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RUBRICA - DETTO TRA NOI... NON TOGLIETE QUELLA MASCHERINA
NON TOGLIETE QUELLA MASCHERINA DETTO TRA NOI...
di Sergio Grifoni
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Un vecchio detto ricorda come la fretta non possa mai andare d’accordo con la precisione. Subito e bene sono eccezioni legate ad una bravura straordinaria o alla casualità. Tale assioma lo possiamo abbinare a tante abitudini o azioni della nostra quotidianità. Per esempio, la parola fretta non sempre può stare in perfetta armonia con sana alimentazione. E quando parliamo di sana, ci riferiamo alla nostra salute. Oggi però noi siamo donne ed uomini moderni, impegnati sistematicamente a non “perdere tempo” nel porci interrogativi sulla qualità di ciò che mangiamo. Spesso ci accontentiamo di cibi pronti o facili da preparare. Ci siamo scrollati cioè di dosso la naturale esigenza di guardare scrupolosamente sotto al piatto dove mangiamo o all’interno dei cartocci di carta oliata che avvolgono i nostri panini occasionali. A volte nemmeno il prezzo riesce ad averla vinta sul tempo di consumazione. L’abbondanza poi e la ricchezza di sapori fanno la differenza. Le mense, gli snak bar, le cosiddette “Tavole Calde”, che di caldo hanno solo il fumo acre ed acidulo che fuoriesce da improvvisati cucinotti, sono il palcoscenico dei nostri fugaci consumi. Nelle maneggevoli e meno impegnative bustine, falsamente stipate con olio, aceto, zucchero, sale e pepe, ma vuote di romantica ed atavica gestualità, va visivamente a materializzarsi l’altezzoso desiderio della concisione e della sinteticità. E in questo palcoscenico di modernità, destreggiano come istrioni da oscar, i vassoi e le posate di plastica, i tovaglioli e i bicchieri di carta, le alterazioni microbiche, le contaminazioni, i microrganismi patogeni. Abitudini e cibi privi di vita, che portano alla opportunità di fare una inversione rispetto alla generalizzata cultura alimentare. Occorre cioè ritagliarsi il tempo necessario per prestare più attenzione alle diverse qualità e proprietà dei prodotti che consumiamo, che non significa ricercatezza, ma genuinità. Se nel serbatoio della nostra automobile, ogni giorno versiamo carburante sporco, prima o poi il motore ne risentirà. Anche se è quello di una Ferrari o di una Porsche. Inoltre non possiamo immettere carburante nel serbatoio di un auto in movimento perché, non potendocene versare una giusta quantità, prima o poi, l’auto si fermerà. Ecco perché le nostre cattive abitudini alimentari possono portare a malattie, anche croniche. Non sono un medico, non sono un dietista, non sono un fanatico della giusta alimentazione (anzi!!!) e quindi, non sono nelle condizioni di dare lezioni ad alcuno. Anche perché mi capita spesso di vivere in prima persona le situazioni su descritte. Sono però un inguaribile ficcanaso, che è la caratteristica più gretta della curiosità. Il curioso cerca la risposta; il ficcanaso se la va a cercare. Mentre scrivo, sono rilegato in quarantena per via del Covid. Devo seguire un ferreo regime alimentare e lo farò, perché ho già in me l’unico integratore che non mi è stato prescritto: la paura. Non ho nemmeno fretta, visto che, nelle mie condizioni, non è il tempo che passa, ma sono io che devo passare il tempo. Ed allora

sono andato a “ficcanasare” fra le righe di coloro che ti dicono, per mestiere e capacità, quali sono gli alimenti più appropriati per non far fermare o rallentare il motore della vita. I più semplici, sono quelli più idonei. L’ho sempre saputo, ma non ne ero consapevole. Vi riporto alcune curiosità legate alle loro proprietà che, magari, non tutti conoscono. Partiamo dai cereali, nome che deriva da Cerere, dea latina delle messi. Pensate, da soli potrebbero fornire un terzo dell’alimentazione necessaria. Prendete per esempio il grano. Produce farina per il 75% e cento kg. di farina producono 130 kg. di pane. La proteina del grano è il glutine che abbonda in quello duro, insieme alle proteine, ai lipidi, ai carboidrati. Se il frumento viene macinato a pietra, queste qualità restano invariate perché la farina non si surriscalda. Si ottiene così farina integrale che, dietro particolari manipolazioni di setacciamento, si sbianca. Non meno importante è l’orzo, per le sue proprietà utili all’igiene intestinale, digerente ed urinario. Poi c’è il farro. I legionari romani portavano con se dei sacchetti di questo cereale nelle lunghe campagne di guerra. Era l’alimento protetto da Cerere e, per questo, era ritenuto il chicco della potenza. Lo stesso Reinhold Messner se n’è portato dietro una scorta durante la traversata a piedi dell’Antartide. Contiene calcio, fosforo, ferro, vitamina B, magnesio. Infine c’è l’avena. Immagino che iniziate subito a pensare al cibo per cavalli. I suoi fiocchi, invece, se regolarmente consumati, stimolano il metabolismo, la funzione tiroidea e aumentano la resistenza al freddo, contenendo l’8% di sostanze grasse. Diventeremo purosangue! Altra categoria degli alimenti semplici e sani, sono certamente i legumi. Si chiamano così perché appartengono alla famiglia delle papillionacee (dal francese papillon) grazie al loro fiore che ricorda la forma di una farfalla. Il primo legume della storia, è stato il “pisello odoroso”, coltivato inizialmente nell’Estremo Oriente, prototipo ardimentoso dell’intera categoria, ovvero: fagioli, ceci, cicerchie, fave e lenticchie. Queste ultime sono entrate anche nel versetto 34 della Genesi, con Giacobbe che per un loro piatto vendette addirittura la primogenitura al fratello minore. Hanno un tasso elevato di proteina, che arriva al 23%; abbondano di ferro e fosforo, e possono facilmente sostituire la carne. Ne bastano un chilo per sfamare dodici persone. Un pastore saggio delle mie montagne, diceva che si può sopravvivere per un lungo periodo avendo solo due alimenti: pane e olio. L’olio può essere di oliva o di semi. Sul primo ritengo che tutti siano sufficientemente informati, mentre per quanto riguarda il secondo, bisogna risalire al tempo dell’ultima guerra mondiale per trovare le prime pratiche di estrazione di olio da semi. Lo si può fare a freddo, con resa del 30% circa, oppure a caldo con il raddoppio di resa. La qualità di quello estratto a freddo è però di gran lunga maggiore dell’altro, e questo perché le vitamine sono termolabili, ovvero scompaiono già a temperatura di quaranta gradi. E per finire, ci sono le verdure o gli ortaggi. La cipolla, fa piangere per il suo olio volatile, ma aumenta la diuresi; l’aglio, è inodore ma, se lo apri, produce la caratteristica allicina dall’azione vermifuga e batteriostatica; il pomodoro maturo, ricco di vitamine, acido citrico e potassio; la patata, da non consumare insieme ai cereali, contiene vitamina C quasi come le arance; le carote, ricche di vitamina A; il carciofo, giunto in Italia nel 300, grazie alla sostanza amara chiamata Cynarina (da cui prese il nome un famoso amaro), agisce sulla secrezione della bile. Ecco, potrei andare avanti ancora molto nella elencazione dei cibi cosiddetti sani e salutari, quelli cioè non manipolati con il preciso scopo di influenzare il nostro olfatto con l’ammiccante profumo, a discapito della genuinità. Qualcuno però mi chiederà: ma come faccio se tutto intorno a me è tavola calda e fast food? Semplice: cercate di selezionare il più possibile ciò che mangiate, mettetevi seduti per farlo e lasciate la fretta fuori dal locale. Però, detto fra noi: se pensate di non avere questa volontà e questa determinazione, c’è un sistema estremo che funzionerà a perfezione. Entrate con la mascherina messa e non toglietela per mangiare!









