I Nostri Cani - Giugno 2020 - light

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“organo ufficiale ENCI”

giugno 2020

N. 5 giugno 2020 - Pubblicazione online sul sito www.enci.it

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SOMMARIO Notizie ENCI Master allevatore cinofilo Greyhound, fascino e buon cuore Pierluigi Primavera Korea Jindo Dog Nancy Breakman Lo Xolo fra magia e realtà Michela Gervasoni Un amico prezioso Renata Fossati Vacanze insieme. È tutto più bello R.G. I cani fiuteranno il COVID-19... F.C. Collare o pettorina... come risolvere il problema Renata Fossati Figurine Liebig, memorie e attualità Rodolfo Grassi Standard in pillole Cani e cavalli si divertono insieme Renata Fossati L’adolescenza del cane A.B. Notizie dal mondo Il mio “angelo”... con la coda Cinzia Salerno Il cane in ufficio fa bene al lavoro R.F. Il buon cuore dello Spinone Giancarlo Cavazzoli Notizie dal Mondo Il Bracco Italiano fra storia e futuro Rodolfo Grassi La nuova geografia del Sud Tonino D’Angelo “Trofeo Mario Orsini” Stefano Alfieri Lajatico, prove Breton Giorgio Bellotti Mute di segugi a Cutro, in Calabria Stefano Alfieri

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CHI E DOVE

I successi 59 I club 61 Gli allevatori

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PER LE ASSOCIAZIONI SPECIALIZZATE DI RAZZA RAZZE: LE PAGINE DELLA RIVISTA SONO A DISPOSIZIONE PER ARTICOLI RIGUARDANTI LE RAZZE TUTELATE SU TEMI A SCELTA QUALI: STORIA, DIF­ FUSIONE SUL TERRIOTRIO, CARATTE­ RE, EDUCAZIONE, ADDESTRAMENTO, ATTIVITA SOCIALI, SPORT, SALUTE, VITA IN FAMIGLIA. CONVEGNI E SEMINARI SULLE RAZZE TUTELATE RUBRICA “CLUB”: SONO A DISPO­ SIZIONE PER SPECIALI E RADUNI. CORREDATE DA FOTO, CLASSIFICHE E BREVI TESTI SUGLI EVENTI. SI PREGA DI CONTATTARE PREVENTI­ VAMENTE LA REDAZIONE redazione@enci.it - tel. 0270020358 dalle 8,30 alle 12,30 dalle 13,30 alle 17,30

PER I GRUPPI CINOFILI Si informano i Gruppi Cinofili ENCI che all’interno de “I Nostri Cani” sono disponibili gratuitamente pagine dedi­ cate ai resoconti delle Esposizioni Internazionali e Nazionali. Per avere informazioni riguardanti gli aspetti tecnici e le modalità d’invio, contattare la redazione: redazione@enci.it - tel. 0270020358

TEMPI DI CONSEGNA DI TESTI E FOTO Pubblicità expo: entro il giorno 5 del mese precedente l’uscita (es. 5 novem­ bre per pubblicazione in dicembre) Articoli: previo accordi con la redazione Rubrica club: entro il giorno 5 del mese precedente l’uscita, in merito allo spazio disponibile Successi: in ordine di ricevimento, in merito allo spazio disponibile inviare a redazione@enci.it TUTTE LE RUBRICHE SONO GRATUITE Si ringrazia per la collaborazione

FORMATO TESTI E FOTO Testi in WORD o similari di scrittura (NO pdf) Foto in formato jpg o tif NON impaginare


Notizie ENCI CANE DA PASTORE BERGAMASCO Accesso limitato al Registro Supplementare Riconosciuto

Il Comitato Esecutivo del 12/5/2020, riscontrate le considerazioni espresse dalla Commissione Tecnica Centrale (su richiesta dell’Associazione Amatori del Cane da Pastore Bergamasco), ha deliberato di limitare l’accesso dei caposti­ piti al Registro Supplementare Riconosciuto (RSR) nei Raduni e nelle Mostre Speciali a partire dal 1 gennaio 2021.

LAGOTTO ROMAGNOLO

Accesso limitato al Registro Supplementare Riconosciuto Il Comitato Esecutivo del 12/5/2020, riscontrate le considerazioni espresse dalla Commissione Tecnica Centrale (su richiesta del Club Italiano Lagotto), ha deliberato di limitare l’accesso dei capostipiti al Registro Supplementare Riconosciuto (RSR) nei Raduni e nelle Mostre Speciali a partire dal 1 gennaio 2021.

RECENSIONI Alexandra Horowitz COME PENSA IL TUO CANE Tutti i segreti del migliore amico dell’uomo Oscar Saggi Mondadori Cosa sanno i cani? Cosa pensano? Chiunque abbia la fortuna di vivere accanto a un amico a quattro zampe non può fare a meno di chiederselo. In questo libro una psicologa cognitiva (e padrona di cani) spiega come i cani percepiscono il loro mondo quotidiano, i loro simili, e quei buffi animali che li accompagnano, gli umani, permettendo ai lettori di entrare nella testa di questi straordinari animali. Come pensa il tuo cane è un saggio aggiornato ai più recenti risultati della ricerca scientifica, ma anche una miniera di utili consigli che, spiegandoci perché il nostro cane fa ciò che fa, ci indica anche la via per educarlo in modo rispettoso della sua identità.

Bash Dibra IL CANE PARLA Edizioni PIEMME L’autore, ci insegna a interpretare il misterioso, multiforme vocabolario dei nostri amici a quattro zampe; le espressioni facciali: per leggere negli occhi e sul muso del cane le sue emozioni, le sue intenzioni, il suo stato di salute. Il linguaggio del corpo: per decifrare il significato di ogni postura e posizione. La vocalizzazione: per comprendere ogni volta perché il cane abbaia, ulula, latra, guaisce, per soddisfare i suoi bisogni e prevenire problemi e disturbi. Se vi è capitato di cercare di farvi comprendere in un paese straniero, un luogo in cui nessuno sapeva capire la vostra lingua, allora sapete quale frustrazione può provare a volte un cane. Questo libro è un traduttore simultaneo per comunicare con il migliore amico dell’uomo. Per avere un cane sano, ben addestrato e davvero felice.


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Anno 66 num. 5 giugno 2020

Master allevatore cinofilo ENCI 2019/2020 SECONDO MODULO DELLA V° EDIZIONE

Considerato il perdurare di alcune misure per il contrasto del COVID-19, si comunica che il secondo modulo della V° Edizione del Master Allevatore ENCI/ANMVI, origi-

nariamente previsto a Cremona nei giorni 25 e 26 febbraio 2020, è stato organizzato quale Master interattivo che si svolgerà nelle giornate del 21 e 22 luglio 2020 con

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PRIMO GIORNO: MARTEDÌ 21 LUGLIO 2020 MALATTIE OCULARI E NEUROLOGICHE EREDITARIE. ORTOPEDIA PEDIATRICA E MALATTIE DELL’ACCRESCIMENTO 9.00 Registrazione presenze 9:15 Saluto, presentazione del modulo formativo 9:30 Genetica, principi base da applicare all’allevamento cinofilo con particolare riferimento alle patologie ereditarie - Stefano Paolo Marelli 11.00 Pausa 11.15 Selezione, obiettivi e strumenti - Stefano Paolo Marelli 12.00 Allevamento: tipi estremi e benessere - Stefano Paolo Marelli 13.00 14.00 14.30 15.00

Pausa per pranzo Displasia dell’anca e displasia del gomito, come si sviluppano, cosa provocano e come si controllano nei riproduttori - Aldo Vezzoni Altre patologie scheletriche dell’accrescimento da conoscere - Aldo Vezzoni La lussazione della rotula sia nei cani toy che in quelli di taglia grande, incidenza, conseguenze e controllo dei riproduttori - Aldo Vezzoni

15.30 16.00 16.45 17.30

Pausa Malattie oculari a base ereditaria - Domenico Multari Patologie dermatologiche: gestione in allevamento - Natalia Fanton Discussione e termine del primo giorno

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SECONDO GIORNO: MERCOLEDÌ 22 LUGLIO 2020 ALTRE MALATTIE EREDITARIE. DIFETTI DENTARI. MALATTIE NEUROLOGICHE 9.00 Registrazione presenze 9.15 Genetica, comportamento e attitudini - Stefano Paolo Marelli 10.30 Pausa 11.45 Prevenzione, controllo e gestione delle malattie cardiovascolari ereditarie Claudio Bussadori 13.00 14.00 15.30 16:00 17.15

Pausa per pranzo Malattie neurologiche a base ereditaria - Alberto Cauduro Relazione commerciale MONGE - L’importanza degli omega-3 nella gestione nutrizionale del paziente ortopedico - Elena Pagani Difetti dentari e malocclusione dentale - Mirko Radice Discussione e termine del Corso

modalità di collegamento da remoto. Al fine di agevolare i Cinofili in un momento di difficoltà dell’intero Paese, l’ENCI ha rivisto a ribasso le quote di partecipazione al modulo. Coloro che avevano già effettuato l’iscrizione al secondo modulo e confermeranno la partecipazione nelle date sopraindicate, inviando un’email all’indirizzo masterallevatore.anmvi@enci.it saranno contattati dalla segreteria per il rimborso della quota eccedente. Le nuove tariffe sono così stabilite: Soci Allevatore e titolari di Affisso ENCI/FCI € 160,00 + IVA 22% Soci ENCI € 210,00 + IVA 22% Non Soci ENCI € 260,00 + IVA 22% Sarà possibile effettuare nuove iscrizioni entro il 22 giugno 2020 al seguente link https://registration.evsrl.it/1428 L’organizzazione è a disposizione per fornire informazioni utili al seguente numero 02-70020325. L’applicazione che verrà utilizzata sarà ZOOM Cloud Meetings. Nei giorni precedenti l’evento sarà inviata una comunicazione per accedere al Master e sarà fornito un supporto utile per facilitare l’accesso agli iscritti in modalità di collegamento da remoto. Il modulo affronterà gli aspetti della pediatria, dell’accrescimento e delle più rilevanti patologie ereditarie. Le giornate saranno organizzate come da tabella. Requisiti obbligatori per la partecipazione al Master sono la sottoscrizione del Codice Etico degli Allevatori di cani (da inviare all’indirizzo e-mail masterallevatore. anmvi@enci.it) e il possesso di un indirizzo di posta elettronico valido. Il Direttore Generale Fabrizio Crivellari

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Caratteristiche e suggestioni di una razza selezionata da nobili e re

Greyhound, fascino e buon cuore Foto di Elisabeth Espedal

L’aspetto rude e la corporatura gigantesca non devono trarre in inganno: mite di carattere si affeziona alla casa ed a quanti si prendono cura di lui


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Tra le razze levriere il Foto Salmistraro Greyhound si distingue non solo per la statura e l’innata eleganza: quello che affascina già a prima vista è la capacità di infondere senso di libertà, orgoglio e determinazione. La sua antica storia si intreccia con quelle delle altre razze affini e, a ripercorrerla fin dal suo inizio, si ha la sensazione di viaggiare nel tempo, a millenni di distanza dalla nostra modernità. Tra le innumerevoli teorie ipotizzate dai ricercatori, suddivise maggiormente tra le origini egiziane o celtiche, quella prevalente ritiene che l’area Medio Orientale sia la culla dei levrieri. Cani molto simili appaiono nei disegni del tempio del 6000 a.C. nella città di Catal-Huyuk nell’attuale Turchia. Un vaso funerario del 4000 a.C., trovato nella zona dell’Iran moderno, è stato decorato con immagini di cani che assomigliano molto ai levrieri. Poiché gli artisti di un tempo lontano tendevano a rappresentare solo immagini dal significato religioso o sociale, questi soggetti dovevano essere sicuramente importanti per i popoli di allora. Nonostante a quei tempi i cani fossero considerati poco più di un arnese, e appena tollerati giusto per il servizio di guardiani che svolgevano intorno al campo, i levrieri godevano di un trattamento diverso, tanto che le tribù nomadi che vivevano nei deserti, li allevavano in recinti separati per impedire che si accoppiassero con altri cani. Le loro abilità nel cacciare accanto all’uomo li resero indispensabili alla sopravvivenza dei beduini, assegnando loro un posto all’interno delle tende, in modo che il loro allevamento potesse essere controllato. Le capacità uniche e preziose dei levrieri aiutano a spiegare perché sono cambiati molto poco nella loro lunga storia, giungendo a noi integri nell’aspetto e nello spirito. In Egitto, gli antenati dei moderni levrieri venivano usati nella caccia e tenuti come animali da compagnia. Una tomba egizia del 2200 a.C. ritrae cani che assomigliano molto al moderno levriero. Tra i faraoni noti per possedere cani di tipo levriero, vi sono Tutankhamon, Amenhotep II, Thutmose III, la regina Hatshepsut e Cleopatra VII. Nella Bibbia, l’unica razza di cane menzionata è il levriero (Proverbi 30: 29-31, Versione di Re Giacomo): “Ci sono tre cose che fanno bene, sì, che sono gradevoli: un leone, che è il più forte tra gli animali e non si allontana da alcuno; un levriero; ed anche una capra”.

I GRECI ED I ROMANI I greci probabilmente acquistarono alcuni di questi cani dai mercanti egiziani, qualche tempo prima del 1000 a.C. Nel poema

epico di Omero, l’“Odissea” (circa 800 anni a.C.), quando Ulisse torna a casa (mascherato) dopo venti anni di guerra contro i troiani, l’unico a riconoscerlo fu il suo cane Argo, descritto come un levriero. Arte e monete, dalla Grecia, raffigurano segugi a pelo corto praticamente identici ai moderni levrieri, il che rende abbastanza certo che la razza sia cambiata davvero poco dal 500 a.C.. Intorno al 325 a.C., si riporta che un cane di nome Peritas avrebbe accompagnato Alessandro Magno nelle sue campagne militari. I romani ottennero i loro levrieri dai greci o dai celti. Ovidio e Arriano si riferiscono a loro come Celt Hounds. Alcune delle loro divinità erano accompagnate da cani simili, ad esempio la dea Diana (l’Artemide greca) cacciava con cani di tipo levriero. Tali soggetti erano impiegati per la caccia e per le corse. Ovidio descrive così la corsa all’inizio del I secolo d.C.: “L’impaziente levriero viene trattenuto per dare alla lepre un buon inizio”. Flavius Arrianus scrisse nel 124 d.C. che lo scopo della corsa non è catturare la lepre, ma godersi l’inseguimento stesso: “Il vero sportivo non libera i suoi cani per distruggere le lepri, ma per il bene della corsa”.

L’ETÀ MEDIEVALE Durante i periodi di carestia nel Medioevo, i Greyhound rischiarono l’estinzione. Furono salvati dai sacerdoti che li proteggevano e li allevavano per la nobiltà diventando, di fatto, i cani dell’aristocrazia. Canuto il Grande, re d’Inghilterra, promulgò leggi forestali nel 1014, riservando ampie aree del Paese per la caccia alla nobiltà, impedendo agli altri cittadini di cacciare. Nel 1066 Guglielmo il Conquistatore introdusse leggi forestali ancora più stringenti, pertanto, i comuni cittadini che cacciavano con i levrieri in violazione di queste leggi, preferivano cani la cui colorazione li rendeva più difficili da individuare: nero, rosso, fulvo e tigrato. Al contrario, i nobili prediligevano i cani bianchi e mac-

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chiati, che potevano essere individuati e recuperati più facilmente, se persi nella foresta. Il Greyhound è la prima razza citata nella letteratura inglese. Non sappiamo con certezza dove o quando abbia avuto origine il termine. Probabilmente risale al tardo Medioevo. Potrebbe venire dal vecchio inglese “grei-hundr”, presumibilmente “cane cacciatore” o “di alto rango”. Un’altra spiegazione è che deriva da “gre” o “gradus”, che significa “primo rango”, quindi il termine levriero significherebbe “di primo rango tra i cani”. Infine, è stato suggerito che il termine derivi da Greekhound, dal momento che il cane ha raggiunto l’Inghilterra attraverso i greci. Un’altra versione ritiene che il ceppo di levriero originale fosse principalmente di colore grigio, quindi il nome si riferirebbe semplicemente al colore (Grey) del segugio. Gli artisti del Rinascimento tenevano i levrieri in grande considerazione. Le opere di Veronese, Uccello, Pisanello e Desportes, tra gli altri, raffigurano levrieri in una varietà di scenari che va dal sacro al popolare, con un’enfasi sulla caccia.

VELOCE COME IL VENTO Le corse di caccia, con i cani che inseguivano conigli vivi, divennero popolari nel corso del XVI secolo. La regina Elisabetta I d’Inghilterra (1533-1603) fece stabilire a Thomas, duca di Norfolk, regole per giudicare le gare di corsa. Vincere non dipendeva necessariamente dalla cattura della lepre, anche se ciò faceva guadagnare un punteggio elevato, e comunque molto spesso la lepre riusciva a fuggire. Sui cani da corsa erano comu-

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Foto Sobers


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nemente piazzate scommesse: il primo club di corsa ufficiale fu fondato nel 1776 a Swaffham (Norfolk), in Inghilterra. William Shakespeare (1564-1616) menzionò i levrieri in alcune sue opere teatrali. Nel discorso di Enrico V alle sue truppe, poco prima della Battaglia di Harfleur, paragona le persone ai levrieri in corsa: “Vi vedo come Greyhound pronti per essere lanciati, scalpitanti alla partenza. Che il gioco abbia inizio!”. La popolarità delle corse di levrieri in Gran Bretagna aumentò notevolmente nel diciannovesimo secolo, poiché la Rivoluzione industriale diede alle classi manifatturiere la ricchezza e il tempo di godere di tali attività. Inoltre, l’espansione della ferrovia rese più facile l’accesso alle corse, che raggiunsero il loro picco di popolarità alla fine del 1800. La Coppa Waterloo (ormai abolita da diversi anni) è stata considerata per oltre un secolo la più importante di corsa su preda viva per i Greyhound. La prima Waterloo Cup si tenne nel 1837 nella tenuta Altcar di Earl Sefton e fu vinta da un soggetto di nome “Fly”, di proprietà del signor Stanton. Con la costituzione del National Coursing Club of England nel 1858, le corse diventarono più che altro un affare di scommesse. A seguito del diffondersi delle corse, nel 1882 nacque il Greyhound Stud Book, successivamente replicato anche in altre nazioni. La prima esca artificiale (richiamo meccanico) fu usata in Inghilterra nel 1876 ed era un coniglio di peluche sistemato su una lunga rotaia che correva dritto per una lunga distanza, ma fu solo nei primi anni del 1900, quando un americano, Owen

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Patrick Smith, sviluppò un’esca che poteva correre in un cerchio su una pista come quella usata dai cavalli, che le corse iniziarono a essere considerate uno sport. Nel circuito FCI, di cui l’Italia da parte tramite l’ENCI, queste prove sono state regolamentate da tempo attraverso il Coursing ed il Racing. Il Coursing consiste in una prova di caccia simulata su lepre artificiale (detta zimbello), trainata attraverso un sistema di pulegge, nella quale i soggetti vengono fatti correre in coppie su due manche (nel corso delle quali cambiano gli abbinamenti fra i soggetti) ed il giudice valuta le loro capacità venatorie attraverso una serie di parametri (velocità, ardore, intelligenza, destrezza e resistenza), assegnando ai medesimi un punteggio che rifletterà la classifica finale della prova. Il Racing è invece una prova di velocità nella quale i Greyhound si sfidano lungo un tracciato ovale o ad U, rincorrendo una preda artificiale, anch’essa trainata meccanicamente come nel Coursing, fino a tagliare il traguardo. Si tratta di una prova che premia principalmente la velocità pura dei soggetti e la loro resistenza allo sforzo prolungato. Va precisato infine che i Greyhound utilizzati per il Coursing, e ancor di più quelli impiegati per il Racing, presentano delle caratteristiche somatiche che li differenziano chiaramente dai soggetti che di solito osserviamo nei ring d’esposizione, proprio a causa della loro specifica selezione funzionale.

CARATTERE E TEMPERAMENTO I Greyhound sono cani estremamente gentili, leali e affettuosi con gli umani. Amano molto la compagnia e possono soffrire di ansia da separazione. La loro natura sensibile suggerisce grandemente di adottare un approccio gentile e calmo per quanto riguarda l’educazione e l’allenamento. Detto questo, il loro istinto di inseguire la preda può scatenarsi in presenza di altri piccoli animali: è quindi consigliabile la costante supervisione di noi

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umani, perché la voglia di inseguire potrebbe superare l’educazione e l’addestramento ricevuti, con la conseguenza che in un istante sarebbero capaci di sparire alla nostra vista, incuranti dei richiami. Il temperamento è influenzato da diversi fattori, tra cui ereditarietà, socializzazione ambientale ed educazione. L’ereditarietà comportamentale è molto meno prevedibile dei tratti morfologici e spesso può essere modellata dall’ambiente circostante. I Greyhound sono spesso considerati grandi felini a causa di quanto siano pigri, nonché per la loro intelligenza e indipendenza. Una educazione coerente e un incoraggiamento positivo insegneranno loro che devono ascoltarci quando diamo un comando. Sono cani molto sensibili e inclini a livelli elevati di stress, in grado di avvertire se c’è tensione in casa e di risentirne in maniera visibile. Mai aggressivi con gli altri cani: se provocati, preferiscono immobilizzarsi e ignorare l’avversario. Se aggrediti, mostrano grande sicurezza, poiché sanno già non potranno mai essere raggiunti dal loro inseguitore. La loro totale mancanza di aggressività li rende animali docili e che abbaiano pochissimo. Sono gentili, dolci ed amano molto stare in casa, accoccolati sui divani. Le persone che non hanno familiarità con questa razza sono spesso sorprese dalla loro calma, dato che nell’immaginario collettivo sono soprattutto idealizzati come degli instancabili corridori: in realtà si tratta di una delle più spiritose, rilassate e rilassanti tra le razze canine. Poco conosciuti dal grande pubblico, se non per l’aspetto delle corse, celano in sé grande intelligenza, sensibilità e robustezza. Frutto di una selezione durissima, svolta in un ambiente ostile dove sabbia, sole e vento la facevano da padroni, hanno saputo dominare le avversità giungendo a noi in tutta la loro forza e bellezza. Come uno scrigno, riservato a quegli appassionati che saranno in grado di apprezzarne tutte le grandi qualità nascoste. Pierluigi Primavera


Diamo voce alla protesta contro l’abbandono degli animali

Vacanze insieme. È tutto più bello

Anche quest’anno si ripete il triste fenomeno nonostante la legge preveda pene severe. Il rinnovato appello degli zoofili Bassotto a pelo lungo. Foto Silvano Joly.

“La pietà per ogni essere vivente è la prima valida garanzia per il buon comportamento dell’uomo” Arthur Schopenhauer

Ogni anno il diario delle vacanze comincia con pagine di ordinaria crudeltà, labili racconti destinati al silenzio e troppo in fretta dimenticati. Sono pagine e pagine di un’antologia triste e le suggeriscono cani ed altri animali domestici abbandonati. Vittime delle persiane chiuse per vacanza hanno percorso solo per un breve tratto la via della sopravvivenza. Purtroppo molti fra quanti dicevano di amarli – o comunque dimostravano verso di loro attenzioni – hanno ritenuto d’improvviso che anche l’affetto avesse scadenze e “loro” fossero troppo ingombranti e da dimenticare. Inutili come vecchie fotografie di quand’erano cuccioli e facevano sognare o di compagni in lunghe camminate fra il verde oppure divertenti presenze fra le mura delle case a perpetrare l’inganno che anche loro facessero oramai parte della famiglia… Così, chiusa la porta, abbandonati in campagna o al margine di una strada nella speranza che qualche sconosciuto abbia un barlume di pietà. Si parte portando con

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IN MONTAGNA…


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Labrador retriever. Foto Gianluca Fila.

… O AL MARE, CANI FELICI DI STARE CON NOI! sé solo qualche straccio di ricordi da dimenticare presto. Ed a ben pensarci par che si ripeta quant’è scritto nella Bibbia (Ecclesiaste-1-9) “Ciò che è stato sarà e ciò che si è fatto si rifarà; non c’è niente di nuovo sotto il sole”. Avvenne lo scorso anno, fotocopia di quelli precedenti e la strage continua e si ripete purtroppo in tutti i suoi cupi rituali che giungono alla vigilia di un’estate

quest’anno carica di timori e preoccupazioni. Accade nonostante la legge vieti l’abbandono, gli appelli, gli interventi di organizzazioni animaliste. Così nei giorni del solleone pare che anche l’amore per gli animali sia morto e vien da ricordare la frase, che ancor oggi suona come condanna, di Arthur Schopenhauer, il filosofo del pessimismo cosmico: “la pietà per ogni essere vivente è la prima valida garanzia per il

buon comportamento dell’uomo”. Domandarsi il perché diventa persino fuorviante tant’è noto il problema che ogni anno giunge puntuale come il carnevale, la quaresima, la primavera, la festa del lavoro ed i giorni delle vacanze che son festa per tutti meno che per loro. Numerosi gli appelli ma troppi, anche se meno degli anni scorsi, gli immemori che condividono le parole soltanto. R.G.

COSA PREVEDE LA LEGGE IN ITALIA L’ABBANDONO È VIETATO I SENSI DELL’ART. 727 DEL CODICE PENALE CHE AL PRIMO COMMA RECITA: “CHIUNQUE ABBANDONA ANIMALI DOMESTICI O CHE ABBIANO ACQUISITO ABITUDINI DELLA CATTIVITÀ È PUNITO CON L’ARRESTO FINO AD UN ANNO O CON L’AMMENDA DA 1.000 A 10.000 EURO.

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L’importanza dell’educazione durante la crescita

L’adolescenza del cane Uno studio dimostra che la fascia d’età giovanile va seguita con molta pazienza e attenzione. La punizione peggiorerebbe qualsiasi comportamento problematico I ricercatori delle Università di Nottingham, Newcastle ed Edimburgo, hanno condotto uno studio, pubblicato sulla rivista Biology Letters, nella quale hanno evidenziato che non solo gli esseri umani ma anche i cani attraversano momenti difficili durante la pubertà, diventando meno inclini all’obbedienza e all’addestramento. Gli studiosi, hanno osservato il comportamento dei cani per verificare se l’adolescenza, che per gli esseri umani può essere molto complessa, può portare a cambiamenti significativi. «Quando attraversano questa fase, molti cani vengono abbandonati o mandati in adozione a causa della mancanza di obbedienza, ma se i proprietari riescono a mostrare pazienza e amore, il loro cane tornerà presto come una volta, proprio come avviene con gli adolescenti più turbolenti, che poi si realizzano come adulti», spiega Naomi Harvey della School of Veterinary Medicine and Science presso l’Università di Nottingham. «Molti sospettano da tempo che la pubertà influisca sul comportamento dei cani, ma non erano mai stati condotti studi scientifici al riguardo. Ora abbiamo qualche informazione in più e soprattutto le prove che si tratti di una fase passeggera», prosegue la Harvey, aggiungendo che una punizione potrebbe peggiorare qualunque comportamento problematico. «La pubertà è un momento delicato, i cani non sono più dei teneri cucciolotti e hanno bisogno di attenzioni diverse. Se i proprietari credono di non essere in grado di tenerli o addestrarli, possono decidere di abbandonarli o portarli nei canili», afferma Lucy Asher dell’Università di Newcastle. Il team ha analizzato un gruppo di 69 cani, monitorando i livelli di obbedienza, differenziando i comportamenti tra i cinque e gli otto mesi, che nei cani corrispondono rispettivamente al periodo della pre-adolesscenza e della pubertà. «La disobbedienza era più evidente nei cani di otto mesi, e ancora più pronunciata negli animali che mostravano un “attaccamento insicuro” ai proprietari. È stato anche rilevato un fatto interessante: il tempo di risposta al comando impartito dal proprietario era più lungo rispetto a quando l’ordine veniva impartito da uno sconosciuto, spiegano gli autori. «I nostri risultati indicano che esistono delle similitudini tra noi e i nostri amici a quattro zampe a livello biologico e comportamentale, nonostante percorsi evolutivi differenti. Questo significa che abbiamo molte più cose in comune con i nostri animali di quanto si ritenesse in precedenza», commenta la dottoressa Asher. A.B.

Il gioco e l’interazione aiutano una corretta crescita. Foto Margherita Abboudi.

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Il Bracco Italiano fra storia e futuro Per il cane, l’uomo rappresenta ciò che Dio dovrebbe essere. (Holbrook Jakson) Già al primo sguardo suggerisce l’immagine di un’icona del tempo, fra giorni ritrovati ed impiego sportivo consapevole. Perché il Bracco Italiano ha quella tranquillità tutta latina invidiata da ogni nazione d’Europa. Sa di casa, di Paese, di cose belle e giorni mai opachi. Riconduce a quella civiltà contadina fedele nel ritorno dai campi all’Avemaria ed all’odore di minestra. Per tutto questo e le sue doti venatorie essenziali fu compagno di caccia di re, nobili, industriali, bracconieri e poveri Cristi come si soleva dire un tempo di chi non aveva niente a sufficienza se non la miseria. E ben lo ricorda Dante, (anche se usa il nome di bracco indicando probabilmente segugi ma in quei remoti giorni i

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cani utilizzati per scovare la selvaggina erano “bracchi”) vestendo la caccia di quella definizione (“selvaggia dilettanza”) che ancor oggi non ha eguali nella sua bellezza veritiera. Il bracco, (fuor da ogni disputa storica che nella cinofilia moderna ha il fascino sopravvissuto dell’antico) continua a condividere con lo Spinone quello sguardo tenero e severo insieme che induce ad allungare la mano per una carezza e comprendi perché una razza così non poteva che perfezionarsi in Italia penisola di gente che, accanto ad intuizioni geniali e capacità di agire sa esprimere anche un volontariato spesso semisegreto e per questo ancor più meraviglioso. La sua conquista delle abitazioni di città – complice il carattere unico - è recente: viene dalla caccia e rimane, nonostante siano mutati tempi e comportamento dei selvatici, un compagno coinvolgente ed un protagonista nelle prove dove, per i continentali, importa il naso ed è straniera la velocità come condanna. La sua storia è

antica ma nella cinofilia ufficiale di Club e “Libro delle origini italiano” (LOI) ai giorni nostri divenuto ROI (Registro Origini Italiano) in cui sono indicati i cani che hanno avi immacolati data dal 1897 quando in Milano, nel ristorante “Orologio” (il medesimo in cui nel 1908 fu fondato il Foot-ball Club Internazionale) prese origine la “Società braccofila” destinata poi a fondersi con il Kennel Club Italiano che darà i natali all’ENCI. Ne fu primo presidente Andrea Baragiola, nato a Varese il 9 marzo 1861, nobile, appassionato di cavalli e proprietario di una fra le più significative scuderie per esemplari da competizione, impegnato nella vita pubblica e sociale fu Consigliere provinciale di Varese e reggente della concessionaria delle Terme di Montecatini: morì a Venegono in un incidente di caccia. Tanti i pareri sul Bracco e le valutazioni tecniche ma la più significativa a cui tutte riconducono è quella tracciata nel 1911 da Arturo Fancelli, fra i più noti scrittori di


i nostri

Cani

Anno 66 num. 5 giugno 2020

BRACCHI - Dora 5ª (L.I.R., 391, 1895) e Dora 4ª (L.I.R., 378, 1896), del CANILE DI TREGOLO.

Origini, fascino e qualità di una razza tipica della Penisola. Il re galantuomo e il generale garibaldino Cucchiari fra i suoi estimatori. Un’azione di caccia nella cronaca in versi di Lorenzo Tornieri.

sport e personaggi del Novecento. Scrisse del Bracco “Esso si presenta oggi tanto perfezionato nelle sue doti che l’educazione può da lui trarre tutto quello che vuole e la sua educazione non richiede lungo tempo, né presenta gravi difficoltà, perché il giovin alunno, facilmente e volenterosamente, apprende ciò che gli viene insegnato. Poi azzarda un paragona e tiene fede al confronto da autentico cinofilo e tecnico: “I confronti sono sempre odiosi; ogni razza ha i suoi pregi ed i suoi difetti, e il più delle volte sta al cacciatore scegliere quella più adatta all’ambiente o alla sua predilezione; ma non si può disconoscere che mentre il Pointer ed il Setter daranno risultati veramente meravigliosi, e spiegheranno la loro azione in modo impeccabile in un dato ambiente e in certe condizioni, altrettanto si mostreranno deficienti in un ambiente e condizioni diverse; tanto

che, pur compiendo 1’opera loro, saranno visibili gli sforzi da essi fatti per condurla a buon fine; ora, senza salire ai sette cieli, che si dicono continuamente ascendere da questi cani inglesi, il Bracco non ha deficienze così stridenti, in confronto dei suoi formidabili rivali, anche là ove questi emergono”. Cane generico nel più esteso senso della parola, ed è quello che si renderà sempre più adatto alla grande maggioranza dei cacciatori italiani, destinato al più grande e sicuro avvenire. Cane macchiarolo, dicevano i nostri antichi; e così egli è; abituato all’ acqua, a cui va istintivamente, al palude, diverrà un Setter migliorato; “Cosa volete di più?”. Due anni prima di lui Temistocle Strazza direttore de “La caccia” nell’interessante volume “I cani da ferma italiani” aveva sostenuto la necessità di dar vita ad un’associazione che ispirata ad idee moderne

“proponesse che non solo si dovessero conservare ma migliorare le razze da ferma nazionali, sia con la selezione dei migliori soggetti, sia approfittando di quegli elementi stranieri che potessero concorrere al più pronto risolleva mento delle stesse”. Inoltre afferma, ed è fra i primi a sostenerlo che “è bello ciò che è veramente utile” e l’affermazione, solo in apparenza generica, suona condanna alle razze da caccia straniere ed in particolare alle inglesi che cominciavano ad avere in Italia ammiratori di Setter e Pointer. “Data codesta tesiscrive – naturalmente dovevano emergere novità conflagranti colle viete tradizioni che fino a pochi anni or sono furono ritenute imprescindibili ma che non reggono di fronte alla praticità venatoria ed alla razionale estetica zootecnica”. Il Bracco Italiano ebbe anche molti testimonial d’eccezione e fra tutti il re d’Italia

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1890, Diego Ossolano, Bracco leggero bianco-arancio del CANILE OSSOLANO.

(fu il primo ad avere questo titolo) Vittorio Emanuele II di Savoia (1820-1878) ed inoltre i Calcagno di Cuneo che avevano selezionato gli allora famosi Aschieri della Motta ed i Silva di Pizzighettone che, amici del generale Domenico Cucchiari (18061900), carrarese, una delle figure più insigni del Risorgimento gli avevano affidato alcuni loro esemplari. Amico di Garibaldi e Mazzini, condannato a morte in contumacia dagli Estensi, Domenico Cucchiari partecipò fra l’altro alla Prima guerra di indipendenza. Nominato Senatore in tarda età si dedicò con passione ed impegno alla cinofilia ed in particolare all’allevamento ed alla selezione dei Bracchi italiani. Su di lui, che dimostrò simpatia e vicinanza al Movimento anarchico, Beniamino Gemignani, uno dei più sensibili ed efficaci scrittori carraresi scrisse pagine significative e degne di memoria. Ancor oggi c’è chi afferma che proprio con il Bracco Italiano la ricerca del selvatico diventi poesia o comunque l’azione - e le prove ne sono conferma - in prossimità del selvatico e la successiva ferma lasci al cinofilo autentico il tempo per assaporare quei pochi secondi destinati poi ad essere

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incastonati fra i ricordi più belli. Così il conte Lorenzo Tornieri (1751-1834) noto personaggio vicentino, (“amante della campagna e della caccia, scrisse versi leggiadri e tese insidie agli uccelli. Presidente delle pubbliche imposte, precisa una sua biografia, e altri incarichi sostenne con somma integrità”) descrive un’azione di caccia con il Bracco e l’uso della rete per catturar la quaglia od altro selvatico immobilizzato e segnalato dalla ferma del Bracco: è una stupefacente cronaca in versi che rinnova nella lettura la suggestione vera delle doti del Bracco Italiano. Agil di corpo sia, di pelo oscuro, Ma dissimile macchia orni il suo dorso, Non tema gelo o sol, non tema rischio, Ed obbedisca alla tua mano e al fischio. Abbia nerboso il petto, il piede basso, Sia largo di narici, ed orecchiuto; Mova sì lieve e con insidia il passo, Che non oda il romor l’augello astuto. All’improvviso poi resti qual sasso, E un piè sospenda della preda al fiuto; Abbia l’occhio seren, lo sprone ai piedi,

Né ricusi lavor quando lo chiedi. La tua rete già posta in apparecchio Tu porta allora in un volume avvolta. E se voce d’augel giunge all’orecchio, Sospendi il passo ed avveduto ascolta. Ti guidi il can, che nel lavoro è vecchio, Ove nutre il terren l’erba men folta, Ove difeso dal calor del giorno Un comodo all’augel offre soggiorno. Il passo intanto, e il movimento spia Del tuo fedele a compiacerti inteso: Se nel vario cammin segna allegria, Se muove il pié nell’odorar sospeso. Se sull’orme ritorna, ove fu pria, Se porta il ventre basso e il collo steso, Infin che immoto sulle piante stando Con meraviglia tua serve al comando. Allor che sull’augel fermo rimane Alla quadrata rete dà di piglio: Convien che dieci passi t’allontane, E sia compagno all’opra il tuo famiglio: Così t’affaccia a poco a poco al cane, Che sulla preda tua non batte ciglio. Ma chiede il lino che lo copra; e poscia Il capo china, e sul terren s’accoscia. Rodolfo Grassi


ORGANO UFFICIALE DELL’ENCI Ente Nazionale della Cinofilia Italiana n. 5 giugno 2020 – Anno 66° DIRETTORE RESPONSABILE: Fabrizio Crivellari UFFICIO STAMPA E PUBBLICHE RELAZIONI: Rodolfo Grassi REDAZIONE: Renata Fossati PROPRIETÀ ED EDITORE: ENCI Milano HANNO COLLABORATO: Stefani Alfieri, Giorgio Bellotti, Nancy Breakman, Giancarlo Cavazzoli, Renata Fossati, Michela Gervasoni, Rodolfo Grassi, Pierluigi Primavera, Cinzia Salerno.

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Associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

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SUDAFRICA, 45 RINOCERONTI SALVATI DAI CANI ANTIBRACCONAGGIO I cani operano nel parco di Kruger e sono fondamentali per proteggere la fauna dai bracconieri. In Sudafrica, dove si trova la più grande popolazione mondiale di rinoceronti, il bracconaggio è in lento ma costante calo da cinque anni. Il merito è anche dei cani antibracconaggio, indispensabili alleati dei ranger nella tutela della fauna selvatica. Nel parco nazionale di Kruger, in particolare, opera una muta di cani che, in poco più di due anni, ha già evitato l’uccisione di 45 rinoceronti. La muta è stata addestrata nel Southern African Wildlife College, ong che si occupa di conservazione della biodiversità, che sorge nei pressi del parco di Kruger, e comprende diverse razze di cani, tra cui black and tan coonhound, malinois, cani di sant’Uberto, foxhound e bluetick coonhound. Gli animali sono stati addestrati fin dalla nascita e hanno iniziato il lavoro sul campo a 18 mesi di età, nel febbraio 2018.

L’AMICO DEL POSTINO New Jersey. Una mattinata come tante, durante la quarantena. Cyndi Dawson se ne sta seduta sul letto a leggere un libro quando, ad un certo punto, il suo cagnolino Bowie un incrocio di yorkshire, le è corso incontro abbaiando in maniera insolita e mordicchiandole i pantaloni. “All’inizio, ho pensato volesse solo giocare - ha detto Cyndi – ma, vedendo la sua insistenza ho deciso di seguirlo”. Affacciandosi sul giardino, la donna si è accorta che fuori di casa c’era il camioncino del postino William Morgan stranamente fermo contro l’auto del marito. Una volta uscita in strada, ha visto che Morgan era sul sedile, ma con le gambe fuori dal veicolo. In tutto questo il piccolo Bowie continuava ad abbaiare in maniera agitata: aveva capito che c’era qualcosa che non andava. E in effetti il postino era privo di sensi e respirava a malapena. La donna ha subito chiamato i soccorsi, indispensabili per salvargli la vita, visto che l’uomo era affetto da una grave patologia. Quando Morgan si è ripreso e ha scoperto che era stato Bowie a dare l’allarme e a salvargli la vita, si è commosso: “Ho sempre amato quel cane, non posso che essergli grato per quello che ha fatto”.


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