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CRISI IDRICA

Corriere delle Alpi | 9 giugno 2022

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Arrivate le bandiere delle Olimpiadi 2026 Zaia: Giochi, un investimento per il futuro

Alessandra Segafreddo CORTINA Sono arrivate a Cortina ieri sera le bandiere olimpica e paralimpica per i Giochi Milano Cortina 2026. Le due bandiere verranno esposte nell'atrio del municipio in due teche di vetro bordate di legno, autorizzate dal Cio. Analoghe bandiere "gemelle" sono a Milano. Il sindaco Gianpietro Ghedina le ha ricevute ieri mattina a Roma, dove nella sala della Farnesina, intitolata al giornalista David Sassoli, si è svolto l'evento "Olimpiadi e Paralimpiadi invernali Milano Cortina 2026. La diplomazia dello sport di fronte alle sfide globali". In una cornice di alto livello istituzionale, sono stati presentati i prossimi Giochi 2026 al Corpo diplomatico accreditato in Italia e a un selezionato numero di imprese italiane, a personalità sportive italiane di primo piano ed esponenti di spicco di altri settori di eccellenza del Made in Italy. La cerimonia è stata aperta dal segretario generale del ministero degli Esteri Ettore Francesco Sequi, e dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio. «Il linguaggio universale dello sport», ha dichiaro Di Maio, «è un potente veicolo di dialogo e di inclusione sociale, strumento di diplomazia per la pace tra i popoli che contribuisce al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030 delle Nazioni unite. Lo sport è anche uno strumento straordinario di promozione del turismo e delle eccellenze del Made in Italy, sul quale la Farnesina è da tempo impegnata con la realizzazione di progetti e formati innovativi di promozione integrata». «La scommessa che abbiamo vinto nel 2019 contro tutte le previsioni», ha ricordato Giovanni Malagò, presidente della Fondazione Milano Cortina 2026 e del Coni, «frutto anche della grande capacità di fare squadra, che è stata fondamentale, ci obbliga a fare tutto molto bene, ad organizzare i migliori Giochi di sempre. Questo sia perché dopo tante edizioni le Olimpiadi invernali torneranno in Europa, la loro culla, sia perché il nostro messaggio darà al Cio l'opportunità di aprire nuove strade. Noi abbiamo aperto una strada, la nostra è una "case history", facendo di necessità virtù e valorizzando sugli aspetti su cui eravamo già forti e conosciuti. La scommessa che abbiamo davanti si vince in due modi: rispettando l'impegno preso di lasciar la giusta legacy da questo grande evento e sfruttando e aumentando il prestigio del Paese».«Da oggi le Olimpiadi invernali entrano nel vivo», ha aggiunto il presidente della Regione, Luca Zaia, «abbiamo creato una bella squadra, la mia idea sta prendendo forma, e ora è il momento di far conoscere a tutto il mondo il nostro progetto. Faccio un appello al ministro Di Maio, che sono sicuro raccoglierà, visto il suo network: in tutte le ambasciate e in tutti gli eventi internazionali ci deve essere il brand dei Giochi. Se riusciamo a farlo, e non ho dubbi che non ce la faremo, quei 3 miliardi di persone che guarderanno Milano-Cortina 2026 saranno ancora più attenti alle nostre comunità. Perché noi stiamo investendo non solo per le Olimpiadi ma per quello che lasceranno in eredità».Le campionesse Deborah Compagnoni e Bebe Vio hanno poi introdotto in sala le bandiere sulle note dell'Inno di Mameli. Le bandiere originali saranno conservate a Roma nella sede del Coni, le copie vanno invece alle due municipalità di Cortina e Milano. --© RIPRODUZIONE RISERVATA

Corriere delle Alpi | 3 giugno 2022

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Poca pioggia anche a maggio «In estate razionamenti idrici»

Francesco Dal Mas BELLUNO Poca acqua. Anzi pochissima. Lo confermano gli ultimi dati dell'Arpa. I nevai si sono tutti sciolti. E gli ultimi 70 centimetri di neve sul ghiacciaio della Marmolada si stanno esaurendo. Le conseguenze? Le sorgenti non si stanno spegnendo ma buttano assai di meno: ecco perché la società Gsp ha sollecitato nei giorni scorsi i Comuni di Lamon, Sovramonte, Fonzaso e Arsiè di emanare un'ordinanza per invitare i concittadini ad un utilizzo "più parsimonioso" dell'acqua del rubinetto, in considerazione - si spiega - di un abbassamento delle sorgenti e dell'accumulo nei serbatoi comunali.Si arriverà a un razionamento della risorsa idrica? «Non è da escluderlo», risponde Camillo De Pellegrin, presidente del Consiglio di bacino, «anche se speriamo che nelle prossime settimane finalmente piova abbondantemente, ben oltre i livelli delle precipitazioni ultime. Gli esperti prevedono che, se dovesse continuare l'attuale trend, le 20

prime operazioni di razionamento potrebbero rendersi necessarie tra luglio ed agosto».Nei prossimi giorni la Protezione Civile terrà un consulto per capire dai meteorologi dell'Arpav quali possono essere queste previsioni. «Proprio nelle prossime ore», anticipa l'assessore regionale alla protezione civile Gianpaolo Bottacin, «è atteso un peggioramento delle condizioni del tempo sul Veneto». Tanto che, alla luce delle previsioni meteo, il Centro Funzionale Decentrato della Protezione Civile ha dichiarato lo stato di attenzione (allerta gialla) per criticità idrogeologica riferita allo scenario per temporali forti, valevole dalle ore 12 di oggi fino alla mezzanotte di domani. alla mezzanotte di sabato 4 giugno. Dalla tarda mattinata di oggi ci è la probabilità di rovesci e temporali sparsi, specie sulle Dolomiti, con rischio più basso sulle Prealpi. Non si escludono fenomeni intensi e grandinigeni.Ma di precipitazioni ne devono arrivare in quantità estesa per riequilibrare il disequilibrio. «Il mese di maggio è risultato più caldo e meno piovoso del normale», afferma Bruno Renon, che ha redatto il bollettino mensile dell'Arpav. «L'ultimo mese della primavera meteorologica è, assieme a giugno, il più instabile dell'anno e anche stavolta ha mantenuto le promesse, con ben 25 giornate caratterizzate da tempo variabile/instabile (sette più del consueto), con soli cinque giorni di bel tempo». Ecco, però, l'anomalia: «Le precipitazioni totali mensili sono state inferiori alle medie, con un solo giorno di prevalente maltempo. In pratica è piovuto spesso, ma quasi mai in maniera abbondante, sintomo che non sono mai transitate perturbazioni di una certa consistenza». «Si sono avuti, in sintesi, alcuni periodi di instabilità, anche prolungati, intervallati da qualche breve fase di tempo soleggiato», specifica Renon. «Le temperature medie mensili sono risultate in genere 2°C superiori alla norma, con una prima decade normale e le due successive decisamente calde, che hanno mostrato i primi valori termici tipicamente estivi. Un sensibile calo termico si è verificato a fine mese. Lo zero termico è variato fra un minimo di 2110 m il giorno 2 ed un massimo di 4000 m il giorno 21».La temperatura media nel capoluogo Belluno da inizio anno è quasi nella norma (scarto +0.3°C). Le precipitazioni totali mensili sono state ovunque inferiori alla norma, anche sensibilmente su Prealpi, basso Agordino e centro Cadore, dove è piovuto circa la metà del consueto. Altrove lo scarto negativo è risultato fra il 25 ed il 40%. La frequenza delle precipitazioni, però, è stata normale o addirittura più elevata di quella media pluriennale, con 12-18 giorni piovosi, a seconda delle zone, a fronte dei 12-14 ritenuti normali. Il bilancio pluviometrico da inizio anno mantiene un deficit consistente sulle zone centro meridionali della provincia, con scarti fra -40 e -60%. L'anomalia risulta inferiore sulle zone settentrionali, con scarti che vanno dal 18% (Arabba) al -38% ad Auronzo. Il problema che viene monitorato con maggiore preoccupazione nella sede Arpav di Arabba è che le temperature alte delle scorse settimane hanno sciolto anche gli ultimi scampoli di neve e che quella caduta ai primi di maggio (ben 70 cm, oltre i 2500 metri) si sta inesorabilmente sciogliendo (finora della metà), per cui il ghiacciaio della Marmolada è quasi praticamente nudo. Ecco perché Carlo Budel, gestore di Capanna Punta Penia, continua ad avvertire chi vuole comunque salire di prestare la massima attenzione ai crepacci che si sono liberati. --© RIPRODUZIONE RISERVATA

Corriere delle Alpi | 26 giugno 2022

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