I Nostri Cani - maggio 2017

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i nostri

Cani

Anno 63 num. 5 maggio 2017

Ch. Europeo grande cerca a starne Pointer

La competizione resa ancor più vivace perché allargata anche a nazioni oltreoceano. Occupati tutti i posti del podio. Il selezionatore unico spiega come si è giunti al grande successo che conferma gli azzurri ai vertici

I Pointer Campioni e vice Ch. 2017 Caccia a starne

lità ad applaudire il vincitore e la voglia, in tutti, di essere primi. La cronaca svela episodi che - nel fascino della Coppa - diventano cornice: i trialler si somigliano, gli altri, dai conduttori a quanti applaudono, diventano necessari al confronto ed alla suspense. Vince sempre e comunque la squadra migliore perché sommando i punteggi si annulla malasorte e benigne folate di vento. I terreni di Serbia, infatti, sono uguali per tutti come le starne che quando si levano in brigate suscitano - in chi ne ha memoria - oramai remote pernici del nostro Appennino. Ed è suggestivo scoprirsi sorpresi - come di fronte ad un’antica immagine ritrovata - nel vederle sorgere d’improvviso da una macchia di verde, allargarsi a meno di due metri da terra e andarsene inseguite dalla propria ombra mentre si smarrisce nell’aria quel loro grido che sovrasta la flebile voce del vento. Ecco perché ogni episodio ha significato solamente se fa parte del grande rito della “Coppa” come viene famigliarmente ricordata. Nell’Albo d’oro - ed è come dire nella storia - resta il podio del vincitore perché il secondo risulta essere, nel giudizio impietoso del tempo, il primo dei perdenti. E quest’anno tutti insieme erano folla perché provenivano - mai prima era accaduto - persino da oltreoceano tant’è il fascino della competizione che solo l’esserne stato partecipe diventa un blasone. Ecco perché il lavoro di Gianni Bernabè, giudice che riscuote unanime stima per serietà e capacità professionali, è risultato ancor più importante, prezioso e difficile. Doveva scegliere una squadra capace di confrontarsi con le migliori del mondo su terreni certamente non facili. L’obiettivo era di conquistare l’oro ed è stato raggiunto e completato dal risultato stupefacente e degni di figurare nel libro dei record, di un podio tutto tricolore. Traguardo da far gridare al miracolo perché raggiunto un po’ ogni giorno con una preparazione attenta ed una selezione sapiente e mai facile. E chi ne è stato testimone dovrà indulgere a quanti, nell’ascoltarne il racconto, avranno attimi di incredulità. Perché mai era accaduto di tante bandiere in campo essendo Coppa Europa rappresentativa per nazioni, tanti concorrenti preparati ed un’Italia che ha stupito e continuerà a far gridare alla meraviglia. La cronaca, mai bugiarda, a volte incompleta, non può che lasciar il posto alla storia che il risultato pretende. Perché il lacet del vincitore, le starne del vinto, il percorso degli altri diventano inutili se non nel piacere di una geografia di parola. Contano i principi a cui si è ispirato Gianni Bernabè tracciando un sentiero

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