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Maestra, chiudi un occhio!

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Le Olimpiadi

Le Olimpiadi

Per mille sconfitte al cubo! La maestra Flora oggi mi ha portato il compito di matematica. Non c’era nemmeno un segno rosso, per cui ho pensato: “Ce l’ho fatta! Sono a galla: ho preso la mia prima sufficienza!”.

Poi però ho girato il foglio e l’ho vista: la mia ennesima insufficienza in matematica galleggiava lì, tra i quadretti da cinque millimetri di un foglio spiegazzato.

Nemmeno questa volta la maestra Flora era riuscita a capire la profondità, l’originalità, l’essenza della mia risposta. Eppure mi ero impegnato tantissimo. Quell’insufficienza, messa lì, rosso su bianco, mi sembrava una ferita sanguinante. Una piaga!

E cosa fa uno studente ferito sopra un foglio a quadretti?

Riflette, sbadiglia, si addormenta. Esattamente quello che ho fatto io. Certo la colpa, volendo darla a qualcuno, era anche di Carciofo, il mio gatto, che mi aveva tirato giù dal letto un’ora in anticipo, ma la maestra aveva una parte di responsabilità.

E gliel’ho fatto notare quando, dopo avermi chiamato alla cattedra con il diario, ha scritto alla mamma: “Suo figlio Leonardo oggi si è addormentato in aula e bla bla bla”.

Ammesso che certe situazioni vadano registrate come se fossero eventi storici, mi chiedo perché la maestra Flora non ha chiuso un occhio anche lei. Anzi: tutti e due. Né io né il resto dei compagni avremmo avuto niente da ridire.

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