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Per un rilancio del Comitato Quartiere

Il Comitato di Quartiere Cagnola vive ormai in Forme e modi diversi - da mol to tempo: si può dunque dire che esso ab bia una sua piccola storia ed una non in significante tradizione, le quali doman= dano di essere salvaguardate'e rin= verdite dalle forze politiche, sindacali sociali, dai movimenti culturali, da tut ti i cittadini del quartiere.

Il Comitato di Quartiere sorse quando ancora non esisteva il Consiglio di Zona ed il decentramento amministrativo a Mi lano era un'ipotesi lontana: alla sua o= rigine vi furono da undato l'esigenza, che tutte le forze democratiche del Quar tiere sentivano, di organizzare in qual= che modo nuovo la partecipazione di base alla vita pubblica, dall'altro lato alcu ni obiettivi concreti di lotta (la que= stione del Campo dei Fiori, per esempio): le adesioni. Furono assai larghe (se ri= cordiamo bene ne fu presidente il Geom. Bertolo, democristiano) e i risultati concreti non disprezzabili.

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L'attuazione della prima fase del De= centramento con, la istituzione dei Con= sigli di Zona indusse alcuni - in parti= colare la D.C. - a ritenere superato e superfluo (un doppione) il ruolo del Co= mitato di Quartiere, e quindi ad abbando narlo. Ciò nonostante, esso continuò a vivere, e ritrovò slancio nell'organizza zione della lotta degli inquilini per la ristrutturazione delle case popolari di Via Grigna -0Mac Mahon: lo slancio si venne poi attenuando, man mano che la ge., stione diretta di questa lotta veniva as sunti - com'eralogi:4e.e giusto - dal Sindacato Inquilini (S.U.N.I.A.) il cuì sviluppo elaacui affermaziOng nel quar= tiere datano appunto da allora.

Contemporaneamente, la nascita e lo sviluppo della strategia della tensione, ed episodi di squadrismo Fascista molto frequenti per un certo periodo nel quar= tiere, portarono alla costituzione di un COMITATO UNITARIO ANTIFASCISTA che - per la forze che vi aderirono e persino per le persone delegate a rappresentarle venne di fatto a coincidere con il Corni= tato di Quartiere: e anche qui, lo scon= tro di atteggiamenti ambigui della D.0 . con posizioni di chiusura settaria a volte emergenti in alcune forze aderenti al. Comitato (la locale sezione dell'AMI, per esempio) ed1 il necessario amplia, mento della , :ecipazione, se non in occasioni saltuarie e a livello puramente nominale. Il Comitato Antifascista è riva scito comunque in questi anni ad attuare -anche in collaborazione con il Consiglio di Zona - iniziative importanti, soprattut to verso le scuole medie (incontri degli studenti con protagonitti della Resister= za, mostre di lavori degli studenti, ecc.).

Questa la "piccola storia": ma la situa zione attuale?

Oggi, questo organismo - o, se si -,pre= Ferisce, questi due organismi coincidentivivono una vita abbastanza stanca; non cer to inutile, come sostiene qualcuno (basti pensare che il programma per le elezioni de gli organi collegiali della Scuola, elabo= rato con la partecipazione della D.C. .e dei Sindacati all'interno del Comitato è stato fatto proprio dal Consiglio di Zona ed as= sunto come base dei programmi di molte li= ste di genitori, e non solo nel nostro quar tiere o nella nostra zona) non certo muti le, dicevamo, ma certo assai meno efficace ed incisiva di quanto potrebbe e dovrebbe essere. Di ciò si sono resi ben conto an= che le sue componenti, e le stesse perstme che vi impegnano la propria attività: oc= corre andare ad una verifica del ruolo, gli obiettivi, dello stesso modo di essere del. Comitato di Quartiere e del Comitato Unitario Antifascista.

A tale verifica noi comunisti, che abbiamo sempre dato al Comitato tutto il, no soro apporto, vogliamo qui brevemente por tare un primo contributo, in termini non certo ultimativi, con proposte da syílup= pare e soprattutttoda confrontare e discu= tere con tutti.

A noi sembra Cle un Comitato di quartie re possa essere in sostanza due cose: i) uno strumento temporaneo di organizza= zione di lotte specifiche (una specie di , -comitato di agitazione)

2) una sede permanente nella quale i pro= biemi di una singola parte del quartiereo di una singola categoria dei suoi abitar_ ti (organizzati o no in sindacati o gruppi di agitazione) - trovino un primo indispen sabile momento di verifica politica, di .aaa confronto con i problemi e gli interessi .più generali di "tutto" il quartiere, di "tutta" la sua popolazione, rappresentata dai partiti e dalle organizzazioni sinda= cali, dai circoli culturali e dalle organiz zazioni di massa: una sede permanente nella quale i problemi di alcuni - gruppi o catea gorie che siano - possano diventare i pro= blemi di tutti, e come tali essere presen= tati alla pubblica opinione ed agli organi dell'Amministrazione, in cui le lotte di alcuni diventino, nella misura in cui cor= rispondono ad obiettivi di interesse collet tivo, le lotte di tutti, e possano pertan= to essere combattute su un fronte più lar=

A noi sembra che la seconda alternativa sia - per il nostro quartiere - quella giu sta: noi siamo per un Comitato di Quartiere che non pretenda di sovrapporsi o sostituir si ad alcuna forza, a nessuna corrente, a nessun movimento spontaneo, nè di strumen= talizzare chicchessia, ma anzi miri a pro= muovere il confronto di ciascuno con tutti gli altri, a farsi strumento di un M.largamento e rafforzamento delle convergenze e delle alleanze sempre necessarie per rag= giungere,nelle lotte concrete, concreti o biettivi di interesse collettivo. Noi sia mo per un Comitato di Quartiere che non pre tenda di essere un'istituzione, un parla= meritino, nè tantomenor.un entità a prescin= dere dagli elementi che lo compongono - che non pretenda cioè di essere un'altra forza, in aggiunta o in contrapposizione ai parti= ti, ai sindacati, ai movimenti culturali e di massa.

Un tale Comitato di Quartiere non può essere o diventare un doppione del Consi= glio di Zona: potrà con esso a volta a vol ta collaborare, o contestarlo o stimolarlo, ma sempre contribuirà ad esaltarne le fun= zione, migliorando i suoi rapporti con la realtà sociale e politica del quartiere.

Ma perchè un tale CAAL.:pOíSà vivere, occorre innanzi tutto che esse abbia la più larga rappretentatività, che nessuna forza reale ne rimanga al di fuori: e allora bi= :sogna indurre la D.C. ad un serrato dibat= tito sull'argomento, ponendola di fronte alle responsabilità che essa si assumereb= be, continuando a rifiutare la sua adesio= ne, od aderendo solo nominalmente, contin nuando cioè a rifiutare il confronto con le altre forze politiche e con tutti i cit tadini sui problemi reali del quartiere, continuando a rifiutare di impegnarsi con cretamente sugli obiettivi che pure - in tanti bei documenti - afferma di condivide

Riprenderemo il discorso, che lo spazio tiranno ci obbliga a chiudere qui: su "Or rientamenti" ma soprattutto nel vivo de] dibattito esterno), che dovrà anche affron tare il problema della diversificazione effettiva del Comitato Unitario Antifasci sta e del suo programma, e dovrà fissare punti di intervento immediati (e riteniamo che il problema della casa debba essere il primo).

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