FCWorld - Marzo 2009

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Marzo 2009

FC

® FINANCIAL CLONES WORLD

Newsletter Economico Finanziaria

CONTENUTI Presentazione Temi affrontati nel ventesimo numero di FCWorld 2

Speciale e Novità - I trasporti marittimi irrompono nel segmento degli ETF - France: La douce France 3

Approfondimento - ETF Obbligazionari Inflation Linked: Un’alternativa rispetto agli ETF obbligazionari grazie alla protezione per inflazione 6

Scenari - L'indice EuroMTS Inflation Linked analizzato con diverse metodologie. Analisi Tecnica, Gann e Analisi Fondamentale 10

Focus Intervista a O. Castelli, Responsabile Marketing &Sales Click Options Italia

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1 / FinancialClonesWorld / n.20 / Marzo 2009


FC WORLD Delia Maria Fassi - Amministratore D.M.F. S.r.l.

Financial Clones World Il Mondo del Cloni Finanziari

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“Inflatio-onis” dilatazione - espansione

Il periodo storico nel quale stiamo vivendo sembra offrirci molti più interrogativi che risposte, e quando uno di questi viene risolto normalmente ci si presentano nuovi e diversi punti di domanda. Questa mancanza di riferimenti sicuri non è necessariamente un elemento negativo anche se spesso rischia di incrementare il livello di stress con il quale tutti noi siamo abituati a convivere. Ragion per cui non si può che accogliere con piacere tutte le volte in cui siamo in grado di intervenire direttamente a ridurre le incognite che ci troviamo ad affrontare. Questo vale tanto nella vita di tutti i giorni che in quella finanziaria, nella quale pur su due piani diversi, molti schemi tendono a ripresentarsi. L'inflazione è una variabile insita nel sistema, che rischia di erodere lentamente ma inesorabilmente il capitale, ma che grazie che ad alcuni ETF obbligazionari possiamo sterilizzare. Un piccolo ma importante contributo alla nostra personale opera di riduzione delle incognite in ambito finanziario. In questo numero affrontiamo quindi le seguenti tematiche: Speciale: Nell'epoca dei beni immateriali, il settore dei trasporti marittimi è diventato una necessità imprescindibile ed adesso questo settore è a disposizione degli investitori con un ETF tematico, un clone che replica un indice del trasporto marittimo. Novità: La Francia si scopre a beneficio degli investitori italiani ed un nuovo clone finanziario permette di andare long su un indice short del mercato francese. Approfondimento: L'inflazione erode la nostra capacità di spesa e rende difficile riuscire a mantenere il proprio livello di qualità di vita. Esistono sul mercato finanziario delle obbligazioni legate all'inflazione che permettono di ripararsi dai danni causati dall'inflazione. Vediamo in questo articolo quali ETF è possibile utilizzare per raggiungere questo scopo. Scenari : Il mercato delle obbligazioni collegate all'inflazione viene studiato utilizzando l'Analisi Tecnica applicata all’indice EuroMTS Inflation Linked analizzato con Gann e l'A.T. , e l’analisi si conclude con una visione Macro. Intervista: Abbiamo rivolto alcune domande alla responsabile per l'Italia di ClickOptions e vogliamo condividere con voi le sue risposte.

Delia Maria Fassi

2 / FinancialClonesWorld / n.20 / Marzo 2009


SPECIALE Ufficio Studi DMF SRL Consulenza in Investimenti Finanziari

I trasporti marittimi irrompono nel segmento degli ETF Nell'epoca dei beni immateriali, il settore dei trasporti marittimi è diventato una necessità

IE00B3CMS880, mentre il suo codice di negoziazione (Codice Alfa) è SHIP. Il benchmark utilizzato è il Russell Global Shipping Large Cap Index e misura il rendimento di tutti i titoli di aziende del settore delle spedizioni marittime a larga capitalizzazione presenti nell'indice Russell Global Index. L'indice comprende 29 titoli di 12 paesi.

Una novità assoluta nel settore degli ETF tematici, un clone che replica un indice del trasporto marittimo L'economia moderna è ormai una matrice interconnessa ed ogni singolo paese, che possiamo vedere come terminale della matrice, dipende dall'andamento dell'economia degli altri stati, in una specie di effetto domino. Questo è vero per ogni settore economico, ma se per quanto riguarda la finanza il collegamento tra le varie economie è ormai totalmente immaterializzato, e si è trasformato in un flusso di bit che viaggiano da un continente all'altro, per le merci questo non vale e quindi mantengono la propria materialità dovendo essere trasportate dal luogo di produzione/trasformazione a quello di utilizzo. A questo punto entra in campo l'industria delle spedizioni che si deve preoccupare di trasportare le merci per tempo dal luogo d'origine a quello di destinazione. Alcuni anni fa era di gran moda parlare

del concetto di “Just in time”, ovvero della necessità di produrre soltanto quel che è venduto con un conseguente abbattimento delle scorte sia di prodotti finiti che da lavorare. Come si può facilmente intuire la gestione delle consegne e dei trasporti è uno dei pilastri cardine di tutta quanta la costruzione precedente. A questo punto credo sia chiaro a tutti come il settore delle spedizioni/trasporti sia vitale per il corretto funzionamento dell'economia e come il trasporto marittimo svolga un ruolo primario al suo interno. I cloni finanziari salutano con piacere l'arrivo di un nuovo ETF nel settore delle spedizioni marittime. L'ETF in questione è denominato ETFS Russell Global Shipping Large Cap Fund ed il suo codice ISIN è

Il Russell Global Shipping Large Cap Index è costruito in modo da fornire un quadro esauriente e imparziale del settore delle spedizioni marittime e viene ricalcolato annualmente per assicurare che vengano incluse nuove azioni del settore. Nell’indice vengono inserite società la cui attività principale è costituita dai trasporti marittimi. Il peso dei paesi nell'indice è il seguente: Japan 28.98% Denmark 21.96% 17.63% United States Le commissioni totali annue sono dello 0,65% ed il massimo spread Bid/Ask è del 3,00%. L'ETF non prevede la distribuzione di dividendi ed sussiste il rischio cambio in quanto la valuta del sottostante è diversa da quella del clone. Ri pro duzione Vi etata

S C H E D E E T F & C E R T IF IC AT E S F inancial Clones dell' indice Russell G lobal Shipping Large Cap I ndex Descr. T ipologia Prodot t o di Prodot t o ETF

ETF

Direzione

Nome del Prodot t o

Codice I SI N

T icker F raz. Comm Dat a I ndice . G est Scad. Replica l' andament o dell' indice Russell G lobal Shipping Large Cap I ndex

Direz. Indice Etfs Russell Glob. Shipping Large Cap F. IE00B3CMS880 SHIP

n.d.

0,65% Illimitato

Fonte: www.ETFWorld.com

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NOVITA’

La France douce France La Francia si scopre a beneficio degli investitori italiani

legato in maniera inversa alla performance dell’indice francese CAC 40® Total Return. Una variazione negativa del CAC 40 TR Index si rifletterà in una speculare variazione positiva dell’indice Short e viceversa. La replica inversa è effettuata su base giornaliera.

Un nuovo clone finanziario permette di poter andare short sul mercato francese La Francia è il paese europeo con cui l'Italia ha da sempre avuto i maggiori contatti. La vicinanza tra due nazioni spesso porta ad una forma ambivalente di rapporti che variano da momenti di grande fraternità a situazioni di amichevole freddezza, elementi che possono essere ulteriormente accentuati se una nazione prevale rispetto all'altra.

kers CAC 40 SHORT ETF ed ha come codice ISIN LU0322251280, mentre il suo codice di negoziaizione (Codice Alfa) è XC4S. L'indice utilizzato come sottostante del clone è il CAC 40 Short Index, ed è col-

A questa componente vanno aggiunti gli interessi attivi pari a 2 volte il tasso EONIA meno un tasso REPO, corrispondente al tasso pagato per prendere a prestito i titoli necessari a coprire le posizioni corte. L'indice CAC 40 Index è un indice di prezzo ed include soltanto azioni emesse da società considerate rappresentative del mercato azionario Euronext di Parigi.

Al di là delle considerazioni di carattere sociologico, il mercato azionario francese è sempre stato per gli investitori italiani di cloni finanziari una sorta di chimera, un mercato conosciuto ma impossibile da raggiungere.

L'indice consiste di: - Società con Euronext Parigi come mercato di riferimento - Società che non hanno Euronext Paris come mercato di riferimento ma che hanno:

A partire dal 16 febbraio 2009 le cose sono definitivamente cambiate ed anche il mercato francese è diventato finalmente raggiungibile dagli investitori italiani che grazie a DBank possono acquistare e vendere due ETF legati all'indice CAC40, uno Long e l'altro Short.

1.La presenza significativa (rispetto alle dimensioni del gruppo) di beni e / o sede attività in Francia e / o di occupazione di un numero significativo di personale in Francia, o 2.Notevoli volumi di scambio sui relativi

L'ETF short è denominato db x-tracS CHEDE ET F & CER T IF ICAT ES F inancial Clones dell' indice CAC 40 Short Descr. T ipologia Prodot t o di Prodot t o

Direzione

Nome del Prodot t o

Direz. Indice

Db X-Trackers Cac 40 Short Etf

Codice I SI N

T icker

F raz. Comm. I ndice G est

Dat a Scad.

Replica l' andament o dell' indice CAC 40 Short ETF

ETF

LU0322251280 XC4S

n.d.

0,40% Illimitato

Fonte: www.ETFWorld.com

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Ufficio Studi DMF SRL Consulenza in Investimenti Finanziari

prodotti derivati a Parigi; o

data del 31/12/1987.

3.Storia di presenza in indici (tra cui acquisizioni), nella misura in cui i punti 1. e / o 2. sono applicabili per il titolo candidato.

La lista delle azioni candidate si basa sulle 40 azioni maggiormente rappresentative in termini di turnover e di capitalizzazione free float adjusted.

Dall'universo delle azioni eleggibili, vengono selezionate le 100 a maggiore capitalizzazione, escludendo le società "Holding".

L'allocazione settoriale vede prevalere: Petrolio e gas 17,87% Prodotti finanziari 12,97% Prodotti industriali 11,92%

L’indice si base su una capitalizzazione di mercato libera di modificarsi.

Le singoli azioni maggiormente rappresentative sono:

Il free-float è arrotondato al successivo multiplo del 5%.

Total SA Sanofi-Aventis Gaz de France L'ETF di Deutsche Bank

Il livello base dell’indice era 1000 alla

missioni totali annue dello 0,40% ed il massimo spread Bid/Ask è dell'1,50%.

17,58% 8,98% 6,73% ha delle com-

Non è prevista la distribuzione di dividendi in quanto l'indice sottostante è del tipo Total Return e non esiste il rischio cambio in quanto la valuta di riferimento è l'euro. In definitiva non si può che salutare con piacere l'arrivo di questo nuovo ETF che offre l'opportunità di investire sul mercato francese e per di più in un'ottica short. Ri pro duzione Vi etata

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APPROFONDIMENTO

L'inflazione europea sconfitta dagli ETF

menti ha preso definitivamente forma a partire dagli inizi degli anni 80, quando il governo britannico iniziò ad emetterne.

Analizziamo gli ETF Obbligazionari Inflation Linked dell'area Euro

Il mercato delle obbligazioni indicizzate all'inflazione consiste principalmente di debiti di paesi sovrani. Gli ETF dispongono ormai di un ventaglio di scelte amplissimo su un numero diverso di asset class ed anche per le Obbligazioni inflation linked esistono alternative diverse.

Un’alternativa per gli investitori che prediligono gli ETF obbligazionari grazie alla protezione per inflazione Il termini inflazione è conosciuto da tutti e viene comunemente utilizzato per indicare l'aumento dei prezzi dei beni e dei servizi, anche se dal punto di vista economico la definizione risulta non corretta. In gergo economico l'inflazione identifica l'incremento della quantità di moneta circolante. La conseguenza dell'aumento dell'inflazione comporta che, ad un aumento generalizzato dei prezzi, corrisponde una diminuzione del potere d'acquisto della moneta e come conseguenza finale con il medesimo ammontare di denaro si possono acquistare quantità minori di beni.

Per sterilizzare la perdita di valore causata dall'inflazione nascono le obbligazioni emesse da nazioni dell'area Euro collegate all'inflazione, che sono in grado di restituire a scadenza oltre al rendimento normale, un extra rendimento capace di superare questo problema. Le obbligazioni indicizzate all'inflazione prevedono il pagamento di una cedola periodica.

Gli ETF obbligazionari dell'area Euro legati all'inflazione presenti sulla piattaforma ETFPlus di Borsa Italia sono tre. Questi cloni sono emessi da iShares, Lyxor e Deutsche Bank. Il primo ETF è denominato iShares Inflation Linked Bond ed ha come codice ISIN IE00B0M62X26 mentre il suo codice di negoziazione è IBCI.

Queste obbligazioni non sono una scoperta recente dell'ingegneria finanziaria, visto che la prima obbligazione di questo fu emessa dalla Massachusetts Bay Company nel lontano 1780.

Il clone che offre un’esposizione alle obbligazioni legate al tasso d’inflazione ed emesse da stati della zona euro, ha come benchmark l’indice Barclays Capital Euro Government Inflation linked bond che misura le performance del mercato dei bond governativi dell'area Euro legati all'inflazione.

Chiaramente il mercato di questi stru-

L'indice attualmente include 22 obbli-

S C H E D E E T F & C E R T IF IC AT E S

F inancial Clones dei principali I ndici O bbligazionari legat i all' I nf lazione dell' Area Euro Descr. T ipologia Direzione Nome del Prodot t o Codice I SI N T icker F raz. Comm Prodot t o di Prodot t o I ndice . G est Replica l' andament o dei principali I ndici O bbligazionari legat i all' I nf lazione dell' Area Euro ETF ETF ETF

ETF ETF ETF

Direz. Indice Direz. Indice Direz. Indice

Lyxor Etf Euromts Inflation Linked Ishares Euro Inflation Linked Bond Db X-Tr.II Iboxx Euro Infl. Linked Tri

FR0010174292 IE00B0M62X26 LU0290358224

EMI IBCI XEIN

* * n.d.

Dat a Scad.

0,20% Illimitato 0,25% Illimitato 0,20% Illimitato

Non è previsto un rapporto indicativo ETF / Indice che sia pari a un numero intero e che rimanga sostanzialmente invariato nel * tempo Fonte: www.ETFWorld.com 6 / FinancialClonesWorld / n.20 / Marzo 2009


gazioni Francesi, Italiane, Tedesche e Greche. La composizione dell'indice al 30 novembre 2008 era la seguente: Paesi: Francia 54% Italia 32% Germania 9% Grecia 5% Rating: Obbligazioni AAA Obbligazioni A Scadenza: 0-3 anni 3-5 anni 5-7 anni 7-10 anni 10-15 anni 15+ anni

62,11% 37,89%

17,25% 20,82% 11,87% 16,40% 12,46% 21,19%

Le commissioni totali annue previste sono dello 0,25% mentre il massimo spread Bid/Ask è dello 0,50%. Il secondo ETF è emesso da Lyxor e si chiama Lyxor ETF EuroMTS Inflation Linked ed il suo codice ISIN è FR0010174292 mentre il suo codice di negoziazione è EMI. L'indice sottostante EuroMTS Inflation Linked (EMTXi) misura le performance dei titoli di debito indicizzati all'inflazione emessi dagli stati sovrani dell'area Euro. L'indice è stato ideato in collaborazione con l'associazione francese dei titoli obbligazionari, il Comite de Normalisation Obligataire (CNO), per rappresentare in maniera accurata la struttura del mercato delle obbligazioni della zona Euro indicizzate all'inflazione e perchè fosse un'estensione della famiglia degli indici EuroMTS. Tale indice ricomprende tutte le emis-

sioni degli stati sovrani dell'area Euro quotati sulla piattaforma di negoziazione MTS con più di 2 miliardi di Euro in circolazione e almeno 1 anno alla scadenza. Il numero di obbligazioni presenti nell'indice è di 22 e la composizione dell'indice stesso è la seguente: Paesi: Francia 54.06% Italia 31.36% Germania 9.27% Grecia 5.31% Scadenza: 1 -10 anni 10+ anni

54.8% 45.2%

Le commissioni totali annue sono dello 0.20% e il massimo spread tra la domanda e l'offerta è dello 0,50%. Il terzo ETF è emesso da Deutsche Bank ed è denominato DB X-TRACKERS II IBOXX EURO Inflation-Linked Total Retrun Index ETF. Il suo codice ISIN è LU0290358224, mentre il suo codice di negoziazione è XEIN. Il benchmark utilizzato è l’indice IBOXX EURO INFLATION-LINKED TOTAL RETURN INDEX® che rappresenta i più importanti mercati di obbligazioni indicizzate all’inflazione, relativa a stati sovrani o ad entità dotate di sovranità limitata (quasi sovereign) della zona Euro. L’indice è calcolato e diffuso da Deutsche Börse ed è sponsorizzato da International Index Company Limited (“IIC”) e solo le obbligazioni emesse da stati sovrani o da entità sub-sovereign sono idonee ad entrare a far parte dell’indice. I sub-sovereign sono obbligazioni emesse dalle amministrazioni locali e le obbligazioni garantite o emesse da soggetti garantiti dai governi o da agenzie governative, banche pubbliche o entità sovranazionali. Le cedole dei titoli inclusi nell’indice sono a tasso fisso; possono entrare a far parte dell’IBOXX EURO INFLATIONLINKED TOTAL RETURN INDEX anche obbligazioni zero-coupon purchè correlate all’inflazione. Il debito pubblico degli stati emittenti deve essere stato valutato con rating pari almeno ad investment grade. Gli enti dotati di sovranità limitata (subsovereign) devono avere un rating pari

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Ufficio Studi DMF SRL Consulenza in Investimenti Finanziari

ad investment grade assegnato da Fitch, Moody’s o Standard & Poors. Solamente le obbligazioni il cui flusso di cassa può essere determinato in anticipo sono idonee ad essere incluse nell’indice. L’indice è composto solo da obbligazioni. I titoli del tesoro (T-bills) e gli altri strumenti del mercato monetario non sono presi in considerazione come elementi costitutivi dell’indice.

ce, devono avere una vita residua minima di almeno un anno alla data di ribilanciamento annuale.

Non è prevista la distribuzione di dividendi in nessuno dei tre ETF in quanto i proventi vengono capitalizzati nel valore della quota.

L'indice ha le seguente composizione: Paesi: Regno Unito Italia Germania Svezia Grecia

Per i primi due cloni non esiste il rischio cambio in quanto sia i sottostanti, gli indici e gli ETF sono quotati in Euro, mentre per il terzo un minimo rischio esiste in quanto sono presenti obbligazioni emesse da nazioni non appartenenti alla zona Euro.

33,67% 18,54% 5,53% 5,50% 3,23%

Le commissioni totali annue sono dello 0,15% e il massimo spread tra la domanda e l'offerta è dello 0,50%.

Ri pro duzione Vi etata

Tutti i titoli, per essere inclusi nell’indi-

8 / FinancialClonesWorld / n.20 / Marzo 2009


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MERCATI GLI SCENARI 1/3

L’indice EuroMTS Inflation Linked secondo Gann

Il top di 168 si qualifica come nuovo segnale di vendita La mappa temporale di medio periodo individua le prossime scadenza di setup mensili in Aprile, Giugno e Settembre 2009 MEDIO PERIODO: La mappa temporale mensile nel 2008 è stata caratterizzata dalla scadenza di importanti setup monthly nel Marzo 2008, top di prezzo chiave a 167, in Maggio mese in cui l’Indice EuroMTS Inflation Linked ha

bloccato il movimento ribassista partito con la conferma del segnale di vendita di Marzo, Settembre la cui rottura ribassista di 162,50 ha sancito una forte dinamica correttiva fino all’ultimo setup dell’anno del Novembre 2008 a quota

Breve Periodo La scadenza del forte setup weekly il 10-14 Novembre 2008 ha generato un forte segnale di acquisto grazie al bottom di periodo di 154, evento che ha permesso all’indice EuroMTS Inflation Linked di riprende la strada rialzista una volta violato il pivot di 161. Il ripristino della tendenza positiva di breve fino al successivo setup temporale del 15-19 Dicembre 2008 ha dunque giustificato il ritorno dell’indice obbligazionario indicizzato all’inflazione verso i massimi storici correnti dell’Agosto 2008, ma la formazione del nuovo segnale di vendita del 15-19 Dicembre ha posto le premesse per un nuovo indebolimento dell’indice in questione. La dinamica complessa non direzionale registrata da metà Dicembre a metà Gennaio è culminata con la scadenza dell’ultimo setup weekly di vendita del 12-16 Gennaio, settimana in cui il top annuale corrente di 168 anticipava la ripresa del trend ribassista dell’EuroMTS, scenario confermato dalla rottura dei pivot psicologici di 164,90 e 163,80. Pertanto l’esito positivo dei due segnali temporali di vendita del 1519 Dicembre e del 12-16 Gennaio 2009 segnano la svolta ribassista dell’indice obbligazionario indicizzato all’inflazione Euro e la violazione in atto dell’angolo 1x1 tendenziale dal Giugno 2007 passante a 162,50 rafforza l’aspettativa di ulteriore indebolimento dell’EuroMTS verso il nuovo angolo 1x4 stimato a 156,50. Anche nel quadro settimanale si conferma dunque il raffreddamento sempre più marcato di spinte inflasegue ...

10 / FinancialClonesWorld / n.20 / Marzo 2009


A cura di Maurizio Masetti -Gann’s World

zionistiche che non presentano rischi di erosione di capitali investiti in titoli di stato della zona Euro, almeno fino a quando il suddetto indice si manterrà sotto il top di setup di 168. La scadenza del prossimo setup weekly il 2-6 Marzo con P\T 161 suggerisce debolezza nella prima settimana di Marzo e l’uscita dal setup temporale permetterà di comprendere l’evoluzione dell’indice fino al successivo setup del 30 Marzo-3 Aprile.

154. La formazione del nuovo segnale di acquisto in prossimità dell’obiettivo P\T di 156 lo scorso Novembre ha giustificato in Dicembre la ripresa del movimento rialzista confermata in mantenimento fino al primo setup del 2009 scaduto nel mese di Gennaio (P\T: 170,80). Il top di 168 si qualifica dunque come nuovo segnale di vendita operativo alla violazione del bottom di setup pari a 160, evento che riporterà l’indice obbligazionario sui minimi del 2008. L’importanza del setup di Gennaio 2009 (P\T: 170,80) nasce dalla constatazione che trattasi di scadenza temporale in grado di concludere il ciclo rialzista di periodo bottom Giugno 2007 – top Gennaio 2009 in cui l’EuroMTS Inflation Linked ha coperto un range di prezzo di estremi 151,80 e 168, scenario che suggerisce la ripresa di una nuova tendenza ribassista con primo target temporale Aprile (P\T: 154\164,50). E’ noto come la Gann’s Theory insegni

la corrispondenza biunivoca tra fattore Tempo e componente Prezzo secondo la formula “il Tempo anticipa il Prezzo per poi essere il Prezzo a confermare il Tempo”. Pertanto l’attesa di un nuovo scenario ribassista dell’indice obbligazionario anticipata dal setup di vendita caduto in Gennaio necessita della perforazione di 160 per avvalorare e rafforzare il raffreddamento sul versante dell’inflazione con bassissimo rischio di aumento dei tassi di interesse. Ma poiché trattasi di set temporale chiave, è determinante monitorare con attenzione l’uscita dalla grossa barra mensile di Gennaio dal momento che mentre sarà naturale assistere alla perforazione di 160, l’eventuale ma non attesa rottura di 168 darà inizio ad una nuova onda rialzista di medio periodo con target temporali Aprile e Giugno 2009 e di prezzo 173,40 e 182,30. Il passaggio dell’angolo 1x1 tendenziale dal bottom del Giugno 2007 a 161,90 potrebbe tuttavia rappresentare un forte ostacolo in qualità di supporto dina-

mico tale da impedire o rendere difficile la violazione di 160. Ma rimane il fatto che il setup temporale di Gennaio ha generato un chiaro segnale di vendita che anticipa la perforazione di 160, dunque un scenario di nuovo raffreddamento sul fronte dei prezzi di natura strutturale che proietta l’indice EuroMTS Inflation verso il successivo angolo 1x2 stimato a 157 con tolleranza angolare a 155,40. Al di sotto di tale livello angolare è presente un vuoto angolare di notevole portata a 130, evento che aprirebbe uno scenario fortemente recessivo nonché depressivo verso una nuova era deflazionistica. La mappa temporale di medio periodo individua le prossime scadenza di setup mensili in Aprile, Giugno e Settembre 2009 (P\T: 154,50\154,50), quest’ultimo determinante per cogliere l’evoluzione dell’indice obbligazionario indicizzato all’inflazione in zona Euro fino a Gennaio 2010. Ri pro duzione Vi etata

11 / FinancialClonesWorld / n.20 / Marzo 2009


MERCATI GLI SCENARI ETF

2/3

L’indice EuroMTS Inflation Linked

Dal 2004, anno di introduzione di questo indice, si è assistito ad una graduale e costante salita dei corsi, in particolare tra il 2007 e il 2008, periodo durante il quale si percepiva una preoccupazione per gli effetti che il prezzo delle commodity avrebbe avuto sulla vita quotidiana e, quindi, sull’inflazione nella zona Euro.

Dal 2004 si è assistito a una graduale salita

E’ possibile notare un supporto dinamico attualmente passante in area 158, infranto il quale potremmo rivedere area 152 L’indice EuroMTS Inflation Linked (codice Bloomberg EMTXIGC) è uno strumento che raggruppa un paniere com-

posto dai principali bond governativi europei indicizzati all’andamento dell’inflazione.

Il confronto che appare dal grafico 1, mette in relazione l’andamento del futu-

re sul petrolio con quello dell’indice EuroMTS Infl. Linked e del corrispondente

Basti pensare che, come si evince dal grafico 1, il principale indicatore di tale “rischio” era rappresentato dall’impennarsi delle quotazioni dell’oro nero, passate in un anno e mezzo, da 60$ a 140$ al barile (linee rosse).

ETF emesso da Lyxor e quotato in Francia: al crescere dei timori inflativi,

12 / FinancialClonesWorld / n.20 / Marzo 2009


A cura di Andrea Giunta Responsabile Consulenza Mercati Finanziari Bank Insinger De Beaufort

gli strumenti correlati subiscono una palese influenza positiva e viceversa.

flazione in Europa e quello previsto per gli anni 2009-2010.

Ad ogni modo un ulteriore indicatore da tener presente, sebbene il petrolio abbia un peso specifico molto importante, ma non “assoluto”, è il livello revisionale della Commissione Europea. La tabella 1 riporta l’andamento dell’in-

Anche in questo caso si deve sottolineare che la percezione di un aumento di inflazione, riflessa dall’andamento delle quotazioni del petrolio, ha avuto una sua realizzazione nel “salto” dal 2,13% del 2007 al 3,28% del 2008.

all’1% finale per l’anno in corso e una timida ripresa per quello successivo). In linea di massima gli strumenti legati all’inflazione già dovrebbero iniziare ad incorporare questa discesa. Inoltre, l’incertezza sulla durata della crisi e soprattutto il balenato effetto de-

Allo stesso modo, l’acuirsi della crisi economico-finanziaria, con il presumibile impatto sul ciclo economico (PIL negativo e aumento della disoccupazione, nonché il citato rapido deprezzamento delle principali materie prime), dovrebbero consentire all’inflazione di ridursi drasticamente (in tal senso la Commissione prevede un calo fino

flativo, sono i principali punti critici sui quali le scommesse degli operatori possono indirizzarsi. Se volessimo effettuare un approccio “tecnico” al grafico 2, rappresentativo dell’indice in esame, potremmo notare un supporto dinamico attualmente passante in area 158, infranto il quale po-

tremmo rivedere area 152. Se, viceversa, così come avvenuto a novembre ’08, area 158 servisse a trovare la forza per un recupero (e per logica un ritorno inflativo), il successivo livello di resistenza si dovrebbe individuare in area 166-168. Ri pro duzione Vi etata

13 / FinancialClonesWorld / n.20 / Marzo 2009


MERCATI GLI SCENARI 3/3

L’indice EuroMTS Inflation Linked

(petrolio in primis). In sostanza si ritiene che la crescita dei prezzi possa diventare negativa (disinflazione) o peggio che il sistema economico sperimenti una deflazione da domanda, la più temuta.

Ma esiste ed è concreto il rischio deflazione? In sintesi, il quadro d’insieme che prefigura, se affrontato in modo inadeguato come negli anni trenta del secolo scorso, il passaggio da una seria recessione ad una depressione economica In un momento in cui chi tocca le azioni corre il rischio di rimanere contagiato, è meglio rivolgersi alle obbligazioni. Come diversificazione di portafoglio, va bene. Ma quali obbligazioni e di quale paese. Da un po’ di tempo è possibile investire in prodotti che replicano un indice obbligazionario, per sua natura meno volatile e quindi rischioso di una singola obbligazione. Questo indice ci chiama EuroMTS Inflation Linked ed è costituito dalle obbligazioni governative, a tasso indicizzato all’inflazione, emesse da paesi appartenenti all’Area Euro.

Essenziale diventa allora capire la politica economica, non solo monetaria ma anche fiscale dell’area euro, per cercare di rendere il più profittevole possibile il proprio investimento. Il contesto macroeconomico globale ha riservato ampio spazio a timori di una forte riduzione della crescita dei prezzi (l’inflazione appunto) indotta sia da una flessione della domanda aggregata sia dalla diminuzione delle materie prime

Nella normalità dei casi l’inflazione è infatti strutturalmente associata ad economie in espansione: per esempio in Cina i prezzi nel mese di febbraio 2008 sono arrivati a crescere ad un tasso dell’8.7%, il livello massimo degli ultimi dieci anni. Non è solo in economie da noi così distanti nella struttura, oltre geograficamente, dove l’inflazione fa insorgere preoccupazioni. Nel 2008, la crescita del prezzo del petrolio, oltre alla crescita dei prezzi dei generi alimentari, hanno spinto i livelli inflativi dell’intero globo verso l’alto. Non più tardi dell’aprile 2008 la Banca Centrale Europea metteva in guardia dai rischi al rialzo per la stabilità dei prezzi nel medio termine e veniva inoltre evidenziato il rischio di un innesco di una spirale salari-prezzi che avrebbe portato ad una perdita di competitività

L’indice può includere solo obbligazioni denominate in Euro che prevedano il pagamento di almeno una cedola all’anno, il rimborso in un’unica soluzione, la negoziazione sulla piattaforma MTS. Come si vede quindi vengono eliminati alla radice alcuni rischi: il cambio (solo titoli area euro), la liquidità deve essere elevata (negoziazione piattaforma MTS), difficoltà di reinvestimento del capitale (rimborso in un’unica soluzione) e remunerazione del capitale (titoli che pagano almeno una cedola l’anno).

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e di occupazione dell’area euro. Ma ora, diversi cominciano ad essere gli economisti che rivalutano il fatto che una “sana inflazione” non possa che fare il bene dei sistemi economici. Ma è davvero cambiato tutto in così poco tempo. E perché la deflazione spaventa così tanto. Cerchiamo di capire, innanzitutto dai numeri, di che cosa stiamo parlando. Sulla base dei dati, il quarto trimestre del 2008 si profila come il peggiore dell’anno, con una contrazione del prodotto aggregato intorno al 3,5% per l’area. Il 2009, purtroppo, avrà ancora segno negativo e sarà probabilmente archiviato per l’economia globale come il peggiore dalla fine della seconda guerra mondiale, con una crescita media negativa, sia per l’area euro che per gli USA, che potrebbe essere compresa tra -1,5 e -2,5 percento. Inoltre, la recessione sta ugualmente colpendo altri importanti paesi tra i quali Giappone, Regno Unito, Canada e Russia, mentre le stime di crescita per Cina e India, seppur tuttora positive, subiscono sistematiche revisioni al ribasso.

L’esperienza di passate recessioni, statunitensi ed europee, suggeriscono un possibile aumento del tasso di disoccupazione, nell’arco dei prossimi 12 mesi, fino ad un livello del 9%. In termini di numero di lavoratori, ciò significa il possibile materializzarsi di almeno altri due milioni di disoccupati nel corso del 2009, sia negli Stati Uniti che in Europa. In quest’ultima area, all’incirca la metà dei nuovi disoccupati dovrebbe essere concentrata in due soli paesi, ermania e Italia. Per quanto riguarda la variazione dei prezzi, è in atto nel mondo una veloce disinflazione e nel giro di pochi mesi vedremo approssimarsi il tasso di crescita zero nella dinamica dei prezzi al consumo. Come dicevamo, alla radice della disinflazione vi è ovviamente la recessione mondiale ma occorre sottolineare che la particolare rapidità della caduta dell’inflazione è in gran parte attribuibile al collasso delle quotazioni del petrolio. In sostanza, abbiamo osservato negli ultimi 5-6 mesi una nemesi nell’andamento del prezzo delle materie prime

che sta compensando, con brutalità non dissimile, gli eccessi della precedente fase ascendente. Il tasso d’inflazione calcolato sulle variazioni dei prezzi al consumo ha toccato i valori massimi nel luglio 2008, con il 4,1% nell’area euro ed il 5,6% negli Stati Uniti, per poi flettere velocemente nei mesi successivi. Tuttavia, se si guarda alla dinamica dell’inflazione "core", ovvero all’andamento dell’indice dei prezzi al consumo depurato dalle componenti volatili rappresentate da energia e alimentari, si nota che la danza del tasso d’inflazione è stata assai più moderata. In Europa, questa misura dell’inflazione di fondo è stata poco al di sotto del 2% per gran parte del 2008, toccando questo limite nel solo mese di marzo. L’ultimo dato disponibile, relativo al mese di novembre, indica un valore dell’1,9%. Quindi, almeno se si guarda a questo indicatore, l’andamento dell’inflazione non è mai stato superiore negli ultimi 12 mesi alla soglia ritenuta di allarme

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da parte della Bce. In effetti, vale la pena osservare, che laddove la banca centrale avesse guardato alla "core inflation" come ad un indicatore di tendenza, essa avrebbe potuto evitare l’errata decisione di rialzare i tassi d’interesse nel meeting del luglio scorso. Tuttavia, nella sua pubblicazione del novembre 2008 "Survey of Professional Forecasters", la Bce ha evidenziato una sensibile caduta delle previsioni d’inflazione per i 12 mesi successivi, oltre che una drastica revisione al ribasso delle prospettive di crescita dell’economia europea. Data anche l’elevata volatilità di questa fase, l’utilità di queste rilevazioni a fini di orientamento delle scelte di politica monetaria appare relativamente limitata: la scelta consentita, perfino agli esperti, dall’incerto contesto economico è quella di estrarre dai dati passati l’informazione utile per prevedere il futuro. In sostanza, in questa fase recessiva e volatile, si effettua un mesto aggiornamento delle previsioni macroeconomiche in perfetto stile "backward looking".

essere estrapolato da una eventuale, netta discesa sotto l’1% del tasso di variazione su 12 mesi dell’indice dei prezzi con esclusione delle componenti volatili. Ma esiste ed è concreto il rischio deflazione? Il rischio di una deflazione generalizzata si collega alla risposta al seguente quesito: ci sono possibilità che l’attuale recessione mondiale si estenda a tutto il prossimo biennio, abbracciando così anche il 2010 e quindi trasformandosi in una semi-depressione? Putroppo, a questo stadio, la risposta è che questa possibilità non può essere del tutto esclusa, data anche la persistente sottovalutazione della crisi da parte dei governi di alcuni importanti paesi.

In particolare, nel contesto europeo alcuni governi, come quello tedesco, sembrano conservare la pericolosa convinzione che l’economia globale sia all’interno di una (più o meno) classica recessione e che, una volta purgato il sistema dagli eccessi e dagli errori accumulati nella precedente espansione, si tornerà su uno stabile sentiero di crescita di lungo periodo. Non tutte le crisi economiche del dopoguerra hanno avuto caratteri keynesiani. Per esempio, la recessione mondiale degli anni settanta fu accompagnata da simultanei aumenti dell’inflazione e fu originata da shocks negativi sul lato dell’offerta aggregata. In quel contesto, i tradizionali rimedi di politica fiscale e monetaria si rivelarono inadatti, in quanto lo stimolo che questi fornivano alla domanda aggregata pro-

L’inflazione complessiva ha un andamento piuttosto erratico, soprattutto in concomitanza con periodi di forte oscillazione del prezzo delle materie prime e, quindi, ha poco senso porre enfasi sulle contrazioni mese su mese dell’indice generale per inferire che una deflazione generalizzata, ovvero una fase di prolungata caduta del livello medio dei prezzi, incombe sull’economia mondiale. Nel corso del 2009 si manifesteranno, probabilmente, sia in Europa che negli Stati Uniti (con una spinta più forte in quest’ultima area) periodi di crescita negativa dei prezzi al consumo, ma un segnale di possibile deflazione dovrà 16 / FinancialClonesWorld / n.20 / Marzo 2009


vocava un aggravamento dei problemi d’inflazione. Inoltre, veniva sottovaluta dalle autorità monetarie la possibilità di un cambiamento persistente del tasso di disoccupazione di medio-lungo periodo. Invece, quella in corso è, a tutti gli effetti, una crisi dalla natura profondamente keynesiana, nella sua sequenza di: 1.caduta della domanda reale di beni nel settore privato dell’economia; 2.successiva amplificazione della caduta derivante dalle difficoltà del settore finanziario; 3.rischi di ulteriori crolli nella domanda aggregata per effetto della reciproca causazione cumulativa tra settore reale e finanziario dell’economia. In sintesi, il quadro d’insieme che prefigura, se affrontato in modo inadeguato come negli anni trenta del secolo scorso, il passaggio da una seria recessione ad una depressione economica. La ricetta possibile in questi contesti consiste nell’offrire sostegno all’economia attraverso la domanda pubblica. Non è peraltro necessario che tutto ciò debba tradursi in "keynesismo grossolano", come sembra temere il ministro delle finanze tedesco Steinbruck. È infatti probabile che, prima di giungere a progettare autostrade che consentano il collegamento della Terra a Marte, ci sia ancora la possibilità di individuare investimenti pubblici, nei vari paesi (soprattutto in Italia), che mentre rimettono in moto il sistema economico forniscano contemporaneamente infrastrutture utili per la crescita futura, sia economica che sociale. Quel che si rende necessario per evitare che le forze cumulative della crisi

prendano il sopravvento è un vero e proprio contro-shock positivo, e di dimensioni rilevanti, sulla domanda aggregata. Il centro del dibattito non è più se serva uno stimolo di uno ovvero di due punti percentuali in termini di Pil. Nel prossimo biennio, e incominciando subito dai primi mesi del 2009, si deve mettere in campo un intervento pubblico sull’ordine del 5-6% di prodotto complessivo. Il che vuol dire, all’incirca, uno sforzo aggiuntivo euro-americano non inferiore ai mille e duecento miliardi di euro. Il riferimento al biennio dipende anche dalla considerazione che un impegno di tale entità non può essere progettato e soprattutto attuato, nella sua interezza, in pochi mesi. L’implicazione è il dover sopportare, almeno per alcuni anni, consistenti aumenti dei disavanzi pubblici. Il fronte attuale e futuro degli interventi di politica economica è soprattutto quello fiscale, in quanto le banche centrali in tutto il mondo hanno ormai lanciato quasi tutte le frecce nel loro arco e, del resto, un altro importante insegnamento keynesiano è che quando la sfiducia è profondamente diffusa e quindi i compratori si ritirano dal mercato, una politica monetaria espansiva, seppur aggressiva, potrebbe mancare l’obiettivo di stimolare la spesa. In verità, a dispetto della riduzione dei tassi varata dalla Bce il 15 gennaio, qualche freccia rimane ancora a disposizione nell’area europea. Infatti, quando importanti banche centrali suonano la sinfonia del tasso di interesse zero, Federal Reserve e Bank of Japan in primis, con la Banca d’Inghilterra in arrivo, mantenere i tassi a breve termine al 2% ha, tra le altre possibili controindicazioni, un potenziale effetto di restrizione sulla domanda aggregata via apprezzamento del tasso di cambio. Quindi, appare necessaria un’ulteriore e ra-

pida riduzione dei tassi d’interesse nell’area europea, verso la soglia dell’1%. Laddove la combinazione di disavanzi pubblici in crescita e tassi d’interesse a picco non dovesse bastare a frenare la caduta dell’inflazione e delle aspettative future, allora le banche centrali dovranno passare velocemente alla fase finale della sfida contro la deflazione: monetizzare i debiti pubblici comprando direttamente titoli di stato a lungo termine. Per quanto in Europa questa strategia appaia complicata, sia per la presenza di regole stringenti sull’autonomia della banca centrale che per l’esistenza di più stati sovrani in condizioni differenti per stock di debito pubblico accumulato in rapporto al prodotto, il rebus è comunque risolvibile con un intervento della banca centrale sul mercato secondario dei titoli di stato che tratti in maniera neutrale i diversi paesi membri dell’area euro. Se è vero che il livello dei tassi a lunga scadenza prefigura uno scenario di deflazione, quali sono le implicazioni per l'economia reale? L'esperienza della grande depressione del 1929 vede la deflazione quale effetto naturale del crollo della domanda aggregata, costituita dai consumi e dagli investimenti, data un'offerta aggregata rigida nel breve termine. Allo stesso tempo però è importante notare che la deflazione è anche causa della riduzione della domanda aggregata, in un processo interattivo conosciuto nella teoria economica come deflation spiral. 1.I motivi per i quali la deflazione sia causa della riduzione della domanda aggregata sono meno ovvi dei motivi per i quali essa ne sia l'effetto, dunque val la pena di approfondirli. A mio avvi-

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A cura di Antonio Tognoli Vice Presidente ANPIB - Associazione Nazionale Priv. & Investment Banking

so, prevalgono i seguenti meccanismi: 2.la riduzione del livello assoluto dei prezzi agisce come disincentivo verso i consumi: è meglio consumare domani (e risparmiare oggi), quando il valore della moneta sarà maggiore; 3.il costo reale dei mutui, per chi prende in prestito denaro, aumenta nello stato di deflazione in quanto la moneta restituita nel futuro vale più di quella presa in prestito oggi. Ciò scoraggia la domanda di credito, riduce la velocità di circolazione della moneta e, di conseguenza, il livello generale dell'attività economica; 4.il ritorno atteso degli investimenti aggiustato per il rischio viene ridotto dalla spirale negativa dei prezzi. Ciò scoraggia notevolmente la propensione agli investimenti e conseguentemente il tasso di espansione dell'economia; 5.bassi tassi di interesse, tipici di uno stato di deflazione, possono produrre il fenomeno studiato da Keynes in The General Theory of Employment, Interest and Money del 1936 come "trappola della liquidità". Ciò a dire che gli operatori preferiscono detenere moneta liquida rispetto a qualsiasi forma alternativa di investimento. La banca centrale perde così la leva della politica monetaria quale stimolo dell'economia; 6.bassi tassi di interesse incentivano inoltre gli investitori istituzionali e gli hedge funds ad attuare strategie di investimento conosciute come carry trade: essi si indebiterebbero in euro (allo stesso modo in cui oggi si indebitano in

yen) per investire nelle valute a più alto rendimento, generalmente nei mercati emergenti.

per gli investimenti a lunga scadenza indicano che oggi la deflazione è lo scenario più probabile per il futuro.

Ciò avrebbe un effetto destabilizzante: un repentino apprezzamento dell'euro ridurrebbe il valore degli asset in valuta estera detenuti dagli investitori costringendoli a smobilizzare le posizioni all'attivo.

Le politiche economiche e monetarie attuate finora nelle economie avanzate per stimolare il livello dell'attività economica non sono state per il momento ritenute credibili.

Le perdite conseguenti in conto capitale minerebbero seriamente la solvibilità degli stessi. La spirale deflazione - crollo della domanda - deflazione ha dunque il potenziale di destabilizzare le fondamenta delle economie avanzate. La consistente riduzione del prezzo delle commodities, osservata di recente, viene oggi valutata da alcuni operatori come l'inizio di una fase di deflazione a livello globale. D'altro lato, i bassi tassi di interesse

Lo scenario futuro più probabile sembra quindi essere quello di una disinflazione o peggio di un deflazione. Ma allora, non serve uno strumento capace di “garantire” a scadenza l’incremento rilevato da un certo indice dei prezzi (un titolo o indice obbligazionario inflation linked dove il capitale viene rivalutato). Nei prossimi due anni poco senso avrebbe avere in portafoglio i bond inflation linked che proteggono dal rialzo dei prezzi, semplicemente perché i prezzi sono destinati a scendere e non a salire. Lo scenario ideale per il rialzo del prezzo di un bond inflation linked si ha in un contesto di ribasso dei tassi reali (esattamente il contrario avviene in deflazione). L’orizzonte temporale che abbiamo in mente è di 18-24 mesi circa. Se si volesse invece estendere al lungo periodo la previsione (oltre i 24 mesi), allora una sana inflazione accompagnata da una crescita economica appare più probabile. Ed in questo contesto lo strumento inflation linked potrebbe essere conveniente. Ri pro duzione Vi etata

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FOCUS

Intervista a Ortensia Castelli, Responsabile Marketing &Sales Click Options Italia Le click-opzioni sono un prodotto originale che attrae investitori professionali e privati

cile e immediato da capire e da utilizzare. La modalità di pagamento di un fisso é ciò che rende sempre più entusiasti gli investitori di click-opzioni. Grazie a questa particolarità queste opzioni sono semplici e facilmente comprensibili. Il loro prezzo varia tra 0 e 100 Euro a seconda della probabilità di realizzo dello scenario.

Puntiamo tutto su un’offerta di prodotti sempre più completa e sofisticata per fare trading sugli indici e lo scopo di prodotti ClickOptions é proprio quello di rendere l’accesso al mercato delle opzioni e dei prodotti a leva più semplice e immediato. Click Option non è più una novità per il mercato italiano, ci può cortesemente spiegare come si è chiuso l'anno rispetto alle vostre previsioni? Come vedete il 2009, sia in termini di previsione di andamento di mercato che rispetto ai vostri prodotti specifici? Nonostatante la situazione di crisi ormai agli occhi di tutti, abbiamo chiuso il 2008 in linea con le previsioni. L’alta volatilità dei mercati degli ultimi mesi dell’anno ha portato a ClickOptions; come penso a tutti i broker che trattano prodotti derivati e opzioni, un forte aumento dei volumi. I nostri sono prodotti a forte effetto leva che permettono di fare profitti consistenti anche in periodi di ribasso e comunque di approfittare dell’alta volatilità. Questo discorso é valido per tutti i paesi in cui ClickOptions opera: Francia, Germania, Austria, Svizzera, Belgio e Italia.

A ogni click-opzione corrisponde un differente scenario di mercato. 9 clickopzioni diverse permettono di trarre profitto non solo in caso di rialzo o di ribasso dei mercati ma anche in momenti di stabilità.

E’ difficile fare previsioni per il 2009, si parla di crisi e soprattutto di sfiducia nei confronti dei mercati da parte degli investitori, quindi le nostre aspettative sono al quanto cautelative. Puntiamo tutto su un’offerta di prodotti sempre più completa e sofisticata per fare trading sugli indici e sui future poiché in periodi come questi, sono i sottostanti più trattati. I nostri utenti utilizzano principalmente strumenti come ETF, ETC, Certificates, che vengono a seconda dei casi utilizzati come parte core o satellite del proprio portafoglio. Ci può spiegare in che modo le click Options potrebbero entrare a far parte dell'orizzonte di un investitore e perchè? Le click-opzioni sono il prodotto più originale che attrae sia investitori professionali che operano già da anni con i Covered Warrant o le opzioni, sia investitori che invece non hanno mai avuto esperienze su questa tipologia di strumenti ma che hanno voglia di iniziare e sono alla ricerca di qualcosa di più fa-

Questo rende le click-opzioni lo strumento perfetto a copertura di qualsiasi tipo di Porfolio. I Turbo Giorno invece sono un prodotto semplice e immediato ma molto professionale per fare trading intraday sui future con leve fino a 400. Il forte effetto leva di cui sono dotati attrae investitori di profilo più elevato, abituati a operare con i future, la barriera di sicurezza che disattiva il prodotto con una perdita massima pari al capitale investito e la possibiltà di operare anche con importi ridotti, permetti l’accesso al mercato dei future sugli indici ai più. La ricerca di sicurezza negli investimenti è diventata uno dei temi centrali del dibattito nato in seguito al terremoto finanziario degli ultimi mesi. Che grado di sicurezza possono offrire i vostri strumenti ed in che modo viene tutelato chi decidesse di utilizzare i vostri strumenti? I derivati sono prodotti molto “potenti” e

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Ufficio Studi DMF SRL Consulenza in Investimenti Finanziari

possono dare molto agli investitori, e quindi gli asset manager professionali non possono nemmeno più immaginare di non usarli per ottimizzare performance e rischio del portafoglio. I trackers di Lyxor ad esempio vi consentono la diversificazione a un costo veramente basso. In generale quando si tratta di investire (in qualsiasi prodotto, non solo nei derivati), io suggerisco di considerare se quel prodotto fornisce un vero valore aggiunto rispetto al sottostante, e se ha un senso rispetto alla situazione specifica del singolo investitore. Anche il costo di transazione dei prodotti di trading è molto importante in quanto può modificare la vostra performance; è poi importante considerare tutti i costi: le fee sugli ordini, lo spread,

i costi di finanziamento e di liquidità. La differenza tra due market-maker si vede solo in base al comportamento nelle situazioni difficili: uno c’è sempre, un altro invece sparisce dal mercato o aumenta lo spread giusto per scoraggiarti dal vendere. Per questi motivi noi stiamo molto attenti alla qualità del nostro market-making e, se un cliente non può vendere per una nostra inadempienza, siamo noi a coprire le sue perdite. Inoltre penso che la garanzia di uno spread fisso di un’ottima liquidità possano spingere investitori attirati da opzioni e prodotti derivati investire con noi Le Click Options, osservandone superficialmente le caratteristiche, sembrano prodotti adatti ad un investimento veloce, di tipo speculativo. Questo è vero anche guardandole con attenzione oppure l'uso che se ne può fare è diverso? Se se ne può fare un diverso utilizzo, in che modo questo è possibile? Lo scopo di prodotti ClickOptions é proprio quello di rendere l’accesso al mercato delle opzioni e dei prodotti a leva più semplice e immediato.

Sono tutti prodotti altamente speculativi ma di immediata comprensione e ideali per approfittare dei movimenti repentini del mercato sia al rialzo che al ribasso. Inoltre con le Click-Opzioni offriamo la possibiltà di tratte profitto anche dalla stabilità del mercato, cosa che é già possibile fare con le opzioni, ma solo con delle strategie, ovvero conbinando l’acquisto e la vendita di più opzioni. Con il nostro Tunnel o Target é possibile raggiungere lo stesso obiettivo con l’acquisto di un unico prodotto. Fiscalmente come vengono considerate le Click Options? Ce ne può parlare in dettaglio? Tutti i prodotti ClickOptions sono soggetti ad un’aliquota del 12,50%, come i covered warrant e altri prodotti derivati simili quotati in borsa . ClickOptions non applica il regime amministrato. Prevedete di avvicinare il mondo degli investimenti di tipo passivo come i cloni finanziari? Su quali prodotti o tipologie pensate di allargare il vostro raggio di azione? Noi offriamo già quello che voi definite “cloni finanziari” poiché tutti i nostri Turbo (Turbo Stop Loss e Turbo Giorno) replicano un indice o un azione moltiplicandone il rendimento o la perdita per la presenza dell’effetto leva. In particolare offriamo anche Turbo Stop Loss che hanno come sottostante degli ETF, ovvero i Lyxor dei paesi del BRIC. Ri pro duzione Vi etata

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MERCATO ETFPLUS Ufficio Studi DMF SRL Consulenza in Investimenti Finanziari

ETFPlus

I nuovi arrivi nel mese di Febbraio 2 febbraio: Entra in quotazione il "PowerShares Middle East North Africa NASDAQ OMX F" Codice ISIN: IE00B3BPCJ75 che replica la performance dell'indice benchmark NASDAQ OMX Middle East North Africa.

12 febbraio 2009: data del debutto del “db x-trackers II Global Sovereign EUR ETF” Codice ISIN: LU0378818131 emesso dalla SICAV lussemburghese db x-trackers II (Deutsche Bank group)

4 febbraio 2009: entra in negoziazione un nuovo ETF strutturato emesso da SGAM INDEX S.A."

16 febbraio 2009 entrano in quotazione 7 nuovi ETF emessi dalla SICAV lussemburghese db x-trackers (Deutsche Bank group).

SGAM ETF XBear DJ EuroStoxx 50" Codice ISIN: FR0010424143.

L’offerta è composta da ETF che replicano la performance dei rispettivi

Analisi Mensile ETFWorld.com

Flash mensile sul mercato ETFPlus di Borsa Italiana Il mese di Febbraio è stato molto difficile per i mercati azionari europei che hanno fatto segnare delle pesanti perdite. In particolare il mercato domestico ha registrato una discesa del 14,79%. Questo mese ha visto il debutto di undici nuovi ETF. Nel mese preso in considerazione, tra i 230 ETF Azionari quotati sul segmento ETFPlus, soltanto 37 ETF hanno terminato il periodo in rialzo. In particolare fra gli ETF che hanno chiuso le contrattazioni con le performance migliori segnaliamo: l'ETF XBR S&P/MIB SGAM che ha terminato in rialzo del 34,46% e l'ETF DJBANKS SHORT DB che ha chiuso il mese con un vantaggio del 17,69%. Fra gli ETF che hanno subito le maggiori perdite ricordiamo l'ETF DJSTXFINAN ISHDE che ha terminato con un ribasso del 31,70% e l'ETF S&P PRIV EQ ISH che ha chiuso il mese con una perdita del 29,05% Mese positivo per tutti e sei gli ETF Liquidità quotati sul segmento ETF-

Plus di Borsa Italiana; in particolare è da citare l'ETF FED FUND RATE DB che nel mese in questione ha guadagnato l' 1,23%; al secondo posto si è posizionato l'ETF SONIA DB con un rialzo dello 0,51%. Mese interessante per gli ETF Obbligazionari. Trenta dei quarantadue ETF appartenenti a questo comparto e quotati sull'ETFPlus, hanno infatti chiuso il periodo in rialzo. Fra gli ETF che hanno chiuso il mese con le performances migliori segnaliamo l'ETF GBI EMU 7-10 JPM che ha chiuso in rialzo del 3,27% e l'ETF GBI EMU 5-7 JPM che ha terminato il mese con un rialzo del 3,07%. Fra i peggiori ricordiamo invece, l'ETF USD CORPBOND ISH che ha terminato con un ribasso del 7,18% e l'ETF GBI USA JPM che ha chiuso con un ribasso del 1,76%. Fra i dieci ETF che replicano indici di Credito solamente uno è riuscito ha chiudere il mese in positivo; l'ETF ITRX CROS5 SH DB ha guadagnato l' 1,26% e l'ETF ITRX HIV5 DB che ha chiuso il

sottoindicati indici benchmark: - FX Hedged Deutsche Bank Liquid Commodity Index – Optimum Yield Balanced - MSCI AC Asia ex Japan TRN Index - MSCI Pacific ex Japan TRN Index - Dow Jones STOXX 600 TR Index - CAC 40 Index - FTSE 100 Short Index - CAC 40 Short Index 18 febbraio 2009: Quotato l’ETF Db xtrachers DJ EUROSTOXX 50 (classe 1c) Codice ISIN: LU0380865021 Riproduzio ne riservata

mese senza variazione. Il peggiore ETF del comparto è risultato invece essere l'ETF ITX SEN F5 DB che ha perso il 2,06%. Tra i quindici ETF sulle Commodities quotati sull'ETF Plus soltanto otto hanno chiuso il mese in rialzo: Il migliore è risultato l'ETF RICI METALS MKAC che ha terminato con un rialzo del 11,39%; il peggiore è stato l'ETF CRB LYXOR che ha terminato con una discesa del 4,34%. I Volumi registrati nel mese di Febbraio sono aumentati notevolmente rispetto al mese precedente passando da 105.939.113 quote a 128.081.862 quote. Per numero di quantità scambiate troviamo Barclays al primo posto con l'ETF ISHARES S&P 500 con l' 12,97%, al secondo posto si posiziona sempre Barclays con l'ETF FTSE100 ISHARES con il 5,76% e al terzo posto troviamo Sgam con l'ETF LEV S&P/MIB SGAM con il 5,50%. Ri pro duzione Vi etata

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FINANCIAL CLONES IN CIFRE 1/3 Ufficio Studi DMF SRL Consulenza in Investimenti Finanziari

ETF - Exchange Traded Funds I migliori e i Peggiori del Mese su ETFPlus E T F IN C IF R E I 10 migliori ET F - dal 30/ 01 al 27/ 02 N o me ET F ETF XBR S&P/MIB SGAM ETF DJBANKS SHORT DB ETF DJHEALT SHORT DB ETF BER S&P/MIB SGAM ETF DJES50 SHORT DB ETF S&P 500 SHORT DB ETF SHORTDAX DB ETF RICI METALS MKAC ETF DJTECNO SHORT DB ETF DAXBRIC MKAC

Codice I SI N FR0010446666 LU0322249037 LU0322249466 FR0010446146 LU0292106753 LU0322251520 LU0292106241 LU0259320728 LU0322250043 LU0269999792

Dat a Rilevazione 2 7 -f e b -0 9 113,93 75,91 56,22 71,10 57,80 69,22 108,58 71,90 40,50 26,62

Perf . Mese 34,46% 17,69% 16,37% 15,67% 12,21% 12,01% 11,77% 11,39% 11,14% 10,00%

Perf . T re Mesi -16,55% -5,93% 3,46% -9,47% -5,45% -0,98% -4,88% 12,44% -0,69% -8,81%

I 10 peggiori ET F - dal 30/ 01 al 27/ 02 N o me ET F

ETF DJSTXFINAN ISHDE ETF S&P PRIV EQ ISH ETF LEV S&P/MIB SGAM ETF LPX MM DB ETF DJSTXBNK ISHDE ETF DJSTOXXINS LYXOR ETF FTSE VIETNAM DB ETF DAX LEV LYX ETF DJSTXPERS& ISHDE ETF DJES50 LEV LYX

Codice I SI N

DE000A0F5T10 IE00B1TXHL60 FR0010446658 LU0322250712 DE000A0D8Q64 FR0010344903 LU0322252924 LU0252634307 DE000A0F5T85 FR0010468983

Dat a Rilevazione 2 7 -f e b -0 9 24,82 4,03 7,85 8,44 21,09 9,26 19,30 16,86 37,89 8,72

Perf . Mese

Perf . T re Mesi

-31,70% -29,05% -27,85% -26,29% -26,00% -23,60% -23,38% -22,84% -22,12% -21,58%

0,00% 6,58% 21,44% 2,97% -10,00% 6,77% 9,94% 15,44% 0,00% 17,01%

F ont e: www. ET F W orld. com

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FINANCIAL CLONES IN CIFRE 2/3 Ufficio Studi DMF SRL Consulenza in Investimenti Finanziari

Investment Certificates Commodities I migliori e i Peggiori del Mese sul Sedex CERTIFICATES IN CIFRE I 10 migliori Cert if icat es sulle Mat erie Prime - dal 30/ 01 al 27/ 02 N o me Cert if icat es

Codice I SI N

SG ARGENT CER GN09 ABN AMXGB CER ST11 BI FARG CER MZ12 UC ARGENT QUANTODC09 ABNPLATIN CER GN10 ABN ARGENT CER GN10 SG PALLAD CER GN09 BI FCOP CER MZ12 ABNFCOP CER GN10 UC ORO QUANTO DC09

FR0010087262 NL0000705044 IT0004157456 IT0004091838 NL0000401255 NL0000019701 FR0010087288 IT0004157407 NL0000472009 IT0004091853

Dat a Rilevazione 2 7 -f e b -0 9 11,35 107,40 99,25 1,37 0,81 10,48 1,57 26,36 3,17 9,51

Perf . Mese 24,18% 18,74% 14,01% 10,77% 10,45% 9,17% 8,28% 7,59% 6,73% 4,51%

Perf . T re Mesi 51,54% 42,16% 34,94% 30,66% 20,06% 32,32% -8,19% -11,39% -2,16% 13,21%

Dat a Scadenza 17-giu-09 30-set-11 30-mar-12 18-dic-09 18-giu-10 18-giu-10 17-giu-09 30-mar-12 18-giu-10 18-dic-09

I 10 peggiori Cert if icat es sulle Mat erie Prime - dal 30/ 01 al 27/ 02 N o me Cert if icat es BI FNGAS CER MZ12 ABNFCOT CER GN10 BI FWTI CER MZ12 ABNFNIKL CER GN10 BI FHOIL CER MZ12 ABNFORJU CER GN10 ABN AGRIC CER NV11 ABN AMXO CER ST11 ABNFZINC CER GN10 ABNFWTI CER GN10

Codice I SI N IT0004157449 NL0000472033 IT0004157480 NL0000471944 IT0004157431 NL0000472041 NL0000704740 NL0000709160 NL0000471902 NL0000472090

Dat a Rilevazione 2 7 -f e b -0 9 16,42 1,59 26,16 93,20 8,59 0,39 98,25 81,75 0,88 2,25

Perf . Mese -13,49% -12,15% -10,72% -10,38% -9,67% -9,66% -9,61% -7,52% -6,71% -6,64%

Perf . T re Mesi -41,98% -3,64% -32,14% -5,04% -31,50% -15,67% -12,47% -7,47% -5,19% -19,93%

Dat a Scadenza 30-mar-12 18-giu-10 30-mar-12 18-giu-10 30-mar-12 18-giu-10 11-nov-11 30-set-11 18-giu-10 18-giu-10

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I dati della Tabella Investment Certificates si riferiscono al mercato Sedex e riguardano gli Investment Certificates su Commodities.

23 / FinancialClonesWorld / n.20 / Marzo 2009


FINANCIAL CLONES IN CIFRE 3/3 Ufficio Studi DMF SRL Consulenza in Investimenti Finanziari

ETC - Exchange Traded Commodities I migliori e i Peggiori del Mese su ETFPlus E T C IN C IF R E I 10 migliori ET C - dal 30/ 12 al 30/ 01 N o me ET C ETFS GASOLINE ETFS SUGAR ETFS PH SILVER ETFS COFFEE ETFS SILVER ETFS SOFTS DJAIG ETFS BRENT OIL ETFS COPPER ETFS PH PLATINUM ETFS PRECMETALSDJAIG

Codice I SI N GB00B15KXW40 GB00B15KY658 JE00B1VS3333 GB00B15KXP72 GB00B15KY328 GB00B15KYJ87 GB00B0CTWC01 GB00B15KXQ89 JE00B1VS2W53 GB00B15KYF40

Dat a Rilevazione 3 0 -g e n -0 9 17,11 10,12 9,72 2,04 11,72 3,68 25,42 13,28 76,75 10,81

Perf . Mese 42,58% 25,71% 24,62% 24,09% 24,02% 22,91% 22,80% 19,86% 19,77% 19,18%

Perf . T re Mesi -22,23% 7,32% 26,73% 1,75% 25,21% 4,40% -36,07% -22,88% 18,08% 24,97%

I 10 peggiori ET C - dal 30/ 12 al 30/ 01 N o me ET C ETFS NATURAL GAS ETFS FWD ENERGY DJ ETFS FWD EXENERGY DJ ETFS FWD NATURAL GAS ETFS EXENERGY DJAIG ETFS ALUMINIUM ETFS FWD LIVESTOC DJ ETFS LIVE CATTLE ETFS ENERGY DJAIG ETFS ZINC

Codice I SI N GB00B15KY104 JE00B24DMD55 JE00B24DMG86 JE00B24DM351 GB00B15KYD26 GB00B15KXN58 JE00B24DMM47 GB00B15KY096 GB00B15KYB02 GB00B15KY872

Dat a Rilevazione 3 0 -g e n -0 9 0,69 32,41 10,79 13,49 6,39 2,91 13,97 5,38 10,12 3,66

Perf . Mese -17,43% -17,15% -14,09% -12,63% -2,74% -1,02% 0,00% 0,94% 2,22% 4,57%

Perf . T re Mesi -36,85% -26,37% -14,09% -31,63% -4,91% -35,87% -0,85% -15,95% -36,31% -6,87%

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FC WORLD Ufficio Studi DMF SRL Consulenza in Investimenti Finanziari

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