Testi a cura dell’Ufficio Stampa e Relazioni esterne di Federcasa
Direzione creativa e progetto grafico MF
Editoriale
Giada di Miceli
Responsabile relazioni esterne e dell’ufficio segreteria
Questo numero è dedicato ad Arte La Spezia, l’Azienda Regionale Territoriale per l’Edilizia della Provincia della Spezia, un ente pubblico economico strumentale della Regione Liguria, dotato di autonomia giuridica, patrimoniale, organizzativa e contabile. Il suo compito principale è dare attuazione ai programmi regionali di edilizia residenziale pubblica e sociale, gestendo e valorizzando il patrimonio di edilizia residenziale sociale nel territorio provinciale. In più di un secolo di storia, ARTE La Spezia ha accompagnato lo sviluppo della città e della provincia, contribuendo alla costruzione di interi quartieri e di nuove forme di convivenza.
Marco Tognetti, Amministratore Unico dal 2017, da quando la dirige, ha intrapreso un percorso ben definito basato sulla riduzione del consumo di suolo e l’attenzione agli interventi di rigenerazione urbana. Gestendo un ampio patrimonio di edilizia residenziale pubblica nella Provincia della Spezia. Rigenerare invece di costruire ex novo è l’approccio che definisce le azioni dell’azienda.
Un intervento di Marco Scajola, Assessore Regionale alla Rigenerazione Urbana, Politiche abitative ed Edilizia, arricchisce il numero di questo mese. Ha le idee chiarissime: “Come istituzioni pubbliche abbiamo il dovere di garantire che il diritto alla casa non resti un principio astratto, ma diventi una realtà concreta per tutti”. Per ridurre al minimo il divario tra il bisogno di abitazioni accessibili e il rischio di lasciare spazi inutilizzati, emerge l’esigenza di ripensare il modo di abitare, orientandosi
verso modelli capaci di coniugare giustizia sociale, sostenibilità ambientale e sviluppo economico. In Regione Liguria stanno trasformando questa visione in azioni concrete, attraverso un piano di edilizia pubblica e sociale. Dal 2015 hanno stanziato circa 150 milioni di euro, riqualificando oltre 3.000 alloggi e avviando lavori su altri 500. Solo nel 2025, l’investimento di 6,5 milioni di euro ha generato un impatto economico stimato in più di 21 milioni, secondo i dati Ance.
Vi raccontiamo anche l’Udienza Privata di una rappresentanza della Giunta Esecutiva di Federcasa dal Presidente della Repubblica Sergio Matterella al Quirinale; nel corso dell’incontro, il Presidente Buttieri ha avuto l’opportunità di illustrare al Presidente lo stato dell’edilizia residenziale pubblica in Italia, le criticità che le aziende si trovano ad affrontare ogni giorno e l’impegno per garantire a migliaia di famiglie un’abitazione dignitosa, sicura, accessibile. Elisabetta Maggi, nel suo appuntamento mensile, ci illustra tutti i bonus casa inseriti nella manovra di bilancio 2026. Cardia ci porta in Europa e Rollino approfondisce il futuro sostenibile di cui la Liguria è modello.
Invito tutti gli associati a consultare il Sito di Federcasa, sempre aggiornato con tutte le informazioni che riguardano la Federazione e vi ricordo di segnalarmi tutte le notizie che vorreste evidenziare inviandole all’indirizzo dimiceli@federcasa.it.
Per restare sempre aggiornati sulle nostre pubblicazioni seguiteci su: issuu.com/federcasa..
Federcasa al Quirinale
Un incontro carico di significato
Marco Buttieri Presidente Federcasa
Il 2025 è stato un anno importante per Federcasa, non solo per il 75° anniversario della Federazione, ma anche per un momento che resterà nella memoria di tutti noi: l’incontro ufficiale al Quirinale con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Una delegazione della Giunta è stata ricevuta al Palazzo del Quirinale, in un clima di grande ascolto, rispetto e riconoscimento istituzionale. È stato un momento di profonda emozione, che ha rappresentato non solo un onore per la nostra Federazione, ma anche un segnale forte dell’attenzione che le più alte cariche dello Stato rivolgono al tema del diritto alla casa.
Nel corso dell’incontro, abbiamo avuto l’opportunità di illustrare al Presidente Mattarella lo stato dell’edilizia residenziale pubblica (ERP) in Italia, le criticità che le nostre aziende si trovano ad affrontare ogni giorno e l’impegno che mettiamo in campo per garantire a migliaia di famiglie un’abitazione dignitosa, sicura, accessibile.
Abbiamo parlato delle sfide legate alla rigenerazione urbana, alla sostenibilità degli edifici, al fabbisogno crescente di alloggi popolari e alla necessità di politiche pubbliche strutturate, coordinate e adeguatamente finanziate. Il Capo dello Stato ha ascoltato con grande attenzione, mostrando sensibilità verso i temi sociali e la missione pubblica che le nostre aziende perseguono ogni giorno nei territori.
Durante la visita, abbiamo avuto l’onore di donare al Presidente la pubblicazione realizzata in occasione dei 75 anni della Federazione: un volume che rac-
coglie le buone pratiche e l’impegno concreto delle nostre aziende nella manutenzione e nella costruzione di nuovo patrimonio abitativo, destinato alle fasce più fragili della popolazione del nostro Paese. Un simbolo tangibile del lavoro quotidiano svolto da Federcasa e dalle aziende associate, per dare risposta a bisogni reali e per promuovere una visione inclusiva e solidale dell’abitare.
Questa visita, carica di valore simbolico, ci rafforza nella nostra convinzione: il diritto alla casa non è un privilegio, ma un fondamento della nostra Costituzione e del vivere civile. Il riconoscimento della no -
stra attività da parte del Presidente della Repubblica è motivo di orgoglio, ma anche uno stimolo a continuare con determinazione il nostro lavoro al servizio delle persone.
In un periodo in cui la questione abitativa torna al centro del dibattito politico ed economico, l’incontro con il Presidente Mattarella è stato un segnale di incoraggiamento e una testimonianza del ruolo sempre più centrale che Federcasa è chiamata a svolgere..
Obiettivi per la nuova residenzialità sociale
Patrizio Losi Direttore Federcasa
Quale è il compito di Federcasa?
A questa legittima domanda, che spesso viene posta dalle Aziende Associate e che ogni rappresentante della federazione si pone nel perseguire la propria azione, segue una riflessione sugli strumenti e sulla politica da attuare. Lo Statuto indica gli ambiti e definisce le modalità. L’Assemblea, il Direttivo, la Giunta e il Presidente determinano gli indirizzi e la politica da mettere in atto. Scritto così sembra tutto definito e chiaro. Ma a questo punto come si può “pesare” l’azione di Federcasa, quali sono i risultati che contano, quali misurabili ed efficaci? Come è possibile e attraverso quali azioni incidere e provocare cambiamenti? Credo innanzitutto che il primo passo sia quello di avere continuità nella gestione dei processi politici. Seguire i lavori negli Enti preposti alla formulazione delle leggi e dei regolamenti, porsi obiettivi definiti, chiari e contenuti nel numero.
Agire con determinazione sino al loro raggiungimento e poi ridefinire altri obiettivi e ricominciare. Questa azione costante e continua non deve essere condizionata dalla maggioranza che governa il Paese. La nostra azione politica agisce su problemi reali e concreti che non hanno colore politico ma sostanza perché nascono da esigenze reali. Esigenze che si riscontrano nel contatto con le Aziende Associate che operano sui territori e quotidianamente si rapportano con queste. Il mondo delle case popolari è cambiato. Vari processi ne hanno
determinato una modificazione che ha ormai cristallizzato una situazione molto diversa. Immigrazione, povertà aumentata e anche una diversa attenzione al rispetto per le cose pubbliche sono alcuni di questi. Il senso di appartenenza, di comunità, di solidarietà che prima erano caratteristiche di una classe sociale che, pur vivendo in condizioni economiche minime, mantenevano una dignità nella cura e attenzione del bene comune. Segno di dignità e di rispetto. Questo è cambiato. Non manca l’attenzione per il sociale, non mancano gli sforzi e in molti casi anche le soluzioni. È che
tutto questo è lasciato alle azioni singole degli Enti Gestori. Una nuova residenzialità si è imposta dove la casa o meglio l’alloggio non è più solamente un tetto ma è qualcosa di più. Si inserisce una componente sociale che speriamo cresca sempre di più. Pensare che la questione si possa risolvere solo con la richiesta di fondi di e sostegni pubblici (pur sempre necessari) non basta più.
Lo stato non ha le risorse necessarie e quindi bisogna trovare sistemi nuovi. Il rapporto con il privato e una nuova funzione del pubblico possono aiutare. Semplificazione normativa e nuovi modelli abitativi possono essere una strada da percorrere. L’Edilizia Residenziale Pubblica deve essere concepita come una fase di passaggio per le famiglie che si trovano in uno stato di disagio e non una situazione permanente. Perimetrare e individuare le famiglie che hanno necessità di protezione e garantire loro una vita dignitosa deve essere compito dello Stato. Da lì in avanti (una volta censiti) si deve aprire la strada ad un diverso modo di risolvere il tema della emergenza abitativa ormai così varia e articolata. Immigrati, giovani coppie, studenti, lavoratori precari e che necessitano di cambiare luogo di lavoro costituiscono e determinano un diverso modo di affrontare questa tematica. Federcasa seguendo un ritmo costante, continuo e lineare deve porsi come il motore e la centralità di questo progetto.
L’abitare va concepito e supportato con una serie e lunga programmazione. Esiste un “adesso” ma an -
che e soprattutto un “dopo”. Lavoriamo con lo spirito giusto senza lasciarci distrarre dalle situazioni contingenti più o meno favorevoli. Il lavoro da fare è lungo e difficile.
Il più delle volte non si mostra con grandi soddisfazioni ma il nostro compito non è quello di apparire ma di mostrarsi ostinati e determinati. Avanti così senza perdere entusiasmo e volontà. Stiamo lavorando per aiutare e per il bene comune. Buon lavoro a tutti..
ARTE La Spezia
Costruire valore abitativo e sociale
L’Azienda Regionale Territoriale per l’Edilizia della Provincia della Spezia (A.R.T.E. La Spezia) è un ente pubblico economico strumentale della Regione Liguria, dotato di autonomia giuridica, patrimoniale, organizzativa e contabile. Il suo compito principale è dare attuazione ai programmi regionali di edilizia residenziale pubblica e sociale, gestendo e valorizzando il patrimonio di edilizia residenziale sociale nel territorio provinciale .
Ma l’A.R.T.E. non è soltanto un ente che costruisce e assegna case: è un attore pubblico che contribuisce attivamente alla trasformazione e alla qualità urbana, con uno sguardo rivolto alla sostenibilità, all’inclusione e all’innovazione. Fare edilizia sociale oggi significa affrontare sfide complesse: la scarsità di risorse, la rigidità normativa, la necessità di integrare i principi della sostenibilità e dell’efficienza energetica, ma anche le profonde trasformazioni sociali in atto.
A.R.T.E. La Spezia lavora per rispondere non solo al bisogno concreto di un alloggio adeguato ma anche per costruire comunità più coese, inclusive e sostenibili. Le politiche abitative regionali — come la Legge Regionale n. 38/2007 — rappresentano il quadro di riferimento all’interno del quale l’Azienda opera, in stretta collaborazione con Regione, Comuni, istituzioni e soggetti del terzo settore per individuare soluzioni innovative a problematiche sociali emergenti: flussi migratori, fragilità abita -
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tive, nuove forme familiari, precarietà lavorativa e invecchiamento della popolazione.
Le radici storiche: da I.A.C.P. ad A.R.T.E.
La storia di A.R.T.E. La Spezia affonda le proprie radici nella fine dell’Ottocento, quando la città iniziò a espandersi per accogliere gli operai dell’Arsenale Militare. Nel 1937 nacque ufficialmente l’“Istituto Fascista per le Case Popolari”, avviando un percorso che avrebbe segnato in modo decisivo lo sviluppo urbano del territorio, con la realizzazione di quartieri come il “Villaggio Favaro”.
Dopo la Seconda guerra mondiale, la ricostruzione e l’impegno dell’allora I.A.C.P. furono fondamentali per restituire abitazioni a una popolazione duramente colpita. Nacquero i villaggi INA, simboli di rinascita e coesione sociale. Negli anni Sessanta e Settanta, con la creazione della GESCAL e l’approvazione della Legge 865/1971, l’Istituto consolidò il suo ruolo di punto di riferimento per l’edilizia pubblica, promuovendo grandi interventi in tutto il territorio provinciale.
Il 1998 segnò un nuovo capitolo con la trasformazione degli I.A.C.P. in A.R.T.E., secondo la Legge Regionale n. 9, che conferì maggiore autonomia gestionale e una visione più imprenditoriale, pur mantenendo la missione pubblica originaria: garantire il diritto alla casa come elemento essenziale di dignità e cittadinanza.
A.R.T.E. oggi: innovazione, sosteniilità e comunità
Oggi A.R.T.E. La Spezia gestisce oltre 4.000 alloggi e promuove interventi mirati al miglioramento della qualità abitativa e alla sostenibilità ambientale: installazione di ascensori, abbattimento di barriere architettoniche, efficientamento energetico, impianti fotovoltaici e facciate ventilate.
Ogni progetto è orientato a un obiettivo preciso: coniugare il comfort abitativo con la tutela dell’ambiente e la riduzione dei costi energetici per gli inquilini.
Parallelamente, l’Azienda è impegnata nella rigenerazione urbana e nella valorizzazione del patrimonio esistente, collaborando con enti locali e partner sociali per promuovere non solo edifici, ma spazi di vita e relazioni. Le nuove sfide, come la gestione di alloggi per l’emergenza abitativa, l’accoglienza diffusa e gli interventi di housing sociale, riflettono una visione più ampia dell’abitare: un diritto, ma anche un’opportunità di crescita comunitaria.
Un impegno continuo per il territorio
In più di un secolo di storia, A.R.T.E. La Spezia ha accompagnato lo sviluppo della città e della provincia, contribuendo alla costruzione di interi quartieri e di nuove forme di convivenza. Oggi come ieri, il suo obiettivo è continuare a garantire risposte concrete ai bisogni abitativi delle persone, mettendo al centro la qualità, la sostenibilità e la coesione sociale. Perché costruire case significa, prima di tutto, costruire futuro.
Patrimonio immobiliare
Nel corso degli anni, l’Azienda ha svolto un ruolo centrale nella gestione del patrimonio abitativo pubblico, garantendo sia la gestione diretta sia quella indiretta degli alloggi.
Comuni convenzionati con Arte per attività di gestione Uffici Casa n. 17 (N° 26 Comuni con alloggi Arte e/o gestiti da Arte in Provincia).
Patrimonio immobiliare (dati al 31/12/2024)
Numero alloggi di proprietà dell’Ente: 2.826
Numero alloggi di proprietà comunale gestiti dall’Ente: 1.251
Unità immobiliari
Totale numero alloggi regolarmente assegnati alla locazione ERP: 3.305
. Alloggi ERP sfitti perché necessitano di manutenzione straordinaria: 492
. Alloggi ERP inclusi in programmi finanziati di recupero: 116
Totale numero alloggi regolarmente assegnati alla locazione NON ERP: 135
. Alloggi NON ERP sfitti perché necessitano di manutenzione straordinaria: 25
Buone pratiche
Ufficio Relazioni con il Pubblico di ARTE La Spezia: un presidio di ascolto e trasparenza
ARTE La Spezia considera il diritto all’informazione e alla comunicazione un pilastro fondamentale della propria attività amministrativa e della partecipazione attiva dei cittadini alla vita sociale e politica. In quest’ottica, l’Azienda ha istituito il proprio Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP), un punto di riferimento stabile per favorire e semplificare i rapporti tra cittadini e amministrazione, garantendo a tutti la possibilità di conoscere, partecipare e usufruire in modo consapevole dei servizi offerti.
L’URP si occupa di fornire informazioni chiare e accessibili su procedure, moduli e servizi e di raccogliere segnalazioni e suggerimenti per migliorare costantemente la qualità delle prestazioni erogate. Attraverso questionari di soddisfazione e strumenti di ascolto attivo, l’Ufficio monitora il grado di gradimento dell’utenza, individuando eventuali criticità - come tempi di risposta, complessità delle pratiche o necessità di maggiore supporto - per intervenire in modo mirato e tempestivo.
A completare questo sistema integrato di supporto, è attivo uno sportello settimanale in collaborazione con un CAAF, dedicato all’assistenza fiscale per gli inquilini, che consente di ricevere consulenza diretta su pratiche e agevolazioni economiche. Grazie al lavoro dell’URP, A.R.T.E. La Spezia rafforza ogni giorno il proprio impegno per una pubblica amministrazione più vicina, accessibile e trasparente, capace di ascoltare e rispondere concretamente ai bisogni della comunità.
Punti di ascolto nei Comuni della Provincia di La Spezia
A partire da maggio 2024, A.R.T.E. ha avviato una rete di punti di ascolto decentrati sul territorio, segnando un’importante tappa nell’evoluzione dei servizi offerti all’utenza. L’iniziativa nasce dalla volontà di rendere la comunicazione più diretta e immediata, superando le barriere logistiche che possono rendere difficoltoso l’accesso alla sede centrale di La Spezia. La creazione di sportelli territoriali, organizzati con turnazioni nei diversi comuni e con orari pomeridiani, ha permesso di avvicinare i servizi ai cittadini, garantendo una presenza capillare e flessibile sul territorio. Questa scelta strategica risponde alla necessità di ascoltare le esigenze dei cittadini in maniera più concreta e di fornire supporto immediato a chi, per motivi di distanza o impegni personali, non può facilmente recarsi presso la sede centrale.
I punti di ascolto sono presenti in diverse aree del territorio, tra cui i Comuni di Sarzana, Luni, Santo Stefano di Magra, Arcola, Follo, Bolano, Lerici, Brugnato, Framura, Levanto, Deiva Marina.
Questo servizio offre più di un semplice sportello informativo: consente di raccogliere segnalazioni e necessità, fornire chiarimenti sulle pratiche in corso, assistere nella compilazione dei moduli e spiegare le procedure amministrative in maniera chiara e diretta. Questo approccio migliora l’accessibilità dei servizi e rafforza il rapporto di fiducia tra A.R.T.E. e l’utenza, permettendo di comprendere meglio le esigenze del territorio e rispondere in modo mirato e tempestivo.
Grazie a questi sportelli, l’ente può instaurare un dialogo costante con cittadini e famiglie, promuovendo una partecipazione più attiva e consapevole e contribuendo a costruire un sistema di servizi più vicino, inclusivo e orientato alla persona. In sintesi, l’avvio dei punti di ascolto rappresenta un passo strategico per rendere i servizi di A.R.T.E. più accessibili, trasparenti e realmente fruibili per tutti.
Un presidio sul territorio per contrastare la morosità incolpevole: attivo lo sportello dedicato alle procedure da “sovraindebitamento”.
La crescente difficoltà economica che colpisce molte famiglie, aggravata dall’aumento dei costi dell’energia e dalle tensioni internazionali, ha reso
sempre più frequenti situazioni di morosità anche nel settore dell’edilizia residenziale pubblica. A questi fattori si affianca il fenomeno delle occupazioni abusive, che continua a rappresentare un tema delicato da gestire. Per offrire sostegno concreto agli inquilini in difficoltà, l’Azienda ha attivato uno sportello dedicato alla morosità presso la sede di via Parma 13B. Il servizio è stato concepito per accogliere e orientare coloro che, a causa di circostanze fuori dal proprio controllo, si trovano nell’impossibilità di far fronte al pagamento del canone.
Una particolare attenzione è rivolta ai casi di morosità incolpevole, spesso legata a perdite occupazionali, problemi di salute o altre situazioni che destabilizzano l’economia familiare. Questa iniziativa si inserisce in un più ampio percorso volto all’ascolto, alla prevenzione e alla gestione delle fragilità abitative, con l’obiettivo di promuovere soluzioni sostenibili e salvaguardare il diritto alla casa, prevenendo l’aggravarsi delle difficoltà..
L’intervista Marco Tognetti
Amministratore Unico ARTE La Spezia
Riqualificare e non cementificare: il nuovo corso di ARTE La Spezia
Dal 2017, sotto la guida dell’architetto Marco Tognetti, ARTE La Spezia ha intrapreso un percorso ben definito, basato sulla riduzione del consumo di suolo e l’attenzione agli interventi di rigenerazione urbana. Gestendo un ampio patrimonio di edilizia residenziale pubblica nella Provincia della Spezia, l’azienda si è orientata verso un rinnovamento che risponde ai bisogni abitativi delle fasce più vulnerabili, migliorando qualità, efficienza energetica e vivibilità delle abitazioni. Rigenerare invece di costruire ex novo è l’approccio che definisce le azioni dell’azienda.
Architetto Tognetti, qual è oggi il modello di intervento che guida l’azione di ARTE La Spezia?
“Il principio è semplice, ma rivoluzionario nei fatti: rigenerare anziché costruire ex novo. La nostra attività prende forma dall’idea che il patrimonio edilizio pubblico non debba essere lasciato al degrado o rimpiazzato con nuove costruzioni, ma piuttosto recuperato e valorizzato. La rigenerazione urbana e patrimoniale passa attraverso interventi mirati di demolizione e ricostruzione, privilegiando l’efficienza, la sostenibilità e l’ottimizzazione degli spazi esistenti. Penso, per esempio al progetto in via Bologna, dove due vecchie palazzine di edilizia residenziale pubblica sono
state sostituite con edifici adeguati alle attuali normative.”
L’efficientamento energetico è diventato un cardine della vostra azione?
“Sono stati avviati interventi su centinaia di alloggi ERP nell’intera provincia per ridurre i consumi e migliorare le prestazioni energetiche. Questo si traduce in bollette più leggere per gli inquilini e un impatto ambientale ridotto per la comunità. Non è solo un progresso tecnico ma anche sociale, influendo positivamente sulla qualità della vita degli abitanti. Mi riferisco a Progetti pilota come ENERSHIFT. Enershift è un progetto che prevede la riqualificazione energetica degli edifici ERP, tramite finanziamento della Comunita Europea nell’ambito del programma per la ricerca e l’innvoazione “Horizon 2020”. Grazie alle risorse europee ottenute da Regione Liguria, è stato possibile realizzare, tramite contratti “EPC”, e quindi con progettazione e lavori di riqualificazione energetica a costo zero per l’Azienda, il revamping di impianti centralizzati di riscaldamento in 13 edifici di ARTE.
La maggioranza degli edifici che sono stati oggetto di riqualificazione, era caratterizzata da prestazioni energetiche scadenti dovute all’ assenza o esiguità di sistemi di isolamento dell’involucro dell’edificio, da basse prestazioni energetiche dei serramenti e soprattutto da impianti di riscaldamento poco efficienti . La riqualificazione energe -
tica realizzata ha consentito di avere un risparmio energetico, con conseguente minor consumo di risorse e corrispondenti emissioni di inquinanti in ambiente. Relativamente al Progetto regionale PINQUA di Marinella di Sarzana, in corso di attuazione, nell’ambito del quale ARTE realizzerà due fabbricati per complessivi 14 alloggi realizzati con struttura in X-LAM, nel rispetto delle norme DNSH e CAM, quindi isolati con materiali naturali e riscaldati con impianti a pompa di calore, con pannelli radianti a pavimento.”
A.R.T.E. si occupa anche di accessibilità e inclusione. Come si concretizza questo impegno?
“Accessibilità e inclusione sono due pilastri del nostro lavoro. Abbiamo promosso nuove assegnazioni e il recupero di alloggi sfitti, collaborando strettamente con i Comuni per i bandi ERP. Vogliamo ampliare l’offerta per le famiglie più fragili, rendere gli edifici accessibili e senza barriere architettoniche, e creare reti di sostegno attorno agli inquilini. L’abitare pubblico non può riguardare solo una questione di metri quadrati, ma deve rappresentare dignità, comunità e partecipazione. Un esempio è offerto alla recente individuazione di ARTE quale potenziale beneficiario delle risorse europee disponibili sul progetto LIFE REGIONE HOUSE EUROPE, guidato dal Dipartimento di Architettura e Design dell’Università di Genova che mira a promuovere la decarbonizzazione de -
gli edifici e ad aumentare la circolarità nel settore delle costruzioni, attraverso un maggiore utilizzo di legno e materiali di origine biologica, con l’obbiettivo di promuovere il ripristino della biodiversità e dei servizi ecosistemici nelle aree urbane e periurbane, attraverso processi di attivazione comunitaria, pianificazione partecipativa e interventi basati su soluzioni basate sulla natura e materiali di origine biologica.”
La domanda abitativa resta però altissima. Come affrontate questa pressione?
“È vero, i numeri parlano chiaro: oltre 2.400 domande per alloggi ERP solo nel Comune di La Spezia, ed oltre 500 nel vicino Comune di Sarzana, a fronte di un’offerta ancora limitata. La sfida è enorme. A.R.T.E. lavora su vari fronti: attrarre risorse da Regione, Stato ed Europa, e portare avanti interventi che integrino e recuperino soprattutto il patrimonio esistente. È un processo che richiede risorse strutturali, tempo e una visione a lungo termine, riconoscendo che migliorare le case popolari significa contribuire al benessere delle comunità nel loro complesso.”
In che senso “riqualificare e non cementificare” è diventato il vostro motto?
“Riqualificare e non cementificare” rappresenta una filosofia chiara. In questi anni abbiamo
scelto di valorizzare l’esistente piuttosto che di espandere il patrimonio senza criterio. Demolire e ricostruire bene può avere un impatto più significativo rispetto al realizzare semplicemente più edifici. L’obiettivo non è solo aumentare il numero delle case disponibili, ma migliorarne la qualità, il comfort, l’efficienza energetica e gli spazi condivisi, rispondendo contemporaneamente ai fabbisogni abitativi e alle esigenze territoriali, con un equilibrio tra sociale, ambientale ed economico.”
Guardando al futuro, quali sono le priorità di A.R.T.E. La Spezia?
“Guardando al futuro, A.R.T.E. La Spezia intende proseguire su questa strada, puntando su servizi sempre più efficienti e abitazioni adeguate alle moderne esigenze. In un contesto di crisi abitativa ed economica, ambisce a trasformare l’edilizia pubblica in un modello di gestione innovativo, dove le case popolari rappresentino non solo un riparo ma anche uno spazio dignitoso, accogliente ed efficiente per chi ci vive. Certamente poi i numeri sono e rimangono importanti soprattutto rispetto alle aspettative di quanti sono inseriti nelle graduatorie. Grazie ad importanti investimenti di bilancio ARTE quest’anno arriverà ad assegnare oltre 100 alloggi distribuiti nei vari comuni della provincia.”
Negli ultimi anni la morosità rappresenta una delle criticità più complesse per chi gestisce il patrimonio di edilizia pubblica. Qual è la situazione per
A.R.T.E. La Spezia e quali strategie avete adottato per affrontarla?
“Il tema della morosità è estremamente delicato, perché mette in relazione due aspetti fondamentali della nostra attività comune ai miei colleghi Amministratori: da una parte il diritto alla casa, che resta un diritto primario e inviolabile, e dall’altra la necessità di mantenere l’equilibrio economico-finanziario indispensabile per garantire la continuità del servizio pubblico. A.R.T.E. La Spezia, come ente pubblico di natura economica, è chiamata ogni giorno a bilanciare questi due elementi, cercando di coniugare la responsabilità gestionale con l’attenzione verso le persone e le loro difficoltà. La morosità nasce da situazioni molto diverse: ci sono nuclei familiari in condizione di forte disagio economico o privi di reddito stabile, ma anche famiglie che vivono momentanee difficoltà dovute alla perdita del lavoro, a malattie o a eventi imprevisti. Negli ultimi anni, la crisi economica e gli effetti della pandemia hanno ulteriormente aggravato queste fragilità, incidendo anche su alcune attività commerciali che operano nei nostri immobili. In questo contesto, la nostra priorità è sempre quella di prevenire l’aggravarsi delle situazioni debitorie e di favorire percorsi di regolarizzazione sostenibili. Accogliamo e concordiamo, ove possibile, piani di rientro rateali e personalizzati, calibrati sulle possibilità economiche del singolo nucleo familiare. Questo approccio, previsto an -
che dalla normativa regionale (L.R. 10/2004, art. 19), consente agli assegnatari di sanare il debito in modo graduale, evitando l’attivazione di procedure più onerose e difficili.
Cerchiamo di instaurare con ogni assegnatario un rapporto di fiducia e di dialogo, basato sulla consapevolezza che la casa pubblica non è solo un bene materiale, ma un presidio sociale.
Solo nei casi più gravi, e dopo aver verificato la mancanza di collaborazione o di reali possibilità di rientro, si arriva alle azioni di recupero forzoso o alla riacquisizione dell’immobile. Tuttavia, l’obiettivo principale resta sempre quello di prevenire lo sfratto e di accompagnare le famiglie verso la regolarità. In sintesi, affrontare la morosità per noi significa unire rigore e umanità: agire con responsabilità verso il bilancio dell’Ente, ma anche con attenzione verso le persone, cercando soluzioni che permettano loro di conservare la casa e la dignità.”
Quali sono le principali conseguenze delle occupazioni abusive sugli alloggi Erp, e quali azioni mette in atto l’Azienda per contrastare questo fenomeno?
“Le occupazioni abusive degli alloggi di edilizia residenziale pubblica (ERP) comportano diverse conseguenze negative: creano allarme sociale e un senso di insicurezza per i regolari assegnatari, sottraggono immobili alla normale assegnazione a cittadini in attesa e generano danni economici
all’Azienda, sia per i danneggiamenti agli immobili (porte e finestre forzate, impianti manomessi) sia per il mancato pagamento delle indennità di occupazione, aumentando la massa debitoria. Per contrastare questo fenomeno, l’Azienda agisce secondo quanto previsto dalla legge per ripristinare la legalità e recuperare il bene immobile nel minor tempo possibile, in quanto l’occupazione abusiva è un reato penale.
Per rafforzare la sicurezza e tutelare gli alloggi ERP, ARTE La Spezia ha istituito un Numero Verde, un servizio dedicato alla segnalazione di occupazioni abusive. Attraverso questa linea, i cittadini possono denunciare eventuali situazioni anomale, anche in forma anonima, offrendo un mezzo diretto e protetto per contrastare l’abusivismo. Le segnalazioni vengono analizzate dagli uffici di ARTE, che, dopo rapide verifiche, possono avviare le procedure necessarie per intervenire, collaborando con le Forze dell’Ordine per lo sgombero delle occupazioni irregolari. L’intento è garantire interventi tempestivi, proteggendo il patrimonio abitativo pubblico e assicurando il rispetto delle normative. Come misura preventiva, sono stati inoltre installati dispositivi di allarme negli alloggi ritenuti vulnerabili ad accessi non autorizzati, incrementando il livello di sicurezza per gli edifici e gli inquilini. Con queste azioni, ARTE La Spezia rinnova il proprio impegno a favore della legalità e della sicurezza nel campo dell’edilizia pubblica, mettendo a disposizione strumenti concreti per
prevenire l’abusivismo e garantire una gestione trasparente ed efficiente del patrimonio immobiliare. Oggi tale fenomeno è pertanto contenuto e limitato a 15 occupazioni, tutte con procedimento di sgombero in fase esecutiva.”
In che modo A.R.T.E. La Spezia supporta gli inquilini degli alloggi ERP, sia economicamente che dal punto di vista dei servizi, e quali strategie adotta per migliorare la soddisfazione, la comunicazione e la fiducia degli utenti?
“A.R.T.E. La Spezia sostiene gli inquilini attraverso un approccio integrato che unisce supporto economico, gestione attenta degli alloggi e servizi personalizzati. Sul piano economico, grazie alle risorse di Regione Liguria finanzia un Fondo di sostegno economico destinato a coprire casi di morosità incolpevole per canoni di locazione e spese accessorie. È stato istituito l’URP (Ufficio Relazioni con il Pubblico), con l’obiettivo di garantire che il diritto di informazione e comunicazione sia pienamente rispettato, considerandolo fondamentale per lo svolgimento dell’attività amministrativa e per la partecipazione effettiva della collettività. L’URP sostiene e sviluppa le attività di informazione e comunicazione rivolte a tutti i cittadini, singoli e associati, residenti e non residenti, compresi apolidi e stranieri. L’ufficio promuove la piena utilizzazione dei servizi offerti dall’Azienda, fornendo informazioni sulle strutture, sui compiti e sul funzionamento di A.R.T.E. e attua la verifica della qualità dei servizi e
del loro gradimento, anche attraverso l’ascolto diretto degli utenti. All’URP è attribuito il compito di fornire informazioni sui servizi, sui procedimenti e sul funzionamento dell’Azienda, consentendo l’accesso alla documentazione predisposta dagli uffici e raccogliendo le richieste presentate dal pubblico, che vengono poi indirizzate agli uffici competenti. L’ufficio svolge inoltre le funzioni di centralino telefonico, garantendo un punto di contatto unico e accessibile per tutti gli utenti. Per migliorare ulteriormente la comunicazione e l’ascolto diretto dell’utenza, da maggio 2024 A.R.T.E. ha avviato dei punti di ascolto decentrati sul territorio, aperti a turnazione nei vari comuni e in orari pomeridiani, in modo da consentire anche a chi ha difficoltà a raggiungere la sede centrale di A.R.T.E. La Spezia di avere un contatto più diretto. Questi sportelli permettono di raccogliere segnalazioni e necessità, fornire informazioni sulle pratiche in corso, supportare cittadini e famiglie nella compilazione dei moduli e dare indicazioni sulle procedure amministrative, garantendo un servizio più accessibile e vicino agli utenti. Questa iniziativa rafforza il rapporto di fiducia tra A.R.T.E. e l’utenza, promuove la partecipazione attiva dei cittadini, semplifica i rapporti con l’Azienda e contribuisce a rendere la gestione del patrimonio ERP più efficace, sostenibile e centrata sui bisogni reali degli inquilini.”
A.R.T.E. La Spezia ha recentemente ottenuto la certificazione per il Sistema di Gestione per la Parità di Genere. Può spiegare in che modo l’A -
zienda gestisce il personale e quali iniziative sono state adottate per promuovere uguaglianza e benessere sul posto di lavoro?
“La certificazione per il Sistema di Gestione per la Parità di Genere rappresenta per A.R.T.E. un passo fondamentale nella gestione del personale. L’Azienda ha adottato politiche concrete per garantire pari opportunità professionali, promuovere la crescita e valorizzare le competenze di tutti i dipendenti, indipendentemente dal genere.
Le iniziative adottate comprendono strumenti e procedure volti a sostenere il benessere sul posto di lavoro, favorire l’equilibrio tra lavoro e responsabilità familiari, e superare stereotipi o disuguaglianze di genere. In questo modo, ogni dipendente può sentirsi valorizzato e motivato a contribuire attivamente al raggiungimento degli obiettivi aziendali.
Negli ultimi anni, in considerazione del ricambio generazionale e dei pensionamenti verificatisi all’interno dell’Azienda, A.R.T.E. ha proceduto ad assumere personale giovane, per garantire continuità operativa, introdurre nuove competenze e favorire un ricambio dinamico che arricchisca l’organizzazione. L’impatto di queste politiche si riflette non solo sul personale, aumentando soddisfazione, coinvolgimento e senso di appartenenza, ma anche sull’operatività dell’Azienda, migliorando la qualità dei servizi offerti e la capacità di rispondere ai bisogni della comunità in modo
più efficace e sostenibile. In sintesi, promuovere la parità di genere e il benessere dei dipendenti significa rafforzare l’intera organizzazione, rendendola più inclusiva, efficiente e attenta ai valori sociali.”
“In ultimo desidero ringraziare tutto il personale di A.R.T.E. La Spezia — tecnici, amministrativi e collaboratori diretti dai miei due Dirigenti Arch. Trapani Luca e Dott. Paolo Landi — per dedizione e professionalità: il loro lavoro è la vera forza dell’Azienda.”.
fotonotizia Via Bologna
Intervento di demolizione e ricostruzione di due fabbricati con 4 numeri civici in origine composti da 32 alloggi.
L’intervento è stato necessario per i gravi danni strutturali riscontrati da indagini tecniche che hanno determinato l’inagibilità dei fabbricati.
Il piano regolatore per la zona non permetteva di variare sedime e forma dei fabbricati che sono stati realizzati mantenendo le forme originali. Comunque la nuova ripartizione delle superfici interne ha permesso la realizzazione di ulteriori 4 alloggi per un totale quindi di 40 alloggi. L’intervento è stato possibile grazie al ricorso ai benefici fiscali del 110%, mediante una concessione, pari ad un periodo massimo di 10 anni, in regime di project financing di progettazione, realizzazione e gestione di interventi di riqualificazione energetica e strutturale, con la società IREN SMART SOLUTIONS S.P.A per un importo contrattuale di € 8.970.846,00.
Fa parte dell’appalto in oggetto anche l’intervento di riqualificazione energetica in via delle Pianazze 12 che ha convertito l’impianto tradizionale a gas metano con un sistema ibrido con conseguente produzione centralizzata dell’ACS e relativa stesura di nuovi circuiti di distribuzione e ricircolo. L’intervento su via Bologna è attualmente in corso, mentre in via delle Pianazze risulta concluso..
fotonotizia
Prima dei lavori
Durante i lavori
Sarzana Via Moro
LAVORI: FONDO COMPLEMENTARE AL PNRR “Sicuro Verde e sociale: riqualificazione dell’Edilizia Residenziale Pubblica” - D.L. 6 maggio 2021, n. 59. Lavori di Miglioramento strutturale ed efficientamento energetico dell’edificio sito in Comune di Sarzana, Via Moro 1-3 SARZANA (SP). CUP H77H21006160001. CIG 9550750839.
COMMITTENTE: ARTE LA SPEZIA
STAZIONE APPALTANTE: ARTE LA SPEZIA
R.U.P. Arch. Luca Trapani
IMPRESA: GRAVEGLIA IMPIANTI SRL con sede in via Garibaldi, 15, Ne (GE), - partita IVA: 02170410993
CONTRATTO: Repertorio n. 9099 del 19/4/2023 – Registrato alla Spezia il 19/04/23 Serie: 1T Numero: 2852 “Contratto d’appalto integrato per l’affidamento della progettazione esecutiva e dell’esecuzione dei lavori inerenti miglioramento sismico ed efficientamento energetico del fabbricato sito in Sarzana Via Moro 1-3”. Importo netto contrattuale: € 1.433.703,95 (ribasso offerto 21,187%)
L’intervento viene totalmente finanziato dal PNRR - DGR 3578 del 07/06/22 - “DGR n. 1280 del 30/12/2021, decreto MIMS n. 52 del 30/03/2022. Programma “Sicuro Verde e sociale: riqualificazione dell’Edilizia Residenziale Pubblica”. Il costo complessivo dell’intervento a progetto è di €. 2.967.000.00. L’intervento risulta concluso con un costo complessivo di € 2.117.906,43. Le economie saranno utilizzate per alcuni interventi complementari sui singoli alloggi ..
fotonotizia
Santo Stefano Magra Via Vecchia del Piano
Il progetto riguarda il miglioramento strutturale ed efficientamento energetico del fabbricato sito nel comune di Santo Stefano Magra, Via Vecchia del Piano 6/8.
Il progetto consta di due lotti. La prima parte è stata interamente finanziata con i fondi del PNRR, pari ad euro 2.171.292,69, che hanno pertanto coperto i lavori conclusi a giugno 2025, con un risparmio sul finanziamento di euro 365 540,32. Ad oggi è in corso il collaudo.
A luglio 2025 sono iniziati i lavori per il lotto 2 di completamento, affidato ad altra impresa, con un costo complessivo dell’intervento di euro 1.716.000,00, finanziato per euro 1.269.200,00 da FSR, per euro 365 540,32 dalle economie provenienti dal PNRR del lotto precedente e per la parte rimanente da ARTE.
L’intervento consiste nel miglioramento strutturale statico, resosi necessario dopo accurati rilievi sulle strutture, che ha comportato rinforzi diffusi i quali hanno determinato la necessità di ristrutturazione degli interni per cui è in corso anche la ristrutturazione degli alloggi. Il progetto statico, caratterizzato dall’eliminazione della copertura in laterocemento sostituita con una copertura leggera in acciaio, ha determinato anche le scelte architettoniche, che hanno modificato l’aspetto prospettico dell’edificio..
fotonotizia
Prima dei lavori
Durante i lavori
Marinella
L’intervento prevede la realizzazione di due fabbricati per complessivi 14 alloggi realizzati con struttura in X-LAM, nel rispetto delle norme DNSH e CAM, quindi isolati con materiali naturali e riscaldati con impianti a pompa di calore, con pannelli radianti a pavimento. Il progetto è finanziato dal PINQUA – DD 804/2022 per euro 1.561.461,00, da FSC per euro 1.000.000,00 e cofinanziato da ARTE per euro 638.539,00, per un importo complessivo di euro 3.200.000,00..
fotonotizia
Lavori in corso
La Spezia, 1890: nasce il quartiere umbertino
Il primo esperimento di edilizia economica popolare in Italia avvenne alla Spezia come villaggio operaio e venne battezzato “Quartiere Umbertino” in onore di Umberto I, Re d’Italia.
I lavori, per la realizzazione del quartiere, iniziarono il 20 marzo 1886 e furono ultimati nel maggio del 1890, nello stesso anno il quartiere fu inaugurato, alla presenza del Re Umberto 1.
La sua realizzazione fu legata, alla necessità di dare alloggio all’enorme numero di lavoratori che in quegli anni giunsero alla Spezia, attirati dalle concrete possibilità di impiego nelle industrie e soprattutto nel nascente Arsenale Militare.
Grazie a questo, in soli quarant’anni, dal 1862 al 1901, la popolazione spezzina aumentò in modo esponenziale: dagli 11.565 abitanti del 1861 ai 24.127 del 1871, ai 66.263 del 1901.
Di impianto rigidamente ortogonale, il quartiere umbertino è posto nella porzione a monte di corso Cavour, compreso fra la stazione ferroviaria e la Caserma Duca degli Abruzzi, ed ha il suo cuore nella piazza intitolata a Benedetto Brin, L’Amministrazione Comunale, già dal 1885, aveva lasciato libere le porzioni territoriali che convergevano sulla piazza, affidando quindi ai privati la cura di erigere edifici di maggior spessore estetico. Fino a quella data questa era stata una zona acquitrinosa, successivamente bonificata grazie all’uso di materiale di risulta degli scavi dei bacini dell’Arsenale, che così aveva riempito e reso più salubre il luogo. Ferdinando Spegazzini, che fu collaboratore di Do -
menico Chiodo, disegnò la tipologia della casa operaia composta di un ambiente centrale d’ingresso che disimpegnava tre vani (due camere più la cucina) e locale wc ricavato con volume aggettante in facciata con entrata diretta attraverso la cucina. Tale schema fu molto discusso a livello locale vennero sollevate alcune perplessità circa la scarsa illuminazione e ventilazione delle scale o l’infausta posizione dei locali igienici.
In sede esecutiva, il Direttore dei Lavori per conto del Comune, l’Ingegnere Farina, adottò una soluzione con corridoio che disimpegnava quattro vani (tre camere più la cucina) e locale wc ricavato con il solito volume aggettante della prima soluzione. Il blocco edilizio tipo (casa tipo) comprendeva 16 alloggi serviti a due a due da due corpi di scale distribuiti su quattro piani fuori terra. Al posto dei giardini, previsti in progetto, furono realizzati vasti cortili comuni provvisti di lavatoi ora per la maggior parte adibiti a parcheggio.
Gli edifici vennero costruiti con i seguenti materiali: I muri principali con pietre e malta comune, con fondazioni alla profondità di 120 centimetri sotto il livello del punto più depresso della superficie del suolo, inserimenti di catene di ferro ai piani, dello spessore minimo di 30 millimetri, realizzazione dei solai, ad eccezione del piano terreno, voltato in mattoni pieni, con travi di ferro a doppio T poste a distanza di 70-80 centimetri e voltini di mattoni vuoti cementati con malta comune; struttura del tetto di legno di pino di Corsica (primaria) e abete
di Trieste (secondaria), manto copertura realizzato con embriaci ad incastro alla francese.
Per quanto concerne le pavimentazioni troviamo pianelle quadrate o ottagonali di cemento di Bergamo negli atri e nei pianerottoli dei vani scala, nelle cucine e nelle latrine, pianelle o quadretti di Marsiglia o Napoli negli altri ambienti; scalini e pedate delle scale di Marmo bianco della vicina Carrara.
Nel capitolo dedicato ai servizi sono descritte cucine con banco di mattoni intonacati piastrellato ai lati, con tre fornelli comuni in ghisa per carbone e uno ordinario per legna, cappa di mattoni, acquaio (lavello) con lastra affiancata in marmo di Carrara, cesso a sedile con lastra di marmo dello spessore di quattro centimetri con scarico a sifone.
Le facciate sono realizzate completamente intonacate e tinteggiate con latte di calce di colori comuni e dato a tre riprese, semplici fasce marcapiano e riquadrature delle finestre dipinte a chiaroscuro, sagomatura dei portoni su strada con soglie, stipiti ed archivolti in pietra di Biassa.
La realizzazione del quartiere operaio, anche se fu uno degli esempi più autorevoli per dimensioni e caratteristiche nel panorama italiano, non fu certo immune da critiche, soprattutto sotto il profilo estetico; sopra uno schema generale di base, rigorosamente a maglia ortogonale, come la quasi totalità delle realizzazioni militari ottocentesche, furono realizzati edifici di nessun valore architettonico: disadorni, senza negozi al piano terra, uniformi, uguali in altezza e profondità il cui unico
“vezzo” era l’avere il colore diverso gli uni dagli altri. L’immagine complessiva, a realizzazione conclusa, fu quella di un quartiere per molti versi monotono, immagine tutt’ora mantenuta malgrado le trasformazioni delle aree private. La monotonia era ed è interrotta soltanto da piazza Brin. spazio cittadino di chiara impronta borghese, dove paiono concentrarsi le ambizioni formali ed estetiche di questo parte di città con i palazzi privati dell’epoca..
Via Gramsci 207/209
Il Contributo Marco Scajola
Assessore regionale alla Rigenerazione urbana, Politiche abitative ed Edilizia
È tra le mura domestiche che prendono forma la sicurezza, la libertà e la speranza delle persone. Ogni individuo, per vivere con dignità, ha bisogno prima di tutto di una casa, un luogo dove crescere, costruire relazioni e guardare al domani con fiducia. Come istituzioni pubbliche abbiamo il dovere di garantire che il diritto alla casa non resti un principio astratto, ma diventi una realtà concreta per tutti. Per ridurre al minimo il divario tra il bisogno di abitazioni accessibili e il rischio di lasciare spazi inutilizzati, emerge l’esigenza di ripensare il modo di abitare, orientandosi verso modelli capaci di coniugare giustizia sociale, sostenibilità ambientale e sviluppo economico.
In Regione Liguria stiamo trasformando questa visione in azioni concrete, attraverso un piano di edilizia pubblica e sociale. Dal 2015 ad oggi abbiamo stanziato circa 150 milioni di euro, riqualificando oltre 3.000 alloggi e avviando lavori su altri 500. Solo nel 2025, l’investimento di 6,5 milioni di euro ha generato un impatto economico stimato in più di 21 milioni, secondo i dati Ance. Sono risultati che testimoniano una strategia di lungo periodo, non interventi occasionali.
In qualità di coordinatore vicario della Commissione Edilizia della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, ho recentemente siglato un accordo di collaborazione istituzionale con Federcasa, che darà nuovo slancio al settore grazie alla costante
condivisione di dati, esperienze e buone pratiche. Abbiamo, inoltre, ribadito a più riprese il nostro impegno nello sviluppo del Piano Casa Italia, con piena disponibilità a collaborare con il Governo anche nella realizzazione di progetti pilota, che auspichiamo possano seguire l’esempio virtuoso dei programmi PINQUA. I tre principali interventi in corso sul territorio ligure: Pigna di Sanremo, Genova Begato e Marinella di Sarzana, procedono secondo i tempi previsti e rappresentano una nuova visione di edilizia residenziale pubblica: più inclusiva, socialmente orientata e capace di migliorare in modo
concreto la qualità della vita dei residenti.
Per quanto riguarda il progetto PINQUA di Marinella di Sarzana, attualmente in fase di attuazione, ARTE Spezia realizzerà due fabbricati per un totale di 14 alloggi, costruiti con struttura in X-LAM, nel pieno rispetto delle norme DNSH e CAM. Gli edifici saranno isolati con materiali naturali e dotati di impianti a pompa di calore con pannelli radianti a pavimento, garantendo elevate prestazioni energetiche e sostenibilità ambientale.
Sempre insieme ad Arte Spezia stiamo concludendo l’intervento di riqualificazione delle palazzine di edilizia residenziale pubblica di via Bologna alla Spezia. Le due strutture, costruite nel 1974 e composte complessivamente da 32 alloggi ERP, sono oggetto di un progetto di demolizione e ricostruzione che porterà alla realizzazione di 36 nuovi alloggi, con un incremento di 4 unità. L’investimento complessivo ammonta a oltre 8,5 milioni di euro. Questi interventi raccontano un nuovo modo di intendere le politiche abitative e la rigenerazione urbana. Una casa dignitosa riduce il rischio di isolamento, migliora l’accesso ai servizi e promuove il benessere mentale e fisico.
È un investimento sociale, non un costo: significa mettere la persona al centro. Il diritto all’abitare si intreccia con la dignità, la libertà e la possibilità, per ciascuno, di costruire il proprio percorso di vita. Vogliamo continuare su questa strada: un’urbanistica che ascolta, un’edi-
lizia che include e un abitare che sostiene.
Ogni casa rigenerata è una comunità che rinasce, un futuro che prende forma. Perché la casa non è solo un edificio, ma il primo mattone del nostro vivere insieme..
Federcasa chiama a raccolta la politica
Si è tenuto il 12 novembre a Roma l’evento promosso da Federcasa, in collaborazione con Apave, Giacomini e Tecnosys Italia, dedicato alle opportunità e alle soluzioni per affrontare le trasformazioni delle città e rafforzare il ruolo dell’edilizia pubblica. Un momento di confronto tra Istituzioni, imprese e rappresentanti del settore su innovazione tecnologica, strumenti operativi, sostenibilità e nuove strategie per la gestione del patrimonio ERP.
Hanno partecipato: Marco Buttieri, Presidente Federcasa; Antonio Parolini, Presidente Eurhonet;
12 novembre 2025
EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA E RIGENERAZIONE URBANA
Opportunità e soluzioni per le città che cambiano Un nuovo concetto di Residenzialità, Rigenerazione Urbana come opportunità e strumento per ridare alle città funzionalità, bellezza e armonia.
Strumenti e tecnologie per migliorare l’attività delle Aziende che gestiscono il patrimonio ERP.
in collaborazione con
Patrizio Losi, Direttore Federcasa; Urbano Strada, Direttore Generale Apave; Andrea Alessandro Giacomini, Proprietario e Consigliere CDA Giacomini; Andrea Bighinzoli, Marketing Director Giacomini; Alessandro Palma, General Manager Tecnosys Italia srl.
Sono intervenuti: On. Raffaele Fitto, Vicepresidente esecutivo della Commissione europea e Commis -
NYX Hotel Roma, Via Cicerone 55
sario per la Politica regionale; On. Tommaso Foti, Ministro per gli Affari Europei, le Politiche di Coesione e il PNRR; On. Lucia Albano, Sottosegretario di Stato per l’Economia e le Finanze; On. Marco Furfaro, XII Commissione Affari Sociali; Sen. Maurizio Gasparri, Capogruppo Forza Italia al Senato; On. Elisa Montemagni, VII Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici; On. Massimiliano Valeriani, Presidente Commissione Trasparenza Regione Lazio; Marco Scajola, Assessore Regione Liguria e Coordinatore vicario Commissione Edilizia della Conferenza delle Regioni; Gioacchino Alfano, Presi-
dente Difesa Servizi; Stefano Chiappelli, Presidente Nazionale Sunia; Giorgio Spaziani Testa, Presidente Confedilizia; Mario Valdenucci, Presidente Invimit. Ha moderato l’incontro Giorgio Santilli, Direttore DIAC.
Un’occasione importante per ribadire il ruolo strategico dell’ERP e per costruire insieme una visione condivisa su rigenerazione urbana, abitare sociale e futuro delle città..
75 Anni di Federcasa
Ricevuti al Quirinale dal Presidente Mattarella
Il 13 novembre, Federcasa è stata ricevuta dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per celebrare i 75 anni della Federazione.
In occasione dell’anniversario dalla fondazione di Federcasa una delegazione della Giunta guidata dal Presidente Marco Buttieri è stata ricevuta oggi in udienza privata dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella splendida cornice della Sala Ricci del Quirinale.
Durante l’incontro, Federcasa ha avuto l’opportunità di rappresentare al Capo dello Stato le principali sfide e priorità del settore abitativo pubblico, con particolare attenzione al diritto alla casa, alla rigenerazione urbana e alla necessità di finanziamenti mirati per il recupero degli alloggi ERP attualmente non utilizzati. È stato inoltre affrontato il tema della pressione fiscale che grava sui bilanci delle aziende del settore, in particolare attraverso IMU e IRES, e che rischia di limitare la capacità di investimento e manutenzione del patrimonio abitativo pubblico.
«È stato emozionante poter rappresentare i problemi delle nostre aziende al Capo dello Stato» – ha dichiarato il Presidente Marco Buttieri al termine dell’udienza. – «Abbiamo condiviso con il Presidente Mattarella la convinzione che la casa sia un diritto fondamentale e una condizione indispensabile per garantire dignità, sicurezza e inclusione sociale. Interventi mirati di recupero dei
circa 60.000 alloggi oggi vuoti permetterebbero di offrire una risposta immediata alle oltre 250.000 persone in graduatoria ERP, rafforzando la coesione sociale dei nostri territori». Nel corso dell’incontro, il Presidente Buttieri ha inoltre donato al Presidente Mattarella la pubblicazione realizzata per celebrare i 75 anni di Federcasa, un volume che racconta la storia della Federazione attraverso numeri, testimonianze e immagini che ne ripercorrono l’evoluzione e l’impegno costante al servizio del Paese.
L’udienza al Quirinale rappresenta un riconosci-
mento istituzionale di grande valore per Federcasa e per tutte le aziende associate, che da settantacinque anni lavorano per promuovere politiche abitative sostenibili, rigenerazione urbana e coesione sociale in tutto il territorio nazionale..
Summit Finanza di Praga
Federcasa chiede più risorse per la casa accessibile
Federcasa il 18 e il 19 novembre, rappresentata da una delegazione della federazione, ha preso parte al terzo SUMMIT DELLA FINANZA EUROPEO a Praga nella Repubblica Ceca.
Le opportunità di finanziamento sono state messe a disposizione dal Consiglio per lo Sviluppo Banca (CEB), la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e l’Unione Europea (UE).
Il Summit Annuale European Responsible Housing Finance è uno dei principali eventi dell’anno. Questa edizione 2025 del Summit si è svolto in un momento cruciale; si è parlato della revisione intermedia della Politica di Coesione con modifiche mirate alle sue normative quadro per massimizzare i contributi alle priorità attuali ed emergenti dell’UE, inclusi alloggi sociali e a prezzi accessibili.
Nel corso dell’appuntamento si è parlato del lancio del Piano d’Azione della BEI, annunciando tassi di cofinanziamento più alti per i progetti e un supporto consultivo più ampio in più paesi.
E ancora dell’inizio delle trattative per il Quadro Finanziario Multi annuale (MFF) 2028–2034, della Prossima pubblicazione (Q1 2026) del Piano per l’Edilizia Abitativa Accessibile della Commissione Europea, informato dal rapporto del Comitato Speciale sulla Crisi Abitativa nell’UE (Comitato HOUS).
A Praga, Housing Europe e il Fondo Statale Ceco per la Promozione degli Investimenti (SFPI) hanno riunito il settore pubblico, cooperativo e di edilizia
sociale, istituzioni finanziarie e le autorità pubbliche, per affrontare gli ostacoli affrontati dai fornitori di edilizia abitativa e dai comuni in tutto il continente nell’accesso ai finanziamenti - soprattutto man mano che avanzano la Ristrutturazione..
Rinnovo del patto del Pantheon
Il 27 novembre alla Valletta è stato rinnovato il Patto del Pantheon fra i principali paesi che si affacciano sul mediterraneo con l’obiettivo di massimizzare il potenziale della nostra sessione informativa sul patrimonio immobiliare.
A Malta si è discusso sulla gestione dei nostri immobili pur riconoscendo che molti dei nostri edifici sono invecchiati e alcuni addirittura storici, il che contribuisce all’aumento dei costi di manutenzione; che le nostre comunità stanno diventando sempre più diversificate, il che significa che dobbiamo sfruttare meglio ogni unità; che quando le nuove costruzioni non tengono il passo con la domanda, la pressione sulle case esistenti aumenta
ulteriormente ed infine che gli obiettivi di sostenibilità e standard aggiornati devono ora essere integrati in edifici che non sono mai stati progettati per essi. Tenendo conto di ciò, l’opportunità del rinnovo del Patto del Pantheon è un’occasione per ciascuno dei partecipanti di condividere le proprie prospettive ed esperienze, tra cui come il paese affronta la sfida di massimizzare il patrimonio esistente, quali sono i principali ostacoli e le opportunità chiave; come viene deciso cosa mantenere, aggiornare o eventualmente eliminare e infine ma non ultimo, l’impatto che queste decisioni hanno su residenti e comunità..
Firma del Protocollo d’intesa con i Sindacati
È stato firmato martedì 25 novembre nella sede di Federcasa in Via Napoleone lll il Protocollo d’intesa fra Federcasa e i Sindacati degli inquilini Cisl, Sicet, Sunia, Uniat e Unione Inquilini. Le associazioni in rappresentanza degli Inquilini e Federcasa condividono un percorso comune per la difesa e l’ampliamento del Patrimonio dell’Edilizia Residenziale Pubblica ponendo al centro gli interessi della persona.
L’esigenza di un rilancio delle politiche inerenti il comparto abitativo nasce in relazione alle modificazioni sociali ed ai cambiamenti di natura economica che hanno interessato il settore e che, ancor di più oggi, richiedono una pronta e sollecita risposta da parte delle Istituzioni, soprattutto attraverso l’introduzione di normative capaci di dare risposta ai mutamenti, ai nuovi bisogni emergenti e ai conflitti sociali sempre più crescenti.
La necessità di offrire risposte differenti a domande sempre più articolate oltre ad imporre strategie di intervento coordinate tra stato, regioni e comuni richiede anche una unità di intenti tra operatori di edilizia pubblica e sociale e rappresentanze della domanda. Per questo Federcasa e sindacati degli inquilini propongono al mondo degli operatori no profit dell’edilizia sociale un patto di unità d’azione centrato su proposte condivise che possano rappresentare un contributo significativo per la definizione di un piano casa che risponda alle emergenze e prefiguri soluzioni di medio e lungo periodo.
Il recente decreto interministeriale del 9 aprile 2025 rappresenta un’importante opportunità per l’efficientamento energetico dell’edilizia residenziale pubblica e sociale in Italia. Finanziato attraverso la Missione 7 – Investimento 17 del PNRR (REPowerEU), il decreto stanzia 1,381 miliardi di euro per promuovere interventi volti a migliorare l’efficienza energetica degli edifici destinati a famiglie a basso reddito. È una occasione da non perdere per far compiere un passo significativo verso la transizione energetica offrendo benefici sia ambientali che economici al patrimonio ERP ed agli assegnatari. Come già sottolineato negli accordi sottoscritti nel 2017 e nel 2020 tra Federcasa e le organizzazioni degli inquilini, si ribadisce con forza l’urgenza di una politica abitativa pubblica sistemica e strutturata. È necessario avviare una nuova stagione di programmazione pubblica del settore, fondata su investimenti certi, misure fiscali eque, rafforzamento della capacità progettuale degli enti locali e partecipazione attiva degli assegnatari. Questo documento propone pertanto un primo nucleo di interventi per affrontare in modo organico le sfide del finanziamento e dell’equità nel comparto ERP.
Nel Protocollo d’intesa sono presenti le seguenti Proposte operative: Finanziamento pubblico stabile per l’ERP e l’edilizia sociale; sarebbe necessario istituire un Fondo Nazionale per l’Abitare Pubblico e Sociale con risorse certe e pluriennali, vincolate alla manutenzione,
riqualificazione e ampliamento del patrimonio ERP. Le risorse dovrebbero derivare da fondi statali, cofinanziamenti regionali, fondi europei e reinvestimento dei proventi da attività di gestione immobiliare. Il primo e più urgente intervento da parte del fondo deve essere il recupero delle migliaia di alloggi pubblici sfitti per carenze manutentive. Un serbatoio significativo a cui attingere per rispondere almeno parzialmente alle punte più gravi dell’emergenza.
Aumentare l’offerta degli alloggi in locazione a canone sostenibile anche includendo nei processi di
rigenerazione urbana interventi di ERP e edilizia sociale che valorizzino il ruolo e le esperienze degli ex IACP, che per loro missione hanno sviluppato servizi e politiche capaci di raggiungere obiettivi collettivi riferiti alla rigenerazione urbana e al contrasto al consumo di suolo.
Sostenere il reddito delle famiglie più deboli, attraverso un rifinanziamento adeguato del Fondo di sostegno affitti e del fondo per la morosità incolpevole che vanno unificati, semplificati ed intesi come strumenti coordinati ed articolati secondo le esigenze territoriali; incrementare in misura signi-
ficativa le detrazioni fiscali previste per gli inquilini. Creazione dell’Osservatorio Nazionale sulle Politiche abitative (L. 431/98) con la partecipazione delle organizzazioni sindacali degli inquilini maggiormente rappresentative; uno strumento indispensabile per comprendere le dinamiche e le caratteristiche del disagio abitativo per costruire risposte adeguate alle reali situazioni di ogni territorio. Per questo è necessario che l’osservatorio sia anche il terminale di analoghi strumenti da adottare a livello regionale.
Proporre alla Conferenza Stato-Regioni un approfondimento giuridico-economico sul tema SIG/ SIEG per pervenire ad un corretto inquadramento europeo dell’ERP.
Creare un sistema fiscale più coerente e stabile per gli alloggi di edilizia residenziale pubblica e in generale per la locazione anche con l’obiettivo di favorire una riduzione dei canoni di affitto del mercato privato.
Riordinare gli Enti gestori, anche con l’idea di determinare una natura degli stessi omogenea sul territorio nazionale.
Istituire una cabina di regia in materia di occupazioni arbitrarie di immobili con la partecipazione dei Ministeri delle infrastrutture, della Conferenza delle Regioni, dell’ANCI, dell’Agenzia del demanio, di Federcasa e Sindacati inquilini per favorire il passaggio da casa a casa, anche facilitando: gli accordi con Prefetture, Questura e Comuni per attuare forme rapide di riassegnazioni degli alloggi liberati e individuazioni di fondi appositamente dedicati al
ripristino degli alloggi che si rendono disponibili; la partecipazione diretta ai programmi di riuso degli immobili pubblici e privati inutilizzati. Inoltre, proponiamo che ai fini del comma 1 bis dell’articolo 26 della legge “Sblocca Italia”, i Comuni possano attivarsi nella richiesta di immobili demaniali anche su proposta degli enti gestori di edilizia residenziale pubblica ai fini del citato comma.
Rifinanziare il fondo per l’abbattimento delle barriere architettoniche.
Avviare un confronto con le multiutility che gestiscono i servizi pubblici di gas ed energia elettrica
per definire uno strumento di sostegno (bonus per fasce di reddito inferiori) ai nuclei assegnatari disagiati economicamente.
Promuovere la mobilità orizzontale per gli inquilini al fine dell’ottimizzazione (mq) del patrimonio dell’edilizia pubblica.
Partecipazione attiva e maggior coinvolgimento dei comitati di quartiere con funzioni propositive e di controllo sociale del territorio. Promuovendo, anche attraverso le associazioni regionali, la sottoscrizione d’intesa, convenzioni per addivenire in ogni territorio all’approvazioni della carta dei servizi che declini i diritti degli enti e degli inquilini riconoscendo il diritto di iscrizione per delega.
Conferenza programmatica; in considerazione del confronto europeo per la definizione delle raccomandazioni della commissione HOUS, del dibattito e delle proposte avanzate da vari soggetti anche in relazione al tavolo di confronto aperto al MIT sul piano casa, Federcasa e Sunia, Sicet, Uniat e Unione Inquilini avanzano la proposta di indire una conferenza programmatica con la partecipazione di Governo, ANCI, Conferenza delle Regioni, Sindacati ed operatori di social housing con l’obiettivo di definire con chiarezza gli obiettivi di una nuova politica abitativa..
Dott. Emiliano Cardia - Ufficio Europa Federcasa GM di StartHub Solutions - Strategic Planning & Development Services
In diretta dall’Europa
Al via lo studio degli emendamenti al Progetto di relazione sulla Crisi degli Alloggi nell’Unione
Mesi fa avevamo parlato della bozza di Progetto di relazione sulla Crisi degli alloggi nell’Unione Europea del relatore Borja Giménez Larraz. Il testo è stato prodotto nell’ambito dei lavori della Commissione speciale HOUS costituita presso il Parlamento Europeo. Come sappiamo bene, negli ultimi anni, la crisi degli alloggi ha assunto una dimensione strutturale nell’Unione Europea: l’aumento dei valori di costruzione e dei relativi prezzi degli immobili, la scarsità di edilizia residenziale pubblica, la necessità di efficientare e valorizzare il patrimonio esistente e il crescente impatto della speculazione immobiliare hanno amplificato le disuguaglianze sociali e territoriali.
Oggi oltre 80 milioni di cittadini europei vivono in condizioni di sovraffollamento o con costi abitativi superiori al 40% del reddito disponibile, con una crisi che colpisce in modo particolare i giovani, le famiglie monoparentali, gli anziani e i lavoratori a basso reddito, oltre ovviamente al nostro inquilinato che è spesso costituito da famiglie con redditi bassissimi, spesso in sogli di povertà e a rischio di disagio sociale.
Il progetto di relazione mira a: promuovere il diritto universale a un alloggio dignitoso come principio vincolante delle politiche europee; favorire la realizzazione di abitazioni sostenibili e ad alta efficienza energetica, in linea con il Green Deal europeo; garantire affitti e prezzi accessibili mediante strumenti fiscali, normativi e finanziari coordinati a livello UE; migliorare la coesione territoriale, sostenendo le aree rurali e le città medie nella pianificazione urbanistica sostenibile.
Al momento sono stati presentati 1456 emendamenti, presentati dai diversi gruppi politici e commissioni associate, e la task force della Commissione li sta analizzando.
Le principali aree tematiche degli emendamenti possono essere suddivise come segue:
1. Governance e competenze UE, con circa 250 emendamenti che chiedono un maggiore ruolo di coordinamento dell’UE nelle politiche abitative, con l’introduzione di un quadro giuridico europeo per il diritto alla casa;
2. Finanziamenti europei, con oltre 300 emendamenti che mirano a rafforzare il ruolo del Fondo sociale europeo plus (FSE+), della Banca europea per gli investimenti (BEI) e del Fondo per una transizione giusta nel cofinanziare progetti abitativi;
3. Sostenibilità e innovazione edilizia, con circa 200 emendamenti focalizzati sull’efficienza energetica, il riciclo dei materiali da costruzione e l’economia circolare;
4. Affitti e prezzi accessibili, con numerosi emendamenti, oltre 400, che richiedono misure dirette per stabilizzare i mercati immobiliari, contrastare la speculazione e sostenere l’edilizia residenziale pubblica;
5. Inclusione sociale e gruppi vulnerabili, con circa 300 emendamenti che pongono l’accento sulle esigenze di migranti, studenti, persone con disabilità e senzatetto.
Le proposte chiave per la versione definitiva della relazione che dovrebbe essere prodotta in gennaio 2026 prevedono innanzitutto l’introduzione di un Pilastro europeo per l’abitazione, che definisca standard minimi di dignità e qualità abitativa, creando una sorta di “Patto europeo per la casa sostenibile”, con obiettivi vincolanti al 2030 di riduzione del costo medio dell’alloggio.
In diretta dall’Europa
Altro asse prioritario sarà costituito dallo sviluppo dei partenariati pubblico-privati per la costruzione di alloggi sociali e per il riuso del patrimonio edilizio esistente.
Una priorità ulteriore è rappresentata dalla riforma del quadro fiscale europeo, con incentivi per gli affitti calmierati e penalizzazioni per gli immobili lasciati vuoti a cui verrà affiancata l’integrazione degli obiettivi abitativi nei Piani nazionali per l’energia e il clima (PNEC) e nei programmi di coesione 2027+.
La road map dei lavori della Commissione HOUS dovrebbe prevedere un primo processo di mediazione sugli emendamenti, che proseguirà nelle prossime settimane con l’obiettivo di raggiungere un testo di compromesso equilibrato, capace di coniugare la dimensione sociale e sostenibile della politica abitativa europea entro l’inizio del nuovo anno e, successivamente, una proposta definitiva prevista per il mese di marzo 2026.
La sfida è rendere la casa non soltanto un bene economico, ma un diritto sociale europeo, in linea con i principi della solidarietà e dell’inclusione.
Al riguardo, come Federcasa, stiamo monitorando gli emendamenti di nostro particolare interesse, alcuni dei quali derivano proprio dalla nostre proposte specifiche, avanzate fina dalla prima audizione del maggio scorso, dai continui contatti e relazioni con i MEP italiani, membri della Commissione e anche con l’ultimo e più recente incontro a Bruxelles, alla presenza della Presidente On. Tinagli, dell’On. Falcone, degli Assistenti della Vicepresidente On. Sberna, dell’On. Tovaglieri, dell’On. Tridico..
Dott.ssa Elisabetta Maggi
Responsabile Rapporti Istituzionali presso ISPRO Istituzioni e Progetti S.r.l.
L’Agenda parlamentare
Bonus casa
Arrivati quasi alla fine del 2025 e con in discussione la manovra di bilancio per il 2026, è stato ritenuto opportuno predisporre una scheda riepilogativa sui “bonus casa”, quelli operativi nel corso dell’anno che si avvia a conclusione e quelli che saranno ancora utilizzabili nel 2026.
Bonus casa o bonus ristrutturazioni
Tale bonus è regolamentato dall’Art. 16-bis del D.P.R. n. 917/86 (Testo Unico delle Imposte sui Redditi) il quale prevede una detrazione IRPEF del 36% delle spese sostenute per interventi di recupero sul patrimonio edilizio, fino a un massimo complessivo di 48.000 € per ciascuna U.I.
Questa detrazione è stata incrementata, per la prima casa, al 50% con un massimale di 96.000 € per la prima volta con il D.L. n. 83/2012 ed è stata costantemente prorogata fino alla scadenza attuale, stabilita dalla Legge di Bilancio 2025 (lg. 207 del 30 dicembre 2024), cioè il 31 dicembre 2025. Sulle spese per lavori di ristrutturazione su una seconda casa spetta la detrazione fiscale del 36% fino al 31 dicembre 2025 con il massimale di 96.000 € per ciascuna unità immobiliare.
La detrazione va ripartita in 10 quote annuali di pari importo.
Dal 1° gennaio 2026 la detrazione sarebbe dovuta tornare alla misura ordinaria del 36% e con il limite di 48.000 euro per la prima casa e del 30%, sempre con il massimale di 48.000 euro per le seconde case.
Con il disegno di legge di bilancio attualmente in discussione in Parlamento (S. 1689, art. 9), viene prorogata anche per l’anno 2026 l’aliquota agevolata del 50 % per le spese sostenute dai titolari di diritto di proprietà o di diritto reale di godimento sull’unità immobiliare adibita ad abitazione principale e del 36% per
le seconde case. Il massimale rimane in entrambi i casi di 96.000 euro.
Dal 2027, salvo successive ulteriori modifiche, le aliquote scenderanno al 36% per la prima casa ed al 30% per le seconde.
L’incentivo interessa le persone fisiche e le società di persone tenute al pagamento dell’Irpef. Un elenco esaustivo dei soggetti che possono utilizzare il bonus casa comprende:
. i proprietari e i nudi proprietari degli immobili sui quali si eseguono gli interventi;
. i titolari di diritti reali o personali di godimento;
L’Agenda parlamentare
. i locatari e comodatari dell’edificio;
. i soci di cooperative a proprietà divisa, gli assegnatari di alloggi e i soci di cooperative a proprietà indivisa (come detentori);
. gli imprenditori individuali;
. i soggetti indicati all’articolo 5 del Tuir, produttori di redditi in forma associata per le società semplici, le società in nome collettivo, le società in accomandita semplice e le imprese familiari.
Sismabonus
Il Sismabonus è disciplinato principalmente dall’articolo 16 del Decreto-Legge n. 63/2013, convertito con modificazioni dalla Legge n. 90/2013, che ha introdotto le detrazioni per interventi di adozione di misure antisismiche sugli edifici. Successivamente, la normativa è stata più volte modificata e prorogata da vari provvedimenti tra cui, da ultimo, dalla legge di Bilancio 2025 (lg. 207 del 30 dicembre 2024), che ne ha previsto l’applicabilità fino al 2027 con aliquote decrescenti (50% per prime case nel 2025, poi 36% e 30% negli anni successivi).
Il disegno di legge di bilancio 2026, attualmente all’esame del Senato, ha previsto che rimangano in vigore per tutto il 2026 le detrazioni per la messa in sicurezza antisismica e per l’acquisto di immobili antisismici. In particolare, quindi, le due agevolazioni sismabonus opereranno nel seguente modo: . il sismabonus lavori (art. 16-bis del TUIR), opererà
con detrazione al 50% per la prima casa e al 36% sulle altre; i destinatari ultimi dell’agevolazione sono le imprese di costruzione o di ristrutturazione.
. il sismabonus acquisti (art. 16 comma 1-septies del DL 63/2013) che prevede un sostegno fiscale per l’acquisto di case antisismiche, opererà con detrazione al 50% per la prima casa e al 36% sulle altre. I beneficiari sono coloro che acquistano nuove unità abitative antisismiche.
Senza questo intervento normativo dal 1° gennaio 2026 le aliquote sarebbero scese al 36% per le prime case e al 30% per le seconde, come previsto dal regime a scalare introdotto nel 2024.
Salvo nuove modifiche, nel 2027 l’aliquota del sismabonus scenderà al 36% per gli interventi realizzati sulle prime case e al 30% per gli interventi realizzati su abitazioni diverse dalla prima casa e altre tipologie di immobili.
Ecobonus
L’Ecobonus è stato istituito con l’Art. 14 del D.L. n. 63/2013, ed è un incentivo concesso per gli interventi di miglioramento energetico su immobili e edifici residenziali esistenti.
Gli interventi ammessi sono: la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale (riscaldamento) con impianti dotati di generatori anche non a condensazione, scambiatori per teleriscaldamento, caldaie a biomassa, impianti di co/tri-generazione, impianti geotermici ed interventi di isolamento dell’involucro (coibentazione), infissi.
Fino a tutto il 2024 le detrazioni variavano in base agli interventi effettuati.
Nel 2025 e nel 2026 la detrazione prevista, spalmabile su 10 anni, è del 50% delle spese sostenute per la prima casa e del 36% per le seconde case. Dal 2027, salvo successive modifiche si passerà al 36% per la prima case ed al 30% per le seconde case.
Bonus barriere architettoniche
La Legge di Bilancio 2022 (lg. 234/2021, art. 1, comma 42) ha introdotto il Bonus Barriere Architettoniche, prorogato poi dalla Legge di Bilancio 2023 (lg. L. 197/2022) fino al 31 dicembre 2025.
Consiste in una detrazione fiscale del 75% sulle spese sostenute per interventi finalizzati all’eliminazione delle barriere architettoniche in edifici già esistenti, ripartite in 5 rate annuali (o 10 rate per spese sostenute dal 2024 in poi).
Con il Decreto-legge 28 dicembre 2023 n. 212 convertito con legge n. 17 del 22 febbraio 2024 il bonus barriere è stato limitato solo ad interventi per scale, rampe, ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici. Con il Decreto-legge n. 39/2024 è stata prevista l’abolizione dello sconto in fattura e della cessione del credito per la maggior parte dei casi. Questi i massimali di spesa:
. 50.000 € per edifici unifamiliari o unità indipendenti con accesso autonomo.
. 40.000 € per edifici da 2 a 8 unità (moltiplicato per il numero di unità).
. 30.000 € per edifici con più di 8 unità (moltiplicato per il numero di unità)
Il disegno di legge di bilancio 2026, attualmente in corso di esame in Senato, non ha previsto la proroga di tale bonus.
Bonus mobili
Il Bonus Mobili è stato introdotto nel 2013 con il D.L. 63/2013 (art. 16, comma 2), collegato al Bonus Ristrutturazioni.
La disciplina è contenuta nell’art. 16-bis del TUIR e nelle successive Leggi di Bilancio, che ne hanno prorogato la validità anno per anno.
Tale bonus prevede la possibilità di usufruire di una detrazione IRPEF del 50% per l’acquisto di arredi e grandi elettrodomestici destinati ad immobili oggetto di ristrutturazione. Nel dettaglio queste le spese ammesse: mobili nuovi (letti, armadi, tavo -
li, sedie, divani, materassi, apparecchi di illuminazione), grandi elettrodomestici: di classe minima A (forni), E (lavatrici, lavastoviglie), F (frigoriferi e congelatori).
La Legge di Bilancio 2025 (L. 207/2024) lo ha prorogato per tutto il 2025 e la bozza Legge di Bilancio 2026 ha previsto una ulteriore proroga fino al 31 dicembre 2026.
Il massimale di spesa concesso, dagli iniziali 10.000 € è sceso ad 8.000 € nel 2023 ed è stato di 5.000 € per ciascuno degli anni 2024 e 2025. Lo stesso importo è previsto nel disegno di legge di bilancio per il 2026 in esame al Senato.
È fondamentale che gli interventi di ristrutturazione siano iniziati al massimo un anno prima delle spese sostenute.
Bonus verde
Il Bonus Verde, che consentiva di riqualificare le aree verdi di edifici privati, offrendo una detrazione del 36% su una spesa massima di 5.000 €., è scaduto il 31 dicembre 2024.
Superbonus
La legge di bilancio del 2022 ha prorogato l’agevolazione del Superbonus, inizialmente introdotta dal Decreto-legge n. 34 del 2020 convertito dalla legge n. 77/2020, prevedendo scadenze diverse a seconda delle tipologie di intervento e dei soggetti che sostengono le spese.
Questa la disciplina in vigore nel 2025:
Aliquota detrazione:
. 110% fino al 31 dicembre 2023 (per chi aveva i requisiti).
. 70% per spese sostenute nel 2024.
. 65% per spese sostenute nel 2025 (salvo eccezioni per aree sismiche)
Ripartizione:
. 4 rate annuali per spese 2024-2025.
L’Agenda parlamentare
. Possibilità di ripartire in 10 anni le spese 2023 (opzione introdotta dalla L. 207/2024)
Scadenze chiave:
. Per accedere nel 2025, CILAS presentata entro il 15 ottobre 2024 (o titolo abilitativo per demolizione/ricostruzione).
. Delibera condominiale approvata entro la stessa data. Beneficiari ammessi nel 2025:
Condomini.
. Persone fisiche su edifici da 2 a 4 unità immobiliari.
. Dal 2024 è stata eliminata la possibilità di usufruire della cessione del credito e dello sconto in fattura, salvo deroghe per aree sismiche e casi particolari.
Proroga speciale fino al 2026
In base a quanto previsto nel disegno di legge di bilancio in esame al Senato, il Superbonus al 110% resta solo per Comuni colpiti da eventi sismici (Abruzzo, Lazio, Marche, Umbria)..
IRES ridotta e IACP
Il Consiglio dei Ministri n. 149 del 20 novembre 2025 ha approvato, in via definitiva, il Decreto legislativo recante “Disposizioni integrative e correttive in materia di IRPEF e IRES, di fiscalità internazionale, di imposta sulle successioni e donazioni e di imposta di registro, nonché di modifica allo statuto dei diritti del contribuente e ai testi unici delle sanzioni tributarie amministrative e penali, dei tributi erariali minori, della giustizia tributaria e in materia di versamenti e di riscossione”.
Il provvedimento non va a modificare la normativa vigente relativa all’IRES per le aziende che gestiscono l’edilizia residenziale pubblica.
La situazione per l’IRES è la seguente:
• L’art. 6, comma 1 lett. c-bis del DPR n. 601 del 29 settembre 1973 aveva previsto la riduzione del 50% dell’imposta sul reddito per le persone giuridiche per gli Istituti autonomi case popolari, comunque denominati, e loro consorzi.
• Tale articolo è stato formalmente abrogato dal comma 51 della legge n. 145 del 2018 , ma si tratta di una cancellazione condizionata: il successivo comma 52 prevede, infatti, che l’agevolazione contenuta nell’art. 6 del DPR 601/1973 (quella che consente di ridurre l’IRES del 50%) rimanga operativo fino a quando non verranno introdotte altre misure alternative di favore. Il comma 52-bis stabilisce che “Con successivi provvedimenti legislativi sono individuate misure di favore, compatibili con il di-
ritto dell’Unione europea, nei confronti dei soggetti che svolgono con modalità non commerciali attività che realizzano finalità sociali nel rispetto dei principi di solidarietà e sussidiarietà. È assicurato il necessario coordinamento con le disposizioni del codice del Terzo settore, di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117”.
• Nel frattempo, sono intervenute alcune circolari dell’Agenzia delle Entrate (circolare 15/E del 17 maggio 2022 e circolare 35/E del 28dicembre 2023) per fornire chiarimenti sui soggetti che possono effettivamente beneficiare della riduzione
del 50% dell’IRES. In particolare, oltre a rientrare nell’elenco previsto dall’art. 6 del DPR 601/1973, occorre guardare anche alla natura reale delle attività svolte che devono essere meritevoli in senso sociale/istituzionale.
In conclusione, quindi, l’IRES al 12% anziché al 24% continua ad essere applicabile agli IACP ed enti assimilati costituiti ed operanti alla data del 31 dicembre 2013 e che svolgano, con modalità non commerciali, attività che realizzino finalità sociali nel rispetto dei princìpi di solidarietà e sussidiarietà..
Ing. Luca Rollino
C2R Energy Consulting-Xori Group per Federcasa
Futuro sostenibile
Da un capo all’altro della Riviera: il modello
Imperia arriva alle Pianazze con LIFE 2025
Il Programma LIFE è lo strumento con cui l’Unione europea sostiene da oltre trent’anni le politiche ambientali e climatiche, accompagnando gli Stati membri nella transizione delineata dal Green Deal e dalle strategie su biodiversità, economia circolare, adattamento climatico ed energia pulita. Il ciclo attuale, LIFE 2021-2027, dispone di una dotazione complessiva di oltre 5,4 miliardi di euro ed è articolato in due filoni, Ambiente e Azione per il clima, a loro volta suddivisi in quattro sottoprogrammi: Natura e biodiversità, Economia circolare e qualità della vita, Mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, Transizione all’energia pulita. Il programma finanzia diverse tipologie di progetti: dalle azioni standard ai progetti strategici, dalle iniziative di assistenza tecnica alle azioni di coordinamento e supporto, con tassi di cofinanziamento variabili in base alla tipologia e all’area di intervento.
Il nuovo Programma di lavoro pluriennale 2025-2027, pubblicato a inizio anno, aggiorna obiettivi, priorità tematiche e risorse disponibili: 2,335 miliardi di euro per l’intero triennio, di cui il 66% destinato ai sottoprogrammi del settore Ambiente e il 34% a quelli dedicati al Clima. Il documento definisce inoltre gli ambiti di intervento prioritari, le procedure di partecipazione, i criteri di valutazione delle proposte e la ripartizione dei fondi, facilitando la pianificazione pluriennale da parte di amministrazioni, enti pubblici, imprese e organizzazioni del terzo settore.
Nell’ambito di questo quadro strategico, il 24 aprile 2025 la Commissione europea ha pubblicato i bandi LIFE 2025, con una dotazione complessiva di circa 596 milioni di euro. Le “Call for proposals”, terminare a fine settembre, hanno riguardato tutte le principali tipologie di sovvenzione: i progetti di azione standard (SAP), i progetti strategici per la natura (SNaP) e quelli integrati (SIP), le azioni di assistenza tecnica per la preparazione o la replicazione dei progetti, i progetti preparatori legati a specifiche priorità legislative e, per il sottopro -
Energy Consulting-Xori Group per Federcasa
gramma “Energia pulita”, le azioni di coordinamento e supporto. A queste si aggiungono le sovvenzioni di funzionamento per le organizzazioni senza scopo di lucro impegnate nell’attuazione delle politiche europee in materia di ambiente, clima ed energia.
L’esperienza di Imperia rappresenta oggi il punto di partenza fondamentale di cui si intende ereditare metodo, pratiche e sensibilità, per riprovarci e sviluppare un nuovo progetto Life 2025 in terra ligure. Tutto nasce con BE-WoodEN, l’unico progetto italiano finanziato dalla call LIFE 2023, coordinato dal Dipartimento di Architettura e Design dell’Università di Genova insieme alla Regione Liguria. Un’iniziativa concepita per rafforzare le competenze di professionisti, tecnici e studenti nella rigenerazione degli spazi urbani secondo i principi del New European Bauhaus – bellezza, sostenibilità e inclusione – e per sperimentare soluzioni concrete in un contesto reale di social housing. Protagonista del progetto è l’edificio di via Pirinoli 47, oggetto all’epoca di una recente acquisizione da parte di Arte Imperia: un immobile da riqualificare per ricavarne appartamenti e spazi comuni destinati a persone anziane in condizioni di fragilità, concepito come un laboratorio vivo, capace di mettere in dialogo ricerca, artigianato, progettazione partecipata e dimensione sociale.
All’inizio del 2025 poi BE-WoodEN è entrato nel vivo. Al Museo del Mare di Imperia si è aperta la fase laboratoriale dedicata all’ascolto degli stakeholder
locali, con professionisti e innovatori arrivati da tutta Europa per contribuire al percorso progettuale. La proposta di intervento vincitrice entrata concretamente in cantiere è stata annunciata a inizio marzo. L’occasione ha coinciso con un evento di rilievo: per la prima volta nella storia si è riunita a Imperia la Giunta nazionale esecutiva di Federcasa, rafforzando il ruolo della Liguria come laboratorio nazionale sulle politiche della casa. Per Regione Liguria – come ha sottolineato l’assessore Marco Scajola – l’obiettivo è affiancare ai cantieri tradizionali attività di innovazione, scambio di competenze e sperimentazione, da applicare prima in via Pirinoli e poi in altri alloggi ERP del territorio. Il progetto ha assunto un valore strategico anche per Arte Imperia, che vede nell’azione pilota un’occasione per ripensare l’abitare insieme ai cittadini, in un processo partecipativo che coinvolge comunità, stakeholder, professionisti, artigiani e artisti. Dalla prospettiva accademica, l’Università di Genova ha ribadito invece l’importanza di un partenariato europeo ampio che coinvolga Stati, enti locali, istituzioni accademiche, imprese, capace di integrare competenze interdisciplinari per portarle all’interno di un caso concreto di social housing innovativo. Un’esperienza che, come ricorda anche Federcasa, contribuisce alla definizione di nuove politiche abitative e di strumenti capaci di elevare la qualità dell’abitare pubblico. Ed è proprio questo l’intreccio di competenze, comunità e sperimentazione appreso durante questo percorso, che oggi
C2R
Regione Liguria si prepara a trasferire in un nuovo contesto: il quartiere Pianazze, alla Spezia.
Alle Pianazze della Spezia l’urbanizzazione più recente convive con tracce di un passato rurale, e il quartiere si presenta come un mosaico di forme, proporzioni e stagioni differenti della città. L’impatto visivo è quello di un’architettura stratificata, dove i condomìni moderni e slanciati dialogano – a volte con armonia, altre volte per contrasti – con edifici più bassi, attività commerciali sparse e qualche costruzione ormai segnata dal tempo e abbandonata.
È un quartiere cresciuto per stratificazioni successive e che, nel tempo, ha conosciuto anche momenti di fatica: spazi pubblici che alternano aree curate ad altre in attesa di una manutenzione più costante, zone verdi che conservano la memoria del vecchio Parco dei Cigni, situazioni di malessere segnalate costantemente dai residenti e dalle associazioni. I segni del degrado sono quelli tipici di altri contesti simili: l’abbandono dei rifiuti, l’usura e la trascuratezza delle strutture, la fragilità di alcuni immobili ERP. Eppure, Pianazze rimane un quartiere vivo, attraversato ogni giorno da chi ci abita, lavora o frequenta il vicino centro sportivo, sostenuto da una comunità che chiede soltanto più attenzione per vivere nella normalità.
È in questo quadro – fatto di criticità reali ma anche di potenzialità che aspettano solo di essere attivate – che arriva quindi Life 2025, il nuovo progetto appena annunciato con cui si punta a trasferire
alle Pianazze l’esperienza maturata a Imperia con BE-WoodEN. Regione Liguria ha risposto alla Call 2025 del bando diretto della Commissione Europea con la decisione di lavorare sull’edilizia pubblica del quartiere. La proposta è ora in fase di valutazione e l’esito arriverà entro 4-6 mesi. In caso di approvazione, sarà pubblicato un bando per selezionare un gruppo di esperti incaricati di sviluppare il progetto, che durerà quattro anni e coinvolgerà numerosi studiosi ed esperti, fra cui l’Università degli Studi di Genova, l’University of Primorska (Slovenia), Eurovertice (Spagna), Itinerari Paralleli e l’Arte dell’Emilia-Romagna. Con un obiettivo condiviso: ripristinare servizi ecosistemici nelle aree urbane e periurbane attraverso processi di pianificazione partecipata, attivazione comunitaria e l’uso di materiali sostenibili, come il legno, secondo l’approccio del New European Bauhaus.
Per la Liguria significa capitalizzare quanto già sperimentato a Imperia: un’azione pilota che ha introdotto nuovi modelli abitativi per anziani e persone fragili, integrando arredi modulari in legno e una struttura site-specific concepita insieme alla comunità locale. Non un semplice cantiere edile, ma un laboratorio di progettazione condivisa, capace di mettere a sistema ricerca, artigianato, sociale e rigenerazione del patrimonio ERP.
Alle Pianazze l’intento è replicare – adattandolo al contesto – questo stesso paradigma. L’area scelta è appunto quella delle case popolari di via delle Pianazze, un tessuto complesso dal punto di vista
edilizio e sociale. Qui Life-2025 prevede un intervento ampio di riqualificazione, l’impiego di materiali sostenibili, la ristrutturazione di parti comuni, e soprattutto un percorso di lavoro insieme a residenti, associazioni e stakeholder locali per definire le priorità di intervento. Tra le ipotesi progettuali rientra anche la realizzazione di una piccola struttura esterna – una terrazza verde o un tetto verde – pensata come spazio di raffrescamento e incontro, con soluzioni basate sulla natura accessibili soprattutto agli anziani. Il budget complessivo previsto è di 2,5 milioni di euro, di cui 250 mila dedicati alla nuova struttura esterna.
Per l’assessore Marco Scajola questa è la naturale evoluzione di un percorso iniziato a Imperia: «Trasferiremo al quartiere delle Pianazze le competenze e le buone pratiche maturate con il progetto pilota, mettendo la comunità al centro. Accanto al lavoro quotidiano di manutenzione degli alloggi pubblici, vogliamo affiancare attività che ci consentano di crescere, sperimentare e condividere modelli innovativi a livello europeo». Una visione confermata anche dagli uffici regionali, che sottolineano come l’adesione a Life-2025 rappresenti una scelta politica precisa: non calare interventi dall’alto, ma co-progettarli con il territorio.
Se Imperia è stata il laboratorio, La Spezia diventa quindi la prova di maturità. Alle Pianazze l’innovazione si confronterà con le fragilità del quotidiano: la sfida sarà far incontrare ricerca e scala umana, sostenibilità e vita di quartiere, tecnologie del legno
e bisogni reali degli abitanti. È qui che si gioca la vera partita del progetto: non solo riqualificare edifici, ma generare fiducia, appartenenza, possibilità. E farlo insieme..
C2R Energy Consulting-Xori Group per Federcasa
Federazione italiana per le case popolari e l’edilizia sociale Via Napoleone III, 6 - 00185 Roma telefono 06 888 117 20 e-mail federcasa@federcasa.it website federcasa.it