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SOCIAL O SOCIALE? LE OPPORTUNITÀ E I RISCHI LEGATI AI SOCIAL MEDIA

di Margherita Ingoglia

L’evoluzione tecnologica legata al mondo “online”, e più nello specifico ai social media, è in continuo avanzamento. Sempre più numerose sono infatti le piattaforme grazie alle quali è possibile non solo condividere contenuti di ogni tipo, ma anche osservare e seguire le vite altrui. Se però da un lato i vantaggi e i benefici legati a tali innovazioni sono molteplici, dall’altro uno scorretto utilizzo dei propri profili potrebbe causare conseguenze negative rilevanti a livello psicologico e sociale. Qual è quindi il modo giusto di comunicare sui social network? Quali sono i reali vantaggi e i rischi legati alle varie piattaforme? Non ci sono regole scritte o criteri particolari: una buona conoscenza di ciò che si sta utilizzando, insieme al buon senso personale, sono sufficienti a trarre il meglio da questo nuovo mondo parallelo.

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RIDUZIONE DELLE DISTANZE

È impossibile negarlo: grazie ai social media le distanze si sono annullate e le persone possono mantenere attivi i propri contatti e crearne di nuovi con molta più facilità, o addirittura riallacciare i rapporti con vecchi amici di infanzia. Inoltre, sono sempre più diffusi i gruppi online, pubblici o privati, a cui è possibile iscriversi per interagire con altri utenti che condividono le stesse passioni ed esperienze. L’aspetto negativo? L’uso eccessivo dei social porta le persone a trascorrere sempre più tempo online e, di conseguenza, a vivere sempre meno esperienze reali, ottenendo così l’effetto contrario a quello desiderato: l’isolamento sociale.

CONFRONTO SOCIALE

I contenuti pubblicati sui social network, siano essi post scritti, immagini o video, possono essere utili a stimolare il confronto con gli altri. Questa dinamica è tuttavia un’arma a doppio taglio: a seconda della tipologia di feedback che otteniamo in risposta a un contenuto da noi pubblicato, la nostra autostima cresce o diminuisce e il nostro stato d’animo cambia. Per evitare gli effetti negativi del confronto sociale occorre una personalità forte, in grado di farsi scivolare addosso le osservazioni non gradite e, soprattutto, capace di non mettersi a paragone con altre persone, o peggio ancora, con personaggi famosi. Ricordiamoci che sui social network nessuno è autentico al 100%. Quando ci si trova dall’altro lato, invece, ogni qualvolta ci si sente in diritto di commentare un contenuto altrui, bisogna ricordarsi che ci si sta rivolgendo a una persona, con i suoi sentimenti e la propria autostima. È davvero indispensabile ciò che abbiamo da dire? Portiamo un beneficio al nostro interlocutore, senza essere maleducati? Se la risposta è no, meglio evitare di esprimere pubblicamente il nostro pensiero.

COMUNICAZIONE AZIENDALE E NUOVE PROFESSIONI

L’avvento dei social media ha rappresentato una grande innovazione non solo per le persone, ma anche per le aziende, che hanno saputo sfruttare questo nuovo canale di comunicazione per interagire in maniera diretta con i propri reali e potenziali clienti. Grazie alla possibilità di pubblicizzare prodotti e servizi sulle varie

piattaforme, è diventato più facile interagire con i vari target di consumatori, ma non solo: grazie alla possibilità di lasciare recensioni e di commentare i post delle pagine ufficiali, clienti e aziende possono comunicare tra loro. Proprio per questo motivo sono nate nuove professioni, come influencer, blogger ed esperti del social media marketing, volte alla gestione e alla pubblicizzazione del marchio, che non è più legato a un singolo prodotto, ma rappresenta una vera e propria personalità che vuole farsi conoscere e coinvolgere gli utenti tramite i propri contenuti, esattamente come fanno le persone. Anche qui però esiste il rovescio della medaglia: sempre più giovani “snobbano” occupazioni tradizionali, attirati dal mondo del web, dal quale si spera di ottenere maggiori guadagni con minore impegno.

UN NUOVO MODO DI COMUNICARE

Prima dell’avvento dei social media, le principali tecnologie di comunicazione erano sostanzialmente due: i media di massa, come la televisione e la radio, che non consentono alcuna interazione tra i soggetti, ma consistono in una tipologia di comunicazione unilaterale, in cui il pubblico è uno spettatore passivo; e quelli, come le chiamate telefoniche e la messaggistica istantanea (prima solo sms), che consentono la comunicazione in forma privata tra due o più persone. Oggi invece, grazie ai social, è possibile interagire in svariati modi con chiunque, sia in forma privata, che pubblicamente, e tutti gli utenti sono posti allo stesso livello. Diventa facile, quindi, conversare in maniera istantanea, apportare il proprio contributo o semplicemente dire la propria opinione su qualsiasi discussione. Purtroppo, però, con questo nuovo sistema di comunicazione, siamo diventati tutti più egocentrici e, all’occasione, esperti su qualsiasi tema. Sempre più spesso, infatti, le persone si sentono libere di pubblicare contenuti di ogni tipo, o semplicemente di commentare negativamente i post degli altri, senza in realtà avere alcun tipo di competenza in merito all’argomento in questione. È un tipo di comunicazione che potrebbe recare un danno al nostro interlocutore, senza magari un valido motivo. Bisogna sempre ricordarsi che il poter esprimere liberamente la propria opinione non rende giudici delle vite altrui. Un altro rischio è invece legato alla propria persona: sempre più spesso si tende a condividere ogni minimo dettaglio della propria vita sui social network. Questo fenomeno, chiamato oversharing, è sempre più diffuso… non solo tra i giovani! Pubblicare in continuazione foto, video e contenuti relativi alla propria vita privata è il primo campanello d’allarme a cui fare attenzione: è bene separare sempre vita reale e vita sui social, salvaguardando la propria privacy.

I social media hanno sicuramente velocizzato e migliorato la nostra vita, consentendoci di avere contatti istantanei con chiunque, 24 ore su 24. Occorre però non dimenticare che rappresentano solo uno dei tanti modi a disposizione per occupare il nostro tempo e per coltivare le nostre relazioni. Utilizziamoli per ciò che di buono ci offrono, come un piacevole passatempo e non come sostituti della realtà.

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