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3 SCOPERTE DEL JAMES WEBB

Telescope

CECILIA BARBAVARA, 3A

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Come ormai è noto, il 25 dicembre 2021 è stato lanciato nello spazio il James Webb Telescope, erede dell’Hubble. Dopo alcuni mesi di allineamento è entrato in funzione e, nonostante stia inviando dati da meno di un anno, ci sono state alcune piccole scoperte che è facile siano passate inosservate.

Primo esopianeta confermato

Nella giornata dell’11 gennaio ’23 è stato annunciato che Webb, che ha tra i suoi obiettivi la ricerca di esopianeti, aveva confermato la rilevazione del suo primo tra di questi. Gli esopianeti (anche detti pianeti extrasolari) sono l’insieme di tutti quei pianeti che non fanno parte del nostro sistema solare. Gli scienziati sono risusciti ad individuarlo con Webb dopo che la missione della TESS della Nasa lo aveva suggerito e, con due osservazioni di transito (ovvero osservando come la luce di una stella si attenui quando è oscurata dal pianeta), Webb ha confermato la sua esistenza.

Il pianeta scoperto si chiama LHS 475 b, si trova ad una distanza di 41 anni luce dalla Terra ed è roccioso, di un diametro grande quasi quanto quello del nostro pianeta. Essendo molto vicino alla propria stella, completa un’orbita in due giorni. Questo potrebbe portare a dedurre che non sia dotato di atmosfera, tuttavia la stella in questione è molto più fredda rispetto al sole, dunque gli scienziati credono che la presenza di un’atmosfera sia possibile.

Webb individua gli anelli di Chariklo Chariklo è un asteroide ghiacciato che viaggia nel nostro Sistema Solare, in particolare nella fascia tra Giove e Nettuno. I due anelli di Chariklo sono stati nel 2013 i primi anelli mai individuati attorno ad un corpo piccolo del sistema solare, e Webb ha portato avanti la sua prima occultazione stellare proprio per osservarli.

Dallo studio dell’oggetto mentre transita di fronte ad una stella, si possono ricavare informazioni come la grandezza dell’oggetto in questione, la composizione della sua eventuale atmosfera oppure, come in questo caso, dei suoi anelli. Sono state infatti rilevate tracce di ghiaccio, come era anche stato previsto, tra i materiali che compongono i suoi anelli.

Webb trova un ammasso di galassie

Anni prima il telescopio Hubble aveva individuato un quasar, ovvero un nucleo galattico estremamente luminoso formatosi come conseguenza di un buco nero. La particolarità che Hubble non era stato in grado di risolvere era il ma- teriale individuato attorno a questo oggetto. Inizialmente gli scienziati pensavano fosse una galassia, tuttavia Webb, studiando l’area del quasar, ha rivelato come ci siano almeno tre galassie attorno ad esso!

È quindi evidente come ci si sia imbattuti in un ammasso di galassie, e il fatto sorprendente è che questo ammasso proviene dall’universo primordiale. Infatti esso esisteva 11,5 miliardi di anni fa (l’universo ha un’età di 13 miliardi di anni). Noi siamo in grado di osservarlo grazie al tempo che la luce impiega a viaggiare dal quasar fino a noi e questo vuol dire che stiamo osservando uno dei pochi ammassi di galassie che sappiamo provenire dall’universo primordiale.