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La Scuola con la S maiuscola

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Le Olimpiadi

Le Olimpiadi

Quell’estate, scavarono una grande buca nel terreno, gettarono le fondamenta e, mattone su mattone, costruirono una scuola.

Gli insegnanti arrivarono, così come i bambini.

Una bambina piccola con le lentiggini non voleva proprio saperne di entrare.

“Devo essere proprio orribile” pensò la Scuola, e sospirò.

La Scuola osservò i bambini più piccoli seduti in cerchio sopra uno dei suoi tappeti.

– Quando è il vostro turno, direte il vostro nome – li invitò la maestra.

Era il turno della bambina con le lentiggini, ma non disse nulla. Rimase in silenzio a fissarsi le scarpe.

– Non mi piace la scuola – sussurrò la bambina in un soffio.

“Be’, magari nemmeno tu piaci a lei…” pensò la Scuola.

Più tardi i bambini disegnarono usando pastelli e glitter.

La bambina con le lentiggini disegnò la scuola.

“È proprio uguale a me” pensò la Scuola. “Tranne che per i brillantini. È come se mi conoscesse da sempre…”.

– Mi dai il tuo disegno? – chiese la maestra alla bambina.

– Non dirlo agli altri, ma secondo me è il più bello!

La Scuola pensò che probabilmente la maestra aveva ragione.

La bambina con le lentiggini sorrise quando la maestra appese il suo disegno sulla bacheca con una puntina.

– Ahi! – disse la Scuola, ma non le fece male sul serio. Alle tre in punto, i genitori riabbracciarono i bambini.

– È stato un grande giorno per te – disse il Custode.

– Potresti… – iniziò a dire la Scuola. – Potresti farli ritornare anche domani? Soprattutto quella bambina con le lentiggini.

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