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3 Storia
Valentina Nieddu , 4aa
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«L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremmo mai togliere il segnalibro della memoria.» Non esiste frase migliore per esprimere l’importanza della Giornata della Memoria. Sono passati ormai settantaquattro anni dall’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, quando fu svelata al mondo intero la vera natura della “risoluzione del problema ebraico”. Vi furono quindici milioni di vittime, tra cui sei milioni di ebrei, zingari, oppositori politici, disabili, omosessuali e molte altre minoranze. Un numero esorbitante di persone trattate in modo disumano e umiliante e privati di qualsiasi diritto, persino il diritto alla vita. Eppure ancora oggi c’è gente che si dimostra noncurante di questo periodo buio, talvolta addirittura negando la sua esistenza. Più ne sento parlare più rimango allibita dall’indifferenza di queste persone: è importante ricordare ciò che è successo quando l’uomo si è lasciato guidare dall’odio e l’insensibilità dilagava, soprattutto in un periodo di tensione come quello che stiamo vivendo adesso, dove patriottismo e di
scriminazioni sono sempre più diffusi. È importante non dimenticare che siamo tutti uguali e che nessun uomo ha il diritto di annullare la dignità di un altro. È importante ricordare il passato, poiché solo commemorando questi eventi possiamo impedire che accadano in futuro. A questo proposito vi lascio con i versi di Primo Levi, tratti dal libro “Se questo è un uomo”, sulle quali vi invito a rifettere.
«Voi che vivete sicuri Nelle vostre tiepide case [...] Considerate se questo è un uomo Che lavora nel fango Che non conosce pace [...] Che muore per un sì o per un no. Considerate se questa è una donna, Senza capelli e senza nome Senza più forza di ricordare Vuoti gli occhi e freddo il grembo [...] Meditate che questo è stato: Vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore [...] Ripetetele ai vostri f igli. [...]»