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Odio il teatro
Un giorno la maestra ci disse: – Lunedì, voglio che ognuno di voi faccia un piccolo spettacolo di fronte a tutta la classe.
– Tutti?
– Uno spettacolo?
– Ma di che tipo?
– Qualsiasi cosa – rispose la maestra. – Sono sicura che tutti voi sapete fare qualcosa: cantare, ballare o esibirvi in qualche acrobazia, oppure raccontare qualcosa di simpatico sul vostro animaletto domestico, o su come avete trascorso le vacanze.
E, spiegando, prese in mano il gessetto.
– Adesso scriverò i vostri nomi sulla lavagna – disse – e lì resteranno finché, uno a uno, non verranno cancellati alla fine di ogni esibizione.
Anna seguiva con lo sguardo il gessetto della maestra che correva stridendo sulla lavagna, mentre uno dopo l’altro apparivano i nomi dei suoi compagni: Philip, Laura, Talitha … Anna!
Eccolo lì. Bianco su nero. Nessuna possibilità di sfuggire allo spettacolo, a meno che non fosse riuscita a intrufolarsi in classe alla fine delle lezioni per cancellarlo di persona. Pessima idea, così sarebbe rimasto un bel buco nella lista dei nomi!
Ma quanti erano?! E cosa avrebbero fatto? Ma dove credeva di essere? In un circo? O in una scuola di recitazione? Insomma, erano solo una classe normalissima, fatta di normalissimi bambini. Che tipo di spettacolo avrebbero improvvisato? Aiuto, che fare?
Anna seguì i suoi compagni che uscivano dalla classe chiacchierando pieni di entusiasmo e soprattutto di idee.
E la povera piccola Anna, triste e preoccupata, lì in silenzio ad ascoltare i compagni.
Ecco come si sentiva la povera piccola Anna, e non solo in quel momento.
Non era alta e sicura di sé come Talitha, né intelligente e spiritosa come Suzie.
Non aveva vestiti all’ultima moda come Moira, né sapeva fare la ruota o il ponte come Laura. Diciamo che se la cavava. Non aveva un’amica del cuore, ma del resto nemmeno dei nemici. Alla mattina non andava a scuola malvolentieri, anche se il suono della campanella alla fine delle lezioni la riempiva di gioia perché finalmente poteva tornare a casa. Insomma, Anna non aveva assolutamente niente di speciale e, di conseguenza, niente di speciale da mostrare alla classe. Cosa mai avrebbe potuto fare perché il suo nome venisse cancellato una volta per tutte da quella lavagna? Che genere di esibizione avrebbe potuto escogitare?
Niente. Assolutamente niente.
Sconsolata e sempre più triste, Anna si incamminò verso casa. Soltanto un fine settimana, due miseri giorni, per pensare al suo spettacolo.
Era senza speranza!
Life Skills
Per rispondere alla richiesta della maestra, Anna dovrà superare lo stress che le causa l’idea di esibirsi davanti a tutti. È convinta di non saper fare nulla di speciale.
Anna sbaglia perché ciascuno di noi, in qualche cosa, è speciale. Sei d’accordo?
Mind Fulness
Allegria e Tristezza diventano contagiose. Nel testo ciò sembra negativo.
Tu che ne pensi?
No, non è negativo perché è bello condividere gioia e tristezza con gli altri. Sì, è negativo perché ognuno deve tenere per sé le proprie emozioni.