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RĚČIĆE WY SERBSCE?
Pensando alla parola “slavo” molto probabilmente vi verranno in mente la Russia, la vodka e i gopnik in tuta Adidas ma di certo non vi verrà in mente la Germania. Eppure proprio nell’odierna Germania vive tuttora l’unico popolo sopravvissuto delle tante tribù di origine slava che popolavano tutto il territorio dell’ex Germania Est (DDR). Ci troviamo per la precisione in Lusazia, una regione storica oggi divisa tra i Länder della Sassonia e del Brandeburgo nell’est della Germania, al confine con la Polonia e la Repubblica Ceca, qui vivono quindi circa 60.000 Sorabi (o Sorbi o Sorbolusaziani). Questo è il nome di questo ormai piccolo popolo, sconosciuto ai più e sempre più in pericolo di scomparire insieme alle loro lingue e tradizioni. Lingue al plurale perché esistono due lingue sorabe: l’alto sorabo, parlato da circa 40.000 persone nella zona della Sassonia e il basso sorabo, parlato da 20.000 locutori stimati; queste due lingue sono molto simili e permettono di capirsi quasi alla perfezione tra di loro, godono inoltre di un’alta mutua intelligibilità (cioè la possibilità di capirsi parlando lingue di- verse) con il Ceco-Slovacco e il Polacco. I sorbi erano una delle tante tribù che componevano quelli che erano generalmente chiamati gli slavi Polabi, che giunsero durante il periodo delle migrazioni in tutta quell’area che va dal fiume Oder a oltre il fiume Elba e che la abitarono, fondando importanti città come Dresda e la stessa Berlino, fino alla colonizzazione (per alcuni anche genocidio) durante l’espansione ad est dell’Sacro Romano Impero Germanico. Iniziò così il declino della lingua e della cultura soraba che cominciò ad essere vietata in molti luoghi fino a dopo la seconda guerra mondiale. Ma i Sorbi hanno ricevuto un serio riconoscimento solo dopo l’unificazione della Germania negli anni ’90, anche se forse non è ancora abbastanza. La lingua e la cultura soraba si sta infatti perdendo soprattutto nelle generazioni più giovani, anche a causa dell’insegnamento limitato nelle scuole. A protezione della lingua e della cultura Sorbolusaziana sono state costituite alcune organizzazioni come la “Domowina” che sono state il riferimento politico e sociale principale del popolo battendosi per la creazione di un lander lusaziano autonomo dopo la caduta del muro di Berlino o precedentemente per l’indipendenza della regione o della sua unione alla Cecoslovacchia come nel 1918 e nel 1945.
Ma cosa rimane effettivamente oggi in Lusazia dei Sorbi? Durante il mio viaggio a Budyšin (Bautzen in tedesco), il capoluogo dell’alta Lusazia, oltre al bellissimo museo e ai nomi delle vie scritte in doppia lingua non ho visto molta identità Soraba, forse perché visto il tempo limitato non ho avuto tempo di scavare troppo a fondo (ma ho già in programma di visitare un giorno anche i villaggi per scoprire la vera anima slava della regione). Ma le tradizioni popolari nelle campagne sembrano resistere come si può vedere dalle numerose testimonianze sul web, vengono preservati e utilizzati durante le festività i pregiati costumi nazionali, la cucina, la musica folkloristica e in particolare le tradizioni natalizie (i mercatini di natale di Budyšin sono tra i più antichi al mondo) e quelle pasquali, le più importanti per i Sorbi, molto simili a quelle dell’adiacente Repubblica Ceca includono la decorazione delle uova, la processione dei cavalieri di Pasqua o la cosiddetta spinta dell’uovo di pasqua. Concludo questo breve ma spero interessante articolo invitando tutti voi lettori in caso di un viaggio a Berlino o a Praga di provare a visitare queste zone splendide non solo a livello umano ma anche naturalistico e architettonico e facilmente raggiungibili, come ad esempio la già citata Budyšin (Bautzen) con il suo museo, il castello e le numerose torri sule rive del fiume Sprea o la città di Chóśebuz (Cottbus), capoluogo della bassa Lusazia, un altra antica città medievale famosa per la sua piazza centrale e per la vicina riserva dello Sprewald. Quindi vi saluto sempre nella speranza che il popolo sorabo possa superare questa fase di crisi e risollevarsi salvando la sua unica cultura millenaria. Na zasowidźenje!
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Bandiera con stemma Soraba (con i caratteristici colori panslavi).
Zona di insediamento Sorabo (Lusazia) in rosso.