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La lotta per il regno
Horus, il dio falco, decise di sfidare lo zio, il malvagio e astuto dio Seth, per la conquista del trono d’Egitto. Seth propose a Horus una gara: dovevano entrambi trasformarsi in ippopotami per poi immergersi nelle acque del Nilo. Chi fosse riemerso per primo avrebbe perso il trono.
Iside, la madre di Horus, temeva per la vita del figlio, sospettando che il malvagio Seth avrebbe cercato di ucciderlo sott’acqua.
Scagliò allora nel Nilo un arpione di rame nella speranza di colpire Seth, ma fu Horus a balzare invece fuori dall’acqua.
– Madre, – urlò – hai colpito me, tuo figlio!
Iside recuperò l’arpione e lo lanciò di nuovo nel fiume, colpendo questa volta Seth.
– Amata sorella, – urlò subdolamente Seth – non fare del male al tuo caro fratello.
Seth lanciò a Horus una nuova sfida. Avrebbero adesso dovuto cimentarsi in una corsa sul Nilo a bordo di barche di pietra.
Questa volta Horus mostrò tutta la sua astuzia!
Egli sapeva che la pietra non galleggia sull’acqua, costruì perciò una barca di legno e la rivestì di calcare perché sembrasse di pietra.
Chi interviene per risolvere la contesa tra Horus e Seth?
Seth, scioccamente, fabbricò la propria ricavandola dalla cima di una montagna. Per il peso eccessivo, la sua barca affondò e Seth capì l’inganno di Horus. In preda all’ira, Seth si trasformò allora in ippopotamo e si avventò contro la nave di Horus.
Ma gli altri dèi, per porre fine al conflitto, si affrettarono a incoronare Horus faraone di tutto l’Egitto.