effe_numero 27_IACP Siracusa

Page 1


Competenze, scelte, protagonisti

Indice dei contenuti

Editoriale

Parola al Presidente

Parola al Direttore

Presentazione IACP Siracusa

Intervista a Salvatore di Salvo

Fotonotizia

Abitare sociale a Lentini

Sportello Energia - ARTE Imperia Save

Testi a cura dell’Ufficio Stampa e Relazioni esterne di Federcasa

Direzione creativa e progetto grafico MF

Editoriale

Giada di Miceli

Responsabile relazioni esterne e dell’ufficio segreteria

Il numero di questo mese è dedicato all’IACP di Siracusa, che ha compiuto cento anni nel 2013 e tutt’oggi non li dimostra.

L’Istituto Autonomo Case Popolari di Siracusa gestisce un patrimonio immobiliare che ad oggi conta 3.803 alloggi su base provinciale, 192 alloggi di proprietà della Regione Siciliana, 34 alloggi dei comuni del comprensorio e 33 unità di immobili con destinazione diversa da quella residenziale.

A partire dal 2022 l’Istituto è intervenuto grazie alle opportunità del programma PNRR “Sicuro, Verde e Sociale”: complessivamente ci sono stati finanziati 18 progetti, per un ammontare di circa 27 milioni di euro, grazie ai quali si è potuto intervenire per il risanamento strutturale e l’efficientamento energetico di diversi complessi abitativi dislocati in tutta la provincia.

All’interno del periodico, potrete apprezzare una lunga intervista al Commissario Straordinario Di Salvo che entra nel merito delle numerose tematiche che accomunano tanti Presidenti.

Dettagliata e precisa anche la descrizione dell’Iacp; il Direttore Cannarella ci espone con dovizia di particolari diversi interventi di adeguamento sismico e riqualificazione energetica e delle partnership con i comuni della Provincia.

Luca Rollino nella sua rubrica mensile si dettaglia tutti i cambiamenti che nel corso degli anni ha af-

frontato Siracusa, le evoluzioni e gli ‘ammodernamenti’ stilistici.

Emiliano Cardia nel suo spazio dedicato all’Ufficio Europa, ci racconta com’è andata l’Audizione in Commissione speciale sulla crisi abitativa nell’Unione europea; la commissione, con un mandato di 12 mesi, ha il compito di analizzare le cause profonde della carenza di alloggi, valutare l’efficacia dei finanziamenti e delle norme UE e di individuare soluzioni sostenibili e accessibili.

Invito tutti gli associati a consultare il Sito di Federcasa, sempre aggiornato con tutte le informazioni che riguardano la Federazione e vi ricordo di segnalarmi tutte le notizie che vorreste evidenziare inviandole all’indirizzo dimiceli@federcasa.it.

Per restare sempre aggiornati sulle nostre pubblicazioni seguiteci su: issuu.com/federcasa..

Grande opportunità per i nostri Enti

È con estremo piacere che vi aggiorno di quanto avvenuto e sullo stato dell’arte della Misura 7 - Investimento 17 RepowerEU del PNRR, destinata l’efficientamento del patrimonio pubblico dell’Edilizia Residenziale Pubblica.

Lo Strumento finanziario, come ben sappiamo, era già stato previsto dal comma 513 della Legge di Bilancio di previsione dello Stato 2025, destinando al nostro comparto ben 1.381 milioni di euro, è finalmente arrivato alla sua fase operativa. La Conferenza Unificata, infatti, ha dato il via libera al Decreto interministeriale attuativo, firmato dai Ministri Foti e Giorgetti, e da pochi giorni, dopo il vaglio definitivo della Corte dei conti, il provvedimento è stato finalmente pubblicato ed è quindi ufficiale.

Il Decreto definisce le regole attuative, i tempi, i criteri e le procedure per la candidatura dei nostri progetti, che dovranno raggiungere la soglia minima di 10 milioni di euro fino a 30 milioni, e prevede comunque quali soggetti beneficiari le ESCo; pertanto, in questi prossimi mesi dovremo attivarci in un’intensa attività di predisposizione dei progetti o di adattamento di quelli esistenti e già approvati, alle nuove regole di candidatura a valere sulla M7-I17.

In stretto coordinamento con la Presidenza del Consiglio dei ministri e il GSE - Soggetto attuatore, abbiamo avviato la fase di comunicazione della Misura, organizzando come Federcasa ancora prima della

pubblicazione del provvedimento il primo momento ufficiale e pubblico di presentazione delle disposizioni attuative, con la partecipazione di ben oltre 325 stakeholder collegati, che hanno aderito e partecipato all’iniziativa.

Abbiamo anche organizzato, la settimana successiva, in considerazione degli accordi stipulati in questi mesi con ANCI e la Conferenza delle Regioni, un’ulteriore Agorà rivolta in specifico agli Enti locali, cui anche in questo cosa, hanno partecipato oltre 220 Comuni di tutta Italia.

Lunedì 26 maggio sono stati attivati, inoltre, i Tavoli tecnici che si ripeteranno fino almeno a luglio prossimo, per rispondere a tutti i quesiti che le Aziende, gli Enti, le ESCo vorranno porre in merito all’attuazione della Misura e alla candidatura dei relativi progetti. Al riguardo, come Federcasa, visto il nostro ruolo di collaborazione attiva e concreta nella fase iniziale di definizione della Misura e anche oggi di supporto tecnico-operativo alla Struttura di Missione della Presidenza del Consiglio e del GSE, stiamo siglando una convenzione specifica che prevede tutte le attività e servizi che dovremo attivare ed erogare non soltanto ai nostri Associati, ma anche ai Comuni e Enti che dovessero contattarci direttamente per chiarimenti e tutoring.

Adesso tocca alle nostre Aziende immaginare e candidare gli interventi già pronti e in corso di de -

finizione, avendo ben chiara la prossima scadenza inderogabile di giugno 2026, al fine di consentire la maggiore efficacia possibile di questa opportunità storica per il nostro comparto, pur avendo ben chiari alcuni elementi strutturali che rendono la fase di avvio e ricerca dei partner cui affidare progettazioni e opere un po’ complesse e articolate.

Per questi motivi, in piano accordo con il GSE e la Presidenza del Consiglio, abbiamo inteso individuare un Coordinatore della Misura e una figura dedicata interna alla Federazione oltre ad attivare un Team di lavoro, costituito principalmente da esperti nei fari settori tecnico, gestionale, legale e amministrativo, che possano supportare in ogni fase l’attività dei RUP, per garantire che lo strumento finanziario a sostegno dei nostri investimenti, trovi applicazioni adeguate e coerenti con le necessità dei territori di riferimento.

Come sempre ci siamo adoperati e cercheremo di essere un punto di riferimento soprattutto per gli associati di Federcasa, ma anche per gli altri stakeholder che ci contatteranno attraverso il canale unico di raccolta delle varie domande, che abbiamo attivato in specifico per la Misura, ossia la mail m7i17.pnrr@federcasa.it.

È stata attivata anche una sezione speciale sul sito www.federcasa.it cercando nella banda in alto sulla voce Attività e quindi sull’opportunità, dove potrete

trovare tutti i documenti ufficiali pubblicati, i video delle Agorà e dei Tavoli Tecnici, oltre ai quesiti a cui

è già stata data risposta.

Contattateci per ogni domanda e per eventuali dubbi, oltre che per attivare i servizi del Team anche per la vostra azienda..

Valorizzare la proprietà pubblica

L’emergenza casa continua ad essere un tema di grande attualità soprattutto quando vengono a mancare risorse e la semplificazione non decolla. Federcasa è in prima linea e attraverso proposte, incontri ha l’obiettivo di tenere alta l’attenzione. È necessario un piano organico e pluriennale che metta il Tema Casa al centro del dibattito non solo politico ma anche sociale e lavorativo. Sociale per attenuare le tensioni e il disagio che giorno dopo giorno si manifestano, lavorativo per l’impulso economico che potrebbe derivare.

Parallelamente attraverso l’Osservatorio ERP (che Federcasa segue con grande attenzione) si monitora la situazione sulla condizione abitativa. Tutto questo e altro determina e conferma il dato di una mancanza di alloggi.

Varie stime riportano numeri che spaziano da 600.000 a 800.000 in termini di carenza con costi che superano ampliamente i 20.000.000.000. Con queste cifre risulta impossibile affrontare il problema pensando ad una risoluzione immediata. L’approccio deve essere di carattere programmatico ipotizzando interventi di carattere urgente accompagnati da una visione di sviluppo pluridecennale. La priorità o emergenza casa (concentrandosi maggiormente sulla Edilizia Residenziale Pubblica) ha un perimetro molto preciso. La proprietà pubblica deve essere valorizzata e mantenuta dal proprietario Pubblico. Su questo principio non ci

possono essere dubbi. Vero che il pubblico non potrebbe sostenere interamente questa spesa ma la sua presenza è fondamentale per sostenere e proporre partecipazioni private.

Insieme pubblico e privato (primi segnali positivi sono PPP) possono correre insieme. Laddove il pubblico investe anche il privato concorre. Gli obiettivi e gli interessi potranno essere diversi ma il risultato sarà comune, eliminare il degrado edilizio, urbanistico e restituire alla città la sua funzione di aggregazione e di accoglienza. Pensare che

lo Stato non possa sopportare un risparmio dello 0,1% del Bilancio da destinare (attraverso un piano di interventi pluriennali) ad un rilancio dell’edilizia residenziale pubblica mi sembra assolutamente improbabile.

Se il tema casa viene considerato una priorità allora questo potrebbe essere una soluzione. Risorse che produrrebbero lavoro (sappiamo bene quanto l’edilizia nel nostro Paese genera reddito e manodopera) e contribuirebbero a iniziare un primo momento di rigenerazione urbana e sociale degna di un grande paese.

Federcasa è presente e grazie all’azione di tutti si impegna a favorire azioni di sviluppo e soluzioni operative..

IACP Siracusa

Le politiche di edilizia sociale, il nostro contributo

Le origini dell’IACP nella città di Siracusa

Tenuto conto delle analoghe iniziative già avviate in molte città del Regno (Trieste, Roma, Napoli, Firenze, Bologna ecc.), una parte dell’élites cittadina, conscia delle gravi carenze abitative conseguenti alla crescita demografica che aveva interessato l’abitato di Siracusa e del forte degrado in cui versavano taluni quartieri del centro storico, per anni compressi all’interno del perimetro delle antiche mura spagnole che originariamente cingevano l’isola d’Ortigia, decise d’impegnarsi per dare risposte “al non facile problema di avere case sane e a buon mercato” da destinare a coloro i quali vivevano di solo salario.

Furono così gettate le basi, per la creazione dell’“Istituto Autonomo per le case popolari di Siracusa” ovvero di un Ente che, anche grazie all’interessamento, all’impegno e alla contribuzione dei suoi soci fondatori, da oltre centodieci anni si occupa di edilizia popolare ed economica in città e nell’ambito della intera provincia.

E cento sono, infatti, gli anni passati dal 28 giugno 1913 giorno in cui, in via Mirabella, presso la biblioteca della famiglia Gargallo, innanzi al Dottor Francesco Monteforte notaio del distretto di Siracusa, l’allora comitato promotore fatto da privati cittadini costituì l’Istituto con il fine esclusivo di compiere operazioni per le case popolari nella circoscrizione del Comune di Siracusa. Facevano parte di tale comitato oltre agli esponenti più in vista della famiglia

3.803

192

alloggi di proprietà della Regione Siciliana

34

alloggi dei comuni del comprensorio

33 alloggi su base provinciale

unità di immobili con destinazione non residenziale

Gargallo dei Marchesi di Castel Lentini numerosissimi altri personaggi della vita politica ed economica Siracusana appartenenti sia all’aristocrazia che alla borghesia urbana, per un totale di sessantuno partecipanti alla fondazione dell’Istituto. Si trattava, in buona sostanza, dello stesso gruppo di illuminati esponenti di una élite che ispirò nello stesso periodo la costituzione dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico (INDA) che costituisce ancora oggi una delle istituzioni culturali più importanti nel panorama nazionale, organizzando periodicamente, con un grande successo di pubblico internazionale, le rappresentazioni classiche al teatro greco di Siracusa.

Lo Statuto

Le prime disposizioni statutarie vennero fissate in seno all’atto costitutivo ricevuto il 28/06/1913 dal dott. Francesco Monteforte notaio in Siracusa (Ivi Reg.to il 5/07/1913 al n.ro 39) e integrate con l’atto del 31/03/1914 (Ivi Reg.to il 3/04/1914 al n.ro 1772) al fine di armonizzarle con i Regolamenti per l’esecuzione della legge sulle case popolari ed economiche, con le Circolari Ministeriali e con le risoluzioni del Consiglio di Stato. Detto statuto fu trascritto in apposito libretto (Premiata Stamperia Tipografia del “Tamburo”) in uno con il Regio Decreto del 1° novembre 1914 n. 1240 Pub. nella G.U. del Regno d’Italia n. 277 del 19/11/1914 col quale l’Istituto fu riconosciuto Ente Morale.

Il patrimonio

Il Patrimonio iniziale era costituito da Lire diecimila elargite a fondo perduto dall’allora ventisettenne Cav. Mario Tommaso Gargallo; dalle quote sociali dell’ammontare non minore di Lire cento cadauna; dalle azioni nominative di lire cinquanta cadauna in numero illimitato; dalle eventuali eredità, lasciti, donazioni ed elargizioni di enti pubblici e di privati. Il tutto per un importo complessivo in deposito presso il Banco di Sicilia di Lire 37.900 di cui Lire

27.900 versate dai soci e Lire 10.000 concesse dal Cav. Gargallo. Tali cifre, se paragonate con quelle messe a disposizione di altri Isituti del Regno, appaiono veramente modeste.

La questione abitativa in Italia

La questione abitativa negli ultimi decenni ha, purtroppo, assunto una connotazione marginale nel dibattito politico e sociale sia in ambito regionale che in ambito nazionale. In Italia si è fatta strada in particolare la tesi che la presenza di un’alta percentuale di proprietari di case costituisce un concreto ostacolo all’attuazione di politiche abitative orientate a favorire locazioni a basso canone, unitamente al fatto che i fenomeni di abusivismo edilizio e l’eccessivo “consumo del territorio” scoraggiano l’intervento pubblico tradizionale volto a cementificare aree marginali urbane.

Soltanto negli ultimi anni, con il protrarsi della crisi economica del vecchio continente, è apparso chiaro che la diminuzione degli investimenti nel settore

dell’edilizia sociale non solo ha amplificato i fenomeni di decrescita economica, ma ha fatto emergere con chiarezza nuovi bisogni abitativi connessi a nuove domande sociali. La crisi economica ha infatti evidenziato gravi fenomeni di “scivolamento sociale”, la nascita e la diffusione massiccia di nuove povertà, il concreto rischio di impoverimento anche di classi medie che, attraverso i sempre più intensi processi di precarizzazione, si sono dovute confrontare con la perdita del posto di lavoro e con la difficoltà di non poter onorare gli impegni assunti.

Politiche della casa e inclusione sociale

La necessità di rimettere il problema abitativo tra le questioni prioritarie è già maturata in diversi stati dell’Unione Europea e si comincia a fare strada anche in Italia come un elemento indispensabile delle politiche di inclusione sociale.

Azioni concrete volte ad aumentare lo stock disponibile di immobili a prezzi calmierati potrebbero non solo costituire uno stimolo per riavviare i processi di crescita economica, ma soprattutto un elemento chiave per mitigare gli effetti socialmente devastanti della peggiore crisi economica del dopoguerra. Esse non necessariamente dovranno accrescere la cementificazione e il consumo del territorio, ma potranno, se opportunamente meditate nelle singole realtà, puntare alla riqualificazione urbana mediante il recupero del patrimonio esistente, la riqualificazione energetica e il miglioramento sismico dei fabbricati.

Il ruolo degli enti gestori di edilizia residenziale pubblica

Gli IACP nascono in Italia con lo stesso spirito delle altre istituzioni sociali (Cooperative e sindacati in primo luogo) nate a cavallo tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo per dare risposte concrete ai bisogni delle classi meno abbienti, ispirate dalla cultura socialista e dalla dottrina sociale della Chiesa.

Il ruolo degli enti gestori (IACP comunque oggi denominati nelle diverse realtà regionali) è stato di grande rilievo nei tumultuosi anni della crescita post-bellica in Italia: hanno dato concrete risposte abitative alle classi disagiate del paese, hanno contribuito a mitigare gli effetti negativi connessi ai processi di industrializzazione, accompagnando le trasformazioni urbane del dopoguerra in un rapporto dialettico con le autorità locali (comunali soprattutto).

La situazione attuale presenta per gli enti gestori di edilizia residenziale pubblica un panorama variegato di modelli organizzativi diversi per ogni regione, come risultato delle scelte locali operate in ciascuna realtà. Soltanto poche regioni, e tra queste la Sicilia, non hanno ancora legiferato per riformare gli IACP, lasciando in piedi un modello di organizzazione del settore abbondantemente superato. La necessità di dare un nuovo assetto organizzativo, di snellire e sburocratizzare i processi decisionali, di razionalizzare i costi di gestione, può trovare soluzione con la lettura, anche critica, delle esperienze delle altre regioni.

Tali esperienze ci insegnano che l’edilizia sociale ha la necessità di essere governata con enti strumentali snelli ed efficienti, che trovano in ambito regionale il luogo dell’indirizzo politico generale e della vigilanza e in ambito locale il luogo della mediazione sociale e della soluzione dei problemi abitativi di concerto e con la corresponsabilità dei comuni. Se permane il bisogno della casa come esigenza primaria è necessario che lo stato sociale si ponga il problema di favorire gli affitti a canone calmierato: è in relazione a tale missione che va studiato il modo di riorganizzare il sistema dell’edilizia sociale anche in Sicilia.

Penso siano da condividere le riflessioni sul problema abitativo oggi in Italia di Sarah Gainsforth che nel saggio pubblicato di recente - L’Italia senza Casa – Laterza ha evidenziato:

“Le città sono diventate inaccessibili per la famiglia media italiana. Le due forme più diffuse di accesso alla casa, la locazione e il mutuo, non funzionano più. O meglio: non funzionano più per chi ha bisogno di una casa da abitare. Come emerge dai casi europei, per affrontare la questione abitativa c’è bisogno dell’impegno del pubblico, di una precisa volontà politica di fare del pubblico un soggetto capace di guidare le trasformazioni urbane, anche negoziando con i privati (non delegando loro tutto) e creando dei nuovi soggetti cooperanti. In secondo luogo, non ci sono singole misure o una ricetta magica per risolvere la questione abitativa: occorre una varietà di misure per lavorare su più fronti (dall’aumento dell’edilizia pubblica e sociale alla regolazione del mercato privato, ai sussidi per l’affitto) che vanno sperimentate monitorate e migliorate. C’è bisogno di una varietà di soggetti coordinati dal comune.”

L’IACP tra storia e contemporaneità

L’IACP di Siracusa ha compiuto cento anni nel 2013 e certamente non li dimostra. Non li dimostra perché, nonostante tutto, in questi lunghi anni non è

mai venuto meno l’entusiasmo che chiaramente animò, in questo remoto angolo dell’Europa, i precursori delle politiche abitative sociali che decisero di fondare l’Ente. Non li dimostra perché non è venuto meno lo spirito di servizio che ha sempre animato i tanti operatori che nel corso di questi dieci decenni hanno servito l’Istituto.

Il traguardo dei cento anni del nostro Ente, forse il più antico della Sicilia, mi induce con un pizzico di orgoglio ad affermare con forza e convinzione che questa storia non può finire qui!

L’Istituto di Siracusa ci sarà ancora, per dare il proprio contributo di idee e di progetti, con lo stesso entusiasmo e lo stesso spirito di servizio dei cento anni trascorsi!

Alcune tappe significative

Un lungo filo, di oltre cent’anni, lega la storia dell’Ente che si è snodato tra tradizione e innovazione.

L’IACP di Siracusa, infatti negli ultimi anni ha effettuato una serie di attività che sono andate ben oltre le proprie ristrette funzioni di ente pubblico non economico che costruisce e gestisce alloggi a ca -

none sociale. In primo luogo, ritendo sia necessario porre in evidenza che la collocazione dell’ente in un’area geografica caratterizzata da un altissimo rischio sismico ha imposto la necessità di fare i conti con il tema della sicurezza dei fabbricati. Per avviare un processo virtuoso tra aspetti tecnico –conoscitivi e tecnico – realizzativi nel tempo sono state realizzate tre differenti esperienze:

INTERVENTO DI ADEGUAMENTO SISMICO

20 ALLOGGI DI E.R.P. IN AUGUSTA

Un primo intervento volto al consolidamento statico e all’adeguamento sismico di un fabbricato di n. 20 alloggi in Augusta – loc. Saline per una spesa complessiva di L. 2.500.000.000 è stato avviato e realizzato nell’ormai lontano 1994, come Progetto Pilota.

INTERVENTO DI ADEGUAMENTO SISMICO

16 ALLOGGI DI E.R.P. IN SOLARINO

L’Istituto recupera e adegua, anche sotto l’aspetto della vulnerabilità sismica, con un progetto sperimentale tra i primi in Europa, l’intervento dei 16 alloggi in Solarino che, a causa del fallimento dell’Impresa, era rimasto per anni incompiuto. Vengono migliorate le capacità portanti verticali dell’edificio con limitazione della deformabilità delle membrature mediante l’inserimento di pareti verticali in conglomerato cementizio, nonché applicati alcuni meccanismi di riduzione della rigidezza costituiti da 12 dispositivi elastometrici e da 13 (9 + 4) apparecchi d’appoggio a basso attrito, secondo il progetto redatto dal Prof. Ing. Giuseppe Uliveto dell’Università di Catania. Per l’occasione viene organizzato, in partnership con diversi attori del territorio, un seminario internazionale in materia di tecniche innovative di adeguamento sismico a Siracusa dal 15 al 17 luglio 2004.

INTERVENTO DI RIFUNZIONALIZZAZIONE, RIUSO, ADEGUAMENTO SISMICO E RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA DELL’EX ALBERGO SCUOLA

Un terzo intervento è in corso di realizzazione, in fase di completamento, e riguarda i lavori di “Rifunzionalizzazione, riuso, adeguamento sismico e riqualificazione energetica dell’ex Albergo Scuola”, sito in Corso Umberto I a Siracusa, rappresenta uno dei primi esperimenti di Social Housing della Sicilia Orientale (si trovano notizie di dettaglio in altra parte della monografia). Tale intervento costituisce sicuramente un intervento che presenta, nel contempo, un modello innovativo di Social Housing, Riqualificazione Urbana, Inclusione Sociale e Innovazione Tecnologica.

PARTNERSHIP

E COLLABORAZIONI TRA L’I.A.C.P. DI SIRACUSA E I COMUNI DELLA PROVINCIA

L’Istituto ha, inoltre, avviato e in gran parte realizzato una serie di iniziative di collaborazione istituzionale con i comuni del territorio della Provincia di Siracusa orientata in modo specifico sui temi della riqualificazione e rigenerazione urbana..

INTERVENTI GIÀ REALIZZATI O IN FASE DI COPLETAMENTO

COMUNE OGGETTO DELL’INTERVENTO PERIODO

Realizzazione “Centro Direzionale” S.Panagia

SIRACUSA

AVOLA

CANICATTINI B.

Intervento nel centro storico “Ortigia” quartieri “Graziella” e “Giudecca” - Attuazione programmi del Piano Urban

Piano Integrato Locale “COABITARE

SIRACUSA – STAZIONE” – Lavori di Rifunzionalizzazione ex Albergo Scuola - Alloggi Sociali e servizi

Contratto di Quartiere “S. Venericchia” Recupero n. 52 alloggi, riqualificazione area urbana e mercato ortofrutticolo

Programma Integrato Zona Ovest del centro abitato e realizzazione n. 4 nuovi alloggi

PALAZZOLO A. Lenza Orologio realizzazione n. 11 alloggi nel centro storico

2005 -2007

2005 - 2013

2022 - 2025

2009 - 2012

2004 - 2018

2010 - 2015

Note

Intervento privato a seguito di permuta di area edificabile con progetto approvato proprietà IACP Siracusa

Risorse del Comune di Siracusa e dell’IACP di Siracusa

Intervento a regia IACP Siracusa con fondi del

PO FESR misura 9.4.1

Intervento del Comune di Avola e partner

IACP Siracusa

Intervento del Comune di Canicattini Bagni con risorse aggiuntive IACP Siracusa

Intervento a regia del Comune di Palazzolo Acreide e partner

IACP Siracusa

INTERVENTI PROGETTATI O IN FASE DI AVVIO

COMUNE OGGETTO DELL’INTERVENTO STATO note

LENTINI

SIRACUSA

Piano Integrato Locale “COABITARE LENTINI - EX LAVATOIO” Realizzazione n. 14 alloggi e servizi al territorio

Agenda Urbana - Piano Integrato Locale “Cittadella della Solidarietà”Grottasanta

Protocollo d’Intesa per la Progettazione e Realizzazione dell’“Area Mercatale Urbana” su area tra Via S. Orsola e Viale dei Comuni

PRIOLO G. Accordo di Programma “Alloggi e Sport” realizzazione n. 18 Alloggi Sociali e Infrastrutture sportive

Lavori appaltati

progettazione esecutiva

In fase di progettazione esecutiva

progettazione esecutiva

Intervento dell’IACP di Siracusa e partner il Comune di Lentini

Intervento a regia Comune di Siracusa – Elaborazione del Piano Integrato Locale a cura dell’IACP Siracusa

Intervento congiunto Comune di Siracusa e IACP Siracusa e la collaborazione della SDS - facoltà di Architettura

Intervento a regia del Comune di Priolo G. e gestione tecnico -amministrativa dell’IACP di Siracusa

L’intervista

Salvatore

Di Salvo

Commissario Straordinario IACP Siracusa

L’Istituto Autonomo Case Popolari di Siracusa gestisce un patrimonio immobiliare che ad oggi conta 3.803 alloggi su base provinciale, 192 alloggi di proprietà della Regione Siciliana, 34 alloggi dei comuni del comprensorio e 33 unità di immobili con destinazione diversa da quella residenziale.

Il problema abitativo ed in particolare quello riguardante l’edilizia residenziale pubblica a basso costo, nel Siracusano e un po’ sul resto del territorio nazionale, in questi ultimi anni ha subito una profonda modificazione e ciò almeno per quanto attiene alle fasce sociali di cittadini interessati. Ai categorie sociali prive di reddito, ovvero coloro che non hanno reddito fisso o adeguato, infatti, oggi deve essere aggiunta quella dei monoreddito e/o costituita da nuclei familiari con presenza di soggetti fragili.

Di fronte a siffatta realtà, negli ultimi anni, l’IACP di Siracusa ha concentrato le proprie energie e orientato le opportunità che si sono presentate, in modo da soddisfare queste nuove esigenze, pur non tralasciando le fasce più deboli della società, anzi assumendo nei loro confronti iniziative volte a favorirne il reinserimento e l’integrazione.

Per raggiungere tale finalità sono stati instaurati rapporti di collaborazione a livello interistituzionale con i comuni del territorio e con vari enti, tra i quali l’ANCI, l’ANCE, le organizzazioni sindacali e la Struttura Didattica Speciale di Architettura dell’Università di Catania con sede a Siracusa.

Con la S.D.S. dell’Università degli Studi di Catania, ad esempio, attraverso una semplice iniziativa, quale la concessione di una borsa di studio agli studenti, è stato affrontato il tema della “Rigenerazione urbana e dell’edilizia sociale”. L’attività è stata orientata, in primo luogo, alla redazione di un progetto riguardante un’area abbandonata di proprietà dell’IACP di Siracusa, sita nel quartiere di “Santa Panagia” tra la via Sant’Orsola e viale dei Comuni. A seguito di ciò l’Istituto di Siracusa oggi dispone di uno studio di fattibilità tecnico/economico per la realizzazione di un complesso di edifici comprendenti un’area mercatale, 34 alloggi residenziali, ri-

spondenti ai canoni di edilizia sociale ed efficienza energetica, spazi verdi e per il tempo libero. In sostanza si dispone di un’idea progettuale, che potrà essere inserito nelle prossime programmazioni finanziarie, che va oltre la semplice edificazione, in cui sono previsti anche interventi sulle aree limitrofe, atti a rendere interclusa l’area in un unico spazio urbano inclusivo, sostenibile e funzionale.

Sulla stessa scia, si colloca l’intervento riguardante l’ex Albergo Scuola e e le aree circostanti appartenenti al comparto urbanistico della stazione ferroviaria, i cui lavori sono prossimi all’ultimazione.

Anche qui, si registra un ampio coinvolgimento istituzionale di più soggetti e precisamente:

. l’IACP di Siracusa, a cui si intesta il progetto edilizio di recupero, la realizzazione di 38 alloggi residenziali, un’area per il dopo di noi, locali destinati ad attività commerciali e servizi, tra cui un’area terminal bus;

. il Comune di Siracusa - partener nel progetto;

. le Ferrovie dello Stato, che hanno in programma investimenti per la riqualificazione dell’area antistante la stazione;

. il Dipartimento dei beni culturali, che si è reso disponibile, affinché’ possa essere realizzare un varco diretto di accesso dal corso Umberto all’area archeologica del Ginnasio Romano. Va da sé che una volta completati questi interven -

ti si darà un nuovo aspetto e funzionalità all’intera area, che potrà così costituire in futuro un bel biglietto di visita’ per i flussi turistici e per i passeggeri in transito dai treni e dai bus.

Quanto appena detto traccia un quadro di attività interessanti, ci può parlare adesso dei problemi che affliggono gli Istituti e gli Enti che si occupano di edilizia residenziale pubblica e il suo Istituto?

«Certamente non mancano i problemi che sostanzialmente accomunano tutte le realtà che operano nel settore. Primo fra tutti lo stato di ve -

tustà in cui versano la maggior parte degli edifici, i più risalenti agli 50 e 60, che oggi presentano diversi problemi di carattere strutturale ed impiantistico, la cui risoluzione necessita investimenti considerevoli, non sempre reperibili nel quadro delle risorse pubbliche programmate dallo Stato e dalla Regione. Con le risorse interne, derivanti da fitti e alienazione di immobili, d’altro canto, si riesce appena a tamponare il fabbisogno di interventi di somma urgenza ed emergenza, rivolti alla salvaguardia della pubblica e privata incolumità, che quotidianamente arrivano da parte dell’utenza.

A partire dal 2022, per fare fronte alle inesorabili e crescenti condizioni di degrado del patrimonio immobiliare, l’Istituto è intervenuto grazie alle opportunità del programma PNRR “Sicuro, Verde e Sociale”. Complessivamente ci sono stati finanziati 18 progetti, per un ammontare di circa 27 milioni di euro, grazie ai quali si è potuto intervenire per il risanamento strutturale e l’efficientamento energetico di diversi complessi abitativi dislocati in tutta la provincia. Quasi tutti gli interventi sono o conclusi o in fase di completamento. Un solo progetto è a rischio di completamento per problemi di sicurezza ambientale, dovuta ad un eccessivo degrado sociale, più volte segnalato agli organi competenti.

È ovvio che sarebbero necessarie ulteriori risorse, al fine di poter includere tutti gli edifici appartenenti al patrimonio edilizio dell’IACP di Siracusa, senza le quali è impossibile assicurare interventi organici di ristrutturazione ed efficientamento energetico. Con le sole risorse interne, derivanti

delle entrate dei canoni e vendita di alloggi, tutto ciò è impossibile, non fosse altro che per l’elevato tasso di morosità che si registra. E cosi abbiamo introdotto un altro argomento, quello della morosità e delle occupazioni abusive.»

A proposito di morosità, quale è la situazione nel suo Ente e quali iniziative sono state intraprese o si pensa di adottare?

«Bisogna innanzi tutto operare a monte una distinzione tra la morosità, cosiddetta “incolpevole”, ovvero generata da inquilini che hanno perso il lavoro o che vivono un momento congiunturale sfavorevole e non riescono a pagare, e il resto che è una morosità dovuta al contesto sociale e culturale degli inquilini degli alloggi popolari. Non mancano, infatti, casi di nuclei familiari che pur avendone la possibilità antepongono, al dovere di corrispondere la rata mensile di fitto, il piacere di concedersi un acquisto o dei benefit. È ovvio che trascurando una o più rate di canone mensile, pian piano si accumula un debito che con il passare del tempo diventa sempre più difficile estinguere.

Complessivamente, l’Istituto nel periodo che va dal 2019 al 2023, vanta un credito nei confronti degli utenti morosi, pari a 9.101.712,68 € con un trend che è passato dai 2.065.074,62 € del 2019, a 1.819.848,86 € del 2023. Vi è anche una morosità residuale e pregressa, antecedente al 2019, pari a 9.842.712,38 €, che, ai sensi del D.lgs. 118/2011, può essere considerata di dubbia esigibilità. Tale morosità oltre a rappresentare un danno diretto per l’Istituto, genera un problema contabile e di bilancio, che andrebbe normativamente risolto, con -

sentendo agli Enti di eliminare gradualmente i residui inesigibili. Per risolvere o, quanto meno, tentare di attenuare il fenomeno, merita sicuramente di essere citata l’iniziativa dell’Amministrazione Regionale, Assessorato delle Infrastrutture e della Mobilità, che con apposito decreto ha inteso riconoscere agli inquilini morosi un aiuto economico destinato al rientro dall’esposizione debitoria. L’iniziativa, che purtroppo non ha sortito gli effetti sperati, oltre che un segno tangibile di esistenza di un problema, è anche la conferma che lo stesso non può essere risolto per via amministrativa dall’azione isolata degli Istituti siciliani. Infatti, il problema è di ampia dimensione e attiene principalmente al quadro economico e al diffuso degrado sociale e culturale, che caratterizza ampie fasce di utenza degli enti gestori di E.R.P. È necessario che da parte di tutti soggetti istituzionali, a qualunque titolo coinvolti, vi sia una maggiore assunzione di responsabilità e unità d’intenti nel contrastare un fenomeno, il quale, se lasciato incontrollato rischia di assumere rilevanza tale da produrre effetto trascinamento e crescita della sua portata, verso altri elementi negativi caratterizzanti il sistema dell’edilizia residenziale pubblica, quali le occupazioni abusive e la difficoltà dell’amministrazione di procedere agli sfratti dei morosi e degli occupanti senza titolo.

È pertanto necessario che le istituzioni intervengano in modo sinergico e con azioni mirate a favore di chi ha veramente bisogno di supporto economico, ma nel contempo è opportuno che venga adottata una politica di rigore amministrativo nei confronti di coloro che pur avendone la possibilità, furbescamente, omettono di pagare sapendo del

quadro di difficoltà amministrative che contraddistingue l’azione di recupero.»

Come intende intervenire in merito e con quali iniziative?

Innanzi tutto, cercando di avvicinare i servizi al cittadino. Bisogna, infatti, creare tutte quelle condizioni favorevoli per cui, chi ha intenzione di mantenersi in regola e magari ha avuto un momento di difficoltà economica o una qualunque altra causa ostativa che ne abbia impedito uno o più pagamenti, possa farlo in maniera semplice e sicura. Questo, oggi è assolutamente alla portata e di facile attuazione, grazie alla digitalizzazione dei sistemi e all’introduzione dell’intelligenza artificiale, ma anche, esternalizzando taluni servizi, per esempio, ai patronati e alle associazioni sindacali degli inquilini dislocate nei diversi comuni del territorio. Questa è una iniziativa già da qualche mese in discussione all’interno dell’istituto, con gli organi amministrativi ed è mia intenzione introdurre la stessa come obiettivo prioritario della PIAO 2025, da assegnare alla struttura, unitamente al miglioramento di taluni standard di servizio e degli indicatori riguardanti le entrate e le riscossioni dell’Ente.

L’edilizia residenziale pubblica, si basa sui principi della riqualificazione energetica e dell’edilizia sociale, quali sono i programmi dell’IACP di Siracusa?

Credo che di recente la politica, basando la propria programmazione su questi principi, abbia saputo interpetrare bene le dinamiche economiche e il mutamento socioeconomico che ha interessato

il settore. Oggi, emergono nuove esigenze strutturali e una sostanziale modifica della platea dei soggetti che manifestano l’esigenza di vivere in abitazioni a prezzi calmierati.

La recente pandemia, le crisi internazionali, i venti di guerra, l’esplosione della crisi energetica e l’incremento dei costi per il suo approvvigionamento, hanno determinato mutamenti epocali e hanno reso sempre più difficile per gli inquilini assegnatari, soprattutto nel caso di nuclei familiari numerosi o a basso reddito, sostenerne i costi di gestione. Ciò ha reso e rende necessario intervenire sui fabbricati per renderli più sostenibili sotto il profilo dei consumi energetici, con interventi di isolamento termico, produzione da fonti rinnovabili e impianti a basso consumo, non solo come scelta ambientale, ma anche economica a tutela delle fasce più deboli di inquilini affetti anche da povertà energetica.

Come già anticipato, da poco sono stati ultimati o in fase di ultimazione i programmi dei lavori riguardanti i fondi PNRR/PNC, che avevano proprio questa finalità e abbiamo in corso ulteriori interventi, uno in fase di completamento, quello relativo all’ex Albergo scuola e uno prossimo all’inizio dei lavori, l’ex Consorzio Agrario di Lentini con annesso lavatoio, che costituiscono due emblematici esempi di “Edilizia Sociale” aventi come finalità quella di offrire alloggi e servizi a prezzi accessibili, destinati a famiglie con redditi medio/bassi e categorie sociali svantaggiate (giovani coppie, anziani, portatori di handicap, etc) nonchè alle forze dell’ordine. L’edilizia sociale, infatti, punta a garantire il

diritto alla casa attraverso politiche abitative accessibili, inclusive e integrate nel tessuto urbano. Trattasi di veri e propri interventi di “rigenerazione urbana” proiettata a promuovere la coesione sociale, la mixité (mescolanza di utenti con differenti redditi e provenienze) e la riqualificazione di aree degradate.

Altro esempio concreto è l’accordo con il Comune di Siracusa, con cui si è voluto puntare alla riqualificazione energetica e funzionale (con fondi PNRR) di alcuni immobili insistenti nel rione della “Graziella”, che è un piccolo quartiere insistente nel cuore delle prestigiosa isola siracusana di Ortigia, caratterizzato da una serie infinita di viuzze, vicoli e cortili, nonché, da edifici vecchi e abbandonati, che si alternano ad altri di recentemente

ristrutturazione, appartenenti a privati ed oggi in gran parte destinati a piccole strutture ricettive.

L’Area in questione era stata già oggetto di interventi volti a riqualificare l’intero tessuto urbano (strade, piazze, sottoservizi etc.) realizzati di concerto dall’I.A.C.P. di Siracusa e dal Comune di Siracusa. Gli interventi di ristrutturazione edilizia posti in essere di recente, sui diversi edifici che costituiscono il complesso di immobili IACP insistenti nel quartiere, si è rilevato efficace anche sotto il profilo della rigenerazione urbana e fruibilità di un’area fortemente esposta al degrado sociale. La vicinanza di questo quartiere con la sede dell’Università, inoltre, rende oggi questi edifici molto appetibili agli studenti e pertanto essi si prestano ad essere

destinati per un utilizzo coerente con lo “Student housing”, di cui al Decreto Ministeriale n. 481 del 26 febbraio 2024. Questo programma incentiva la realizzazione, entro il 30 giugno 2026, di ogni singolo posto letto, che verrà messo a disposizione degli studenti, con un contributo una tantum. In realtà, questo tipo di soluzione abitativa finalizzata a concedere alloggi agli studenti a prezzi calmierati, non è in assoluto una novità per l’IACP di Siracusa e non è una attività pensata solo in conseguenza al programma ministeriale, del quale però si vuole cogliere l’opportunità. Già in precedenza, infatti, l’Istituto di Siracusa, mediante apposito rapporto di convenzione con l’Ente per il Diritto allo Studio (E.R.S.U.)e l’Università degli Studi di Catania, ha destinato un’altra sua struttura e precisamente il complesso della “Giudecca”, a residenza uni -

versitaria; ad oggi presso detta struttura trovano ospitalità 25 studenti e con le nuove disponibilità degli immobili della Graziella, nel complesso, l’IACP di Siracusa metterà a disposizione degli studenti fuori sede ben oltre 45 posti letto.

Recentemente, grazie alle politiche di coesione gli strumenti finanziari sono stati intensificati e non di poco, tra i temi d’interesse dell’istituto, vi sono la digitalizzazione e l’inclusione, avete al vostro interno le risorse umane e professionale per accedere a queste opportunità?

Oggi quasi tutte le amministrazioni pubbliche vivono un momento di difficoltà dovuto alla mancanza di un ricambio generazionale, della classe dirigente e del comparto. Per troppo tempo è pre -

valso il blocco delle assunzioni e fino a poco tempo fa, nessun turn over era consentito alle amministrazioni.

La media anagrafica dei dipendenti pubblici in servizio, oggi si avvicina ai 60 anni e tale situazione accomuna molte amministrazioni pubbliche, compresa l’IACP di Siracusa. Pertanto, è facile registrare una sofferenza a carico dei procedimenti e tanto più qualora questi prevedano una gestione strutturata mediante l’uso dell’informatica e l’introduzione di innovazioni digitali.

Subito dopo il mio insediamento, presa immediata consapevolezza del problema, e di quanto questo incida negativamente sull’efficienza, sull’efficacia e perché no, anche sull’economicità dell’azione amministrativa ,previo confronto con il personale e con le rappresentanze sindacali dei dipendenti, ho dato immediata attuazione all’iter di adeguamento e ricostituzione della pianta organica, adottando tutti gli atti gestione propedeutici all’attivazione delle procedure concorsuali, quali: Piano triennale dei fabbisogni, Dotazione organica, Regolamento per l’accesso agli impieghi, etc.

Lo scorso mese di marzo sono stati indetti una serie di concorsi pubblici, di prossima definizione, che prevedono l’assunzione di: 1 dirigente Amministrativo-contabile; 2 Funzionari Amministrativo-contabile; 3 Istruttori Amministrativo-contabile, e 1 di Istruttore tecnico.

Il suddetto personale, che verrà assunto a seguito di un’apposita selezione curata da un’apposita commissione di esperti, in relazione al profilo da

selezionare, nonché, di un esperto in informatica e un esperto in lingua inglese, certamente contribuirà alla ricostituzione dell’organico, assicurando un numero di dipendenti adeguato, ma apporterà nuova linfa e nuove competenze, anche sotto l’aspetto informatico, a cui certamente risultano più congeniali alle nuove generazioni.

Recentemente, sempre nell’ottica di perseguire un miglioramento della performance complessiva dell’Ente, convinti che in futuro l’efficientamento e la razionalizzazione del processo amministrativo passi in gran parte dal processo di digitalizzazione della P.A., l’Istituto ha presentato un progetto dal titolo “Cittadini Connessi” a valere sul bando nazionale Servizio Civile Universale 2024, in rapporto di convenzione con l’Associazione ATOS. Oggi l’IACP di Siracusa si è accreditata come ente per lo svolgimento delle attività SCD ed ha ottenuto il finanziamento delle attività del progetto per n. 4 giovani con competenze necessarie a corrispondere al progetto di digitalizzazione di che trattasi. In conclusione, senza il timore di essere smentito, posso affermare che l’I.A.C.P. di Siracusa sia tra i pochi enti gestori di edilizia residenziale pubblica in Italia ad aver avviato un percorso del genere, ovvero consentire a dei giovani di fare esperienza formativa presso un ente pubblico e all’ente di beneficiare dell’apporto di conoscenze informatiche esterne qualificate..

fotonotizia “Co-abitare Siracusa”

Premessa

Nel panorama degli interventi di rigenerazione urbana e housing sociale, il progetto di “Rifunzionalizzazione, riuso, adeguamento sismico e riqualificazione energetica dell’ex Albergo Scuola”, sito in Corso Umberto I a Siracusa, rappresenta uno dei primi esperimenti di Social Housing della Sicilia Orientale.

L’iniziativa, promossa dall’IACP di Siracusa in sinergia con il Comune di Siracusa, si inserisce all’interno dell’Azione 9.4.1 del PO FESR Sicilia 2014/2020 Asse 9 - “Inclusione Sociale e lotta alla povertà”, riservata agli IACP dell’Isola, che proponeva lo sviluppo di interventi su contenitori esistenti da riqualificare per ottenere alloggi sociali rispondendo alle esigenze abitative delle fasce più fragili della popolazione. La misura promuoveva un piano mirato a realizzare anche interventi di rigenerazione urbana oltre che sociale (D.D.G. 668 del 06.04.2017 Regione Sicilia).

A tal fine, la proposta di Piano Integrato locale redatto, promuoveva un esperimento di edilizia abitativa innovativa, inquadrabile come Social Housing, in grado di ridurre il disagio abitativo presente nel territorio e promuovere un piano di interventi capaci di intervenire sulla rigenerazione urbana e sociale, un progetto che fonde spazi e funzioni per integrare

persone e generare opportunità. Il recupero dell’ex Albergo Scuola, si innesta in un’ottica di generale riqualificazione urbana della zona “Stazione” compresa tra la stazione ferroviaria, il terminale bus, piazzale Marconi, piazza della Stazione e via F. Crispi. Il programma funzionale per il riuso dell’immobile è il risultato di una serie di incontri promossi dall’IACP di Siracusa, finalizzati a intercettare e mediare i bisogni dei residenti del quartiere, degli enti locali e delle istituzioni. La progettazione ha seguito un approccio partecipato, nato da un dialogo costante con i principali stakeholders: rappresentanti del quartiere, scuole, ASL e servizi sociali. Da tali incontri è emerso che l’area è del tutto sprovvista di servizi soprattutto quelli dedicati a minori, stranieri e famiglie monogenitoriali. L’ipotesi di rifunzionalizzazione, oltre agli alloggi sociali per categorie fragili, prospetta l’implementazione di servizi funzionali e complementari finalizzati alla sperimentazione di modelli innovativi quali la creazione di spazi socioeducativi, ricreativi, sportivi e culturali in cui la comunità dei residenti possa confrontarsi, imparare e ricevere assistenza.

Il progetto

Il progetto, si pone, l’obiettivo di trasformare un “vuoto urbano” in risorsa condivisa innescando un’azione di cambiamento, che miri a ridurre i problemi di degrado urbano ed il disagio abitativo che investono l’area, migliorando anche il livello di fruibilità/accessibilità dei servizi esistenti.

Il fabbricato è stato costruito alla fine degli anni’60, ha una struttura a telai in è cemento armato ed è ha superficie coperta pari a circa 1.070 mq per piano.

La superficie lorda residenziale prevista in progetto è pari a 3.982,76 mq, mentre quella non residenziale è pari a circa 2.832,96 mq per un totale di 6.815,72mq. L’attuazione di questo ambizioso programma si è sviluppato attraverso quattro fondamentali processi.

L’adeguamento sismico: elemento distintivo del progetto è l’applicazione di tecnologie avanzate per la messa in sicurezza caratterizzato in particolar

modo dall’inserimento di isolatori in testa a tutti i pilastri del piano interrato oltre ad interventi di rinforzo alla struttura.

La riqualificazione energetica: attraverso un involucro edilizio ad alte prestazioni e l’impiego di impianti a energia rinnovabile come pannelli fotovoltaici e solare termico in copertura, sono stati ridotti significativamente i consumi energetici e l’impatto ambientale ed è stato migliorato il comfort abitativo. L’intervento di rifunzionalizzazione: l’edificio dismesso è stato adibito a residenza e a servizi per la collettività restituendo valore e funzione a uno spa-

zio precedentemente inutilizzato. Ciò ha contribuito anche alla riqualificazione urbana dell’area.

L’intervento di riqualificazione dell’area esterna con la realizzazione di un terminal bus prospiciente il fabbricato.

Il progetto di rifunzionalizzazione dell’ex albergo scuola, prevede la realizzazione di 38 alloggi, destinati ad anziani, disabili, giovani coppie, nuclei familiari monoparentali, spazi condivisi e destinati a soggetti disabili, volti a sperimentare prime forme di modelli abitativi così come normato dalla L.112/2016 (Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare), “Dopo di Noi” .

L’intervento va oltre la semplice edilizia residenziale, posti al piano rialzato, integra spazi condivisi per la comunità, servizi socioeducativi, sportivi, sanitari, e attrezzature per la socializzazione, in una logica di coabitazione, sostegno reciproco e sviluppo comunitario.

Innovazione e sostenibilità

Questo intervento costituisce un esempio di applicazione di soluzioni tecnologiche per dare risposte innovative alla necessità di operare sul patrimonio edilizio esistente e garantire il corretto comfort abitativo, la sostenibilità ambientale ed i necessari livelli di sicurezza. Nel contesto attuale, caratterizzato da una crescente attenzione all’efficienza energetica e alla transizione ecologica, la rifunzionalizzazione di edifici dismessi o sottoutilizzati si configura come una strategia prioritaria. Essa consente di contenere il consumo di suolo, valorizzare il tessuto edilizio esistente e contribuire alla rigenerazione urbana. Interventi come questo mirano a trasformare strutture obsolete in spazi vitali e funzionali, capaci di rispondere ai bisogni abitativi e sociali contemporanei, in un’ottica integrata e resiliente.

L’impiego di tecnologie costruttive ad alte prestazioni, l’adozione di impianti alimentati da fonti rin-

novabili e l’ottimizzazione dell’involucro edilizio concorrono in modo sinergico a ridurre i fabbisogni energetici e a migliorare sensibilmente la qualità della vita all’interno degli ambienti. In questo modo, l’intervento non solo riqualifica un edificio, ma genera un impatto positivo sull’intero contesto urbano, fungendo da catalizzatore per ulteriori processi di rigenerazione e innovazione sostenibile. Investire in questo tipo di interventi non solo porta vantaggi economici e ambientali a lungo termine, ma contribuisce anche a promuovere un modello di sviluppo urbano più sostenibile e responsabile.

Sicurezza sismica e tutela del patrimonio edilizio esistente

In un territorio ad elevato rischio sismico, come la Sicilia orientale, più volte teatro di eventi catastrofici, quello della sicurezza sismica rappresenta un elemento imprescindibile nella progettazione degli interventi di recupero e rifunzionalizzazione edilizia. In tale contesto, l’adozione di strategie antisismiche efficaci non è solo un obbligo normativo, ma una necessità etica e progettuale finalizzata alla salvaguar-

dia delle vite umane e alla conservazione del patrimonio costruito. Tra le tecnologie più innovative e rispettose dell’impianto esistente, l’isolamento sismico alla base consente di proteggere l’intera struttura dall’azione sismica riducendo drasticamente le sollecitazioni trasmesse dal suolo. Questo sistema rappresenta una soluzione particolarmente indicata per edifici esistenti, poiché consente interventi meno invasivi rispetto ad altre tecniche di adeguamento, preservando il valore storico, architettonico e funzionale degli immobili. I fabbricati esistenti, spesso caratterizzati da significative vulnerabilità strutturali, non rispondono agli attuali standard di sicurezza sismica. Tuttavia, attraverso l’utilizzo di tecnologie avanzate, come l’isolamento sismico, è possibile riqualificare gli edifici garantendo un elevato livello di protezione senza ricorrere alla demolizione e ricostruzione. Ciò consente non solo di contenere i costi e l’impatto ambientale, ma anche di preservare l’identità urbana e sociale del territorio.

Concludendo, grazie a un’attenta progettazione e all’utilizzo di risorse pubbliche, l’edificio è stato riconvertito in un moderno complesso residenziale

e pubblico. L’operazione ha rappresentato non solo un’importante azione di riqualificazione architettonica, ma anche un simbolico gesto di restituzione alla città di un patrimonio urbano dimenticato e di riqualificazione urbana. Raccontando questa esperienza, si intende offrire un contributo concreto al dibattito nazionale sui processi di rigenerazione urbana, mostrando come sia possibile coniugare visione strategica, sensibilità sociale e rigore tecnico. La testimonianza del lavoro svolto, può costituire uno spunto per riflettere su nuovi modi di pensare lo spazio abitato ed il ruolo delle istituzioni pubbliche nel disegnare città più giuste e inclusive e una risposta concreta a sfide complesse: riutilizzare, rifunzionalizzare, includere e innovare..

Rigenerazione urbana e abitare sociale a Lentini

A seguito dell’approvazione della Circolare attuativa dell’Azione 9.4.1 del PO FESR Sicilia 2014 –2020 (D.D.G. n. 2793 del 30 ottobre 2019), l’Istituto Autonomo Case Popolari (IACP) di Siracusa ha avviato un progetto finalizzato alla realizzazione di nuovi alloggi sociali e alla riqualificazione di contenitori urbani dismessi, attraverso un accordo di partenariato con il Comune di Lentini. L’intervento si propone come modello di rigenerazione urbana integrata, capace di coniugare politiche abitative e valorizzazione del patrimonio pubblico. In particolare, l’accordo partenariale sottoscritto con il Comune di Lentini ha individuato due ambiti di intervento principali:

1. La ristrutturazione del complesso immobiliare “ex Consorzio Agrario” in via Francesco Spina, destinato prevalentemente ad edilizia abitativa sociale;

2. Il recupero dell’“ex Lavatoio” e la riqualificazione delle aree esterne circostanti, con destinazione a servizi sociali in un’ottica di rivitalizzazione culturale e urbana.

SUPERFICIE AREA INTERVENTO

Ex Consorzio Agrario: 1.028 mq

Ex Lavatoio: 233,70 mq

INDIVIDUAZIONE ZONA P.R.G.: Zona B.3-2 - Centro Urbano con edilizia semintensiva. (Capo III Zone B, Art.38 del P.R.G. vigente).

I due edifici oggetto dell’intervento si trovano nel

centro urbano di Lentini, all’interno di un quadrante densamente popolato e dotato di presidi scolastici e sociali, tra cui la scuola elementare Notaro Jacopo, la scuola media Riccardo da Lentini, la villa comunale “Gorgia” e il campo sportivo cittadino.

La loro posizione baricentrica li rende potenzialmente catalizzatori di un più ampio processo di riqualificazione e coesione territoriale. Entrambi i fabbricati versano in condizioni di grave degrado: l’ex Consorzio Agrario è in disuso da molti anni, presenta crolli parziali delle coperture e strutture fortemente ammalorate; l’ex Lavatoio, devastato da un incendio nel 2007, conserva soltanto i muri perimetrali in muratura, con il comparto interno completamente distrutto.

Per impostare correttamente la progettazione, è stato eseguito un rilievo tridimensionale con tecnologia Laser Scanner 3D, che ha permesso di ottenere una dettagliata nuvola di punti del sito, utile per l’estrazione delle sezioni altimetriche e l’individuazione delle interferenze fisiche.

Progettazione e obiettivi

La progettazione ha seguito una visione integrata che unisce rigenerazione fisica, coesione sociale e sostenibilità ambientale. L’idea di fondo è quella di costruire una nuova urbanità, con spazi destinati alla socializzazione e alla convivenza, capaci di rafforzare il senso di comunità e l’identità urbana.

Ristrutturazione dell’ex Consorzio Agrario

Il progetto prevede la demolizione della struttura preesistente, gravemente degradata e in parte crollata e la realizzazione di tre nuovi corpi edilizi (Corpi B, C e D) aventi destinazione residenziale, disposti attorno a una corte interna. Il complesso comprenderà 14 alloggi distribuiti su tre piani fuori terra, oltre a un locale commerciale, di circa 50 mq al piano terra, prospiciente la nuova piazzetta progettata come spazio comune e punto di accesso alle unità abitative e funzione di servizio al quartiere. Il linguaggio architettonico scelto mira a integrare il nuovo edificio

nel tessuto esistente: la volumetria frammentata, la disposizione dei blocchi e la presenza di ballatoi e spazi aperti riducono l’impatto monolitico dell’intervento, generando una composizione dinamica di pieni e vuoti. La corte centrale, cuore della vita condominiale, ospita ballatoi collegati da corpi scala, consentendo l’accessibilità a tutte le unità abitative.

Le scelte progettuali sono orientate alla costruzione di una nuova urbanità, attraverso la creazione di luoghi di socializzazione e di sosta. Dal punto di vista ambientale, l’intero complesso è concepito secon-

do i criteri del NZEB (Nearly Zero Energy Building), attraverso l’impiego di materiali ecosostenibili, impianti ad alta efficienza, pavimentazioni drenanti, raccolta delle acque meteoriche per uso irriguo e impianti di illuminazione LED.

È inoltre prevista la realizzazione di un nuovo marciapiede lungo via Spina e via Monte Santo, oltre alla sistemazione delle aree esterne con nuova pavimentazione e arredi urbani.

Rifunzionalizzazione dell’ex Lavatoio

L’ex Lavatoio, che per diversi anni è stato il luogo di aggregazione più importante della città, tornerà ad essere auditorium comunale progettato con valenze di polifunzionalità tali da poter essere svolti convegni, mostre, conferenze, spettacoli, concerti ed eventi in genere, restituendo così alla cittadinanza un punto di riferimento culturale e sociale, luogo dove incontrarsi e confrontarsi, un laboratorio politico e culturale della città. L’accesso al lavatoio avviene attraverso due piazzette che sono prospicienti il lato nord ed il lato ovest dell’edificio; anche queste sono soggetto di riqualificazione al fine di offrire ai cittadini una migliore qualità urbana. Il progetto di ristrutturazione e trasformazione in un auditorium comunale multifunzionale prevede, dunque, il completo recupero strutturale e funzionale: ricostruzione della copertura in legno con struttura a capriate, inserimento di nuove aperture finestrate, adeguamento sismico con cordoli in c.a., e una nuova articolazione degli spazi interni. L’accesso all’edificio sarà valorizzato attraverso la riqualificazione delle due piazzette prospicienti i lati nord e ovest, mediante nuove pavimentazioni, piantumazioni di ulivi e installazione di arredi urbani. Queste aree diventeranno veri e propri spazi pubblici rigenerati, pensati come luoghi di incontro e socializzazione, a beneficio non solo degli utenti del centro culturale, ma dell’intera cittadinanza.

Rigenerazione urbana integrata

Il progetto, in sintesi, rappresenta un modello di rigenerazione urbana a scala di quartiere, in cui edilizia sociale, spazi pubblici e funzioni collettive vengono progettati in modo coordinato per attivare nuove dinamiche di abitare e socialità. Attraverso il recupero di due edifici simbolici, Lentini si dota di nuovi alloggi e di un polo civico e culturale, restituendo ai cittadini luoghi di appartenenza, incontro e identità urbana. Un’iniziativa concreta che dimostra come sia possibile trasformare l’abbandono in opportunità e promuovere un abitare più equo, sostenibile e inclusivo.

Procedura negoziata e introduzione di migliorie progettuali

L’intervento è stato affidato mediante procedura negoziata, ai sensi dell’art. 50, comma 1, lett. d), del D.lgs. 36/2023, sulla base del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Tale modalità ha consentito di aprire un confronto tecnico tra le proposte dei concorrenti, promuovendo l’adozione di soluzioni migliorative rispetto al progetto posto a base di gara. In particolare, la procedura ha permes-

so di selezionare un’offerta che, pur rispettando gli obiettivi funzionali e prestazionali iniziali, ha introdotto significativi miglioramenti sul piano strutturale e della sicurezza sismica, impiantistico ed energetico. Le principali innovazioni apportate possono essere così sintetizzate:

Criterio A – Struttura e Sicurezza Sismica

A.1 - Sistema costruttivo a secco in legno X-Lam

È stata proposta la sostituzione della struttura in cemento armato prevista a base di gara con un sistema costruttivo a secco in legno massiccio a strati incrociati (X-Lam), per pareti e solai. I collegamenti meccanici (piastre, viti, bulloni) conferiscono un comportamento scatolare all’edificio. Questa soluzione consente precisione costruttiva e tempi esecutivi ridotti. Gli edifici B, C e D sono integralmente in X-Lam, mentre i corpi scala esterni ed i ballatoi sono realizzati in struttura metallica prefabbricata.

A.2 - Miglioramento della protezione sismica

È stato introdotto un sistema di isolamento sismico alla base degli edifici B, C e D, che consente una ri-

duzione delle masse sismiche del 45% e dell’accelerazione sismica del 68%. Le strutture in elevazione, realizzate in X-Lam, poggiano su fondazioni in calcestruzzo armato dotate di isolatori sismici di tipo elastomerico, garantendo un’elevata efficacia nel mitigare gli effetti del sisma.

Questa strategia consente il raggiungimento della classe sismica A+, massimizzando la sicurezza e minimizzando i danni strutturali in caso di evento sismico. L’approccio adottato si basa su due principi fondamentali:

• una drastica riduzione delle masse sismiche trasmesse alla struttura;

• l’impiego di isolatori sismici elastomerici, che disaccoppiano la sovrastruttura dal suolo, permettendo una significativa dissipazione dell’energia sismica. Le strutture isolate offrono vantaggi sostanziali rispetto a quelle a base fissa, in particolare un’elevata sicurezza rispetto allo Stato Limite di Salvaguardia della Vita (SLV), anche in caso di terremoti severi.

Criterio B – Ottimizzazione Impiantistica ed Energetica

B.1 - Sistema di building automation

È stato previsto un sistema avanzato di automazione per la gestione efficiente degli impianti (climatizzazione, ACS, elettricità) e il monitoraggio dei consumi in tempo reale, secondo le normative UNI EN 15232 e CEI. Il sistema è scalabile e consente l’ottimizzazione energetica per zona, oltre al controllo da remoto.

B.2 - Assistenza all’avvio e manutenzione impianti

È stato redatto un capitolato tecnico per l’assistenza alla messa in funzione e per la manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti per 12 mesi. Il servizio include documentazione, formazione degli utenti, riunioni condominiali, monitoraggio remoto e verifiche secondo norme UNI/CEI.

Criterio C – Migliorie

C.1 - Chiusure verticali opache

Sono state adottate soluzioni che migliorano le prestazioni termoenergetiche rispetto al progetto iniziale, con particolare attenzione alla riduzione dei ponti termici e alla verifica delle prestazioni in linea con i requisiti degli edifici NZEB (Nearly Zero Energy Building) secondo il D.M. 26/06/2015.

C.2 - Involucro trasparente

Sono stati migliorati infissi e vetri con telai in PVC a sezione maggiorata e vetri stratificati con pellicola PVB per migliorare isolamento termico, acustico e sicurezza. I nuovi infissi consentono anche una differenziazione del fattore solare in base all’esposizione, mantenendo le caratteristiche estetiche originarie.

Criterio D – Sistemazione delle Aree Esterne

Per la sistemazione delle aree esterne, è stata proposta una pavimentazione fotocatalitica e drenante, in grado di abbattere gli inquinanti atmosferici e contribuire al benessere climatico.

La proposta prevede anche:

• Riduzione delle isole di calore, grazie all’effetto di raffreddamento evaporativo e all’incremento di superfici permeabili e vegetate;

• Installazione di arredi urbani modulari, come panchine componibili, vasi integrati e rastrelliere per biciclette (2 strutture per un totale di 20 posti bici);

• Cestini per raccolta differenziata del tipo Box Metalco in acciaio e legno FSC, per incentivare il riciclo;

• Messa a dimora di vegetazione autoctona (3 olivi, 2 aranci amari e 15 oleandri), con funzione ambientale, estetica e di ombreggiamento.

Queste soluzioni generano un valore ambientale, funzionale e sociale aggiunto, rendendo le aree esterne più vivibili, sostenibili e coerenti con gli obiettivi di riduzione dell’impatto ambientale dell’intervento edilizio..

Sportello Energia “FEEL good”

Un progetto europeo per le comunità

ARTE Imperia si distingue nel panorama nazionale con lo Sportello Energia “FEEL good”, un’iniziativa innovativa che mette al centro la sostenibilità ambientale e la partecipazione attiva dei cittadini. Attivo presso il Centro Servizi all’Utenza di Imperia, lo sportello rappresenta un presidio fondamentale per la promozione di buone pratiche legate all’efficienza energetica e al rispetto dell’ambiente, rispondendo concretamente alle esigenze di un’utenza sempre più attenta e consapevole.

Un progetto europeo per le comunità

Lo Sportello “FEEL good” si inserisce nel progetto europeo FEEL – Frugal Cities through Energy Efficiency and Low-tech Communities, co-finanziato dal programma INTERREG Europe 2021–2027, con la collaborazione di Regione Liguria. La finalità è ambiziosa: incentivare modelli di consumo sostenibili e favorire un cambiamento culturale attraverso strumenti semplici e accessibili a tutti.

ARTE Imperia ha avuto l’onore di ospitare, a maggio 2025, una tappa della study visit dei partner europei del progetto, accogliendo delegazioni provenienti da diversi Paesi presso lo Sportello Energia “FEEL good”, attivo al Centro Servizi all’Utenza di Imperia. L’iniziativa ha offerto l’occasione di condividere le buone pratiche adottate localmente e di confrontarsi su esperienze europee nel campo della sostenibilità abitativa. Durante la visita, i par-

tecipanti hanno potuto approfondire le modalità operative dello sportello, che offre ai cittadini consulenze personalizzate: consigli pratici per risparmiare energia, suggerimenti per un consumo più consapevole e supporto nella lettura delle bollette. Particolare interesse ha suscitato l’approccio educativo adottato da ARTE Imperia, grazie ai progetti RisparmiARTE e RiciclUSANDO, protagonisti anche della study visit. Questi laboratori creativi, pensati per le scuole dell’infanzia e primarie, coinvolgono i più piccoli in esperienze formative e divertenti, con l’obiettivo di coltivare rispetto per l’ambiente, sti-

molare gesti sostenibili e trasformare la creatività in consapevolezza ecologica. La study visit ha rappresentato un momento di scambio prezioso, rafforzando la rete internazionale del progetto FEEL e confermando il ruolo di ARTE Imperia come modello virtuoso e replicabile di gestione sostenibile del patrimonio abitativo.

ARTE Imperia offre consulenza personalizzata su tematiche cruciali come: risparmio energetico e riduzione dei consumi;

. promozione di comportamenti consapevoli e responsabili;

. supporto nella lettura e comprensione delle bollette.

Il servizio si articola tra la sede centrale di Imperia e i punti di ascolto attivati nei comuni di Riva Ligure, Taggia e Ventimiglia, con un ampliamento progressivo che ha permesso di raggiungere un numero crescente di cittadini, grazie anche al progetto “chiamARTE”.

Comunicazione e sensibilizzazione: una strategia vincente

Per garantire la massima diffusione delle opportunità offerte, ARTE Imperia ha adottato una strategia comunicativa multicanale, che include sito istituzionale, video promozionali, comunicati stampa, banner online e attività sui social media. Questo

impegno costante ha reso lo sportello un punto di riferimento riconosciuto sul territorio.

Educazione ambientale: la sfida delle nuove generazioni

Tra le azioni più significative spiccano i progetti RisparmiARTE e RiciclUSANDO, dedicati in particolare ai più giovani. Il primo si è concretizzato nella produzione di brochure informative, basate sull’esperienza diretta degli operatori e mirate a sensibilizzare su piccoli gesti quotidiani che possono fare la differenza.

RiciclUSANDO, invece, coinvolge le scuole dell’infanzia e primarie in laboratori educativi e ludici. Attraverso personaggi come Franky la rana (che insegna la riduzione dei rifiuti), Pongo il cane (raccolta differenziata) e Po il panda (riciclo), i bambini sono guidati in percorsi di apprendimento pratico e creativo, come la cura delle piante e la realizzazione di oggetti con materiali riciclati. L’approccio mira a rafforzare la consapevolezza ecologica fin dalla prima infanzia, integrando momenti di riflessione e condivisione

Il futuro: orti urbani e comunità resilienti

Guardando avanti, ARTE Imperia ha in cantiere un progetto di orti urbani rivolto agli assegnatari degli alloggi ERP. Questa iniziativa mira a trasformare le aree verdi pertinenziali in spazi produttivi e didat-

tici, coinvolgendo famiglie, scuole e studenti delle superiori. Un esempio concreto di come la sostenibilità possa tradursi in coesione sociale e valorizzazione del patrimonio abitativo.

Una visione integrata per abitare meglio

Lo Sportello Energia “FEEL good” non è solo un servizio, ma un vero e proprio laboratorio di innovazione sociale e ambientale. Coniugando consulenza tecnica, educazione e partecipazione comunitaria, ARTE Imperia sta costruendo un modello replicabile di gestione sostenibile del patrimonio abitativo, in linea con gli obiettivi europei e le sfide globali legate al cambiamento climatico.

Un’esperienza che dimostra come il settore dell’edilizia residenziale pubblica possa essere protagonista nella transizione ecologica, rafforzando il legame tra abitare e benessere collettivo..

Convegno e Assemblea Generale

Ad Ancona il 26 e 27 giugno 2025

Abbiamo il piacere di annunciare che il 26 e 27 giugno 2025 si svolgeranno ad Ancona, due tra i più importanti eventi annuali organizzati da Federcasa.

26_giugno

Convegno

Quale futuro per l’edilizia sociale pubblica in Italia e in Europa

ore 15.00 - Teatro delle Muse Piazza della Repubblica, Ancona

ore 20.00 - Cena di gala

27_giugno

Assemblea Generale

ore 10.00

SALVA LE DATE

Seguiranno inviti, modalità di registrazione e programma dettagliato e convocazione

In diretta dall’Europa

Audizione in Commissione speciale sulla crisi abitativa nell’Unione europea (HOUS)

Istituita con un mandato di 12 mesi, la Commissione ha il compito di analizzare le cause profonde della carenza di alloggi, valutare l’efficacia dei finanziamenti e delle norme UE e individuare soluzioni sostenibili e accessibili.

Dalla riunione costitutiva del 30 gennaio 2025, sono già stati ospitati eventi chiave, come gli scambi con il Vicepresidente esecutivo Fitto e il Commissario Jørgensen, una conferenza sull’edilizia abitativa a prezzi accessibili il 24 marzo e la prima udienza pubblica sulle norme relative agli aiuti di Stato e all’edilizia abitativa il 7 aprile.

Queste discussioni hanno dimostrato la profondità delle conoscenze e l’impegno di istituzioni e stakeholder sul tema. La disponibilità a condividere spunti di riflessione e a mettere in discussione il pensiero convenzionale consentirà di valutare, oltre al resto, gli investimenti necessari, sia pubblici, sia privati, per rendere l’edilizia abitativa accessibile a tutti.

Nell’ambito di questa attività di ascolto degli stakeholder italiani, abbiamo avuto il piacere e l’onore di vedere invitato come speaker il Presidente di Federcasa Marco Buttieri che lo scorso giovedì 15 maggio è stato audito come esperto del settore. Trovate anche il link dell’audizione sul sito di Federcasa.

In quella sede c’è stata l’occasione di sottolineare il ruolo, la composizione e l’organizzazione del sistema italiano delle case popolari, delle nostre Aziende e della tipologia di inquilinato cui si rivolgono i nostri servizi, di tipo ormai sempre più sociale.

Partendo dall’analisi dei dati di contesto, anche demografici, e delle proiezioni sui prossimi anni, è stato evidenziato come il nostro settore potrebbe subire effetti importanti e soprattutto gli interventi da prevedere debbano avere necessariamente delle caratteristiche coerenti con lo sviluppo della

condizione sociale e della popolazione, che ne determineranno le esigenze principali.

Uno degli elementi più qualificanti dell’intervento del Presidente Buttieri, che è stato ripreso anche dalla Presidente della Commissione speciale, l’On. Irene Tinagli, è quello relativo all’ammissibilità delle nostre Aziende ai principali Fondi europei, essendone al momento di fatto escluse in considerazione della loro forma giuridica, che non le qualifica come enti pubblici locali e nemmeno come PMI, viste le finalità statutarie e costitutive.

A tal fine e visto l’interesse riscontrato sull’argomento, come concordato con la Presidente e la Vicepresidente del Parlamento europeo, On. Antonella Sberna, abbiamo provveduto ad inviare il giorno successivo una proposta emendativa che, se verrà accettata, consentirà l’inserimento di una dicitura che comprenda chiaramente le nostre Aziende tra i potenziali beneficiari della prossima programmazione finanziaria pluriennale dal 2028.

Nel corso della seduta è stato possibile anche allacciare delle relazioni con i rappresentanti tecnici della Commissione europea che compongono la Task Force dedicata alle politiche della casa, i quali hanno condiviso i prossimi appuntamenti in Italia per la verifica in loco di alcuni interventi considerati come best-practice.

Particolare attenzione è stata anche posta dal Pre -

In diretta dall’Europa

sidente Buttieri al tema della realizzazione di interventi che in Italia devono necessariamente considerare anche le questioni della manutenzione straordinaria, degli aspetti dell’imposizione fiscale per le nostre Aziende, della sismicità dei luoghi.

Tutti temi che hanno suscitato l’interesse evidente dei parlamentari presenti e di quelli che si sono avvicinati anche nel corso dei lavori per porre domande ed esprimere la loro posizione o sostegno in generale agli argomenti esposti nel corso dell’audizione.

Dopo questo primo appuntamento in Europa, è seguito quello del 22 maggio con il Commissario all’Housing Dan Jørgensen, organizzato da Housing Europe come delegazione ristretta di alcuni rappresentanti nazionali, che hanno avuto la possibilità di confrontarsi direttamente con il massimo esponente della Commissione europea sulle principali criticità del settore e di cui avremo modo di parlare nei prossimi aggiornamenti..

Ing. Luca Rollino

C2R Energy Consulting-Xori Group per Federcasa

Futuro sostenibile

Siracusa: Città in Scena

“L’evidente stratificazione culturale, architettonica e artistica nel complesso di Siracusa/Pantalica è un’eccezionale testimonianza della storia e della diversità culturale della regione di Siracusa a cavallo di tre millenni. Dal periodo greco al Barocco”. UNESCO, Syracuse and the Rocky Necropolis of Pantalica.

Siracusa non è una città. È un’eco, una voce che rimbalza da millenni tra le onde e la pietra, tra le mura di Ortigia e le polveri della Neapolis. Qui il tempo non scorre: si sedimenta. Ci sono città che si leggono in verticale. Che non si spiegano in una sola epoca, ma si stratificano come la memoria. Siracusa è certamente una di queste. Qui il presente cammina attento, in bilico tra la gloria antica e la necessità moderna, come un funambolo sospeso sull’acqua. Ci sono città che si lasciano cambiare. Altre che resistono. Siracusa accoglie, ma non cede. Si fa attraversare, ma mai conquistare. È una città che bisogna meritare.

Fondata quasi otto secoli prima di Cristo dai Corinzi con il nome di Syrakousai, rivale di Atene, capitale dell’Impero bizantino, presa dai musulmani come tutto il resto della Sicilia, roccaforte normanna e poi spagnola, Siracusa è passata indenne attraverso terremoti, assedi, invasioni e armistizi. Patria di uno dei più grandi geni della storia, il matematico Archimede, che secondo il racconto di una leggenda diffusa, la difese dall’assalto via mare dei Romani usando i suoi specchi ustori per riflettere la luce del sole e bruciare le loro navi. Che il 3 settembre del 1943 ospitò sul suo territorio, in contrada Santa Teresa Longarini nella frazione di Cassibile, la firma della resa incondizionata del Regno d’Italia agli Alleati e che dal 2005 è patrimonio dell’umanità UNESCO congiuntamente alle vicine Necropoli Rupestri di Pantalica. Non si è mai spostata da dove il mare la voleva, e tutto quello che è stata è ancora lì visibile, scolpito nella pietra, inciso nella pianta della città, iscritto nei gesti. A Siracusa, anche l’abitare è un gesto sacro. Ogni casa, ogni pietra, ogni vi -

Energy Consulting-Xori Group per Federcasa

colo tra due edifici racconta una storia. Una storia che spesso non si può toccare, né riscrivere. Non ci sono quartieri dormitorio qui. Ci sono quartieri addormentati, semmai. Quartieri che aspettano un risveglio, non una rivoluzione. A volte, il vero gesto straordinario è anche solo restaurare una porta. Far tornare a vivere un cortile o un piccolo parco cittadino. Mettere una luce dove prima c’era il buio. Non per estetica. Per rispetto e per bellezza.

Chi lavora nell’edilizia pubblica e non solo lo sa bene: ogni progetto urbano, in città come questa, è un confronto diretto con il tempo. Con la bellezza e con

l’abbandono. Con l’identità e con la povertà. Qui non bastano i fondi del PNRR o le linee guida di una direttiva europea. Serve sensibilità. Serve ascolto. Serve il coraggio di fare poco, ma farlo giusto.

E allora viene da chiedersi: cosa vuol dire rigenerare una città come Siracusa? Vuol dire restituire dignità a chi l’abita. Vuol dire trattare i luoghi come si trattano le persone care: con attenzione, con grazia, con memoria.

Era il lontano 2018 quando si iniziò a parlare con più insistenza e costanza a Siracusa di “rigenerazione urbana” per disegnare una serie di programmi di

C2R

recupero e riqualificazione del patrimonio immobiliare alla scala urbana che puntano a garantire qualità e sicurezza dell’abitare sia dal punto di vista sociale sia ambientale, in particolare nelle periferie più degradate. La rigenerazione urbana, a Siracusa, non è solo un’idea da convegno: è un bisogno concreto che riguarda quartieri e comunità reali. Alcuni interventi già avviati o progettati negli ultimi anni mirano a restituire qualità dell’abitare e dignità urbana a zone che, per troppo tempo, sono rimaste ai margini del discorso pubblico.

Uno dei primi a credere davvero in questa visione per Siracusa è stato l’ingegnere Massimo Riili, storico presidente dell’ANCE provinciale, scomparso improvvisamente nell’ottobre del 2023. È stato lui, già appunto a partire dal 2018, a rilanciare con decisione l’idea di una rigenerazione urbana sistemica, proponendo un atto d’indirizzo ambizioso: ricucire la città attraverso interventi mirati, a partire dalla riqualificazione dell’area della stazione centrale e del vicino Ginnasio romano, fino al water front urbano, comprendente l’idroscalo e l’area dismessa dell’ex stabilimento Spero.

Ma è durante il biennio 2023 – 2024 che Siracusa ha incominciato a interrogarsi con più insistenza su come immaginare il proprio futuro senza tradire la propria storia. Nel maggio 2024, il Castello Maniace ha ospitato la seconda tappa del festival nazionale “Città in Scena”, dedicato alla rigenerazione urbana, promosso da ANCE, Mecenate 90 e Fondazione Musica per Roma. Non una semplice vetrina, ma un’occasione concreta per raccontare esperienze già avviate e riflettere su ciò che resta da fare, in una Sicilia attraversata da contraddizioni: da un lato, interi sprazzi di città abbandonati, edifici pubblici dismessi, ex stabilimenti industriali e quartieri popolari in attesa di rinascita; dall’altro, la volontà – e in alcuni casi la capacità – di intervenire per trasformare queste ferite urbane in luoghi vivi, inclusivi, sostenibili.

Sedici progetti, selezionati tra quelli realizzati o in corso in tutta l’Isola, sono stati presentati a Siracusa davanti a un pubblico di amministratori, tecnici, progettisti e cittadini. La mattinata era dedicata alla presentazione dei progetti di rigenerazione di diverse città siciliane, da Caltagirone a Marsala, da Catania a Messina, da Ragusa a Trapani. Nel pomeriggio, il focus tornò su Siracusa, con la presentazione dei suoi tre progetti più significativi ed esemplari: la riqualificazione dell’ex Albergo Scuola in via Elorina, la rinascita dell’area ex-Spero e il nuovo water front dello sbarcadero di Santa Lucia. Tre interventi che, ciascuno a suo modo, vogliono restituire alla città luoghi, funzioni e identità, riconnettendo spazi urbani e comunità.

Il primo di questi tre progetti di cui vogliamo brevemente parlare è appunto la riconversione dell’ex Albergo Scuola in via Elorina , edificio progettato per ospitare una scuola alberghiera con annesso albergo per le attività didattiche, oggetto di numerosi interventi di completamento nello scorso

ventennio, ma mai entrato realmente in funzione e destinato ora a diventare un complesso di 38 alloggi di edilizia residenziale pubblica e social housing. Intervento reso possibile grazie a un finanziamento europeo di circa 11,5 milioni della misura 9.4.1 del PO-FESR “Lotta alla povertà e inclusione sociale” che hanno permesso l’acquisto dell’immobile e la sua ristrutturazione. Un progetto simbolico, che punta non solo a recuperare un edificio inutilizzato, ma a restituire funzione e dignità a un luogo strategico per la città. I lavori si sono conclusi nel corso del 2024 e questa primavera è partito il primo bando di IACP Siracusa per assegnare i primi 20 alloggi. L’intervento è pensato in un’ottica di ripartenza dell’economia che valorizzi quanto già a disposizione, escludendo il consumo di nuovo suolo. È stato infatti obiettivo di progetto poter garantire l’ampia capacità di adattarsi a nuove esigenze future, attraverso una logica aperta, lasciando un’ampia flessibilità nella possibile riconfigurazione e suddivisione degli ambienti interni e degli impianti in un’ottica di ottimizzazione delle risorse energetiche, con un edificio NZeb (Nearly Zero Energy Building). Il progetto ha permesso di realizzare 38 nuovi alloggi, oltre ad un’unità adibita a Casa-famiglia attrezzata per ospitare persone con disabilità. Il piano terra è stato invece destinato a servizi comuni tra i quali esercizi commerciali, info-point e biglietteria, casa di quartiere e servizi ambulatoriali. Dato il pessimo stato di conservazione delle strutture è risultato necessario prevedere interventi di adeguamento sismico e per sanare tutte le vulnerabilità e i fenomeni di degrado derivanti dall’esposizione agli agenti atmosferici (Fonte: progettisti-associati.it).

Invece, quello che oggi per i siracusani è soltanto lo sbarcadero Santa Lucia, tra meno di un anno sarà una vasta area riqualificata per godere della bellezza del mare e della vista verso Ortigia. Oggi è poco più che un parcheggio per camper, chiuso da un muretto che nega alla città la vista del mare. Lo sbarcadero di Santa Lucia è un luogo dimenti-

cato, marginale, che però racchiude un potenziale enorme. Proprio per questo, nei prossimi mesi sarà oggetto di un importante intervento di rigenerazione urbana, pensato per trasformarlo in una nuova soglia tra la terra e l’acqua, una vera e propria piazza sul mare.

Il progetto, finanziato in gran parte con fondi del Piano di azione e coesione per un totale di oltre 3,3 milioni di euro, ridisegna completamente lo spazio urbano: al posto degli stalli per le auto, un’ampia area pedonale con palme, panchine, illuminazione pubblica e nuovi arredi urbani; al posto del marciapiede stretto e del muretto cieco, una passeggiata alberata larga sei metri, che restituisce allo sguardo il respiro del Porto Grande. Il nuovo water front manterrà le sue funzioni legate alla pesca e alla diportistica, ma sarà pensato innanzitutto per le persone perché la fruizione sarà prevalentemente pedonale. Così, lo sbarcadero potrà diventare davvero la “seconda Marina” della città, uno spazio pubblico affacciato sull’acqua, dove la bellezza non è solo un fatto di panorama, ma una condizione di cittadinanza.

C2R Energy Consulting-Xori Group per Federcasa

Ma il progetto più controverso, e forse proprio per questo il più emblematico, è quello che riguarda l’area dell’ex fabbrica Spero, Società Produzione e Raffinazione Olii, lungo il water front di via Elorina. La sua travagliata storia va avanti da più di un decennio e sembra non voler mai giungere ad un atto conclusivo. Ricostruire la sua intera cronistoria per questo contributo è stato intricato, perché si è dovuto ripercorrere una lunghissima trama fatta di progetti e controprogetti, intervallati da sentenze amministrative, dalle carte bollate del Tribunale di Catania e i pareri negativi del Ministero dell’Ambiente, della Sovrintendenza, per finire con un incendio nel febbraio 2024. Uno spazio immenso, abbandonato, affacciato sul Porto Grande e che forse in altre città a quest’ora avrebbe già cambiato volto. A Milano, Torino, Berlino, luoghi simili sono diventati centri culturali, hub creativi, sale per concerti, fiere e congressi.

L’idea è quella di trasformare l’area in un vero polo culturale, una cittadella affacciata sul mare, capace di ospitare eventi, attività produttive leggere, spazi espositivi e nuove economie creative. Ma al sogno si affianca la tensione. Perché la Spero, ancora proprietaria dell’area, promuove e porta avanti con forza dal lontano 2008 il suo personale contro-progetto alternativo che prevede anche la realizzazione di un porto turistico - il cosiddetto “Marina” - nel Porto Grande. Un’iniziativa che da anni divide la città, accusata da alcuni di andare verso la cementificazione del litorale e di mettere a rischio la tutela paesaggistica e il riconoscimento Unesco. Questo disegno originario del 2008 è ritenuto infatti particolarmente impattante: un’isola artificiale di 24.000 mq, con tre edifici, parcheggi, moli per 429 posti barca e oltre 32.000 mq di colmate a mare. Il TAR ha giudicato irrilevanti le contestazioni mosse dalla Spero alle richieste avanzate dal Comune durante la Conferenza dei Servizi del 2012, ribadendo che non vi erano elementi lesivi nella sua decisione di rinviare e non procedere. A favore della Spero, però, si pronuncia

invece il Consiglio di Giustizia Amministrativa nel 2018, dando ragione alla società e criticando l’operato della Soprintendenza, che aveva anch’essa nel 2012 stoppato l’iter del progetto. Adducendo, però, prescrizioni ritenute eccessive dai giudici.

La frattura con le istituzioni resta profonda, e il Piano Paesaggistico approvato nel 2019 impedisce la realizzazione del Marina di Siracusa come era stato concepito nel 2008. Resta solo - almeno sulla carta - la possibilità di riaprire un confronto su un progetto alternativo, più sostenibile e rispettoso dei vincoli, come quello presentato nel 2014, ma mai del tutto formalizzato.

Nel frattempo, resta aperta anche la questione politica e istituzionale: già nel 2023 l’amministrazione comunale aveva chiesto al Ministero della Difesa di avviare un processo di smilitarizzazione dell’area confinante che ospita un Distaccamento Aeronautico e di sottoscrivere di un protocollo d’intesa con la Regione Sicilia per valorizzare l’intero water front. Una proposta rimasta lettera morta. Il timore, per molti, è che l’area venga definitivamente

sottratta all’uso pubblico e affidata ai privati, senza una visione complessiva di rigenerazione urbana.

A complicare ulteriormente lo scenario sono intervenuti, in tempi più recenti, nuovi e altri pareri tecnici negativi. Il 10 giugno 2024, è di nuovo la Soprintendenza ai Beni Culturali di Siracusa ha ribadito l’incompatibilità del progetto Marina di Siracusa con i vincoli paesaggistici e archeologici esistenti. Il bacino del Porto Grande, già dichiarato di notevole interesse pubblico dal 1988 e incluso nel Piano Paesaggistico del 2012, costituisce un museo a cielo aperto, dove ogni modifica sostanziale allo skyline risulta inaccettabile. A preoccupare sono soprattutto il molo lungo 520 metri, l’edificio-ristorante di 350 mq alto oltre 7 metri, la colmata a ridosso della costa, le nuove volumetrie non compatibili e la riproposizione di una piscina sul mare, ritenuta non funzionale all’attività diportistica.

Anche il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), in sede di Valutazione di Impatto Ambientale, ha evidenziato gravi carenze progettuali e documentali: mancano numerosi studi e per questo la commissione ministeriale non ritiene possibile escludere che il progetto potrebbe avere “implicazioni negative significative” sugli habitat e le specie protette, a causa dell’aumento del traffico nautico e dell’inquinamento atmosferico e acustico.

Il futuro dell’ex Spero, dunque, resta sospeso tra visioni divergenti. Ma la posta in gioco è alta: qui non si gioca solo il destino di un’area dismessa, ma la possibilità di dare forma a un nuovo immaginario urbano. Una Siracusa che non si affida più solo alla gloria del suo passato, ma che prova a costruire il proprio futuro.

Ogni città ha un suo modo di guarire le proprie ferite. A Genova, come abbiamo detto il mese scorso in questa stessa rubrica, si abbatte. Si sconfiggono i demoni demolendo. A Siracusa, invece, è un’altra

cosa. Qui non c’è bisogno di abbattere: si deve risvegliare. E forse è proprio questo il suo modo tutto suo di Siracusa di esorcizzare i propri demoni: non seppellirli sotto una nuova colata di progetti, ma guardarli in faccia. Riconoscerli. E poi, lentamente, lasciarli andare. Per questo qui rigenerare è un gesto diverso. Non ha la fretta dell’urgenza, né la brutalità del rimedio. Ha il respiro lungo dell’ascolto. Serve pazienza. Serve umiltà. E serve coraggio: quello di non toccare troppo, quello di non rifare da capo, quello di non farsi prendere dal panico. Perché certe città non si possono e non si devono cambiare a colpi di ruspe. Si cambiano con un sussurro. Si cambiano con la luce antica che filtra tra le colonne di un tempio greco. O negli occhi di chi, da sempre, la abita..

C2R Energy Consulting-Xori Group per Federcasa

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.