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Bloccati gli scavi in piazzale Loreto

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allo sbaraglio

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La licenza edilizia, vecchia di dieci anni e rimasta ineseguita per responsabilità della immobiliare, non è più utilizzabile: la convenzione prevedeva la fine dei lavori per il 1970 - l'area è ora inserita nel piano dei servizi di quartiere

Ribadita la decadenza della licenza di edificazione, il Comune ha inviato l'altro giorno — con una lettera dell'assessore all'Edilizia privata, Achille Sacconi — formale diffida alla SOGENE dall'effettuare lavori nel cantiere di piazzale Loreto. I lavori sono stati nelle settimane scorse ripresi in. seguito ad una sentenza del TAR (Tribunale amministrativo regionale - Sezione regionale del Consiglio (-P Stato) che non ha riconosciuto valida la decadenza della licenza edilizia comminata dal Comune lo scorso anno per largo superamento dei termini di esecuzione previsti dalla legge, accogliendo il ricorso della SOGENE.

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La sentenza del TAR — che interviene a favore dell'immobiliare privata con argomenti di una fragilità sconcertante -- e stata studiata dall'Avvocatura comunale; col conforto del suo parere l'assessorato all'Edilizia privata ha disposto una nuova diffida con motivazioni che non lasciano alcun margine per scappatoie giuridiche a favore dei privati. Si apre, così, una nuova fase della lunga battaglia tra Comune :e immobiliare privata per far valere l'interesse della collettività e, insieme, il rispetto delle leggi.

La storia dell'area Pirelli di piazzale Loreto e del suo sfruttamento è presto fatta. Sulla base di una convenzione del 1964, veniva consentito alla società « Alberghi ambrosiani» di costruirvi circa 180 mila metri cubi di albergo e uffici, organizzati in due corpi mostruosi: un edificio circolare di otto piani in fregio al piazzale per l'albergo e, alle spalle, un grattacielo di 25 piani per gli uffici.

La convenzione prevedeva la ultimazione delle opere entro cinque anni, cioè per il 1970. La licenza di edificazione, giustificata da quella convenzione, venne rilasciata nel 1965 e rimase di fatto inutilizzata. Il cantiere, infatti, che fu installato sull'area si limitò a fare uno scavo, a puntellarne le pareti per impedire fraanìnentiTà Wieftere ti ranti per assicurare il tutto. Passarono gli anni senza che si ponésse mano alla edificazione. Era evidente che lo spostamento di materiale, dove avrebbero dovuto sorgere le fondamenta del complesso, voleva essere un comodo alibi per tenere in vita una licenza edilizia alla quale il regolamento comunale concede sei mesi per diventare effettivamente esecutiva, pena la decadenza.

Alla fine degli anni '60 parecchie cose, però, avevano cominciato ad essere diverse anche a Milano. Erano sorti, per esempio, sotto la spinta dell'iniziativa unitaria delle forze politiche nei quartieri, i primi esperimenti di decentramento. E, con esso, un collegamento potente tra le lotte di massa e l'azione del Comune. L'area Pirelli di piazzale Loreto divenne un momento importante di mobilitazione delle .tre zone che convergono sulla piazza, e in particolare della zona 11 Città Studi-Argonne, impegnate a recuperare un livello di vita più civile in una città depredata dalla speculazione. La costruzione del mastodontico complesso terziario-alberghiero in un punto già estremamente congestionato della zona centrale cittadina, su un'area che è l'unica rimasta inedificata utilizzabile per servizi mancanti nelle zone, venne contestata dai cittadini e dai Consigli di zona che rivendicarono la sua destinazione a servizi previa l'applicazione del regolamento comunale: la licenza edilizia era scaduta da molto più di sei mesi; da anni i lavori erano fermi ai primissimi scavi; la licenza doveva essere revocata. Tra mille esitazioni e difficoltà, con l'immobiliare che cercava di reagire all'iniziativa delle zone facendo a distanza di anni quel che avrebbe dovuto fare prima, incurante di ordinanze e diffide, si giunse alla dichiarazione di decadenza della licenza edilizia con relativo obbligo di sospensione di ogni eventuale tardiva attività edilizia. L'area, su proposta dei Con-

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