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Maternità nsep vole bort°

Dopo l'intervento della compagna Pajetta sul numero 2 di "Orientamenti", pubblichiamo un documento elaborato delle lavoratrici iscrit te all'U D I del gruppo Bayer.

Una giusta valutazione del "proble ma aborto" non può essere fatta se esso non viene visto nell'ottica più vasta e complessa della "quer. stione maternità". Questione maternità che significa innanzitutto affermazione di due concetti fondamentali: maternità come valore sociale e non più quindi fatto individuale di chi mette al mondo un figlio; maternità consapevole, auindi libera. Responsabilità sociale della mater nità che si concretizza nella rea= lizzazione di tutte quelle struttu re, per cui la maternità non rap., . presenti più motivo di emarginazio ne della donna dal mondo produttir. vo ed inoltre venga garantita la piena autonomia e responsabilità della coppia ed in particolare del la donna di fronte ad un momento così fondamentale del suo progetto di vita. Da qui la necessità di consultori pre-post matrimoniali; di asili ni do e scuole materne, di un'educazione sessuale che incominci dai banchi di scuola, per una società più giusta nei confronti della don na e dell'infanzia. Ecco che-prent: de così maggiore consistenza quel concetto di "diritto alla vita", chiamato spesso in causa unicamente come condanna all'aborto ed ignorato poi nei numerosi casi di aborto provocati da malsane e gravose condizioni di lavoro per la madre, o per quanteriguarda il tipo di vita cui va incontro il bambino dopo la na scita (non è possibile dimenti care le alte percentuali di mortalità infantile, lo stato di quallido abbandono di troppi bambini nei brefotrofi o ne gli istituti di assistenza.) E' necessario quindi andare ad un superamento dell'aborto, at traverso una grande opera di prevenzione sociale. Tuttavia non si può non essere consape voli del fatto che l'obiettivo del superamento dell'aborto at traverso la prevenzione presuE pone un processo a lunga scadenza; sussiste quindi l'esigenza di un intervento nell'im mediato per contenere i danni della pratica abortiva (oggi così largamente diffusa), che del resto il divieto penale non riesce ad impedire nè a scoraggiare (cifre per forza di cose ufficiose parlano di l.- 3 milioni di casi l'anno). Perciò è necessaria una nuova regolamentazione giuridica del l'aborto che garantisca che iT ricorso allo stesso non venga più considerato reato se eseguito con il consenso della donna. in strutture sanitarie pubbliche ed entro le prime settimane di gravidanza. Fondamentale di ouesta proposta è il concetto che l'aborto venga effettuato in strutture pubbliche, solo così il fenomeno acquisterà le sue reali proporzioni di:fronte alla so cietà che si dovrà far carico del problema e d'altro canto anche la donna si sentirà più responsabile della sua scelta nei confronti della società; in questo modo potranno maturare i termini per una coscien za preventiva.

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Inoltre solo una struttura pub blica può garantire un intervento che non netta in perico lo la vita della donna ed una uguaglianza di trattamento in dipendentemente dalle condizio ni sociali, evitando così speculazioni private che oggi pro sperano.

E' su queste basi che il modo di vedere ed affrontare il pro blema da parte del movimento d'emancipazione femminile si differenzia da chi, come gruppi femministi, propugna la liberalizzazione delr.aborto, che vorrebbe significare derubricar lo come reato ma nel completo disinteresse della società, che continuerebbe a vedere nell'aborto il mezzo più comodo di controllo delle nascite.

DOMENICA 9 febbraio

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