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La cattura di Cerbero

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Le Olimpiadi

Le Olimpiadi

Cerbero, gran cane nero con tre teste, era il guardiano del Regno dei Morti. Euristeo, il re di Micene, sfidò Ercole intimandogli di catturare il bestione.

Nella sua avventura Ercole si scontra con un nemico: realistico fantastico

La conclusione è un lieto fine per: l’intervento di una divinità. le azioni straordinarie del protagonista.

Era un’impresa quasi impossibile anche per un eroe della grandezza di Ercole, figlio del dio Zeus. Ercole scese nel Regno dei Morti e si liberò dei guardiani che cercarono di ostacolarlo. Alla fine riuscì a raggiungere il trono di Ade, il re dei morti, che lo guardò beffardo e gli disse: – So perché sei qui, Ercole. Cerbero è tuo a un patto: non dovrai usare né la clava né l’arco e le frecce per addomesticare il mio cucciolino!

Ercole non si perse d’animo e affrontò il mostro a mani nude. Cerbero era incatenato e, alla vista dell’eroe, scattò inferocito. Il suo ringhio, moltiplicato per le tre teste, era spaventoso.

Ma Ercole non perse tempo a cercare di calmarlo: semplicemente lo afferrò per la gola e strinse, strinse. Cerbero cercò di ferirlo con un colpo della coda, ma Ercole era protetto dalla sua fedele pelle di leone e non subì nemmeno una scalfittura.

E alla fine Cerbero si arrese. Aveva un nuovo padrone. E lo seguì docile come un agnello su su, verso la luce. Marciò al suo fianco, legato a una catena di diamanti, fino alla corte di Euristeo, che dovette accettarlo in dono, anche se non sapeva proprio dove mettere quel cucciolone così ingombrante e così poco presentabile.

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