I Nostri cani - ottobre 2014

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Pensieri e considerazioni di un grande maestro

San Bernardo sempre attuale È il predestinato a condividere le vicende dell’uomo. E non soltanto sulla neve… Antonio Morsiani con Anton von Hofli

E’

bene precisare che l’at l’attuale San Bernardo (se di provenienza selezionata), che tanto successo di pubblico riporta nelle con esposizioni canine, ha conservato intatte le caratteristiche psicofisiche dei famosi cani da soccorso del passato, cosicché, oltre ad essere un cane da guardia con un fortissimo senso della proprietà e del territorio, è in grado di compiere, se opportunamente dressato (addestrato), lo stesso lavoro di soccorso e guida dei suoi antenati. Diversi San Bernardo vengono regolarmente utilizzati (sia qui in Italia che nel resto dell’Europa e in America) come cani da valanga veri e propri ed anche come cani «da catastrofe» (terremoti, alluvioni, ecc.) e per la ricerca di persone scomparse. Nato al servizio dell’uomo, il San Bernardo non ha dunque interrotto, come tante altre razze, la sua opera di ausiliario canino, dimostrando, nelle più diverse utilizzazioni, il suo eclettismo e le sue qualità fisiche e psichiche straordinarie. Nei cani da soccorso l’uomo ha ulteriormente perfezionato con la selezione gli aspetti comportamentali caratteristici dei cani da pastore, trasformando ed ampliando nel cane il concetto di animale smarrito da recuperare. In altre parole ciò che per il cane da pastore o per il cane bovaro è rappresentato dall’animale sperduto, per il cane da salvataggio è rappresentato dall’uomo stesso sperduto o in pericolo. Possiamo quindi affermare che sia l’opera di soccorso svolta dal San Bernardo in montagna che quella svolta in acqua dal Terranova (cugino del San Bernardo), rientrano nei su accennati moduli comportamentali. È importante ricordare, fra l’altro, che come il giovane lupo apprende dal suo capobranco le nozioni necessarie alla vita nella

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comunità, così il giovane cane da soccorso in alta montagna impara molto, oltre che dall’uomo stesso, anche dal soggetto più anziano con il quale esce in perlustrazione. Va aggiunto che, attraverso la più accurata selezione, l’uomo ha reso i cani da soccorso come il San Bernardo adatti anche a compiti di accompagnamento (Begleitung) e guida, sfruttando ulteriormente l’innata attitudine di certi soggetti alla conduzione e guardia del gregge. È chiaro che per poter realizzare tutto ciò (accompagnamento, guida e soccorso) in condizioni assolutamente estreme (tormente, valanghe, sentieri coperti di neve o ghiaccio, terremoti, ambienti invasi dal fuoco o dall’acqua, ecc.) l’uomo ha dovuto utilizzare quanto di meglio gli offriva la specie canina, come prestanza fisica, resistenza alla fatica, doti psichiche, olfatto e udito. Si pensi che il senso dell’odorato nel San Bernardo è quattordici volte superiore a quello dell’uomo e anche l’area del cervello deputata a questa funzione è sviluppata parimenti. Si calcola che il San Bernardo possa avere anche il 40% in più di cellule connesse con l’olfatto che non l’uomo. Si può ben dire, quindi, che i cani come il San Bernardo «vedono col naso», e, grazie al loro campo olfattivo molto più ampio, completo e selettivo del nostro e di molte altre razze, i diversi odori possono suscitare in loro addirittura degli «stati d’animo» sulla falsa riga di quelli umani. Per quanto concerne 1’olfatto non c’è dubbio che i cani delle razze da soccorso sono fra i più dotati. Inoltre il San Bernardo, grazie ai seni frontali più sviluppati che in qualsiasi altra razza da lavoro, è fornito, come sappiamo di un ampissimo teleolfatto che gli consente di percepire anche le emanazioni più lontane. Il meccanismo che determina nel cane di San Bernardo l’impulso a ricercare il viandante sperduto o in

pericolo è paragonabile agli stimoli olfattivi che, ad esempio, inducon il cane da caccia a seguire le emanazioni del selvatico e il cane da pastore a cercare le tracce dell’animale smarrito. Infatti sia la selvaggina, sia gli animali usciti dal branco, sia l’uomo in pericolo, emettono un odore particolare facilmente identificabile da cane. Ciò permette al cane da caccia di trovare il selvatico, al cane da pastore di localizzare e recuperare l’animale isolato e al cane da soccorso, che agisce sempre in uno spazio più ampio, di individuare l’infortunato e riportarlo in luogo sicuro. Inoltre il selezionatore ha sfruttato, per i cani da soccorso, il senso d’orientamento pressoché infallibile derivatogli atavicamente dal lupo. Infatti i San Bernardo sanno sempre ritrovare con matematica sicurezza la pista di neve battuta (pion) che percorre la montagna, evitando sistematicamente i crepacci. Possiamo quindi affermare che le razze da soccorso, cui appartiene il San Bernardo, grazie al loro straordinario background genetico, rappresentano probabilmente il più alto grado di evoluzione cui la specie canina sia pervenuta con la selezione dell’uomo. I cani di queste razze hanno nel loro corredo genetico il superamento prima degli istinti predatori atavici del lupo (ancor oggi di fondamentale importanza per la selezione e l’addestramento delle razze da difesa), poi quelli dei cani da pastore a custodia delle greggi. Questa spinta ereditaria progressiva gli ha consentito, infine, di porre all’apice della piramide evolutiva del comportamento l’uomo stesso, ultimo “animale smarrito” da salvare. Antonio Morsiani


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