effe_numero 33 - ATER Gorizia

Page 1


Competenze, scelte, protagonisti

effe magazine_Numero 33, dicembre 2025

Indice dei contenuti

Editoriale

Parola al Presidente

Parola al Direttore

Presentazione ATER Gorizia

Archivio storico

Intervista a Daniele Sergon

Contributo Sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna

Contributo Ass. Reg. Cristina Amirante

Un secolo di storia, un secolo di comunità

100 anni di ATER Gorizia

Orti Sociali: ATER e GRASS coltivano l’inclusione

Intervista ad Alberta Gervasio AD Bluenergy

Fotonotizia

Effe, analisi del coinvolgimento e dell’informazione

Bilancio missione PNRR

In diretta dall’Europa

L’ Agenda Parlamentare

Futuro sostenibile - ATER Gorizia

Testi a cura dell’Ufficio Stampa e Relazioni esterne di Federcasa

Direzione creativa e progetto grafico MF

Editoriale

Giada di Miceli

Responsabile relazioni esterne e dell’ufficio segreteria

Sembra ieri che ci siamo salutati all’Assemblea di Napoli, eppure siamo di nuovo a dicembre e quindi tempo di bilanci, non solo contabili. È stato un anno impegnativo per Federcasa, ricco di incontri e appuntamenti internazionali e non. Dal Giubileo all’incontro con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella passando per il Parlamento Europeo a Bruxelles e le Commissioni di Camera e Senato. Il tutto per cercare di attirare l’attenzione sulla federazione che lavora per portare avanti le esigenze e le criticità sottoposte dagli Enti associati. Quest’ultimo numero del 2025 è dedicato a Gorizia. All’interno troverete la storia dell’Ater che quest’anno festeggia i suoi ‘primi’ 100 anni ma nata ben prima, già nella metà del ‘800. L’azienda si è radicata in questo secolo in maniera vera, profonda, su tutto il suo territorio, all’interno del tessuto urbano e sociale e celebra questo importante traguardo con una serie di iniziative straordinarie che ripercorrono le sue radici, onorano il presente e tracciano visioni per il futuro. Oggi ATER Gorizia gestisce quasi 5.000 alloggi, offrendo risposte concrete alle necessità abitative del territorio.

Vi consiglio la lettura dell’intervista al suo Presidente Sergon alla guida dell’azienda dal dicembre 2024 che con dovizia di particolari spiega l’attività che porta avanti quotidianamente.

Il patrimonio gestito da ATER Gorizia è un patrimonio imponente, stratificato nel tempo, distribuito tra Gorizia, Monfalcone e altri 23 Comuni dell’ex Provincia che al 31 dicembre 2024 conta 4.699 alloggi, di

cui 4.152 di proprietà destinati all’edilizia sovvenzionata, 483 alloggi di proprietà dei Comuni, in gestione all’ente, 64 alloggi in edilizia convenzionata. Nel ‘classico’ appuntamento con l’agenda parlamentare, la nostra Elisabetta Maggi fa’ un bilancio dal punto di vista normativo e progettuale che può essere considerato molto positivo per il mondo dell’Edilizia Residenziale Pubblica in Italia, caratterizzato da un clima di sostanziale rilancio e riorganizzazione ed in cui si è tornati a parlare di programmazione nazionale, mettendo al centro del dibattito politico il tema della casa, puntando l’attenzione verso le fasce più deboli della popolazione. Soprattutto negli ultimi mesi dell’anno sono stati organizzati, da diversi partiti politici, incontri e convegni sugli “Stati Generali dell’abitare”, a dimostrazione del fatto che l’argomento è al centro dell’agenda politica, sia della maggioranza di governo che dell’opposizione. Vi consiglio un’attenta lettura anche di questo contributo, utile anche per gli appuntamenti che aspettano l’Edilizia Residenziale Pubblica nel 2026. Federcasa Vi augura un Sereno Natale, ci vediamo nel 2026 con tante iniziative.

Invito tutti gli associati a consultare il Sito di Federcasa, sempre aggiornato con tutte le informazioni che riguardano la Federazione e vi ricordo di segnalarmi tutte le notizie che vorreste evidenziare inviandole all’indirizzo dimiceli@federcasa.it. Per restare sempre aggiornati sulle nostre pubblicazioni seguiteci su: issuu.com/federcasa..

75 anni di Federcasa

Un anno di crescita, riconoscimenti e nuove sfide

Il 2025 rappresenta per Federcasa un anno simbolico e denso di significato: 75 anni di impegno al servizio del diritto alla casa. Un traguardo importante, che abbiamo voluto celebrare non solo con orgoglio, ma anche con uno slancio nuovo verso il futuro, attraverso azioni concrete, rafforzamento istituzionale e un ripensamento strategico della comunicazione.

Nel corso dell’anno, Federcasa ha consolidato la propria presenza ai tavoli istituzionali, stringendo importanti protocolli d’intesa con ANCI per l’annosa questione dell’IMU, la Conferenza delle Regioni e Mecenate90, una rete che rappresenta alcuni tra i principali attori economici del Paese. Queste collaborazioni testimoniano la volontà della Federazione di porsi come interlocutore attivo e costruttivo nelle politiche abitative e nei processi decisionali.

Il nostro impegno ha assunto una dimensione sempre più europea: l’elezione di Marco Corradi in Housing Europe e di Antonio Parolini in Euronet ha rappresentato un riconoscimento del lavoro svolto e una porta aperta verso un dialogo più fitto e autorevole con le istituzioni dell’Unione. A questo si sono aggiunte missioni periodiche a Bruxelles e la partecipazione di numerosi europarlamentari ai nostri convegni, a testimonianza della centralità del tema abitativo nelle agende europee.

In un momento di grande attenzione alle politiche abitative, la Giunta Esecutiva ha approvato due do -

cumenti strategici: uno dedicato al Piano Casa Europeo e l’altro al Piano Casa Nazionale. Entrambi sono stati trasmessi agli enti competenti, ponendo con chiarezza le priorità del nostro settore e offrendo un contributo qualificato alla definizione delle strategie nazionali ed europee.

Parallelamente, Federcasa è stata audita in numerose Commissioni parlamentari e ha presentato emendamenti su temi cruciali come l’IRES, la previdenza dei dipendenti Geometri e altre normative che impattano direttamente sulla gestione del pa-

trimonio abitativo pubblico. Il confronto con i sottosegretari e i direttori generali di MIT, MEF e Ministero della Giustizia è stato costante, a testimonianza di un dialogo maturo e costruttivo con i livelli di governo. Sul piano operativo, abbiamo attivato una convenzione di grande rilievo con il GSE per la gestione della Misura M7I17, misura che Federcasa ha contribuito a perfezionare fin dalle sue origini, lavorando in stretta sinergia con la Presidenza del Consiglio e gli stakeholder del settore.

Abbiamo inoltre rafforzato la nostra offerta di servizi alle aziende associate, con particolare attenzione alle esigenze territoriali. Ne sono esempio le due convenzioni attivate con la Regione Sicilia, mirate a migliorare l’efficienza nel supporto all’utenza.

Nel 2025 verrà aggiornato anche il nostro Osservatorio, uno strumento cruciale per fornire dati aggiornati e solidi a supporto delle nostre proposte normative e della comunicazione verso media e istituzioni. Il 2025 ha visto anche la riapertura del tavolo per la contrattazione del CCNL 2025–2027, un passaggio fondamentale per garantire stabilità, riconoscimento e valorizzazione del personale del comparto. In parallelo, è stato siglato un protocollo d’intesa con i sindacati degli inquilini, nella convinzione che solo attraverso il dialogo e la condivisione si possano costruire politiche efficaci e attente ai reali bisogni delle persone. Il lavoro svolto in questo anno di celebrazione sarà la base per affrontare con determinazione le sfide fu-

ture. Il bilancio 2026 che proporremo agli associati avrà obiettivi chiari, sia sul piano delle azioni politiche sia dei servizi alle aziende. Tra le iniziative in programma, un grande evento nazionale sul tema casa, da organizzare proprio nel cuore della programmazione del prossimo settennato europeo, che promette ingenti investimenti nel settore abitativo.

A coronare questo anno così significativo, la Giunta di Federcasa è stata ricevuta dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un momento di profonda emozione e di grande responsabilità. Il riconoscimento del nostro lavoro da parte della più alta carica dello Stato rafforza il nostro impegno quotidiano. Il diritto alla casa è un pilastro fondamentale della nostra Repubblica, e ogni giorno, con dedizione e competenza, lavoriamo affinché questo diritto sia garantito a tutti..

Assemblea Federcasa

Una Roadmap trasparente per Federcasa

Il mese di Dicembre come ogni anno apre le porte alla nostra Assemblea. Assemblea che porrà in votazione il Bilancio Preventivo per il 2026. Questo documento è per eccellenza il vero momento di confronto e di condivisione in merito alla conduzione e programmazione della Federazione. Un documento quindi politico che deve indicare il percorso e gli obiettivi da raggiungere per il 2026. Politico e non partitico come spesso viene, strumentalmente, interpretato.

La Polis, da cui deriva la Politica, è l’arte e la teoria del governare. Da qui l’importanza che assume la nostra Assemblea di Dicembre nella quale sarebbe o meglio è opportuno che i nostri Presidenti abbiamo la possibilità di conoscere, approfondire e valutare le proposte che il Presidente e la Giunta hanno da presentare.

Le azioni di Federcasa si basano sul consenso sia economico che di indirizzo dato dalle Aziende Associate che, portando a testimonianza le loro esperienze, formulano e impegnano gli organi Federali a realizzarli. Questo franco e aperto confronto è necessario e utile per dimostrare e rendere consapevoli tutti di quello che è necessario perseguire. Senza questo confronto la missione e della nostra Federazione diventa inefficacie o nella migliore delle ipotesi inutile.

Il bilancio deve essere trasparente e semplice nella sua compilazione proprio per aprire il confronto e lasciare ai singoli Presidenti la possibilità di cono -

scere e decidere: l’Assemblea ricordiamoci che è l’Organo Sovrano e sappiamo bene quanto è importante avere uno o più indirizzi da seguire.

Prepariamoci quindi ad affrontare questo confronto nella giusta modalità di confronto. Il sottoscritto e tutti gli uffici sono a disposizione per fornire aiuti e laddove possibile anche documentazioni necessarie alla migliore conoscenza e approfondimento del tema. Avanti così cercando sempre di migliorare il servizio e il sostegno alle Aziende Associate. In questa direzione abbiamo attivato attraverso

Call e Agorà confronti con i Direttori e i Presidenti. Abbiamo in atto una ricerca e necessità di avere riscontri sui dati assolutamente determinanti per valutazioni o richieste da proporre. Vi chiedo la piu ampia disponibilità e pazienza nel venire incontro a questa richiesta importante e necessaria. Grazie a tutti..

ATER Gorizia

Un secolo di casa pubblica, un secolo di comunità

Nel mosaico delle città italiane che hanno costruito il proprio volto attraverso l’edilizia pubblica, Gorizia occupa un posto speciale. Lo è per la sua storia di confine, per la capacità di attraversare epoche complesse e per il ruolo che, nel corso di un secolo, le politiche abitative hanno assunto nel plasmare quartieri, identità, relazioni sociali. In questo percorso, l’ATER Gorizia è stata ed è un attore centrale: un presidio pubblico che ha saputo coniugare la solidità dell’istituzione con l’attenzione alle persone, la cura dei luoghi con la capacità di innovare. Il 2025 segna un traguardo importante: il centenario della fondazione. È un’occasione per celebrarne la storia, ma anche per riflettere sul ruolo attuale dell’edilizia residenziale pubblica in un Paese e in una regione che cambiano, sulle responsabilità che ne derivano e sulle nuove forme dell’abitare sociale. La ricorrenza offre anche l’opportunità di condividere – con Federcasa e con tutto il sistema nazionale ERP – l’esperienza di un ente che ha saputo affrontare sfide complesse, innovare processi e mettere l’utente al centro in modo sempre più strutturale.

Origini, evoluzione e identità istituzionale (1925–oggi)

La storia di ATER Gorizia affonda le sue radici negli anni Venti del Novecento, quando la città era un polo industriale in fermento, segnato soprattutto dalla presenza delle grandi industrie tessili Ritter-Ritt-

4.699

483

25 alloggi alloggi gestiti di proprietà dei Comuni

Comuni su cui è distribuita _

meyer e Brunner. La rapida crescita produttiva portò con sé una crescente domanda di case per gli operai, esigenza avvertita con urgenza dalle aziende, dai sindacati e dalle amministrazioni locali.

Il 1° ottobre 1925 nacque così l’Istituto Autonomo per le case popolari delle Industrie Tessili Friulane di Gorizia, ente incaricato di costruire e gestire le abitazioni per le maestranze. Le prime realizzazioni rispondevano a un’idea semplice e moderna per l’epoca: non solo alloggi, ma veri e propri rioni dotati di servizi, luoghi di comunità, cortili, spazi in condivisione. Alcuni di questi quartieri – come Straccis – restano tuttora parte viva del patrimonio ATER. Il crollo industriale del 1931, con il fallimento delle principali aziende tessili, mise in crisi il modello originario, portando al commissariamento dell’Istituto e a una profonda revisione delle sue competenze. Nel 1938, con un nuovo quadro normativo, l’Istituto Autonomo per le case popolari delle Industrie Tessili Friulane di Gorizia venne riconosciuto come Istituto autonomo provinciale e contestualmente rinominato come Istituto Fascista Autonomo per le case popolari della provincia di Gorizia;

Il secondo dopoguerra rappresentò un periodo particolarmente complesso. Gorizia si trovò al centro di tensioni internazionali, del fenomeno dei profughi giuliano-dalmati, di una nuova domanda abitativa emergenziale. L’Istituto dovette affrontare ricostruzioni, ampliamenti, recuperi e la gestione di un

patrimonio in parte danneggiato. Con il passare dei decenni, l’Istituto evolve. Cambiano le normative, cambiano i modelli gestionali, cambia anche la filosofia dell’abitare pubblico, sempre più orientata a integrazione sociale, efficienza energetica, rigenerazione dei contesti urbani. Infine, con la riforma regionale del 2019 (LR 14/2019), gli IACP diventano ATER: enti pubblici economici dotati di autonomia organizzativa e gestionale, chiamati a operare in un quadro più moderno e coordinato, parte di un sistema regionale unico dedicato alle politiche della casa. Per Gorizia, questo cambiamento rappresenta

un ulteriore passo verso un modello efficace, trasparente e orientato al servizio della comunità.

L’identità attuale di ATER Gorizia è quindi il risultato di un secolo di evoluzioni: da ente industriale a gestore dell’edilizia popolare, da agenzia di ricostruzione a motore di sviluppo urbano, da apparato amministrativo a soggetto sociale complesso. Oggi la sua missione resta quella originaria – garantire una casa a chi ne ha bisogno – ma si arricchisce di dimensioni nuove: sostenibilità, qualità dell’abitare, mediazione sociale, rigenerazione urbana, innovazione tecnologica.

Le Finalità Istituzionali

Che cosa fa oggi ATER Gorizia? La risposta, per quanto ampia, si può sintetizzare in un concetto: garantire il diritto all’abitare come diritto fondamentale. Lo statuto dell’Azienda lo esprime chiaramente: ATER concorre alla soddisfazione del fabbisogno abitativo pubblico, con particolare attenzione alle fasce più fragili della popolazione, e lo fa attraverso costruzione, recupero, assegnazione e gestione di alloggi di edilizia sovvenzionata.

Ma non è solo questo. L’Azienda, infatti, opera in un quadro complesso di funzioni che comprendono interventi per la sicurezza, la sostenibilità, la manutenzione ordinaria e straordinaria dei fabbricati, la valorizzazione del patrimonio immobiliare, il supporto agli utenti in difficoltà, la collaborazione con i Comuni e con la Regione per attuare le politiche abitative. È l’insieme di queste attività a generare un impatto reale sul territorio, un impatto che non si esaurisce nei metri quadri costruiti o ristrutturati, ma che arriva a influenzare la qualità della vita delle persone e delle comunità.

La struttura organizzativa oggi

Un ente moderno vive anche attraverso le persone che lo compongono. ATER Gorizia è oggi una realtà organizzativa articolata, con competenze diversificate, cresciute significativamente negli ul-

timi anni. Al 31 dicembre 2024 l’organico contava 70 dipendenti, contro i 60 del 2022: un aumento importante, legato al bisogno di rafforzare gli uffici tecnici, amministrativi e i servizi rivolti all’utenza. Gli ultimi anni hanno visto anche una forte spinta alla modernizzazione dei processi: digitalizzazione delle procedure interne, implementazione di sistemi informatici per la gestione documentale e per il monitoraggio delle posizioni degli utenti, potenziamento dei servizi di relazione con il pubblico.

L’organizzazione ruota attorno a tre aree funzionali:

· Area tecnico-manutentiva, che segue i cantieri, i progetti di recupero, l’efficientamento energetico, la sicurezza, le manutenzioni, i rapporti condominiali;

· Area amministrativa, che si occupa delle assegnazioni, dei rapporti amministrativi e locativi con l’inquilinato, del bilancio, della fiscalità e della gestione finanziaria;

· Area di staff, cui è attribuita la gestione del personale, del contenzioso giudiziale, la consulenza legale a supporto della struttura aziendale, la ge-

stione e sviluppo dell’infrastruttura informativa, la gestione centralizzata degli affidamenti e dei contratti pubblici, i servizi generali.

La direzione coordina l’attività complessiva, mentre la governance è affidata al Presidente, al Consiglio di Amministrazione e al Collegio dei Revisori, secondo quanto previsto dallo Statuto approvato nel 2019. Questa struttura ha permesso ad ATER Gorizia di aumentare la propria capacità operativa nei cantieri, di migliorare la gestione del patrimonio e di rispondere in modo più efficiente alle esigenze degli assegnatari. L’obiettivo è diventare un ente sempre più vicino alle persone: più trasparente, più digitale, più rapido nei tempi di intervento, più orientato al servizio.

Il patrimonio: un quadro complesso e dinamico

Il patrimonio gestito da ATER Gorizia è ampio: al 31 dicembre 2024 gli alloggi sono 4.699, di cui:

· 4.152 di proprietà destinati all’edilizia sovvenzionata, · 483 alloggi di proprietà dei Comuni, in gestione all’ente, · 64 alloggi in edilizia convenzionata.

È un patrimonio imponente, stratificato nel tempo, distribuito tra Gorizia, Monfalcone e altri 23 Comuni dell’ex Provincia. Una costellazione di quartieri che testimoniano lo sviluppo urbano del territorio.

È un patrimonio variegato: edifici degli anni ’50 e ’60 convivono con interventi più recenti, fabbricati ristrutturati con fondi nazionali e regionali si affiancano a stabili che necessitano di manutenzioni importanti, nuove costruzioni si integrano in quartieri consolidati. Questa ricchezza è anche una sfida: mantenere e migliorare il patrimonio richiede programmazione costante, investimenti rilevanti e una visione strategica di lungo periodo. Negli ultimi anni, grazie ai fondi del PNC complementari al PNRR, l’Azienda ha avviato numerosi cantieri per la riqualifi-

cazione energetica e strutturale, interessando edifici a Gorizia, Fogliano-Redipuglia, Monfalcone, Grado e in altri comuni dell’Isontino. Interventi mirati a migliorare la qualità abitativa, ridurre i consumi e aumentare la sicurezza.

Un altro obiettivo strategico riguarda la riduzione degli alloggi sfitti, una criticità comune a molte ATER regionali. Le collaborazioni con i Comuni, attivate in modo sistematico, stanno portando a risultati rilevanti: in alcuni territori, come Turriaco, la presenza di sfitti è stata ridotta sensibilmente grazie a interventi rapidi di manutenzione e alla riattivazione delle graduatorie. A questi lavori si affianca l’attività continua di manutenzione ordinaria, essenziale per mantenere la qualità abitativa e la sicurezza degli stabili. Ogni anno vengono gestiti circa 2.000 ordini di manutenzione, con un sistema informatizzato che consente di monitorare tempi, costi e priorità.

Uno dei dati più significativi è la quasi totale assenza di indebitamento bancario: ATER Gorizia finanzia gli interventi principalmente attraverso risorse proprie, contributi regionali e statali e proventi derivanti dalla gestione. Nell’ultimo biennio i pagamenti ai fornitori avvengono in media in 27 giorni, un risultato che testimonia solidità finanziaria e cura dei rapporti con le imprese del territorio.

Edilizia e rigenerazione: costruire e ricostruire

Raccontare ATER Gorizia significa raccontare anche i suoi cantieri. Alcuni interventi hanno un valore simbolico oltre che funzionale.

C’è, per esempio, la ricostruzione dell’ex caserma dei Carabinieri in via San Michele, a Gorizia: un edificio completamente demolito e ricostruito, oggi trasformato in palazzina da 10 alloggi moderni, accessibili, efficienti, con tecnologie domotiche e una classe energetica A4. Un intervento che rappresenta in

modo chiaro la direzione intrapresa dall’Azienda: rigenerare il patrimonio esistente, recuperando edifici dismessi e restituendo valore agli spazi urbani. E poi c’è la grande operazione delle “Case Pater” a Ronchi dei Legionari, un progetto atteso da decenni e finalmente avviato. Qui ATER sta intervenendo su un’area di 90.000 mq, dove sorgono 56 casette bifamiliari costruite negli anni ’30 e oggi in stato di degrado. Il progetto prevede bonifica, demolizioni, ricostruzioni e nuovi alloggi, articolati in fasi pluriennali grazie ad un finanziamento determinato dal CIPE ed erogato alla Regione. È un esempio di rigenerazione urbana che va oltre l’edilizia: significa recuperare un pezzo di storia, restituire dignità a uno spazio e riattivare un intero quartiere.

Infine, non mancano gli interventi diffusi, spesso invisibili ma fondamentali: riqualificazioni energetiche, rifacimenti di coperture, sostituzioni di serramenti, efficientamento degli impianti, messa in sicurezza degli edifici. È un lavoro costante, che affianca i grandi cantieri e che contribuisce ogni giorno a garantire qualità e sicurezza agli inquilini.

L’ATER non ha esitato davanti alle grandi sfide dei finanziamenti PNRR/PNC avviando 6 cantieri in quattro distinti Comuni, due dei quali già ultimati, due in fase di ultimazione ed i rimanenti due in avanzato stato di realizzazione.

L’Azienda ha anche voluto, con fermezza e decisione, partecipare alla sfida della riqualificazione energetica che, usufruendo dell’Investimento 17 di cui alla Missione 7- REPowerEU del PNRR e dei contributi del GSE, potrà consentire la riqualificazione di 33 stabili con quasi 300 alloggi di cui più di 50 sfitti che verranno rimessi nella disponibilità all’assegnazione. Progetti sociali: costruire comunità, non solo case Uno dei tratti distintivi dell’ATER di Gorizia è la capacità di guardare all’abitare non come a un fatto puramente edilizio, ma come a un ecosistema fatto di relazioni, spazi condivisi,

possibilità di inclusione. In questo quadro si inseriscono alcuni progetti che negli ultimi anni hanno acquisito un ruolo centrale.

Orti Sociali

Un quartiere non è fatto solo di edifici, ma di relazioni. Gli Orti Sociali di Gorizia, attivi dal 2016 in collaborazione con l’Associazione GRASS, sono un esempio virtuoso di come l’edilizia pubblica possa diventare motore di inclusione. Su un’area di 8.000 mq sono stati realizzati 35 orti, di cui una parte con vasche rialzate per l’utilizzo da parte di persone con disabilità motorie. Gli orti sono anche luogo di incontro, formazione, scambio intergenerazionale. Ogni anno vengono avviate attività rivolte a scuole, associazioni, anziani e famiglie. La coltivazione diventa occasione per parlare di educazione ambientale, salute, socialità e cura del bene comune.

La gestione del verde: sicurezza e sostenibilità

Gorizia è considerata una delle città più “green” d’Italia. ATER, coerente con questa identità, ha avviato un Censimento del Verde delle aree di sua competenza, un progetto innovativo volto a monitorare circa 800 alberi nei vari complessi immobiliari. La mappatura, realizzata con analisi visive e strumentali, consente di programmare gli interventi di manutenzione in modo più efficace e di garantire sicurezza ai residenti. I dati sono caricati su un applicativo georeferenziato, che permette ai tecnici di monitorare in tempo reale lo stato delle piante. Il progetto rappresenta un passo importante verso una gestione più sostenibile e responsabile degli spazi verdi.

“MOROSITÀ TROVIAMO LA SOLUZIONE”

La gestione sociale della morosità

La casa è un diritto, ma è anche una responsabilità. Per questo ATER Gorizia ha adottato un nuovo modello di gestione della morosità fondato sull’ascolto

e sull’analisi delle situazioni reali. Il progetto, denominato “MOROSITÀ: TROVIAMO LA SOLUZIONE”, prevede un contatto diretto con gli assegnatari in difficoltà, la valutazione delle cause economiche e sociali che hanno portato al debito e, ove possibile, la costruzione di piani personalizzati per soluzioni condivise. Un lavoro di ascolto, contatto e collaborazione con i servizi sociali dei 25 Comuni dell’ex provincia.

Il risultato sono numeri importanti: centinaia di contatti diretti con gli utenti, decine di piani di rientro personalizzati, una drastica riduzione degli sfratti per morosità. La logica è semplice e insieme rivoluzionaria: prevenire, comprendere, accompagnare. Perché dietro a una morosità ci sono spesso fragilità temporanee, problemi familiari, difficoltà economiche improvvise. Dare a queste persone gli strumenti per rientrare nella normalità significa proteggere loro e, allo stesso tempo, tutelare il patrimonio pubblico. Il risultato più significativo è la riduzione degli sfratti per morosità, un segnale che la strada imboccata inizia a dare risultati concreti.

L’obiettivo non è colpevolizzare, ma accompagnare, responsabilizzare e intervenire prima che la situazione diventi irreversibile.

Un nuovo dialogo con i Comuni

Negli ultimi anni, ATER Gorizia ha avviato un percorso intenso di confronto con le amministrazioni locali. Il territorio è variegato, fatto di comuni grandi e piccoli, ciascuno con esigenze e criticità specifiche. Un dialogo strutturato permette di affrontare con efficacia i nodi più complessi: alloggi sfitti da recuperare, graduatorie da sbloccare, interventi edilizi da coordinare, progetti sociali da attivare.

Questo metodo ha già dato frutti importanti: ad esempio, è stato messo a punto un piano programmare l’assegnazione di 100 alloggi entro il 2025; a Ronchi dei Legionari sono stati ottenuti nuovi finanziamenti per completare le operazioni sulle “Case Pater”; in diversi Comuni minori si è lavorato per ridurre drasticamente il numero di alloggi non utilizzati. È una modalità di lavoro che ATER considera strategica: costruire insieme ai Comuni significa dare risposte più rapide e più efficaci ai cittadini.

Sostenibilità economica e trasparenza

Il sistema ATER è anche un complesso equilibrio economico e finanziario e il bilancio d’esercizio testimonia la solidità dell’Azienda. La liquidità, il patrimonio immobiliare, le riserve accantonate, la capacità di investimento e la gestione prudente delle risorse pubbliche sono elementi centrali di un modello che deve garantire continuità, efficienza e responsabilità.

Gli indicatori degli ultimi esercizi mostrano una gestione sana, sostenuta da un forte equilibrio patrimoniale e da un uso accurato dei finanziamenti regionali e statali. ATER investe ogni anno in manutenzioni e riqualificazioni, mantenendo una capacità operativa allineata agli standard regionali e

nazionali, e con un’attenzione costante alla trasparenza e alla rendicontazione.

Uno dei dati più significativi è la quasi totale assenza di indebitamento bancario: ATER Gorizia finanzia gli interventi principalmente attraverso risorse proprie, contributi regionali e statali e proventi derivanti dalla gestione caratteristica. Nell’ultimo biennio i pagamenti ai fornitori avvengono in media in 27 giorni, un risultato che testimonia solidità finanziaria e attenzione ai rapporti con le imprese del territorio.

La visione per il futuro

Guardare al futuro significa immaginare un’ATER capace di affrontare sfide complesse: l’invecchiamento della popolazione, il fabbisogno crescente di alloggi sociali, la transizione energetica, la rigenerazione dei quartieri. Cento anni sono una ricorrenza importante, ma per ATER Gorizia sono soprattutto un punto di partenza. I prossimi anni porteranno nuove sfide: interpretare i cambiamenti demografici, rispondere alla crescente domanda abitativa, proseguire nella rigenerazione di aree strategiche, sviluppare nuovi modelli di housing sociale e servizi di prossimità. La casa pubblica del futuro non sarà solo un tetto, ma un insieme di servizi, spazi condivisi, occasioni di comunità. Un’ATER più sociale, più verde, più tecnologica, più vicina ai bisogni reali delle persone. È così che ATER Gorizia immagina il futuro: un futuro che continua a mettere al centro ciò che, da un secolo, guida ogni scelta dell’Azienda: le persone..

ATER Gorizia salva la sua storia centenaria

La storia di Ater Gorizia, come descritta in presentazione, è tracciata e documentata da un corposo e prezioso patrimonio archivistico.

Proprio in occasione della celebrazione del centenario, il patrimonio archivistico aziendale è stato apprezzato nella sua ricchezza e varietà di documenti, che consentono di ripercorrere la vita dell’Ente e la sua evoluzione attraverso i momenti salienti della storia della nostra regione.

La consapevolezza dell’importanza e del valore del patrimonio archivistico hanno portato allo studio e alla redazione di un progetto di intervento, volto a metterlo in sicurezza e a renderlo fruibile.

Il progetto prevede una prima fase di ricognizione, una fase di spolveratura e pulizia dei materiali, per ridurre il rischio di danneggiamento a causa ad esempio di muffe, ed infine la schedatura, catalogazione, riordino e archiviazione nel rispetto della disciplina archivistica e degli standard archivistici internazionali. La Soprintendenza Archivistica del Friuli-Venezia Giulia, che già aveva effettuato alcuni sopralluoghi atti a monitorare lo stato di conservazione dell’archivio aziendale, ha visto con favore l’avvio di tale progetto, sottolineando l’importanza di un intervento volto al riordinamento e inventariazione organica che consenta la piena fruibilità del patrimonio archivistico di Ater Gorizia.

Il progetto ha ottenuto la formale approvazione della Soprintendenza Archivistica del Friuli-Venezia Giulia, e ciò ha consentito anche di ottenere il contributo a tal fine previsto dal Codice dei beni cultu-

rali e del paesaggio (D.Lgs. 42/2004).

Si tratta di un’iniziativa che riveste una considerevole importanza, non solo per la vita dell’Azienda, ma perché attraverso il progetto di riordino archivistico verrà tutelato e valorizzato un patrimonio culturale di grande valore storico..

L’intervista Daniele Sergon

Presidente ATER Gorizia

Da dicembre 2024 è alla guida di ATER Gorizia: che tipo di azienda ha trovato al suo insediamento e quali sono state le prime criticità che ha dovuto affrontare?

“ATER Gorizia è un’azienda storica radicata sul territorio provinciale: proprio quest’anno compiamo 100 anni, ma la storia della residenza pubblica in Città è nata ben prima, già nella metà del ‘800. L’azienda si è radicata in questo secolo in maniera vera, profonda, su tutto il suo territorio, all’interno del tessuto urbano e sociale. L’azienda oggi è ben strutturata, ha delle competenze interne altissime in tutti i settori in cui è chiamata a svolgere la propria attività. Le criticità sono sicuramente quelle standard di tutte le aziende territoriali di residenza pubblica. Quello che sto cercando di fare, e sono sicuro sarebbe il vero valore aggiunto dell’azienda, e mettere in sinergia le forze cha abbiamo, e cercare di avere chiari e definiti obiettivi aziendali, in modo da raggiungerli attraverso altrettanti chiari indirizzi strategici. ATER Gorizia, il personale di ATER Gorizia, ha una grossa potenzialità, e come successo per altri servizi pubblici seguiti da aziende territoriali provinciali qui nel goriziano, sono sicuro posiamo diventare modello virtuoso a livello nazionale.”

Qual è la sua visione strategica per AREA nei prossimi anni e quali sono i principali obiettivi che intende perseguire nel breve periodo?

“La visione strategica deve secondo il mio modesto parere girare intorno alla persona, la persona va messa al centro di tutte le azioni aziendali. Questo significa che la fotografia della “domanda abitativa” fatta in questi ultimi anni ci sta dicendo che essa è in forte crescita, e ci sta dando anche in modo chiaro la tipologia di necessità, e soprattutto le aree su cui ci si deve concentrate. Le aree sono le due città: Gorizia e Monfalcone.

ATER Gorizia ha un patrimonio vetusto su cui bisogna andare a fare un grosso lavoro di riqualificazione pesante da fare sul lungo periodo: questo va messo in cantiere oggi per poterlo vedere ed avere il risultato fra qualche anno. Nel breve periodo, guardare quello che abbiamo già a disposizione e per cui ce bisogno di una rimessa in circolo: quindi dare una risposta immediata importante alla esigenza casa attraverso il potenziamento del riatto ordinario. In merito al lungo periodo come detto, vanno fatte scelte strategiche che portino importanti risultati…queste sono iniziate ed altre le stiamo iniziando.”

Di che interventi si tratta?

“Per fortuna la Regione Friuli Venezia Giulia è al nostro fianco, ed ha investito moltissimo in maniera importante in questi anni sulla edilizia residenziale pubblica. Siamo noi aziende territoriali a dover stare al passo e riuscire a trasformare in interventi sul territorio queste importanti risorse. I fondi

regionali pluriennali sono stati messi in progetti come la riqualificazione, attraverso demolizione e ricostruzione anche, di interi immobili in più punti della provincia. Abbiamo avviato importante riqualificazione a Gorizia (ex Filzi), a Monfalcone (via Valentinis), a Grado (via Argini dei Moreri), a Rochi dei Legionari (Case Pater). Questi interventi porteranno nuovi alloggi nelle rispettive comunità. Una partita importante poi deve essere quella di ex immobili del demanio, e del demanio militare, che in questa area d’Italia sono numerosi. Lì a Cormons e Gradisca d’Isonzo si gioca una partita importante: avere a disposizione questi immobili perché vengano riqualificati e messi a disposizione porterebbe ad avere una risposta completa della domanda. Infine punteremo ad una riqualificazione energetica degli immobili attraverso il canale PNRR del RePowerEU: questo canale per noi è strategico.”

Una parte del patrimonio di ATER non è abitativo, come locali commerciali e spazi sociali: quali strategie pensa di adottare per valorizzarlo e renderlo produttivo?

“Sì, si tratta di una parte che numericamente potrebbe non risultare così importante, ma che crediamo soprattutto in questo momento storico debba essere valorizzato. ATER Gorizia può fare la sua parte nella ricerca di salvaguardare il commercio di vicinato, la rivitalizzazione di aree commerciali urbane, oppure anche di semplice

sostegno in piccole aree in difficoltà sotto questo aspetto. Il progetto che però abbiamo messo in cantiere va oltre, infatti un campione di locali commerciali che non hanno avuto l’interesse da parte del tessuto territoriale, pensiamo di poterlo mettere a disposizione del terzo settore attraverso la legge regionale del Friuli Venezia Giulia che ce lo permette: questo ci permetterebbe di riqualificare i locali stessi dandogli vita, e sostenere il sociale delle aree in cui si trovano, dando comunque segno di attenzione, di vivacità culturale sociale delle nostre comunità.”

Come intende affrontare il tema degli alloggi sfitti e del turnover, per ridurre i tempi di assegnazione e dare risposta a chi è in graduatoria?

“Come accennato sopra, questo è il primo obiettivo che vogliamo raggiungere per il breve periodo: raddoppiando i riatti ordinari annuali. Questo cui permetterebbe di dare risposta immediata a coloro che si trovano in uno stato di esigenza abitativa. Va rafforzato l’ufficio riatto anche spostando e mettendo in sinergia professionalità già presenti in azienda. Vanno superati gli uffici “stagni”, e messi invece in sinergia forze e competenze in maniera trasversale.”

La morosità e le difficoltà di pagamento degli inquilini sono un problema comune a tutte le aziende ERP: quali azioni pensa di mettere in campo per contenerla senza trascurare la funzione so -

ciale di AREA?

“Purtroppo come tutte le azienda stiamo registrando un aumento delle morosità, che va detto variano da inquilini residenti nelle città o nelle aree meno urbanizzate. Un dialogo più stretto e costante con le persone che abitano nelle nostre case consente di prevenire l’accumulo di debiti che, se lasciati crescere, diventano difficilmente colmabili. La prevenzione e il confronto diretto rappresentano gli strumenti più efficaci per evitare che si arrivi a situazioni di morosità elevate, che possono sfociare nella risoluzione contrattuale e, nei casi più estremi, nello sfratto. Tra gli obiettivi aziendali principali abbiamo previsto la stipula di un consistente numero di piani di rientro, per favorire la possibilità di recuperare i debiti in modo sostenibile per le persone coinvolte. Il potenziamento di progetti sociali anche in sinergia con realtà del territorio sarà un’altra azione da portare aventi: questi aiutano a prevenire e limitare morosità! In questa politica aziendale la persona è stata messa al centro. Non è un compito semplice né privo di difficoltà, perché lo sfratto rappresenta l’ultimo atto di un percorso che vogliamo evitare. Essere puntuali, pressanti e frequenti nel dialogo con gli inquilini, insieme alla promozione dei piani di rientro, permette all’azienda di tutelare la propria funzione sociale, ridurre la morosità e gestire in modo più efficiente il patrimonio.”

Quali sono gli obiettivi a lungo termine che si è dato per rendere ATER più efficiente e più vicina alle esigenze dei cittadini?

“Obiettivo lungo periodo: in merito gli interventi edilizi ne abbiamo parlato; invece, un altro aspetto molto importante e che necessità inevitabilmente di uno sviluppo ed accompagnamento è quello dei servizi rivolti ai nostri inquilini. Dobbiamo “seguire”, come tutte le aziende ma tutti quanti sappiamo sia l’intera società a doverlo fare, l’ingresso nelle nostre vite dell’intelligenza artificiale. Se uno sviluppo tecnologico è stato fatto nei mandati precedenti, ora, soprattutto nei confronti dei nostri inquilini potremmo sfruttare alcuni aspetti positivi (ci sono anche molti di positivi!) che possono essere interessanti e meritevoli di essere sviluppati attraverso tecnologie che utilizzano l’intelligenza artificiale. Sto pensando a un servizio più rispondente alle esigenze di informazioni, anche di tipo tecnico, che ogni giorno ci arrivano in azienda. L’obiettivo è dare risposte più velocemente, in tempo reale, perché le nozioni e le competenze in azienda ci sono! Va creato un sistema perché possano essere messe a disposizione degli inquilini più velocemente di quello che noi…umani possiamo fare! Ultima considerazione in merito questo aspetto, e che le persone molte volte chiedono venga presa in carico la propria segnalazione, anche se non risolta nell’immediato, loro vogliono essere sicuri sia stata ascoltata e

presa in carico. Mi piacerebbe attivare un sistema quindi che dia risposte a queste esigenze quotidiane dei nostri inquilini, ed aiuti quindi anche l’azienda. Vi assicuro però che non toglieremo gli sportelli…credo nelle persone, nel loro valore, e nei rapporti umani...magari saranno sportelli “nuovi” che accompagneranno anche nell’utilizzo di queste nuove tecnologie.”.

Il Contributo Rodolfo Ziberna

Sindaco di Gorizia

È motivo di grande soddisfazione essere testimoni della vivace e frizzante produzione creativa che sta letteralmente invadendo la nostra città.

Le rappresentazioni teatrali, i concerti, le tante esposizioni (di quadri, di fotografie, di documenti storici, di manufatti), i lavori di ricerca che poi culminano nella pubblicazione di un libro, i convegni dedicati alle più svariate tematiche: sono tutti eventi stimolati da GO! 2025, che si susseguono quotidianamente quale espressione dell’energia comunicativa che caratterizza la nostra comunità e dell’inestimabile ricchezza culturale di cui le genti che vivono in questi territori di confine sono i fedeli custodi.

Nova Gorica-Gorizia Capitale Europea della Cultura non è, dunque, solo la prima Capitale transfrontaliera nella storia di questa ambito riconoscimento, dimostrazione vera e concreta di come una frontiera nata per spezzare e dividere famiglie, case, giardini, strade e persino cimiteri, da luogo di scontro e violenza possa essere trasformata in luogo di incontro e di pace. La nostra Capitale è anche una incessante fucina di conoscenze e di idee che poi l’intelletto umano, la passione e la fantasia sanno plasmare in opere d’arte, il cui messaggio e la cui storia vengono generosamente condivisi con il pubblico.

Quando si parla di assenza di confini, di ostacoli, di barriere e di restrizioni, dunque, per noi è inevitabile pensare a GO! 2025, il cui leit motiv è proprio borderless. È borderless anche, e lo è addirittura da 100 anni, l’attività svolta dalla locale A.T.E.R. (I.A.C.P. origina -

riamente), in quanto essa offre e agevola l’accesso ad un alloggio a tutti quei cittadini che per ragioni economiche non sono in grado di affidarsi direttamente al mercato privato: perché il diritto ad un’abitazione sicura, salubre e accessibile è un diritto fondamentale riconosciuto a livello internazionale e deve, a tutti gli effetti, essere considerato una condizione necessaria della dignità umana.

La mostra voluta dall’Azienda di Gorizia, a testimonianza della valorizzazione del patrimonio edilizio e sociale del nostro territorio nel corso degli anni,

racconta pagine importanti e indimenticabili della storia del nostro Paese e della nostra provincia, riflettendo inevitabilmente il clima sociale, le sensibilità, le sensazioni e anche le tendenze della comunità in un ben determinato periodo. Il tutto a dimostrazione di un percorso di civiltà (e di concreta vicinanza alle persone) avviato nel passato, sviluppato con il trascorrere del tempo e proiettato verso il futuro, di cui tutti noi possiamo e dobbiamo andare fieri.

Grazie, dunque, al Presidente Daniele Sergon e a tutto il suo staff per avere voluto raccontare e ricordare quelle che sono le nostre “radici nel territorio” e la nostra “visione nel futuro”, in perfetta sintonia con lo spirito della nostra Capitale Europea della Cultura..

Il Contributo Cristina Amirante

Assessore regionale alle infrastrutture e territorio

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

Celebrare la storia dell’ATER di Gorizia significa raccontare, attraverso l’evoluzione del suo patrimonio edilizio e sociale, la storia di una comunità che ha saputo trasformarsi, rinnovarsi e ricostruirsi. In quasi un secolo di attività, l’Ente ha accompagnato la crescita della città e del suo territorio, contribuendo in modo decisivo alla formazione di un tessuto urbano vivo, inclusivo e solidale. Le abitazioni, i quartieri, gli spazi pubblici realizzati o gestiti da ATER non rappresentano soltanto opere di edilizia, ma luoghi di vita, di relazioni e di dignità, nei quali si è riflessa la capacità della società goriziana di affrontare i cambiamenti economici e sociali, mantenendo saldo il valore della coesione.

Oggi, più che mai, le ATER del Friuli Venezia Giulia non sono soltanto enti gestori di patrimonio, ma strumenti attivi di rigenerazione urbana e di innovazione territoriale. Esse concorrono alla realizzazione di interventi di edilizia socio-abitativa, alla riqualificazione del patrimonio esistente, alla cura degli spazi comuni e verdi, alla promozione di progetti condivisi per migliorare la qualità dell’abitare, anche attraverso collaborazioni con enti locali, associazioni e realtà del volontariato.

L’ATER di Gorizia, in particolare, ha saputo distinguersi per la capacità di coniugare tradizione e innovazione, custodendo la memoria storica di un territorio complesso e al tempo stesso guardando al futuro con progetti di riqualificazione energetica,

recupero architettonico e valorizzazione del patrimonio immobiliare. Ogni intervento, ogni edificio, ogni quartiere racconta la volontà di dare risposte concrete ai bisogni dei cittadini, promuovendo integrazione, sostenibilità e inclusione sociale. Questa mostra, che ripercorre le tappe fondamentali dalla nascita dell’Istituto autonomo delle case popolari delle industrie tessili friulane fino all’ATER di oggi, è un atto di memoria e di gratitudine verso chi ha contribuito a costruire non solo abitazioni, ma comunità solidali.

Al tempo stesso, è un invito a proseguire con de -

terminazione lungo la strada dell’innovazione, della collaborazione e dell’impegno condiviso tra istituzioni, enti locali e cittadini, affinché la casa pubblica continui a essere un diritto, un valore e un presidio di equità territoriale.

La Regione Friuli Venezia Giulia riconosce e sostiene questo percorso, consapevole che investire nell’edilizia sociale significa investire nel futuro del territorio, nella qualità della vita e nel senso profondo di appartenenza delle persone alla propria comunità..

Un secolo di storia, un secolo di comunità

ATER Gorizia compie cento anni e celebra questo importante traguardo con una serie di iniziative straordinarie che ripercorrono le sue radici, onorano il presente e tracciano visioni per il futuro. Le origini dell’ente risalgono infatti al 1° ottobre 1925, quando con Regio Decreto 1884 venne riconosciuto l’Istituto Autonomo Case Popolari Industrie Tessili di Gorizia, grazie all’impegno del Cotonificio Triestino Brunner e della Società Italiana Macchine Tessili, che donarono beni e terreni per garantire alloggi dignitosi ai lavoratori. Ma il seme di questa missione era stato piantato ancor prima, nell’Ottocento, dai Ritter-Rittmeyer: una dinastia industriale che, con lungimiranza sociale, costruì a Straccis non solo stabilimenti tessili, ma anche un intero quartiere operaio pensato per la vita delle persone, dove il lavoro e l’abitare formavano un tutt’uno.

Quel modello di comunità, radicato nel territorio e nel tessuto urbano, ha attraversato guerre, crisi e trasformazioni. Dal periodo post-bellico alla grande espansione degli anni Cinquanta e Sessanta, dalla riforma del 1971 all’attenzione al recupero urbano negli anni Ottanta, fino alla nascita, nel 1999, di ATER Gorizia come ente pubblico economico: l’evoluzione di un’istituzione che oggi gestisce quasi 5.000 alloggi, offrendo una risposta concreta al diritto alla casa.

Per celebrare questo secolo di storia, ATER Gorizia promuove un calendario di iniziative culturali e istituzionali, a cominciare dall’esposizione di docu -

menti storici curata dal gruppo di lavoro aziendale ad hoc costituito, che aprirà eccezionalmente al pubblico la sede di ATER Gorizia, con materiali inediti provenienti dagli archivi dell’ente.

In particolare, la rassegna storica si articola nei sei periodi storici che hanno caratterizzato la nascita, la vita e l’evoluzione dell’istituto e che necessariamente intersecano con le complesse vicende storiche della città di Gorizia e della sua provincia. Qui di seguito una significativa sintesi dei contenuti della mostra centenario corredata da alcune fotografie inedite.

Periodo 1

L’arrivo della grande industria, prima edificazione

La “moderna” Gorizia, almeno nelle linee essenziali ancor oggi avvertibili, comincia la sua storia con l’avvento della grande industria, intesa come un ampio e complesso meccanismo di relazione tra produzione e smercio, mercato e consumo e soprattutto come strumento capace di modificare le stesse strutture urbane secondo le nuove e più moderne esigenze.

La paternità della grande industria Goriziana va attribuita a Giulio Ettore Ritter de Zàhony.

Il sito produttivo di Strazig era vantaggioso soprattutto per la possibilità di sfruttare le acque dell’Isonzo. Già allora le fabbriche impiegavano più di 1.000 operai.

Periodo 2

La Prima guerra mondiale e nascita dell’istituto autonomo per le case popolari delle industrie tessili friulane di Gorizia

A seguito dell’entrata in guerra dell’Italia contro l’Austria-Ungheria il 24 Maggio 1915, Gorizia e l’Isonzo si trovarono sulla prima linea del fronte; gli edifici furono bombardati dapprima dagli italiani e successivamente, a seguito della conquista della città (VI battaglia dell’Isonzo), da parte degli au -

striaci. A conclusione del conflitto l’11 novembre 1918, retta dapprima dal Governatorato della Venezia Giulia (Generale Petitti di Roreto), Gorizia venne annessa ufficialmente al Regno d’Italia il 6 febbraio 1921. Avvenuto intanto lo smembramento dell’impero Austro-Ungarico, sotto il quale la città aveva ricoperto un ruolo importante, queste terre assieme al piccolo territorio di Trieste, dell’Istria e parte della Dalmazia entrarono a far parte della neocostituita regione Venezia Giulia.

Così la storia dell’antica e principesca Contea di Gorizia e Gradisca aveva ormai voltato pagina.

Periodo 3 _

La II guerra mondiale, il Governo militare alleato, le cessioni territoriali

Il 10 giugno 1940 Mussolini dichiarò l’entrata in guerra dell’Italia a fianco della Germania. Le operazioni belliche sul fronte Jugoslavo inasprirono l’atteggiamento del governo e degli abitanti verso la componente slava della città e della provincia. Per Gorizia l’incubo della guerra iniziò esattamente alla fine delle ostilità “ufficiali” ovvero dopo la caduta del fascismo e la firma dell’armistizio l’8 settembre 1943. Il 1945 fu l’anno in cui la città di Gorizia ebbe i maggiori danni materiali agli immobili, abitazioni civili, edifici pubblici oltre ovviamente agli stabilimenti industriali di Strazig e Podgora, nel frattempo convertiti alla produzione bellica (abbigliamento e macchinari).

Tra il 1945 e il 1947, anno in cui Gorizia ritornò sotto l’Italia, la città dovette subire, l’occupazione tedesca, 40 giorni di pesante occupazione dell’esercito jugoslavo, e 2 anni di tensioni e difficoltà sotto il G.M.A. (Allied Military Governement).

Il12 giugno 1945 entrò in funzione il Governo Miliare Alleato. Il 12 Luglio 1945, a seguito della decadenza del consiglio di amministrazione dell’Istituto, venne nominato dal Comitato Esecutivo per il goriziano, poi confermato dal G.M.A.. Con atto del 31 agosto 1945 il Comitato ordinò il cambio di denominazione da “Istituto Fascista Autonomo per le Case Popolari della Provincia di Gorizia” in “Istituto Autonomo per le Case Popolari per le case di Gorizia”. Sotto il Governo Militare Alleato, si registrò una forte spinta a riprendere le opere di ricostruzione di alloggi popolari e degli edifici pubblici danneggiati, scelta messa in atto soprattutto allo scopo di contrastare l’altissimo tasso di disoccupazione imperante in città. Il Goriziano divenne così oggetto di una intensa e in alcuni casi feroce contesa dal punto di vista politico e diplomatico, cui seguì

la definizione dei nuovi confini definiti dal Trattato di Pace di Parigi del 1947. Gran parte del territorio rimase assegnato alla Jugoslavia (Tolmino, Descla e Aidussina) e la restante parte, compreso il centro cittadino di Gorizia. In Italia invece, nel primo dopoguerra, l’istituto si dovette impegnare a fondo per la riparazione dei danni arrecati al proprio patrimonio dai bombardamenti e dagli accasermamenti del periodo bellico. Al bisogno di ricostruire le abitazioni distrutte dal conflitto si aggiungeva una nuova emergenza ovvero la necessità di nuove abitazioni per l’imponente flusso di esuli provenienti dai territori passati sotto il territorio jugoslavo.

Periodo 4

La ricostruzione negli anni ‘50

Con la legge 28 febbraio 1949 nr. 43 il Parlamento italiano approvò il progetto di legge “Provvedimenti per incrementare l’occupazione operaia, agevolando la costruzione di case per lavoratori”, con il quale si sarebbe dato avvio a un piano per la realizzazio -

ne di alloggi economici, noto come piano INA-Casa (altrimenti noto come piano Fanfani).

I quattordici anni di attività del piano rappresentano una fase significativa della politica economica del dopoguerra, ma certamente anche una delle più importanti, consistenti e diffuse esperienze di realizzazione nel campo dell’edilizia sociale nel nostro Paese.

Alla fine dei quattordici anni di durata del piano, i vani realizzati saranno in totale circa 2.000.000, per un complessivo di 355.000 alloggi in oltre 5.000 comuni italiani distribuiti nell’intero territorio italiano.

Le sue realizzazioni, alloggi sani e moderni posti entro nuovi nuclei urbani o quartieri, hanno offerto la possibilità a migliaia di famiglie di migliorare le proprie condizioni abitative. I quartieri costruiti allora rappresentano oggi non soltanto una significativa testimonianza del Novecento italiano, ma costituiscono parti rilevanti delle nostre città, dove mantengono ancora una loro precisa identità.

La legge 2 luglio 1949, n. 408 (nota anche come “Legge Tupini”) prevedeva una serie di “Disposi-

zioni per l’incremento delle costruzioni edilizie”. La normativa sanciva, infatti, agevolazioni fiscali e contributi per incentivare la costruzione di alloggi, in particolare di case popolari e di abitazioni. Tra i principali benefici, vi era un’esenzione venticinquennale dall’imposta sui fabbricati e un’applicazione dell’IVA agevolata (al 10%) per i locali commerciali in immobili con specifiche caratteristiche (“edifici Tupini”).

Periodo 5

Il boom economico, sviluppo anni ’60 e ‘70

Inquadrare storicamente il periodo obbliga a considerare due fatti fondamentali:

- L’istituzione della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia;

- La firma del Trattato di Osimo

Il 31 gennaio 1963, il presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat, finalmente (se ne parlava dal 27 giugno 1947 allorquando l’Assemblea costituente prese in esame il problema delle Regioni a Statuto

speciale) promulga la legge costituzionale n. 1 che dà il via alla nascita dello Statuto speciale della Regione autonoma Fvg. Da allora, la Regione FVG, in armonia con la Costituzione, con i principi generali dell’ordinamento giuridico della Repubblica e con i principi fondamentali stabiliti dalle leggi dello Stato nelle singole materie, ha potestà legislativa anche per quanto attiene l’edilizia popolare

Il Trattato di Osimo fu un accordo firmato il 10 novembre 1975 tra Italia e Jugoslavia che definì in modo definitivo i confini tra i due paesi e pose fine alla questione territoriale di Trieste. Esso concluse la fase storica iniziata nel 1947 con il trattato di pace di Parigi, allorquando si decise la cessione alla Jugoslavia di gran parte della Venezia Giulia (Fiume e le isole del Quarnaro, la quasi totalità dell’Istria e gli altopiani carsici a est e nord-est di Gorizia) e la creazione del Territorio Libero di Trieste comprendente l’attuale provincia di Trieste e i territori costieri istriani da Ancarano a Cittanova (oggi rispettivamente in Slovenia e Croazia).

È questo il periodo (in verità iniziato già qualche anno prima) in cui vennero costruiti in provincia di Gorizia quasi 2.000 alloggi di cui la metà per conto della Gestione INA-Casa, un quarto per conto dello Stato ed un quarto propri, tutti in gestione IACP. L’Istituto supera le proprie dimensioni comunali per assumere un vero ruolo provinciale ed è il periodo in cui gli investimenti pro-capite, rispetto agli altri IACP d’Italia, sono di gran lunga superiori.

Periodo 6

_ Dagli anni ‘80 ad oggi con uno sguardo al futuro

La sede attuale dell’ATER è stata istituita dopo numerosi sforzi; la storia, infatti, è assai travagliata. Tutto ebbe inizio nel dopoguerra quando il Consiglio di Amministrazione dell’IACP per le Industrie

Tessili Friulane e il Consiglio di Amministrazione stesso dovevano riunirsi in sede separate, rispettivamente, i primi nei locali della Prefettura, mentre il secondo si riuniva nell’ex Caserma dei Vigili del Fuoco in Via Armando Diaz 12/5. Si decise di ritornare, in affitto, nella sede storica di Corso Italia 174 fino al 1943 quando quest’ultima venne requisita dalle truppe occupanti tedesche.

Solo nel 1950 l’Istituto riuscì ad acquistare il fabbricato di Corso Roosvelt 44 (attuale Corso Italia 116), a seguire, nel 1954 ci fu l’acquisizione di proprietà Mattioni in Via Pitteri 4, che ospitò i 9 dipendenti dell’epoca. Gli spazi risultarono presto insufficienti alle necessità crescenti della Città; perciò, il Consiglio ritenne necessario ritornare nella sede di Corso Italia 114-116, acquistata in parte del ‘50 e acquisita totalmente nel 1970 ma ci vollero parecchi anni affinché vennero approvati e messi in atto i lavori di ristrutturazione che si conclusero solo nel 1985, permettendo a tutti gli Uffici di riunirsi in un’unica sede avendo a disposizione una superficie complessiva destinata alle attività dell’Istituto di mq 2740.

I progetti più recenti hanno avuto come focus principale: il recupero di aree dismesse per la creazione di nuovi spazi ed alloggi; la riqualificazione degli stabili per il contenimento dei consumi energetici..

100 anni di ATER Gorizia

ATER Gorizia compie 100 anni e celebra questo importante traguardo con una serie di iniziative straordinarie che ripercorrono le sue radici, onorano il presente e tracciano visioni per il futuro. Le origini dell’ente risalgono infatti al 1° ottobre 1925, quando con Regio Decreto 1884 venne riconosciuto l’Istituto Autonomo Case Popolari Industrie Tessili di Gorizia, grazie all’impegno del Cotonificio Triestino Brunner e della Società Italiana Macchine Tessili, che donarono beni e terreni per garantire alloggi dignitosi ai lavoratori. Ma il seme di questa missione era stato piantato ancor prima, nell’Ottocento, dai Ritter-Rittmeyer: una dinastia industriale che, con lungimiranza sociale, costruì a Straccis non solo stabilimenti tessili, ma anche un intero quartiere operaio pensato per la vita delle persone, dove il lavoro e l’abitare formavano un tutt’uno.

Quel modello di comunità, radicato nel territorio e nel tessuto urbano, ha attraversato guerre, crisi e trasformazioni. Dal periodo post-bellico alla grande espansione degli anni Cinquanta e Sessanta, dalla riforma del 1971 all’attenzione al recupero urbano negli anni Ottanta, fino alla nascita, nel 1999, di ATER Gorizia come ente pubblico economico: l’evoluzione di un’istituzione che oggi gestisce quasi 5.000 alloggi, offrendo una risposta concreta al diritto alla casa.

Per celebrare questo secolo di storia, ATER Gorizia promuove un calendario di iniziative culturali e isti-

tuzionali:

• Il Premio ATER 100, in fase di definizione, un concorso di idee rivolto agli studenti di Architettura dell’Università di Trieste (sede di Gorizia), che saranno chiamati a immaginare una nuova vita per due quartieri simbolo: il Villaggio operaio di Straccis a Gorizia e il quartiere di via Volta a Monfalcone.

• Un’esposizione di documenti storici curata dal gruppo di lavoro aziendale ad hoc costituito, che aprirà eccezionalmente al pubblico la sede di ATER Gorizia, con materiali inediti provenienti dagli archivi dell’ente.

• Una guida pratica alla gestione dell’alloggio ATER, pensata per offrire strumenti utili e semplici a tutti gli utenti e condomini, come gesto concreto di vicinanza e attenzione.

• Il 4 e 5 dicembre, Gorizia sarà anche sede dell’assemblea annuale nazionale di Federcasa. Il momento più importante a livello nazionale, dove le aziende di tutta Italia faranno il punto della situazione su presente e futuro dell’edilizia residenziale pubblica.

A suggellare questo anniversario, ATER Gorizia ha scelto di adottare un logo celebrativo che non è solo un segno grafico, ma una narrazione visiva: il numero “100” si trasforma in un nastro fluido che richiama il corso dell’Isonzo, simbolo d’identità e continuità. La sfumatura dal blu profondo al ceruleo evoca l’acqua, ma anche il tempo, in un ritmo che accompagna il secolo trascorso e che punta verso il futuro. Il payoff che lo accompagna – “Radici nel territorio, direzione nel futuro” – ne racchiude il senso profondo.

“Il nobile e lungimirante pensiero di chi ha dato via all’edilizia rivolta alle persone che si trovavano in uno stato di necessità questo voglia essere stato per motivi lavorativi, sociali o economici, deve essere il nostro valore assoluto, e la visione concreta e moderna del benessere umano all’interno di tessuti urbani e sociali delle nostre comunità, la no -

stra missione” dichiara Daniele Sergon, presidente di ATER Gorizia, “Da cento anni costruiamo luoghi, ma soprattutto legami. Perché abitare non è solo una necessità, è un diritto che riguarda la qualità della vita e il senso di comunità.”.

Orti Sociali: ATER e GRASS coltivano l’inclusione

ATER Gorizia non si occupa solo della gestione dell’edilizia convenzionata, ma realizza anche progetti innovativi a beneficio della comunità. Tra questi spicca il progetto degli Orti Sociali, nato nel 2016 dalla collaborazione con l’Associazione GRASS (Gorizia Riscopre l’Agricoltura Sociale e Solidale) che proprio in questo periodo compie 10 anni di attività.

“Quando ATER e la nostra associazione si sono incontrate, abbiamo capito subito che avremmo potuto creare qualcosa di unico”, racconta Francesco Portelli, socio fondatore dell’Associazione GRASS. E così, un terreno di proprietà di ATER - situato nell’ex fondo terriero delle suore Orsoline in via Sant’Angela Merici - è stato trasformato in un’area verde di circa 8.000 metri quadri dedicata agli orti urbani. Questo spazio è oggi suddiviso in 35 orti comuni e tre postazioni accessibili a persone con disabilità. La gestione del progetto è improntata all’inclusione e all’accessibilità, con una particolare attenzione agli assegnatari di alloggi ATER, pur essendo aperta a tutti i cittadini interessati.

Un modello di welfare di comunità

Dopo la prima stipula del contratto nel 2016, l’accordo di comodato gratuito tra ATER e GRASS è stato recentemente rinnovato, confermando l’impegno di ATER per lo sviluppo di un modello innovativo di welfare comunitario.

Il progetto si inserisce in un percorso di crescita

continua, che punta a rendere l’agricoltura urbana accessibile a tutti e a promuovere la socializzazione, l’inclusione e la sostenibilità ambientale.

“Ci siamo resi conto fin da subito - continua Portelli – che anche un orto può rappresentare una barriera per le persone con disabilità fisiche. Per questo motivo, il progetto ha sempre più virato sull’accessibilità, con l’obiettivo di rendere le attività agricole aperte e fruibili da chiunque, senza limitazioni.”

Un esempio concreto di questa visione è la creazione di tre vasche rialzate, che consentono anche

a persone in carrozzina di coltivare in altezza, abbattendo le barriere fisiche e facilitando la partecipazione attiva di tutti.

Nuove prospettive e progetti per il futuro

In linea con l’evoluzione del progetto, sono in corso interventi per rendere gli spazi degli orti sempre più fruibili a persone anziane e fragili. Inoltre, nel 2025 prenderà il via un nuovo percorso formativo, caratterizzato da “Incontri con l’Esperto” tenuti da docenti qualificati. L’obiettivo è creare momenti di apprendimento teorico-pratico che coinvolgano persone di tutte le età, promuovendo la convivialità e anche l’invecchiamento attivo.

Tra le iniziative previste, si sperimenteranno collaborazioni intergenerazionali, affiancando giovani e anziani esperti del settore, per favorire lo scambio di conoscenze e la creazione di nuove reti sociali.

Più di un orto: un luogo di cultura e socialità

L’Associazione GRASS – che opera interamente grazie all’apporto di volontari attivisti - non si limita alla gestione degli orti, ma promuove diverse attività formative e divulgative aperte a tutti. Tra queste, eventi ludici e corsi pratici su temi come i funghi, il miele, le tecniche di cucina e di conservazione dei prodotti agricoli.

“Gli Orti Sociali rappresentano un esempio concreto di come il patrimonio pubblico possa essere

valorizzato con creatività per promuovere inclusione, socialità e benessere,” ha dichiarato Daniele Sergon, Presidente di ATER Gorizia. “Questo progetto dimostra che, con la collaborazione tra enti e associazioni, è possibile superare le barriere e creare opportunità per tutti, in particolare per le persone con disabilità.”.

Il Contributo Alberta Gervasio

Amministratore Delegato Bluenergy

Quali servizi offre oggi Bluenergy e come si distingue nel panorama energetico nazionale?

“Bluenergy è una multiutility attiva nella fornitura di gas, energia elettrica e soluzioni per l’efficienza energetica. Alla fornitura di gas con emissioni compensate ed energia elettrica da fonti rinnovabili, si affianca una rete di servizi a valore aggiunto per privati, aziende e pubblica amministrazione. Attraverso le nostre società ESCo, Bluenergy Assistance e Astolia, offriamo soluzioni integrate per l’efficienza energetica e la sostenibilità, analizzando i consumi, progettando interventi di riqualificazione del sistema edificio-impianto e gestendo l’intero processo, dall’analisi di fattibilità fino alla realizzazione, garantendo risultati misurabili in termini di risparmio energetico ed economico.

Vengono offerti inoltre servizi di monitoraggio continuo, gestione impianti, consulenza tecnica e normativa, supportando i clienti nella transizione verso fonti rinnovabili attraverso la realizzazione di impianti fotovoltaici e geotermici. La forza del nostro gruppo risiede nella capacità di offrire un approccio integrato tipico dei grandi player nazionali, con la cura e la vicinanza che solo un partner territoriale può assicurare.”

REPowerEU e PNRR sono due leve fondamentali per la transizione energetica, la vostra realtà come si in questo scenario?

“In Italia, REPowerEU è stato integrato nel PNRR,

con nuove risorse dedicate a interventi che migliorino la sicurezza energetica e riducano le emissioni. Una parte importante di questi fondi sostiene la riqualificazione energetica del patrimonio pubblico, in particolare quello gestito dalle Aziende Territoriali per la Casa, dove le ESCo possono intervenire come partner tecnici e finanziari per realizzare gli interventi. Nel contesto del progetto Repower EU, che rafforza gli interventi del PNRR a sostegno della riqualificazione del patrimonio residenziale pubblico, le ESCo giocano un ruolo chiave. Sono infatti il ponte operativo tra le risorse pubbliche e

l’effettiva trasformazione energetica degli edifici. Realtà come Astolia e Bluenergy Assistance, ESCo del Gruppo Bluenergy, affiancano le aziende territoriali per la casa nella progettazione e realizzazione di interventi di efficientamento del sistema edificio-impianto, garantendo non solo competenza tecnica, ma anche modelli contrattuali sostenibili e misurabili, come gli Energy Performance Contract. In questo modo, gli investimenti generano risultati concreti e duraturi, contribuendo alla riduzione dei consumi, delle emissioni e dei costi di gestione del patrimonio pubblico.”

Quanto conta il rapporto con realtà locali nella promozione dei servizi a favore della transizione energetica?

“Gli obiettivi di decarbonizzazione possono essere raggiunti solo creando sinergie virtuose. Nel tempo, grazie al lavoro delle nostre società ESCo Astolia e Bluenergy Assistance, siamo stati in grado di costruire una rete di collaborazioni che ci consente di offrire soluzioni integrate utili ad affrontare e coordinare team di lavoro complessi.

Dalla gestione delle normative fino al coinvolgimento di istituzioni e partner tecnologici, ogni progetto nasce con l’obiettivo di essere realmente sostenibile e replicabile. In questo modo, trasformiamo i progetti in risultati concreti, mettendoci al servizio delle persone e dello sviluppo locale.”

Quali progetti e collaborazioni Bluenergy vanta nell’ambito dell’efficientamento energetico del patrimonio residenziale e pubblico?

“Grazie alle nostre ESCo abbiamo realizzato numerose collaborazioni con tutto il mondo del residenziale e del pubblico. Nel settore condominiale contiamo oltre 400 riqualificazioni energetiche negli ultimi tre anni.

Nel pubblico gestiamo, a valle dell’attività di efficientamento, il servizio termico di diversi comuni, riferito a scuole, palazzi comunali, RSA, ecc.. Infine, nell’ambito di alcuni ERP che insistono sui nostri territori siamo presenti sia con progetti di efficientamento del sistema edificio-impianto che con attività di manutenzione e conduzione degli impianti termici oltre che attività di installazione di caldaie e condizionatori sugli edifici termoautonomi.

A titolo esemplificativo da diversi anni collaboriamo con ALER Varese, ATER Trieste, ATER Udine e ATER Pordenone.”.

fotonotizia Intervento Campagnuzza Via Pola Gorizia

ATER Gorizia: inaugurata palazzina con 10 nuovi alloggi a Gorizia, rione Campagnuzza in via Pola: area fronte nella prima guerra mondiale, campo di esercitazione militare nella seconda, quartiere che accolse gli esuli italiani nel dopoguerra.

Gorizia – Si è concluso con successo l’intervento di recupero edilizio promosso da ATER Gorizia che ha interessato lo stabile situato in via San Michele 36 (già via Pola 1), precedentemente caserma dei Carabinieri. L’edificio oggi di intera proprietà ATER Gorizia, interamente demolito e ricostruito con tecniche moderne e sostenibili, ospita ora 10 nuovi alloggi di edilizia residenziale pubblica, destinati a rispondere alla crescente domanda abitativa del territorio.

L’intervento è stato realizzato grazie al finanziamento di 2,4 milioni di euro ottenuto attraverso il “Programma straordinario per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie”, promosso dal Governo nazionale e attuato in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Gorizia.

L’area oggetto del recupero, la zona della Campagnuzza, ha una storia particolarmente significativa per la città: fronte bagnato dal sangue durante la Prima guerra mondiale, destinato poi sempre ad uso militare durante la seconda come campo d’esercitazione, nel dopoguerra si è trasformato anche in un quartiere residenziale che ha accolto il “Villaggio degli esuli” e vari insediamenti INA-CASA. Successivamente, la zona è diventata un centro nevralgico per lo sport cittadino, ospitando impianti come la piscina comunale, lo stadio di calcio, strutture per atletica, campi da tennis e la palestra del CONI.

Il nuovo stabile presenta soluzioni abitative diversificate, con appartamenti di varie dimensioni, da 46 a oltre 100 metri quadri, dotati di terrazzi e posti auto dedicati. Due appartamenti al piano terra dispongono di accesso indipendente e caratteristiche specifiche per l’accessibilità, con dotazioni tecnologiche domotiche. Grande attenzione è stata riservata all’efficienza energetica e alla sostenibilità ambientale: l’edificio raggiunge infatti la Classe energetica A4, grazie a interventi mirati come il cappotto termico esterno, un impianto ibrido di riscaldamento con pompa di calore e caldaia a condensazione, pannelli solari termici e un impianto fotovoltaico.

«Questo progetto rappresenta concretamente la visione di ATER Gorizia per una città più sostenibile, inclusiva e vivibile – sottolinea il Presidente Daniele Sergon –. Abbiamo recuperato un pezzo importante di

storia urbana, trasformandolo in una risorsa abitativa moderna ed efficiente che risponde direttamente ai bisogni delle famiglie del nostro territorio. Proseguiremo nei prossimi anni in questa ottica e missione in particolare proprio in questa area della Città, con l’area ex Filzi adiacente in cui abbiamo assieme all’Amministrazione Comunale un progetto di recupero urbano e un investimento forte verso il sociale».

L’intervento conferma l’impegno di ATER Gorizia per la rigenerazione urbana e l’incremento della qualità abitativa, con l’obiettivo di migliorare significativamente il benessere della comunità locale..

fotonotizia

fotonotizia 2 Intervento Fogliano Redipuglia

ATER Gorizia: a Fogliano Redipuglia, comune del Sacrario di Redipuglia il più grande e maestoso sacrario italiano dedicato ai caduti della Grande Guerra, completata la riqualificazione di Via Bersaglieri: 20 alloggi a “barriere zero”, e consumi energetici ridotti dell’80%.

Conclusi i lavori di manutenzione straordinaria e riqualificazione energetica del complesso ATER di via Bersaglieri 18, un intervento del valore complessivo di 1,5 milioni di euro finanziato nell’ambito del programma nazionale “Sicuro, Verde e Sociale” (D.L. 59/2021). L’opera, che ha interessato un edificio di 20 alloggi, ha perseguito due obiettivi fondamentali: migliorare l’accessibilità e incrementare l’efficienza energetica, restituendo agli inquilini un fabbricato più moderno, sostenibile e privo di barriere architettoniche.

Accessibilità per tutti

Per la prima volta l’edificio è oggi interamente accessibile, grazie alla realizzazione di un nuovo impianto di sollevamento che collega tutti i livelli fuori terra dei due corpi dell’edificio disposti a “L”. La conformazione complessa dell’immobile ha richiesto soluzioni tecniche specifiche, come la costruzione di passerelle metalliche e l’adozione di una cabina dell’ascensore con doppia apertura, in grado di servire i ballatoi di entrambi i corpi di fabbrica. Un lavoro di ingegneria su misura che consente ora l’accesso agevolato a tutti i venti alloggi, migliorando la qualità della vita degli abitanti e rispondendo in modo concreto alle esigenze delle persone con mobilità ridotta.

Efficienza e risparmio energetico

Il secondo pilastro dell’intervento ha riguardato l’efficientamento energetico dell’intero complesso, che ha permesso di passare dalla classe energetica F (172 KWh/m²anno) alla classe A2 (35 KWh/m²anno), con una riduzione dei consumi di circa l’80%.

Il risultato è stato raggiunto grazie all’installazione di un cappotto isolante in EPS con grafite, alla sostituzione completa dei serramenti e dei portoncini blindati, al rifacimento del tetto con pannelli coibentati in poliuretano e nuove lattonerie, oltre alla sostituzione delle caldaie termoautonome con modelli a condensazione di ultima generazione. Completano l’intervento la coibentazione dei solai e dei sottotetti e l’adeguamento degli impianti gas e fumi.

Nei giorni scorsi sono stati consegnati i primi quattro alloggi riqualificati, segnando la conclusione operativa dell’intervento e il rientro degli inquilini in spazi completamente rinnovati.

«Questo intervento rappresenta un esempio concreto di edilizia pubblica sostenibile e inclusiva – sottolinea il presidente di ATER Gorizia, Daniele Sergon –. Abbiamo unito innovazione tecnica, efficienza e attenzione sociale: oggi venti famiglie hanno a disposizione un edificio più accessibile e con costi energetici notevolmente ridotti. È un risultato che testimonia la qualità del lavoro svolto e la capacità di ATER di valorizzare il proprio patrimonio con interventi di alto profilo tecnico e grande valore umano.».

fotonotizia 2

La rivista “effe”

Analisi 2025 del coinvolgimento e della diffusione

Sin dalla sua prima uscita, il mensile effe non ha mai voluto essere solo un bollettino informativo, ma si è voluto configurare, in prospettiva, come un fulcro di aggregazione per le diverse realtà regionali di Federcasa. Pur nelle loro specificità statutarie e normative, queste realtà condividono la stessa missione nell’affrontare le necessità, le attese e le criticità che da sempre caratterizzano le categorie più fragili e i contesti urbani popolari.

L’importanza di effe risiede nel suo ruolo di piattaforma per la trasmissione di idee e progetti. La rivista diventa un serbatoio in rete per la condivisione di best practices (buone pratiche) che meritano di essere emulate e replicate dove hanno prodotto esiti significativi. Questo meccanismo di circolazione virtuosa del sapere eleva la rivista a un complemento essenziale rispetto alla tradizionale messaggistica istituzionale. Permettendo di “connettersi” con le stesse e creare canali multi direzionali di confronto tra le stesse.

Da spazio alla voce di autorevoli personaggi coinvolti nel nostro processo generativo di crescita sviluppo e confronto con le parti Istituzionali ed attori responsabili.

Issuu è un servizio web a cui effe si appoggia per la visualizzazione realistica, la sua modifica e condivisione. È una piattaforma di pubblicazione online, affidabile, di grande qualità e versatilità. Consente di caricare e pubblicare documenti in formato Ado -

be Acrobat (.pdf) e renderne estremamente fruibile e piacevole la lettura sugli schermi di qualsiasi dimensione. Si integra con i siti di reti sociali per permettere la promozione del materiale caricato. Questo strumento digitale permette alla Federazione di “dare visibilità”, attraverso la rivista, alle 85 aziende associate, farne conoscere le competenze, le scelte ed i protagonisti. Aziende impegnate da 75 anni a costruire coesione sociale, dignità abitativa e città più giuste.

La piattaforma permette di visualizzare i documenti caricati in modo che i lettori possano leggerli senza doverli scaricare, avendo così “in tasca” sempre disponibile l’intera libreria di pubblicazioni.

La pagina pubblica di Federcasa, con tutti i numeri di effe realizzati fin ora, è raggiungibile all’indirizzo: https://issuu.com/federcasa.

In massima sintesi il lavoro per ogni numero presente sulla piattaforma prevede quattro fasi:

1. Creare e raccogliere

2. Pubblicare

3. Condividere

4. Analizzare

Quest’ultima fase, l’analisi è la chiave del successo dei contenuti. La piattaforma ci ha fornito in questi due anni approfondimenti statistici sull’azione dei lettori. Questo ha aiutato l’ufficio Comunicazione a capire e monitorare i nostri articoli. È stato possibile così fare scelte di contenuti adattandoli ai dati

di lettura per favorire il coinvolgimento dei lettori.

I dati che vedrete nelle schermate allegate a questo report sono gli insight relativi ai 12 numeri di effe pubblicati nell’ultimo anno solare, nel momento in cui scriviamo, dal numero 21 dedicato ad ALER Bergamo, Lecco e Sondrio al numero 31 dedicato ad Ater Viterbo.

Quando parlo di insight, mi riferisco a statistiche che permettono l‘osservazione approfondita delle abitudini dei lettori, attraverso numeri, grafici e re -

port che la piattaforma ISSUU mette a disposizione per gli amministratori.

Nel dettaglio, per il nostro magazine effe, è possibile vedere: quante interazioni ha avuto, quante letture, il tempo medio di lettura, quale pagina del numero è stata la più letta, da quali nazioni i lettori si sono collegati alle pagine della rivista, quante volte stata scaricata o condivisa. Saper leggere e interpretare nel modo corretto gli insight rende quindi vincente la strategia comunicativa di Federcasa. In questo senso gli insight rappresentano fonte costante di idee per migliorare la propria strategia di comunicazione.

In conclusione, gli insight costituiscono un valore aggiunto per l’Ufficio Comunicazione di Federcasa ma anche per gli Enti stessi. Questo perché grazie ad essi, Federcasa, sarà in grado di offrire contenuti, prodotti e servizi, sempre più apprezzati in termini di “comunicazione” e “connessione”.

A questo punto lascio che siano i numeri delle statistiche ad illustrarne la diffusione. Mostrano, come nel 2025, gli accessi alla rivista ed il suo tempo di lettura medio siano cresciuti in maniera significativa. Nelle pagine che seguono allego quindi le schermate di resoconto statistico di questi numeri: contatti, letture, download ed altre informazioni per ciascun numero pubblicato nell’ultimo anno solare.

Con l’uscita dei prossimi numeri, ogni ente associato avrà l’opportunità di offrire il proprio contributo, arricchendo il sistema Federcasa con resoconti di esperienze, innovazioni gestionali e iniziative, trasformandole in un patrimonio collettivo capace di assicurare l’ulteriore progresso dell’intera rete..

Schermata insight 3
Schermata insight 1
Schermata insight 2
Schermata insight 4

PNRR e ERP

L’avanzamento della Misura M7I17

La Misura M7I17 del PNRR rappresenta un’occasione concreta e strategica per il rinnovamento energetico del patrimonio di Edilizia Residenziale Pubblica. Con una dotazione di 1.381 milioni di euro e l’obiettivo di migliorare le prestazioni energetiche di almeno il 30%, la Misura è ormai pienamente in corso e sta coinvolgendo in modo sempre più significativo il sistema ERP.

Circa 70 Aziende ed Enti associati a Federcasa hanno già avviato le procedure, un dato che conferma una partecipazione diffusa e una volontà di cogliere le opportunità previste dall’intervento.

L’impianto della Misura ha richiesto e richiede un’organizzazione rigorosa e un’attenzione costante alle scadenze, le quali hanno previsto l’avvio di almeno una procedura entro il 15 settembre 2025, e che prevedono l’aggiudicazione della gara entro il 29 aprile 2026 con conseguente conclusione dei passaggi procedurali entro il 30 giugno 2026.

Questi tempi stanno guidando il lavoro degli enti ERP, impegnati a strutturare internamente le attività necessarie per avanzare con continuità e coerenza. Accanto a questo percorso, Federcasa ha accompagnato le Aziende e gli Enti Associati con un’attività continuativa che ha combinato presenza istituzionale, informazione e raccordo operativo.

La Federazione ha partecipato con regolarità ai Tavoli Tecnici indetti dal GSE, seguendo passo dopo passo l’evoluzione della Misura e garantendo un

presidio costante nelle sessioni che si sono susseguite da maggio a ottobre.

Parallelamente, sono stati attivati strumenti dedicati per sostenere il flusso informativo, tra cui una casella mail riservata alla Misura e una sezione del sito istituzionale aggiornata periodicamente con materiali, avvisi e indicazioni operative richieste dal GSE nelle diverse fasi di lavoro.

La diffusione delle informazioni è stata inoltre supportata da comunicazioni massive, con cui sono stati trasmessi il decreto attuativo, i materiali tecnici, le indicazioni sulle scadenze, gli aggiornamenti sul portale e i promemoria necessari a garantire un allineamento tempestivo alle evoluzioni procedurali.

A queste iniziative si sono aggiunte verifiche dirette, richieste di dati, contatti telefonici e attività puntuali di supporto, svolte anche in risposta alle esigenze espresse dalle Aziende e Enti associati e orientate a facilitare l’avvio delle procedure nei tempi previsti.

Un ruolo rilevante è stato svolto anche attraverso l’organizzazione delle Agorà dedicate alla Misura, momenti informativi che si sono tenuti in più occasioni tra maggio e settembre e che hanno permesso di illustrare materiali aggiornati, chiarire passaggi operativi e favorire un confronto diretto con e tra le Aziende ed Enti associati.

A queste si sono affiancati incontri mirati, con l’obiettivo di approfondire esigenze specifiche e accompagnare in modo più diretto i passaggi in -

terni necessari allo sviluppo delle attività. L’avanzamento della Misura sta mostrando un sistema che procede con gradualità e con un’impostazione sempre più definita. Le Aziende e gli Enti associati stanno perfezionando gli aspetti organizzativi e si stanno allineando alle scadenze, mentre il quadro procedurale continua a consolidarsi.

Guardando ai prossimi mesi, diventa prioritario garantire un flusso informativo stabile, indicazioni operative lineari e una programmazione che permetta alle Aziende e agli Enti associati di procede -

re con sicurezza verso le scadenze previste. Federcasa continuerà a svolgere il proprio ruolo di raccordo istituzionale, lavorando in accordo con la Struttura di Missione PNRR della Presidenza del Consiglio dei Ministri e con il soggetto attuatore GSE.

In questa prospettiva, la Federazione sta programmando incontri mirati e concreti, coinvolgendo i referenti tecnici delle Aziende e degli Enti associati per accompagnare in modo ancora più efficace le fasi operative che attendono il sistema ERP. M7I17 rappresenta un passaggio fondamentale per il futuro del patrimonio ERP e la Federazione intende seguirlo con serietà, consapevole del valore che un intervento di questa dimensione porta alla qualità dell’abitare..

Dott. Emiliano Cardia - Ufficio Europa Federcasa GM di StartHub Solutions - Strategic Planning & Development Services

In diretta dall’Europa

Volendo fare un bilancio dell’anno appena trascorso, nel 2025 la questione della casa popolare e della crisi abitativa più in generale è tornata al centro delle politiche europee e nazionali, spinta dall’aumento dei costi degli affitti, dall’inflazione e dalla crescente difficoltà per le fasce più vulnerabili di accedere a un alloggio dignitoso. L’Unione Europea ha avviato una serie di iniziative e programmi concreti per affrontare quella che ormai è riconosciuta come una vera emergenza sociale.

Le principali novità e azioni adottate nel 2025, riguardano certamente la Strategia Europea per l’Abitare che ha visto nascere nel febbraio 2025, attraverso la Commissione Europea, l’European Housing Strategy, ossia un piano pluriennale volto a:

aumentare l’offerta di alloggi a prezzi accessibili e sociali; . stimolare gli investimenti pubblici e privati nel settore dell’edilizia popolare sostenibile; coordinare le politiche abitative dei Paesi membri, con obiettivi comuni su equità, sostenibilità e inclusione.

Per la prima volta, l’abitare è stato riconosciuto come diritto sociale europeo fondamentale, in linea con il Pilastro Europeo dei Diritti Sociali. Sul tema, dobbiamo anche ricordare il Fondo Europeo per l’Abitazione Accessibile (European Affordable Housing Fund), istituito quest’anno con una dotazione iniziale di 20 miliardi di euro per il periodo 2025-2030. Gli obiettivi principali del Fondo sono: . finanziare progetti di ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente con criteri di efficienza energetica; sostenere cooperative abitative e iniziative di edilizia sociale nei centri urbani; . promuovere il riuso di edifici pubblici dismessi per finalità abitative. L’anno che si sta per concludere ha registrato anche una forte spinta verso la transizione abitativa con il programma Case verdi e sostenibili, ossia: incentivi alla costruzione di case a impatto zero;

. criteri ambientali vincolanti per l’utilizzo dei fondi UE; integrazione con il Green Deal Europeo, in particolare sul fronte dell’efficienza energetica e della riduzione delle emissioni. In generale tutte queste azioni di Bruxelles sono state avviate per garantire un maggior sostegno alle fasce più povere e ai giovani, con particolare attenzione rivolta ai nuclei familiari con basso reddito, agli anziani, alle famiglie monoparentali e ai migranti, oltre agli under 35, con programmi di affitto calmierato e accesso facilitato ai mutui agevolati. L’Unione Europea ha anche incoraggiato la creazione di una rete per l’housing

sociale, che unisce città e regioni nella condivisione di modelli efficaci, come il social housing digitale e modulare dei Paesi Bassi e della Danimarca, i progetti di “community land trust” del Belgio e della Francia, le politiche di affitto calmierato pubblico-privato di Germania, Austria e Spagna. Il 2025 è stata anche l’anno dell’istituzione della Commissione speciale “HOUS” del Parlamento Europeo (Special Committee on the Housing Crisis in the EU), presieduta dall’On. Irene Tinagli, autorevole MEP italiano a Bruxelles, con un mandato iniziale di 12 mesi, che probabilmente verrà prorogato, per mappare le esigenze abitative nell’UE, analizzare le politiche esistenti e proporre soluzioni per l’European Affordable Housing Plan. Ne fanno parte anche la Vicepresidente del Parlamento On. Sberna, l’On. Falcone e l’On. Magoni, con i quali abbiamo più volte avuto modo di confrontarci in questi ultimi mesi. Con la nomina del nuovo Commissario europeo con delega alla Casa Dan Jørgensen, le due istituzioni rappresentano certamente un’opportunità per mettere al centro un’esigenza sociale: case accessibili e politiche abitative sostenibili, soprattutto per le fasce più deboli della popolazione. Il 2025 è stato dunque un anno di svolta nelle politiche europee per l’abitare, che abbiamo cercato di cogliere in tutte le opportunità che ci sono state concesse. Continueremo su questa strada, visti anche i risultati concreti che abbiamo già raggiunto in questi mesi, soprattutto relativamente al riconoscimento delle nostre Aziende ed Enti a livello europeo..

Dott.ssa Elisabetta Maggi

Responsabile Rapporti Istituzionali presso ISPRO Istituzioni e Progetti S.r.l.

L’Agenda parlamentare

Il 2025 per l’Edilizia Residenziale Pubblica: novità e prospettive

Il 2025, dal punto di vista normativo e progettuale, può essere considerato un anno positivo per il mondo dell’Edilizia Residenziale Pubblica in Italia, caratterizzato da un clima di sostanziale rilancio e riorganizzazione ed in cui si è tornati a parlare di programmazione nazionale, mettendo al centro del dibattito politico il tema della casa, puntando l’attenzione verso le fasce più deboli della popolazione.

Soprattutto negli ultimi mesi dell’anno sono stati organizzati, da diversi partiti politici, incontri e convegni sugli “Stati Generali dell’abitare”, a dimostrazione del fatto che l’argomento è al centro dell’agenda politica, sia della maggioranza di governo che dell’opposizione.

Federcasa, che ha conquistato un ruolo ed una visibilità nel mondo delle istituzioni per le importanti realtà che rappresenta, è sempre stata chiamata ad intervenire sia nei pubblici dibattiti che in sede di audizione parlamentare e di partecipazione ai tavoli governativi.

In particolare, a dimostrazione dell’interesse per il patrimonio immobiliare pubblico, a fine 2024 è stata istituita dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, la Cabina di Regia per la valorizzazione e la dismissione del Patrimonio Immobiliare Pubblico guidata dal Sottosegretario Lucia Albano.

Proviamo a fare una sintesi delle principali misure destinate alla casa che hanno caratterizzato il 2025 e che, almeno in alcuni casi, produrranno effetti anche nel 2026.

Innanzi tutto, va citato il Piano Casa Italia , fortemente voluto dal Ministro per le Infrastrutture ed i Trasporti e varato con la manovra finanziaria per il 2025, Piano che si pone come obiettivo quello di affrontare il disagio abitativo, valorizzando il patrimonio immobiliare esistente, prevedendo azioni di contenimento del consumo del suolo e, soprattutto, avviando una vera programmazione

per tracciare le strategie di medio e lungo termine. Il lavoro, portato avanti su diversi tavoli costituiti presso il MIT e che hanno visto il coinvolgimento di tutti gli stakeholder pubblici e privati, è giunto a conclusione ed i risultati sono stati presentati nel corso del quinto incontro del Tavolo Casa, tenutosi lo scorso 17 giugno 2025. Il Piano prevede uno stanziamento iniziale di 660 milioni di euro (100 milioni su progetti pilota per gli anni 2027-2028 e 560 milioni per il piano casa vero e proprio per gli anni 2028-2030), l’introduzione di modelli innovativi quali il co-housing, l’housing intergeneraziona -

L’ Agenda parlamentare

le, il senior housing, la creazione di una Banca dati nazionale dell’Abitare per mappare il fabbisogno e il patrimonio immobiliare, lo sviluppo del partenariato pubblico-privato per una gestione più autonoma e flessibile delle Aziende Casa, la revisione del Testo Unico dell’Edilizia per semplificare norme e digitalizzare procedure.

Nella manovra finanziaria 2026, attualmente all’esame del Parlamento, pur non essendo stato collocato formalmente all’interno del testo il rifinanziamento del Fondo per l’avvio del Piano, il Ministro Giorgetti nel corso dell’audizione parlamentare ha confermato che il tema “casa” è una delle priorità del Governo per il prossimo anno e che “Il Piano Casa verrà finanziato con il Fondo Clima – sul quale il disegno di legge di bilancio ha stanziato 1,3 miliardi – e con le risorse riprogrammate del Fondo Sviluppo e Coesione destinate alla casa” In particolare, la gestione delle risorse sarà affidata ai dicasteri competenti e cioè Ambiente, Infrastrutture e Famiglia, i quali dovranno definire i criteri di distribuzione dei fondi e le modalità di attuazione del Piano. Secondo quanto dichiarato dal titolare del MEF, le risorse saranno impiegate per favorire politiche abitative mirate e per rafforzare gli strumenti di sostegno alla prima casa, in particolare per giovani, famiglie con redditi medio-bassi e nuclei numerosi. Le risorse del Fondo Clima potranno essere destinate anche a progetti di rigenerazione urbana e riqualificazione energetica degli edifici residenziali.

In vista degli obblighi derivanti dalla direttiva europea “Case Green” (EPBD – Energy Performance of Building - direttiva (UE) 2024/1275), nella manovra di bilancio 2025 è stato previsto lo stanziamento di 1,381 miliardi di euro per l’efficientamento energetico dell’edilizia residenziale pubblica e sociale, con l’obiettivo di ridurre la povertà energetica e migliorare la sostenibilità degli alloggi ERP e dei condomini abitati da famiglie a basso reddito. Questo intervento rientra nella Missione 7 – Investimento 17 del programma REPowerEU del PNRR ed ha l’obiettivo di ridurre del 30% il fabbisogno energetico degli edifici, attraverso la sovvenzione fino al 65% del costo degli interventi ed un prestito agevolato fino al 35% per la parte restante. La gestione operativa è stata affidata al Gestore dei Servizi Energetici (GSE), con il supporto di SACE e Cassa Depositi e Prestiti come partner finanziari. Nella manovra finanziaria per il 2026 non è stato introdotto alcun nuovo stanziamento nazionale specifico per l’efficientamento energetico delle case popolari, ma le misure avviate nel 2025 con capitolo REPowerEU, restano operative fino al 30 aprile 2026.

Un’altra importantissima misura finalizzata ad affrontare il problema del disagio abitativo è il PINQuA (Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare), iniziativa finanziata dal PNRR (Missione 5 “Inclusione e coesione”) con un budget previsto di 2,82 miliardi di euro. La scadenza fissata dall’Europa per completare i progetti è a marzo 2026.

Con la legge di bilancio approvata lo scorso dicembre è stato, inoltre, rifinanziato il fondo morosità incolpevole con 10 milioni di euro per il 2025 e 20 milioni per il 2026. Nella manovra finanziaria attualmente all’esame del Senato non è stato previsto un ulteriore rifinanziamento per gli anni successivi, ma bisognerà attendere l’approvazione definitiva per capire se, attraverso l’iter parlamentare la misura potrà essere rivista, come richiesto attraverso diversi emendamenti presentati.

Per quanto riguarda i bonus edilizi sinteticamente la situazione, aggiornata anche alla manovra finanziaria per il 2026, è la seguente:

Bonus Ristrutturazioni: nel 2025 ed anche nel 2026 è prevista, per quanto riguarda la prima casa, una detrazione pari al 50% su una spesa massima di 96.000 €, da utilizzare in 10 rate annuali; per le seconde case la detrazione è pari al 36% con il medesimo massimale. Dal 2027 scenderanno le aliquote scenderanno al 36% per la prima casa ed al 30% per gli altri immobili.

Ecobonus e Sismabonus: nel 2025 ed anche nel 2026 valgono le stesse regole previste per il bonus ristrutturazioni (50% prima casa, 36% altri immobili. Anche in questo caso dal 2027 le aliquote scenderanno al 36% per la prima casa ed al 30% per le seconde case.

. Superbonus: a poter fruire anche nel 2026 del Superbonus con detrazione al 110% da recuperare in 10 anni, con quote di eguale importo in dichiara -

zione dei redditi, saranno i soggetti che effettuano lavori su immobili danneggiati dagli eventi sismici nell’area del Centro Italia e che, per gli interventi in questione le istanze o le dichiarazioni, siano state presentate prima del 30 marzo 2024.

Bonus Mobili: la misura prevista per il 2025 e confermata anche per il 2026 prevede la detrazione al 50% con tetto di 5000 euro di spese effettuate per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici nel corso di una ristrutturazione.

Bonus barriere architettoniche: la misura prevista per il 2025, e non rinnovata con la legge di bilancio in corso di esame da parte del Parlamento, ha consentito, fino al 31 dicembre dell’anno in corso, di portare in detrazione, fino al 75%, le spese sostenute per rimuovere le barriere architettoniche esistenti.

In discussione in Parlamento ci sono poi svariati provvedimenti di rilevanza per il mondo Federcasa e che si spera possano diventare legge prima della fine della legislatura in corso. In particolare si tratta: dei disegni di legge in materia di Rigenerazione urbana in discussione nella Commissione Ambiente del Senato, sui quali è stato effettuato un grande lavoro di sintesi da parte del relatore, sen. Roberto Rosso, che ha portato all’elaborazione di un testo unificato condiviso. di due proposte di legge, all’esame della Commissione Ambiente della Camera, finalizzate all’emanazione di una ambiziosa legge delega per il riordi-

L’ Agenda parlamentare

no della legislazione in materia edilizia di diversi provvedimenti, anch’essi all’esame della Commissione Ambiente della Camera, riguardanti la Programmazione dell’edilizia residenziale pubblica , finalizzati ad effettuare una ricognizione del patrimonio immobiliare destinato all’edilizia residenziale pubblica e sociale, verificando il reale fabbisogno abitativo e la consistenza degli immobili da recuperare o riutilizzare..

Ing. Luca Rollino

C2R Energy Consulting-Xori Group per Federcasa

Futuro sostenibile

Il

Centenario di ATER Gorizia: “Radici nel territorio, direzione nel futuro”

L’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale (ATER Gorizia) nel 2025 ha festeggiato i suoi cento anni di attività, un traguardo storico che attesta un secolo di impegno nel campo del diritto all’abitare. La ricorrenza, che ha le sue radici formali nel 1° ottobre 1925 con il riconoscimento dell’Istituto Autonomo Case Popolari (IACP) – un’istituzione nata grazie all’impegno di realtà industriali come il Cotonificio Triestino Brunner e la Società Italiana Macchine Tessili, che donarono beni e terreni per assicurare alloggi dignitosi ai propri dipendenti –affonda in realtà le sue basi in una lungimiranza sociale ottocentesca. Già allora, la dinastia industriale Ritter-Rittmeyer aveva anticipato il concetto, realizzando a Straccis non solo stabilimenti tessili, ma interi quartieri operai pensati per il benessere della comunità.

Questo modello di sviluppo, profondamente radicato nel tessuto urbano, ha superato periodi bellici, crisi economiche e grandi trasformazioni. Dalla vasta espansione del dopoguerra e degli anni Cinquanta e Sessanta, fino alla riforma del 1971 e alla successiva attenzione per il recupero urbano, la missione si è evoluta fino alla nascita, nel 1999, di ATER Gorizia come ente pubblico economico. Oggi l’istituzione gestisce quasi 5.000 alloggi, offrendo risposte concrete alle necessità abitative del territorio.

Per onorare questo secolo di storia, ATER Gorizia ha promosso e continua a promuovere un articolato calendario di iniziative culturali e istituzionali. Ma a suggellare l’importanza del centenario e a orientare il dibattito sul futuro, Gorizia sarà sede, il 4 e 5 dicembre, dell’assemblea annuale nazionale di Federcasa. L’evento rappresenta il momento di confronto più rilevante a livello nazionale, dove le aziende di tutta Italia si riuniranno per tracciare il bilancio sul presente e delineare le traiettorie dell’edilizia residenziale pubblica di domani. Come ha efficacemente sintetizzato Daniele Sergon, presidente di ATER Gorizia, l’intento è chiaro: «Il nobile e lungimirante pensiero di chi ha avviato l’edi-

C2R Energy Consulting-Xori Group per Federcasa

lizia rivolta a persone in stato di necessità, per ragioni lavorative, sociali o economiche, deve restare il nostro valore assoluto. La nostra missione è la visione concreta e moderna del benessere umano all’interno dei tessuti urbani e sociali delle nostre comunità. Da cento anni costruiamo luoghi, ma soprattutto legami, perché abitare non è solo una necessità, ma un diritto intrinsecamente legato alla qualità della vita e al senso di comunità».

L’anniversario è anche accompagnato da un logo celebrativo distintivo: il numero “100” è rappresentato come un nastro fluido che evoca il corso

del fiume Isonzo, simbolo di continuità e identità territoriale. Il payoff scelto, “Radici nel territorio, direzione nel futuro”, ne incapsula il senso profondo. L’attenzione di ATER Gorizia per l’innovazione si concretizza in un’operazione di vasta portata e di entità storica: un progetto da 30 milioni di euro destinato alla riqualificazione energetica di 33 immobili distribuiti sull’intero territorio provinciale, per un totale di circa 300 alloggi. Questo imponente piano si inserisce nel contesto dell’iniziativa nazionale RePowerEU, parte integrante del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

L’accesso a queste risorse straordinarie, destinate al potenziamento dell’efficienza energetica degli edifici pubblici e al contrasto della povertà energetica (obiettivi di cui abbiamo già ampiamente discusso in questa rubrica, con riferimento al Regolamento UE 2023/435 e alla Missione 7, Investimento 1.7 del PNRR), richiede un approccio gestionale particolarmente evoluto.

Per sfruttare appieno questa opportunità – che indirizza le risorse (1,381 miliardi di euro a livello nazionale) verso le ESCo (Energy Service Company) tramite sportello – ATER Gorizia ha agito con rapidità, adottando un modello innovativo. Già a maggio 2025, l’intervento da 30 milioni di euro è stato formalmente inserito nel Piano triennale delle opere pubbliche dell’Ente, con un decreto presidenziale successivamente ratificato dal CdA.

Il piano finanziario dell’ATER prevede di coprire 24,5 milioni di euro attraverso il canale PNRR, mentre i

restanti 5,5 milioni – destinati a interventi complementari all’efficientamento, come coperture o aree comuni – saranno sostenuti tramite il Piano pluriennale regionale e altre fonti di finanziamento. «Si tratta di un investimento epocale per ATER Gorizia», ha aggiunto il Presidente, evidenziando come l’Ente abbia lavorato intensamente per prepararsi, nonostante le difficoltà interne. Ora, l’attenzione è focalizzata sul monitoraggio delle offerte ESCo e sulla rapidità di azione: la tempestiva prenotazione dei fondi, assegnati a sportello fino a esaurimento, sarà determinante per il successo del progetto. Per assicurare il buon esito dell’operazione, è stato istituito un gruppo di lavoro trasversale che coinvolge diverse aree aziendali.

Una parte fondamentale del progetto riguarda la potenziale ristrutturazione completa e la successiva riassegnazione di 70 alloggi attualmente sfitti nei Comuni con maggiore emergenza abitativa, legata al completamento degli interventi di efficientamento. «In questo modo si chiuderebbe un cerchio virtuoso: da un lato avremo immobili completamente rinnovati sul piano energetico, dall’altro forniremo una risposta concreta alle famiglie in lista d’attesa per una casa», ha concluso Sergon.

L’impegno di ATER Gorizia nella trasformazione del patrimonio è evidente non solo nei grandi piani finanziari, ma anche in progetti più piccoli, ma mirati, che concretizzano l’idea di vivere sociale sostenibile. Un esempio virtuoso in tal senso è il comple -

tamento dell’intervento di recupero edilizio nel quartiere di Campagnuzza, dove l’ex caserma dei Carabinieri, situata in via San Michele (già via Pola), è stata oggetto di una completa demolizione e ricostruzione.

L’operazione, finanziata con 2,4 milioni di euro nell’ambito del “Programma straordinario per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie” del Governo, ha portato alla nascita di un nuovo edificio interamente di proprietà ATER. Questo stabile ospita dieci alloggi di edilizia residenziale pubblica, fornendo una risposta tangibile alla crescente domanda abitativa del territorio. La zona di Campagnuzza è storicamente significativa: da ex comparto militare, nel dopoguerra è diventata un centro residenziale che ha accolto il “Villaggio degli esuli” e insediamenti Ina-Casa, evolvendosi oggi in un polo sportivo cittadino (con piscina, stadio, palestra e campi da tennis).

Sul fronte della sostenibilità e del risparmio energetico, l’intervento rappresenta un modello: l’edificio ha ottenuto la prestigiosa classe energetica

A4 grazie all’applicazione di un cappotto termico esterno, a un impianto ibrido di riscaldamento (pompa di calore e caldaia a condensazione), e all’installazione di pannelli solari termici e un impianto fotovoltaico.

Accanto agli interventi di recupero gestiti direttamente dall’ATER, Gorizia tutta dimostra in realtà una visione ampia dell’abitare sociale e si dimostra

C2R Energy Consulting-Xori Group per Federcasa

caso virtuoso di collaborazione multidisciplinare tra istituzioni diverse. È il caso del complesso Ex Locchi e dell’Ex Cinema Teatro Stella Matutina in via Nizza, due vaste aree di proprietà dell’Università degli Studi di Udine che erano state originariamente acquisite per insediamenti universitari, ma che risultano oggi dismesse e sottoutilizzate.

L’Università di Udine ha recentemente presentato al Comune una proposta di variante urbanistica mirata alla riclassificazione di questi siti. L’obiettivo è duplice: procedere alla riqualificazione urbana delle

aree e, soprattutto, realizzare un importante intervento di Housing Sociale. La necessità di procedere con la variante al Piano Regolatore Generale (PRG) è dovuta al fatto che le attuali destinazioni urbanistiche (servizi per l’istruzione) non sono compatibili con la funzione residenziale richiesta per l’Housing Sociale.

Il progetto di trasformazione risponde a una cruciale esigenza di solidarietà sociale e mira a fornire soluzioni abitative alla cosiddetta “fascia grigia” della popolazione. Come specificato dall’Assessore regionale alle Infrastrutture, Cristina Amirante, si tratta di quella categoria di cittadini – tra cui giovani coppie, anziani monoreddito, genitori separati e studenti fuori sede – che non possiede i requisiti per l’edilizia sovvenzionata, ma che contemporaneamente non è in grado di sostenere i canoni del libero mercato immobiliare. Nello specifico, il piano prevede la realizzazione di 30 unità abitative, suddivise in tre tipologie, affiancate da spazi comuni di socializzazione e aree verdi attrezzate, elementi fondamentali per favorire l’integrazione e il dialogo tra i residenti.

L’iniziativa ha suscitato grande interesse e ha già visto l’avvio di interlocuzioni con il FIA (Fondo d’Investimento Alternativo) Fondo Housing Sociale FVG, che ha manifestato la disponibilità all’acquisizione dell’area una volta completato l’iter amministrativo.

La Regione Friuli-Venezia Giulia sostiene attivamente questo modello, avendo rifinanziato il Fondo Housing Sociale FVG per portare a compimento le progettua-

lità nate con la legge 1 del 2016 sull’abitare sociale, promuovendo la riqualificazione e la coesione. Il progetto di recupero coinvolge in parallelo anche l’Ex Cinema Teatro Stella Matutina, per il quale erano stati sbloccati già in precedenza finanziamenti ministeriali per la messa in sicurezza e la creazione di un’aula/sala conferenze. Il coinvolgimento sinergico di Comune, Regione, Università e Fondo di Housing Sociale FVG testimonia l’importanza di unire competenze diverse per dare forma a progetti innovativi, con l’avvio dei cantieri previsto, in linea di massima, nel 2026.

Ma a Gorizia è forse nella trasformazione dell’Ex Ospedale Civile di via Vittorio Veneto che questa strategia di riuso e conversione di grandi complessi inutilizzati trova il suo culmine. Un progetto certamente ambizioso in termini di impatto urbano. Finalizzato alla costruzione di un moderno Campus Scolastico, questo intervento – che sostituirà le sedi obsolete degli istituti secondari di secondo grado Slataper e Galilei-Fermi-Pacassi – è un esempio lampante di come la riqualificazione di un sito nevralgico possa innescare un profondo rilancio economico-sociale e rimodulare le dinamiche del centro cittadino.

Già nel 2023, la Regione e il Comune avevano presentato i passaggi che porteranno alla costruzione del nuovo polo. L’Assessore regionale alle Infrastrutture, Cristina Amirante, ha sottolineato come

la scelta ricada sulla demolizione dei vecchi fabbricati e sulla ricostruzione ex novo per garantire il massimo livello di sicurezza antisismica e il pieno rispetto delle rigorose normative europee in materia di risparmio energetico. La decisione di non riutilizzare le strutture preesistenti è motivata, in particolare, dalle condizioni di resistenza sismica non adeguate delle attuali sedi degli istituti da trasferire.

Il progetto è pensato per fasi, con un primo nucleo dal costo stimato di circa 20 milioni di euro (già stanziati dalla Regione) che ospiterà 1.500 studenti, includendo il Liceo delle Scienze Umane, l’Economico Sociale, il Linguistico “Scipio Slataper” e l’Istituto Statale di Istruzione Superiore “G. Galilei”. Complessivamente, l’intervento ammonta a 30 milioni di euro, sostenuti da fondi regionali ed europei (Por Fesr), destinati non solo alle aule, ma anche alla realizzazione di una biblioteca, una palestra e alla sistemazione dell’area esterna e dei sottoservizi. L’iter progettuale è in fase avanzata, con la predisposizione della progettazione prevista entro la metà del 2025 e l’inizio dei lavori entro il 2026, con il trasferimento effettivo delle scuole previsto per il 2029.

Nonostante l’approccio orientato alla modernità e all’efficienza, il progetto non è esente da dibattito. L’ipotesi di demolizione totale – per far spazio a una struttura da milioni di euro promossa dall’EDR e finanziata dalla Regione – ha sollevato interrogativi in merito al concetto di vera rigenerazione urbana

Energy Consulting-Xori Group per Federcasa in un’ottica di sostenibilità e risparmio di suolo. Alcune voci critiche, come quella dell’Architetto Romano Schnabl, hanno dato vita a un comitato civico che propone il recupero di alcuni edifici storici interni al complesso (come la chiesetta interna e i padiglioni) e il riutilizzo dell’area per una vocazione sanitaria e sociale alternativa. Il dibattito, che si concentra sull’opportunità di “costruire sulla cura” anziché sulla “cancellazione”, sottolinea l’importanza di interrogarsi sui criteri che modellano il volto della città, mantenendo viva l’attenzione alla memoria urbana e alla partecipazione civica..

C2R

Federazione italiana per le case popolari e l’edilizia sociale Via Napoleone III, 6 - 00185 Roma telefono 06 888 117 20 e-mail federcasa@federcasa.it website federcasa.it

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.