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La tristorabbiezza
Mentre ripercorreva la strada verso casa, gli occhi le pizzicavano.
Margherita era offesa. Offesa e arrabbiata.
Offesa, arrabbiata e triste. Forse per tutto questo non bastava più la definizione di “tristorabbiezza”.
Peccato che ogni volta che si arrabbiava troppo le veniva da piangere. Per di più, le dispiaceva di non essere stata abbastanza brava da trovare subito la risposta migliore.
Adesso che non li aveva più davanti, le venivano in mente un sacco di cose che avrebbe potuto dire. Per esempio, sarebbe stato bellissimo se il calcio, anziché alla sedia, lo avesse appioppato a Max. Addirittura fantastico se fosse riuscita a prendere una manciata di terra per tappare la boccaccia di Daniela.
Purtroppo quei due, ormai, se la stavano spassando ridendo alle sue spalle. Non avrebbe più potuto tornare indietro per dare le belle risposte pungenti che le sarebbero venute in mente da lì a un quarto d’ora e nemmeno per mettere in atto una delle cattive azioni alle quali stava pensando.
Si sentiva più arrabbiata con Max che con Daniela. Daniela e lei si erano sempre state antipatiche, fin dal primo giorno che si erano viste, in prima elementare. Quindi, le cose tra loro due erano chiare: non si aspettavano niente di buono l’una dall’altra, solo dispetti. Se andava bene, indifferenza.
Quello che davvero la feriva era il comportamento di Max: erano stati amici, avevano giocato insieme, si era scambiati regali e segreti. Perché adesso non era più così? Un colpo basso da un amico non te lo aspetti e per questo fa più male. Margherita camminava a passo spedito. Voleva riuscire a trattenere le lacrime almeno fino a casa.
Però non arrivò molti passi oltre il cancello del parchetto che già una lacrima lasciava dietro di sé una striscia umida che le attraversava la guancia.
E, si sa, le lacrime sono come le formiche: è raro che ne esca una sola, di solito si mettono in fila e si inseguono velocissime.
Era triste, ma sentiva che in un angolino cominciava anche a sbocciare il fiore rosso della rabbia pura. Eccola di nuovo: la tristorabbiezza.
Si fermò un attimo. Respirò a fondo, aspettò che gli occhi la smettessero di produrre lacrime e decise di tornare indietro. Aveva ancora tempo per tornare al parchetto, trovare Max e Daniela e usare una delle sue risposte o una delle sue pedate.
Sì, era decisa. Avrebbe risolto la questione quel pomeriggio stesso. Tornò indietro a passi lunghi e testa bassa. Con i pugni chiusi lungo i fianchi, stava guardando la punta delle sue scarpe di tela blu, quando una bicicletta che frenava davanti a lei la costrinse ad alzare la testa. – Dove vai?
E chi poteva essere se non Paolo? Le sembrava di aver ritrovato la calma. Paolo era l’unico con cui potesse piangere senza vergognarsi.
C Omprensione C
Rispondi per trovare le informazioni esplicite.
• Perché la protagonista è più arrabbiata con Max che con Daniela?
• Perché la bambina si calma quando le si avvicina Paolo?
Rispondi per trovare le informazioni implicite.
Perché la protagonista viene presa dalla tristorabbiezza?
Perché le pizzicano gli occhi. Perché vuole risolvere la questione con Max e Daniela.
Perché non sa reagire ai comportamenti scorretti dei compagni.
L Essico L
Le stoppie sono: gli steli del grano quando sono ancora verdi. la parte del grano che rimane nel campo dopo la mietitura.
le spighe di grano pronte per essere tagliate.