini; agli incontri con le Regioni e' gli enti locali; alla ricerca di un rapporto organico con gli insegnanti e con gli studenti per la utilizzazione delle 150 ore, ecc.

La classe operaia cioè ha abilmente combinato forme di lotta dirette e forme di lotta indirette graduando le une e le altre al fine di isolare il padronato e di fare emergere il contenuto reale, la portata politica generale delle sue lotte. Essa non si è chiusa :n fabbriea, ne è ricorsa a forme di lotta volte unicamente ad incidere sulla eroduzione o spettacolari, ma ha teso a conqiustarsi la simpatia e l'appoggio di altre forze sociali e dei più alto numero possibile di. forze poetiche.

La - ragione di ciò è n'erto semplice: per strappare un eurreeto salariale o un miglio-

—..-segemeere LEGGIAMO ;:i'ú er"p . A az%:..t" ,e•al ne210~~01111~
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ramento normativo non è essenziale disporre di una grande forza contrattuale. E' sufficiente, a tale fine, l'unità degli operai di quella fabbrica e la volontà di lottare sino alla vittoria, magari ricorrendo allo sciopero ad oltranza. Ma s-.-. il fine delle lotte non è soltanto questo, se ciò che ci si propone è di modificare la logica stessa dello sviluppo industriale e di affermare nuovi indirizzi produttivi, allora bisogna disporre dí un grande potere contrattuale e la classe operaia da sola questo potere non ce l'ha. Essa, se lo vuole esercitare,: se lo deve costruire portando dalla sua parte altre forze sociali, le forze politiche.. le istituzioni e, a tale fine, le forme di lotta che si scelgono sono decisive.

la-. questione non è puramente teorica ma è invece d'attualità: è una questione dell'oggi. La crisi economica spinge i grandi gruppi monopolistici ad avviare proc ssi dì ristrutturazione e di riconversione produttiva destinata a ripercuotesi negativamente sull'intera struttura industriale del paese. E' questa la loro risposta alla crisi! e questa risposta essi la danno sulla base dei loro esclusivi interessi di profitto e con l'intento (questo sì illusorio) di rilanciare il vecchio meccanismo di sviluppo.

Se la classe operaia non vuole subire nassivamente l'iniziativa unilaterale del padronato, essa ha una sola via da percorrer-: quella di proporre ristrutturazioni e riconversione industriali alternative rispetto a quelle volute dai gruppi monopolistici e finalizzate all'avvio di un diverso sviluppo economico e sociale e alla risoluzione della que-

stione meridionale. Per -vincere in questa lotta, però, la classe operaia ha bisogno di costruirsi, il più rapidam"nte possibile, un grande potete contrattuale sommando alla sua propria forza quella delle altre forze sociali (comprese quella della piccola e media industria e dell'artigianato), delle istituzioni e dei partiti. Ciò richiede una giusta combinazione fra la lotta nella fabbrica e l'iniziativa a livello della società. In altre parole, richiede che si dia il massimo di articolazione possibile alla lotta per un diverso sviluppo economico e sociale del paese non limitandola alla sola iniziativa nella fabbrica ma estendendola anche a livello della società.

L'articolazione è senza dixbbio la forma di lotta più nuova e originale che il movimento sindacale italiano abbia individuato e sperimentato nel corso: di questi ultimi anni. Essa ha consentito di superare, come osserva acutamente Aris Accornero in un suo scritto recente, la scissione che per anni è stata operata fra difesa della classe operaia e difesa della forza-lavoro. Ha cioè consentito di uscire fuori da quella situazione, per così dire schizoide, nella ouale si è trovata costretta ad operare nel corso degli anni '50 e a seguito della sconfitta subita nel '48 e nel '54, la classe operaia italiana: e in forza della quale mentre sul piano politico generale essa riusciva a difendere le proprie conquiste fondam..ntali (il regime e le libertà democratiche)', dall'assalto delle forze conservatrici e reazionarie, in fabbrica non riusciva, a causa =della sua debolezza organizzativa e politica, ad opporre una valida resistenza ai processi di ri-

strutturazione e di riorganizzazione del lavoro. .L'artIcèdàzione (i consigli di fabi-Jri-a e i delegati) ha posto fi , a questa situazione e ha ricorraposto questi due aspetti 'saldando-organicamente l'una all'altra la difesa degli ititeres-: si generali della classe ope- ' raia e quella degli interessi immediati della forza-lavoro.

Proprio per que:Aa ragione però l'articolazione è una forma di lotta che può essere efficacemente utilizzata soltanto da un movimento sindacale il quale non e.sakírisca nella fabbrica la propria cílane, ma combatta invece nun rinnovamento gener2e della società.

Un sindacato il quale si disinteressasse dei ploble:ri dello sviluppo economico.;1,51(0 paese, non onesse in Alcug, conto la questione met-4409ale o ignorasse i probletn^s,..01l'occupazione non avrebt:e in realtà molto da contrattare al livello della fabbrica: esso limiterebbe la propria azione; alle questioni più direttamente collegate alla condizione operaia senza però dire una sola parola (non ritenendolo un suo compito specillco) in merito al problema degli investimenti, delle scelte produttive o, come è il caso di oggi, delle ristrutturazioni aziendali. Viceversa, l'articolazione diventa un fatto reale (e davvero incisivo) soltanto nel momento in cui il consiglio di fabbrica si sente ed è parte organica di un movimento piu genefale che combatte per modificare gli indirizzi: stessi dello SVilUprc). De qui quel consiglio di labbrica pilò trarre l'alimento necessario (come dimostra anche _la recente vicenda Fial per .:sviluppare una reale in:ziatiya articolata che contrasti = passo a passo — padronale. Ecco perché il vero pericolo che la contrattazione aziendale (cioè l'articolazione della lotta per un nuovo sviluppo) corre oggi non è tanto quello di es.; 're soffocata dall'iniziativa confederale ma, al contrario, è quello di non ricevere dalle confederazioni (così come dai consigli di zona e dalle camere del lavoro) tutto l'aiuto necessario per potersi davvero sviluppare. In questo senso i nemici peggiori dell'articolazione e dell'autonoma rivendicazione dei consigli dì fabbrica sono proprio quei teorici del i'industrialisrrò e dell'aziendalismo (per tacere dei teorici della cosiddetta estraneità dell'operaio alla produzione) ì quali si vantano

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(e non sempre a torto) di essere gli inventori di questa particolare forma di lotta, ma che però — per il fatto di essere organicamente incapaci di varcare i cancelli della fabbrica finiscono per condannarla a morte per asfissia. In realtà i consigli di fabbrica possono sviluppare una effettiva contrattazione soltanto se nella loro azione quotidiana vive ed è operante il nesso . tra lotta in fabbrica, sui problemi dell'organizzazione del lavoro, e quella per un diverso sviluppo della società.

In altre parole: soltanto se ì consigli di fabbrica — oltre' a far discendere ogni loro rivendicazione particolare dalle scelte generali che il movimento ha fatto, sanno sviluppare davvero una molteplice iniziativa che li ponga a contatto con tutte le forze che sono, in un modo o nell'altro, interessate alla loro lotta o che, a quel'hi lotta, possono essere utili- Si muove in Questa direzione, del resto, l'iniziativa che i consigli di fabbrica delle più importanti industrie chimiche hanno preso di indire ass-mblee e manifestazioni comuni con i contadini (all'Anic di Ravenna e alla Simcat dì Siracusa) così come si muove in pesta direzione la apertura, in Emilia, di una vertenza tra la Regione (affiancata dai consigli di fabbrica, dalle confederazioni sindacali e dagli enti locali) e la Fiat sui problemi delle scelte di investimento e sulla loro dislocazione territoriale. •

4 Un problema analogo si pone oggi nei servizi e nel pubblico impiego. L'affermar-

si, all'interno di questi settori, di piattaforme rivendicative sempre più finalizzate alla ristrutturazione dei servizi e alla riforma democratica della pubblica amministrazione rende impraticabili e controproducenti le vecchie forme di lotta (blocco totale dei servizi e scioperi ad oltranza) e stimola a ricercarne di nuove e più coerenti con le finalità riformatrici della lotta stessa.

Lo sciopero dei bigliettai dei tram e l'astensione dal la-' voro solo M determinati orari; lo sciopero alla domenica nelle ferrovie; lo sciopero nei momenti di minor consumo dell'energia elettrica da parte dei dipendenti dell'Enel; il blocco degli straordinari e la applicazione letterale dei regolamenti nelle poste; il sempre più frequente ricorso alle assemblee comuni con altri lavoratori e alla propaganda attiva dei veri contenuti delle piattaforme rivendicative, sono tutte forme di lotta, queste, finalizzate all'isolamento dell'azienda e alla conquista della simpatia e dell'appoggio degli* altri lavoratori e della opinione pubblica.

L'abbandono, in questi settori, delle forme di lotta più tradizionali e la ricerca di nuove forme di lotta non segnala affatto una diminuita combattività da parte di questi lavoratori ma, al contrario, testimonia della maturazione della loro coscienza di classe e del declino del sindacalismo autonomo e corporativo (al quale non basta per sopravvivere l'aiuto che ad esso cercano di dare certi gruppi estremistici come Avanguardia operaia). Ci vuole, in realtà molta più coscienza di classe e combattività a scioperare solo la domenica e a fare brevi fermate che non a lasciare deserte, per giorni e giorni, le stazioni ferroviarie.

Il terreno sul quale però la ricerca e la sperimentazione di nuove forme di lotta deve oggi svilupparsi ulteriormente è quello territoriale. Se, come è stato detto al direttDo della Federazione sindacale unitaria, l'avvenire della battaglia per un diverso sviluppo economico e sociale dipende interamente dalla capacità del movimento sindacale di dare a questa lotta il massimo dì articolazione possibile, allora diventa decisiva la creazione dì una fitta rete di consigli di zona. Ai consigli di zona spetta, in questa fase, il compito di costruire lo schieramento di forze sociali, politiche, istituzionali, sul quale il movimento sindacale possa poi fare leva per imporre determinate scelte. Ciò comporta però che si chiarisca bene la natura di queste strutture e il loro ruolo. Debbono i consigli di zona essere la somma - dei consigli di fabbrica e limitarsi a difendere, dall'ester-

no delle aziende, il salario dei lavoratori occupati, oppure debbono essere, nelle nuove e più avanzate condizioni di oggi, quello che furono nel passato le Camere del lavoro e le leghe: cioè centri di aggregazione di diverse forze sociali, di occupati e disoccupati, di operai e braccianti, di lavoratori dell'industria e del terziario? Se è quest'ultima la risposta giusta al quesito po'sto allora è evidente che i consigli di zona non possono limitarsi, per fare un solo esempio, a raccogliere le bol-j lette dell'Enel per ridurne la entità a vantaggio dei loro soli organizzati, ma che il loro compito è ouello di sviluppare una iniziativa che unisca tutte le forze interessate alla lotta per una diversa struttura delle tariffe e per una nuova politica energetica. Il consiglio di zona deve cioè impegnarsi per dare unità al movimento dei lavoratori, per aggregare le forze non organizzzte (i disoccupati, gli stu.denti) e per promuovere iniziative volte a risolvere, nell'interesse di tutti, i più acuti problemi sociali ed economi= ci della zona in cui opera. Ciò' comporta che allo sciopero si affianchino altre iniziative, altre forme di lotta; che si lavori di più insomma per dare vita a uno schieramento, il più ampio possibile, a sostegno di determinate rivendicazioni. r ori basta più dire che il movimento sindacale vuole la riforma agraria: bisogna che dai consigli di zona parta una reale iniziativa verso il mondo contadino; cosi come non basta più dire che si vuole la riforma della scuola, ma bisogna che gli insegnanti e il movimento degli studenti o trovino davvero nei consigli di zona dei reali interlocutori: Anche la lotta per l'occupazione non la si può condurre avanti se non si sviluppa una concreta iniziativa volta ad organizzare i giovani disoccupati e le donne. Sono insomma gli obiettivi • stesi che il sindacato si è dat::‘, che impongono lo sviluppo di una iniziativa articolata volta a conquistare correnso e sostegno in altre fprze sociali, nelle istituzioni e-**,aelle forze politiche. L'incòntro con il consiglio comunale o di quartiere; l'assemblea comune con i contadini; il dibattito con le forze politiche; le manifestazioni di piazza, ecc., divengono forme di lotta altrettanto e forse più efficaci dello sciopero stesso, proprio perché la vittoria, nella battaglia in cui il movimento dei lavoratori è oggi impegnato, dipende sempre di meno dalla sola combattività della classe operaia e sempre di più invece dalla sua capacità di costruire, attorno alla sua lotta, uno schieramento che sposti davvero, e a suo vantaT,io, i rapporti di forza nel

ZONA 20

LA CARTA URBANISTICA

20 RESIDENZA

PREMESSA

La drammaticità del problema del la casa è senza dubbio l'elemen to più esemplare per un giudi— zio sullo sviluppo urbanistico della nostra città.

Le costanti violazioni dell'at— tuale PRG, la latitanza dei pub blici poteri, quando non l'aper ta compromissione di questi con i gruppi finanziari dediti al saccheggio urbano, la politica degli enti ed istituti per l'e— dilizia popolare, i quali, ol— tre alla loro presenza irriso ria nella formazione del patri monio edilizio, hanno effettua to scelte che anzichè contrasta re o riba]tare, hanno avvalora— to e confermato lo sviluppo pri vatistico della città, sono le forze motrici dell'attuale situ azione che vede la più parassi tarla delle rendite quella fondiaria, essere l'unica rego la costantemente osservata nel— lo sviluppo della città.

I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Affitti impossibili, imponente richiesta di alloggi popolari, patrimonio edilizio in gran parte degradato e fati— scente, sistematica espulsione dei ceti popolari dal centro e dalla città, allontanamento de— gli insediamenti produttivi per far posto ad attività terziarie o lussuose residenze, aumento della pendolarità, congestione della città.

In tale quadro l'occasione del— la revisione del PRG e della proposta di PIANO DI ZONA, si

CONTINUIAMO CON QUESTO NU= `MERO DI "ORIENTAMENTI", LA PUBBLICAZIONE DELLA CARTA URBANISTICA DELLA ZONA 20.

GLI OBIETTIVI E LE PROPOS= TE RIGUARDANTI IL PROBLEMA DELLA RESIDENZA.

presenta decisiva per condizio nane in modo positivo una tras formazione urbanistica, che p3r ti al suo centro l'interesse della comunità Contro il profit to privato. E' necessario comunque che, ac canto alla revisione del PRG, si sviluppi, la lotta per otte nere e far rispettare altri stru menti urbanistici e legislativi:: come il NUOVO REGOLAMENTO EDILI ZIO, il piano per l'edilizia e conomica e popolare, l'attuazio ne (soprattutto attraverso il suo finanziamento) della legge sulla casa 865, l'approvazione di una legge che regolamenti e condizioni i canoni di affitto. Riteniamo che proprio l'acutez za della situazione, giunta al punto di rottura e la crescita di coscienza sui problemi gene rali del territorio e della sua gestione sociale, consenta condi zioni più favorevoli che in pas sato, per l'ottenimento degli strumenti necessari per blocca— re ed invertire i meccanismi at tuali di sviluppo e congestione della città.

GLI OBIETTIVI

Nell'elaborazione del Piano di Zona, per quanto concerne la re sidenza, gli obiettivi sono: arresto ed inversione della espulsione dei ceti popolari dalla città; decongestionamento con il re cupero di aree a servizi per il raggiungimento degli stan dards di legge.

411111~411.-~

La causa principale del primo fenomeno è l'incessante aumenta del costo della rasa. Lo strumento determinante per condizionare tale situazione 4 l'intervento pubblico che consen te di ridurre, almeno in parto,— i costi della casa. Un'altra causa del processo di espulsione da ricercarsi ne— gli interventi speculativi con dotti nei vecchi quartieri, at traverso ristrutturazioni, fRern lizinni, vendite frazionate, eccetera.

Le leggi sulla casa 865-167 con sentono il risanamento del pa trimonio edilizio degradato, fatto da parte dell'operatore pubblico, quindi l'obiettivo principale del nostro Piano de ve esoere quello di bloccare al la radice il processo di espul— sione, efFettuando i Processi di risanamento e di ristruttura zi.one attraverso il P.E.E.P. — (Piano Edilizio Economico Popo— lare), Contemporaneamente l'obiettivo dì decongestionare la città at traverso il recupero degli st711 dardo urbanistici di legge impc; ne di contenere lo sviluppo re: sidpnziale. Solo sulle R"PP li— bere non necessarie al soddisfa cimento dei fabbisogni di servi zi è proponibile un piano di edi 3izia popolare di espansione, secondo la procedura dell'espro prio prevista dalle leggi 865/ 167 e facendo partecipare alla sua realizzazione sia l'ente Pubblico, sia le cooperative ed i. privati.

PROPOSTE

A — Nella nostra zona sono sta— te individuate quattro aree con Forte presenza di edilizia de— gradata, sia residenziale che industriale ed artigianale con frammistione di insediamenti pii) recenti.

Area compresa tra le vie: Sonnino — Certosa — Espinasse Cacciatori delle Alpi — Vare sina — Pedoni — Pacinotti — Gassendi ~atti.

Area compresa tra le vie: Cer tosa (7,11Aratp Timm, Quartiere Villapizzone. Plrea compresa tra le vie: Mambretti, Aldini tverchia Mpsocco).

E' evidente che un intervento di risanamento della situazione reistente dovrà attuarsi attra— verso piani di zona, i quali n3 tre al mantenimento delle clas— si sociali residenti, devono pro vedere il recupero di aree per servizi, visto il congestiona— mento attuale esistente.

In sostanza alla fase attuale della elaborazione del PIANO si propone uno stralcio di tali a— ree, per le quali fermo restan— do il principio generale di in— tervento, si avanza la richiesta di blocco temporaneo di ogni ini ziati.va edificatoria. Su di esse, il Consiglio di. Zona propone di condurre un'analisi particolare; giata delle condizioni edilizie, al Fine di individuare con pre— cisione gli immobili che dovranno interessare il. P.E.E.P. (edifi— ci degradati, individuazione delle opere necessarie, indagi— ne catastale, eccetera).

E' stata individuata un'area di espansione di edilizia popo— lare; compresa tra le vie: Certosa — Luciano — Montefeltro Rrunetti — Polidoro da Caravag— gio — Oriani — di mq. 164.000 (liberi) 'e mq. 37.000 (già oc— cupati da residenze).

Si prevede l'insediamento di cir ca 2.000 abitanti. Nella zona di edilizia popolare di espan— sione, l'intervento proposto è coerente con l'obiettivo del re cupero dei servizi.

Vincolo di 167 sull'area com presa tra le vie Zoagli — Citt7 divi — Drago — Anderloni (case`

• • • e 12

minime), al fine di assicurare l'effettiva destinazione ad odi 1izia popolare delle aree in oggetto, in previsione della de molizione degli stabili esisten ti.

D) Sulle aree non comprese tra le precedenti, si propone il mantenimento delle destinazioni residenziali esistenti, ne'llo stato di fatto suddivise ir edi lizia_privata ed edilizia pubblica«

1 Nei prossimo numero: LCCALIZZAZROXI !NDUSTRIALP

PER un! AFroza)r3rang) COlm

LE FABBRICHE

Il rapporto con i lavoratori delle fabbriche del quartiere è uno dei limiti maggiori della nostra azione passata.

Molti fra l compagni intervenuti nel dibattito congressuale hanno sottolineato l'esigenza di potenziare l'attività della Sezione in questo campo.

E' necessario muoversi anzitutto con un lavoro di analisi, che vada ad individuare quella realtà frantumata di piccole in dustrie,uffici,attività commerciali,che formano il tessuto produttivo della nostra zona.

Ancora più pressante diviene questo compito,se pensiamo al grosso attacco ai livelli d'occupazione sferrato,in questo no mento di crisi ecenomica,proprio contro la piccola e media industria.

Caron dintorno

« Lo spirito di De Gas peri mi ha tra. smesso le sue parole attraverso l'articolo del senatore Caron di stamane stfl Popolo » (dal discorso di ! nfrni ai ccnvegrio fiorentino dei C),,),

4e) LICETUAMENT5 a!l'AGPN71A "viAGGI CERTOSA"

A Natale I974,invece del panettone Babbo Natale ha portato ai 43 dipendenti della "Viaggi Certoszin,lettere di li cenziamento per "cause economi che e finanziarie" pur essendo la "Viaggi Certose." in attivo.

La "Vj7ggi Certosa",apsrta nel I957,è sempre stata,nel cor so della alla at;er.zia produttive.tè in atti ri,i.wta nominata gente Unico le per l'Italia" rsr la nenditL dei biglietti della Copra del Mondo 1974,nomina che non sareb be stata data ad una agenzia senza solide beli.

Il padrone ha prenentat'i stanza di fallimento per 4y0 milioni di "irebenchb tali re-1 di siano sta-d. ineasoati precedentemente.

Le organizzazioni Sindacali, i Rapprese,ltrAti Sirìacalt ed lavoratori respingono ruesta grave manevra speculativatehe si inquadra nel momento larticolarment1 recessioni economica ci'e. investe anche il settore turisticoluna delle fen lamentali entrate dell'economia italiana,e che i-erta gravi arui libri nell'occupazione e Della difesa del posto di lavoro.

Per questo i lavore.tori dell'Agenzia Viaggi Centesa hanno dichiarato ASSEM3Wli ?T:MAN:ENTE nei locali dell'Agenzialpnn la difesa del resto di lavoro e far si che la Menristratura conceda la gestione provvisoria,in vestendo gli Enti ncesli ed i -partiti demceratici n chiedcno la solidexietà di tutti i lavoratori.

I RAPPRESENTANTI SLIDLCALI AZIENDALI UNITARI

••■•••~1~.111~r,c,,ses•wsneic..~...~es.,,,......... • ,ogacumentre• ran..~11112

Maternità nsep vole bort°

Dopo l'intervento della compagna Pajetta sul numero 2 di "Orientamenti", pubblichiamo un documento elaborato delle lavoratrici iscrit te all'U D I del gruppo Bayer.

Una giusta valutazione del "proble ma aborto" non può essere fatta se esso non viene visto nell'ottica più vasta e complessa della "quer. stione maternità". Questione maternità che significa innanzitutto affermazione di due concetti fondamentali: maternità come valore sociale e non più quindi fatto individuale di chi mette al mondo un figlio; maternità consapevole, auindi libera. Responsabilità sociale della mater nità che si concretizza nella rea= lizzazione di tutte quelle struttu re, per cui la maternità non rap., . presenti più motivo di emarginazio ne della donna dal mondo produttir. vo ed inoltre venga garantita la piena autonomia e responsabilità della coppia ed in particolare del la donna di fronte ad un momento così fondamentale del suo progetto di vita. Da qui la necessità di consultori pre-post matrimoniali; di asili ni do e scuole materne, di un'educazione sessuale che incominci dai banchi di scuola, per una società più giusta nei confronti della don na e dell'infanzia. Ecco che-prent: de così maggiore consistenza quel concetto di "diritto alla vita", chiamato spesso in causa unicamente come condanna all'aborto ed

cAtiftkrt pipEtipiAtiO iCiTrA0iNI

ignorato poi nei numerosi casi di aborto provocati da malsane e gravose condizioni di lavoro per la madre, o per quanteriguarda il tipo di vita cui va incontro il bambino dopo la na scita (non è possibile dimenti care le alte percentuali di mortalità infantile, lo stato di quallido abbandono di troppi bambini nei brefotrofi o ne gli istituti di assistenza.) E' necessario quindi andare ad un superamento dell'aborto, at traverso una grande opera di prevenzione sociale. Tuttavia non si può non essere consape voli del fatto che l'obiettivo del superamento dell'aborto at traverso la prevenzione presuE pone un processo a lunga scadenza; sussiste quindi l'esigenza di un intervento nell'im mediato per contenere i danni della pratica abortiva (oggi così largamente diffusa), che del resto il divieto penale non riesce ad impedire nè a scoraggiare (cifre per forza di cose ufficiose parlano di l.- 3 milioni di casi l'anno). Perciò è necessaria una nuova regolamentazione giuridica del l'aborto che garantisca che iT ricorso allo stesso non venga più considerato reato se eseguito con il consenso della donna. in strutture sanitarie pubbliche ed entro le prime settimane di gravidanza. Fondamentale di ouesta proposta è il concetto che l'aborto venga effettuato in strutture pubbliche, solo così il fenomeno acquisterà le sue reali proporzioni di:fronte alla so cietà che si dovrà far carico del problema e d'altro canto anche la donna si sentirà più responsabile della sua scelta nei confronti della società; in questo modo potranno maturare i termini per una coscien za preventiva.

Inoltre solo una struttura pub blica può garantire un intervento che non netta in perico lo la vita della donna ed una uguaglianza di trattamento in dipendentemente dalle condizio

ni sociali, evitando così speculazioni private che oggi pro sperano.

E' su queste basi che il modo di vedere ed affrontare il pro blema da parte del movimento d'emancipazione femminile si differenzia da chi, come gruppi femministi, propugna la liberalizzazione delr.aborto, che vorrebbe significare derubricar lo come reato ma nel completo disinteresse della società, che continuerebbe a vedere nell'aborto il mezzo più comodo di controllo delle nascite.

DOMENICA 9 febbraio

LA F.G.C.I. settore nord organizza una gita a

MACUGNAGA

PROPAGANDATE QUESTA INIZIATIVA!

Tutti i giovani del quartiere sono invitati!

Per maggiori informazioni rivolgersi al Circolo Mordini - Via Bodoni,3 te1.395325

Gruppo Bayier Unione Donne Italiane
aln011iet

II

PCI e la riforma assistenziale

.ra anni. il nostro partito é impegnato in una lotta per una riforma generale del sistema assistenziale. Una riforma dell'assistenza che„ nonostante la conquistata legge nazionale istitutiva degli asili-nido, diventa ogni giorno più urgente per i gravi limiti che presenta l'attuale sistema d'intervento a carattere sociale e per l'insufficienza delle prestazioni a vantaggio degli anziani, degli handicappati e dei minori.

Da senpre noi comunisti sottolineamo l'esigenza di superare e di sciogliere rapidamente tutti gli Enti assistenziali pubblici e prIvati E.A.N.O.L.I., E.C.A.r 0.N.P.I., ecc.) che non forniscono nessun servizio e nessuna garanzia al cittadino. Quindì è necessario a nostro avviso trasferire tutti i poteri e tutte le funzioni assistenziali alle Regioni e ai domini, secondo i principi costituzionali del decentramento e dell'autonomia.

Su queste direttrici generali noi ci muoviamo, perchè anche nella nostra Zona sorgano strutture valide e qualificanti nel campo dei servizi e dell'assistenza. ei riferiamo alla /ilstrutturazione del alazzolo di via Aldini, 72 centro di ricovero per vecchi di proprietà del Comune di Uilano, con circa 800 poeti letto e gestito fino alla fine del '74 dalle suore Poverelle di Bergamo, che hanno chiesto l'esonero da questo impegno per "mancanza di voce—

Al Comune di "nano il ftinm zionamento di questo ricovero costava annualmente tre

Come si poteva non prevedere allora unn politica nuova d'intervento nei confronti dell'anziano e dell'intera comunità della Zona? L'indirizzo nostro

4 quello di evitare ai pensionati la triste e spesso avvilente emarginazione, rappresentata dal ricovero in istituto. Al lavoratore pensionato si deve assicurare il diritto ad una continua partecipazione a tuo ti gli effetti a quella comunità cuii:a contribuito in tenzdnd di intelligenza e fatica. Purtroppo, sia per la situazione difficile in cui si trovano molte famiglie, sia per la esiguità di molte pensioni, sia infine per mancanza di adeguate strutture, spesso questo principio viene violato e molti anziani sono condannati al triste esilio in istituti che presentano ancora di frequente le caratteristiche di ospizi. D'altra parte noi sappiamo che negli ultimi cento anni la popolazione anziana è aumentata del 10% passando dal 6,5 % del 1861 all'attuale 16,4%. Gli esperti in scienze demografiche prevedono che gli ultraeeesantenni raggiungeranno entro la fine del secolo il 20% della popolazione.

Come è possibile non tenere conto dell'incidenza di questi dati? Qome è po-sibile continuare a considerare il ricovero una soluzione normale nella "questione degli anziani"? E' necessaria, anche in questo Caso: un'inversione di tendenza.

Primo obiettivo deve essere il mantenimento degli anziani nel la comunità, nella maggior misura possibile. Questo rappresenta il presupposto indispensabile perchè si cambi finalmente pagina nel settore' Bisogna dare agli anziani una struttura idonee a risolvere i loro problemi che non sodo solo sanitari, ma anche psicologici e sociali: attuare la prevenzione alla cronicità e puntare decisamente sulla riabilitazione del malato e Atri suo

T ERE-
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reinserimento nella vita ramiliare e sociale, limitando al maesimo il ricovero in istituzioni chiuse.

Nel campo dell'assistenza agli handicappati psichici, fisici e sensoriali in età scolare ed evolutiva crediamo che da parte di molti si sia prosa arala/ eoscleeze della necessità di cambiare metodo e politica, per combattereAl potehziamenIo delle scuole speciali, le cui tendenze emarginanti sono state più volte dimostrate e deplorate.

Per cuanto riguarda gli enzerventi di prevenzione pensiamo alla creazione di un consultorio pre e post matrimoniale per l'assistenza non solo alla donna, ma ancne alla coppia, sui temi dell'educazione seesuale e demografica, come importante momento di prevenzione nei confronti dell'aborto.

Con queste brevi considerazioni, vogliamo sottolineare la

necessita cne la ristrutturazione del l'alazzolo da via Aldini abbia. le caratteristiche di servizio socio-sanitario-assistenziale, per cui noi comunisti ci battìame.

Riteniamo che le richieste-di servizi rette dal Consiglio di nona 20 al comune di i,dlano stano per un quartiere..popoloso e popolare come il nostro, etalcosa di irrinunciabile. Va assicurato ad ogni cittadino il diritto arpieno sviluppo della propria personalità, attraverso una nuova politica da tuemi i servizi, dall'infanzia alla veccniala, secondo il dettato costituzionale.

Noi pensiamo che sulle proposte avanzate nel documento dei Consiglio di Zona troveremo unanimità di intenti e di volontà tra tuttì i cittadini, così come all'unanimità ai sono espresse le forze politiche al Consiglio di Zona 20.

DOCUMENTO APPROVATO ALL'UNANIMITA' IL GIORNO

14/10/1974

DAL CONSIGLIO DELLA ZONA 20

La Comelissione Assistenza del Consiglio della Zona 20 dopo varie consultazioni con cittadini,medici,tecnici e personale non meelco,assistenti sociali,rorze politiche e sociali operanti nella Zona,in merito alla ristrutturazione dell'Istituto Falazzolo di Via Aldini ha emesso il seguente documento:

in termini di assoluta priorità viene chiesto il bloc co delle strutture e del personale dipendente e l'utilizzazione degli stabili facenti parte dell'Istituto Pa lazzolo di Via Aldini a fini pubblici,intendendo con questa definizione che anche la gestione aia pubblici.

Si richiede l'utilizzazione di una parte dello stabile in funzione di:

1 -Ospedale diurno a specializzazione geriatrica con l'installazione dei seguenti Presidi Sanitari:

Olino studio di radiologia a non elevata specialiitazione

2)un gabinetto di di terapia fisica e riabilitativa

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3)un gabinetto di cardielogia

4)un laboratorio di analisi cliniche

Con questi presici e con una 6quipe meClea non superi.: re alle 8/10 unità più il relativo numero di personale non medico hi potrebbe arrivare ad un grosso centro in grado di assi eLere un centinaio di pazienti ‘Un centro cc sì concepito avrebbe due caratteristiche totalmente mm— ve nel panorama sanitario cittadino e cioè:

a)si tratterebbe di un Ospedale solo ed esclusivamente diurno

b)ei tratterebbe di una struteura in grado di assistere un numero di pazienti notevole a differenza dei piccoli reparti oggi esistenti presso altre steettue re ospedaliere

Altre due fondamentali caratteristiche di questo centro potrebbero eosere:

a)una rilevante consistenza di attrezzature di evage con da dargli carattere di luogo d'incontro ricreativo e di svaro

b)essere il punto di partenza per una équipe in grado di svolgere funzioni di assistenza domicilirro.

2 -ASIlO NIDO.La nostra propostalconsiderata la disponibilità di spazio,è quella della istituzione di un grosso complesso asilo-nido,in particolare intorno al 200 poeti, 3 o 4 sezioni di 50-60 posti ciascun .A qugrto proposito è bene sottolineare come non sia difficile reperire i fondlI considerate la destinazione a tale scopo dello 0,10 per cento dei salari dei lavoratori.

3 -CONSULTORIO DI MEDICINA-INFORMAZIONE ED EDUCAZIONE W

PROBLEMI DELLA PERINATALITME' superfluo aotaelineare la importanza della istituzione di questo organiamo in una Zona,che ne ha particolarmente bisogno per la 3113 stessa composizione sociale.

4 -CENTRO ADDESTRAMENTO PROFESSIONALE.Anche questo organismo va visto nell'ambito degli interventi a favore dei soggetti con difficoltà psico-fisiche.Ma proprio nel convincimento del rifiuto dei "laboratori protetti"si anspica un centro,in cui l'addestramento professionalnlverio e finalizzato agli effetti dell'inserimento nel mondo del lavoro,avvenga mediante integrazione e socializzazione tra elementi normali e "difficoltati"con criteri non paternalistici e protettivi.

41110111111111011~111~~111 CIP•Pn 18

Iniziative democratiche alla Caserma "Montello"

I militari della Caserma Montello di Via Caracciolo stanno vivendo da alcuni mesi un'inte-essante esperienza di vita de-rocratica.

Tutto iniziò nell'estate scor sa, quando la formazione di una "Commisione-rancio"aprì nuovi spazi di controllo e gestione remocratica della Caserma.

7' ,u così possibile dimostrare, rei fatti,che le pessime cardi74oni di vita alla "Montello" ror erano dovute ad una fatale "srassi" di vita militare,ma a n-ecisi errori di utilizzo dei soldi a disposizione.

La Commissione-rancio si mosse anzitutto sul problema del vitto,sfatando,in breve tempo, la leggenda secondo cui la cattiva nualità del cibo dipendeva all'incapacità di cucinieri im srovvisati.

Con le stesse persone adibite confezionamento dei pasti,ma son un più attento esame delle -rettanze ai militari di truppa dei relativi sprechi, si arriv ad ottenere sensibili miglio menti.

questi risultati servirono da !nrone ad un attento lavoro di democratizzazione della vita as , sociativa nella Caserma,che par t ;rise ds1 supergmento dell'as-rurda(ma "gerarchicamente" fun'7i)nale)antagonismo fra "nonni" "reclute".

R' questo un obiettivo che ri veste la massima importanza per i militari della "Montello",ser ch solo partendo da questa so=

stanziale unità di base è stato possibile dar vita ad impor. tanti iniziative:la vendita di tutti i quotidiani(compresi gli organi ufficiali dei parti ti dell'arco costituzionale), la proiezione dí film scelti dai militari stessi("Paisà" e "Viva Zapata" , sono stati i pri mi due),l'intervento e la discussione sulla concessione del le licenze e sull'assegnazione delle punizioni.

E' un. processo comunque che va avanti non senza difficolt: ne,da una parte,il Ten.Col.Tiez zi(Comandante della Caserma dall'agosto I974)mostra un atteggiamento sensibile alle istanze di democrazia,dall'altra parte si assiste ad un irrigidimento delle più alte gerarChie,che sognano un esercito in cui non entri la Costitu zione antifascista.

E' necessario ora consolidari diritti conquistati,superare le contrapposizioni fra militari di trippa e sottufficiali, aprire il dialogo con le forze politiche democratiche;far avanzare la democrazia nelle ca serme significa isolare e scor_ figgere i generali golpisti e ricreare quell'unità fra popolo e Forze Armate che nacque dalla Resistenza.

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SOSTENETE "ORIENTAMENTI" 19
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Per un rilancio del Comitato Quartiere

Il Comitato di Quartiere Cagnola vive ormai in Forme e modi diversi - da mol to tempo: si può dunque dire che esso ab bia una sua piccola storia ed una non in significante tradizione, le quali doman= dano di essere salvaguardate'e rin= verdite dalle forze politiche, sindacali sociali, dai movimenti culturali, da tut ti i cittadini del quartiere.

Il Comitato di Quartiere sorse quando ancora non esisteva il Consiglio di Zona ed il decentramento amministrativo a Mi lano era un'ipotesi lontana: alla sua o= rigine vi furono da undato l'esigenza, che tutte le forze democratiche del Quar tiere sentivano, di organizzare in qual= che modo nuovo la partecipazione di base alla vita pubblica, dall'altro lato alcu ni obiettivi concreti di lotta (la que= stione del Campo dei Fiori, per esempio): le adesioni. Furono assai larghe (se ri= cordiamo bene ne fu presidente il Geom. Bertolo, democristiano) e i risultati concreti non disprezzabili.

L'attuazione della prima fase del De= centramento con, la istituzione dei Con= sigli di Zona indusse alcuni - in parti= colare la D.C. - a ritenere superato e superfluo (un doppione) il ruolo del Co= mitato di Quartiere, e quindi ad abbando narlo. Ciò nonostante, esso continuò a vivere, e ritrovò slancio nell'organizza zione della lotta degli inquilini per la ristrutturazione delle case popolari di Via Grigna -0Mac Mahon: lo slancio si venne poi attenuando, man mano che la ge., stione diretta di questa lotta veniva as sunti - com'eralogi:4e.e giusto - dal Sindacato Inquilini (S.U.N.I.A.) il cuì sviluppo elaacui affermaziOng nel quar= tiere datano appunto da allora.

Contemporaneamente, la nascita e lo sviluppo della strategia della tensione, ed episodi di squadrismo Fascista molto

frequenti per un certo periodo nel quar= tiere, portarono alla costituzione di un COMITATO UNITARIO ANTIFASCISTA che - per la forze che vi aderirono e persino per le persone delegate a rappresentarle venne di fatto a coincidere con il Corni= tato di Quartiere: e anche qui, lo scon= tro di atteggiamenti ambigui della D.0 . con posizioni di chiusura settaria a volte emergenti in alcune forze aderenti al. Comitato (la locale sezione dell'AMI, per esempio) ed1 il necessario amplia, mento della , :ecipazione, se non in occasioni saltuarie e a livello puramente nominale. Il Comitato Antifascista è riva scito comunque in questi anni ad attuare -anche in collaborazione con il Consiglio di Zona - iniziative importanti, soprattut to verso le scuole medie (incontri degli studenti con protagonitti della Resister= za, mostre di lavori degli studenti, ecc.).

Questa la "piccola storia": ma la situa zione attuale?

Oggi, questo organismo - o, se si -,pre= Ferisce, questi due organismi coincidentivivono una vita abbastanza stanca; non cer to inutile, come sostiene qualcuno (basti pensare che il programma per le elezioni de gli organi collegiali della Scuola, elabo= rato con la partecipazione della D.C. .e dei Sindacati all'interno del Comitato è stato fatto proprio dal Consiglio di Zona ed as= sunto come base dei programmi di molte li= ste di genitori, e non solo nel nostro quar tiere o nella nostra zona) non certo muti le, dicevamo, ma certo assai meno efficace ed incisiva di quanto potrebbe e dovrebbe essere. Di ciò si sono resi ben conto an= che le sue componenti, e le stesse perstme che vi impegnano la propria attività: oc= corre andare ad una verifica del ruolo, gli obiettivi, dello stesso modo di essere del. Comitato di Quartiere e del Comitato Unitario Antifascista.

# 1••••••••~1~1~11•91~1•17-••••• • T...1T_ • •0.1

A tale verifica noi comunisti, che abbiamo sempre dato al Comitato tutto il, no soro apporto, vogliamo qui brevemente por tare un primo contributo, in termini non certo ultimativi, con proposte da syílup= pare e soprattutttoda confrontare e discu= tere con tutti.

A noi sembra Cle un Comitato di quartie re possa essere in sostanza due cose:

i) uno strumento temporaneo di organizza= zione di lotte specifiche (una specie di , -comitato di agitazione)

2) una sede permanente nella quale i pro= biemi di una singola parte del quartiereo di una singola categoria dei suoi abitar_ ti (organizzati o no in sindacati o gruppi di agitazione) - trovino un primo indispen sabile momento di verifica politica, di .aaa confronto con i problemi e gli interessi .più generali di "tutto" il quartiere, di "tutta" la sua popolazione, rappresentata dai partiti e dalle organizzazioni sinda= cali, dai circoli culturali e dalle organiz zazioni di massa: una sede permanente nella quale i problemi di alcuni - gruppi o catea gorie che siano - possano diventare i pro= blemi di tutti, e come tali essere presen= tati alla pubblica opinione ed agli organi dell'Amministrazione, in cui le lotte di alcuni diventino, nella misura in cui cor= rispondono ad obiettivi di interesse collet tivo, le lotte di tutti, e possano pertan= to essere combattute su un fronte più lar=

A noi sembra che la seconda alternativa sia - per il nostro quartiere - quella giu sta: noi siamo per un Comitato di Quartiere che non pretenda di sovrapporsi o sostituir si ad alcuna forza, a nessuna corrente, a nessun movimento spontaneo, nè di strumen= talizzare chicchessia, ma anzi miri a pro= muovere il confronto di ciascuno con tutti gli altri, a farsi strumento di un M.largamento e rafforzamento delle convergenze e delle alleanze sempre necessarie per rag= giungere,nelle lotte concrete, concreti o biettivi di interesse collettivo. Noi sia mo per un Comitato di Quartiere che non pre tenda di essere un'istituzione, un parla= meritino, nè tantomenor.un entità a prescin= dere dagli elementi che lo compongono - che non pretenda cioè di essere un'altra forza, in aggiunta o in contrapposizione ai parti= ti, ai sindacati, ai movimenti culturali e di massa.

Un tale Comitato di Quartiere non può essere o diventare un doppione del Consi= glio di Zona: potrà con esso a volta a vol ta collaborare, o contestarlo o stimolarlo, ma sempre contribuirà ad esaltarne le fun= zione, migliorando i suoi rapporti con la realtà sociale e politica del quartiere.

Ma perchè un tale CAAL.:pOíSà vivere, occorre innanzi tutto che esse abbia la più larga rappretentatività, che nessuna forza reale ne rimanga al di fuori: e allora bi= :sogna indurre la D.C. ad un serrato dibat= tito sull'argomento, ponendola di fronte alle responsabilità che essa si assumereb= be, continuando a rifiutare la sua adesio= ne, od aderendo solo nominalmente, contin nuando cioè a rifiutare il confronto con le altre forze politiche e con tutti i cit tadini sui problemi reali del quartiere, continuando a rifiutare di impegnarsi con cretamente sugli obiettivi che pure - in tanti bei documenti - afferma di condivide

Riprenderemo il discorso, che lo spazio tiranno ci obbliga a chiudere qui: su "Or rientamenti" ma soprattutto nel vivo de] dibattito esterno), che dovrà anche affron tare il problema della diversificazione effettiva del Comitato Unitario Antifasci sta e del suo programma, e dovrà fissare punti di intervento immediati (e riteniamo che il problema della casa debba essere il primo).

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Per il
del Pei

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