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Quando vivevo in India
Quando vivevo in India, ogni giorno mi arrampicavo sull’albero di mango che cresceva dietro la mia casa, e se i frutti erano rossi e maturi, li mangiavo. In India, quando soffiavano i monsoni, correvo a piedi nudi sotto la pioggia e giocavo con le pozzanghere, raccoglievo i chicchi di grandine. E se non c’era abbastanza legna per accendere un fuoco, bruciavo la cacca secca della mucca e mi scaldavo. In Italia, i bambini dicono che la cacca fa schifo. Ma forse dicono così perché non sanno che è un ottimo concime per far crescere i pomodori e l’insalata dell’orto.
Quando vivevo in India, vicino alla mia casa c’era un lago grandissimo. Sembrava un mare. Io e gli altri bambini andavamo sempre lì a giocare e a fare il bagno.
A me piaceva nuotare. Mi piaceva anche pescare. Pescavo con i miei amici in un piccolo stagno proprio di fronte a casa. Non pescavo con la canna da pesca, ma con un galleggiante di bambù. Al galleggiante legavo un filo con l’amo, poi aspettavo. Il galleggiante, spinto dalla corrente e dal vento, si muoveva a pelo d’acqua, restando sempre a galla. Ma quando il pesce abboccava, il galleggiante s’inclinava un poco. Allora io prendevo un ramo e lo acchiappavo. Adesso che vivo in Italia, i pesci, con la plastica e la carta d’argento, sembrano nati e cresciuti in un frigorifero del supermercato. E anche il miele sembra che si sia formato da solo dentro un vasetto di vetro.
– La luna che si vede dall’India e dall’Italia è sempre la stessa – mi dice la mia mamma.
C Omprensione C
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Il bambino racconta ciò che faceva in India perché vuole: solo far capire che cosa faceva in India. comunicare che gli mancano alcune cose che faceva là. solo raccontare le usanze indiane.