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Pallavolo: gioco di Fantasia

PALLAVOLO,

GIOCO DI FANTASIA

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MARCO FANTASIA, 3E; LUIGI SALA, 3cc; ANDREA PIROTA, 3cc

Majorani, siamo lieti di presentarvi il progetto Zona Νίκη (Nike), nel quale tratteremo temi e curiosità dal mondo sportivo. Questo mese, in occasione della XIX edizione del Mondiale di pallavolo femminile che si è svolta in Polonia e Paesi Bassi dal 23 Settembre al 15 Ottobre 2022 e ha visto trionfare la Serbia davanti a Brasile e Italia, abbiamo deciso di intervistare Marco Fantasia, commentatore per RaiSport dell’Italvolley femminile. Gli abbiamo posto delle domande inerenti sia alla sua professione sia alla competizione internazionale appena terminata.

Cosa rappresenta per te la pallavolo e come ti ci sei avvicinato?

A sedici anni fui inviato a seguire un torneo internazionale femminile per conto della radio di Genova per la quale lavoravo. Lo sport e l’ambiente mi sono piaciuti subito, tanto che ho continuato a frequentare la squadra locale, la VBC Genova del compianto presidente e dirigente FIPAV Gian Luigi Corti, fino a prendere il patentino di allenatore. Dopo qualche anno mi sono “messo in proprio” e ho continuato ad allenare squadre a Genova e provincia. In seguito ho avuto la fortuna di far diventare il volley un lavoro vero e proprio, abbinandolo alla mia attività giornalistica, inizialmente alla sede regionale Rai della Liguria. Dal 2012 sono passato a RaiSport e questo mi ha permesso di alzare la mira, cominciando a occuparmi dei campionati di serie A maschile e femminile e, più recentemente, della nazionale femminile.

Quali emozioni provi a commentare la nostra Nazionale?

Molto forti, perché è un gruppo che ci sta dando grandi soddisfazioni e ancora ce ne darà, per molto tempo. Alle Olimpiadi la loro frustrazione per la sconfitta è stata un po’ anche la mia, perché sapevamo che il potenziale della squadra non era stato espresso. È stato però un passaggio necessario, perché dopo è subentrata una consapevolezza nuova che ha permesso di raggiungere obiettivi come gli Europei e la Volleyball Nations League. La gioia nel commentare questi successi (la finale degli Europei contro la Serbia a Belgrado, la VNL in Turchia contro il Brasile dopo aver superato la squadra di casa in semifinale) è stata enorme. Bella anche la fresca medaglia di bronzo mondiale, nonostante avessimo tutti - squadra compresa - aspettative più grandi.

La squadra azzurra è composta da atlete esperte, già affermate nel panorama internazionale, e da giovani pallavoliste con grande voglia di vincere. Cosa ne pensi di questo gruppo? E quali sono i suoi punti di forza?

È un gruppo che si è molto compattato dopo la delusione di Tokyo e la reazione si è vista subito, con la conquista del titolo europeo contro la Serbia a Belgrado, quindi in casa loro, in un palasport che ribolliva di 20mila persone sicure di vincere. Quest’estate la semifinale di Volleyball Nations League si è giocata ad Ankara contro la Turchia ed è stato un altro successo. Quindi si può dire che il carattere a queste ragazze non manchi di certo. Peccato per la semifinale dei mondiali, dove abbiamo in parte vanificato tanti mesi di duro lavoro, viaggi e partite, ma l’età media è piuttosto bassa e questo ci permette di sperare in un ciclo sufficientemente lungo, che ci porterà almeno fino alle Olimpiadi di Parigi 2024.

Ogni Mondiale racconta tante storie, curiosità e sorprese: qual è stata la squadra che ti ha colpito di più dal punto di vista tecnico?

Repubblica Dominicana e Thailandia avevano cominciato molto bene il torneo e si erano proposte come possibili sorprese, poi sono calate. Alla fine sono rimaste in lizza le più forti. Pensavo che dopo la sconfitta all’Europeo dell’anno scorso e l’addio alla nazionale della loro palleggiatrice,

fortissima, la Serbia avrebbe impiegato più tempo per tornare ai vertici. Invece eccole di nuovo campionesse del mondo grazie a un tecnico preparato come Santarelli, che con la stima della quale gode ha convinto un paio di veterane a tornare in nazionale e ha subito ricostruito un gruppo vincente. La Cina si sta ricostruendo ed è già fortissima, come da tradizione. Siamo state bravissime a batterle due volte al Mondiale. Mi hanno deluso gli Stati Uniti, che consideravo favoriti e invece si sono fermati ai piedi del podio. Ma rispetto alle Olimpiadi avevano assenze pesanti.

Queste competizioni sono occasioni che permettono anche ad atleti emergenti di mettersi in mostra: quali credi possano fare la differenza in breve tempo?

A parte le nostre ragazze più giovani, diciamo entro i 22 anni, come Elena Pietrini, che già conosciamo bene, abbiamo visto alcuni elementi interessanti come la brasiliana Kisy, la cinese Li, la giapponese Ishikawa. Ma sono tante le giovani impiegate in questo mondiale a testimonianza di un movimento vivo in tutto il mondo. Anche Kenya e Camerun hanno alcune ragazze interessanti, qualcuna perfino ancora minorenne. La pallavolo africana merita un piano di sviluppo che effettivamente la federazione internazionale sta portando avanti.

Ogni gruppo che si rispetti possiede sempre dei leader all’interno del proprio spogliatoio. Oltre ai già noti nomi di Paola Egonu e di capitan Sylla, quale atleta ritieni sia il leader “nascosto” della Nazionale?

Non ha bisogno di nascondersi Monica De Gennaro. È senza dubbio lei l’eminenza grigia del gruppo. Le sue incredibili doti tecniche e l’esperienza, unite a un carattere riservato ma determinato, ne fanno un punto di riferimento fondamentale. È il libero più forte del mondo e nel volley chi difende un pallone in più vale quanto chi lo mette a terra. Poi direi Caterina Bosetti.

Nell’Italvolley maschile Daniele Lavia era stato identificato come l’anima del gruppo. Secondo te chi è l’elemento cardine della Azzurre?

Mi ripeterei citando ancora Monica De Gennaro, allora sposto il tiro e vado sulla centrale Anna Danesi. Ha avuto una crescita formidabile e sta attraversando il momento di massima

maturità della sua carriera.

Quale pallavolista ha avuto maggiore crescita in questo Mondiale?

È stato molto bello assistere a due grandi partite di Marina Lubian contro la Cina. Lei che parte spesso dalla panchina, in genere per dei cambi in battuta, è stata chiamata a sostituire Cristina Chirichella in un momento caldissimo del torneo ed è stata pienamente all’altezza della situazione. Molto bene anche Sylla, migliorata parecchio nel fondamentale della ricezione, che in passato era stato il suo tallone d’Achille.

Ci sono state diverse critiche sui social per l’insolita formula del Mondiale 2022. Cosa ne pensi di questo nuovo format?

Tutto il peggio possibile. Pur di mantenere sul proprio territorio le squadre dei Paesi organizzatori hanno creato questo formato che è diventato una specie di doppio torneo chiuso. È assurdo che si sia giocato per due volte contro le stesse due squadre (nel nostro caso Cina – a distanza di tre giorni - e Giappone) e ci si sia confrontati con una sola squadra dei gruppi polacchi e solo in finale. E poi non condivido un certo scivolamento verso lo spettacolo, a discapito del gioco. I palazzetti sono stati trasformati in discoteche (o night club) a seconda del momento, con dj indemoniati che hanno sparato musica a volumi assurdi, disturbando le telecronache (e pazienza) ma soprattutto le squadre in campo. In un caso, durante la prima fase ad Arnhem, la musica non si è interrotta nemmeno con l’azione già ripresa. Spero che la FIVB freni lungo questa strada e torni alle origini del gioco.

Ringraziamo Marco Fantasia per la disponibilità e per la gentilezza; in conclusione ci complimentiamo con le Azzurre per il risultato ottenuto. Da Zona Νίκη è tutto, ci vediamo prossimamente!