I Nostri Cani - febbraio 2013

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LETTERE tura di quella parte o quelle parti che ne hanno bisogno per nascondere eventuali magagne del mantello. A questo punto per coerenza, bisognerebbe istituire prima o poi un Albo di... Parrucchieri accreditati presso l’ENCI che collaborino col Giudice per scoprire a botta sicura i trucchi degli espositori. I quali... Parrucchieri (come i Commissari di Ring, del resto) dovrebbero, poi, essere obbligati a partecipare a corsi di... aggiornamento tecnico (indetti dall’ENCI!) per essere sempre ben informati sui comportamenti dei concorrenti e sull’evoluzione delle tecniche di tintura, come per il doping. E si potrebbe continuare all’infinito seguendo lo stile paradossale ma sempre esilarante del miglior Achille Campanile. Scherzi a parte a me sembra sia questa l’attuale tendenza che aleggia in queste riunioni. A questo punto mi viene a mente un articolo pubblicato anni ed anni addietro sul periodico “L’Astrolabio” di Ernesto G. Rossi. L’articolo – dedicato al famoso “carrozzone di stato” noto come “Ente Risi” – raccontava una storiella che sembra essere stata vissuta da napoletani ma che invece era accaduta in Piemonte a riprova che tutto il mondo è paese. Nell’alto medio evo una comunità di montagna del Piemonte venne invasa dai lupi che in breve tempo sterminarono tutto il bestiame. Il capo della comunità montana, il sindaco, diciamo così, chiamò a raccolta i contadini e disse: “Così non si può continuare, dobbiamo agire immediatamente” ed aggiunse: “Ho pensato di istituire una squadra di cacciatori di lupi e per premio darò quattro talleri per ogni testa di lupo che mi sarà portata. Voi ne guadagnate uno solo al giorno come braccianti e quindi vi conviene anche economicamente”. Detto fatto la squadra di cacciatori si mise all’opera di buona lena ed in poco tempo sterminò tutti i lupi. A questo punto uno della squadra (forse un... napoletano infiltrato) disse ai suoi sodali: “Amici, i lupi sono finiti e sono finiti pure i nostri lauti guadagni. Ho pensato, perciò, ad una soluzione: metà della squadra va nei Pirenei a catturare lupi per ripopolare le nostre campagne e poi l’altra metà della squadra catturerà i lupi da noi immessi e si farà dare il premio di quattro talleri per ogni testa. Questo premio sarà diviso a metà tra quelli che hanno catturato i lupi a scopo di ripopolamento e quelli che li avranno ammazzati. Guadagneremo sempre di più di quanto ci pagano per vangare per l’intera giornata!”

Così fecero e restarono tutti felici e contenti. Temo perciò che la burocrazia che oggi, in senso buono, s’intende, ci governa si espanderà certamente nel nostro ambiente che a poco a poco sarà snaturato con la buona pace degli “egregi gentiluomini”. Ognuno si inventerà qualcosa per mettere su un orticello... Come si risolve questo problema che s’è definito ai soli fini semantici, si badi bene, una Babele? Modificando forse (ripeto forse!) l’intera struttura dell’ENCI, dividendolo in due (o più) diverse divisioni o settori come avviene nelle grandi aziende dove c’è il settore industriale, quello commerciale e magari pure l’ufficio studi e progetti sotto la guida – ovviamente - di un solo Presidente che abbia sotto di sé dei Vicepresidenti addetti alla guida ed alla cura ed (eventualmente) allo sviluppo di queste divisioni. Perché questa divisione che non è, si badi bene, una frammentazione? Perché nel corso della riunione ho seguito con lo sguardo il Presidente Balducci per tutta la giornata e nel congratularmi con lui per come ha svolto il ruolo di padrone di casa ho notato di non averlo mai visto fermo, seduto e rilassato neanche per un minuto. Andava e veniva in continuazione attraverso una porticina laterale come un’anima in pena, preoccupandosi di Tizio, di Caio e di Sempronio, sorridendo, rabbonendo, ammiccando, dando pacche sulle spalle a tutti. A Roma si direbbe: “Non sapeva a chi dare il resto”. Perché? Perché è a capo di un’entità molto complessa e frastagliata, dove tutti – proprio tutti – vogliono veder affermati solo i propri desideri: la razza X è la migliore del mondo e solo quella merita

Cani

Anno 59 num. febbraio 2013

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il massimo dell’attenzione! Questo mi è sembrato essere il convincimento di ognuno di quelli che sedevano nella sala congressi, quel giorno. Ma chi se ne frega quanto sia determinante la ferma di scatto di un pointer o come debba essere la guidata nel setter inglese o il trotto nel pastore tedesco... L’importante è che sia garantita nel soggetto di proprietà dell’interessato la corretta percentuale dei colori del mantello nel cane da pastore di una nuova varietà che da poco è comparsa nel firmamento delle razze... Mi è sembrato, poi, che il Presidente agisse meccanicamente, più per “mestiere” che per convincimento, perché è chiaro che anche una persona sveglia ed intelligente come lui non può avere la risposta giusta per ogni richiesta nascente da interessi diversi di ogni singolo amante di una razza specifica con l’intento di proteggere la propria razza anche a discapito di altre. Insomma – per dirla in breve – sono più importanti le prove a grande cerca su starne oppure i percorsi di agility? Questo è il problema. Se l’ENCI destina mille euro per organizzare una manifestazione per cani da ferma si dispiaceranno gli amanti del tunnel e dello scivolo? E viceversa. Trovare la quadratura di questo problema non è affatto agevole, lo riconosco, ma ciò non significa che il problema non esista. Se ci muoveremo subito, precorrendo i tempi, sarà un vantaggio per tutti e chi lo realizzerà entrerà di diritto nella Storia, quella vera, della Cinofilia italiana. Sotto a chi tocca! Carlo Capua

Risponde il presidente Francesco Balducci Il problema posto con la solita riconosciutagli arguzia e l’indubbia esperienza dall’avvocato Carlo Capua è effettivo ma rispecchia la realtà di un tempo – il 1882 quando votavano solo 600 mila persone, solo i ricchi andavano in bicicletta, erano vivi Verga e Fucini, Carducci, Pascoli e Tolstoj e Bava Beccaris ordinava a Milano di sparare sulla folla. I tempi (per fortuna!) sono mutati, la cinofilia è diffusa ed appartiene al sociale, nelle esposizioni e nelle prove vi è un interscambio di giudici che conferma l’internazionalità e l’ENCI non solo la rispecchia ma continua ad esserne protagonista in una evoluzione che la pone ai vertici in Europa per risultati in allevamento, espo-

sizioni e prove ma anche in convegni di approfondimento, sensibilizzazioni della gente e sviluppo della pet therapy. Il cane un tempo solo guardiano o strumento di pastori e cacciatori è diventato importante nelle terapie e nel tempo libero, nello sport e contro la solitudine. Se il passato è stato grande, i nostri giorni possono e devono esserlo ancora di più in un cambiamento che significa progresso. Discutiamo pure, amico Capua senza smarrirci nelle ombre lunghe dei ricordi, persino in quelli che non ci appartengono, ma continuiamo ad evitare che il futuro giunga prima di noi. Con la solita amicizia. Francesco Balducci

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