Il narcisista

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CAPRIOGLIO
riconoscerlo
imparare
difendersi
collaborazione
Maffeis
RIZA VITTORIO
IL NARCISISTA Come
e
a
Con la
di Giuseppe
manipolarti,
libertà
Scopri tutte le tecniche che usa per
cancella la dipendenza e ritrova la tua

VITTORIO CAPRIOGLIO

IL NARCISISTA

Con la collaborazione di Giuseppe Maffeis

RIZA
Come riconoscerlo e imparare a difendersi

IL NARCISISTA . Come riconoscerlo e imparare a difendersi Testi di Vittorio Caprioglio Con la collaborazione di Giuseppe Maffeis Immagini: 123rf, Adobe Stock, Shutterstock

© 2023 Edizioni Riza S.p.A. via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano - www.riza.it

Tutti i diritti riservati. Questo libro è protetto da copyright ©. Nessuna parte di esso può essere riprodotta, contenuta in un sistema di recupero o trasmessa in ogni forma e con ogni mezzo elettronico, meccanico, di fotocopia, incisione o altrimenti senza il permesso scritto dell’editore.

Sommario

Introduzione

Non lasciare che il partner ti manipoli e ti abbatta ......... 7

Capitolo 1

Quando il narcisista è patologico .................................. 15

Capitolo 2

All’inizio ti esalta, poi ti butta giù ................................. 39

Capitolo 3

Le armi usate per demolirti psicologicamente .............. 59

Capitolo 4 Come fare per riconoscerlo e smascherarlo ................... 89

Capitolo 5

Vorresti lasciarlo, ma quanti ostacoli da superare! ........ 111

Capitolo 6

Spezza le catene e riconquista la tua libertà ................. 127

Introduzione

Non lasciare che il partner ti manipoli e ti abbatta

Iprotagonisti di questo libro sono due: il narcisista e la sua vittima. Non si tratta di persone reali ma di personaggi emblematici che riassumono in sé le caratteristiche di tanti uomini e donne che hanno vissuto questo rapporto di coppia, spesso tossico. Per semplificare l’esposizione, nel testo del libro il narcisista è un uomo e la sua vittima è una donna. Non sempre è davvero così nella realtà, dove i ruoli potrebbero essere invertiti, ma nella maggior parte dei casi è proprio quello che succede. Spesso è una donna che viene irretita da un narcisista, sottomessa e manipolata, subendo violenze psicologiche, se non fisiche. Capita in molte situazioni, che non sempre vengono alla luce, perché spesso le vittime non hanno la consapevolezza di quello che stanno subendo oppure non trovano la forza per uscirne. Le tecniche manipolative del narcisista sono

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così subdole che la donna arriva ad attribuire a se stessa la colpa delle umiliazioni che deve sopportare; ha perso fiducia nelle proprie capacità e dipende in tutto da lui. Solo negli ultimi tempi, grazie a una maggiore attenzione su questo fenomeno, sono emerse molte storie di persone che per anni sono state sottoposte a maltrattamenti psicologici dal partner narcisista, senza capire bene perché, e senza poter reagire. Lo scopo di questo libro è spiegare, in termini semplici, come riconoscere un narcisista manipolatore, quali sono gli strumenti di cui si serve per soggiogare la sua vittima e come difendersi da lui.

Chi è un narcisista?

In primo luogo chiediamoci chi è davvero un narcisista. È uno che ama farsi i selfie, raccontare di sé sui social, curare il proprio aspetto, mettersi in mostra? Se fosse solo per questo, allora tutti noi saremmo dei narcisisti... In realtà il narcisista di cui parliamo nel libro è una persona che soffre di quello che gli psicologi chiamano disturbo narcisistico di personalità, ovvero una patologia psichica vera e propria, qualcosa di ben diverso dal farsi i selfie...

Il termine con cui viene chiamato nasce dal mito di Narciso, il bellissimo giovane che si innamora della propria immagine riflessa nell’acqua e muore a causa di questa sua infatuazione.

Ma il mito racconta anche che la morte di Narciso discende da una punizione divina perché era stato insen-

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Non lasciare che il partner ti manipoli e ti abbatta sibile e sprezzante verso coloro che si erano innamorati di lui, fino a provocare la loro morte. Il senso profondo del mito ci dice dunque che il narcisismo è amare se stessi, ma anche ignorare i sentimenti degli altri e fare loro del male volutamente. Questa è, in parole povere, proprio la definizione sintetica del disturbo narcisistico di personalità. Gli psicologi spiegano che il narcisista patologico è mosso da un bisogno continuo di trovare conferme all’autostima e dalla necessità di alimentare il proprio ego spropositato. Per farlo va in cerca di quello che viene chiamato “nutrimento narcisistico”, ovvero di “cibo” per saziare la propria fame di grandezza. Questo nutrimento per l’autostima può venirgli dalla ricchezza, dalla fama, dagli status symbol, ma anche da persone che lo venerano e lo ammirano incondizionatamente. Così si spiega il suo comportamento nei confronti di chi ha scelto come vittima: non sta cercando qualcuno da amare, qualcuno con cui vivere alla pari, ma una persona che costantemente possa alimentare la sua sicurezza di sé, l’idea di essere superiore. Se all’inizio finge di amarla e ammirarla, in seguito la demolisce sempre più: l’abbassa per innalzarsi. Potremmo definirlo un "vampiro affettivo": si nutre dell'amore degli altri e così li dissangua di energia. Nel narcisista patologico convivono due aspetti contraddittori: da un lato si mostra sicuro di sé e ha una visione grandiosa della propria immagine, ma dall’altro è fragile interiormente e ha bisogno che questa sua immaginata grandezza riceva convalide dall’esterno.

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Come inganna le sue vittime

Per condizionamento sociale e culturale, ma anche per una maggiore sensibilità e una naturale predisposizione alla cura degli altri, le donne sono particolarmente vulnerabili di fronte a una personalità narcisista. Non bisogna pensare però che siano deboli e fragili le donne che si fanno irretire, anzi, il narcisista spesso va in cerca di persone forti che gli possano infondere sicurezza. Insegue soprattutto donne empatiche, generose, sincere, fiduciose negli altri o tendenti alla dipendenza affettiva. Su di loro il narcisista riesce più facilmente a far breccia, anche perché è dotato di un fascino innegabile e di grande intuito psicologico. Conosce i punti deboli da sfruttare e quando vuole conquistare una donna sa essere molto seducente, amabile e gentile. Solo più tardi si rivela per quello che è veramente, ma a questo punto ha già cominciato a condizionare mentalmente la sua vittima, fino a dominarla e a farle perdere del tutto la fiducia in se stessa. Confusa, sfiduciata e triste, la donna, solo a fatica, e dopo vari tentativi, riesce a liberarsi dalla gabbia creata dal narcisista. Come vedremo più avanti, per sfuggire al controllo del suo carceriere deve superare molte resistenze interiori, oltre agli ostacoli che le vengono posti dal narcisista. Ma per far questo deve prendere coscienza di ciò che le è accaduto veramente e deve cancellare dalla mente l'idea che possa essere avvenuto per colpa sua. Lei è la vittima, e solo staccandosi definitivamente da lui potrà ritrovare se stessa e una vita migliore.

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Il mito di Narciso

Iltermine narcisismo venne usato dagli psicologi a partire dalla fine dell’Ottocento, con evidente riferimento al mito di Narciso, visto come simbolo di sfrenato amore per se stesso e disprezzo per gli altri. Questo mito ha origine in Grecia, ma la sua versione più nota è quella che ci ha tramandato il poeta latino Ovidio, nelle sue “Metamorfosi”. Narciso, figlio del dio fluviale Cefiso e della ninfa Liriope, è un giovane bellissimo, di cui tutti si innamorano a prima vista, sia uomini sia donne. Ma è tanto bello quanto superbo; disdegna tutti e non si è mai lasciato neppure sfiorare da qualcuno. Di lui si innamo-

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Non lasciare che il partner ti manipoli e ti abbatta Un dipinto del pittore preraffaellita Waterhouse dedicato al mito di Narciso

ra anche la ninfa Eco, che lo segue continuamente. Ma non può dichiarargli il proprio amore perché Giunone le ha imposto una punizione: non può parlare, ma solo ripetere le ultime sillabe di chi le rivolge la parola. Ovidio racconta che un giorno, Narciso, sentendo i passi di Eco nel bosco, grida «C’è qualcuno?», ed Eco risponde «...qualcuno?». Allora il giovane dice: «Vieni!», e lei non può fare altro che ripetere la parola. Quindi Narciso grida «Incontriamoci!» e ben volentieri Eco risponde «Incontriamoci!». Poi, accettando l'invito, la ninfa esce dal bosco e corre ad abbracciare il giovane. Ma lui la respinge bruscamente e fugge dicendo: «Giù le mani, preferisco morire piuttosto che darmi a te!». Eco allora si nasconde nei boschi per la vergogna e non si riprende più dalla delusione e dalla sofferenza per l’amore respinto. Non dorme, non mangia, si lascia morire. Di lei - scrive Ovidio - non rimangono altro che la voce, che si sente tra i monti, e le ossa, tramutate in pietre. Anche altri spasimanti vengono respinti duramente da Narciso e qualcuno di loro si rivolge agli dei chiedendo che il giovane venga fatto soffrire come lui fa soffrire altri, per amore. Nemesi, la dea della giustizia e della vendetta, interviene per dargli la giusta punizione. Un giorno Narciso, mentre sta dando la caccia ai cervi, arriva in una bella radura, dove si trova una fonte incontaminata e pura. Quando si china per bere vede per la prima volta la propria immagine riflessa nell’acqua e se ne innamora. Cerca di stringerla a sé immergendo le braccia nella fonte, ma l’immagine svanisce.

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Non lasciare che il partner ti manipoli e ti abbatta

Infine si rende conto che quel giovane bellissimo è lui stesso. Ma questo non gli dà pace, anzi lo fa disperare ancora di più, perché è un amore impossibile. «Brucio d’amore per me stesso - gli fa dire Ovidio - e son io che ardo del fuoco che io stesso appicco!». Così anche lui, come Eco, deperisce e si lascia morire per la disperazione. Al posto del suo corpo spunta nella radura un fiore con i petali bianchi e giallo nel mezzo: il narciso. Così racconta Ovidio, ma in altre versioni del mito Narciso muore annegando nella fonte, nel tentativo di abbracciare la propria immagine. In altre ancora il giovane si toglie la vita con la stessa spada che lui stesso aveva dato a un suo spasimante affinché potesse togliersi la vita. Una forma ancora più completa e tremenda di nemesi, poicheé Narciso muore per amore come aveva fatto morire l'altro, e con l'identica arma con cui aveva fatto sì che si uccidesse.

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