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5 Disponibilità a pagare per alcuni servizi nelle Dolomiti Patrimonio UNESCO

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Al fine di ottenere delle indicazioni per la gestione che siano il più possibile complete, il questionario ha incluso una sezione volta a rilevare la disponibilità a pagare per alcuni tipi di servizi. La tematica della disponibilità a pagare (o willingness to pay) rappresenta un elemento centrale nel dibattito sul finanziamento delle aree protette, spesso controverso. Da una parte, infatti, l’analisi, attraverso diverse metodologie, della disponibilità a pagare, rappresenta una forma efficace di valutazione della rilevanza di un determinato bene o servizio per l’utente; dall’altra, le critiche a questa metodologia si concentrano sull’opportunità di valutare economicamente un bene o servizio in un ambito nel quale spesso non si osservano transazioni economiche e in aree nelle quali i benefici non sono esclusivamente di tipo monetario, ma anche sociale e indiretto (Dixon e Sherman, 1991, White et al., 1998). Dal punto di vista metodologico, due sono le principali sfide: da una parte, la maggior critica si concentra sul fatto che i valori vengono elicitati e non vengono osservati in base a pagamenti diretti (King e Mazzotta, 2014). Nonostante questa rilevante critica, la metodologia è comunemente usata e studi dimostrano la sostanziale coerenza fra la disponibilità a pagare espressa e i pagamenti reali (Seip e Strand, 1992). Dall’altra parte, la disponibilità a pagare sottintende anche un cosiddetto “elemento morale”, ovvero non esprime solamente un valore economico legato all’uso di una determinata risorsa, ma anche la soddisfazione morale che il pagare per quella risorsa dà. Se questo è un aspetto tendenzialmente negativo per la teoria economica, che si vuole occupare della definizione del prezzo di mercato di un bene o servizio (Kahneman e Knetsch, 1992), ciò non rappresenta un elemento particolarmente critico nel caso specifico di questa analisi.

L’obiettivo della presente analisi non è dunque quello di costruire un modello economico per stabilire il prezzo di determinati servizi nelle Dolomiti e non vuole sottintendere un punto di vista normativo secondo cui i servizi dovrebbero obbligatoriamente essere a pagamento. L’obiettivo è piuttosto quello di fornire un’indicazione in più su quale sia il livello di accettazione di una determinata misura o servizio e il valore che i visitatori attribuiscono all’utilizzo e al non utilizzo di una risorsa, per evidenziare le criticità in questo senso. A tal fine, per due punti di rilevamento (Vallesinella e Prato Piazza) vengono forniti anche dei riscontri con i valori reali applicati per il parcheggio e il bus navetta.

Il rilevamento è stato strutturato fornendo una descrizione di contesto sulle condizioni e l’utilizzo dei proventi dell’eventuale pagamento. È stata poi sondata la disponibilità a pagare (si/no) e, in caso di risposta affermativa, è stato richiesto il valore massimo in € (Kahneman e Knetsch, 1992). Al fine di non influenzare i visitatori, non è stato fornito un valore minimo o massimo di riferimento. Nell’analisi, sono stati considerati due tipi di “risposte di protesta” (protest answer): le risposte negative che hanno come motivazione il fatto che non si dovrebbe pagare per questo tipo di servizi e le risposte positive che presentano valori estremi. Mentre le prime vengono analizzate in dettaglio nell’analisi e vengono trattate come una categoria a parte, le seconde sono state eliminate al fine di evitare un’influenza dei valori di protesta sulle medie complessive.

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