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LA DISTRIBUZIONE HORECA
S C E N A R I / B E VA N D E C A R B O N A T E
TEMPO DI RIPRESA? IL 202 1 H A S EG N ATO PER I G ROSSI STI UN PR I MO, SI G NI FI CAT IVO, REC U P ERO D E I L I V E L L I PRE PANDE MI C I . MA SUL 2 02 2 I NCOMBONO I N C O G N I T E PO C O RA S S I C URANTI . CH E POTR E BBE RO PORTARE AD AU M E N T I D I L I STI NO ANCH E MOLTO DEC I SI
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D I M A N U E L A FA LC H E RO
l Covid, e le restrizioni che ne sono seguite sul fronte dei consumi fuori casa, iniziano ad allentare la presa. Lo testimonia la fotografia, sostanzialmente virata sui toni tenui del rosa, di un comparto nevralgico per l’away from home: le bevande carbonate. In base ai dati Iri, il settore pesa per l’11,1% sul totale portafoglio beverage venduto dai grossisti e nel 2021 ha mosso oltre 343 milioni di euro. A volume i soft drink hanno allungato del +29,9% rispetto al 2020, con un recupero almeno parziale di quanto perso nel biennio di pandemia. Parziale, perché il confronto con il 2019 fa ancora segnare un gap del -15,6%. E altrettanto accade con riguardo al valore: anche questo indicatore, infatti, fa segnare nel 2021 una decisa fiammata sull’anno precedente (+34,4%), che pur si confronta ancora con un disavanzo del -13,5% rispetto al 2019. “Alla prova del conto economico – spiega Mario Carbone, Account Director di Iri – nel 2021 il mercato ha insomma mostrato i primi segni di risalita”. Una buona notizia che però nasconde qualche criticità. “Se si guarda al prezzo medio di cessione dei prodotti da parte del distributore ai punti di consumo – dice Carbone –, si nota una rimonta del 2021 nei confronti sia del 2020 (+3,4%) sia del 2019 (+2,5%). E questo fa pensare a un fenomeno inflattivo che, va detto, non è imputabile a un aumento dei listini quanto piuttosto a una
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minore attività promozionale, indotta da una contingenza difficile. I distributori hanno, infatti, dovuto fare fronte a un calo dei volumi che si è accompagnato a un carico sostanzialmente invariato dei costi fissi”. LA TENUTA DI COLE E ARANCIATE
Alla radice della ripresa ci sono in prima battuta le performance del poderoso esercito delle cole, che per i grossisti rappresentano il 64,6% a volume del mercato delle bibite, per un valore superiore ai 205 milioni di euro. Il segmento si attesta poco sotto la media del comparto: a volume cresce del 27,2% rispetto al 2020, ma chiude in calo del 17,5% nel confronto con il 2019. E la stessa dinamica si riscontra a valore, dove nel 2021 il segmento compie un balzo del +31% al confronto con il 2020, ma segna ancora una netta distanza (-17,1%) rispetto al 2019. Un incoraggiante segno più campeggia davanti ai numeri registrati da quella che, con il 12,4%, è la seconda voce a volume del settore: le aranciate, protagoniste di un’ottima annata con un +34,9% a volume e un +37% a valore, per un fatturato totale di quasi 35,7 milioni di euro. “Cole e aranciate – commenta Carbone – hanno saputo reagire alla crisi pandemica dimostrando una sostanziale tenuta, costruita principalmente sulla performance delle varianti ‘zero’. Su queste ha puntato l’industria per