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L'appello di un lavoratore
A volte la situazione interna delle piccole aziende è sconcertante e forse vale la pena raccontare qualcosa di una ditta che sembra essere trascurata dai progressi civili che l'intero popolo italiano ormai ha compiuto. Si tratta della Tor-Viti, ditta che occupa circa una ventina di operai, situata in Via Cagliari al 4. Quando fui assunto nel maggio del 1974 la prima cosa che midissero è che avrei fatto l'apprendista tornitore; accalsi la proposta subito con entusiasmo, credendo di . aver imboccato la via giusta che mi avrebbe portato poi a quel lavoro onesto e sicuro che da sempre speravo. Invece la verità fu un'altra, quella promessa restò vuota di contenuto e adesso, dopo due anni, posso dire di aver fatto soltanto il manovale, ancor più sfruttato in quanto pagato da apprendista. Le ore di scuola non le ho mai frequentate e il tornio l'ho visto soltanto qualche volta casualmente. Non sono stato il primo apprendista e non sono stato l'ultimo, ancor oggi il padrone si serve della manodopera a poco prezzo. Altra infrazione contro le disposizioni contrattuali è la presenza di una donna inquadrata ancora, dopo 8 anni di lavoro, nel secondo livello.
Ma ancora più gravi sono altri problemi soprattutto quelli inerenti all'igiene e alla salute dei lavoratori. Dobbiamo lavorare in mezzo al fumo, che provoca la bronchite cronica, in mezzo alla puzza insopportabile prodotta dall'olio chimico usato; non esiste un gabinetto decente, non esistono le docce che per il nostro lavoro dovrebbero essere obbligatorie; non c'è neanche un posto pulito per riscaldare le schiscette che ci portiamo quotidianamente da casa; lo spogliatoio deve, per questioni di spazio, fare anche da sala da pranzo e riesce a malapena ad
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