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25 aprile

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allo sbaraglio

allo sbaraglio

Il 3lesimo anniversario della lotta di liberazione é stato celebrato in tutta Italia con migliaia di manifestazioni. Sono state una grande prova di incontri di popolo a conferma, una volta di piú della profondità delle radici che uniscono gli italiani agli ideali e ai sentimenti della Resistenza e della lotta di Liberazione.

L''tìnità democratica e antifascista é di incalcolabile importanza soprattutto in questo momento difficile e gravido di pericoli, della vita nazionale.

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A Milano decine di migliaia di cittadini sono sfilati dai bastioni di Porta Venezia fino a piazza Duomo: giovani, donne, operai che non vogliono accettare le provocazioni torbide e confuse di chi tenta di contrastare il dispiegamento della forza unitaria della democrazia italiana, tesa alla conquista di nuove affermazioni, mantenendo tutta l'ampiezza dello schieramento che fu e resta di tutte le forze e di tutti partiti della Resistenza antifascista.

Antifascismo e ordine pubblico

Per i democratici e gli antifascisti, mai la ricorrenza del 25 aprile è stata semplicemente una data da ricordare e da celebrare, ma un'occasione di bilancio ed ulteriore sviluppo della lotta. E nemmeno le ricorrenze sono state scadenze di un impegno da evidenziare solo in quelle occasioni. Sempre, ogni giorno ed ogni momento l'antifascismo vive ed opera. Oggi fare il punto della situazione si impone anche per una serie di avvenimenti gravi e preoccupanti che hanno visto Milano ancora al centro dell'attenzione nazionale.

Oltre ad una sempre presente azione delle squadre fasciste (pestaggi anche a semplici cittadini, assalti alle sezioni delle organizzazioni di sinistra, ecc.) si è sviluppata una nuova fase di quella che negli anni 69-70 fu chiamata "la strategia della tensione".

La strage di Piazza Fontana, l'assassinio di Calabresi e dell'agente Marino, le bombe di Piazza della Loggia a Brescia e la tragedia del treno Italicus (tanto per citare i fatti più noti e più gravi) segnarono una fase di quella strategia che fascisti ed reazionari scatenarono nel nostro paese contro i lavoratori e contro tutto il sistema de- mocratico.

La risposta di masla, ampia e unitaria sconfisse le "trame nere", anche se molto ancora rimane da fare affinchè tutti colpevoli siano individuati e puniti. Già allora si cercò di addossare le colpe alla sinistra, ma questi tentativi furono svelati dall'azione di massa che impose la ricerca dei mandanti occulti, dei protettori e dei veri responsabili della destra fascista.

In questi giorni alcuni ben individuati gruppi, esercitano puri atti di teppismo e di provocazione anti-operaia e anti-democratica come ad esempio il ferimento del capo dei guardiani della "Magneti Marelli" avvenuto recentemente nella nostra zona a Crescenzago. Indipendentemente dalla bandiera sotto cui costoro cercano di nascondersi, le loro azioni devono essere valutate come estranee alla tradizione di lotta del movimento dei lavoratori, anzi fatte contro di esso.

Quindi se alcuni anni fa la provocazione fascista operava lanciando dubbi e sospetti verso sinistra, ora nessuna copertura deve essere offerta a chi "sedicente di sinistra" opera contro la stabilità democratica e contro il popolo lavoratore.

Devono essere smascherati ed isolati. Infatti le invasioni del Duomo e della chiesa di S. Lorenzo, le molotov contro le sedi di organizzazioni cattoliche di Comunione e Liberazione, gli assalti ai negozi con saccheggi teppistici gli atti di violenza individuale di tipo squadristico, pongono nella nostra città un nuovo problema di grave preoccupazione e di tensione, in altre parole un problema di "ordine pubblico".

I vili attentati, gli atti criminosi generano timore, determinano una sfiducia qualunquistica, fanno nascere una domanda di "blocco d'ordine" e di "governo forte". Altrochè agire nel nome dei lavoratori, così si agisce a favore e per conto dei reazionari e dei fascisti!

E così anche oggi gli atti squadristici ricordati, ripropongono in altre forme lo stesso problema: sono momenti organici ad una ripresa con aspetti nuovi della strategia della tensione".

Non si può tollerare che in certe zone della città, come ad esempio dalle parti di Via Mancini (sede del M.S.I.) i fascisti girino armati ed indisturbati terrorizzando cittadini, che sempre numerosi' siano ancora gli attacchi e gli attentati ai singoli democratici ed alle sedi dei Partiti antifascisti e nemmeno devono essere tollerate le scorrerie squadristiche e gli atti teppistici al di là del colore con qui si nascondono. Ecco perchè lo schieramento antifascista sta affrontando i nuovi compiti di impegno e di vigilanza contro la destra fascista e contro coloro che in forme diverse la favoriscono. Lo stesso schieramento unitario e di massa che ha battuto le "trame nere", ha oggi il compito di isolare e battere coloro che, consapevoli o meno, ripropongono tensione, paura e sfiducia.

Netta e precisa è stata la condanna da parte del Comitato Unitario Antifascista per la difesa dell'ordine repubblicano, e altrettanto inequivocabili sono state le posizioni assunte da tutti partiti democratici ed antifascisti, e dai sindacati unitari, meno esplicito è il comunicato del PDUP e di A.O., ma soprattutto Lotta Continua più che di condanna parla di semplice dissociazione.

Nessuna ambiguità e nessuna copertura deve essere offerta agli squadristi ed ai teppisti.

Talvolta si sente parlare di antifascismo duro e moderato, si tende così a discutere sulle parole invece che dei problemi, la verità è che vi può essere solo un antifascismo giusto e coerente. Atteggiamenti ed azioni, forme di lotta esasperate e a volte infantili, possono anche avere aspetti di durezza, ma debole e controproducente è il loro risultato se non concorrono a creare una sempre più vasta unità e-partecipazione, e se invece creano divisioni o riflussi qualunquistici, ebbene queste linee saranno apparentemente anche "dure", ma non servono la causa dell'antifascismo. E soprattutto oggi l'antifascismo non si porta avanti coprendo le scorrerie, gli attacchi ed i furti. Per questo oggi, rigore severo e chiarezza nel condannare coloro che si abbandonano ad atti di teppismo squadristico, sono decisivi per rinsaldare ed estendere la necessaria unità antifascista, per isolare e battere provocatori, per dare sicurezza ai cittadini e per garantire che le tensioni e le giuste lotte sociali si esplichino in un clima di reciproca tolleranza e di possibile serenità, affinchè si consenta di raccogliere attorno a chi lotta per un mondo migliore e più giusto la solidarietà e la simpatia delle grandi masse che vivono a Milano e nel nostro quartiere.

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