Come superare i momenti diffi cili


LA SOFFERENZA NON DURA SEMPRE
Sono i rimpianti, i rimorsi
In ognuno di noi c’è una naturale capacità di guarire da tutte le ferite dell’anima LE REGOLE PER RINASCERE DOPO UN ABBANDONO
e i sensi di colpa a rendere cronico il dolore. Lascia
andare i ricordi e ritrovi


subito la voglia di vivere

ECCO COSA FARE
• Riscopri le tue passioni
• Accogli i cambiamenti
• Non rimuginare, agisci














LE STRATEGIE UTILI
Le tecniche per sbloccarti e andare oltre
NESSUNO DOLORE DURA PER SEMPRE, SE NON LO TRATTIENI. C’È UN REGNO IMMENSO
SOTTO LA SUPERFICIE DEI SOLITI PENSIERI
E RACCHIUDE GRANDI RISORSE. ECCO COME PUOI PORTARLE ALLA LUCE










REAGIRE ALLE PERDITE
Lasciati indietro anche i distacchi pù dolorosi
CI SONO EVENTI NEGATIVI PIÙ DIFFICILI DA SUPERARE, COME I LUTTI E GLI ABBANDONI; MA IN QUESTE OCCASIONI RICORDIAMOCI
DI PRENDERCI CURA DI NOI STESSI
E DI RIPRENDERE IL NOSTRO CAMMINO





























rinascere Puoi sempre voltare pagina dopo una crisi

























anche neLLe bufere più intense, quaLcosa ci guida verso iL sereno: impariamo a riconoscerLo





Tante persone arrivano dallo psicoterapeuta lamentandosi per situazioni che si trascinano da tempo o per eventi accaduti addirittura anni prima... Abbandoni, crisi famigliari, problemi coi figli, lutti, delusioni. Spesso sono situazioni senza ritorno, non è possibile rimettere assieme i pezzi. Ma invece di voltare pagina perché non si possono aggiustare, queste persone sono ancora lì a soffrire, a rimuginare, a rimpiangere, a rivendicare. Si sentono bloccate e spesso si convincono di essere loro il problema, di essere malate, sbagliate. «Mi hanno lasciata di nuovo, evidentemente non so amare», racconta Silvia, 35 anni. «Anche questo progetto è naufragato... Non concludo mai niente, ho capito che non ho forza di volontà» dice invece Antonio, 43 anni. Sono dominati dall’esterno, schiacciati dai fatti e da tutte le credenze che hanno in testa. Non provano a vedere le cose da un punto di vista diverso, più

Dai momenti di crisi puoi uscire con più energia di prima. Basta non lottare contro se stessi o il destino, ma osservare che cosa questo momento di crisi vuole dirti. Non chiederti “perché è successo” o “di chi è la colpa”, ma: “Dove vuole portarmi? Quale nuova vita vuole farmi scoprire?”.



I momenti critici fanno risvegliare la tua energia vitale

Infatti non stai mai male a causa di qualcosa che ti è accaduto, ma perché non stai più esprimendo le tue capacità. Ti sei dimenticato di te!
Infatti le crisi (una parola che significa letteralmente “trasformazione”) arrivano per metterci alla prova. Non stiamo male perché ci è accaduto qualcosa ma perché non ci stiamo esprimendo quanto la nostra anima vorrebbe.

ne sono ancora lì a soffrire, a rivendicare. Si sentono blocdentemente non so amare», vano a vedere le cose da un profondo.



Quando un evento doloroso ti manda al tappeto, fermati e ascolta il tuo dolore, ma senza ragionarci sopra! E poi, quando ti senti pronto, inizia a spostare l’attenzione: il dolore riporta in luce ciò che conta davvero, quella parte di te che non smette di vivere, di desiderare, di cercare la felicità.


Solo nelle difficoltà puoi riscoprire i volti sconosciuti di te, quelli che più ti valorizzano delusioni.





Anche le ferite dell’anima si rimarginano da sole

I cambiamenti sono il sale dell’esistenza







I momenti critici fanno risvegliare la tua energia vitale
La crisi è arrivata non “per una causa”, ma “per un fine”: farti scoprire quaLcosa di te che ancora non vedevi
Quando pensiamo e ripensiamo per tutto il tempo ai traumi e alle ferite che abbiamo subito, finiamo per vedere della vita soltanto questi aspetti. Intendiamoci, si tratta di eventi spesso drammatici e non li sottovalutiamo: rotture sentimentali e famigliari, problemi con i figli, crisi lavorative, offese che feriscono e tradimenti inaspettati, e infine emozioni “inaccettabili” che non vorremmo provare, sotto forma di ossessioni o brutti pensieri... Ma a volte la nostra vita è così occupata dalla lotta per “ri -
mettere le cose a posto”, che non ci accorgiamo di qualcosa di nascosto: è lo svolgersi sottile e misterioso di una trama, la nostra trama. Non vediamo che le situazioni che chiamiamo “sbagliate” ci stanno regalando un contatto energetico con il nostro Sé, con la nostra Sorgente Vitale, dove incessante continua a svolgersi la nostra metamorfosi, anche se non ce ne rendiamo conto. Questa risorsa naturale, che possediamo tutti, è in grado sempre di farci ripartire dopo le crisi, se la lasciamo agire e non la disturbiamo.

Le risorse rigeneranti deLLa natura
Possiedi la stessa capacità di rigenerazione della natura. Riportala al centro e così spazzi via tutti i cattivi pensieri. Pensa alle pianticelle che crescono in mezzo all’asfalto: incuranti dello smog e di tutto ciò che le minaccia, imperterrite, fanno ogni anno i loro fiori. Quando un ramo si spezza, l’albero non passa il tempo a rimpiangerlo: fa crescere nuovi rami, nuove foglie, nuovi frutti. Un’energia fruttificante abita negli alberi, in profondità. E quell’energia c’è sempre, non si arresta mai.
Il lato profondo di noi è come la radice di una pianta; è nascosto e collegato solo superficialmente al mondo esterno. Se qualcosa interrompe
il nostro cammino, questo principio vitale invisibile ci fornisce le risorse per tornare a crescere e per rifiorire

possiedi tutte Le capacità per ripartire subito
Il nostro mondo interno ha capacità di autoguarigione e rigenerative che ci abitano da sempre: possiede tutte le sostanze “terapeutiche” necessarie a farci guarire dai disagi, a farci uscire dai tormenti dell’anima. Anzi, proprio questi tormenti, come vedremo sempre meglio, sono tappe evolutive, attivatori delle nostre capacità autoriparative. Rinascere è insomma una capacità naturale, non un evento che richieda un qualche intervento dall’esterno. A volte però i disagi, la depressione, la tristezza, l’ansia, l’insonnia si prolungano all’infinito. Succede se sbagliamo approccio. Ad esempio se basiamo il rapporto con noi stessi sul darci compiti e doveri, sul dirci come dobbiamo essere, come devono andare le cose. O se giudichiamo noi stessi e gli altri, tentando in tutti i modi di correggere il mondo esterno, di intervenire, di controllare. E se portiamo in campo, invece che ciò che ci caratterizza, invece che le nostre inclinazioni naturali, i modelli di perfezione che abbiamo in testa. Non puoi rinascere se ti affidi al pensiero: il pensiero continua a tornare sull’evento passato, resiste, rifiuta di affidarsi. Ma più rifiuti e resisti, più trattieni e rivivi quel passato in forma di tormento.
non cadere neLLa trappoLa di vederti sempre come vittima
Cisono nella vita nei momenti nei quali sembra che tutto vada storto: una concomitanza di situazioni avverse, difficoltà e colpi di sfortuna che nell’insieme danno a chi li vive la sensazione di essere dentro a un tunnel da cui non si vede l’uscita. Sono i cosiddetti periodi neri. Quel che è certo è che, per legge di natura, prima o poi terminano. Ma se, mentre li si vive, si sviluppa un atteggiamento mentale sbagliato, possono durare molto più a lungo. Il rischio principale, in questi casi, è quello di cucirsi
addosso un personaggio: “quello che sta sempre male”, lo sfortunato a cui non ne va bene una. Una recita in parte consapevole che, inesorabilmente, farà andare male anche le cose che potrebbero funzionare. Per non cadere in questa trappola è bene sviluppare uno sguardo diverso su ciò che ci sta accadendo.
Se smetti di sentirti perseguitato dalla sfortuna ti rialzi e agisci per riprendere in mano la tua vita.
gLi atteggiamenti sbagLiati proLungano La sofferenza
Stiamo male perché ci accaniamo a vedere le cose secondo l’idea fissa che ci siamo fatti della vita e di noi stessi. E non cogliamo che gli eventi sono moti evolutivi: anche la sofferenza accade adesso per farti evolvere. Anziché disintegrare gli schemi mentali superati, come dovremmo fare per rinnovarci, resistiamo e li ricostruiamo. Ma la vita ne sa sempre più di noi! La soluzione dunque è affidarsi a lei.

Perché certe delusioni, certe amarezze, durano anni? Perché resisti, ti rifiuti di cambiare pelle.
Gli atteggiamenti sbagliati fermano le energie interiori in un loop mentale da cui è difficile uscire. Ecco qualche esempio:
■ rimpianti: “Se le cose fossero andate diversamente, allora sì che sarei felice”.
■ Lamenti: “Ah, come sto male, come soffro, nessuno mi può capire”.
■ Vittimismo: “Ecco, lo sapevo, capitano tutte a me, come sono sfortunato, tutti ce l’hanno con me”.
■ disistima: “Allora sono io che sbaglio sempre, non posso essere felice”.
■ ragionamenti: “Perché mi è successo? Da cosa dipende? Chi ha sbagliato?”.
ricerca capacità che aVeVi dimenticato Invece di continuare a dirti: «Non riesco a lasciarmi alle spalle quei brutti ricordi e quelle delusioni», prova a chiederti: «Ma io che interessi ho? Da cosa sono attratto? Quali sono i miei gusti, le mie tendenze?». Quando sei “innamorato” di ciò che ti interessa, l’anima accende un’energia di guarigione e di fioritura e mette a posto le cose da sola. È un semplice cambio di prospettiva, un “cambio di stanza mentale”, ma rimette in gioco tutto il tuo assetto energetico e gli equilibri della tua vita. Le relazioni con chi ti è vicino si

Le crisi più acute e più frequenti
Quali sono i motivi più frequenti di difficoltà esistenziale, di crisi, di delusione o di crollo, con la conseguente incapacità di ripartire, tra quelli che le persone raccontano in psicoterapia?
Al primo posto ci sono le crisi familiari, intese come difficoltà col partner, spesso dovute alla sensazione di non essere più amati o di non amare, alla noia e alla depressione. Strettamente collegate a queste sono le crisi per un abbandono, talvolta connesse anche a un tradimento da parte della persona amata. Un posto importante occupano le crisi legate ai lutti e alle perdite dei cari. Poi vi sono tutte le depressioni da perdita del lavoro o da difficoltà a trovarlo, in cui si sperimenta anche molta ansia o attacchi di panico.
Frequenti sono le crisi legate al cambio di ruolo, spesso conseguenti ad esempio alla crescita dei figli, alle difficoltà nella loro educazione, o alla necessità di reinventarsi dopo che sono andati via di casa.
E ci sono infine anche depressioni apparentemente senza causa a scatenare crisi o periodi anche molto lunghi di stallo esistenziale.
sistemano, i litigi lasciano il posto al piacere, smetti di tormentarti, scopri di avere capacità di cui ti eri dimenticato. Il mondo interiore, se ti centri sulle tue passioni, ti stacca dal
passato e ti fa rinascere. E ti renderai conto, improvvisamente, che sei uscito dalla nebbia delle delusioni e delle frustrazioni senza fare nessuno sforzo.
ressi, passioni, amori, un lavoro...; ti vedi come “quella abbandonata da papà”. E qualsiasi cosa fai nella vita, qualsiasi territorio esplori, porti con te quella fotografia. Ma attenzione: se ti comporti “da abbandonata”, sarai di nuovo abbandonata. E tutto questo accade non perché il passato ti ha segnata, ma perché ti sei chiusa in quell’unica stanza, la “stanza del passa-
to”: lo guardi di continuo, e così lo ricrei. Che fare? Girarsi verso le infinite possibilità che vivono in te.
non siamo marchiati daL nostro passato Siamo tutti convinti di essere il frutto del nostro passato. Specialmente quando le cose non vanno bene: la causa è qualcosa che ci è accaduto. Ebbene, è un’illusione! Anzi,
Nei disagi si affaccia una nuova identità, un nuovo te stesso che deve nascere. ma attento: se vivi con la testa voltata indietro, con lo sguardo al passato, se non molli le vecchie certezze, la sofferenza diventa uno stagno che ti cattura e spegne la vitalità.

è il modo di pensare perfetto per gettare al vento i propri talenti e la possibilità di realizzare se stessi. Se oggi non stiamo bene non è mai a causa del passato, ma perché non stiamo facendo adesso ciò che la vita si aspetta da noi: non stiamo fiorendo. Magari perché ci siamo imposti un ruolo che non rispetta la nostra natura, non asseconda il nostro essere autentico.



non vivere rinchiuso neLLa stanza dei ricordi
Immagina che il tuo mondo interiore sia come una casa composta da infinite stanze. C’è la stanza degli istinti, quella dei sogni, la stanza delle passioni, quella del piacere e così via. E c’è la stanza del passato. A volte in questa stanza incontriamo i ricordi, e se emergono spontaneamente ci addolciscono la vita. Ma altre volte, quando entriamo lì, possiamo rivedere ferite, episodi brutti, momenti difficili. Un genitore che se n’è andato quando eri piccolo, o che ti ha umiliato. Una storia
sentimentale finita male. Quel tempo in cui, da ragazzina, eri molto timida e un po’ in sovrappeso e i compagni, crudeli, non la smettevano mai con le parole cattive.
esci daLLa gabbia
deLLa tua mente
Ci sono due modi di stare nella stanza del passato: uno è entrarci, osservare cosa vi accade e poi uscire. L’altro è chiudersi dentro e iniziare a rimuginare, come se pensando e ripensando potessi tornare indietro e rimettere a
posto le cose. Cosa succede in questo caso? Rimuginare ricrea all’infinito lo stesso dolore che abbiamo provato allora. La stanza dei ricordi diventa una gabbia.
Ma per fortuna evitare questo pericolo è facile: basta uscire da lì ed entrare in una delle tante altre stanze che hai a disposizione in te stesso.
tu non sei
La tua storia
Carl Gustav Jung, il grande psicoanalista, scrisse una volta: «Il mondo induce a un cer-
to modo di comportarsi. Il rischio è che si diventi identici con la Persona (la maschera, il sistema di adattamento o modo di confrontarci col mondo): il professore con il suo manuale e il tenore con la sua voce.
Così il danno è fatto. Si vive cioè solo dentro i confini della propria biografia e non si può esercitare più nessuna attività in modo naturale». Identificarsi con la propria storia o biografia, con ciò che è stato, è accaduto, continuare a tornare sugli eventi del passato è una malattia. Anche molta psicologia insiste sulla necessità di tornare nel passato per superare i disagi interiori “aggiustando” qualcosa che è andato storto. Ma è un equivoco. Se un equilibrio (ad esempio una relazione) si è rotto, la psiche si adatta al nuovo equilibrio: dopo un breve periodo di sofferenza, “passa oltre”. Se non “passa”, vuol dire che abbiamo bloccato la strada per questo “oltre”, abbiamo bloccato lo sbocciare di nuove gemme, cioè l’emergere di nuovi lati della personalità che quel
È possibile realizzare
davvero se stessi solo abbandonando l’idea di essere vittime di traumi
indelebili che
ci condizionano ancora oggi.
vecchio equilibrio non permetteva di far nascere. Allora il disagio, la sofferenza, non nasce dal passato, ma da uno sbocciare che viene fermato. È nostalgia di qualcosa che non c’è ancora, non di qualcosa che c’era prima. Volgersi indietro cercando le cause non serve mai a niente, anzi è pericoloso.
perditi nei piccoLi gesti quotidiani Impari a stare nel presente quando sei concentrato nelle semplici azioni quotidiane, fatte senza commenti. Essere semplici significa percepire cosa ci piace fare; non devono per forza essere grandi
cose. Il semplice riordinare casa, se fatto con vera presenza a se stessi, può attivare profondi processi trasformativi. Prova a compiere le solite azioni immaginando al contempo di cambiare ordine non solo fuori, ma anche dentro di te. Crea un angolo sacro della casa, un posto privilegiato a cui puoi fare ritorno ogni sera e da cui immaginare di rinascere ogni giorno cambiato. L’attenzione che poni su piccoli gesti rituali come questi ti sposta da quelli che pensi siano i tuoi problemi, ti ricentra su di te e sviluppa la capacità introspettiva che di solito non usi. Ti sentirai finalmente completo mentre autocritiche e autoaccuse potranno sfumare.
distogLi Lo sguardo daL passato
Cosa stai guardando quando attraversi un momento di crisi? Se il tuo sguardo è rivolto al passato, cerca invece di portarlo su quello che accade in te in questo momento. Osserva il frutto che sta nascendo, cioè il “lato” di te che sta fruttifica ndo, le capacità che stai mettendo in campo, i talenti che stai scoprendo, le azioni che ti permettono di esprimerti. Se porti le tue attenzioni sul frutto che nascerà, tutti i pens ieri che ti legano al passato svaniscono. Perché anche tu, come l’albero, stai fiorendo adesso!

























RINASCERE





PAG. 28
ANCHE NELLE BUFERE PIÙ INTENSE, QUALCOSA CI GUIDA VERSO IL SERENO. NELLE DIFFICOLTÀ PUOI RISCOPRIRE
I VOLTI SCONOSCIUTI DI TE, QUELLI CHE PIÙ TI VALORIZZANO
RISCOPRI TE STESSO
I PERIODI PIÙ DIFFICILI O DI SOFFERENZA EMOTIVA SONO PASSAGGI IMPORTANTI: SERVONO A PARTORIRE IL “TE STESSO” DI DOMANI E A REALIZZARE IL TUO VERO DESTINO



















LE STRATEGIE UTILI
Le tecniche per sbloccarti e andare oltre
NESSUNO DOLORE DURA PER SEMPRE, SE NON LO TRATTIENI. C’È UN REGNO IMMENSO
SOTTO LA SUPERFICIE DEI SOLITI PENSIERI
E RACCHIUDE GRANDI RISORSE. ECCO COME PUOI PORTARLE ALLA LUCE










REAGIRE ALLE PERDITE
Lasciati indietro anche i distacchi pù dolorosi
CI SONO EVENTI NEGATIVI PIÙ DIFFICILI DA SUPERARE, COME I LUTTI E GLI ABBANDONI; MA IN QUESTE OCCASIONI RICORDIAMOCI
DI PRENDERCI CURA DI NOI STESSI
E DI RIPRENDERE IL NOSTRO CAMMINO








anche neLLe bufere più intense, quaLcosa ci guida verso iL sereno: impariamo a riconoscerLo





Tante persone arrivano dallo psicoterapeuta lamentandosi per situazioni che si trascinano da tempo o per eventi accaduti addirittura anni prima... Abbandoni, crisi famigliari, problemi coi figli, lutti, delusioni. Spesso sono situazioni senza ritorno, non è possibile rimettere assieme i pezzi. Ma invece di voltare pagina perché non si possono aggiustare, queste persone sono ancora lì a soffrire, a rimuginare, a rimpiangere, a rivendicare. Si sentono bloccate e spesso si convincono di essere loro il problema, di essere malate, sbagliate. «Mi hanno lasciata di nuovo, evidentemente non so amare», racconta Silvia, 35 anni. «Anche questo progetto è naufragato... Non concludo mai niente, ho capito che non ho forza di volontà» dice invece Antonio, 43 anni. Sono dominati dall’esterno, schiacciati dai fatti e da tutte le credenze che hanno in testa. Non provano a vedere le cose da un punto di vista diverso, più

Dai momenti di crisi puoi uscire con più energia di prima. Basta non lottare contro se stessi o il destino, ma osservare che cosa questo momento di crisi vuole dirti. Non chiederti “perché è successo” o “di chi è la colpa”, ma: “Dove vuole portarmi? Quale nuova vita vuole farmi scoprire?”.



I momenti critici fanno risvegliare la tua energia vitale

Infatti non stai mai male a causa di qualcosa che ti è accaduto, ma perché non stai più esprimendo le tue capacità. Ti sei dimenticato di te!
Infatti le crisi (una parola che significa letteralmente “trasformazione”) arrivano per metterci alla prova. Non stiamo male perché ci è accaduto qualcosa ma perché non ci stiamo esprimendo quanto la nostra anima vorrebbe.

ne sono ancora lì a soffrire, a rivendicare. Si sentono blocdentemente non so amare», vano a vedere le cose da un profondo.



Quando un evento doloroso ti manda al tappeto, fermati e ascolta il tuo dolore, ma senza ragionarci sopra! E poi, quando ti senti pronto, inizia a spostare l’attenzione: il dolore riporta in luce ciò che conta davvero, quella parte di te che non smette di vivere, di desiderare, di cercare la felicità.


Solo nelle difficoltà puoi riscoprire i volti sconosciuti di te, quelli che più ti valorizzano delusioni.





Anche le ferite dell’anima si rimarginano da sole

I cambiamenti sono il sale dell’esistenza







I momenti critici fanno risvegliare la tua energia vitale
La crisi è arrivata non “per una causa”, ma “per un fine”: farti scoprire quaLcosa di te che ancora non vedevi
Quando pensiamo e ripensiamo per tutto il tempo ai traumi e alle ferite che abbiamo subito, finiamo per vedere della vita soltanto questi aspetti. Intendiamoci, si tratta di eventi spesso drammatici e non li sottovalutiamo: rotture sentimentali e famigliari, problemi con i figli, crisi lavorative, offese che feriscono e tradimenti inaspettati, e infine emozioni “inaccettabili” che non vorremmo provare, sotto forma di ossessioni o brutti pensieri... Ma a volte la nostra vita è così occupata dalla lotta per “ri -
mettere le cose a posto”, che non ci accorgiamo di qualcosa di nascosto: è lo svolgersi sottile e misterioso di una trama, la nostra trama. Non vediamo che le situazioni che chiamiamo “sbagliate” ci stanno regalando un contatto energetico con il nostro Sé, con la nostra Sorgente Vitale, dove incessante continua a svolgersi la nostra metamorfosi, anche se non ce ne rendiamo conto. Questa risorsa naturale, che possediamo tutti, è in grado sempre di farci ripartire dopo le crisi, se la lasciamo agire e non la disturbiamo.

Le risorse rigeneranti deLLa natura
Possiedi la stessa capacità di rigenerazione della natura. Riportala al centro e così spazzi via tutti i cattivi pensieri. Pensa alle pianticelle che crescono in mezzo all’asfalto: incuranti dello smog e di tutto ciò che le minaccia, imperterrite, fanno ogni anno i loro fiori. Quando un ramo si spezza, l’albero non passa il tempo a rimpiangerlo: fa crescere nuovi rami, nuove foglie, nuovi frutti. Un’energia fruttificante abita negli alberi, in profondità. E quell’energia c’è sempre, non si arresta mai.
Il lato profondo di noi è come la radice di una pianta; è nascosto e collegato solo superficialmente al mondo esterno. Se qualcosa interrompe
il nostro cammino, questo principio vitale invisibile ci fornisce le risorse per tornare a crescere e per rifiorire

possiedi tutte Le capacità per ripartire subito
Il nostro mondo interno ha capacità di autoguarigione e rigenerative che ci abitano da sempre: possiede tutte le sostanze “terapeutiche” necessarie a farci guarire dai disagi, a farci uscire dai tormenti dell’anima. Anzi, proprio questi tormenti, come vedremo sempre meglio, sono tappe evolutive, attivatori delle nostre capacità autoriparative. Rinascere è insomma una capacità naturale, non un evento che richieda un qualche intervento dall’esterno. A volte però i disagi, la depressione, la tristezza, l’ansia, l’insonnia si prolungano all’infinito. Succede se sbagliamo approccio. Ad esempio se basiamo il rapporto con noi stessi sul darci compiti e doveri, sul dirci come dobbiamo essere, come devono andare le cose. O se giudichiamo noi stessi e gli altri, tentando in tutti i modi di correggere il mondo esterno, di intervenire, di controllare. E se portiamo in campo, invece che ciò che ci caratterizza, invece che le nostre inclinazioni naturali, i modelli di perfezione che abbiamo in testa. Non puoi rinascere se ti affidi al pensiero: il pensiero continua a tornare sull’evento passato, resiste, rifiuta di affidarsi. Ma più rifiuti e resisti, più trattieni e rivivi quel passato in forma di tormento.
Perché certe delusioni, certe amarezze, durano anni? Perché resisti, ti rifiuti di cambiare pelle.
Gli atteggiamenti sbagliati fermano le energie interiori in un loop mentale da cui è difficile uscire. Ecco qualche esempio:
■ rimpianti: “Se le cose fossero andate diversamente, allora sì che sarei felice”.
■ Lamenti: “Ah, come sto male, come soffro, nessuno mi può capire”.
■ Vittimismo: “Ecco, lo sapevo, capitano tutte a me, come sono sfortunato, tutti ce l’hanno con me”.
■ disistima: “Allora sono io che sbaglio sempre, non posso essere felice”.
■ ragionamenti: “Perché mi è successo? Da cosa dipende? Chi ha sbagliato?”.
ricerca capacità che aVeVi dimenticato Invece di continuare a dirti: «Non riesco a lasciarmi alle spalle quei brutti ricordi e quelle delusioni», prova a chiederti: «Ma io che interessi ho? Da cosa sono attratto? Quali sono i miei gusti, le mie tendenze?». Quando sei “innamorato” di ciò che ti interessa, l’anima accende un’energia di guarigione e di fioritura e mette a posto le cose da sola. È un semplice cambio di prospettiva, un “cambio di stanza mentale”, ma rimette in gioco tutto il tuo assetto energetico e gli equilibri della tua vita. Le relazioni con chi ti è vicino si

Le crisi più acute e più frequenti
Quali sono i motivi più frequenti di difficoltà esistenziale, di crisi, di delusione o di crollo, con la conseguente incapacità di ripartire, tra quelli che le persone raccontano in psicoterapia?
Al primo posto ci sono le crisi familiari, intese come difficoltà col partner, spesso dovute alla sensazione di non essere più amati o di non amare, alla noia e alla depressione. Strettamente collegate a queste sono le crisi per un abbandono, talvolta connesse anche a un tradimento da parte della persona amata. Un posto importante occupano le crisi legate ai lutti e alle perdite dei cari. Poi vi sono tutte le depressioni da perdita del lavoro o da difficoltà a trovarlo, in cui si sperimenta anche molta ansia o attacchi di panico.
Frequenti sono le crisi legate al cambio di ruolo, spesso conseguenti ad esempio alla crescita dei figli, alle difficoltà nella loro educazione, o alla necessità di reinventarsi dopo che sono andati via di casa.
E ci sono infine anche depressioni apparentemente senza causa a scatenare crisi o periodi anche molto lunghi di stallo esistenziale.
sistemano, i litigi lasciano il posto al piacere, smetti di tormentarti, scopri di avere capacità di cui ti eri dimenticato. Il mondo interiore, se ti centri sulle tue passioni, ti stacca dal
passato e ti fa rinascere. E ti renderai conto, improvvisamente, che sei uscito dalla nebbia delle delusioni e delle frustrazioni senza fare nessuno sforzo.

Anche le ferite dell’anima si rimarginano da sole
non è vero che ciò
che ti è accaduto ti condiziona per Sempre. non farti intrappoLare daL passato
Spesso capita di dire: «Sto male a causa di... (del capo, dei genitori, del partner, di quell’evento accaduto...). Ripensiamo al passato, ci lamentiamo, ci abbattiamo. Ma siccome sul passato non possiamo intervenire, il solo risultato di questi pensieri è di ingigantirli. «Sono così insicura perché mio papà mi ha abbandonata da piccola»; ciò
che è accaduto è stato doloroso, ma tu hai sempre la possibilità di reagire in mille modi. Se invece dopo tanti anni “sei ancora lì”, è perché sei diventata il giardiniere di quei ricordi, li hai seminati e nutriti per tutto il tempo. Hai fatto germogliare e crescere “l’albero del passato”, ed è diventato così grande che non vedi nient’altro. Non ti vedi come un’adulta con inte-
ressi, passioni, amori, un lavoro...; ti vedi come “quella abbandonata da papà”. E qualsiasi cosa fai nella vita, qualsiasi territorio esplori, porti con te quella fotografia. Ma attenzione: se ti comporti “da abbandonata”, sarai di nuovo abbandonata. E tutto questo accade non perché il passato ti ha segnata, ma perché ti sei chiusa in quell’unica stanza, la “stanza del passa-
to”: lo guardi di continuo, e così lo ricrei. Che fare? Girarsi verso le infinite possibilità che vivono in te.
non siamo marchiati daL nostro passato Siamo tutti convinti di essere il frutto del nostro passato. Specialmente quando le cose non vanno bene: la causa è qualcosa che ci è accaduto. Ebbene, è un’illusione! Anzi,
Nei disagi si affaccia una nuova identità, un nuovo te stesso che deve nascere. ma attento: se vivi con la testa voltata indietro, con lo sguardo al passato, se non molli le vecchie certezze, la sofferenza diventa uno stagno che ti cattura e spegne la vitalità.

è il modo di pensare perfetto per gettare al vento i propri talenti e la possibilità di realizzare se stessi. Se oggi non stiamo bene non è mai a causa del passato, ma perché non stiamo facendo adesso ciò che la vita si aspetta da noi: non stiamo fiorendo. Magari perché ci siamo imposti un ruolo che non rispetta la nostra natura, non asseconda il nostro essere autentico.



non vivere rinchiuso neLLa stanza dei ricordi
Immagina che il tuo mondo interiore sia come una casa composta da infinite stanze. C’è la stanza degli istinti, quella dei sogni, la stanza delle passioni, quella del piacere e così via. E c’è la stanza del passato. A volte in questa stanza incontriamo i ricordi, e se emergono spontaneamente ci addolciscono la vita. Ma altre volte, quando entriamo lì, possiamo rivedere ferite, episodi brutti, momenti difficili. Un genitore che se n’è andato quando eri piccolo, o che ti ha umiliato. Una storia
sentimentale finita male. Quel tempo in cui, da ragazzina, eri molto timida e un po’ in sovrappeso e i compagni, crudeli, non la smettevano mai con le parole cattive.
esci daLLa gabbia
deLLa tua mente
Ci sono due modi di stare nella stanza del passato: uno è entrarci, osservare cosa vi accade e poi uscire. L’altro è chiudersi dentro e iniziare a rimuginare, come se pensando e ripensando potessi tornare indietro e rimettere a
posto le cose. Cosa succede in questo caso? Rimuginare ricrea all’infinito lo stesso dolore che abbiamo provato allora. La stanza dei ricordi diventa una gabbia.
Ma per fortuna evitare questo pericolo è facile: basta uscire da lì ed entrare in una delle tante altre stanze che hai a disposizione in te stesso.
tu non sei
La tua storia
Carl Gustav Jung, il grande psicoanalista, scrisse una volta: «Il mondo induce a un cer-