

SOMMARIO




ASSEMBLEA SOCI ENCI
A grandi passi verso l’innovazione
La redazione
MONDIALE ZAGABRIA 2024
Una riserva preziosa
Dino Muto
WOLFSPITZ. Una razza con doppio passaporto
Irene Spinelli
Trofei ENCI 2023
WORKSHOP. Biodiversità:
conservare, prevenire e proteggere
Renata Fossati
Svelata la mente dei cani
Ermelinda Pozzi EURO SAMOYED. Festa in bianco
Renata Fossati
EXPO RIVA DEL GARDA
Bianco e rosso i colori del BIS
Sabrina Conci
EXPO GONZAGA. Il rosso e il nero
Cesare Polischi
COPPA EUROPA INGLESI
Il galoppo dei Trials
Diego Pola
COPPA EUROPA CONTINENTALI
Terzo posto per l’Italia
Marco Ragatzu

Webinar Breeder
La nutrizione del
cane atleta
Evento gratuito
Moderatore:
Dott. Massimo Casaburi



Quando e come partecipare?

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Caniditagliapiccola
Caniditaglia grande
Canidi tagliagrande

A grandi passi verso l’innovazione
Importanti progetti per la tutela dei cani e dell’ambiente.
Un concreto sostegno agli allevatori e una cabina di regia condivisa con le Istituzioni. Il nobile passato e il vivace presente raccontano l’indelebile storia della cinofilia italiana nel mondo
L’appuntamento insolito di un martedì di fine aprile ha accolto l’Assemblea dei Soci intervenuti numerosi presso NH Milano Congress Centre. La spiega il presidente Dino Muto la scelta obbligata tra gli impegni di ENCI (mondiale di Zagabria) e quelli del Centro Congressi che hanno dirottato la data in un giorno feriale. È soddisfatto il Presidente per la presenza in sala di tanti soci che, anche attraverso le deleghe, hanno consentito un numero di votanti pari a 1.429 (196 soci allevatori e 1.233 collettivi).
Alle 9,30 si incomincia con il rito tanto atteso delle premiazioni dei vari Trofei ENCI. Il più ambito, il
Trofeo Cajelli, quest’anno è stato vinto da: Barbone grande mole bianco SAMARCANDA COLE PORTER-B di IRENE CASTELLI e allevato da Lorena Merati.
A seguire, una carrellata di flash, strette di mano e persone sorridenti e soddisfatte del loro lavoro di selezione sia in campo espositivo che venatorio e di utilità.
Alle 10.00 si comincia con Dino Muto che presiede i lavori e Silvia Tortora e Peppino Festa nominati scrutatori di un voto che sarà, per volontà dell’aula, di tipo palese.



spettatori. Dobbiamo dialogare con tutti, raggiungere le famiglie, spiegare loro il mondo del cane di razza. Il cane di razza è cultura, storia, è un universo che va conosciuto. Siamo l’unico Kennel Club al mondo – aggiunge il presidente – a portare avanti progetti di benessere animale e tutela dell’ambiente. Basti pensare al progetto di protezione delle tartarughe, alla prevenzione del batterio della Xylella e allo scovo di resti di cinghiali colpiti dalla peste suina. Solo i nostri cani brevettati posso accedere in aree protette. A volte non è semplice dialogare con altri Kennel Club poiché non sono allineati con i nostri standard tecnologici, spesso si stupiscono delle nostre molteplici attività e al contempo sono ammirati per i risultati che otteniamo”. Applausi da tutta la platea.
A seguire, i punti 3-4-5 relativi a: Approvazione del Bilancio Consuntivo 2023, Programma Generale dell’attività dell’Ente nel 2024 e Approvazione del Bilancio di Previsione 2024 che
vengono approvati a larghissima maggioranza dall’Assemblea.
Natale Tortora dopo aver risposto ad alcune domande degli intervenuti, ricorda che il Consiglio Direttivo ha il compito di approvare il Bilancio di Previsione entro il 30 novembre di ogni anno e di sottoporre all’Assemblea i bilanci entro la fine di aprile. Il Bilancio di Previsione è il documento qualificante della vita dell’ENCI e come tale riassume gli obiettivi dell’Ente nel breve periodo in termini economici e finanziari, tendendo presente le risorse disponibili.
Serena Donnini sottolinea l’importanza del patrimonio culturale del cane di razza e la necessità di farlo conoscere. Elogia quindi la professionalità degli addestratori ENCI impiegati nei progetti di tutela dell’ambiente. Sottolinea la necessità di dialogare con tutte le parti in azione al fine di ottenere gli obiettivi prefissati.
L’avvocato Barbara Macchia
L’avvocato Carlo Prastaro





MILANO
PRESSO LA SEDE ENCI,

WORKSHOP SULLE ABILITÀ
OLFATTIVE DEI CANI

Biodiversità: conservare, prevenire e proteggere
Specializzare il binomio conduttore-cane attraverso una formazione mirata. La collaborazione con partner Istituzionali per formare un’equipe in grado di monitorare territori sempre più vasti
La sala conferenze di viale Corsica al civico n. 20 è piena di gente arrivata da tutta Italia, posti contingentati attraverso una iscrizione preventiva, onde evitare di non poter accontentare tutte le richieste.
Ad aprire i lavori alle 9,30 il Presidente Dino Muto che sottolinea l’importanza di questa prima volta di un workshop dove si ritrovano i principali partner istituzionali a definire sia lo stato dell’arte dei
progetti in corso che future linee guida per difendere la biodiversità con l’aiuto del più prezioso degli ausiliari: il cane.
Citando poi i maggiori partner istituzionali quali ISPRA, LEGAMBIENTE, CARABINIERI FORESTALI chiude con una punta di orgoglio: “Siamo il primo Kennel Club a sviluppare questo progetto che coinvolge i cani nella loro complessità, evidenziando nel miglior modo possibile le loro doti funzionali”


Natale Tortora - ENCI - moderatore, sottolinea l’importanza della conservazione della biodiversità attraverso il monitoraggio con l’ausilio del fiuto dei cani in diversi ambiti, appoggiandosi all’albo Addestratori ENCI per formare i binomi.
Iniziano le relazioni con Francesco Riga - ISPRA - che presenta le tematiche del Workshop a partire dal recupero della Starna Italica, riselezionata e reintrodotta nel Mezzano, e punta l’obiettivo sul binomio cane-conduttore per acquisire dati ottenuti attraverso le tracce lasciate dal pennuto e riversate sull’App MY ENCI, in dotazione ai giudici.
Riprende la parola Dino Muto. “La missione di ENCI si è evoluta rispetto al secolo scorso, nel 1882 gli obiettivi erano solamente tecnici ma ora, viviamo nuove prospettive. La selezione del cane, una volta dovuta alle funzioni primarie come la caccia, la guardia e la pastorizia si sta modificando in favore di nuovi importanti compiti di utilità sociale: il progetto Life Perdix, quello per la prevenzione della peste suina africana (PSA); il protocollo del progetto è monitorare il batterio della
Xylella già nei vivai prima che le nuove piantine vengano messe a dimora e ultimo, in ordine di tempo, il progetto Life Turtlenest per la protezione dei nidi di tartaruga sui nostri litorali. Sono tutti progetti che richiedono la collaborazione di Enti Istituzionali per poter operare su tutto il territorio. Per esempio, solo ENCI con i suoi cani abilitati è autorizzato ad entrare nelle zone faunistiche protette. Per questo si rende necessaria una scuola di specializzazione per i binomi che andranno a lavorare nei vari progetti; abbiamo oltre 14.000 addestratori nel nostro Albo, questo Master ci permetterà di formare persone specializzate che attraverso l’impiego di alcune razze da caccia appositamente selezionate, saranno in grado di offrire un apporto ritenuto da tutti indispensabile per la tutela della biodiversità. Un percorso innovativo rispetto alla cinofilia mondiale: a tal proposito voglio citare un importante progetto in collaborazione con ISPRA che riguarda il genoma del Cane lupo cecoslovacco in rapporto allo standard di razza. Attraverso l’apporto di Vetogene - il nostro laboratorio di analisi - è stato possibile ottenere importanti risultati per la conservazione della razza, evitando le ibridazioni indesiderate”
È stata quindi la volta di Roberta Bottaro - ENCI - che ha sottolineato quanto i cani siano “amici dei biologi”, in grado di lavorare sia nella ricerca di animali vivi che di carcasse, segnalando la presenza di segni come le fatte, il piumaggio oppure i nidi, così come nella segnalazione del percorso di spostamento per esempio dei lupi, riuscendo a distinguere le tracce di singoli soggetti. Sottolinea che l’utilizzo dei cani da ferma sia utile per la selvaggina piumata e come le abilità dei cani stiano nella velocità d’intervento, nell’efficacia del risultato e nel fatto che non risultino invasivi rispetto all’altra fauna presente nel territorio dove sono impegnati. “Il cane deve essere motivato dalla ricompensa, sicuro di sé, gentile, energico e curioso. Le razze impiegate maggiormente sono i Retriever, gli Spaniel ed i Pastori e la scelta del soggetto deve essere molto accurata”
Paolo Montanaro - ISPRA - ha illustrato lo stato di avanzamento del progetto Life Perdix nella valle del Mezzano (progetto condiviso con la Francia), sostenuto da ENCI, della durata di sei anni. Reintrodotta tramite 1.400 riproduttori (ottenuti dal DNA di reperti museali), allevati in voliere e poi rilasciati dopo essere stati identificati con appositi “anelli” muniti di chip e rilevabili da sistemi di monitoraggio come il raggio termometrico o l’ascolto dei “maschi cantori” da apposite stazioni di ascolto. “Per osservare la variabilità genetica attraverso gli escrementi raccolti con l’utilizzo dei cani che ENCI ha messo a disposizione, sono in corso le analisi di laboratorio”
Francesco Riga - ISPRA alla presentazione del Workshop


Andrea Scappi - ISPRA - ha invece illustrato la situazione della starna italica nel Parco Naturale del Gran Sasso sui Monti della Laga. Presente dal 2006 senza alcun tracciamento, si è arrivati al 2016 per monitorare con l’ausilio dei cani messi a disposizione di ENCI, lo sviluppo in natura di questi pennuti. Attraverso gli escrementi segnalati dai cani si voleva rilevare la sopravvivenza della starna italica in alta montagna, prima e dopo la riproduzione. L’impiego dei cani ha permesso il monitoraggio di zone impervie, mai visitate prima. Le brigate sono scarse anche per il fatto che i cinghiali rovinano i terreni anche ad alta quota, limitando le risorse utili alle starne per la loro sopravvivenza. “Sarebbe davvero utile la creazione di squadre di binomi che possano monitorare costantemente queste zone montane impervie, in maniera da favorire la riproduzione delle starne. Le razze più indicate sono i Setter, i Pointer e i Bracchi Tedeschi, voglio anche sottolineare l’importanza del collegamento con il conduttore, basato sulla fiducia e sul rispetto”
Serena Donnini - ENCI - ha relazionato sull’impiego delle unità cinofile per il contrasto alla PSA. Il progetto nasce nel 2019, quando ancora era lontana l’idea di una vasta contaminazione. “Il cane si è rivelato strumento prezioso per il nostro territo-
rio e deve essere selezionato attraverso un’attenta valutazione sia morfologica che mentale, in grado di lavorare senza sforzo, ben orientati e motivati e in grado di non disturbare la selvaggina” Il progetto pilota attivato da ENCI gode della collaborazione di ISPRA e dell’Università Federico II di Napoli. Da qui la necessità di formare un team multidisciplinare per l’impiego e la specializzazione dei cani, una scuola di formazione con un protocollo addestrativo dedicato e un centro ricerche e raccolta dati per analizzare i risultati ottenuti. “Ci sono degli esempi interessanti che mostrano le abilità dei cani nel rilevare anche piccolissimi resti di carcasse di cinghiali nella fitta Macchia Mediterranea e lo fanno attraverso l’allerta passiva, sedendosi per segnalare al conduttore i resti rilevati, laddove i battitori a piedi, non avevano rilevato nulla”
Interviene il Presidente Muto: “Mi sento in dovere di ringraziare il lavoro dei nostri uffici poiché lo sviluppo di tutti questi progetti richiede molto impegno di tipo organizzativo e amministrativo che i nostri uffici stanno svolgendo al meglio”
È la volta di Selene Festa - ENCI - che illustra le applicazioni della biologia e della genetica al servizio della biodiversità e degli allevatori cinofili. “Il
Dino Muto con i Relatori del Workshop

DNA trasmette informazioni utili per l’adattabilità della specie. Il patrimonio genetico costituisce la biodiversità degli organismi viventi; biodiversità significa benessere animale, soprattutto nel campo della prevenzione delle malattie ereditarie”. Si sposta quindi sul tema del DNA ambientale ossia i microfilamenti di materiale genetico/DNA rilasciati dagli organismi nell’ambiente come suolo, acqua o ghiaccio.
“L’analisi dei frammenti di DNA nel terreno è in grado di rilevare le specie presenti sia animali che vegetali in un determinato ambiente”
Mario Fortebraccio - Addestratore ENCI - ci conduce verso la Lepre Italica, specie protetta (tranne in Sicilia). Il progetto nasce nel 2016 e si sviluppa nel 2017. Questa specie si trova a partire dal Monte Amiata in Toscana, fino in Sicilia. Nelle cinque aree individuate in provincia de L’Aquila, sono state avviate delle ricerche con uno Springer Spaniel, autorizzato da ENCI, tramite la tecnica dello “sniffing”. Nei complessivi 72 chilometri percorsi in dieci giorni, il cane ha segnalato 120 fatte. “Rispetto all’impiego di personale, il cane ha più che dimezzato il tempo di ricerca, con una resa del 92% sulle segnalazioni”

Nino Morabito - LEGAMBIENTE - apre con una nuova collaborazione assieme a ENCI nel progetto Life Turlenest, che si protrarrà sino al 2028. Descrive le nostre coste come ideali camere di incubazione per le uova di tartaruga, con continue risalite e discese sull’arenile, dove le insidie non mancano di certo. Attraverso le esperienze americane si è potuto realizzare, grazie alle conoscenze internazionali di ENCI, un protocollo, unico in Europa, che ha come primo obiettivo la difesa dei nidi, il potenziamento dei riproduttori attraverso una raccolta di dati biologici che permetteranno una migliore difesa della biodiversità anche in campo marino.
“I cani di razza sono l’ideale poiché garantiscono un migliore controllo genetico sulla selezione, una banca dati osservabile sia per la prevenzione della salute che per individuare le migliori caratteristiche sulla funzionalità dei cani impiegati, e tutto ciò è merito di ENCI”
Sottolinea che attraverso una rete di partner internazionali (ben 13), stanno nascendo delle linee guida per conduttori e cani, formati verso obiettivi funzionali specifici a tutela del benessere animale e della biodiversità.
Massimo Pavan - ENCI - chiude i lavori con una parte tecnica dedicata alla App MY ENCI, strumento essenziale per monitorare su tutto il territorio italiano, lo stato delle specie selvatiche. In dotazione agli esperti giudici consente di poter comunicare in tempo reale (attraverso Smartphone o IPhone) tutte le rilevazioni ottenute sul campo come le fatte, piume, nidi ecc. “L’utilizzo di MY ENCI è molto semplice, alla portata di tutti e si sta rivelando uno strumento davvero efficace per il monitoraggio e l’aggregazione della nostra banca dati”
Natale Tortora - ENCI - che ha ottimamente moderato l’incontro, sottolinea le novità esposte confermandone l’importanza sia per la selezione delle razze coinvolte, destinate a migliorare le loro performance attraverso una formazione mirata, sia per tutte le professionalità interconnesse a formare un team davvero unico in tutta Europa.
La chiusura del Workshop - alle 13,30 - in perfetto sincrono con le previsioni, è affidata a Dino Muto: “L’evoluzione culturale, sociale e telematica di ENCI è frutto di progettazione, impegno e convinzione che i nostri cani abbiano un potenziale immenso in grado di affiancare questi importanti progetti, unito alle competenze di tutti i nostri partner, a difesa delle biodiversità di tutto il nostro pianeta e con il plauso molto importante delle Istituzioni per il nostro lavoro”
Renata Fossati
Il moderatore Natale Tortora
VINCITORI TROFEI ENCI RELATIVI ALL’ANNO 2023
TROFEO CAJELLI RAZZA
TROFEO CAJELLI RAZZE ITALIANE RAZZA
TROFEO ALLEVAMENTO EXPO
ORGANO UFFICIALE DELL’ENCI
Ente Nazionale della Cinofilia Italiana n. 5 maggio 2024 – Anno 70°
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In copertina: Airzeppeline Delia
Old English Sheepdog di Matteo Autolitano 2° classificato al Best in Show WDS di Zagabria 2024 Foto di Tommaso Urciuolo
Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 3639
Pubblicazione riservata ai Soci dell’Ente

IN VOLO DENTRO AL TORNADO
Un Rottweiler ha “volato” per quattro isolati, atterrando sano e salvo

STATI UNITI – Il 26 aprile scorso un tornado ha devastato Omaha, nel Nebraska, radendo al suolo centinaia di edifici e lasciando dietro di sé solo distruzione. La maggioranza delle case sono state scoperchiate e distrutte dalla furia del vento, inclusa la villetta dove viveva Zeus, un Rottweiler di un anno, insieme alla sua famiglia. Al momento dell’impatto, Zeus si trovava al piano di sopra dell’abitazione dentro alla suo box. I suoi proprietari sono fuggiti appena in tempo ma lui è rimasto lì, chiuso nel suo box, alzato dal vortice di vento. La gabbia è volata via con il cane all’interno insieme al tetto della casa e tutto quello che c’era su quel piano. Placata la tempesta, la sua famiglia è andata alla ricerca di Zeus. Hanno trovato il suo box ammaccato per terra a quattro isolati da casa, con la porta rotta. Ma nessuna traccia del cane. Finché un ufficiale della Nebraska Humane Society non lo avvistò più tardi, sdraiato su un materasso, a circa due isolati di distanza da dove era stata trovata la sua gabbia.
Zeus non è rimasto del tutto illeso dall’incontro con il tornado, ma - come scrive il gruppo di salvataggio locale Bullies N Beyond Rescue - ha riportato solo lievi ferite. “Ha perso alcune unghie della zampa, è un po’ rigido nella parte posteriore e ha alcuni graffi sul naso”, racconta Stacey Smith. “Ma con quello che ha passato, è stato davvero fortunato”. Conferma che arriva anche dalla dottoressa Kati Lackovic della Southpaw Veterinary Clinic, che si è presa cura delle ferite del cucciolone “La sua sopravvivenza è piuttosto miracolosa”, ha detto, testimoniando che il cane ha incredibilmente reagito bene anche all’esperienza di volo, oltre che alla caduta.
R. F.

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Dobermann. Foto Sara Vasselli.
Papillon. Foto da Francesca Gritti.