Investment World Magazine - Marzo 2012

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MARZO 2012

Pubblicazione Economico Finanziaria

CONTENUTI A Domanda Risposta Intervista ai principali Players del Mercato degli ETF.

SETTE DOMANDE

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EDITORIALE Nato nel 2007 come prima e unica Pubblicazione Italiana dedicata al mondo degli ETF e degli ETC ora, nel 2012 FCWorld (Financial Clones World) si rinnova nel nome, si amplia nei contenuti e cambia leggermente la veste grafica. Pur mantenendo il layout ed i colori originari studiati per noi nel 2006 da uno Studio grafico, la nostra Pubblicazione fa un passo avanti e adotta il titolo:

INVESTMENT WORLD MAGAZINE Con questo titolo vogliamo abbattere alcune barriere e estendere gli argomenti da noi trattati a tutto quanto riguarda il Mondo degli Investimenti Finanziari. Buona lettura Delia Maria Fassi

AI PROTAGONISTI DEL MERCATO ITALIANO DEGLI ETF


INVESTMENT WORLD MAGAZINE

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A Domanda Risposta

Intervista agli Emittenti di ETF EMANUELE BELLINGERI

DANILO VERDECANNA

RESPONSONSABILE PER

MANAGING DIRECTOR

L’ITALIA ISHARES

SSGA LIMITED

MARCELLO CHELLI

NICOLA FRANCIA

REFERENTE PER I LYXOR

RESP. STRUMENTI

ETF IN ITALIA

QUOTATI ITALIA - RBS

MASSIMO SIANO

SERGIO TREZZI

HEAD OF ITALIAN MARKET

MANAGING DIRECTOR

AT ETF SECURITIES

CO-HEAD EUROPEAN RETAIL E COUNTRY HEAD INVESCO ITALIA

ALEXANDRE VECCHIO DIRECTOR OSSIAM


SPECIALE: IL MERCATO DEGLI ETF

A Domanda Risposta

Intervista agli Emittenti di ETF 1) Le sollecitazioni giunte da diverse ed autorevoli parti sull'esigenza di una maggiore trasparenza da parte dell'industria degli ETF partono da un giusto presupposto ma rischiano di far imboccare una strada sbagliata. Non bisogna infatti dimenticare che gli ETF sono conformi alla normativa UCITS, e devono rispettare tutte le normative esattamente come i fondi comuni di investimento. Cosa ci può dire in proposito? Emanuele Bellingeri (iShares):

Fin dall'inizio delle sollecitazioni da parte delle autorità di vigilanza iShares ha accolto in maniera molto favorevole queste iniziative, lavorando fianco a fianco dei regulators per aumentare gli standard di trasparenza sul mercato. Dalle varie consultazioni alcuni aspetti sono emersi in maniera molto chiara tra cui il fatto che alcune attività proprie della gestione degli ETF, tra cui l'utilizzo di derivati e il prestito titoli, sono comuni a moltissimi altri strumenti finanziari. I rischi sistemici o per gli investitori che possono derivare da tali attività non sono riconducibili solo a strumenti ETF ma a tutto il mercato, dove il peso degli ETF è ancora molto limitato rispetto a quello degli altri strumenti (circa il 5% del totale patrimonio gestito con fondi comuni d'investimento). Inoltre, la normativa Ucits, che regola anche gli ETF, è sicuramente riconosciuta dal mercato per gli elevati stan-

dard qualitativi. Detto ciò il mercato evolve rapidamente ed è quindi corret-

to considerare sempre le nuove evoluzioni dei prodotti. Danilo Verdecanna (SPDR): Gli ETF sono finiti recentemente sul banco degli imputati principalmente per la diffusione ed il successo che stanno registrando presso gli investitori. Bisogna ricordare che gli ETF rappresentano ancora una piccola percentuale dell'industria del risparmio gestito e che da quando sono stati lanciati (nel lontano 1993) non sono mai incappati in incidenti o sgradevoli sorprese. Inoltre essi rispettano un quadro normativo chiaro e trasparente come la UCIT. D'altra parte, come SPDR ETF siamo sempre a disposizione dei regulator per migliorare l'esistente e per fornire agli investitori strutture sempre più trasparenti. Marcello Chelli (Lyxor): Concordo pienamente. Dato che gli ETF sono Fondi o Sicav conformi alla UCITS, è corretto migliorare la normativa UCITS che si applica indistintamente a tutti gli ETF / Fondi / Sicav. Eventuali normative ad hoc rischiereb-

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bero di falsare il level playing field tra strumenti giuridicamente identici. Nicola Francia (RBS): Ritengo che il modo migliore per risolvere i problemi discussi negli ultimi mesi, cioè quelli relativi all'utilizzo dei derivati, alla complessità di alcuni prodotti e alla loro adeguatezza agli investitori privati, si risolvano con la trasparenza. Bisogna mettere gli investitori, la banca o il consulente nella condizione, leggendo la documentazione di poter valutare facilmente se un ETF è adeguato e appropriato all'investitore. Confermo che gli ETF, seguendo la UCITS, sono un esempio positivo di tutela e trasparenza. Gli emittenti operano con la massima trasparenza su elementi essenziali come l'uso di derivati, l'esposizione a rischio di credito, il tipo e la quantità di collaterale utilizzato, non solo nella documentazione legale ma anche attraverso i siti internet e documentazione di marketing. Massimo Siano (ETF Securities): Sono d'accordo. La verità è che duran te la recessione alcuni emittenti crescono come noi ed altri no. Prima crescevano tutti e nessuno polemizzava, adesso ci si illude che accusando il concorrente si possa crescere, in realtà rischia di affondare la barca. Sergio Trezzi (Invesco PowerSha res): Credo che il livello di trasparenza raggiunto sia oggi molto buono. Certo, si può fare sempre di più ma da un certo punto in avanti è necessario considerare che la troppa informazione ammazza la trasparenza. E soprattutto essendo in un mercato aperto, bisogna sempre confrontare un prodotto rispetto agli altri. Quindi mi chiedo, la trasparenza disponibile sugli


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ETF è la stessa che abbiamo per i prodotti strutturati, per i prodotti assicurativi e/o per gli hedged fund? Alexandre Vecchio (Ossiam): L'anno 2011 è stato sicuramente marcato da un profondo dibattito sui rischi insiti all'industria degli ETP in Europa. I lavori dei regolatori, dalle ricerche del Financial Stability Board al documento di consultazione dell'ESMA, nonché quelli degli operatori dell'industria degli ETF, hanno consentito di chiarire i rischi di controparte associati ai diversi metodi di strutturazione degli ETF. Il risultato immediato è stato un aumento importante del livello di trasparenza offerto dai diversi emittenti di ETF con la pubblicazione di un numero di informazioni sempre più dettagliate sulla composizione dei fondi in particolare sui propri siti internet. Il dibattito si è poi allargato spaziando dai rischi propri degli ETF e degli ETP a quelli legati più generalmente ai fondi comuni di investimento. L'anno 2012 vedrà il risultato dei ricchi dibattiti dell'anno passato con la probabile implementazione di elementi regolamentari che toccheranno l'industria degli ETP e probabilmente anche quella dei fondi comuni di investimento. Il sano dibattito sui rischi dell'industria dovrebbe pertanto sfociare in misure concrete uguali per tutti gli emittenti di ETF che potranno tornare a concentrare le loro energie sull'ampliamento delle soluzioni di investimento accessibili tramite ETF. Il dibattito sui rischi degli ETF potrebbe inoltre portare a regole di maggiore trasparenza anche per l'industria dei fondi tradizionali. L'elemento che ci sembra importante è che la regolamentazione dovrebbe inquadrarsi sempre nell'ambito UCITS non creando pertanto distorsioni tra diverse categorie di fondi, massimizzando pertanto la semplicità dell'informazione per gli investitori finali.

2) ESMA (European Securities and Markets Autority) ha da poco pubblicato un Consultation paper con le linee guida per gli ETF e gli altri strumenti che rientrano nella normativa UCITS. Con questo Consultation paper l'ESMA cerca di meglio definire quale sia il rischio effettivo di questi strumenti, soprattutto nell'ottica degli investitori retail. In questa fase non c'è nulla di definitivo, ma si possono cogliere già dei segnali importanti, che dovrebbero portare ad una ulteriore chiarezza nella denominazione di questi prodotti e nella modalità con la quale sono percepiti. Cosa ci può dire in proposito a questa iniziativa e quali sono le vostre valutazioni in proposito. Emanuele Bellingeri (iShares): Riteniamo che l'obiettivo dell'ESMA sia corretto. Migliorare l'informativa verso gli investitori è sicuramente necessario quando parliamo di strumenti finanziari. La denominazione di un prodotto è il

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primo step per migliorare la trasparenza dell'informativa. Come iShares, ad esempio, riteniamo che ci debba essere una etichettatura chiara della struttura del prodotto e degli obiettivi d'investimento. A questo riguardo per i nostri prodotti che utilizzano swaps indichiamo chiaramente nella denominazione questa caratteristica. Oltre a questo elemento riteniamo che sia necessaria una divulgazione frequente e tempestiva di tutte le partecipazioni ed esposizioni del fondo. Vi devono essere poi norme certe e chiare per diversificare le controparti, la qualità dei collaterali, oltre al la divulgazione di tutte le commissioni e costi sostenuti, compresi quelli di controparte. In aggiunta, è auspicabile un sistema di reportistica comune e standardizzato a livello mondiale per tutti gli strumenti negoziati, inclusi gli ETF. Danilo Verdecanna (SPDR): Come SPDR ETF siamo sempre a disposizione dei regulator per migliorare l'esistente e per fornire agli investitori strutture sempre più trasparenti per cui


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siamo favorevoli all'iniziativa. Il nostro punto di riferimento è la UCIT e vorremmo che questo resti il pilastro normativo relativo ai fondi d'investimento armonizzati. Non siamo favorevoli ad una normativa

specifica per gli ETF, siamo invece favorevoli ad una evoluzione a livello UCIT. Spetterà al legislatore definire le forma e la dimensione del contenitore, ma sicuramente la UCIT deve rimanere il pilastro normativo di riferimento. Marcello Chelli (Lyxor): Apprezziamo la proposta di equiparazione delle normative relative ai "derivati" e al "prestito titoli" che, implicitamente, sancisce la sostanziale equivalenza del rischio di controparte potenzialmente insito sia negli ETF Sintetici sia negli ETF Fisici. Alla luce di questo risulta quindi non opportuno un suffisso che distingua tra le due tipologie di ETF, mentre è auspicabile una comunicazione giornaliera che evidenzi se i due rischi sussistano e in quale misura. Ogni Lyxor ETF comunica già in merito, dando così chiara evidenza agli investitori di un rischio di controparte sostanzialmente nullo su base giornaliera. Al contrario è assolutamente condivisibile che l'acronimo ETF possa essere usato solo dai Fondi/Sicav dotati delle necessarie caratteristiche, mentre dispiace che questo limite non sia stato esteso anche a ETC, ETN e ETP in genere: il rischio, che peraltro si è già manifestato, è un uso improprio dell'acronimo con un conseguente fraintendimento degli investitori in merito alla reale natura degli strumenti.

Nicola Francia (RBS): "Sebbene il processo non sia ancora concluso, mi sembra che l'ESMA abbia recepito alcuni validi commenti ricevuti in sede di consultazione e stia procedendo con maggiore cautela e accortezza. È, ad esempio, molto importante che l'orientamento sia quello di analizzare gli ETF all'interno di una panoramica più vasta di prodotti di investimento, puntando ad un livellamento del piano regolamentare tra i vari strumenti, sia con riferimento agli altri ETP che ad ETF non UCITS. Un'ulteriore importante segnale che emerge in questo documento è la presenza di maggiori riferimenti al KIID, che emerge come documento di riferimento in tema di informativa e trasparenza." Massimo Siano (ETF Securities): Sul nostro sito www.etfsecurities.com è possibile consultare cosa c'è dentro l'ETF, il prospetto e la metodologia del collaterale. Mi piacerebbe che si indagasse sulle commissioni degli swap, questo è un tema poco approfondito dall'ESMA ma riguarda chiunque compri gli ETF in

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qualsiasi momento non solo quando le banche europee rischiano di fallire. Alexandre Vecchio (Ossiam): Il documento di consultazione dell'ESMA ci sembra molto equilibrato e utile per porre le basi per una regolamentazione efficace e semplice che consentirà un aumento della trasparenza per gli investitori finali e regole comuni per tutti gli emittenti di ETF sempre nel quadro delle linee guida UCITS. I rischi specifici dei diversi metodi di replicazione ci sembrano ben identificati nel documento. Risulterà pertanto molto semplice per gli investitori ottenere informazioni che gli consentiranno di evidenziare in modo molto dettagliato quali sono i rischi di controparte insiti a ciascun ETF. Un punto molto confortante per gli investitori è che, al giorno d'oggi, gli emittenti pubblicano già la maggior parte delle informazioni identificate dal documento ESMA. Pertanto, in attesa di una normativa che creerà un quadro chiaro per tutti, il livello di trasparenza dell'industria degli ETF ci sembra già allineato sugli standard fissati dall'ESMA. 3) Diversi emittenti hanno lanciato delle linee guida ad uso e consumo degli investitori per permettergli di orientarsi nella scelta di questi prodotti. Ritiene possa essere una soluzione interessante per superare l'aumentata complessità di questi prodotti e se si perché? Emanuele (i Shar e s) :

Bellingeri

Come iShares abbiamo lavorato in questi anni su due direttrici, focalizzan-


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doci da una parte sugli investitori istituzionali e dall'altra sui consulenti finanziari. Per entrambe le categorie abbiamo prodotto delle guide ad hoc sugli ETF con obbiettivo educational. Oltre a produrre vere e proprie guide con tutte le informazioni necessarie abbiamo recentemente lanciato un progetto denominato "Conosci il tuo ETP" mettendo a disposizione degli investitori istituzionali un semplice tool con cui possono ricevere informazioni molto dettagliate su uno o più ETF nel giro delle 24 ore. L'impegno in questa direzione prosegue con l'obiettivo di aiutare l'investitore nel fare scelte consapevoli. Danilo Verdecanna (SPDR): Ci dovrebbero essere due livelli di discussione: uno sulla struttura degli ETF e uno sulle informazioni utili da dare all'investitore retail. Sicuramente non si può delegare all'investitore retail la capacità di fare una due diligence sulla struttura dell'ETF. Serve al contrario l'intervento del regolatore che a livello UCIT deve delineare il quadro normativo di quello che è consentito fare. L'informazione utile da dare all'investitore retail è invece quello che riguarda il pay off che l'ETF offre e la struttura dei costi. Riteniamo inoltre che l'eccesso di informazioni, soprattutto se poco leggibili ed interpretabili dal retail, diminuiscano, invece di aumentare la chiarezza. Nicola Francia (RBS): Sicuramente può essere di aiuto anche se non credo molto al successo del modello emittente=consulente.

Ritengo che l'investitore debba essere aiutato e guidato dalla propria banca di fiducia e osserviamo con interesse la

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crescita della figura del consulente finanziario indipendente in Italia. Per questo motivo, ormai da qualche anno RBS si propone come "fabbrica prodotto", intesa come fornitore di mattoncini utili per tutte le asset allocation. Siamo quindi convinti che emittenti di prodotti e consulenti hanno ruoli, ugualmente importanti per le allocazioni di portafoglio, ma questi debbano rimanere separati e ben definiti. Iniziative che aumentano la trasparenza e il set di documenti utili ad orientarsi sono da apprezzare, tuttavia il ruolo fondamentale in questo senso rimane affidato alla banca o al consulente finanziario che meglio di altri conosce le esigenze finanziarie del cliente.

lo degli ETF in costante crescita, non solo nel numero di prodotti ma anche in termine di attori che stanno entrando o nascendo nel mercato. Per tale ragione, ritengo che il consumatore debba guardare semplicemente chi è l'emittente (gestore o altro) e come gestisce gli ETF (cash based o swap based). Il resto sono dettagli tecnici, molto importanti, ma a poco valore aggiunto nella scelta dello strumento da acquistare. E' come se durante l'acquisto di una macchina mi soffermassi sulla qualità dei tessuti; dettaglio importante ma da valutare nell'insieme della scelta.

Massimo Siano (ETF Securities):

Il numero di ETF è cresciuto notevolmente negli ultimi anni sia per via di un aumento della competizione, con l'apparizione di nuovi emittenti, che per effetto dell'emissione di nuovi prodotti che consentono di prendere posizione su un numero sempre maggiore e specializzato di asset class. Gli investitori privato hanno pertanto una scelta sempre più elevata di strumenti di investimento quotati su Borsa Italiana a condizioni economiche identiche a quelle degli investitori istituziona-

Le faccio un esempio. Sono anni che avviso i miei clienti istituzionali sul fatto che il gas naturale long e a leva abbia il rischio contango e che questo possa magari avvantaggiare l'ETC short sul natural gas. Ecco il risultato: il 98% dei flussi sugli Etc sul natrual gas sono sulle verioni long o addirittura con leva doppia e la versione short dell'Etc sul natrual gas che è stato lo strumento più performante nel segmento ETF Plus dalla sua quotazione è stato comprato davvero da pochi. Non so se mi spiego, lo strumento con la più alta performance nel 2008, 2009, 2010 e 2011 è stato praticamente ignorato dagli investitori ! Siamo quindi sicuri che l'investitore comunque legga o ascolti? A me non sembra. Sergio Trezzi (Invesco PowerSha res): In generale ritengo che la complessità si risolva tramite la trasparenza e la semplicità. Pensare che i clienti vadano a leggersi le linee guida di ogni emittente mi sembra abbastanza improbabile; tanto più in un settore come quel-

Alexandre Vecchio (Ossiam):


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li. Con l'aumento della scelta è cresciuta anche la complessità del processo decisionale. Le iniziative volte a mettere a confronto le diverse offerte su segmenti similari ci sembrano utili. Da questo punto di vista gli emittenti stanno facendo uno sforzo importante. Contributi esterni da parte di consulenti e riviste specializzate saranno sempre più importanti per aiutare l'investitore a navigare nel vasto mare degli ETF. 4) La trasparenza dell'informazione fornita dagli emittenti di ETF ha raggiunto un livello difficilmente riscontrabile in altri settori del mercato finanziario. Pensa che si sia già raggiunto il limite massimo dell'informazione fornibile dagli emittenti agli investitori interessati agli ETF o che molto si possa ancora fare ed in quale direzione? Emanuele Bellingeri (iShares): Effettivamente la trasparenza dell'informazione fornita dagli emittenti di ETF ha raggiunto standard elevati. Penso che tale standard sia da utilizzare come riferimento da parte di tutta l'industria finanziaria. Non possiamo affermare che si sia raggiunto il limite massimo nella dislosure però viene naturale chiedersi come mai gli investitori e le Autorità competenti non si siano mai posti quesiti specifici sulla natura dei prodotti disponibili e si siano ora concentrati sugli ETF. A mio parere, l'industria degli ETF sta innalzando il livello generale di trasparenza che, da un lato può fungere da apripista ad altri operatori finanziari e, dall'altro, testimonia la crescente popolarità di questi strumenti. Danilo Verdecanna (SPDR): La trasparenza è ampia, gli ETF sono praticamente nudi davanti all'investitore.

Quello su cui l'industria deve lavorare è l'aspetto didattico attraverso il quale spiegare lo strumento ma anche come utilizzarlo all'interno di un portafoglio diversificato. Questo vale principalmente per gli investitori retail. Marcello Chelli (Lyxor): Ciascun Lyxor ETF diffonde giornalmente sul Web: 1) La lista dei titoli in cui è fisicamente investito (infatti circa il 100% del patrimonio di un Lyxor ETF è composto da titoli);

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l'ETF il Tracking Error effettivamente realizzato e, a nostro avviso, ciò permetterà di far emergere la reale qualità delle diverse metodologie di replica. Gli investitori potranno finalmente apprezzare quelle tecniche di replica e quegli operatori (come Lyxor) che sanno minimizzare/annullare il rischio di Sample Replication (errori di replica dovuti ad un "investimento a campione"), il rischio di Cash Drag (errori di replica dovuti alla liquidità dell'ETF non reinvestita nell'indice) e i rischi operativi (errori di replica dovuti alla revisione periodica di componenti, pesi ecc..). Nicola Francia (RBS):

2) Il peso del derivato (pari a circa lo 0% del patrimonio del Lyxor ETF su base giornaliera); 3) La controparte del derivato. Questa è la best practice in termini di informativa che, come si nota, va ben oltre gli obblighi di comunicazione semestrale previsti dalla normativa. Sarebbe però auspicabile comunicare correttamente anche sul tracking error, dato che il primo rischio che si corre investendo in un ETF / Fondo Indicizzato è che questo non replichi fedelmente il proprio benchmark. Al riguardo l'ESMA propone di riportare nel report annuale e semestrale del-

La trasparenza dell'informazione è molto utile sia per gli emittenti che per gli investitori, soprattutto in questo momento. Il recente dibattito e le relative polemiche che hanno investito gli ETF, hanno creato molta confusione perdendo di vista il punto importante dell'iniziativa dell'ESMA. Il vero punto è fornire la massima trasparenza ed il maggior numero di elementi relativamente ai prodotti di investimento, in maniera che gli investitori (specialmente quelli privati) possano comprenderne i rischi e le fonti di performance. Etichettare gli ETF, dividendoli tra "buoni e cattivi" o limitare la distribuzione di alcuni prodotti non è di aiuto agli investitori ma, appunto, aumenta solo il grado di confusione. La ricerca di maggiore trasparenza ed informazione è quindi auspicabile anche se, come è stato già sottolineato, su questo tema gli ETF rappresentano una best practice nel panorama degli strumenti finanziari. Massimo Siano (ETF Securities): Vorrei che gli emittenti pubblicassero le commissioni degli swap e del prestito titoli. In questo senso non ci sono stati passi avanti da parte di quasi nessuno. ETF


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controparti, al lending agent ecc... Dovrebbe rimanere solo un'asimmetria: il rischio di controparte da prestito titoli potrà arrivare fino al 20% per singola controparte mentre, in un'ottica di tutela dell'investitore finale, sarebbe stato forse auspicabile un tetto più basso pari al 10% (come nel caso dei derivati). Queste proposte sanciscono la sostanziale equivalenza tra le due tipologie di ETF.

Securities rappresenta da solo quel "Quasi". Sergio Trezzi (Invesco PowerSha res): Si, credo proprio che si abbia troppa informazione sugli ETF, anche verso altri strumenti, e che questa stia distorcendo l'attenzione dalle informazioni realmente improntanti: chi è l'emittente e come sono realizzati gli ETF. Basti pensare ai prodotti strutturati, molto più complessi, molto più diffusi sui clienti final, molto più costosi ….eppure non vedo tutta questa attenzione. Per quale ragione? Alexandre Vecchio (Ossiam): Il grado di trasparenza offerto dagli ETF è molto importante e costituisce sicuramente un esempio da imitare per altri segmenti dell'industria finanziaria. Probabilmente uno sforzo maggiore potrebbe essere fatto per creare degli standard di industria che consentano agli investitori di orientarsi più facilmente tra le numerose informazioni messe a disposizione dai diversi emittenti in formati diversi. Questa standardizzazione permetterebbe un più immediato confronto tra le diverse proposte. 5) Al di là della divisione apparentemente netta tra ETF a replica Fisica ed a replica Sintetica, esistono in effetti diversi punti in comune tra le due diverse tipologie di replica. Pensa che si riuscirà a superare questa divisione apparentemente insanabile tra replica fisica e sintetica, grazie ad un'aumentata consapevolezza e conoscenza di utilizzo di questi prodotti? Emanuele Bellingeri (iShares): In iShares quando possibile privilegiamo la replica tramite sottostante fisico perché riteniamo sia la struttura più ef-

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Nicola Francia (RBS):

ficiente di replica. Detto ciò, indipendentemente dalla modalità di replica utilizzata, è compito degli emittenti mettere a disposizione dell'investitore tutte le informazioni necessarie per facilitare la selezione dei prodotti che, in base alle caratteristiche specifiche, meglio incontrino le esigenze di portafoglio. Danilo Verdecanna (SPDR): La divisione è netta fino ad un certo punto.. Sia gli ETF a replica fisica, sia quelli a replica sintetica rispettano le linee guida della UCIT. Spetterà al regolatore definire se e come cambiare la UCIT. Noi di SPDR ETF adottiamo la replica fisica, ma riconosciamo che per alcune asset class (come le commodity), non c'è alternativa alla replica sintetica. Marcello Chelli (Lyxor): L'ESMA propone una serie di norme sul prestito titoli che consentiranno di colmare un buco legislativo e di creare un effettivo level palying field tra i gestori di ETF Fisici e Sintetici. La novità più importante è l'estensione delle norme sul collaterale dei derivati anche al collaterale del prestito titoli, con un obbligo di diversificazione minima (la cosiddetta regola 5-10-40) e un obbligo di informativa in merito alle

Sono entrambi fondi, rispettano la medesima normativa (UCITS) e sono comunque strumenti di investimento molto efficienti, la differenza in termini di grado di rischio tra le due tipologie è minima. Mi sembra che il mercato lo abbia già capito e di conseguenza sarei molto stupito se questa valutazione differente dei due prodotti continuasse. Sarebbe invece auspicabile una maggiore consapevolezza delle differenze tra ETF ed altri prodotti cosiddetti ETP. Massimo Siano (ETF Securities): Il mercato sembra esprimersi in senso negativo Sergio Trezzi (Invesco PowerSha res): Le due soluzioni hanno entrambi dei vantaggi e degli svantaggi, detto ciò tocca al cliente scegliere cosà più si avvicina alle sue esigenze e capacità di

supportare i rischi connessi. Ciò che è importante è che questa distinzione sia chiara, essendo dal mio punto di vista la vera informazione che un cliente deve avere.


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Alexandre Vecchio (Ossiam):

mesi dell'anno.

Replica fisica e sintetica sono due metodologie utilizzate dagli emittenti di ETF per offrire soluzioni di gestione passiva indicizzata. Ciascuna metodologia comporta rischi di controparte non esattamente identici che vengono ora chiaramente evidenziati dagli emittenti di ETF e che fanno l'oggetto di particolare attenzione del documento ESMA. Tenendo sempre presente i rischi di controparte, sui quali si è messo molto l'accento l'anno scorso nei diversi dibattiti, appare importante però non perdere di vista l'obiettivo primario di ciascun ETF che consiste nell'offrire una replica il più possibile fedele di un determinato indice. Una volta identificati i rischi di un ETF un investitore dovrà essere in grado anche di scegliere l'ETF in funzione della sua capacità di replica dell'indice. Da questo punto di vista replica fisica e sintetica offrono risultati diversi in funzione degli indici replicati. Sempre di più, l'investitore dovrà fare una scelta ponderando i rischi di controparte di ciascun ETF con la sua capacità a generare una replica fedele guardando a misure come il tracking error.

In questo scenario potrebbe essere opportuno assumere un'esposizione azionaria globale attraverso società a elevata capitalizzazione e con elevati dividendi, operanti sia su mercati sviluppati che emergenti. Anche sulla parte obbligazionaria stiamo assistendo a flussi consistenti su Corporate, Emerging Markets e High Yield e il tema della ricerca dell'Income è ancora molto di attualità. Proprio su questi segmenti ci aspettiamo una crescita consistente dell'utilizzo di ETF.

6) Come vedete l'anno 2012 e verso quali tematiche prevedete che i mercati si orienteranno e quali strumenti usciranno vincenti dalla competizione internazionale? Emanuele Bellingeri (iShares): I nostri strategists ipotizzano che, se l'Europa riuscisse a superare l'impasse con una lieve recessione, ci potremmo aspettare una crescita positiva dell''economia globale seppur lenta. La fase rialzista dei mercati azionari potrebbe andare avanti per il resto del 2012 seppur in presenza di una più elevata volatilità rispetto a questi primi due

Danilo Verdecanna (SPDR): Non è facile prevederlo. Riteniamo che l'investitore sarà molto selettivo e cercherà qualità a prescindere dall'asset class desiderata. Sull'azionario ci potrebbe essere molto interesse per portafogli ad elevato dividendo caratterizzati da un flusso cedolare, ma anche da business solidi e particolarmente adatti in periodi di incertezza dei mercati. Riteniamo anche che i mercati emergenti possano ridiventare un investimento sui cui gli investitori riverseranno il loro interesse: i fondamentali di tali economie restano solidi e nel 2011 abbiamo registrato una salutare correzione.

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dimento) sia normali (Lyxor offre anche la versione senza il settore finanziario) e su titoli di stato dei paesi emergenti: gli investitori sono infatti alla ricerca di extra rendimenti e rimangono diffidenti verso i governativi. Rimangono infine trattati i 4 ETF su BTP e Bund Future per sfruttare la volatilità dei rendimenti e dello spread. Nicola Francia (RBS): II 2012 è un anno molto importante in quanto le discussioni in atto potrebbero concretizzarsi in modifiche regolamentari. Questo dovrebbe far chiarezza rispetto alla situazione attuale, eliminando quell'ombra di incertezza che ha penalizzato il mercato degli ETF nel 2011. Come sempre, gli strumenti che saranno vincenti nel corso dell'anno sono espressione dell'andamento dei mercati. Il 2012 potrebbe essere un buon anno per gli ETF azionari, specialmente quelli emergenti. Massimo Siano (ETF Securities): Se il Brent va a 150 dollari a barile la recessione sarà inevitabile, se va a 50 dollari l'Europa vedrà la luce dopo il tunnel del 2011. Nel dubbio i miei clienti si comprano l'oro, non si sa mai.

Marcello Chelli (Lyxor): Il 2011 è stato monopolizzato dagli ETF azionari su DAX e US, mentre in questo inizio di 2012 noto un ritorno dell'interesse per gli ETF sul reddito fisso. Al riguardo Lyxor offre un range completo di ETF su titoli di stato di US, dell'Area Euro (senza Grecia e Portogallo) e dell'Area Euro con rating massimo "AAA". Vedo però più attenzione sugli ETF su corporate bond sia high yield (alto ren-

Alexandre Vecchio (Ossiam): La crisi del debito in Europa ha visto nel 2011 il trasferimento di ingenti patrimoni secondo una logica risk-on/riskoff. Sono stati per esempio privilegiati ETF su indici come il DAX o ETF su indici obbligazionari su emittenti di primario


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rating a discapito di ETF su indici su aree o emittenti più rischiosi. Se la crisi del debito in Europa ricomincerà a preoccupare nel 2012, questa logica potrebbe protrarsi con investitori che andranno a privilegiare ulteriormente strategie difensive sull'azionario con l'uso di ETF settoriali o su strategie Minimum Variance e ETF su titoli di Stato di paesi percepiti come più saldi.

alcuni molto innovativi come lo SPDR S&P US Dividend Aristocrats ETF (azionario High Dividend US) o lo SPDR Barclays Capital Emerging Markets Local Bond (obbligazioni mercati emergenti in valuta locale). Molti di tali ETF verranno quotati presto in borsa italiana.

7) La strategia della vostra società come si svilupperà in quest'anno e quali prodotti prevedete di quotare?

iShares da una parte continua il proprio impegno per migliorare i prodotti esistenti e lanciare nuove soluzioni che soddisfino le esigenze degli investitori, dall'altra per aumentare il servizio offerto ai clienti e all'industria nel suo insieme in modo da accrescere gli standard generali di trasparenza. Per quanto riguarda i prodotti è necessario, infatti, non solo lanciare nuovi ETF, magari cavalcando l'ultima moda del momento o trovando le soluzioni più innovative, ma soprattutto lavorare con i team di gestione e i market makers per rendere più efficienti i prodotti esistenti. Lo sviluppo degli ETF tra gli investitori istituzionali è avvenuto, infatti, grazie anche al miglioramento delle tecniche di replica ed all'aumento degli operatori che forniscono liquidità sul mercato.

Nel 2012, a livello strategico, Lyxor ha gestito le tensioni dell'Area Euro escludendo Grecia e Portogallo dagli 8 Lyxor ETF sui Titoli di Stato e quotando altri 3 ETF basati solo su Titoli di Stato con rating massimo "AAA". Sempre quest'anno è stato quotato un innovativo ETF sull'indice "MSCI World All Country" che, a differenza del tradizionale indice "MSCI World", non investe solo sui paesi sviluppati ma anche sui paesi emergenti: per questo esso si configura come il primo ETF che permette di investire realmente sul Mondo nella sua globalità, beneficiando automaticamente dell'eventuale futuro rafforzamento dei paesi in via di sviluppo. Lyxor ha infine rafforzato il presidio sui mercati emergenti attraverso 2 ETF su Indonesia e Tailandia ed ha quotato un ETF sull'indice Russell 2000 specializzato sulle società mid e small cap statunitensi. Dopo aver quotato 7 ETF da inizio anno, intendiamo ora quotare un'altra decina di strumenti nei prossimi due mesi.

Danilo Verdecanna (SPDR):

Nicola Francia (RBS):

La strategia di SPDR è molto chiara e si basa su un supporto all'investitore a 360 gradi. Nella prima fase ci siamo concentrati sul segmento istituzionale, ma non escludiamo una maggiore attenzione per il retail durante il 2012. Da maggio 2011 abbiamo lanciato 20 nuovi prodotti portando l'attuale piattaforma europea a 33 SPDR ETF tra cui

Il 2011 ha rappresentato per noi un momento di svolta su questo mercato, in quanto abbiamo investito in maniera massiccia sulla nostra piattaforma di ETF, a 360 gradi. Abbiamo fatto investimenti sul lato nuovi prodotti, sui sistemi informativi e risorse umane, attraverso un team di persone dedicato agli ETF. E abbiamo iniziato il 2012, quotando in Borsa Italiana 5 nuovi ETF repliche di

Emanuele Bellingeri (iShares):

Marcello Chelli (Lyxor):

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mercati azionari di frontiera che rafforzano il nostro posizionamento strategico sui mercati emergenti. Dopo la recente quotazione di ETF su MSCI Frontier Markets, MSCI EFM Africa ex South Africa, GCC Countries ex Saudi Arabia Top 50 Capped, e due indici con copertura del rischio cambio, MSCI EM Latin America EUR Hedged e MSCI Brazil EUR Hedged Index, continueremo a focalizzarci nella ricerca di soluzioni e sottostanti efficienti ed innovativi. Massimo Siano (ETF Securities): Abbiamo già quotato 53 nuovi ETC perchè nei momenti di crisi le società forti come ETF Securities devono guadagnare quote di mercato a danno delle società che offrono ETF azionari ed obbligazionari. Alexandre Vecchio (Ossiam): Per Ossiam, filiale di Natixis Global Asset Management, il 2011 è stato un anno di esordio nel mercato europeo degli ETF con, fra l'altro, la quotazione di 4 ETF su Borsa Italiana su strategie Equal Weight e Minimum Variance all'inizio del mese di luglio.

Malgrado un contesto di mercato molto volatile e incerto, i risultati sono decisamente positivi, con un patrimonio in gestione al 01/03/2012 di più di 292 milioni di euro. I prodotti su cui Ossiam ha messo l'accento nel 2011 sono due ETF su strategie Minimum Variance sull'Europa e sugli Stati Uniti che hanno per obiettivo di selezionare i titoli meno volatili e con delle correlazioni abbastanza basse da ridurre significativamente la volatilità degli indici Stoxx Europe 600 e S&P


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500. Queste due strategie hanno dimostrato di contenere la volatilità del mercato di almeno 30%* con un posizionamento su settori difensivi che ha consentito di mettere a segno performance migliori degli indici ponderati per la capitalizzazione. Pertanto, nel secondo semestre del 2011, l'Ossiam ETF Istoxx Europe Minimum Variance NR ha registrato una performance di -0.55% contro una perdita di -11,25% dell'indice Stoxx Europe 600 NR mentre l'Ossiam ETF US Minimum Variance NR ha chiuso il semestre con una performance positiva di

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+16,91% contro una performance di 7,21% dell'indice S&P 500 NR**. Ossiam continuerà nel 2012 a concentrarsi sul lancio di nuovi ETF di strategia ampliando la sua gamma di ETF Equal Weight e Minimum Variance sull'azionario e guardando anche ad altre asset class come l'obbligazionario e il cambio. Le novità verranno comunicate dopo aver ricevuto le dovute approvazioni da parte delle diverse autorità regolamentari competenti.

30/12/2011 sulla performance e la volatilità annualizzata degli ETF Ossiam ETF iSTOXX® EUROPE MINIMUM VARIANCE NR rispetto all’indice STOXX® Europe 600 Index NR e dell’ETF Ossiam ETF US Minimum Variance rispetto all’indice S&P 500®. Le performance passate non sono un indicatore affidabile delle performance future.

NOTE: *Fonte Bloomberg dal 01/06/2011 al

Rip rod uzio ne Ri se rva ta i n o g ni su a f or ma a nche parziale

**Si veda nota 1 sopra.

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