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IL PRANZO INSIEME HA piU gusto CON

l’aGGreGaZioNe È ViNCeNte

Il tema del cambiamento è stato il filo conduttore dell’ultima edizione dell’International Horeca Meeting, il congresso di Italgrob tenuto a Rimini lo scorso febbraio, nel corso della manifestazione fieristica Beer&Food Attraction. Così come accaduto negli anni passati, il nostro evento si è confermato un privilegiato luogo di confronto e discussione, aperto all’intero mondo del fuori casa.

E dunque, come può affrontare il cambiamento questo nostro comparto che – ricordiamocelo sempre – possiede tutte le caratteristiche per diventare un solido asse portante dell’economia italiana? A mio avviso, ci può riuscire attraverso una nuova cultura del fare filiera, sfruttando tutto il potenziale che la tecnologia è in grado di mettere a disposizione delle imprese, così come del resto impone la rivoluzione digitale nella quale siamo immersi. Ma prima della tecnologia, per vincere la sfida del cambiamento, non possiamo prescindere da un altro fantastico potenziale: l’aggregazione. Su questo aspetto colgo alcuni indirizzi politici che il Governo Meloni ha recentemente palesato. Si parla sempre più di favorire l’aggregazione di piccole e medie imprese per metterle nelle condizioni di competere in un mercato divenuto complesso e

sfidante. Ebbene, ritengo che anche nel settore Horeca la strategia dell’aggregazione possa essere vincente. E non mi riferisco solo ai distributori, perché aggregazione significa avere una visione comune, lavorare di concerto, remare nella stessa direzione. Azioni che possono certamente essere compiute dai diversi attori della filiera: produttori, distributori, esercenti dei punti di consumo. Tutti uniti dall’obiettivo migliorare l’offerta verso il cliente finale e stimolare i consumi.

Italgrob è pronta a fare la sua parte in tale direzione, sia fungendo da aggregatore fra i diversi componenti della filiera sia stimolando e favorendo una crescita professionale della categoria e del mercato nel quale tutti noi lavoriamo. Va detto che aggregarsi e puntare ad un comune obiettivo significa anzitutto mettersi in discussione, essere pronti a riconoscere di non bastarsi.

Noi distributori food & beverage siamo disponibili a compiere questo passo e dunque a metterci in discussione, nella piena consapevolezza che una crescita sostenibile dei consumi dipende anche dalla capacità di migliorare le nostre attività ed essere una categoria di valore.

oRGoGlioSi DEllA noStRA iDEntitÀ

Le evidenze statistiche non lasciano spazio ai dubbi: lo scorso anno i consumi fuori casa non sono stati particolarmente brillanti e sin dall’inizio del 2025 il mercato ha manifestato il chiaro timore che il trend poco positivo possa proseguire. Ma al di là di queste criticità – ovvero il bicchiere mezzo vuoto – dobbiamo anche, con spirito costruttivo, vedere il bicchiere mezzo pieno. Sappiamo bene che nelle difficoltà ci sono sempre delle opportunità, perché le analisi macroeconomiche fanno emergere il grande potenziale dei consumi fuori casa. E chi meglio dei distributori food & beverage può dare slancio a questo potenziale? Sono loro, infatti, l’insostituibile volano del mercato. Italgrob, che li rappresenta, sa benissimo che questa è anche la loro volontà, la loro ambizione, il loro ruolo.

Una categoria che da poco tempo – e possiamo ribadirlo con soddisfazione anche su queste pagine – ha finalmente ottenuto il meritato riconoscimento istituzionale. Non si tratta solo di un traguardo formale, ma è il segnale concreto che le istituzioni stanno comprendendo il valore strategico di queste imprese. Lo speciale elenco dei distributori Horeca e la definizione ufficiale di “Operatori della distribuzione Horeca”, inserita nel disegno di legge sulle piccole e medie imprese promosso dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, sono un passaggio fondamentale. Un’attestazione che

non solo valorizza il lavoro di 3.400 aziende e oltre 20.000 addetti alla vendita in Italia, ma rappresenta anche uno stimolo per rafforzare l’identità della categoria e accrescerne la professionalità. Essere riconosciuti a livello istituzionale contribuirà a migliorare l’offerta di servizi e prodotti, innalzando gli standard qualitativi dell’intera filiera. I gestori dei punti di consumo, con cui i distributori interagiscono quotidianamente, potranno beneficiare di una rete distributiva più strutturata ed efficiente. Inoltre, questo riconoscimento costituisce un’opportunità straordinaria per tutto il comparto agroalimentare, per il quale il mercato dei consumi fuori casa è un canale di sbocco privilegiato. Senza dimenticare il valore aggiunto che potrà portare al settore turistico, dove la tradizione gastronomica italiana continua a essere un elemento di forte attrazione.

Le prospettive sono straordinarie. Il bicchiere non è solo mezzo pieno, ma può davvero traboccare. Per raggiungere l’obiettivo, però, dobbiamo accendere la miccia del cambiamento. E soprattutto essere fiduciosi: il mercato Horeca è, e resta, un asset fondamentale. Lo conferma lo studio che The European House – Ambrosetti ha realizzato per conto di AFDB e Italgrob, la cui presentazione ufficiale al Governo è in programma il 14 maggio a Roma. Un’ulteriore occasione per interloquire con le istituzioni e raccontare loro il valore strategico della distribuzione food & beverage.

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SCENARI

6/IHm 2025

Il coraggio di fare impresa

10/FIlIera

Crescere nell’era dell’incertezza

16/VINo

La tempesta perfetta

20/aNalISI

Away From Home: cosa sta succedendo?

26/FormaZIoNe

Formare i leader dell’Horeca di domani

30/ NormaTIVe

Sugar tax: a che punto siamo?

MERCATO

34/amarI

Le nuove sfide in uno scenario incerto

40/amarI

Il Codice della Strada frena l’ammazzacaffè

42/amarI

Le opinioni delle aziende

50/BITTer & VermoUTH

Nel segno della mixology

54/BITTer & VermoUTH

I principali brand in vetrina

1/eDITorIale

L’aggregazione è la strategia vincente, anche nell’Horeca

3/Il pUNTo

Orgogliosi della nostra identità

GESTIONE

62/SoSTeNIBIlITÀ

Normative ESG: il nuovo imperativo per il settore F&B

66/INTellIGeNZa arTIFICIale

Scelte più veloci e sicure nella distribuzione Horeca

70/l’aZIeNDa

Data Intelligence per la Route to Market

72/aSSorTImeNTI

Distribuzione all’ingrosso. Sei trend per un futuro a base di tecnologia

PROTAGONISTI

76/Il maNaGer

Birra Castello, al via un nuovo capitolo

80/ Il proDUTTore

I motori della crescita di San Martino Vini

82/ Il DISTrIBUTore

Gruppo Laziale Bevande, la forza di un’impresa visionaria

IL cOraGGIO DI Fare IMPresa

aLLe DIFFIcOLTÀ DeL MercaTO La FILIera DeL FUOrI casa DeVe reaGIre cOn IL GIOcO DI sQUaDra, LaVOranDO sU PrOGeTTI cOnDIVIsI. È QUesTO IL MessaGGIO DeLL’InTernaTIOnaL HOreca

MeeTInG 2025, cHe Ha VIsTO Un cOnFrOnTO Tra DIsTrIBUTOrI, PrODUTTOrI, esercenTI e raPPresenTanTI DeLLe IsTITUZIOnI DI DOMenIcO aPIceLLa

In alto da sinistra, Antonio Portaccio, Alfredo Pratolongo, Dino Di Marino.
Sopra, Giorgio Salvitti; in basso, Vittorio Cino

Il contesto economico è complesso, ma chi lavora nel fuori casa ha un dovere: non demoralizzarsi e individuare le soluzioni per invertire il trend. Perché questo è il senso di essere uomini e donne di impresa, secondo Antonio Portaccio, presidente di Italgrob: “ La parola impresa dà già il senso di quello che ci attende, di quello che possiamo e dobbiamo fare”. Un appello che è stato il filo conduttore della 14ª edizione dell’International Horeca Meeting, tenuto lo scorso febbraio a Rimini nell’ambito della fiera Beer&Food Attraction. L’appuntamento - intitolato “Fuoricasa, l’ora del cambiamento” - ha dato l’occasione di guardare al recente passato. “Negli ultimi anni - ha dichiarato Portaccio - l’incertezza amplificata da eventi globali e locali ha messo a dura prova l’economia italiana. Nel 2024, il +0,5% del prodotto interno lordo è stato eroso da un’inflazione all’1,3%. Nel fuori casa la leggera crescita a valore è dovuta all’aumento dei prezzi al consumo, doppio rispetto all’inflazione Istat, dato che deve far riflettere gli addetti ai lavori. E mi riferisco ai produttori che negli ultimi 24 mesi hanno messo mano ai listini in più di un’occasione, con aumenti in alcuni casi ben oltre l’inflazione. Come anche responsabilità oggettive sono a capo dei gestori dei punti di consumo che, quando c’è stato da aumentare i prezzi, non hanno certo indugiato”.

FaLsa ParTenZa neL BeVeraGe

L’inizio del 2025 è stato deludente, con un crollo verticale di prodotti come vino (-16%) e spirits (-12%), ma Portaccio ha citato due dati positivi: “Il primo arriva dai Rapporti che Italgrob ha realizzato con il Censis negli ultimi tre anni, dai quali è emerso che l’Horeca è un valore sociale e un luogo di relazioni, dove gli italiani vivono momenti di

PER FAVORIRE I CONSUMI

È NECESSARIO PROPORRE

UN’OFFERTA IN LINEA CON

LE ATTESE DEL CLIENTE FINALE

SOTTO IL PROFILO DELLA

QUALITÀ, MA ANCHE

DEL PREZZO. EVITANDO

AUMENTI SUPERIORI AL TASSO

MEDIO DI INFLAZIONE

Le

VOcI DeLL a POLITIca

Il convegno ha visto la partecipazione di esponenti politici, a cominciare dal senatore Claudio Durigon, sottosegretario del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che ha affermato che il Governo ha stanziato 700 milioni di euro per dare modo alle aziende di formare il personale, ricordando che l’occupazione è arrivata al 62,4% e rivolgendo un invito al presidente Portaccio presso il Ministero per affrontare nel merito i problemi.

micro-felicità. Il secondo lo ricavo da un’indagine Circana: il 52% degli italiani non rinuncerà a recarsi fuoricasa nel 2025 e il 12% pensa di incrementare la frequenza. L’ora del cambiamento può e deve scoccare da queste prerogative. Favorire i consumi significa strutturare un’offerta in termini di rapporto qualità/prezzo in linea con i desiderata del consumatore. C’è bisogno di efficientare i processi, ottimizzare le funzioni di filiera, pianificare iniziative innovative”. Portaccio ha poi voluto ricordare due risultati conseguiti da Italgrob negli ultimi mesi. Il primo è la presentazione di un disegno di legge a cura del senatore Matteo Gelmetti, membro della Commissione permanente Bilancio, per l’istituzione di uno Speciale elenco nazionale delle imprese operanti nel settore della distribuzione del canale Horeca. “L’altro - ha continuato il presidente di Italgrob - riporta la data del 23 dicembre 2024, quando il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha approvato il primo disegno di legge annuale sulle piccole e medie imprese, che comprende un articolo dedicato agli operatori della distribuzione Horeca, la cui categoria viene per la prima volta definita e qualificata. Si tratta di un passaggio storico per il settore e di un riconoscimento decisivo”.

“So quanto è importante il lavoro di collegamento tra la produzione e la somministrazione - ha aggiunto Mirco Carloni, presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati - e questa è diventata una vera competenza di Italgrob, che ha messo insieme mondi che facevano fatica a dialogare. Oggi l’agricoltura sta diventando un elemento di credibilità, perché ciò che si mangia in ristoranti e alberghi è il nostro elemento competitivo. In occasione della fiera Wine Paris, il ministro dell’Agricoltura francese mi ha confessato che il loro obiettivo è raggiungere l’Italia sull’enoturismo, perché vedono una crescita importante del nostro sistema turistico rurale e legato all’enogastronomia. E questo turismo è possibile soltanto se la ristorazione, grazie alla produzione agricola, riesce a dare elementi di qualità e tradizione”.

Per il senatore Giorgio Salvitti, la politica deve attuare provvedimenti che non siano di ostacolo agli imprenditori: “Anzi, tentare di accompagnare, come è stato fatto nell’ultimo anno con investimenti che rasentano il miliardo di euro per la logistica. L’iniziativa presa dal senatore Gelmetti è importante perché quella norma prevede una cabina di regia composta dagli stessi operatori dell’Horeca. Noi non pensiamo di avere la verità in tasca e i cittadini giudicheranno se le nostre

ricette sono corrette, ma siamo disponibili ad avere dei suggerimenti da parte di chi vive il mondo reale”.

L a cOrsa DeI PreZZI

All’IHM 2025 hanno preso parte esponenti delle categorie produttive, come Alfredo Pratolongo, presidente di Assobirra: “Per i distributori la birra rappresenta circa il 30% dei volumi e una quota ancora più alta a valore. Dobbiamo far crescere il mercato insieme e se non lo facciamo noi, non la fa nessun altro, neanche le istituzioni, che ci possono però facilitare il percorso”. Pratolongo ha concordato sull’eccessivo ricarico praticato dagli esercenti: “È vero che sono saliti i prezzi della birra per via dell’incremento dei costi, è vero che è diminuito il potere d’acquisto e c’è stata una compressione dei margini di industria e distribuzione, ma è anche vero che c’è stato un aumento della marginalità nei punti di consumo”.

Con riferimento al nuovo Codice della Strada, il presidente di Assobirra ha posto l’accento sulla necessità di adeguare gli assortimenti nei punti di consumo: “Le birre 0,0% alcol sono una risposta credibile, ma il problema è che non sono distribuite a sufficienza. In Italia esistono 140.000 pizzerie ed è consueto che la birra venga servita e finita prima della pizza. Per chi deve mettersi alla guida, una seconda birra 0,0% è una proposta che avrebbe senso”.

Per Vittorio Cino, direttore di Centromarca, il segreto dei prodotti italiani è la qualità, che però costa: “Sui mercati internazionali non potremo mai competere sul prezzo. E lo stesso vale in quello interno perché, se la popolazione italiana diminuisce e invecchia, è evidente che, turismo a parte, non possiamo immaginare un forte aumento dei consumi nei prossimi anni. Dovremo puntare sulla qualità e sulla marginalità, non certo sulla quantità, di cui ci sarà meno bisogno. L’Horeca ha però un grande futuro: in

mercati più maturi, come Usa e Regno Unito, nel tempo c’è stato un forte spostamento dei consumi dalla Gdo al fuori casa”. Nello specifico del beverage, Cino ha ricordato che “tutti gli studi di marketing internazionali ci dicono che il consumatore del futuro berrà prodotti alcolici più leggeri. Quindi è inutile fare battaglie di retroguardia, dobbiamo cogliere le opportunità e fare gli investimenti necessari”.

PIÙ eFFIcIenZa, In saL a e In cUcIna

Alle osservazioni sui rincari, Roberto Calugi, direttore generale di Fipe-Confcommercio, ha risposto con una battuta: “Tra i nostri 120.000 associati non ci sono speculatori. In Italia forse ci siamo abituati a livelli di prezzo al consumo in media molto bassi. Nel biennio 2022 2023, a fronte di un’inflazione del 14,2%, i prezzi sono aumentati dell’11,1% nella ristorazione, ma poi è evidente che arriva l’onda lunga, per cui nel 2024 c’è stato un ulteriore aumento. Sono però d’accordo che la ristorazione debba dare il proprio contributo per aumentare l’efficienza del sistema. Come? Prima del Covid tutte le attività potevano pensare di fare il servizio di colazione, pranzo e cena 7 giorni su 7; oggi si sta razionalizzando per contenere i costi del personale. Bisogna recuperare maggiori livelli di competenza e ottimizzazione dei fattori della produzione. Aggiungo che forse una rivisitazione dei processi di formazione andrebbe fatta e su questo una collaborazione più forte con la politica sarebbe benvenuta”. In merito a quanto accadrà a partire dal 1° luglio, data in cui - a meno di novità dell’ultimo minuto - entrerà in vigore la Sugar Tax, Calugi è stato netto: “Un ristoratore non è un cuoco, è un imprenditore con un suo bilancio ed è evidente che, se una tassa aumenta il costo di un determinato bene, non può far altro che riversarla sul consumatore”. Eppure, spazi per coniugare servizio

ed efficienza ci sono: “Per esempio, sta sempre più prendendo piede il vino alla mescita - ha detto Calugi - che oggi nel nostro Paese è gestito malissimo, perché l’offerta è solitamente limitata a un bianco e un rosso, quando ormai esistono strumenti tecnologici che permettono la conservazione perfetta”.

IncUBO sUGar TaX

Non ha nascosto la preoccupazione per il futuro Giangiacomo Pierini, presidente di Assobibe, alla luce degli effetti economici delle decisioni del legislatore sul comparto delle bevande analcoliche : “Le esigenze dei consumatori evolvono ed è compito dell’industria anticiparle innovando, il che però costa. Come settore abbiamo dovuto mettere il 25% di plastica riciclata nelle bottiglie, cambiare i tappi, aumentando il contenuto di plastica, e tutto questo impatta sul prezzo. C’è poi la Sugar Tax, da cui saremo colpiti a prescindere dalla presenza o meno di zucchero nel prodotto, con una tassazione del 28% per litro di bevanda, in un settore dalle vendite in calo. Inoltre, la norma introduce 72 nuovi adempimenti burocratici in capo all’industria, con 500 fogli di calcolo elettronici da riempire su base mensile per tipologia di prodotto. Ci sono piccoli produttori che licenzieranno delle persone per assumere un consulente”.

Una prospettiva non tranquillizzante, ma che secondo Dino Di Marino, direttore generale di Italgrob, deve essere di stimolo per la filiera: “La strada verso il futuro è ben tracciata. Abbiamo le idee, la volontà e, soprattutto, la professionalità necessarie per percorrerla. L’ora del cambiamento è finalmente giunta. Questo congresso rappresenta il punto di partenza di un nuovo capitolo per il mercato dei consumi fuori casa. È il momento di agire, di collaborare e di innovare. Siamo tutti parte di questo percorso e, insieme, possiamo affrontare con successo le sfide che ci attendono”.

C am Pari G ro UP G io C a la C arTa deG li SP ri Tz

Lo Spritz non è solo un cocktail: è un simbolo dell’arte di vivere all’italiana, un racconto che attraversa secoli e culture. Oggi, Campari Group rinnova questa tradizione con una proposta pensata per valorizzare ogni momento di consumo e offrire nuove opportunità al mercato. Con il lancio di Sarti Rosa, che esalta il lato fruttato e fresco dell’aperitivo italiano, e Mondoro, un nuovo aperitivo ai fiori di sambuco, il Gruppo compie un passo ulteriore, ampliando la categoria degli Spritz.

Da una parte, Sarti Rosa, porta in bottigliera un’identità visiva d’impatto, un gusto fresco e moderno e un tone of voice contemporaneo. Dall’altra, Mondoro - con le sue note eleganti e aromatiche - rappresenta una risposta intelligente al fenomeno Hugo Spritz, con il vantaggio di un posizionamento premium e una chiara distintività italiana. Due novità che non solo arricchiscono il portafoglio prodotti, ma definiscono una nuova grammatica dello Spritz firmata Campari: più articolata, più mirata, più competitiva. La nuova strategia prende forma attorno a cinque referenze principali, ognuna con una personalità chiara, un pubblico di riferimento e un’occasione d’uso ben definita. L’iconico Aperol Spritz resta il rituale senza tempo: Aperol, Prosecco e soda per raccontare un’Italia che ama godersi la vita con leggerezza e spirito. Campari Spritz è la scelta di chi vuole distinguersi, grazie al carattere deciso e al colore rosso inconfondibile. Cynar Spritz è il più anticonvenzionale: grazie al gusto dolce-amaro con note erbacee e alla gradazione alcolica moderata di Cynar, è perfetto per chi cerca qualcosa di diverso. Sarti Spritz, con il suo rosa vibrante e il sapore fruttato, promette di sorprendere anche i palati più raffinati: un tributo allo spirito creativo e al coraggio di reinventarsi di Casa Sarti, fondata a Bologna nel 1885. Alla proposta si aggiunge Mondoro Spritz, l’ultima novità firmata Campari Group: un aperitivo ai fiori di sambuco pensato per chi ama la freschezza dell’Hugo Spritz e cerca nuove esperienze.

Per il trade, questa gamma rappresenta una proposta ad alto potenziale, supportata da un’identità visiva distintiva per ogni referenza, una narrazione coerente e facilmente spendibile con i clienti e un posizionamento pensato per favorire la rotazione a scaffale e al banco.

Il debutto ufficiale della Carta degli Spritz è previsto in occasione del Roma Bar Show (26-27 maggio 2025): un evento di riferimento per la bar industry italiana e il palcoscenico ideale per mostrare la forza dell’intero portafoglio.

www.camparigroup.com

crescere neLL’era DeLL’IncerTeZZa

DeMOGraFIcO,

Rischi, tanti e di natura diversa, ma anche qualche ragione di moderato ottimismo. Il fuori casa deve fare i conti con un futuro in cui l’unica certezza sembra essere l’incertezza, così diffusa da accomunare il quadro economico a quello geopolitico. Uno scenario ben descritto da Benedetta Brioschi , Partner e responsabile Food&Retail e Sustainability The European HouseAmbrosetti, che nel corso dell’International Horeca Meeting 2025 ha presentato un’anticipazione dello studio realizzato dalla società di consulenza per conto di AFDB e Italgrob e che verrà presentato a Roma a maggio. Una riflessione partita dall’esame di alcuni dei fattori, definiti di disruption da Brioschi, che possono impattare pesantemente sull’intera filiera agroalimentare, compreso il fuori casa: “Partiamo da

DI DOMenIcO aPIceLLa

un dato: il debito globale è aumentato del 48,7% nell’ultimo decennio, fino a raggiungere nel 2023 il record storico di 313 trilioni di dollari , cioè il 330% in rapporto al Pil globale. Altro aspetto sono le restrizioni sulle attività commerciali: Goldman Sachs ha stimato che, se fossero introdotte quelle annunciate dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, l’impatto per l’Italia si tradurrebbe in un -0,2% sul Pil nel 2025 e un -0,7% nel triennio successivo, perché siamo il secondo paese manifatturiero europeo più esposto commercialmente verso gli Usa. Poi ci sono gli eventi climatici estremi: il 2024 è stato l’anno più caldo di sempre, inoltre l’Italia è il terzo paese dell’Unione europea per perdite economiche legate al clima, calcolate in 266,8 euro pro capite annui . Infine, l’inverno demografico: la popolazione mondiale è in crescita, tanto che dagli 8

miliardi di persone di oggi arriveremo a superare i 10 miliardi nel 2070, ma questo incremento è profondamente asimmetrico. Da qui al 2050 si stima 1 miliardo in più di abitanti in Africa, 40 milioni in meno nella Ue, 6 milioni in meno in Italia, che per dare un termine di confronto, equivalgono alla popolazione del Lazio. La dinamica demografica attuale porterà la forza lavoro del nostro Paese a ridursi di un quinto, sempre nel 2050 . In uno scenario previsionale volutamente distopico, da noi realizzato, l’ultimo italiano nascerebbe nel 2225 e la popolazione italiana cesserebbe di esistere nel 2307”.

I MOTIVI DI OTTIMIsMO

A questi fattori negativi, The European House - Ambrosetti ne contrappone di positivi, a cominciare dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Lo stanziamento di

807 miliardi di euro nell’Unione europea192 dei quali per l’Italia - è pari secondo la società di consulenza a 6,3 volte il Piano Marshall, l’iniziativa condotta dagli Stati Uniti per la ricostruzione dell’Europa dopo la Seconda guerra mondiale. “Anche se molto dipenderà dal rispetto dei tempi di attuazione - premette Brioschi - non possiamo non considerarla come un’iniezione di ottimismo per il nostro Paese, che ha prospettive di crescita economica contenute, ma su valori superiori alla media del decennio precedente. Tra il 2012 e il 2022, il

l’effetto dell’inflazione, è aumentato dello 0,18% mediamente. Poco rispetto al +1,11% della Germania o al +1,06% della Francia. La parziale buona notizia è che la stima per il 2024 è +0,6% e quella del 2025 è pari a +0,7%, quindi più di tre volte e mezzo quel +0,18% indicato in precedenza. E nell’ipotesi di un alto assorbimento dei fondi del Pnrr, gli incrementi del Pil sosterranno la crescita dell’Italia nel medio termine, per un differenziale di 360 miliardi di euro dal 2024 al 2030”.

Un contenuto ottimismo emerge altresì da una ricerca realizzata periodicamente

Var. % 2012-2022 a prezzi costanti

da Ambrosetti sentendo circa 400 top manager dell’industria. L’analisi si traduce in un indicatore in cui i valori negativi testimoniano un sentiment pessimista, mentre quelli positivi segnalano un umore opposto. Rispetto al -60,8 registrato a marzo 2020 - in piena crisi pandemica - il 19,2 dello scorso dicembre rappresenta un dato migliore del 15,1 di settembre e del 6,1 di giugno sempre del 2024, seppure inferiore rispetto al 36,2 di dicembre 2023. Come a dire che, con riguardo alla situazione attuale del proprio business, il sentiment dell’industria è moderatamente positivo.

LA SPESA PER CONSUMI ALIMENTARI

Miliardi di euro - valori concatenati anno 2020

Fonte: elaborazione TEHA Group su dati Istat

I nUMerI

DeLL’aGrOaLIMenTare

In questo scenario si inserisce la filiera agroalimentare, di assoluto rilievo per il sistema Paese, con 261,4 miliardi di euro di fatturato, ben 1,2 milioni di imprese e 3,4 milioni di occupati, oltre a 69,2 miliardi di euro di export. Altro dato interessante sottolineato da Brioschi è relativo al valore aggiunto: “Parliamo di 72,2 miliardi di euro nel 2023, che rendono quella agroalimentare,

L’INCIDENZA DEI CONSUMI ALIMENTARI

CASA SUL BUDGET FAMILIARE

Consumi alimentari

Consumi alimentari in casa

Consumi alimentari fuori casa

LA SPESA ALIMENTARE FUORI CASA

DELLE FAMIGLIE PER AREA

Dato medio mensile 2023

intesa come somma di settore primario e industria di trasformazione, la prima filiera manifatturiera italiana. Per dare qualche termine di confronto, dobbiamo mettere insieme due volte l’automotive di Francia e Spagna oppure più di due volte l’aerospazio di Francia, Germania e Regno Unito per arrivare al valore aggiunto prodotto dal nostro agroalimentare. Comparto che primeggia a livello nazionale anche per investimenti, pari a 17,2 miliardi di euro, e che attiva a monte

e a valle altri 30 settori economici, tra cui la distribuzione Horeca. Se sommiamo tutto questo, la filiera agroalimentare estesa sostiene la generazione di 371,2 miliardi di euro di valore aggiunto, cioè il 19,4% del Pil italiano”.

Una leadership confermata anche sotto il profilo qualitativo: sono 856 i prodotti certificati italiani, suddivisi tra 328 food (per un valore della produzione pari a 9,1 miliardi di euro) e 528 nel vino (11 miliardi di euro di valore della produzione). Seconda nell’Unione europea è la Francia, con 717 prodotti certificati, mentre la Spagna completa il podio con 366. “A marzo 2023 - riprende Brioschi - la cucina italiana è stata candidata per diventare patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. Il suo successo è testimoniato da un altro dato, che rileviamo mensilmente: nelle grandi capitali mondiali, i

Benedetta Brioschi, Partner e responsabile Food&Retail e Sustainability

The European House - Ambrosetti

ristoranti italiani sono sempre i più diffusi e sono anche quelli che in termini numerici registrano la crescita maggiore anno su anno. A riprova della straordinaria voglia d’Italia che c’è nel mondo e della capacità di attrazione che il nostro Paese esercita a livello internazionale. In una ricerca da noi condotta in Austria, Belgio, Germania, Paesi Bassi, Regno Unito e Stati Uniti, le produzioni agroalimentari e la tradizione culinaria si sono posizionate al primo posto tra i fattori di attrazione per i turisti stranieri che vengono in Italia, seguite da architettura e storia, paesaggi e ambiente”.

L’anDaMenTO DeI cOnsUMI

Gli afflussi dall’estero sono indubbiamente determinanti per le sorti del fuori casa, ma più in generale la voce consumi è vitale per la tenuta economica dell’intero Paese. Ancora una volta, i dati forniti da The European House - Ambrosetti fanno piena luce sul tema: se i consumi nel loro insieme hanno pesato per il 58,6% sul Prodotto interno lordo nel 2023, quelli alimentari e non alimentari hanno inciso per il 33,6% nello stesso anno. C’è però un ulteriore

I VALORI DI VENDITA POST-COVID DELLA DISTRIBUZIONE HORECA

Risposte degli associati di Italgrob alla domanda: “I valori di vendita della sua azienda hanno raggiunto i livelli prepandemici?”

Sì, hanno raggiunto e superato i livelli pre-pandemici

la crescita dell’incidenza del fuori casa sul budget familiare: la spesa media mensile per consumi alimentari out of home è passata dal 4,5% del 2014 al 5,7% del 2023. C’è però un’enorme eterogeneità tra le diverse regioni: una famiglia in Trentino-Alto Adige spende 192 euro al mese per consumi fuori casa, pari al 30% del totale della spesa alimentare; una della Calabria destina all’out

Sì, hanno raggiunto i livelli pre-pandemici

No, sono ancora a livelli inferiori

Fonte: THEA Group - dicembre 2024

punto di attenzione, evidenziato dall’anda mento della spesa complessiva per consu mi alimentari - domestici e fuori casa - tra il 2014 e il 2023, calcolata con un indice di prezzo fisso e quindi non considerando gli aumenti nominali derivanti dall’inflazione.

Dall’analisi emerge uno scarso dinamismo, ben sintetizzato dalla ridotta differenza tra il dato del 2014 (240 miliardi di euro di consumi alimentari) e quello del 2023 (242 miliardi di euro), pur in una sequenza di anni che ha visto delle oscillazioni, a causa anche della crisi pandemica.

“Un effetto lo hanno di sicuro avuto la con trazione del potere d’acquisto - argomenta Brioschi - e l’inverno demografico, ma è e vidente che, se non sosteniamo i consumi, mettiamo a rischio una fetta importante della nostra economia. La buona notizia è

La TensIOne sUI MercaTI InTernaZIOnaLI È sOLO UnO DeI PrOBLeMI

DeL cOMParTO enOLOGIcO, cHe sUL FrOnTe InTernO scOnTa cOnsUMI

DeBOLI e I PrIMI eFFeTTI DeL nUOVO cODIce DeLLa sTraDa. TUTTI MOTIVI

Per rILancIare La cOLLaBOraZIOne Tra PrODUTTOrI e DIsTrIBUTOrI

DI DOMenIcO aPIceLLa

L a TeMPesTa PerFeTTa

THE DAY AFTER NEL VINO

Influenza del nuovo Codice della Strada sui consumi, valori in %

Consumi deboli in Italia, fibrillazione con gli Usa – al momento di mandare in stampa questo numero di GBI vige la sospensione per 90 giorni dei dazi decisa da Donald Trump, ma il rischio di una guerra commerciale non è ancora scongiurato – e giusto per non farsi mancare nulla, il ricorrente allarme sull’ipotesi che l’Ue introduca delle avvertenze sanitarie sulle etichette degli alcolici. Non è un momento facile per il vino, che deve fare i conti anche con gli effetti del nuovo Codice della Strada e l’inasprimento delle sanzioni in esso previste a carico di chi guida in stato di ebbrezza. Di tutto questo si è discusso durante l’International Horeca Meeting 2025, in una tavola rotonda organizzata da GBI. Ad aprire il confronto tra i rappresentanti della filiera è stato Antonio Faralla , Ceo e Founder di Formind, con una disamina del 2024: “ L’anno si è chiuso per il vino con una flessione di quasi l’8% a volume e superiore al 2% a valore. La performance peggiore, oltre -10% a volume, l’ha registrata la ristorazione, segmento fondamentale per la categoria, visto che pranzo e cena pesano per il 90% sul totale delle occasioni di consumo del vino. A diminuire il proprio consumo di vino è stato il 35% della Generazione Z, cioè i giovani tra i 18 e i 25 anni, contro il 20% dei Millennials, il 24% della Generazione X e il 18% dei Baby Boomers. Abbiamo approfondito il perché di questa scelta e il 55% ha citato motivi economici, il 36% quelli salutistici, mentre

CODICE DELLA STRADA E VINO, LE SCELTE DEI CONSUMATORI

Comportamenti di chi ha modificato le proprie abitudini, valori in %

Utilizzo mezzi di trasporto alternativi

il restante 9% segue le tendenze e non ha un’identità precisa. Quanto al 2025, il totale delle categorie ha fatto segnare -1% in gennaio e -4% a febbraio. Quest’ultimo dato è però da prendere con spirito positivo, perché il febbraio 2024 comprendeva il Carnevale e ormai nei giorni festivi e nelle ricorrenze si concentra il 60% del giro d’affari dell’Horeca”.

L’IMPaTTO DeLLe nOrMe Formind ha misurato la reazione emotiva degli italiani all’attenzione mediatica che ha

Non guido Rinuncio al consumo

accompagnato il nuovo Codice della Strada: “Il 35% non ha ridotto i consumi di vino – ha evidenziato Faralla – mentre la riduzione è stata cauta per il 54% e notevole per l’11%. Entrando nel merito dei comportamenti adottati da chi ha rivisto le proprie abitudini, il 48% ha diminuito il consumo, il 25% ha utilizzato mezzi di trasporto alternativi, il 22% ha scelto di non guidare e solo il 5% ha rinunciato al vino. Di certo tutto questo impatta sulla categoria nel breve periodo, ma dobbiamo leggerla come una situazione transitoria”. Da ultimo Formind ha sondato

Fonte: Formind
Nessuna riduzione
Riduco il consumo
Cauta riduzione
Notevole riduzione

VINO NO-LOW ALCOHOL, LO COMPREREI PERCHÉ

Motivazioni di acquisto del vino dealcolato, valori in %

20 17 1513 Non incorrere in sanzioni

Fonte: Formind

l’interesse per il vino dealcolato, rilevando che il 22% dei consumatori lo comprerebbe, spinto principalmente dal timore di incorrere in sanzioni (35%), da motivazioni salutistiche (20%) e curiosità (17%).

L’ereDITÀ DeLL a PanDeMIa Nell’analisi del mercato – a giudizio di Carlo Flamini, responsabile dell’Osservatorio del vino di Unione italiana vini – vanno distinti gli aspetti congiunturali da quelli strutturali. Tra i primi, la mancata crescita a volume comune a diversi Paesi e il rallentamento anche della cosiddetta “premiumization” cioè lo spostarsi della domanda verso prodotti dal posizionamento più elevato. “Tra i fattori strutturali – ha affermato Flamini – ce ne sono alcuni ereditati dal periodo pandemico, come l’abitudine a fare l’aperitivo a casa, e altri legati ai comportamenti di consumo delle nuove generazioni. Per i giovani il vino è una delle possibili alternative nel beverage e tutto ciò che lo circonda è più scintillante e si muove a una velocità superiore. Basti pensare all’abitudine di postare sui social le foto di ciò che si consuma e dunque alla differenza tra il vino, che ha tre colori, e la varietà estetica e cromatica dei cocktail”.

Per Paola Giacchero, consigliere di Italgrob,

amministratore di Bevingros e presidente di Adhor (Associazione Donne dell’Horeca), “Le relazioni di filiera possono trasformare le difficoltà in opportunità. Il vino non è solo una bevanda alcolica, ma cultura, territorio, da valorizzare nel contesto del bere consapevole”. In passato Adhor ha veicolato il messaggio “Bevi il giusto, la vita ha più gusto”: “Pensiamo di riproporlo – ha annunciato Giacchero – in un momento in cui anche le aziende di produzione sono forse più pronte e interessate a condividere il progetto. Il distributore è l’ambasciatore ideale per poter raccontare questo approccio nei punti di consumo”. Nel merito delle strategie commerciali, Giacchero ha definito prioritario ampliare gli assortimenti, riducendo al contempo le quantità acquistate: “È un passaggio fondamentale da portare avanti con i produttori, per arrivare a valle con l’offerta e il prezzo giusto. Altrettanto importanti sono la qualità e l’accessibilità, che vuol dire anche rivisitare l’immagine del prodotto in una chiave moderna e coinvolgente per i giovani”.

DeaLcOL aTO, OLTre L’eXPOrT

Sulle prospettive del vino dealcolato è intervenuta Francesca Benini, Sales & Marketing Director Cantine Riunite & Civ: “La nostra

esperienza in questo ambito è iniziata un anno e mezzo fa circa con due referenze e guardando soprattutto all’estero. Infatti, il nostro primo mercato per il dealcolato è la Cina, seguita dal Nord Europa. In realtà, qualche segnale di interesse è emerso già l’anno scorso anche in Italia e la richiesta è salita con il nuovo Codice della Strada. Il dealcolato è un’opportunità, non per sostituire il vino tradizionale, ma per affiancarlo e rispondere alle esigenze di giovani, sportivi e di chi non può bere alcol per motivi religiosi, di salute o perché deve mettersi alla guida”. Infine, Paolo Bianchini, titolare a Viterbo dell’Osteria del Vecchio Orologio, ha portato la visione di chi è a contatto ogni giorno con il consumatore: “L’entrata in vigore del nuovo Codice della Strada è stata accompagnata da una comunicazione demonizzante, con un impatto immediato sul vino. Basti dire che nella mia attività la sera dell’ultimo dell’anno la vendita di bottiglie è calata del 50% circa. Come tutte le novità ci vorrà un po’ di tempo per riorganizzare le idee e far capire che sono state aumentate le sanzioni, ma il limite massimo di tasso alcolemico da non superare è lo stesso di prima”.

Paola Giacchero, consigliere di Italgrob e presidente di Adhor

Da OLTre Un annO caLanO I VOLUMI Ma resTanO IMPOrTanTI

OPPOrTUnITÀ Da cOGLIere. sI accenDOnO I rIFLeTTOrI sULLa

resILIenZa DI Un cOMParTO Da OLTre 100 MILIarDI DI eUrO

DI anGeLa BOrGHI

aWaY FrOM HOMe cOsa sTa sUcceDenDO?

Nel contesto di un settore in continua evoluzione, comprendere le dinamiche di consumo Fuori Casa diventa fondamentale per cogliere le tendenze emergenti e anticipare le esigenze del mercato.

Il comparto Horeca nel 2024 si trova di fronte a trasformazioni significative nei comportamenti dei consumatori, influenzati da fattori economici, sociali e culturali.

Dalla nostra analisi AFH Consumer Tracking, che monitora in modo continuativo i consumi Fuori Casa attraverso circa 6.500 interviste mensili a consumatori italiani (200 interviste ogni giorno), emerge un quadro dettagliato delle abitudini e delle preferenze dei clienti.

Questo approccio consente di individuare con precisione le principali tendenze in atto, offrendo spunti di riflessione utili per gli operatori del settore.

L’indagine mette in evidenza due aspetti di particolare rilievo, che emergono con forza dall’analisi dei dati e meritano l’attenzione degli operatori del settore (Figura 1).

La prima evidenza riguarda il rallentamento delle visite ai locali a partire dal secondo trimestre del 2024, una tendenza che trova la sua principale spiegazione nella ridotta capacità di spesa degli italiani.

L’inflazione e l’incertezza economica hanno inciso sulla propensione al consumo, determinando un calo progressivo della frequenza con cui i consumatori scelgono di vivere esperienze AFH. Un trend che non si è arrestato con l’inizio del 2025, anzi: i dati registrano una contrazione del -4,7% a gennaio e un ulteriore peggioramento a febbraio con un -7,0%, segnale di un clima ancora prudente da parte della domanda. Nonostante questo contesto sfidante, emerge una seconda evidenza di segno opposto: la resilienza del comparto food&beverage Fuori Casa, che continua a mantenere un peso economico rilevante, con un valore complessivo che supera i 100 miliardi di euro (sell-out).

Questo dato conferma la centralità del mercato Horeca all’interno del sistema economico italiano e il ruolo che gioca nella vita

TREND VISITE AWAY FROM HOME 2024 - PER GENERAZIONE

Giovani, GenZ e Millennials: il target che ha maggiormente ridotto le visite 24 vs 23

Generazione Z

Millenials

Generazione X Baby Boomers

quotidiana dei consumatori, dimostrando una capacità di adattamento e risposta alle difficoltà.

Alla luce di questi elementi, il settore continua a offrire importanti opportunità, che gli operatori possono cogliere a patto di andare oltre le prime due – seppur fondamentali –macro evidenze. Per comprendere appieno le dinamiche in atto ed elaborare strategie efficaci, è necessario scendere a un livello di analisi più approfondito, indagando le sfumature dei comportamenti di consumo, le variazioni nei segmenti di clientela e le leve in grado di stimolare la domanda anche in un contesto complesso.

DOManDa seMPre

Escludendo i consumi da parte dei turisti stranieri, ciò che emerge dall’analisi del mercato interno è un andamento oscillatorio della domanda AFH, caratterizzato da mesi di crescita alternati a mesi di calo, con un trend che risulta sempre più discontinuo e imprevedibile.

Questa instabilità rende difficile per gli operatori del settore fare previsioni a lungo termine, richiedendo una maggiore flessibilità nelle strategie commerciali.

Un altro elemento di rilievo, che emerge da un’analisi più fine, è che il calo dei consumi non è generalizzato. In effetti, riguarda principalmente tre target di domanda specifici, che mostrano anche comportamenti contro-tendenza rispetto alle dinamiche osservate negli anni precedenti. Questo indica che, sebbene il contesto generale sia difficile, esistono segmenti di mercato che continuano a prosperare o reagiscono in modo differente rispetto alle aspettative. Analizzare più in dettaglio questi segmenti potrà rivelare aree di potenziale crescita e nuove opportunità, fondamentali per una strategia mirata e adattativa.

GIOVanI: Un TarGeT

In TrasFOrMaZIOne

L’analisi del mercato del 2024 non lascia dubbi: i giovani, rappresentati dalla Gen Z e dai Millennials, sono stati il target che ha

Fonte: TradeLab su dati «AFH Consumer Tracking»

E NELLE BIG CITIES

Territori - Visite 24 vs 23 - Valori in %

DiFFiCOlTÀ COnFERMATE

AnCHE DAi GEsTORi DEi PDC: il 22% DEi GEsTORi Di BAR

E RisTORAnTi DEl nORD

OVEsT E il 25% Di QUElli

lOCAliZZATi nEllE

BiG CiTiEs DiCHiARAnO

PROBlEMi ECOnOMiCi

Dimensioni dei Comuni - Visite 24 vs 23

Fino a 10.000

Tra

Tra 30 e

Oltre

Fonte: TradeLab su dati «AFH Consumer Tracking»

maggiormente ridotto la frequenza delle visite ai canali del Fuori Casa, registrando un calo complessivo del -4% (Figura 2). Diverse sono le motivazioni che spiegano questa tendenza. In primo luogo il fattore economico ha avuto un impatto notevole su questo segmento di consumatori, che risulta essere il più penalizzato dall’aumento del costo della vita e delle spese legate alle uscite. Oltre alla difficoltà economica, questo target ha sviluppato una crescente tendenza a riprodurre l’esperienza del “fuori casa” direttamente nelle proprie abitazioni, come nel caso dell’aperitivo, scegliendo alternative più economiche e comode. Infine,

si registra un’influenza significativa dei trend legati al benessere, con una crescente attenzione verso prodotti “free from” (senza ingredienti come lattosio o glutine) e a basso contenuto di zuccheri. Ciò ha portato a una minore frequenza delle uscite, ma più selettive, dove la qualità dell’offerta è diventata determinante, e talvolta l’assenza di opzioni in linea con le aspettative di benessere ha comportato la scelta di restare a casa. Il calo di frequenza dei giovani ha avuto un impatto particolare sulle occasioni di consumo e sui canali serali, dove questo target tradizionalmente concentra gran parte delle uscite. A questa tendenza si è aggiunto un ulteriore fattore che ha influenzato il comportamento di consumo verso la fine del 2024: il cambiamento normativo sulla guida sotto l’effetto di alcol. Sebbene gli effetti completi di questa modifica legislativa si possano comprendere appieno solo con l’analisi dei primi mesi del 2025, è plausibile che contribuisca ulteriormente a una minore frequentazione di alcuni locali serali, come bar e pub, soprattutto tra i giovani. Se da un lato quindi si registra una flessione, dall’altro il segmento dei Baby Boomer (over 55 anni) ha continuato a segnare una crescita

nelle visite ai canali del Fuori Casa. Questo gruppo, meno influenzato dalle difficoltà economiche e sempre più interessato a esperienze sociali di qualità, ha mantenuto una costante propensione a frequentare bar e ristoranti anche nel 2024, contrariamente alla tendenza generale.

nOrD ITaLIa: Tra carO-VITa e DIFFIcOLTÀ ecOnOMIcHe

Proseguendo con un’analisi approfondita di quanto accaduto nel mercato AFH nel 2024, emerge un aspetto significativo che si distingue rispetto alle dinamiche osservate in passato: la maggiore sofferenza del Nord Italia. Tradizionalmente, questa è l’area territoriale che concentra i consumi più elevati nel settore Fuori Casa, rappresentando una fetta cruciale del mercato. Tuttavia, nel 2024, è proprio il Nord a registrare i maggiori segnali di difficoltà, in gran parte a causa dell’andamento negativo legato al caro-vita, che ha impattato in maniera più pesante su questa zona rispetto ad altre. Questo scenario contrasta con quanto osservato nelle aree del Centro e del Sud Italia, dove si sono registrati trend più positivi lo scorso anno.

YOUR PERFECT MIXER

BIG cITIes: Un caMBIaMenTO DeLLe aBITUDInI sOcIaLI

Analizzando le classi dimensionali dei Comuni, emerge una situazione chiaramente polarizzata.

A soffrire maggiormente sono i territori più vocati al Fuori Casa, in particolare i centri urbani di grandi dimensioni, che storicamente sono stati il motore trainante dei consumi AFH.

Tuttavia, nel 2024, queste aree stanno registrando difficoltà legate principalmente al calo delle visite durante due occasioni che per anni hanno caratterizzato il consumo out of home: il pranzo e l’aperitivo

Il pranzo ha subito un significativo impatto, principalmente a causa del fenomeno dello “smart working”, che ha ridotto la necessità di pranzare fuori casa per molti lavoratori. Allo stesso modo, l’aperitivo, tradizionalmente uno dei momenti più vitali della giornata nelle grandi città, ha visto una contrazione delle abitudini, dovuta a un cambiamento nelle preferenze e nelle abitudini sociali post-pandemia.

In contrasto con questa tendenza, la situazione appare più favorevole nelle città di medie dimensioni, dove, soprattutto dopo la pandemia, stanno emergendo nuove e più redditizie dinamiche di consumo.

aWaY FrOM HOMe:

Un MercaTO Fra LUcI e OMBre

Questo quadro delineato offre una visione del mercato Away From Home caratterizzata da luci e ombre.

Da un lato, si registrano segnali di sofferenza in alcune aree e segmenti, ma dall’altro, il settore continua a dimostrare resilienza, con nuovi modelli di consumo che

emergono e aree del mercato che si rivelano più dinamiche e in crescita.

Ma cosa sta succedendo a un livello più alto della filiera? Mentre i ritmi e le abitudini di consumo si modificano, i gestori dei punti di consumo stanno rispondendo a questi cambiamenti con strategie diversificate.

OFFerTa: DaL PrODOTTO PreMIUM

aLLO sTanDarD

In un contesto come quello analizzato, i gestori si trovano a fronteggiare una serie di difficoltà economiche. A ottobre 2024, ben un gestore di bar e ristoranti su cinque (22%) nel Nord-Ovest e uno su quattro (25%) nelle grandi città dichiarava di essere in difficoltà economica (Figura 3). Sebbene il calo delle visite sia un fattore determinante, il vero problema risiede anche nel considerevole aumento dei costi di gestione (come affitti e costo del personale), che in queste aree è stato particolarmente elevato rispetto alla media nazionale.

A fronte di queste sfide, i grossisti hanno osservato una tendenza marcata negli acquisti da parte dei bar e ristoranti. In una recente survey, infatti, è emerso uno spostamento significativo dai prodotti Premium verso quelli Standard, soprattutto per le categorie di freschi e freschissimi, come carne, pesce e salumi, che spesso non sono legati a brand riconoscibili.

Dopo anni di attenzione al concetto di “premium”, oggi il prezzo è diventato il fattore centrale nelle dinamiche di acquisto. Tuttavia, se da un lato il focus sul costo sembra una risposta inevitabile alla situazione economica, dall’altro bisogna considerare con cautela le possibili conseguenze di questa strategia.

Concentrarsi eccessivamente sulla riduzione dei prezzi potrebbe rischiare di indebolire il mercato invece di stimolarlo

Il consumatore moderno è sempre più alla ricerca di un’esperienza di valore quando esce, e la sua disponibilità a spendere dipende principalmente dalla qualità e dall’esperienza offerta.

Non esce di meno non solo per una questione di difficoltà economica, ma perché ritiene che la proposta non giustifichi la spesa. Questa è una tendenza che, se non affrontata adeguatamente, rischia di danneggiare il mercato nel lungo periodo.

La sfida per il 2025 sarà quindi quella di disinnescare questa dinamica, evitando che il focus sul prezzo diventi l’unico motore del mercato.

La vera opportunità risiede nel rafforzare il valore percepito dall’esperienza Fuori Casa, riuscendo a coniugare qualità, servizio e un’offerta che giustifichi il costo, per rispondere alle nuove aspettative del consumatore.

Questo sarà l’obiettivo da perseguire a tutti i livelli della filiera per far crescere nuovamente la domanda, senza abbassare la qualità dell’offerta.

TradeLab S.r.l.

Via Marco d’Aviano 2, 20131 Milano (MI) awayfromhome@tradelab.it 02-799061

Angela Borghi - Responsabile Commerciale AFH aborghi@tradelab.it www.tradelab.it

il l USS o di o S are

La Collezione Tassoni 2025 accoglie un’innovazione destinata a conquistare una nuova generazione di Tassoni Lover. Dopo oltre 75 anni di successi dell’iconica Cedrata Tassoni, luxury soft drink simbolo del Made in Italy, nasce Cedrata Zero, versione senza zuccheri e calorie. Questa novità risponde ai crescenti trend di consumo di bevande leggere, senza rinunciare alla qualità e all’intensità aromatica che hanno reso celebre la Cedrata. Come per la versione classica, l’ingrediente principale di Cedrata Zero è il pregiato cedro Diamante di Calabria, la cui sottile buccia viene delicatamente rimossa e distillata in antichi alambicchi in rame del 1872 nello storico stabilimento Tassoni di Salò. Il caratteristico colore giallo brillante deriva dal cartamo, fiore della famiglia delle margherite.

Oltre alla Cedrata Zero, Tassoni amplia la sua offerta mixology con due nuove creazioni biologiche: Limonata La Biologica e Pompelmo Soda La Biologica. Grazie all’esperienza del Mastro Erborista di casa Tassoni, questi prodotti offrono un equilibrio perfetto tra ingredienti naturali e aromi raffinati, ideali per il consumo liscio o per la migliore miscelazione.

Tassoni Limonata La Biologica esprime il gusto autentico del Mediterraneo. A base di succo di limoni femminello Bio, raccolti alle pendici dell’Etna, si aggiungono oli essenziali e spezie selezionate come zenzero e cardamomo, che donano un tocco sofisticato.

La presenza della polpa naturale intensifica il colore giallo e arricchisce la texture, mentre la frizzantezza esalta la freschezza del prodotto. Versatile e raffinata, è perfetta da gustare da sola o da miscelare con premium spirits come gin e vodka.

Tassoni Pompelmo Soda La Biologica è una bevanda dal carattere intenso e raffinato, che esalta il pompelmo rosa Bio siciliano. Il suo colore naturalmente rosato è invitante e sofisticato, mentre l’aroma floreale e il perfetto equilibrio tra note amare e leggermente saline la rendono un’ottima base per cocktail esclusivi. La dolcezza delicata è ottenuta grazie all’uso di sciroppo d’agave biologico, un omaggio al tequila e al celebre cocktail Paloma, a base di tequila e pompelmo rosa.

Con queste proposte, Tassoni continua a innovare, rimanendo fedele alla sua storia e alla sua tradizione di eccellenza, offrendo esperienze di gusto uniche all’insegna del lusso di osare.

www.cedraltassoni.it

FO r M are I L ea D er D e LL’HO reca DI DOM an I

L’InnOVaZIOne e L’eVOLUZIOne DeL MercaTO IMPOnGOnO nUOVe cOMPeTenZe aI PrOFessIOnIsTI DeL seTTOre. IL MasTer In saLes & accOUnT ManaGeMenT PrePara GLI sTUDenTI aLLe sFIDe FUTUre, renDenDOLI PrOTaGOnIsTI DeL caMBIaMenTO

DI M ar I a e L ena DIP ace

Il settore Horeca è in continua trasformazione: digitalizzazione, intelligenza artificiale, evoluzione delle competenze e nuove dinamiche di mercato richiedono professionisti sempre più preparati e versatili.

In questo contesto, il Master in Sales & Account Management, giunto alla sua decima edizione e promosso da AFDB (Advanced Food & Beverage Management) in collaborazione con la Luiss Business School, si afferma come uno dei percorsi formativi più avanzati e all’avanguardia nel preparare i professionisti del Food & Beverage a rispondere alle sfide di un mercato in continua evoluzione.

Sotto la guida di Febo Leondini, presidente di AFDB, il Master è progettato per coniugare teoria e pratica, innovazione tecnologica e sviluppo delle soft skills. Dall’integrazione dell’AI nei processi di apprendimento all’adozione di strumenti avanzati per la gestione della supply chain, fino al consolidamento delle competenze di negoziazione e problem solving, il programma risponde alle esigenze reali delle aziende. In un mercato sempre più competitivo, questo Master non solo forma, ma anticipa il cambiamento, offrendo agli studenti le chiavi per affrontare con successo le sfide del futuro.

Dino Di Marino, Direttore Italgrob, e Febo Leondini, Presidente AFDB, assieme al gruppo dei ragazzi della 10ª edizione del Master in Sales Management promosso da AFDB in collaborazione con la Luiss Business School

Con la crescente diffusione dell’intelligenza artificiale, quali nuove tecnologie sono state introdotte nella decima edizione del Master per migliorare l’apprendimento e la preparazione degli studenti?

Già a partire dalla scorsa edizione gli studenti sono stati affiancati, per quanto riguarda il mio modulo di Retail Experience and Service Management, da due Agent AI, uno specifico sull’Horeca e l’altro verticale sul Trade Marketing, in grado di aiutarli nel loro percorso di approfondimento e studio delle due materie. Ad oggi, credo, siamo l’unico corso in grado di proporre questo tipo di servizio.

L’uso dei Digital Twin basati su GPT4o è stato un elemento di svolta nella scorsa edizione. Come pensate di sviluppare ulteriormente questa tecnologia nel percorso formativo?

Nel nostro caso l’LLM utilizzato è Claude 3.5 Sonnet che, a mio avviso, sta rispondendo meglio alle esigenze di precisione necessarie in un percorso accademico post-universitario. Per quanto riguarda il percorso di apprendimento, già a partire dalla scorsa edizione, ho dedicato una sessione specifica del mio modulo all’approfondimento degli aspetti più importanti di queste tecnologie. Ne è nato uno scambio di domande e risposte con gli studenti a ruota libera molto interessante e divertente.

In che modo l’AI sta cambiando la gestione della supply chain nel settore Horeca e come il Master aiuta gli studenti a comprenderne l’impatto?

Qui va fatta una distinzione. Se per AI intendiamo l’AI generativa, allora abbiamo già finito: quasi nessuno sa di cosa sta parlando, quindi non ha alcun impatto. Se, invece, per AI intendiamo le piattaforme di BI, allora la spinta verso modelli di business supportati dai dati, si avverte per il momento solo in aziende con fatturati superiori agli 8-9 mio€ in distribuzione e ai 2 mio€ in somministrazione. Da almeno 15 anni il divario tra imprese e università non dipende da una presunta, e mai veramente dimostrata, impreparazione degli studenti al mondo del lavoro, ma da un’arretratezza spaventosa di quest’ultimo, sia sotto il profilo organizzativo che operativo. Da parte nostra già da due anni stiamo affrontando con metodo questi temi di frontiera, quando arriveranno anche le imprese daremo loro il benvenuto.

Con l’evoluzione del mercato, quali nuove competenze e conoscenze sono state integrate nel programma della decima edizione?

L’accorpamento del Master in Horeca Trade Management con quello in Sales Account ha creato le basi per completare la preparazione accademica dei ragazzi. Gli sviluppi che posso augurarmi per il prossimo futuro sono due: da un lato generalizzare l’utilizzo degli Agent AI anche agli altri moduli, così da rendere integrata e fruibile per tutti gli studenti una tecnologia dirompente, dall’altro la creazione di un’attività curriculare dedicata alla discussione e soluzione di business case che costituiscono un ostacolo notevole per gli studenti di oggi quando affrontano un colloquio di assunzione.

Come il Master prepara gli studenti ad affrontare l’incertezza e l’innovazione

continua nel settore?

Le abitudini di consumo stanno cambiando unicamente perché sta cambiando la società e, quindi, l’Horeca deve adeguarsi. Il Master, almeno per quanto riguarda il mio modulo, ha proprio questo compito: spiegare ai ragazzi che i bisogni e i riti vanno soddisfatti in modo diverso. I primi ci saranno sempre, i secondi cambieranno.

La sostenibilità e la digitalizzazione stanno diventando priorità strategiche nel Food & Beverage. Come il Master affronta queste tematiche e prepara gli studenti a gestirle?

Sostenibilità e digitalizzazione sono temi centrali nel nostro percorso formativo da diversi anni. Il Master affronta queste sfide con un approccio concreto e innovativo, integrando case study, progetti pratici e testimonianze di esperti del settore. Il nostro obiettivo è fornire agli studenti strumenti e competenze per gestire e anticipare i cambiamenti del mercato, trasformando queste sfide in opportunità strategiche per il Food & Beverage.

Ci sono nuove aziende partner che contribuiranno alla decima edizione con case study o progetti reali per gli studenti?

Abbiamo ingaggiato tutti i partner su questo punto, siamo in attesa di una loro manifestazione di interesse.

Le competenze di negoziazione sono sempre più cruciali nel mondo Horeca. Sono previsti nuovi moduli per potenziare questa capacità nei partecipanti?

Le competenze di negoziazione sono fondamentali nel settore Horeca, e per questo motivo fanno parte del nostro percorso formativo sin dall’inizio. Il modulo dedicato alle soft skills è strutturato per sviluppare

Il momento della presentazione degli studenti della 10ª edizione del Master durante l’ultima edizione di Beer&Food Attraction di Rimini

capacità di comunicazione, gestione delle relazioni e tecniche di negoziazione avanzate, assicurando ai partecipanti strumenti concreti per affrontare con successo le sfide del mercato.

AFDB ha sempre sostenuto i giovani talenti con borse di studio. Ci saranno nuove iniziative per ampliare l’accesso al Master e attrarre una platea ancora più diversificata?

Al momento stiamo vedendo se e come riattivare il corso executive, ma prima di ripartire dobbiamo verificare la domanda effettiva.

Le aziende oggi cercano sempre più figure ibride tra competenze analitiche e capacità relazionali. Il Master sta adattando il proprio programma per rispondere a questa esigenza?

Il nostro Master ha sempre puntato su un equilibrio tra competenze analitiche e capacità relazionali, proprio perché sappiamo quanto siano cruciali per il mercato. Come accennavo precedentemente, il modulo

di soft skills, insieme ad attività didattiche complementari permette ai partecipanti di sviluppare sia un pensiero strategico basato sui dati, sia le abilità comunicative e relazionali necessarie per gestire team e stakeholder con efficacia. Siamo quindi già in linea con le richieste delle aziende e continuiamo ad aggiornare il programma per garantire la massima attinenza con le evoluzioni del settore.

Guardando al futuro del settore Horeca, quali sono le tre principali sfide che i partecipanti al Master dovranno essere pronti ad affrontare nel mondo del lavoro?

Qui faccio rispondere Alessandro Bertante, attraverso la voce del protagonista del suo ultimo libro E tutti danzarono: “Fateli danzare questi giovani senza futuro (…) Fateli danzare che dimenticheranno in fretta l’enorme buco nero di fronte a loro e non ci daranno più problemi (…) Ballate su questo lurido asfalto rovente, non reagite, non pensate che possa esistere davvero un’alternativa, lasciategli fare il loro lavoro che sono tempi difficili”. I ragazzi che escono dal nostro Master hanno una preparazione di eccellenza e, quindi, hanno più possibilità di accedere a posizioni migliori, ma questo punto di partenza è sempre più condizione necessaria ma non sufficiente, e non per colpa loro.

SCHW e PP e S S ele CT ion : B olli C ine d ’ aUT ore

P er e S alTare o G ni in G redien T e

Dietro ogni grande cocktail c’è un perfetto equilibrio di ingredienti, e Schweppes Selection nasce proprio con questo obiettivo: elevare l’esperienza di gusto, esaltare ogni sfumatura degli spirit e soddisfare anche i palati più esigenti. Frutto di anni di ricerca e sperimentazione, sviluppata con il supporto di mixologist di fama internazionale, questa gamma rappresenta l’evoluzione di oltre due secoli di esperienza, curiosità e passione per la qualità. Schweppes Selection non è una semplice linea di soft drink, ma un’autentica celebrazione del gusto. Grazie all’impiego di ingredienti selezionati e a un sofisticato processo di doppia macerazione, che intensifica gli aromi e il gusto e mantiene al tempo stesso una gasatura persistente, Schweppes Selection è perfetta per creare cocktail dal sapore unico fino all’ultimo sorso. La gamma comprende sette gusti versatili e raffinati, pensati per ispirare la creatività dei bartender e arricchire ogni drink con un tocco distintivo: Tonic&Touch of Lime, amara al punto giusto con leggere note di lime che, sostenute dalle preziose bolle, esaltano le peculiarità di ogni drink; Ginger Beer&Chili, una piacevole doppia piccantezza ottenuta dall’unione dello zenzero e del chili; White

Peach&Elderflower, un’esplosione di fiori e frutta magistralmente orchestrata dalle eleganti bollicine; Lemon&Quinine, ideale per un drink rinfrescante e meditativo dove il gusto vivace del limone incontra l’amaro antico del chinino; Soda Water, bolle decise a rendere spumeggianti ogni cocktail; Ginger Ale, un equilibrio perfetto tra fresco e speziato con un sentore verde adatto a drink a base di amari alle erbe. Si aggiunge alla gamma il nuovo gusto Tonic Basil & Sicilian Lemon. Un connubio unico tra le note fresche e dolci del basilico e il carattere vivace dei limoni siciliani, selezionati per il loro aroma intenso e la brillantezza agrumata. Grazie agli ingredienti selezionati e al processo di doppia macerazione, questa tonica è ideale per esaltare gin e aperitivi di alta qualità, offrendo un tocco mediterraneo raffinato e sofisticato. Un’esperienza di gusto che cattura l’essenza delle soleggiate coste italiane. Ma ciò che rende davvero speciale Schweppes Selection è la sua straordinaria carbonatazione. La forma della bottiglia è studiata per mantenere la gasatura più a lungo, assicurando una freschezza persistente e un’intensità aromatica che valorizza ogni cocktail.

www.schweppes.it

sUGar TaX a cHe PUnTO sIaMO?

L’IMPOsTa sULLe BeVanDe anaLcOLIcHe cOLPIsce ancHe PrODOTTI senZa ZUccHerO, cOn eFFeTTI neGaTIVI sU OccUPaZIOne, InVesTIMenTI e cOnsUMI, senZa reaLI BeneFIcI Per La saLUTe

DI DaVID DaBIanKOV LOrInI

La Sugar tax, la cui entrata in vigore è fissata per il 1° luglio 2025, si inserisce in un contesto socioeconomico complesso, fortemente indebolito dagli effetti dell’inflazione e dall’aumento dei costi delle materie prime ed energia, a cui si aggiunge la necessità di fronteggiare i dazi USA. Uno scenario critico che ha bisogno di politiche di supporto capaci di tutelare, stimolare la crescita e la competitività delle imprese espressione del Made in Italy, soprattutto nei settori più in sofferenza negli ultimi anni.

Cresce la preoccupazione delle imprese del Settore delle bevande che, senza indicazioni sull’imminente futuro, vivono una precarietà che frena gli investimenti e impedisce loro di pianificare le attività.

L’aPPeLLO DI assOBIBe: rInVIO a 12 MesI O canceLL aZIOne

ASSOBIBE, come sindacato delle imprese di produzione delle bevande analcoliche, si batte da sempre per contrastare l’entrata in vigore della Sugar tax. Nel corso dell’ultimo anno sono state numerose le iniziative portate avanti, tra cui una serie di appelli rivolti alle Istituzioni e la firma di un appello congiunto con 14 sigle di rappresentanza. Confagricoltura, Federalimentare, Federdistribuzione, CISL, CGIL, Uila Nazionale, Centromarca, Unione Italiana Food, Italgrob, Confida, Anfima, Federazione Carta e Grafica, Federazione Gomma Plastica, Assovetro e ASSOBIBE hanno espresso, insieme, le loro preoccupazioni a fronte della mancata proroga dell’imposta.

Nonostante il parere positivo di MIMIT (Ministero delle Imprese e del

L’IMPOrTanZa DeL seTTOre

Per IL MaDe In ITaLY

ASSOBIBE tutela e rappresenta gli interessi di una filiera profondamente radicata nel Paese, con aziende e stabilimenti localizzati su tutto il territorio della Penisola, generando un valore complessivo, diretto e indiretto, dalla produzione e vendita di bevande analcoliche in Italia, pari a 4,9 miliardi di euro. Di questi, 800 milioni di euro sono generati direttamente dalle imprese di produzione di bevande analcoliche, 1,1 miliardi di euro sono generati dalle imprese che forniscono le materie prime necessarie alla produzione delle bibite (dagli aromi agli imballaggi, fino al marketing), mentre i restanti 3 miliardi di euro provengono dalle fasi di commercializzazione dei prodotti finiti.

Made in Italy) e MASAF (Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali), l’approvazione dell’ordine del giorno di Forza Italia nel contesto della Legge di Bilancio 2025 e gli emendamenti presentati da FI e Lega nell’ambito del provvedimento c.d. Proroghe, oggi non è cambiato nulla e l’entrata in vigore resta fissata al prossimo 1° luglio. Continua dunque la richiesta di intervento immediato da parte di ASSOBIBE che chiede un ulteriore posticipo di 12 mesi della tassa o la definitiva cancellazione.

cHe cOs’È L a sUGar TaX? PrIMa cOMParsa e ITer DeLL’IMPOsTa

Comunemente nota come “Sugar tax”, l’imposta di consumo colpisce le bevande analcoliche, gassate e non, anche quando prive di zucchero, come ad esempio aranciate, chinotti, cedrate, gassose, cole, tè freddi, aperitivi analcolici e alcuni succhi di frutta.

La tassa, applicata alle sole bevande analcoliche, viene approvata nel 2019 all’interno della Legge di Bilancio 2020 insieme alla “Plastic tax”; da allora, l’entrata in vigore della tassa è stata rimandata da tutti i governi, tenuto conto dell’analisi dei costi-benefici. Descritta dal proponente Governo M5S-PD come misura per ridurre il rischio di consumi elevati di zuccheri in Italia attraverso le bevande, non ha tenuto conto dei dati sull’apporto calorico in Italia di questi prodotti, che è inferiore all’1% in tutte le fasce di età, né del calo costante dei volumi delle versioni “zuccherate”.

In Italia, quindi non era necessaria l’introduzione di una misura per

David Dabiankov Lorini, direttore ASSOBIBE

penalizzare questo settore, che registra i volumi più bassi nel contesto europeo. È inoltre evidente che, una misura pensata e approvata in maniera da colpire ugualmente le versioni con zucchero e quelle con meno o zero zucchero/calorie, non aveva l’obiettivo di incentivare le imprese a ridurre le quantità di zucchero immesse in consumo attraverso la leva fiscale.

Anzi, tale approccio non tiene conto dell’impegno delle aziende per aumentare l’offerta di prodotti low/zero calorie, riformulare le ricette e proporre nuovi formati per incentivare un consumo moderato.

ecOnOMIcI, sOcIaLI e saLUTIsTIcI:

GLI eFFeTTI DeLL a sUGar TaX

L’introduzione di questa nuova tassa comporta effetti negativi e conseguenze che pesano direttamente sul comparto delle bevande analcoliche, sull’intera filiera e sugli italiani.

Da un punto di vista economico, la tassa determina un impatto fiscale rilevante sui produttori che subirebbero un incremento del 28% di fiscalità su un litro, con inevitabili ricadute sui consumatori che vedranno ulteriormente ridotto il loro potere d’acquisto. Inoltre, secondo ASSOBIBE, le esigue entrate auspicate con l’ingresso della Sugar tax non tengono conto dei 275 milioni di euro di mancato gettito IVA conseguente alla contrazione del 16% delle vendite nel biennio successivo all’entrata in vigore della norma (dati NOMISMA). In aggiunta, provocherebbe un freno degli investimenti per oltre

cOsa sUcceDe neGLI aLTrI PaesI

In mercati con imposte sulle bevande analcoliche i tassi di obesità sono in crescita (Fonte European Childhood Obesity Surveillance Initiative dell’OMS 2018-2020):

• DATI UNESDA - MESSICO. Introdotta nel 2014 con consumi 3 volte più alti dell’Italia. I tassi di obesità continuano ad aumentare;

• DATI UNESDA - GB. In vigore dal 2018, nei primi due anni si è registrato un calo dell’8% dell’incidenza dell’obesità nelle bambine tra i 10 e 11 anni e nessun calo nei bambini e in altre fasce d’età;

• DATI UNESDA - IRLANDA. Introdotta nel 2018, ha accelerato una riformulazione delle bevande. Si è registrata negli adolescenti, tra i 13 e i 18 anni, una riduzione dell’assunzione di zuccheri del 60% ma la percentuale di ragazzi in sovrappeso/ obesi è aumentata dal 18 al 24%.

GLI IMPATTI

DELLA SUGAR TAX IN NUMERI

IMPATTO ECONOMICO

+28% fiscalità

-16% vendite

-12% investimenti

TAGLIO DEL FATTURATO

10% per il settore

PERDITA OCCUPAZIONALE

-5.000 posti di lavoro, di cui - 4.000 tra Canale Moderno e segmento Ho.Re.Ca.

AUMENTO DELLA BUROCRAZIA

+ 70 nuove procedure

46 milioni di euro, un calo degli acquisti di materia prima di oltre 400 milioni di euro e un taglio del 10% del fatturato. Secondo le stime NOMISMA, il calo delle vendite avrebbe effetti in tutta la Filiera e la Sugar tax metterebbe a rischio più di 5.000 posti di lavoro, di cui 4.000 a valle ovvero nel Canale Moderno e nel segmento Ho.Re.Ca. Sul fronte della burocrazia, invece, sono oltre 70 le nuove procedure aziendali in capo ai produttori: per fare un esempio una PMI dovrà compilare circa 450 voci, con molte ripetizioni. Anche da un punto di vista salutistico non ci sono evidenze sulla sua efficacia. In un report, la Commissione Europea ha considerato la Sugar tax inutile per ridurre sovrappeso e obesità, i cui tassi sono costantemente in crescita nei Paesi in cui è stata introdotta, al punto che alcuni di questi hanno iniziato ad eliminarla. Persino l’OMS riporta evidenze di assenza di risultati della tassa sulla dieta e addirittura in 4 studi su 5 un aumento dell’apporto calorico nei Paesi dove la Sugar tax è in vigore.

In Italia, inoltre, i dati sul consumo pro-capite delle bevande analcoliche - come cole, aranciate, chinotti, cedrate etc… - sono tra i più bassi d’Europa (54 litri/annui) e si assiste da anni a un calo costante del mercato delle bibite zuccherate, con un impatto nutrizionale che è sceso ora allo 0,9% del totale delle calorie quotidiane per gli adulti. Le imprese del comparto sono da anni impegnate nella promozione di un consumo responsabile delle bevande analcoliche e nella riduzione degli zuccheri. Grazie, infatti, a una serie di accordi siglati con il Ministero della Salute sono stati raggiunti risultati evidenti come: l’incremento del 41% delle bevande a ridotto o nullo contenuto calorico e una riduzione del 41% dello zucchero immesso in consumo negli ultimi 15 anni.

LE NUOVE SFIDE IN UNO SCENARIO INCERTO

IN UN CLIMA ECONOMICO ALTALENANTE E CON LE NUOVE NORMATIVE CHE INFLUENZANO PESANTEMENTE IL SETTORE DEGLI SPIRITS, IN PARTICOLARE GLI AMARI, L’INDUSTRIA GUARDA AL FUTURO CON FIDUCIA, CERCANDO DI INTERCETTARE NUOVI CONSUMATORI E RISPONDERE A ESIGENZE IN CONTINUO CAMBIAMENTO DI CAROLA PRISCO

Nel 2024 il mercato Fuori Casa ha dovuto fare i conti con una serie di difficoltà che hanno inciso profondamente sulle performance del settore. Le incertezze economiche globali, l’aumento dei costi operativi e le sfide derivanti dalle nuove normative , in particolare quelle legate al consumo di alcol e alla sicurezza stradale, hanno contribuito a un rallentamento significativo delle vendite . A ciò si aggiungono le mutate abitudini dei consumatori, sempre più orientati verso scelte più salutistiche e consapevoli , che hanno influenzato negativamente la domanda di alcolici, inclusi gli spirits e gli amari. Un contesto complesso che ha reso ancora più difficoltosa la ripresa del settore, nonostante alcuni segnali di stabilizzazione. In un quadro non positivo del primo bimestre 2025, gli spirits hanno visto una chiusura maggiormente negativa.

Più in dettaglio, gli amari, che rappresentano una categoria di rilievo

ANDAMENTO MENSILE PER AREE GEOGRAFICHE

Trend vendite – aree progressivo

nel panorama delle bevande alcoliche, hanno subito una flessione significativa. Il mercato spirits, infatti, ha visto un calo a volumi del -11,8% a febbraio, con una perdita a progressivo del -12,5%. Questo trend negativo si inserisce in un contesto più ampio, dove le bevande alcoliche sono generalmente in difficoltà, con le categorie di birra, spirits e vino tutte al di sotto delle aspettative di mercato, a causa della congiuntura economica sfavorevole ma soprattutto coinvolti in un sentiment generale del consumatore che viaggia verso un concetto di low alcool nel mondo del beverage

Se guardiamo ai numeri del primo bimestre del 2025, le cose non sembrano andare meglio. Un -1,9% a volume e un -3,9% a valore, un trend che si è accentuato nel mese di febbraio. Ma oltre ai numeri, ciò conferma con chiarezza il cambiamento profondo nel comportamento del consumatore.

NUOVE ABITUDINI DI CONSUMO

In questo scenario complesso, il consumatore ha cambiato il suo comportamento? Dalle rilevazioni di Formind emerge che il mercato, a febbraio progressivo, perde consumatori in tutti i momenti di consumo ad eccezione della pausa pranzo. In controtendenza, il momento che risulta maggiormente sofferente è ancora quello della

Fonte: MindforHoreca - FORMIND - Andamento dal 1 al 28 Febbraio 2025
TOTALE

Intrattenimento

Pizzeria

Ristorante

Pizzeria

MERCATO HORECA

Ponderata canali volumi progressivo MERCATO

Intrattenimento

Bar diurno

Bar notturno

Bar diurno

Bar notturno

Ristorante

LA MIXOLOGY HA AVUTO UN RUOLO CRUCIALE

NEL RINNOVARE

L’IMMAGINE DEGLI AMARI.

L’INTRODUZIONE DI QUESTI

SPIRITS NEI COCKTAIL

È UNO DEI FENOMENI

CHE STA PERMETTENDO

ALLA CATEGORIA

DI SOPRAVVIVERE IN UN MERCATO IN DIFFICOLTÀ

cena. La variazione dello scontrino medio supera il tasso di inflazione, che sembra essere un ostacolo anche per le generazioni più giovani, motivo per cui c’è una continua flessione degli atti di consumo che conferma, come prima anticipato, una difficoltà dei momenti notturni. L’introduzione di nuove normative, come appunto quelle relative al Codice della Strada, ha fatto inoltre aumentare l’incertezza tra i consumatori riguardo agli effetti di una bevuta alcolica, soprattutto dopo cena. Molti decidono quindi di rinunciare al consumo di amari o di altre bevande alcoliche, influenzando pesantemente le performance del settore. La paura di essere sottoposti a controlli e di incorrere in sanzioni ha avuto un impatto tangibile sulle vendite,

che faticano a decollare, nonostante le tradizionali potenzialità della categoria. Anche il cambiamento climatico ha avuto un impatto Le condizioni meteo sfavorevoli hanno influito sulla frequentazione dei locali, con le presenze soprattutto nei canali notturni che sono diminuite. In questo contesto, gli amari, tradizionalmente consumati durante il fine pasto, hanno visto un calo delle vendite, in gran parte dovuto a una modifica nelle abitudini alimentari e nelle preferenze del consumatore. Se in passato un amaro rappresentava il perfetto complemento al pasto, oggi sempre più persone optano per bevande a basso contenuto alcolico o, addirittura, per soluzioni analcoliche.

Fonte: MindforHoreca - FORMIND

IL PIACERE È SERVITO.

Effervescente naturale

Acqua di Nepi dedica al mondo della Ristorazione la linea Tower, dal design elegante e contemporaneo, disponibile nel formato 1 L e nel nuovo formato da 0,5 L, in plastica 100% riciclabile.

Acqua di Nepi, con il suo basso residuo fisso e un mix equilibrato di minerali, è una delle più leggere tra le effervescenti naturali. Favorisce la digestione grazie alla sottile effervescenza e dona piacere con il suo gusto soave.

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aTTUaLi, iL SETTOrE DEGLi amari

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Tra TraDiZiONE E SOSTENiBiLiTÀ

LA LUNGA TRADIZIONE DEL DIGESTIVO

Gli amari sono sempre stati legati alla tradizione, in particolare come bevande digestive, ed è proprio questo il punto da cui molti produttori stanno cercando di partire per rilanciare il settore. Il termine “amaro” richiama alla mente immagini di tradizioni antiche e momenti di convivialità, ma negli ultimi anni il mercato ha visto un mutamento nelle preferenze. Una generazione più giovane, più attenta alla salute e al benessere, non sembra più attratta dall’idea di un amaro come rimedio per la digestione, ma piuttosto come un elemento di esperienza sensoriale e di sperimentazione

In questo senso, molti produttori si sono adattati alla nuova domanda, rivedendo le caratteristiche organolettiche dei propri prodotti. La ricerca del gusto e della qualità è diventata fondamentale per attrarre i consumatori moderni, che sono sempre più disposti a sperimentare nuovi sapori e ad abbandonare le tradizioni, se queste non soddisfano le loro aspettative.

IL RUOLO DELLA MIXOLOGY

La mixology ha avuto un ruolo cruciale nel rinnovare l’immagine degli amari. L’introduzione di questi spirits nei cocktail è uno dei fenomeni che sta permettendo alla categoria di sopravvivere in un mercato in difficoltà. Un amaro ben bilanciato può dare una marcia in più a un cocktail, arricchendone il gusto e aggiungendo complessità. Non è più solo una bevanda da consumare a fine pasto, ma diventa un ingrediente fondamentale in aperitivi e drink creativi. In particolare, alcuni produttori stanno cercando di promuovere gli amari come ingredienti per lo spritz, un cocktail che ha visto una crescita enorme negli ultimi anni, soprattutto tra i giovani consumatori. Anche in termini di contenuto alcolico, c’è un cambiamento. Gli amari a basso contenuto alcolico stanno trovando spazio sul mercato, attirando quella parte della popolazione che non vuole rinunciare al piacere di

un buon drink, ma senza eccedere con l’alcol. Questo rappresenta una risposta diretta alla crescente domanda di bevande più leggere, che non pesino sulla salute e siano più in linea con uno stile di vita sano.

INNOVAZIONE DEL PACKAGING

Oltre alla qualità del prodotto, anche l’aspetto visivo gioca un ruolo importante nella vendita degli amari. Il packaging è diventato un elemento fondamentale per attrarre l’attenzione dei consumatori, in particolare dei più giovani. Le etichette accattivanti, i design innovativi e l’attenzione al dettaglio sono diventati cruciali per differenziare i prodotti in un mercato saturo. Un packaging distintivo non solo aiuta a valorizzare il prodotto, ma contribuisce anche a creare un’immagine che rispecchia le tendenze moderne e una filosofia di consumo più consapevole. I produttori stanno quindi puntando su confezioni che riflettano l’autenticità e la qualità del prodotto, ma anche sulla capacità di comunicare un messaggio legato alla sostenibilità. L’uso di materiali riciclabili, l’adozione di bottiglie in vetro riutilizzabile e il ricorso a imballaggi eco-friendly stanno diventando sempre più comuni, rispondendo alla crescente sensibilità dei consumatori verso l’ambiente. Questo non è solo un trend, ma un vero e proprio cambiamento culturale che sta influenzando ogni aspetto del mercato.

LE PROSPETTIVE PER IL SETTORE

Nonostante la situazione difficile, gli amari sono una delle categorie che, pur tra le difficoltà, hanno un grande potenziale di crescita. La domanda di prodotti innovativi e di qualità è in aumento e, con il giusto mix di tradizione e modernità, gli amari potrebbero essere in grado di rispondere alle nuove esigenze del consumatore. La creatività dei produttori, combinata con un rinnovato interesse per le bevande più leggere e naturali, pone le basi per una possibile ripresa del settore. Se da un lato le sfide sono numerose, dall’altro l’industria degli amari ha ancora molto da offrire e rappresenta una delle categorie più promettenti nel panorama degli spirits.

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U na ri CC a STaG ione di noV i TÀ

LA NUOVA LINEA

AQUA PLOSE GOURMET

Fonte Plose aggiunge un tocco di classe alla tavola con il nuovo design di Aqua Plose Gourmet. Il packaging esclusivo, elegante e raffinato riflette la continua evoluzione del brand, sempre attento alle esigenze dei clienti.

La bottiglia, realizzata in vetro personalizzato con logo Plose e rilievi montani, regala un’esperienza sensoriale unica. L’etichetta, impreziosita da dettagli in oro e argento, si distingue per i colori eleganti, dal blu notte al verde acqua marina, che richiamano la tradizione Plose.

Rimane invariata l’essenza: l’iconica purezza di Acqua Plose, tra le più leggere al mondo (residuo fisso 22 mg/l), con bassissima durezza (1,3 F), sodio minimo (1,3 mg/l), pH 6,6 e alto contenuto di ossigeno (10 mg/l). La nuova etichetta è disponibile nei formati Gourmet in vetro da 25 cl, 50 cl e 75 cl.

LE PROPOSTE PER LA

MIXOLOGY FIRMATE ALPEX

La linea Alpex si arricchisce con due novità perfette per la mixology. ALPEX PINK GRAPEFRUIT dona un tocco sofisticato ai cocktail freschi come il Paloma, mentre ALPEX PALOMA, versione analcolica ready to drink, porta il gusto esotico direttamente nel bicchiere, affiancandosi agli aperitivi analcolici Alpex (Spritz, Hugo e G&T), per un’offerta sempre più alcol free. www.acquaplose.com

IL FINe PaSto aLL’ItaLIaNa Sta VIVeNDo UNa FaSe DI coNtraZIoNe a caUSa DeLLe NUoVe Norme

DeL coDIce DeLLa StraDa cHe Ha PeNaLIZZato Le VeNDIte DI DIGeStIVI e amarI NeI LocaLI e rIStoraNtI

IL coDIce

DeLL a StraDa FreNa L’ammaZZacaFFÈ

Gli amari hanno sempre rappresentato una componente fondamentale della cultura enogastronomica italiana. Con ricette tramandate nel tempo e ingredienti selezionati, questi liquori sono un’icona del made in Italy. Tuttavia, la recente stretta normativa sta mettendo in discussione il loro ruolo sulle tavole degli italiani.

Il Codice della Strada ha introdotto misure più rigide per chi supera il

limite di 0,5 g/l di alcol nel sangue, senza però modificarne la soglia legale. Le multe più elevate e il rischio di sospensione della patente hanno generato un clima di timore tra i consumatori. Molti, infatti, credono erroneamente che vi sia ora una “tolleranza zero” sull’alcol alla guida, portando a una drastica riduzione del consumo di amari e digestivi. Secondo un’indagine condotta da Confcommercio su 146 pubblici esercizi, le vendite di digestivi e amari hanno subito un calo del 36,9%,

DI marIa eLeNa DIPace

LE NUOVE SANZIONI IN SINTESI

• LIMITE ALCOLEMICO invariato a 0,5 g/l

• PER TA SSI TRA 0,5 E 0,8 G/L: multa da 573 a 2.170 euro, sospensione della patente da 3 a 6 mesi

• PER TA SSI TRA 0,8 E 1,5 G/L: multa da 800 a 3.200 euro, arresto fino a sei mesi e sospensione della patente da 6 mesi a un anno

• OLTRE 1,5 G/L: denuncia penale, multa fino a 6.000 euro, arresto da sei mesi a un anno e sospensione della patente fino a 2 anni

• OBBLIGO di installazione del dispositivo “Alcolock” per i recidivi

B o N aV e N t U ra ma S c HI o

mentre il vino ha registrato una flessione del 29,3%. I locali situati fuori dai centri storici, frequentati da clienti che si spostano in auto, sono i più colpiti, con una netta diminuzione degli ordini di amari a fine pasto. Per far fronte a questa nuova realtà, produttori e ristoratori stanno cercando soluzioni alternative. Alcuni brand hanno iniziato a sviluppare versioni a bassa gradazione alcolica o analcoliche dei loro prodotti più noti. Nei ristoranti, invece, si sperimentano servizi di trasporto dedicati o collaborazioni con taxi e piattaforme di ride-sharing, per garantire ai clienti un ritorno a casa sicuro dopo aver consumato alcolici. Per capire meglio come il settore si sta muovendo, abbiamo coinvolto direttamente i produttori per analizzare le loro risposte a questa sfida e valutare il ruolo che i distributori possono avere per sostenere il comparto.

L’evoluzione dei consumi è influenzata da diversi fattori: il calo del reddito, le tendenze salutistiche di inizio anno e l’interesse crescente per lo zero-alcol. Il “panico da patente” si era già verificato all’introduzione originaria del pacchetto di sanzioni, durò al tempo circa 6 mesi e anche in questo caso si assesterà; resta però da affrontare la stagnazione generale. Noi di Distilleria Bonaventura Maschio intercettiamo chi sceglie il “bere bene” con prodotti distintivi, come Pratum Amaro Bio, e puntiamo sulla mixologia per esaltare la qualità con tenori alcolici contenuti, come il nostro Bitter Maschio. Industria e trade devono comunicare l’innovazione: senza cambiamento nulla evolve.

Investire in formazione significa diffondere cultura.

Francesco Zara Marketing Manager Distilleria Bonaventura Maschio

DISt ILL er I a B otteGa

Non solo gli amari, ma tutto il comparto di vini, liquori e distillati ha risentito della “cattiva” comunicazione fatta, con forte contrazione dei consumi e danni al settore. Le sanzioni per guida in stato di ebbrezza non sono cambiate, salvo l’introduzione dell’alcolock (anche se in attesa del decreto attuativo). Resta valido sempre il nostro suggerimento di bere con moderazione. Serve più sensibilizzazione verso il consumatore, oltre a rendere pubbliche le tabelle alcolemiche, in modo tale che ognuno sappia in base al peso, al sesso e a quanto ha mangiato, come regolarsi nell’approccio alle bevande alcoliche. Per gli amari, le quantità vanno parametrate al grado alcolico. Bottega ha sviluppato un amaro alcohol free, che mantiene gusto e ritualità del digestivo grazie a un’accurata selezione di erbe e spezie. Il lancio è stato fatto a Vinitaly. Infine, andrebbe incentivato l’uso degli amari nel bere miscelato.

F rate LLI B ra N ca DISt ILL er I e

Come azienda di spirits, crediamo che sicurezza e piacere di bere debbano restare distinti. Le nuove normative hanno trasformato le abitudini di consumo: oggi si beve con maggiore consapevolezza, senza rinunciare alla qualità. Continuiamo a innovare per valorizzare la cultura del bere bene, rispondendo alle preferenze delle nuove generazioni che scelgono il “bere meglio” al posto del “bere di più.” Investiamo in formazione per bartender e coinvolgiamo i consumatori con esperienze uniche, come la celebrazione dei 180 anni di Fernet-Branca. Innoviamo con equilibrio, rispettando l’identità dei prodotti e adattandoli ai nuovi trend, esplorando anche e-commerce e digital. La collaborazione tra produttori, distributori e aziende è cruciale per anticipare i trend e garantire una crescita sostenibile. Le attività promozionali e di comunicazione realizzate in sinergia, come degustazioni, eventi di lancio o promozioni dedicate, offrono un’opportunità concreta per indirizzare le vendite.

Sandro Bottega amministratore delegato
Distilleria Bottega
Martina Cerbone Marketing Director di Fratelli Branca Distillerie

amarodelcapo.com Cocktail alcolici pronti da servire.

Scopri il gusto autentico dei cocktail a base di Vecchio Amaro del Capo, ora in lattina pronti da servire in un bicchiere colmo di ghiaccio e da guarnire con lime o limone. Prova il Capo Tonic, fresco e frizzante con un tocco agrumato, o il Capo Arrabbiato Spritz, fresco e frizzante con una nota piccante. Goditi un momento di rinfrescante piacere ovunque tu sia!

Gamo NDIDISt ILL er I a mar Za D ro

L’inasprimento delle sanzioni sulla guida in stato di ebbrezza ha ridotto le vendite di amari e vini. In Gamondi stiamo lavorando per diffondere una cultura del bere consapevole, incentrata su prodotti a basso contenuto alcolico e su un consumo di qualità. Stiamo promuovendo l’utilizzo degli amari in miscelazione, favorendo nuove occasioni di consumo che vadano oltre il classico fine pasto, come l’aperitivo o cocktail a bassa gradazione. Attraverso i nostri partner commerciali e distributori locali, possiamo fornire formazione e supporto per lo sviluppo di nuove occasioni di consumo. Per questo abbiamo avviato iniziative congiunte con i nostri grossisti partner, che attraverso la loro rete capillare possono trasferire questo messaggio direttamente ai professionisti del settore.

L’entrata in vigore del nuovo Codice della Strada ha generato un calo nel consumo degli amari, ma riteniamo sia un fenomeno temporaneo legato all’attuale fase di adattamento alle nuove normative. Per contrastare questa tendenza, suggeriamo soluzioni mirate, come servire gli amari in dosi inferiori e anticiparne la proposta al momento del dolce, anziché dopo il caffè, rendendoli parte integrante dell’esperienza gastronomica. Crediamo che il futuro questi prodotti passi attraverso una cultura del consumo più responsabile e informata. Occorre valorizzare l’amaro come esperienza sensoriale e culturale, spostando il focus dalla quantità alla qualità del momento di degustazione. Il ruolo dei distributori e del canale Horeca è cruciale: non si tratta solo di vendere un prodotto, ma di accompagnarlo fino al consumatore, fornendo formazione al personale, supportando nuove proposte di consumo e incentivando la promozione della categoria.

G rUPP o mereGa LLI

Combattiamo quotidianamente contro la cattiva comunicazione perché purtroppo fa danni e penalizza un settore fatto di aziende storiche da sempre impegnate con messaggi di moderazione: il nostro motto è “Drink Quality not Quantity’. Purtroppo, nonostante un bicchiere di amaro al termine di un pasto non crei nessun rischio per il consumatore, assistiamo a un calo che sarebbe da approfondire per capire se le cause siano realmente legate alle sanzioni o per prudenza sulla spesa. Noi del Gruppo Meregalli stiamo cercando di coinvolgere il nostro network al fine di trasmettere il messaggio corretto; avremo magari una percentuale di spostamento dei consumi dall’On Trade all’OFF Trade, ma il periodo sociopolitico mondiale gioca un ruolo centrale sulle scelte del consumatore in tutti i settori. Abbiamo in cantiere molte iniziative e certamente confermiamo la centralità della filiera.

DISt ILL er I a N o NIN o Pa LLINI

Antonella Nonino, consigliere delegato

Distilleria Nonino

Micaela Pallini presidente e amministratore delegato della Pallini Spa

a N t I c H e DISt ILL er I e r IUNI

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Patrizia Dal Toso amministratore

Antiche

Distillerie

Riunite

Riscontriamo una crescente attenzione da parte di esercenti e consumatori, anche alla luce delle nuove normative sul codice della strada. Da sempre, Distilleria Nonino promuove un consumo responsabile, diffondendo la conoscenza del prodotto e invitando alla condivisione. L’Amaro Nonino Quintessentia®, apprezzato sia in Italia che all’estero, è proposto fin dal 2007 nei cocktail e, dal 2016, è stato tra i primi a valorizzare l’uso del bitter per la preparazione dell’aperitivo con Amaro Nonino That’s Amaro! Le collaborazioni con importatori, grossisti, ristoratori e bar, insieme alla partecipazione a manifestazioni di settore, restano fondamentali per far conoscere e apprezzare le nostre Grappe, l’Aperitivo Botanical e l’Amaro Nonino Quintessentia®.

Inoltre, il contatto diretto con il cliente è sempre fonte di ispirazione per nuove idee.

Sicuramente il nuovo Codice della Strada ha avuto un impatto significativo sulle vendite, non solo degli amari ma anche dei vini. Il problema non è nei limiti alcolemici, rimasti invariati, ma nelle nuove sanzioni più severe per i recidivi. Purtroppo, la comunicazione allarmistica ha generato confusione e timore diffuso, influenzando le abitudini di consumo. È fondamentale investire nell’educazione al bere responsabile e nell’organizzazione di alternative per chi esce la sera. Il canale Horeca, cruciale per il consumo dopo pasto, è in difficoltà, quindi, con il nostro Amaro Formidabile puntiamo sulla mixology e sulle enoteche per il consumo domestico. Dobbiamo informare senza spaventare e sostenere il settore con iniziative pratiche, come agevolazioni per taxi e auto con conducente. Inoltre, in altri Paesi promuoviamo opzioni no/low alcol come il nostro spritz al limonzero, offrendo alternative di consumo divertenti e responsabili.

L’inasprimento delle sanzioni del nuovo codice della strada ha avuto un impatto sulle vendite degli amari, ma per Antiche Distillerie Riunite la distribuzione multicanale ha mitigato gli effetti. Tuttavia, il fenomeno interessa l’intero segmento dei liquori da dopo pasto, comprese grappe e limoncello. Per rispondere a questa sfida, abbiamo introdotto formati alternativi per il consumo domestico, adattandoci alle nuove esigenze del mercato. Inoltre, i distributori giocano un ruolo chiave nel supportare aziende e clienti, garantendo un servizio efficiente. Oggi vediamo gli amari non solo come digestivi, ma anche protagonisti nella mixology, ampliando così le occasioni di consumo.

IL RIFERIMENTO

Turin Vermouth è da sempre legata alle tradizioni e all’antico processo di macerazione e di infusione delle botaniche. Le antiche ricette vengono utilizzate, per l’intera produzione, nello stabilimento di Torino.

I BITTER, GLI APERITIVI ALCOLICI

PER ECCELLENZA, SI CONFERMANO

UNA CATEGORIA FONDAMENTALE

PER IL COMPARTO HORECA.

FATTA DI POCHE MARCHE, MA CON VENDITE IMPORTANTI

E IN CONTINUA CRESCITA

DI DOMENICO APICELLA

NEL SEGNO DELLA

Aguardar bene, l’unica nota amara è nel nome: i bitter sono un concentrato di dolcezza per il mondo del fuori casa. Grandi volumi, fatturati di enorme rilevanza, la presenza di marchi industriali di prima grandezza, un ruolo insostituibile negli assortimenti di qualsiasi pubblico esercizio. Tutti elementi che ne fanno un mercato a cui i distributori Horeca guardano con estremo interesse, perché tra i pochi capaci di spostare le sorti dell’intero comparto beverage. Merito anche di una congiunzione - merceologica più che astrale - a dir poco perfetta: i bitter si collocano nel crocevia tra momento dell’aperitivo e mixology, cioè due delle principali traiettorie di sviluppo dell’offerta destinata al canale Horeca, beneficiando del successo di entrambe. E sì, perché l’occasione di consumo preserale è ormai un rito collettivo, che si protrae ben oltre la fascia oraria in cui aveva visto la luce, con effetti molto positivi su tutte le categorie di prodotto coinvolte, bitter compresi.

Lo stesso vale per la mixology, fenomeno di massa capace di fare le fortune di qualsiasi bevanda alcolica e modalità di utilizzo ambitissima, come dimostrano gli sforzi di alcuni spirits di sdoganarsi dal solo consumo tal quale per approdare proprio al palcoscenico dei cocktail, così da rilanciarsi in termini di immagine e percepito. Un risultato che i bitter - vocati per natura alla miscelazionehanno raggiunto e ampiamente consolidato, diventando ingredienti indispensabili per il cocktail principe del preserale (e non solo per quello). Per dirla in breve: che cosa sarebbe il fuori casa senza l’aperitivo? E l’aperitivo senza lo Spritz? E lo Spritz senza il bitter?

PRIMI TRA GLI SPIRITS

In termini strettamente merceologici, i bitter ricadono nella categoria degli aperitivi alcolici, con cui sostanzialmente coincidono,

iN

bASe ALLe riLeVAZiONi

CirCANA, NeL FUOri CASA

GLi APeritiVi ALCOLiCi iN

bOttiGLiA Si AtteStANO

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Litri, Per UN CONtrOVALOre

ALL’iNGrOSSO Di CirCA

200 MiLiONi Di eUrO

AL NettO DeLL’iVA

soprattutto nel fuori casa. Questo è infatti il perimetro dell’analisi condotta da Circana per GBI sull’intero 2024 e che consente di individuare le tendenze in atto in un’arena di notevoli dimensioni. “Se guardiano alle vendite realizzate dai grossisti di bevandeafferma Paolo Antonini, Account Director di Circana - parliamo di un mercato di circa 250 milioni di euro al netto dell’Iva, suddiviso tra aperitivi alcolici in bottiglia, che valgono circa 200 milioni di euro, e monodose alcolici che si aggirano sui 50 milioni di euro, sempre al netto dell’imposta sul valore aggiunto. Si tratta della categoria più importante per il fuori casa nell’ambito degli spirits, come è normale che sia alla luce del largo utilizzo che di questi prodotti si fa nella miscelazione”. Ai due segmenti citati - che vanno esaminati in maniera disgiunta - se ne aggiunge un terzo, fatto dai cosiddetti ready to serve e ready to drink. Prodotti che, come vedremo in seguito, hanno un ruolo ancora marginale nell’Horeca, a differenza di quanto succede nel canale retail, cioè quello che veicola le referenze destinate ai consumi domestici.

“In volume gli aperitivi alcolici in bottiglia si attestano intorno ai 18 milioni di litri e sono cresciuti del 3,6% - riprende Antonini - mentre a valore il dato è ancora migliore: +6,5% nei 12 mesi presi in esame. Il maggior incremento fatto registrare a valore rispetto a quello riscontrato a volume deriva

dall’aumento del prezzo medio, che è salito del 2,8% ed è arrivato a 11,75 euro al litro, ovviamente al netto dell’Iva. Questo rialzo va però contestualizzato, ricordando cosa è accaduto all’indomani della pandemia e nella fase di forte pressione inflazionistica: in quel periodo, l’aumento di prezzo praticato dai grossisti è stato inferiore in confronto sia al canale concorrente, i cash & carry, sia rispetto all’inflazione media fatta segnare dal mercato nel suo complesso. Un approccio che ha portato benefici in termini di maggiori vendite, mentre ora è un momento in cui evidentemente le aziende della distribuzione Horeca stanno ritoccando i loro listini leggermente sopra il dato di inflazione media”.

IL RUOLO DEL BAR DIURNO

È persino superfluo ribadire quanto sia centrale l’occasione di consumo dell’aperitivo per i bitter, con un riflesso altrettanto ovvio: il primo canale di sbocco per la categoria è di gran lunga il bar diurno. Meno scontata appare, però, quest’ultima definizione, che merita un chiarimento per evitare fraintendimenti. Ai fini delle rilevazioni condotte da Circana, sono considerati bar diurni quelli che, oltre alle ore mattutine e pomeridiane, coprono anche la fascia serale che precede la cena. In pratica, i punti di consumo del mondo bar che presidiano il momento in cui si concentra la domanda di Spritz & Co. “Il bar diurno incide per circa un 50% dei volumi degli aperitivi alcolici - conferma Antonini - e mostra trend di sviluppo superiori alla media: le vendite effettuate dai grossisti di bevande in questo canale sono salite del 7,4% a volume e del 9,4% a valore nel corso del 2024. In forte crescita sono anche i ristoranti, che hanno chiuso l’anno con un incremento del 12,2% a volume e del 13,5% a valore. Una tendenza già emersa in passato e che fa ipotizzare una maggiore centralità del momento dell’aperitivo in questa classe di punti di consumo”.

APERITIVI ALCOLICI, LE VENDITE DEI GROSSISTI

Var %. a volume / Var %. a valore - 2024 vs 2023

MONODOSE ALCOLICI, I

Totale aperitivi alcolici

Bar diurno

Mondo della notte

Ristoranti

Vivacità che non contagia il mondo della notte e non potrebbe essere altrimenti, tenuto conto che tra i tre canali di sbocco presi in esame da Circana, questo è di sicuro il meno vocato alla commercializzazione degli aperitivi alcolici in bottiglia. Le vendite nel mondo della notte mostrano infatti una variazione davvero contenuta: il 2024 si è chiuso con un saldo positivo di appena lo 0,6% a volume rispetto ai 12 mesi precedenti. Il bilancio è lievemente più gratificante a valore - con +1% nell’anno considerato - grazie all’incremento dello 0,3% fatto registrare dal prezzo medio. Ma anche sotto questo profilo il mondo della notte si muove con un passo un po’ dimesso rispetto agli altri due canali, il cui prezzo medio sale in misura più consistente: +1,9% per il bar diurno e +1,2% per i ristoranti. “Quanto alle referenze - aggiunge Antonini - negli aperitivi alcolici in bottiglia i grossisti ne hanno trattate mediamente 15,3 su base mensile. Anche in questo caso abbiamo rilevato un andamento positivo, pari al +9,4%, ma è un dato da non enfatizzare troppo, perché considerate le poco più di 15 referenze di partenza, significa che il numero assoluto è cambiato davvero di poco”.

MONODOSE BENE A VOLUME

Restando in tema di referenze, ancora più concentrato è l’altro “pilastro” dei bitter,

Fonte: Circana

cioè i monodose alcolici. In questo segmento l’assortimento dei distributori Horeca si limita mediamente ad appena tre prodotti, ma nel mondo della notte e nei ristoranti l’offerta si dimezza addirittura. “Lo scorso anno le vendite di monodose alcolici hanno movimentato circa 6 milioni di litri nel canale dei grossisti beverage - chiarisce Antonini - facendo registrare trend leggermente più vivaci rispetto agli aperitivi alcolici in bottiglia. L’incremento a stato infatti del +5,3% a volume e del +7,2% a valore, contro rispettivamente i già citati +3,6% e +6,5% relativi all’altro principale segmento del mondo aperitivi”.

Differenze evidenti emergono anche con riguardo al prezzo medio, pari per i monodose alcolici a 8,05 euro al litro al netto dell’Iva, quindi più basso rispetto agli aperitivi alcolici in bottiglia che, come spiegato in precedenza, si posizionano sugli 11,75 euro al litro. Così come inferiore è stato l’aumento rilevato nei 12 mesi analizzati: +1,8% nel caso del prezzo medio dei monodose alcolici contro il +2,8% degli aperitivi alcolici in bottiglia. Sul fronte dei canali, invece, l’osservazione dei due segmenti restituisce un’immagine di maggiore omogeneità, con i bar diurni che procedono ad un ritmo superiore rispetto al dato medio sia a volume sia a valore; i ristoranti che pesano meno sul totale del segmento, ma viaggiano a velocità elevata, persino a doppia cifra nelle vendite a valore; il mondo della notte statico a volume e lievemente più brillante a valore per effetto dell’aumento del prezzo medio.

NON È UN MERCATO PER FUSTI

Tante aziende del mondo delle bevande alcoliche hanno visto nello straordinario successo del momento dell’aperitivo un’opportunità da cogliere, offrendo al gestore del punto di consumo un maggiore contenuto di servizio. L’idea è semplice: proporre lo Spritz e altri cocktail di grande appeal nel

formato fusto, quindi già pronti da spillare. Il vantaggio sta chiaramente nel considerevole risparmio di tempo per l’operatore al banco, con benefici effetti sulla principale voce di costo del conto economico di qualsia attività imprenditoriale del fuori casa, che è appunto il personale.

Nonostante gli oggettivi elementi di interesse, questa formula ha ottenuto per ora riscontri limitati. “I fusti sono storicamente un mondo grandissimo nella birra, ma negli aperitivi alcolici hanno una quota molto piccola” ribadisce Antonini. Giusto o sbagliato che sia, il mercato dà l’impressione di pensare che, quando ordina un cocktail, il consumatore preferisca che sia preparato al momento, davanti ai suoi occhi. E questa convinzione presumibilmente rappresenta un freno alla diffusione dei fusti come alternativa già pronta alla consueta miscelazione. “Il che però non vuol dire che sarà così anche in futuro - annota l’Account Director di Circana - perché il livello di accettazione dei fusti potrebbe crescere negli aperitivi alcolici, così come già accade in altre categorie del beverage”.

READY SÌ, MA NON FUORI CASA

Da ultimo, i ready to drink e ready to serve, che rientrano nell’area di interesse di bitter e aperitivi alcolici, pur con un ruolo marginale. “L’insieme di ready to drink e ready to serve non arriva al mezzo milione di litri nel fuori casa - spiega Antonini - e incide poco. Sono prodotti destinati quasi esclusivamente ai consumi domestici”. E nel 2024 la situazione non è migliorata, con vendite dei distributori Horeca calate del 15,5% a volume. Il bilancio è meno pesante a valore - la flessione è intorno al mezzo punto percentuale - grazie al balzo del +17,7% fatto registrare dal prezzo medio, che è stato di 3,18 euro al litro al netto dell’Iva. Limitato l’assortimento, appena quattro referenze medie mensili, e per di più in calo, sebbene

UN FUTURO TUTTO DA SCRIVERE PER IL VERMOUTH

Un passato lungo e glorioso, un presente fatto di luci ma anche di qualche ombra, un futuro tutto da scrivere. Il vermouth è un prodotto simbolo del beverage italiano, dalle origini antichissime e dalla storia ricca di sfaccettature. Protagonista nel momento dell’aperitivo, questo vino liquoroso nel tempo ha conquistato una doppia valenza, su cui ha fondato buona parte delle sue fortune. Al consumo tal quale (classicamente servito freddo, con o senza ghiaccio e una buccia di limone o una fetta d’arancia) si è affiancato l’utilizzo in cocktail - basti citare il Negroni e l’Americano, autentici punti fermi del bere miscelato - che proprio nel vermouth trovano un ingrediente fondamentale. E questo secondo ruolo ha di sicuro contribuito o sostenere i consumi, che pure nell’ultimo periodo paiono abbastanza stagnanti. Un motivo in più per rilanciare l’anima da miscelazione del vermouth, valorizzandone le caratteristiche organolettiche. Il compito spetta ai produttori e impone una collaborazione con i distributori Horeca per veicolare ai gestori dei punti consumo e ai bartender le giuste informazioni sul prodotto e su come sfruttarlo al meglio. Per dare al vermouth un futuro degno del suo passato.

le marcate variazioni percentuali - per esempio il netto calo delle vendite ai bar diurnivadano commisurate alla dimensione ridotta del segmento: “I numeri assoluti di ready to drink e ready to serve nel fuori casa sono così piccoli - sottolinea Antonini - che basta l’esordio di un prodotto in un’area geografica in precedenza non presidiata per vedere trend percentualmente importanti”. Nulla da temere quindi per i bitter, nati vincenti sotto il segno dell’aperitivo e della mixology.

DISTILLERIA BONAVENTURA MASCHIO

Bonaventura Maschio presenta il Vermut Bonaventura e il Bitter Maschio. Il Vermut Bonaventura nasce dal vitigno più identitario del territorio, la Glera, a cui è stato aggiunto il balsamico assenzio, gli esotici macis e coriandolo, i profumi di maggiorana, camomilla, arancio dolce e sambuco, e le note amaricanti di salvia sclarea e china calisaya. Il Bitter Maschio è invece un prodotto caratterizzato da un vivace color rosso brillante che presenta al naso note molto fresche e in bocca una spiccata tendenza amaricante da genziana, bilanciata da una nota di baccello di vaniglia.

www.primeuve.com

DISTILLERIA BOTTEGA

Il Vermouth Bottega, nato nel 2017 dall’incontro tra Sandro Bottega e Lamberto Vallarino Gancia, è una selezione premium che utilizza i vini tipici del Trevigiano e della DOC Venezia. Disponibile in versione Rosso, Bianco ed Extra Dry, è perfetto per il bere miscelato o come vino da meditazione. Il Bitter Bottega nasce da un’infusione di erbe, spezie e frutta, con note di chinotto, pompelmo, cedro e melograno. Fresco e versatile, è ideale per cocktail come Americano e Negroni.

www.bottegaspa.com

F.LLI BRANCA DISTILLERIE

Dal 1845 F.lli Branca Distillerie, opera tramandando formule e ricette storiche con prodotti unici, noti in Italia e nel mondo, e cavalcando al contempo le nuove tendenze di consumo. Ad attirare l’attenzione negli ultimi tempi è la categoria dei Vermouth, in linea con i più attuali trend della mixology. Nel suo portfolio, Branca vanta, solo in questa categoria, brand iconici come Carpano - che quest’anno si riscopre sul mercato con la nuova etichetta ‘Rosso’, un tributo al primo vermouth italiano e fondatore della categoria, esaltandone il carattere autentico e la storicità - Antica Formula e Punt e Mes.

www.brancadistillerie.com

GRUPPO CAFFO

Blood Bitter Petrus Boonekamp è la rivoluzione del bitter secondo Gruppo Caffo 1915. Ispirato alla ricetta segreta di Petrus Boonekamp, l’antenato dell’aperitivo moderno, nasce dall’infusione di 30 botaniche pregiate, tra cui agrumi italiani e spezie esotiche. Il suo gusto intenso e amaricante conquista i bartender più esigenti, elevando cocktail iconici come Negroni e Americano. Con un’anima storica e un’attitudine internazionale, Blood Bitter ridefinisce il bere all’“uso d’Hollanda”.

www.caffo.com

CAMPARI GROUP

Campari Bitter è l’iconico distillato rosso italiano, protagonista di alcuni tra i cocktail più famosi al mondo come il Negroni e l’Americano. Nasce nel 1860 con la fondazione da parte di Gaspare Campari, che ha dato vita a un prodotto distintivo e rivoluzionario, la cui ricetta – segreta - non è mai stata modificata, e prosegue con la sperimentazione e la creatività del figlio Davide. Il colore rosso vibrante, l’aroma complesso con note erbacee, agrumate e floreali, il piacevole gusto amaro e la sua versatilità di utilizzo, rappresentano il suo tratto distintivo e stimolano i sensi attraverso un’esperienza visiva e gustativa accattivante.

www.campari.com

CASONI

Il Vermouth Tomaso Agnini all’Aceto Balsamico è un prodotto realizzato con materie prime di altissima qualità. Si distingue per l’armonia tra i suoi ingredienti, che uniscono due eccellenze italiane: il Vermouth e l’Aceto Balsamico di Modena IGP. Il Vermouth Tomaso Agnini all’Aceto Balsamico è il frutto di un’attenta selezione di uno degli ingredienti più pregiati della tradizione modenese e nel 2024 ha ottenuto la medaglia d’argento alla London Spirits Competition.

www.casoni.com

COCA-COLA HBC

Mancino Vermouth è un brand la cui storia inizia nel 2009, quando Giancarlo Mancino scopre una piccola distilleria a conduzione familiare ad Asti, in Piemonte. La distilleria, fondata oltre 60 anni fa nel 1957, lo ha ispirato nella produzione di un Vermouth a marchio proprio, utilizzando solo le migliori erbe, ingredienti botanici e spezie raccolti rigorosamente a mano. L’acquisizione da parte della famiglia Lucano nel 2023 e la distribuzione nel mondo Horeca da parte di Coca-Cola HBC confermano la strategia di voler essere sinonimo di eccellenza e creatività nel mondo dei distillati.

www.coca-colahellenic.com/it

BI tter V ermo U t H

DISTILLERIA NEGRONI

Dal vino rosso prodotto nell’azienda agricola di proprietà nasce il Vermouth Rosso Agricolo, un prodotto autentico e artigianale. L’infusione in alcol avviene con artemisia, timo, origano, rosmarino, vaniglia, quassia, rabarbaro e angelica. Dopo l’aggiunta di vino e zucchero, il vermouth viene filtrato e lasciato affinare in acciaio per alcuni mesi. Al naso è intenso e balsamico, con ciliegia, cannella e chiodi di garofano. In bocca è dolce, rotondo, equilibrato, con una lunga persistenza tannica.

www.distillerianegroni.it

FABBRI 1905

Lo storico bitter Marendry, che fa incontrare il sapore fresco e avvolgente dell’Amarena Fabbri con le intense fragranze degli agrumi mediterranei e dell’antico chinotto ligure, riporta al palato e alla mente le sensazioni di un’epoca entrata nel mito, una “Dolce Vita” in chiave moderna e versatile, capace di attrarre il pubblico giovane e prestarsi anche a un approccio garbato alla mixology, a cui porta la sua moderata gradazione alcolica (21°). Unico e affascinante anche nell’aspetto, con la sua inconfondibile silhouette a forma di shaker.

www.fabbri1905.com

GAMONDI

Il Bitter Gamondi (25% vol, 1L), dal colore rosso profondo, nasce dall’infusione di erbe e piante aromatiche, offrendo un sapore intenso e deciso. In bocca risulta secco e amaricante, ideale per cocktail classici come l’Americano e il Negroni. Il Vermouth di Torino Superiore Rosso Gamondi (17% vol, 1L) è un aperitivo tradizionale piemontese, ottenuto da un mélange di vini 100% piemontesi, con il 51% di Moscato d’Asti DOCG. La sua ricetta prevede l’infusione di assenzio piemontese nel vino Cortese, scorze fresche di arance amare liguri, vaniglia del Madagascar, zafferano, mirra e sandalo rosso.

www.gamondi.it

MARTINI

Martini Rosso è l’iconico vermouth MARTINI® creato nel 1863 dalla ricetta originale di Luigi Rossi e diventata una delle più celebri e premiate tra i vini aromatizzati del Piemonte. Il suo sapore dolce-amaro, ricco di profumi, e il carattere erbaceo lo rendono un Vermouth dal sapore naturalmente rinfrescante.

Le erbe aromatiche, potenti e complesse, sono il cuore di questa ricetta. Tra di esse spiccano una vasta selezione di erbe italiane, come l’Artemisia, il Timo Estivo e il Dittamo, perfettamente bilanciate con legni esotici dalle note amare e dolci.

www.martini.com

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DISTILLERIA MARZADRO

La Distilleria Marzadro amplia la sua proposta con Vermouth Altolago un prodotto ispirato alle antiche ricette di liquori alle erbe della tradizione trentina. Ottenuto da una selezione di botaniche raccolte sul Monte Baldo, si distingue per il suo colore rosso rubino naturale, le note amaricanti del rabarbaro e la freschezza equilibrata delle erbe alpine. Vermut Altolago nasce dall’incontro tra la cantina Madonna delle Vittorie e la Distilleria Marzadro unendo uve vinificate in rosso e rosato. Da degustare liscio o in miscelazione.

www.marzadro.i

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ROSSI

D’ASIAGO

Frutto della lunga esperienza erboristica di Rossi d’Asiago distillatori dal 1868, Classico Rossi Bitter segue la ricetta del 1949, creata con infusi naturali. Le note intense di arancia amara si mescolano armoniosamente con sentori di erbe aromatiche e spezie. Tradizione e contemporaneità si fondono in un liquore da aperitivo che incanta i palati moderni. Bitter Classico Rossi (Rosso) è l’ingrediente perfetto per elevare il momento dell’happy hour, trasformandolo in un’occasione memorabile e raffinata. Disponibile anche in versione Bianca.

www.rossidasiago.com

SILVIO CARTA

Dal lavoro della distilleria Silvio

Carta e dalla volontà di ricordare

Giuseppe Mazzini, nasce il

Bitter Mazzini, composto da botaniche raccolte interamente in Sardegna. Questo lo rende un bitter completamente dall’anima sarda: rosso amaranto brillante e luminoso, al naso i sentori spaziano dalla china alla cannella, bergamotto, tamarindo, radice di liquirizia e cardamomo, conferendo al palato una nota dolce-amara strepitosa. Da servire su ghiaccio con una spruzzata di seltz o in miscelazione per dar vita ai più svariati cocktail, un esempio per tutti è il Negroni.

www.silviocarta.it

IL n U oVo IMP e RAt IVo P e R IL setto R e F&B

Le nUoVe noRMAtIVe

eURoPee sU eMIssIonI,

GReen CLAIMs e DUe

DILIGenCe stAnno

RIsCRIVenDo Le ReGoLe

DeL GIoCo PeR IL settoRe

FooD & BeVeRAGe. non sI tRAttA PIÙ DI

UnA sCeLtA, MA DI

Un oBBLIGo. CoMe

AFFRontARe QUestA

sFIDA senZA sUBIRLA?

DI FABIo IAnDoLo

Nel contesto della transizione verso un’economia sostenibile, si è verificata un’accelerazione normativa senza precedenti verso gli obiettivi ESG (Environmental, Social, Governance: sostenibilità ambientale, responsabilità sociale e gestione aziendale), per la quale le imprese dovranno adeguarsi al nuovo scenario fortemente voluto dal legislatore europeo.

Tra i vari settori dell’economia, uno di quelli maggiormente esposto è senza dubbio quello della produzione e distribuzione degli alimenti e bevande. Il primo rintocco di campana per il comparto F&B era già arrivato nel mese di Febbraio 2024 con l’intesa

tra Consiglio e Parlamento Europeo in merito al regolamento “taglia emissioni”, tecnicamente conosciuto come Co2 Duty Heavy Vehicles, il quale prevede per i mezzi sopra le 7,5 tonnellate una riduzione delle emissioni di Co2 rispettivamente del 45% entro il 2030, del 65% entro 2035 e del 90% entro il 2040.

Produttori e distributori di alimenti e bevande – così come operatori logistici impiegati lungo la filiera – dovranno iniziare a predisporre nuove strategie per adempiere a questo nuovo obbligo giuridico. E poi c’è il nuovo accordo sul Green Claim Directive, ossia la direttiva comunitaria che si rivolge alle attività di marketing delle aziende, obbligandole a dimostrare con evidenza scientifica ogni impatto ambientale positivo che dovesse essere rivendicato all’esterno. Tra i vari obblighi, emerge la necessità per le imprese di validare i propri claim ambientali attraverso un sistema di certificazione indipendente.

L’impatto sul business, con particolare riferimento alle funzioni di marketing, è evidente: non sarà più ammesso (pena sanzioni rilevanti) un indiscriminato utilizzo di claim ambientali senza ottemperare agli stringenti requisiti imposti dalla normativa. Il concetto di fondo è chiaro, l’epoca delle autocertificazioni è finita.

Neanche il tempo di assestarsi dopo uno sciame normativo, che Bruxelles ha trovato un ulteriore accordo su quella che a detta di molti è la normativa più rivoluzionaria che gravita attorno all’orbita del Green Deal, ossia la Corporate Sustainability Due Diligence Directive. Il dovere di diligenza in capo agli amministratori affinché vengano garantiti impatti negativi su ambiente e diritti umani, non si limita solamente alla condotta della singola azienda, ma viene estesa lungo la filiera a monte e a valle.

In altre parole, l’azienda sulla quale incombe il dovere di diligenza dovrà accertarsi che tali condotte siano garantite dai suoi fornitori, distributori, clienti etc. Come si può intuire la portata normativa è senza precedenti, infatti, impone alle imprese di pensare e condurre il business in maniera completamente nuova e diversa rispetto a quanto fatto finora, in gioco ci sono sì il rispetto di diritti fondamentali e dell’ambiente, ma anche la stessa reputazione aziendale.

IL nUoVo oBBLIGo DI

RenDIContAZIone sostenIBILe Nonostante per gli accordi summenzionati sia ancora necessaria l’approvazione finale per l’entrata in vigore, ossia l’ultimo chilometro di una maratona iniziata negli scorsi anni per la quale la prassi ci ha mostrato come in

WH ose WH o?

CEO&CoFounder Fourgreen

Fourgreen è un’azienda climate tech nata all’interno dell’acceleratore Joule, la scuola di Eni per l’impresa, ed è oggi la prima società di consulenza ambientale dedicata al settore food&beverage. La sua mission è semplificare la transizione ecologica delle imprese offrendo servizi e tecnologie in un unico provider. Realizza software per la gestione delle emissioni di CO2 e implementa tecnologie come impianti fotovoltaici e biocarburanti per ridurre le emissioni aziendali migliorando i costi di esercizio. Attraverso una metodologia scientifica certificata ISO offre soluzioni concrete e innovative per accompagnare le aziende durante l’intero percorso: dalla scelta delle soluzioni fino alla completa neutralità carbonica dell’impresa.

questa fase ormai siano sclusi colpi di scena, la normativa Corporate Responsability Sustainability Directive si fregia del fatto che sia stata già pubblicata in Gazzetta Ufficiale e gli effetti decorreranno già a partire da quest’anno. Con questo nuovo obbligo giuridico il legislatore richiede alle imprese di riportare come le proprie attività impattino su diritti umani e ambiente attenendosi a dei principi di rendicontazione univoci e prestabiliti da un ente tecnico indipendente (EFRAG). Le imprese dovranno fornire dati e una relazione di gestione su argomenti quali politiche di sostenibilità e due diligence, metriche e piani di transizione, analisi dei rischi per la sostenibilità, anche lungo le catene di valore e soprattutto la verifica della rendicontazione CSRD sarà affidata obbligatoriamente a terzi.

L’aspetto rilevante di questa normativa è che coinvolge anche le aziende di dimensioni medio-piccole, che saranno comunque obbligate a rispettare questi adempimenti. Già nel 2025, le imprese con un fatturato di 50 milioni di euro e uno stato patrimoniale di 25 milioni di euro dovranno obbligatoriamente allegare questo documento per il deposito del bilancio nel 2026.

In un settore come quello dell’Horeca, questi parametri non sono solo riscontrabili lato industria, ma anche lato distribuzione.

L’evoluzione normativa degli ultimi anni, con l’intensificarsi degli ultimi mesi, ha avuto un impatto significativo sulle strategie aziendali,

soprattutto nel settore Horeca. Inizialmente, molte aziende vedevano il tema della sostenibilità come un aspetto opzionale, per lo più di interesse per il marketing.

Tuttavia, con l’introduzione di nuove normative, questo tema è diventato un elemento essenziale, tanto che oggi i principali interlocutori nelle aziende sono i responsabili amministrativi e finanziari, che devono affrontare l’obbligo di adeguarsi alle nuove regolazioni.

In questo contesto, è diventato indispensabile per le aziende rivolgersi a società specializzate, come nel caso di Fourgreen, che offrono supporto concreto nella gestione di queste sfide. Le società che operano in questo ambito forniscono servizi come la misurazione della carbon footprint certificata, l’introduzione di sistemi di gestione come il carbon management system e la redazione di piani per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità. Questi strumenti aiutano le imprese a gestire il cambiamento e a rispondere in modo efficace agli obblighi normativi.

Pur essendo un periodo di forte trasformazione, è importante non vedere la proliferazione delle normative come un peso burocratico, ma come un’opportunità per innovare. L’innovazione, in questo caso, non riguarda solo il miglioramento dei processi aziendali, ma anche l’adattamento a un futuro sempre più orientato verso la sostenibilità. Le aziende che sapranno abbracciare questi cambiamenti potranno non solo adeguarsi alle normative, ma anche rispondere alle sfide del futuro con maggiore resilienza e competitività.

ron B arC elÓ

invecchiamento meticoloso e di una selezione accurata delle materie prime.

Ron Barceló Imperial si presenta con una tonalità ambrata brillante, un colore che già anticipa la sua struttura ricca e complessa. Al naso, il rum offre un bouquet elegante di vaniglia, frutta secca e note speziate, accompagnato da un delicato sentore di rovere che riflette il lungo invecchiamento. Al palato, il rum è morbido e rotondo, con un equilibrio perfetto tra dolcezza e complessità. Le note di caramello, cioccolato e frutta matura si amalgamano creando una sensazione di raffinatezza che persiste a lungo nel finale.

Gli elementi che lo contraddistinguono sono la sua produzione 100% dominicana ma anche il suo processo produttivo e di distillazione. Il reale tratto distintivo rispetto a tutti i suoi competitor è certamente l’utilizzo del succo di canna da zucchero anziché della melassa. La distillazione avviene con metodi moderni, ma rispettando le tecniche tradizionali, mentre l’invecchiamento in botti di rovere conferisce ai prodotti una complessità aromatica unica.

La sua versatilità lo rende adatto sia per essere gustato puro, sia come base per cocktail di alta classe, dove le sue caratteristiche distintive possono emergere in tutto il loro splendore.

s C e Lte PIÙ V e Lo CI

L’AI

ACCeLeRA Le DeCIsIonI neL settoRe DeLLA

DIstRIBUZIone ALL’InGRosso, RIDUCenDo I CostI e MIGLIoRAnDo LA stRAteGIA. Con VALIDAZIonI

RAPIDe e sIMULAZIonI MIRAte, I GRossIstI AntICIPAno tRenD e ottIMIZZAno L’oFFeRtA

DI MA tteo s A sse LLI

Restare competitivi in un mercato sempre più dinamico richiede un approccio innovativo e rapido alle decisioni strategiche.

L’introduzione di soluzioni basate sull’Intelligenza Artificiale offre ai distributori Horeca strumenti inediti per validare rapidamente nuove idee e migliorare l’efficacia decisionale, consentendo di risparmiare tempo e denaro, elevando al contempo il livello di strategia nelle conversazioni interne ed esterne.

L’AI CoMe stRUMento

DI VALIDAZIone RAPIDA

Nel tradizionale iter decisionale, il confronto tra colleghi e l’analisi di ricerche di mercato richiedono giorni o settimane, generando ritardi e aumentando il rischio di errori con l´evolversi delle situazioni.

Le tecnologie AI, infatti, permettono di verificare concetti, design e scenari di business in tempi brevissimi, sostituendo metodi convenzionali come sondaggi e test di mercato che comportano costi elevati e tempi lunghi. Grazie a strumenti in grado di elaborare dati da fonti interne ed esterne, il distributore può avere risposte oggettive e immediate: ad esempio, il lancio di un proprio marchio o di una nuova linea di prodotti, la razionalizzazione di un assortimento esistente, o l´aggiornamento dei cataloghi, vengono valutati in base a parametri quantitativi e qualitativi, eliminando il margine di soggettività e fornendo una solida base per decisioni strategiche.

neUtRALIZZARe

Le BIAs

Le discussioni interne, spesso influenzate da opinioni personali, interessi economici o capricci di clienti e fornitori, tendono a distorcere la percezione reale del mercato. La presenza di bias (distorsioni cognitive o pregiudizi inconsci) può portare a scelte non sempre in linea con le effettive dinamiche del settore.

Utilizzando l’AI per aggregare e dare forma a informazioni e dati oggettivi, che spaziano dallo storico delle vendite alle nuove tendenze del mercato, il distributore può superare il paradosso delle opinioni personali e orientare la propria strategia su basi concrete e misurabili. In questo modo, l’analisi diventa più affidabile e permette di individuare opportunità di crescita e segmentazioni di mercato altrimenti non evidenti.

LA RICeRCA Con “BUYeR

PeRsonAs” VIRtUALI

Un aspetto particolarmente innovativo riguarda la creazione di “buyer personas” virtuali. Questi modelli digitali, sviluppati attraverso sofisticati algoritmi propriamente allenati, simulano il comportamento degli operatori Horeca (es. chef, baristi, ecc.) oltre che dei clienti finali, analizzando dati demografici, abitudini di acquisto e interazioni sui canali digitali.

Grazie a questa metodologia, il distributore è in grado di testare in anteprima il potenziale successo di nuove referenze o modifiche al proprio assortimento.

WH ose WH o?

Un professionista con oltre 20 anni di esperienza nel settore del Marketing, della Consulenza e dell’Intelligenza Artificiale (A.I.), maturata in contesti prestigiosi come Nestlé. Grazie alla sua expertise, attraverso Hooron, offre soluzioni avanzate per migliorare le strategie di marketing e ottimizzare la gestione dei dati attraverso l’intelligenza artificiale. Combinando Marketing ed AI, Matteo aiuta le aziende a distinguersi dalla concorrenza, individuare nuovi clienti e fornitori, validare progetti e marchi, e a formare venditori e clienti tramite strumenti digitali come chatbot e video con avatar su WhatsApp.

test e MIGLIoRAMento

IteRAtIVo DeLLe nUoVe IDee

Un ulteriore vantaggio offerto dall’AI risiede nella possibilità di effettuare test rapidi e iterativi su concetti innovativi.

Le agenzie creative e i team interni possono confrontare il brief iniziale con i debrief successivi, integrando feedback velocemente e perfezionando le proposte prima del lancio sul mercato. Questo processo dinamico non solo riduce il rischio di errori, ma trasforma ogni iterazione in un’opportunità di apprendimento, garantendo che il risultato finale risponda in maniera ottimale alle aspettative del cliente.

Le decisioni, così, sono supportate da insight che confermano la validità del concept, abbattendo la necessità di lunghe discussioni e revisioni infinite.

eLeVARe IL DIALoGo

stRAteGICo Con stAKeHoLDeR

IMPAtto eConoMICo e oPeRAtIVo DeLL’ AI

Ridurre i tempi di validazione non significa soltanto velocizzare il processo decisionale: si traduce anche in un risparmio economico sostanziale. Ogni giorno in cui un’idea viene messa in atto senza il giusto supporto decisionale rappresenta un’opportunità persa.

L’uso dell’AI permette di abbreviare il ciclo di sviluppo e di lancio dei prodotti, abbattendo i costi legati a studi di mercato di stampo classico e a prolungate riunioni interne. Inoltre, una decisione tempestiva e ben informata consente di intercettare trend di mercato in tempo reale, garantendo così un vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti che ancora si affidano a metodi lenti e dispendiosi.

CReARe Un nUoVo PARADIGMA DeCIsIonALe

Ad esempio, un algoritmo può identificare come un certo tipo di ristorante (sia esso un locale elegante o un bistrot informale) risponderebbe a un’innovativa linea di bevande artigianali.

Tale simulazione consente di personalizzare l’offerta in modo mirato, adeguando il portafoglio prodotti alle specifiche esigenze del target e ottimizzando la capacità di soddisfare richieste diversificate, senza dover ricorrere a costosi studi di mercato.

Un nuovo aspetto da considerare riguarda l’impatto che queste soluzioni AI possono avere sulla qualità delle interazioni tra distributori, fornitori e clienti. Quando le decisioni si basano su informazioni oggettive e validate, il livello della conversazione si pone su tutt´altro livello: da discussioni basate su intuizioni e opinioni personali, si passa a confronti strategici supportati da insight testati. In questo modo, il distributore è in grado di comunicare con maggiore autorevolezza e chiarezza, giustificando scelte innovative e premium che, altrimenti, rischierebbero di essere percepite come mere sperimentazioni.

Le informazioni derivanti dalle analisi AI possono essere utilizzate per negoziare accordi più vantaggiosi, posizionare il brand in maniera distintiva e dimostrare il valore aggiunto delle soluzioni proposte.

L’adozione di una mentalità orientata alle informazioni cambia radicalmente il modo di pensare e di operare.

Il distributore che utilizza l’AI per la validazione dei concetti non si limita a rispondere alle esigenze del mercato: diventa un precursore, capace di anticipare i cambiamenti e di guidare il settore verso scelte sempre più efficaci e innovative.

La capacità di trasformare informazioni complesse in insight azionabili, rappresenta un vantaggio strategico che si ripercuote sull’intera filiera Horeca, migliorando la qualità dell’offerta e consolidando la posizione del distributore come partner affidabile e visionario.

sFIDe e oPPoRtUnItÀ neL nUoVo sCenARIo

Nonostante i vantaggi evidenti, il passaggio a

SFIDE E OPPORTUNITÀ PER IL DISTRIBUTORE

Resistenza al cambiamento

Opinioni personali e bias nelle decisioni

Complessità del mercato

Formazione e cultura Interna mirata

Validazione tramite dati esterni e buyer-personas

Determinazione degli scenari più in linea con le necessità

Innovazione e crescita

Maggiorefiducia nelle decisioni

Focus sul business che può fare veramente la differenza

curiosità delle persone verso questo tema. Tuttavia, l’adozione di questi strumenti può essere completamente esternalizzata, affidandosi a partner specializzati che gestiscono l’aspetto tecnico e permettono all’azienda di concentrarsi sul core business, sfruttando l’AI come un alleato strategico piuttosto che come un ulteriore elemento da gestire.

VeRso UnA VIsIone

InteGRAtA DeL FUtURo

Nuovo concept di prodotto o di assortimento

Nuovo design di pp

Nuovo scenario di business

Colleghi e dipendenti

Fornitori

Clienti

Generazione e analisi degli insight in soli pochi giorni

Validazione tramite Dati esterni e buyer-personas

Simulazione virtuale e buyer-personas

Decisione rapida e sicura

Ottimizzazione e scelta dei design più efficaci

Validazioneaccurata e multi-target

Allineamento strategico Report oggettivi

Analisi di mercato aggiornate

Presentazioni e soluzioni data-driven e già testate

questo nuovo modello decisionale richiede uno switch culturale che va accompagnato. I responsabili devono abbandonare pratiche consolidate e aprirsi a metodi di lavoro che, in quanto fortemente innovative e

Maggiore autorevolezza

Valorizzazione dei brand e della propria/nuova offerta

Fonte: Hooron

Guardare al futuro significa comprendere che l’innovazione non si ferma mai. Le metodologie che oggi semplificano il processo decisionale saranno la base per nuove opportunità di crescita e per una maggiore personalizzazione dell’offerta. I distributori che sapranno abbracciare questo paradigma avranno la possibilità di creare relazioni più forti con i propri clienti, anticipare le esigenze del mercato e posizionarsi come leader nel settore Fuori Casa. L’uso dell’AI, in questo contesto, diventa uno strumento fondamentale per costruire un’offerta sempre più in linea con le aspettative di un pubblico esigente e in continua evoluzione.

Il passaggio a un modello decisionale supportato da analisi oggettive, bypassando i metodi tradizionali e affidandosi a partner esterni per le soluzioni tecnologiche, rappresenta un punto di svolta per i distributori. Con queste strategie, il distributore non si limita a reagire alle trasformazioni del mercato, ma diventa artefice di nuove dinamiche, capace di innovare e di anticipare le tendenze

L’Intelligenza Artificiale, infatti, non è solo uno strumento di supporto, ma il catalizzatore di una rivoluzione silenziosa che, integrata in modo intelligente e mirato, può riscrivere le regole del gioco nel settore della distribuzione Horeca. SFIDA

personalizzabili, offrono risultati tangibili in termini di velocità ed efficacia. È quindi necessario affiancare i livelli aziendali coinvolti affinché sviluppino fiducia negli insight generati dall’AI, sfruttando l’attuale grande

DAtA InteLLIGenCe

R

LA RoUte to MARKet

e soLUtIons È Un’AZIenDA nnoVAtIVA CHe sFRUttA nteLLIGenZA ARtIFICIALe

R ottIMIZZARe Le stRAteGIe

DI VenDItA DI PRoDUttoRI DIstRIBUtoRI. GRAZIe

A UnA RAPIDA esPAnsIone nteRnAZIonALe, L’AZIenDA

A ConsoLIDAnDo LA sUA IZIone CoMe PARtneR GICo PeR Le AZIenDe settoRe A LIVeLLo GLoBALe

A DIPACe

Il canale Horeca è uno dei più complessi per gli operatori FMCG (Fast-Moving Consumer Goods): la principale difficoltà per i produttori è l’impossibilità di monitorare l’andamento delle vendite nei punti di consumo. La frammentazione della rete distributiva e dei punti vendita rende difficile raccogliere e analizzare i dati, ostacolando l’adozione di strategie commerciali efficaci. È in questo contesto che entra in gioco UVE Solutions, con l’obiettivo di trasformare l’automazione dei dati e l’intelligenza artificiale nel motore dell’esecuzione commerciale perfetta. UVE si propone di risolvere le sfide tipiche del settore con tecnologie in grado di convertire dati complessi in insight strategici, migliorando le performance aziendali e il lavoro delle forze vendita.

«Abbiamo sviluppato soluzioni verticali che ottimizzano la visibilità, rendendo possibile una gestione più efficace del canale Fuori Casa, anche in un mercato altamente frammentato come quello italiano. Da quasi 20 anni, UVE offre al settore una piattaforma CRM - Analytics (BI) integrata, oltre al servizio di raccolta dati di sell out, con granularità per transazione, SKU e punto vendita. La nostra filosofia, basata sullo sviluppo continuo e sull’innovazione, ci ha portato a introdurre l’intelligenza artificiale (IA) e a integrarla nei nostri sistemi».

In che modo l’Intelligenza Artificiale è integrata nella strategia di UVE?

L’intelligenza artificiale è un elemento centrale della strategia di UVE, poiché consente di ottimizzare la gestione dei dati e supportare decisioni rapide e precise. In questo ambito, UVE ha sviluppato Viktoria, un’IA altamente adattabile che trasforma i dati complessi in informazioni strategiche. Viktoria analizza grandi volumi di dati provenienti da diverse fonti, offrendo previsioni e raccomandazioni per un’esecuzione commerciale perfetta. Le sue applicazioni principali includono la generazione di business alerts, la clusterizzazione dei punti vendita, la stima del loro potenziale di acquisto e l’automazione degli ordini, permettendo alle aziende di rispondere prontamente ai cambiamenti del mercato e migliorare l’efficienza operativa.

Come utilizza UVE l’Intelligenza Artificiale per generare informazioni utili e come i Business Alerts aiutano a migliorare le performance aziendali?

Viktoria trasforma i dati in informazioni strategiche, consentendo alle aziende di anticipare le tendenze e rispondere in modo tempestivo. I Business Alerts sono uno degli strumenti principali: analizzando vari fattori, come i comportamenti di acquisto dei punti vendita, identificano in tempo reale opportunità o minacce. Ciò consente alle aziende di intervenire anticipando eventuali problemi e cogliendo le opportunità, ottimizzando le azioni commerciali e migliorando le vendite.

UVE Echo è una delle vostre ultime innovazioni. In cosa consiste questa nuova soluzione e come può aiutare i vostri clienti?

UVE Echo è una soluzione che semplifica la gestione degli ordini e la comunicazione con i punti vendita, risolvendo una delle principali sfide del settore. Nonostante la crescente adozione di piattaforme online, ecommerce e marketplace, molte aziende continuano a usare canali tradizionali come WhatsApp, Telegram e e-mail. UVE Echo consente di centralizzare e ottimizzare questi canali senza cambiare le abitudini dei clienti, automatizzando la gestione degli ordini e riducendo gli errori. Inoltre, offre la possibilità di monitorare in tempo reale le performance di ciascun canale, migliorando l’efficienza operativa e la gestione delle relazioni con i clienti.

Qual è la vostra strategia di crescita e quale ruolo giocano iniziative come l’UVE Day in questo processo?

L’internazionalizzazione è il principale motore di crescita per UVE: stiamo rafforzando la nostra presenza in oltre 26 paesi. Il nostro focus principale è in Europa e Stati Uniti, ma stiamo consolidando la nostra presenza anche in America Latina, Asia e Africa. L’obiettivo è espandere la nostra attività attraverso alleanze strategiche, soluzioni personalizzate e un contatto diretto con i clienti per rispondere alle esigenze locali. In questo senso, iniziative come l’UVE Day sono fondamentali. Questo evento esclusivo riunisce clienti e aziende del settore FMCG, offrendo un’opportunità unica per presentare innovazioni, discutere le tendenze di mercato e creare nuove opportunità di business. Dopo il successo in Spagna e Francia, l’UVE Day si terrà quest’anno anche in Italia, più concretamente a Milano durante l’autunno. A breve condivideremo ulteriori dettagli attraverso i nostri canali di comunicazione, vi invito comunque a contattarci per saperne di più!

DIstRIBUZIone ALL’InGRosso seI tRenD PeR Un FUtURo A BAse DI teCnoLoGIA

I GRossIstI HoReCA eVoLVono DA InteRMeDIARI A FoRnItoRI

DI seRVIZI AVAnZAtI GRAZIe A DIGItALIZZAZIone e sostenIBILItÀ:

InteLLIGenZA ARtIFICIALe, BLoCKCHAIn e GReen teCH

RIDeFInIsCono LoGIstICA e GestIone DeGLI oRDInI

A CURA DI AXIAnte

Igrossisti nel mercato Horeca svolgono un ruolo cruciale come anello di congiunzione tra produttori e operatori del settore dell’ospitalità professionale. Tradizionalmente, il loro compito principale è stato quello di acquistare grandi quantità di prodotti, per poi distribuirli ai clienti con prezzi competitivi e un servizio logistico efficiente.

Un ruolo in cui ha preso crescente rilevanza anche la consulenza su novità emergenti, tendenze di mercato, gestione degli ordini e ottimizzazione dell’offerta. Negli ultimi anni, il ruolo dei distributori sta però cambiando sotto la spinta di diversi fattori, tra cui la digitalizzazione, la pressione competitiva e il cambiamento delle abitudini dei consumatori, che stanno portando i distributori a non essere più semplici intermediari ma dei fornitori di servizi a valore aggiunto. In questo scenario le nuove tecnologie sono centrali, aiutando a ridefinire il mercato. Ma quali trend tecnologici vanno colti?

AUTOMAZIONE E INTELLIGENZA

ARTIFICIALE (AI)

L’AI sta rivoluzionando la gestione della supply chain, consentendo di prevedere, grazie ad algoritmi avanzati, con maggiore precisione la domanda, ottimizzare l’inventario e ridurre gli sprechi. Nei magazzini, la robotica sta diventando sempre più diffusa, migliorando la velocità e l’efficienza nella movimentazione delle merci, mentre chatbot e assistenti virtuali facilitano il supporto ai clienti e la gestione degli ordini.

Infine, la sostenibilità sta diventando una priorità per il mercato Horeca. Nel settore della distribuzione all’ingrosso, l’adozione di Green Tech – ovvero di tecnologie e innovazioni pensate per ridurre l’impatto ambientale delle attività umanepuò trasformare profondamente il modo in cui le aziende operano. Per cominciare, l’uso di energie rinnovabili nei magazzini e nei centri logistici, come pannelli solari o sistemi di gestione intelligente dell’energia, consente di ridurre i costi e l’impronta ecologica. Anche la logistica può diventare più sostenibile grazie all’introduzione di veicoli elettrici o a idrogeno per il trasporto delle merci, e all’ottimizzazione delle rotte per minimizzare il consumo di carburante e le emissioni di CO2. Inoltre, adottare queste tecnologie significa anche conformarsi a standard ambientali sempre più stringenti, ottenendo certificazioni che non solo garantiscono il rispetto delle normative, ma migliorano anche la reputazione dell’azienda e la “green compliance” che sarà sempre più richiesta dai clienti.

BIG DATA E ANALISI PREDITTIVA

Un altro elemento che sarà sempre più chiave, è l’uso dei big data e dell’analisi predittiva, che permette ai distributori di personalizzare l’offerta in base alle esigenze dei clienti, ottimizzare le scorte ed evitare rotture di stock. Inoltre, grazie alla possibilità di analizzare grandi quantità di dati anche in tempo reale, i prezzi possono essere regolati dinamicamente in base alla domanda, alla stagionalità e alla concorrenza. In generale l’analisi dei dati risulta determinante per ottenere informazioni sulle esigenze e preferenze dei clienti, sulla gestione dell’inventario e sull’ottimizzazione della catena di fornitura.

GREEN TECH

E-COMMERCE B2B E DIGITALIZZAZIONE

L’e-commerce B2B sta giocando un ruolo fondamentale nella digitalizzazione del settore. Le piattaforme self-service stanno diventando sempre più diffuse, permettendo ai clienti di effettuare ordini in modo rapido e intuitivo ma anche di accedere a molte più informazioni con pochi click. L’integrazione con sistemi ERP e CRM sta migliorando l’efficienza operativa, mentre soluzioni di pagamento digitali come il “Buy Now and Pay Later” stanno semplificando le transazioni e rendendo più fluide le relazioni commerciali.

BLOCKCHAIN E SMART CONTRACT

Anche la blockchain sta emergendo come tecnologia chiave, garantendo maggiore trasparenza e sicurezza nelle transazioni e nella tracciabilità dei prodotti. In particolare, gli smart contract stanno rendendo il mondo della distribuzione più efficiente, sicura e automatizzata. Grazie alla loro capacità di eseguire transazioni senza intermediari, garantiscono pagamenti immediati e sicuri una volta soddisfatte le condizioni stabilite, come la consegna di una merce. Questo riduce il rischio di frodi e ritardi. Inoltre, permettono di monitorare in tempo reale la supply chain, assicurando che ogni fase del processo, dall’orine alla consegna, sia tracciata e verificabile. Se integrati con dispositivi IoT, gli smart contract possono anche controllare la qualità dei prodotti lungo il percorso, registrando automaticamente dati come temperatura per garantire il rispetto degli standard di qualità.

INTERNET OF THINGS (IOT)

L’Internet of Things sta contribuendo a rendere i magazzini più intelligenti sensori in grado di monitorare in tempo reale lo stato delle merci, le condizioni ambientali e la sicurezza. Questo porta a una logistica più efficiente e sostenibile, con flotte di veicoli connessi che ottimizzano i percorsi di consegna e riducono i tempi e i costi di trasporto.

È un Business Innovation Integrator che supporta le aziende, locali e internazionali, nella trasformazione digitale. Axiante opera attraverso business unit dedicate: Digital, che crea soluzioni digitali uniche per ogni realtà, grazie a uno sviluppo software di eccellenza; Integra, che analizza contesti operativi complessi, progetta e gestisce soluzioni integrate per grandi organizzazioni; Retail, scelta da otto dei primi dieci retailer italiani; Stream, dedicata all’Intelligent Finance; Data Driven, pensata per supportare le organizzazioni alle prese con una molteplicità di dati distribuiti su più ambienti eterogenei. www.axiante.com

IL BIrrIFICIo DI PEDaVEna rInnoVa L’IMMaGInE DEI sUoI BranD E L’oFFErta PEr rIsPonDErE aI nUoVI trEnD DI ConsUMI E PUnta aD aMPLIarE La sUa PrEsEnZa In ItaLIa E aLL’EstEro

DI VEronICa FUMaroLa

BIrra CastELLo, aL VIa Un nUoVo

Èuna storia affascinante quella di Birra Castello, proprio come le Dolomiti che hanno fatto da cornice alla sua evoluzione. Dal lontano 1997, anno in cui il birrificio nasce rilevando da una nota multinazionale lo storico stabilimento di Birra Moretti a San Giorgio di Nogaro (UD), l’azienda ha attraversato tappe cruciali: il passaggio della proprietà agli attuali azionisti nel 2024, l’acquisizione nel 2006 del birrificio di Pedavena (BL), fondato nel 1897, fino alla recente cessione dello stabilimento friulano, con il reinvestimento dei proventi per potenziare la produzione a Pedavena.

Oggi Birra Castello è tra i primi produttori di birra a capitale 100% italiano e si prepara a scrivere un nuovo capitolo della sua storia. Un capitolo che prevede una nuova immagine e importanti novità di prodotto, come raccontano il Direttore Commerciale e Marketing Giuseppe Micucci e la Marketing Manager Emily Overton

Come si articola l’offerta di Birra Castello?

E.O. L’azienda conta tre marchi principali: Castello - Visione, una birra che va dritta al punto, senza fronzoli ma con tanto carattere; una birra che disseta e sa di birra. Tra i nostri brand annoveriamo anche PedavenaOrgoglio, una birra italiana prodotta con acqua delle Dolomiti. La montagna e le sue

Birra Castello e Birra Pedavena sono al centro di un progetto di restyling, che sarà pronto prima dell’estate. Il nuovo design riflette l’evoluzione dell’azienda, con loghi moderni e un’immagine fresca, più adatta al pubblico attuale e alle nuove esigenze del mercato

acque sono parte dell’anima di Pedavena. Infine, Dolomiti – Eccellenza, brand dedicato al canale Horeca. Un marchio dal nome iconico e altamente riconoscibile, le cui birre sono realizzate con materie prime selezionate.

Avete intrapreso un percorso di rebranding. Cosa vi ha spinto a rinnovare l’immagine de brand?

E.O. Abbiamo deciso di intraprendere un percorso di rebranding per rispondere all’evoluzione del mercato e alle nuove esigenze dei nostri clienti. Volevamo aggiornare la nostra immagine per riflettere meglio i valori e la visione attuale dell’azienda, mantenendo al contempo un forte legame con la nostra storia. Il rinnovamento del marchio ci permette di comunicare in modo più efficace con il nostro pubblico, offrendo un’immagine fresca e contemporanea che rispecchia la nostra crescita e il nostro impegno nell’innovazione.

Su quali aspetti avete lavorato per il restyling dei brand?

E.O. Per il restyling dei brand Castello e Pedavena abbiamo lavorato su diversi aspetti chiave. Innanzitutto, abbiamo rivisitato il logo e l’identità visiva, puntando su una grafica più moderna e versatile, che fosse facilmente riconoscibile e adattabile a tutti i canali di comunicazione. Abbiamo inoltre rinnovato il nostro messaggio di marca, concentrandoci

sui nostri consumatori e sul target che vogliamo raggiungere. Infine, abbiamo curato l’evoluzione della nostra presenza digitale, ottimizzando il sito web e i social media per una maggiore interattività e coinvolgimento. In sintesi, abbiamo cercato di rendere i brand Castello e Pedavena più attuali, rilevanti e in sintonia con le tendenze del mercato.

Il restyling porta con sé anche delle novità di prodotto. Di cosa si tratta?

E.O. Rilanciare un marchio è un processo delicato, cruciale e sfidante; per questo motivo, crediamo debba essere affiancato all’innovazione nella nostra offerta di prodotti. Abbiamo introdotto nuove referenze che rispondono alle tendenze attuali del mercato e alle preferenze dei consumatori. Una delle principali novità è l’introduzione sotto il marchio Castello di Low, una birra a bassa gradazione alcolica (3,5% alc., ndr) e di Senza Glutine, la birra appunto priva di glutine. Con il marchio Pedavena, invece, lanciamo Pils Superiore. Abbiamo scelto di introdurre una new entry per Pedavena e di perfezionare ricette che avevamo invece già in portafoglio per Castello per ampliare e migliorare la proposta, offrendo una gamma strutturata. Queste referenze si inseriscono perfettamente nell’offerta di Birra Castello, arricchendo la nostra tradizione birraria con nuovi sapori e stili, mantenendo sempre alta l’attenzione alla qualità e alla genuinità. Sono tutte elaborate dal nostro mastro birraio, professionista esperto, che combina conoscenze tecniche, esperienza e passione per garantire che ogni birra rispecchi gli standard di gusto desiderati.

La birra Low risponde a uno dei trend del momento. Qual è il futuro di questo

segmento secondo il vostro punto di vista?

G.M. Secondo gli ultimi dati di Circana, a chiusura del 2024, i consumi consapevoli e l’attenzione alla salute stanno diventando temi sempre più rilevanti. Inoltre, è importante considerare l’influenza di fattori esterni, come il codice della strada, che promuovono il consumo responsabile. Sebbene la birra analcolica e low alcol sia in crescita da diversi anni, il suo peso all’interno della categoria rimane ancora marginale. È necessario riflettere su strategie future per capire come e se questo segmento possa espandersi nei prossimi anni, ma essere presenti e rispondere alle esigenze di questa nicchia è sicuramente un “dovere”.

Su quali leve punta un birrificio “indipendente” come il vostro per fare la differenza sul mercato?

G.M. In primo luogo, la qualità eccellente dei nostri prodotti, che è il nostro punto di forza.

Ogni birra che produciamo è il risultato di una cura meticolosa dei dettagli, dalla selezione delle materie prime alla lavorazione. La birra italiana rappresenta un’eccellenza che si inserisce perfettamente nel panorama delle tradizioni gastronomiche riconosciute a livello globale. L’italianità nel mondo non è solo sinonimo di cucina, moda e design, ma anche di qualità, passione e innovazione, valori che si riflettono perfettamente nel nostro approccio alla birrificazione. La birra italiana, infatti, è apprezzata per la sua capacità di combinare la tradizione artigianale con una continua ricerca di nuove sperimentazioni e stili.

Essere un produttore di birra italiano, oggi, significa far parte di una lunga tradizione che

ha radici profonde e una grande visibilità a livello internazionale.

Come si prospetta il mercato della birra nell’out of home per il 2025?

G.M. Ci sono luci e ombre, poiché all’inizio dell’anno si è registrata una lieve contrazione dei consumi a causa delle normative sulle restrizioni dell’uso di alcol. Vedremo e osserveremo con attenzione i numeri del secondo trimestre.

Quali sono le sfide che il settore dovrà affrontare nel prossimo futuro?

G.M. Dal nostro punto di vista sono diverse. In primis, l’adattamento alle nuove leggi. Le crescenti restrizioni relative al consumo e alla pubblicità dell’alcol rappresentano una sfida importante. I birrifici dovranno innovare e adattarsi per rispettare le normative in continua evoluzione, mantenendo però la qualità e l’accessibilità dei loro prodotti. Inoltre, è necessario impegnarsi per riconquistare i giovani, che sempre di più, come dimostrano gli attuali trend, si sono allontanati dal mondo birra per avvicinarsi a soft drink e mixed drink.

Quali sono gli obiettivi che vi ponete attraverso il percorso di rinnovamento intrapreso?

G.M. Con il restyling del brand e il lancio delle nuove proposte auspichiamo un ruolo sempre più di primo piano per Birra Castello e i suoi marchi e una presenza sempre più solida nel panorama della birra italiana. Di conseguenza, vorremmo aumentare le quote di mercato sia nei canali online sia offline. Infine, ci poniamo come obiettivo un significativo sviluppo della distribuzione internazionale.

Intelligence of data, the power of strategy.

STRATEGIC PLANNING MARKET STUDY

CONSUMER KNOWLEDGE

HUMAN CAPITAL

I M otor I DELL a C r E s CI ta

L’IntEsa tra I tItoL arI GIoVannI E WaLtEr CEsCon È aLL a BasE DEI rIsULtatI

DI san MartIno VInI, CHE IL prossIMo anno MIra a taGLIarE IL traGUarDo DEI 10 MILIonI DI BottIGLIE proDottE. aL VIa I L aVorI pEr L a nUoVa CantIna, Con InVEstIMEntI pEr 8 MILIonI DI EUro

DI D o ME n IC o ap ICELL a

Tutte le piccole e medie aziende di successo hanno un motore, alimentato da una miscela di ottimismo, ambizione e volontà: l’imprenditore. San Martino Vini - produttore vinicolo di Visnà di Vazzola, in provincia di Treviso - di motori ne ha addirittura due, Giovanni e Walter Cescon (rispettivamente a sinistra e a destra nella foto qui accanto). Sono stati loro a far compiere un salto di qualità all’azienda agricola di famiglia, sul piano produttivo - mediante l’acquisto di vigneti - e su quello commerciale, realizzando nel 2003 un impianto di infustamento, per poi iniziare nel 2007 a imbottigliare il proprio vino. Piccola curiosità: le prime due referenze in bottiglia, il Bianco di Beatrice e il Gioia Rosa, prendevano il nome delle allora bambine dei due cugini Cescon, oggi studentesse universitarie, ma già presenti negli appuntamenti più importanti dell’azienda.

In attesa di vedere come funzionerà l’intesa tra le componenti femminili della famiglia, quando verrà il loro turno di prendere le redini della società, c’è da rilevare che fino ad oggi quella tra i papà non ha perso un colpo, procedendo con i giri al massimo. Giovanni e Walter si sono suddivisi i compiti assecondando le proprie inclinazioni: il primo è presidente della San Martino Vini e segue la parte

più prettamente gestionale, con una focalizzazione sugli investimenti; il secondo è direttore commerciale e dunque si occupa di far crescere le vendite nei diversi mercati e canali presidiati in Italia, ma anche all’estero, che incide in maniera molto rilevante sul giro d’affari complessivo.

DaL VIGnEto aLL a BottIGLIa Lo scorso gennaio GBI ha avuto modo di partecipare al “calcio d’inizio” del 2025 di San Martino Vini, cioè alla convention con la rete commerciale attiva sul territorio. Un’opportunità per respirare l’atmosfera dell’azienda, fare il punto sugli obiettivi e sul fieno già in cascina. La metafora agricola è tutt’altro che gratuita, perché all’identità contadina San Martino Vini non ha alcuna voglia di rinunciare, anzi la considera un elemento di forza da evidenziare nella relazione con la clientela. “Abbiamo avuto la fortuna di nascere in una provincia vocata per la viticoltura - sottolinea Walter Cescon - e soprattutto abbiamo 140 ettari di proprietà, il che ci consente di produrre e controllare interamente la filiera. Tanti nostri concorrenti non possono dire lo stesso e questo aspetto va raccontato e valorizzato agli occhi dei clienti. E da viticoltori, sappiamo bene che l’ultima annata è stata difficile: la prima parte di stagione troppo piovosa ha provocato danni alle piante, mentre da metà a luglio alla vendemmia il caldo afoso ha compromesso non la qualità della produzione, ma la sua quantità. Nonostante queste criticità, siamo riusciti a ottenere ottimi risultati”.

LE pErForManCE EConoMICHE

Altrettanto validi sono di sicuro i dati economici, elencati da Giovanni Cescon: “Nel 2024 il fatturato è cresciuto dell’8% e si è attestato a 26 milioni di euro, mentre a volume siamo arrivati a 8 milioni di bottiglie,

con un incremento del 15% sull’esercizio precedente. Per capire quanta strada abbiamo fatto negli ultimi anni, basti dire che nel 2019 producevamo 2 milioni di bottiglie. Ci siamo dati l’obiettivo dei 10 milioni di bottiglie e contiamo di raggiungerlo a fine 2026. Anche per quanto riguarda i fusti abbiamo fatto importanti passi in avanti, grazie alla nuova linea entrata in funzione a gennaio 2024: l’anno si è chiuso con un totale di 200.000 unità tra fusti in acciaio a rendere e in Pet a perdere. Un grande contributo l’ha dato SanSpritz, il nostro cocktail a base di vino bianco venduto appunto in fusti e che ha fatto registrare un incremento del 102% rispetto al 2023. Inoltre, lo scorso anno è stato quello in cui le vendite all’estero sono aumentate di più, arrivando a pesare il 40% per effetto della presenza in 45 Paesi”.

I proGEttI DI sVILUppo

Una vitalità che autorizza i cugini Cescon a sognare in grande, tanto da avviare i lavori per una nuova cantina: “La costruiremo su un’area di 20.000 metri quadrati - continua Giovanni - collocata alle spalle dell’attuale struttura. Realizzeremo un magazzino logistico, una cantina di vinificazione, un centro di spumantizzazione e un blocco uffici, per un investimento complessivo di 8 milioni di euro, spalmati nei prossimi quattro anni. Potremo così garantire maggiore efficienza alla produzione e servizio ai clienti, oltre a rinnovare l’immagine dell’azienda. Nel progetto rientra infatti un nuovo punto di accoglienza per i visitatori. Nel giro di tre anni, la nuova cantina dovrebbe consentirci di aumentare di almeno il 20% il volume di vino lavorato”.

“In questo modo, saremo strutturati per reggere la crescita degli anni futuri - gli fa eco Walter - basata anche sulle novità. Di prodotti innovativi ne abbiamo creati e ne creeremo ancora tanti, come i lanci

del 2025: il Blanc de Blancs Millesimato Brut e il Diecigrammi. La nostra gamma è molto ricca e di qui l’idea di sviluppare due referenze che ci dessero l’opportunità di conquistare nuovi clienti, ma al tempo stesso costituissero alternative interessanti anche per i clienti acquisiti, visto che non vanno a sovrapporsi ai prodotti già presenti in catalogo”.

IL prEMIUM CHE non C’Era

Il Blanc de Blancs può essere definito il tassello mancante nella linea premium di San Martino Vini, in quanto primo prodotto non Doc proposto in bottiglia trasparente, rispondendo a una precisa richiesta del mercato. “Per la sua realizzazione - spiega Franco Zuccarello, enologo di San Martino Vini - abbiamo utilizzato uve 100% a bacca bianca, sottoposte poi a un processo di spumantizzazione che prevede una sosta sui lieviti più lunga, per dare maggiore completezza. Con un contenuto alcolico di 11 gradi, il Blanc de Blancs ha sentori di pesca bianca e frutta esotica, accompagnati da una freschezza agrumata. L’altra referenza, il Diecigrammi, comunica già nel nome il suo residuo zuccherino che gli dona maggiore morbidezza, fermo restando che si tratta di un Brut. In questo caso abbiano fatto una scelta produttiva diversa e cioè un melange di uve a bacca bianca e nera, per ottenere un vino dal delicato profumo di fiori bianchi e con un’armoniosità frutto dell’equilibrio tra sapidità, acidità e residuo zuccherino”. Due carte in più da giocare per la forza vendita di San Martino Vini, indirizzata da Walter Cescon verso un approccio improntato alla massima collaborazione con la clientela: “Nel rapporto con i distributori Horeca, sono convinto che un’attenta fase di ascolto delle loro esigenze sia fondamentale, così come la capacità di mantenere aperto il dialogo nell’interesse comune”.

L a ForZa DI Un’IMprEsa VIsIonarIa

GrUppo LaZIaLE BEVanDE È Un’aZIEnDa

LEaDEr nEL sEttorE HorECa CHE nEL tEMpo

Ha GUarDato aL FUtUro MantEnEnDo sEMprE

aLta L’ECCELLEnZa DEI sUoI sErVIZI.

Con L’EVEnto “aLZa LE VELE” Ha CrEato

Un pUnto DI InContro FonDaMEntaLE

pEr opEratorI E aZIEnDE, ConsoLIDanDo

La proprIa posIZIonE E antICIpanDo

LE tEnDEnZE DEL MErCato

Nel settore della distribuzione, l’innovazione continua è essenziale non solo per introdurre nuovi prodotti, ma anche per rafforzare la presenza di quelli già affermati nei punti vendita Horeca. I distributori devono adattarsi alle dinamiche del mercato, implementando strategie efficaci di marketing e promozione. Come l’organizzazione di eventi tematici che possono incrementare la visibilità e l’apprezzamento dei brand presenti in assortimento. Inoltre, l’analisi dei dati di vendita e il coinvolgimento attivo dei clienti attraverso feedback mirati, sono strumenti fondamentali per comprendere le preferenze

del mercato e ottimizzare l’offerta. È quello che ha fatto negli ultimi anni il Gruppo Laziale Bevande, una realtà che ha saputo reinventarsi adattandosi ai cambiamenti del mercato e consolidando la propria posizione di leadership nell’area in cui opera (Lazio, con un focus nella provincia di Frosinone, Latina e zone limitrofe). Attraverso un percorso di rinnovamento aziendale e una costante attenzione alle esigenze dei clienti, l’azienda si è distinta per l’innovazione e la capacità di anticipare le tendenze, senza mai perdere di vista la qualità e l’efficienza che l’hanno sempre contraddistinta. Uno dei punti di forza del Gruppo è la capacità di creare momenti di incontro e confronto con i protagonisti del settore Horeca, valorizzando il legame con il territorio e rafforzando la rete commerciale. In questo contesto un ruolo centrale lo

gioca “Alza le Vele”, la manifestazione dedicata al Food & Beverage giunta alla sua ottava edizione, che rappresenta ormai un appuntamento irrinunciabile per gli operatori del settore e che si è svolta all’interno del Palazzetto dello Sport di Frosinone a fine marzo. Grazie alla partecipazione delle principali aziende del comparto e a un programma ricco di attività formative e di networking, “Alza le Vele” si è confermato un evento strategico per consolidare i rapporti commerciali e scoprire nuove tendenze di mercato. A parlarcene è Marco Turriziani che ci racconta come l’azienda sia riuscita a mantenere il proprio primato nonostante le sfide degli ultimi anni.

Ottava edizione di “Alza le Vele”. Di che cosa si tratta e com’è nata l’idea di organizzare questo evento?

Alza Le Vele nasce nel 2012 presso l’Hotel Torre del Sole di Terracina. È una manifestazione nata per far interagire la nostra clientela direttamente con le aziende leader del settore Food&Beverage. L’idea alla base dell’evento è stata quella di creare uno spazio dedicato all’incontro tra domanda e offerta, dove i professionisti del settore potessero confrontarsi direttamente con chi produce e distribuisce i prodotti di punta del mercato. Il contesto suggestivo della location e l’approccio dinamico e innovativo hanno contribuito a rendere questa manifestazione un punto di riferimento per gli operatori del comparto.

Come si è evoluto l’evento nel corso delle edizioni precedenti?

Ogni anno la manifestazione è cresciuta nelle proposte e nella partecipazione di clienti provenienti dalle varie tipologie di attività commerciali. L’evento ha saputo adattarsi

alle trasformazioni del mercato e alle esigenze dei partecipanti, ampliando l’offerta di attività e contenuti. Dalle prime edizioni incentrate su degustazioni e presentazioni di prodotto, si è passati a un programma più articolato, che include masterclass su tecniche di mixology avanzate, incontri formativi e momenti di networking. Questo sviluppo ha permesso ad Alza le Vele di consolidare il proprio ruolo di piattaforma di aggiornamento e confronto per l’intero settore.

Quali sono i principali vantaggi per i clienti e i partner che partecipano?

Per i clienti, l’evento rappresenta un’opportunità unica per entrare in contatto con aziende leader e avere un confronto diretto con professionisti e novità del mercato. Partecipare significa scoprire nuove tendenze, apprendere tecniche innovative e conoscere da vicino i prodotti che caratterizzeranno le prossime stagioni. I partner, invece, trovano nell’evento un’occasione strategica per proporre direttamente al cliente finale le loro novità e le loro strategie di mercato, aumentando la visibilità del proprio brand e ricevendo feedback immediati dagli operatori del settore.

Come viene organizzata la convention e quali sono le attività principali proposte durante le giornate?

L’organizzazione della convention segue una logica strutturata e mirata a garantire un’esperienza completa e coinvolgente per i partecipanti. Durante le giornate, vengono proposte varie attività, tra cui masterclass offerte dalle aziende per illustrare nuove tecniche di mixology e promuovere prodotti innovativi. Ogni sessione è pensata per offrire sia approfondimenti teorici sia dimostrazioni pratiche, con l’obiettivo di arricchire le

Marco Turriziani, direttore commerciale del Gruppo Laziale Bevande con il sindaco di Frosinone
Riccardo Mastrangeli

competenze dei partecipanti e ispirare nuove idee per il business quotidiano.

Come selezionate le aziende partecipanti e quali criteri utilizzate per garantire un’offerta varia e di qualità?

Le aziende partecipanti sono accuratamente selezionate tra quelle che fanno parte del nostro core business, privilegiando realtà consolidate e marchi emergenti in grado di apportare innovazione e qualità al mercato. Inoltre, prestiamo attenzione alla varietà delle proposte, cercando di coprire diversi segmenti del F&B, dalle bevande funzionali agli spiriti di alta gamma. Questa selezione garantisce un’offerta ricca e diversificata, capace di soddisfare le esigenze di una clientela sempre più esigente.

Quali novità di prodotto vengono presentate e come vengono accolte dai clienti?

Le novità proposte spaziano tra diverse categorie: si va dai prodotti sfusi, che includono tutto ciò che riguarda l’impiantistica a spina, fino alle innovazioni nel campo della mixology, sia alcolica che analcolica. Un’attenzione

particolare è rivolta alle bevande funzionali, alla salute e al benessere, che rispondono alla crescente domanda di prodotti salutistici. I clienti accolgono positivamente queste novità, dimostrando interesse soprattutto verso le soluzioni che combinano gusto e sostenibilità.

Qual è il ruolo della formazione all’interno dell’evento e come vengono scelti i corsi da proporre?

La formazione riveste un ruolo centrale nell’evento, poiché rappresenta un’occasione preziosa per aggiornare le competenze degli operatori del settore. I corsi vengono proposti dalle aziende partecipanti e coprono un ampio spettro di tematiche: si parte da nozioni di base per i neofiti fino a competenze avanzate destinate ai barman esperti. L’obiettivo è fornire strumenti pratici e teorici per rispondere alle nuove tendenze del mercato.

Quali sono gli obiettivi principali dell’iniziativa e cosa rappresenta per Gruppo Laziale Bevande?

L’iniziativa nasce con l’obiettivo di creare un

I

NOZIONI DI BASE SULLA MIXOLOGY, FINO A COMPETENZE AVANZATE

DESTINATE AI BARMAN ESPERTI. L’OBIETTIVO È FORNIRE

STRUMENTI PRATICI E TEORICI PER RISPONDERE ALLE NUOVE

TENDENZE DEL MERCATO

punto di incontro per la clientela, favorendo lo scambio di informazioni, esperienze e opinioni. Durante i due giorni dell’evento, si promuovono interazioni tra produttori, distributori e clienti, rafforzando il senso di comunità e condividendo le ultime novità di prodotto e mercato. Per Gruppo Laziale Bevande, l’evento rappresenta un’importante occasione di consolidamento delle relazioni commerciali e di valorizzazione del proprio ruolo come punto di riferimento nel settore.

Negli ultimi tempi avete effettuato un cambiamento organizzativo: quali sono state le motivazioni alla base di questa trasformazione?

Nel marzo 2016 abbiamo acquisito ABC Food Service Cash & Carry, avviando una collaborazione che si è protratta fino al 2024. Successivamente, le due realtà hanno scelto di separarsi, puntando su strategie commerciali indipendenti: Gruppo Laziale Bevande ha continuato a focalizzarsi sulla distribuzione di bevande. Questa decisione è stata motivata dalla volontà di ottimizzare i rispettivi percorsi di crescita e consolidare la propria identità sul mercato.

Come si è rinnovata la struttura aziendale e quali sono i principali cambiamenti operativi?

Dal 2024 Gruppo Laziale Bevande ha intrapreso un percorso di rinnovamento, puntando su giovani risorse per sviluppare nuovi canali commerciali e introdurre brand innovativi. La formazione della forza vendita è diventata un pilastro fondamentale, con l’adozione di tecniche avanzate e visite presso aziende vinicole e produttori di spirits. Questo approccio ha consentito di modernizzare l’operatività e di mantenere un forte presidio sul mercato.

In che modo questi cambiamenti stanno influenzando l’operatività quotidiana e l’efficienza del Gruppo?

L’azienda ha continuato a operare nel canale Horeca e Superhoreca, mantenendo un approccio orientato alla customer satisfaction e all’innovazione di prodotto. L’efficienza operativa si manifesta soprattutto nella puntualità e nella rapidità delle consegne, nonché nella capacità di rispondere tempestivamente alle esigenze dei clienti. Inoltre, l’attenzione verso le nuove tendenze ha permesso di arricchire l’offerta commerciale con prodotti più attuali e in linea con le richieste del mercato.

Come riuscite a mantenere solide relazioni commerciali con i vostri clienti e partner in un mercato in costante evoluzione?

Il mantenimento di relazioni solide si basa sulla presenza costante e sull’attenzione alle esigenze logistiche e commerciali della clientela. Gruppo Laziale Bevande investe nella fidelizzazione attraverso un servizio personalizzato, consulenze commerciali mirate e un supporto continuo nell’ottimizzazione delle attività dei partner.

Quali sono i prodotti e gli assortimenti su cui puntate maggiormente oggi?

Il mercato sta attraversando una fase di trasformazione verso un consumo più responsabile, con un’attenzione crescente verso prodotti salutistici, privi di zuccheri e a basso contenuto alcolico. Per questo motivo, Gruppo Laziale Bevande sta puntando su assortimenti Zero che rispondono alla richiesta di bevande senza zuccheri o alcol, garantendo al contempo un’ampia scelta in termini di gusto e qualità.

La stretta sugli alcolici voluta dal nuovo Codice della Strada spinge in questa direzione. Ma per i prodotti no alcol free, cosa può fare la vostra categoria per supportare l’industria in questo contesto?

Le bevande alcoliche, in particolare birra, vino e superalcolici, sono tra i prodotti maggiormente colpiti dalle nuove restrizioni del Codice della Strada. Gruppo Laziale Bevande sta affrontando la situazione sensibilizzando la clientela sull’uso responsabile degli alcolici nei momenti conviviali.

Qual è il vostro ruolo all’interno del Consorzio Horeca Italiana e quali vantaggi porta questa collaborazione?

Gruppo Laziale Bevande è uno dei soci fondatori di Horeca Italiana, una rete che unisce distributori e operatori del settore per rafforzare il potere contrattuale e la competitività sul mercato. Grazie alla collaborazione con il Consorzio, l’azienda riesce a ottenere condizioni commerciali più favorevoli e ad ampliare il proprio network di relazioni professionali.

Come il Consorzio Horeca Italiana supporta l’azienda nell’affrontare le sfide del mercato e nel migliorare l’offerta ai clienti?

Il Consorzio consente di consolidare la posizione sul mercato attraverso accordi vantaggiosi con le principali aziende del settore, permettendo alla nostra azienda di proporre offerte esclusive ai clienti. La collaborazione all’interno di Horeca Italiana favorisce anche la condivisione di buone pratiche e strategie di successo.

Come vedete il futuro del vostro lavoro, anche alla luce dei dazi americani?

Pericolo recessione?

Il problema dei dazi sulle importazioni dall’Italia desta non poche preoccupazioni, soprattutto per l’impatto sui prezzi al consumo, che potrebbero aumentare significativamente. Questa prospettiva rischia di incidere sui volumi di vendita, già messi alla prova dalla crisi commerciale successiva al lockdown. Tuttavia, l’azienda sta monitorando attentamente la situazione per prepararsi a eventuali adattamenti nella strategia commerciale.

GRUPPO LAZIALE BEVANDE

FATTURATO 2024: 7.000.000 euro

MAGAZZINO: 15.000 mq (2.000 coperti)

CLIENTI SERVITI: 1.800 (1.400 abituali)

REFERENZE: 3.500/4.000

Via Morolense 55, 03100 Frosinone Tel. 0775 292104 www.gruppolazialebevande.it

IDENTITY

Italgrob, è l’associazione nazionale di riferimento che raggruppa tutti i Distributori e le associazioni consortili che operano nel fuori casa Italiano. A seguito dell’evoluzione del mercato e della stessa categoria, la sua identità si è meglio esplicitata con la dizione: Federazione Italiana Distributori Horeca.

VISION

Gli obiettivi di Italgrob, e nello specifico per quanto concerne il piano quadriennale, sono quelli di misurarsi in tre distinte aree di azione, contestuali alla propria mission.

• POLITICO ECONOMICO SOCIALE

• SINDACALE

• ATTIVITÀ DI SERVIZI A SUPPORTO DELLA

DISTRIBUZIONE FOOD & BEVERAGE CHE OPERA

SUL MERCATO HORECA

MISSION

La sua mission principale è quella di rappresentare i distributori del settore Horeca, tutti accumunati dallo svolgere lo stesso servizio di fornitura e supporto specialistico/informativo al punto vendita.

PER ULTERIORI INFORMAZIONI NON ESITATE A CONTATTARCI: 06.5913090 segreteria@italgrob.it www.italgrob.it

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