San Martín di Alberto Breccia

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Toni Torres Alberto Breccia

San Martín di Alberto Breccia di Toni Torres, Alberto Breccia © 2020 Toni Torres, per la sceneggiatura. © 1964-1974 Alberto Breccia, per i disegni. © 2021 Loco Rabia Editora, per l’impaginazione. © 2023 Solone srl per questa edizione. Tutti i diritti riservati. Collana Clouds, 23

Direttore editoriale: Nicola Pesce Ordini e informazioni: info@edizioninpe.it

Caporedattore: Stefano Romanini

Ufcio stampa: Gloria Grieco ufciostampa@edizioninpe.it Composizione editoriale: Ipermedium.lab

Revisione bozze: a cura della redazione

Progetto grafco e illustrazione di copertina: Alberto Breccia, Pablo Colaso, Marcos Vergara.

Traduzione: Tiziano Ferracci

Si ringraziano Loco Rabia e Mariano Buscaglia per la gentile intermediazione con gli eredi di Alberto Breccia.

Stampato tramite Tespi srl – Eboli (SA)

nel mese di luglio 2023

Edizioni NPE

è un marchio in esclusiva di Solone srl Via Aversana, 8 – 84025 Eboli (SA)

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Toni Torres Alberto Breccia

Il 25 febbraio 1778 nasce a Yapeyú l’eroe più grandioso della nostra indipendenza: José Francisco de San Martín. La suddetta località, della moderna provincia di Corrientes, faceva parte delle “Missioni Guaranì”, che furono presiedute dai sacerdoti gesuiti fino al 1768.

I suoi genitori sono Juan de San Martín, militare spagnolo e tenente del governatore a capo del dipartimento di Yapeyú, e Gregoria Matorras. José Francisco ha una sorella, María Helena, e tre fratelli maggiori: Manuel Tadeo, Juan Fermín e Justo Rufino.

Padrone!

Padrone! Venite, è nato, ed è un maschieto!

Dormi, bambino mio. il sole è già alto nel cielo, e presto verano le stele a salutarti.

Al paso, Zaino! Andiamo, Moro!

Nel 1784, Juan de San Martín e tutta la sua famiglia dovettero spostarsi a Buenos Aires, dove rimasero non molto, per poi ripartire verso il porto di Cádiz, in Spagna.

Forza, ragazo, con i tuoi studi e la tua tenacia un giorno diventerai generale!

Nell’anno seguente, José Francisco entra nel Seminario de Nobles di Madrid, dove si educano i bambini di lignaggio nobiliare: un forte contrasto con la prima infanzia vissuta nella sua Yapeyù, dove i suoi amichetti di gioco erano indios e meticci.

Sì, padre, il mio cuore non desidera altro che questo destino.

Nel 1789 ha inizio la sua carriera militare, come recluta cadetta nel Reggimento di Fanteria di Linea di Murcia. I colori della sua prima uniforme sono celeste e azzurro, un segno premonitore del suo futuro.

Non ci faremo schiaciare dai Mori! Sarano anche più numerosi, ma la nostra disciplina e la nostra conoscenza tatica ci porterano ala vitoria.

All’età di 13 anni viene trasferito col suo reggimento in Africa, a difesa di Oran contro l’attacco dei mori che, in numero superiore agli spagnoli, assediano la sua roccaforte da ore. Nel suo battesimo del fuoco, il futuro Libertador dell’America offre ampia dimostrazione di coraggio.

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Ala carica!

Per la gloria del Re!

La sua azione militare in Spagna è di volta in volta più determinante, e nel 1793, nella Guerra del Rossiglione o dei Pirenei, conquista le sue prime mostrine, guadagnandosi il grado di sottotenente e, due anni dopo, di secondo tenente.

Nel 1807, Fernando Vii occupa il trono di Spagna, ma Napoleone lo spodesta mettendo al suo posto il fratello, Joseph Bonaparte. Nel maggio del 1808 i francesi invadono Madrid, così il popolo spagnolo imbraccia le armi, dando inizio alla Guerra d’indipendenza spagnola. Viene istituito un Consiglio Centrale di Governo, attivo prima a Siviglia e poi a Cádiz, parallelo al mandato di Joseph Bonaparte.

Nel giugno del 1808, San Martín si distingue per il suo valore nella battaglia di Arjonilla e viene promosso a capitano del Reggimento di Cavalleria Borbone.

Capitano San Martín, vi conferisco il grado di Tenente Colonelo del’Esercito Spagnolo.

Per il suo operato avanza di grado e viene decorato con la Medaglia d’Oro degli Eroi di Bailén.

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Nel frattempo, nel Vicereame del Río de la Plata, la destituzione di Fernando Vii scatena una serie di eventi distinti. Nel paese c’è chi sostiene sia arrivato il momento di riprendersi la sovranità, e di eleggere un governo proprio.

il popolo ha il dirito di sapere cosa sta sucedendo!

Perciò, il 25 maggio 1810 si forma la Prima Giunta di Governo, presieduta da Cornelio Saavedra, da Juan José Paso e Mariano Moreno come segretari, e da sei membri: Juan José Castelli, Manuel Belgrano, Miguel de Azcuénaga, Manuel Alberti, Domingo Matheu e Juan Larrea.

Signori, questo è solo il primo paso verso ciò che potremo definire “Patria”.

A Cádiz, San Martín si mette in contatto con un gruppo di liberi pensatori americani, ed entra a far parte della Loggia dei Cavalieri Razionali.

Signori, siamo qui riuniti ala ricerca di un bene comune: il Nostro Popolo. L’America ha bisogno di noi.

Tramite la Loggia, San Martín viene a sapere della lotta per l’indipendenza nella sua terra natìa. Per questo, formalizza il suo ritiro dall’esercito spagnolo nel settembre del 1811.

Signori, dopo molti ani di servizio, sono qui per chiedere il congedo dal vostro esercito, e il permeso di andare a Lima per questioni personali.

Contate su di noi. Esiste una sola via da seguire: quela che porta ala Libertà.

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Da Cádiz, San Martín si sposta a Londra. Lì conosce altri patrioti americani, che cospirano contro la Spagna.

A Londra viene a conoscenza del piano elaborato dal generale inglese Thomas Maitland, denominato “Piano per la cattura di Buenos Aires e del Cile e successiva emancipazione del Perù e di Quito”, dal quale prenderà ispirazione.

il nostro obietivo, signori, sarà l’indipendenza del’America.

indipendenza, Republica e Costituzione.

Nel frattempo, dall’altra parte del Gran Chaco, prosegue la lotta per l’indipendenza iniziata il 25 maggio 1810. I patrioti lottano per realizzare il sogno di libertà di una nazione, a forza di sangue e spada.

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Dopo la sua stipula, la Prima Giunta si impegna a eleggere i suoi deputati, i quali prenderanno parte a un Congresso a Buenos Aires allo scopo di stabilire la forma di governo. Inoltre, invia spedizioni militari in Alto Perù, in Paraguay e sulla Striscia Orientale.

i n marcia, soldati! Verso la vitoria e la libertà!

Su iniziativa di Mariano Moreno, viene decretato che il Presidente della Giunta possieda gli stessi diritti e onori dei segretari e dei consiglieri. inoltre, sarano sopresi gli onori ai funzionari di governo.

Sempre grazie a Moreno, inizia la pubblicazione della Gazzetta di Buenos Aires, con il fine di diffondere gli ideali della Rivoluzione; viene inoltre creata la Biblioteca Pubblica di Buenos Aires, da cui deriverà l’attuale Biblioteca Nazionale.

Bravi ragazi, niente male per esere il nostro primo numero.

Alcuni focolai antirivoluzionari scoppiano a Montevideo e a Cordoba. Quest’ultimo guidato da Santiago de Liniers, che rifiuta l’autorità della Giunta. Liniers viene quindi giustiziato da Juan José Castelli a Cabeza de Tigre.

Caricare! Puntare! Fuoco!

La Rivoluzione consegue la sua prima vittoria il 7 novembre 1810, per mano di Balcarce, comandante in forze sulla prima linea del tenente Martín Miguel de Güemes, nella provincia di Salta: la battaglia di Suipacha. Tuttavia, nel giugno del 1811 subisce la sconfitta a Huaqui.

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Per la Patria! Maledizione!

Signori, è giunto il momento di votare SÌ o NO per l’incorporazione dei deputati.

Nel dicembre del 1810 arrivano a Buenos Aires i deputati delle province, per formare così la Grande Giunta che governerà fino al settembre del 1811.

Nel dicembre del 1810, arriva la vittoria nella battaglia di Campichuelo, a cui seguono però le sconfitte nelle battaglie in Paraguay e a Tacuarí.

Resistete, compagni, ci stano adoso!

In quel periodo acquistò risonanza la figura di Manuel Belgrano, a cui viene affidata la guida della spedizione militare della giunta di Buenos Aires in Paraguay.

Generale, daremo bataglia qui, nela zona di Campichuelo de la Candelaria. i nostri ranger hano già efetuato la ricognizione necesaria.

Alla luce delle sconfitte subite nella spedizione in Paraguay, Belgrano si vede costretto a firmare un armistizio con il generale realista Manuel Atanasio Cabañas.

Morte al’esercito rivoluzionario!

I l 28 febbraio 1811, sulle rive del torrente Asencio, i patrioti della Striscia Orientale proclamano la loro adesione alla Rivoluzione. Nella battaglia delle Pietre del 18 maggio 1811, il caudillo orientale José Gervasio Artigas ha la meglio sui realisti, e inizia così l’assedio di Montevideo.

Non temete, mio Generale, finché avrò vita il Grido di Asencio non si placherà mai.

La Giunta Grande, visti i diversi problemi e i contraccolpi militari, decide di concentrare il potere esecutivo nelle mani del Primo Triumvirato, presieduto da Feliciano Antonio Chiclana, Manuel de Sarratea e Juan José Paso. Tra le principali risoluzioni decretate, c’è la libertà di stampa, la soppressione del monopolio e l’introduzione del divieto di schiavitù in tutte le Province Unite.

Dobiamo oporci al Regolamento Organico dela Giunta Conservatrice. Si credono superiori a noi.

All’inizio del 1812, il generale Belgrano si rende conto della confusione che genera la coccarda rossa, simbolo con cui entrambi gli schieramenti si identificano.

Eco cosa ci serve, una cocarda con i colori dela patria. Quando torno al’acampamento lo proporò al Triumvirato.

Giuriamo di sconfigere i nostri nemici interni ed esterni, afinché l’America del Sud posa esere il tempio del’indipendenza e dela Libertà. in fede del vostro giuramento, ripetete con me: Viva la Patria!

Pervaso dallo spirito patriottico, Belgrano reputa molto importante anche la creazione di una bandiera. Durante l’approvazione della batteria independencia, fa sventolare per la prima volta lo stendardo della Patria il 27 febbraio di quell’anno.

Poi deteremo lo Statuto Provisorio e scioglieremo la Giunta.

Il 18 febbraio, il Triumvirato decreta: “Dopo averne discusso, riconosciamo, dalla data di oggi in avanti, la coccarda nazionale delle Province Unite del Rio de la Plata, che dovrà essere composta dai colori bianco e celeste; dichiariamo dunque abolita la coccarda rossa”.

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Viva la Patria! Eviva!

Nel mezzo di questo scenario, il 9 marzo 1812, il tenente colonnello José de San Martín, da Londra, dopo 50 giorni di viaggio a bordo della fregata britannica George Canning, approda a Buenos Aires.

Sono tornato ala mia tera natìa, e non avrò pace finché non la vedrò totalmente libera dala tirania spagnola.

San Martín incontra il Primo Triumvirato. Dei tre membri, due non lo vedono di buon occhio, e dubitano della sua lealtà, dato che fino a poco più di un anno prima serviva l’esercito spagnolo, e potrebbe quindi essere una spia. Ad ogni modo, lo accettano.

il Triumvirato riconosce il vostro grado di tenente colonnelo di cavaleria, e vi nomina comandante delo Squadrone di Granatieri a cavalo. A voi il compito di crearlo e organizarlo.

Il Libertador organizza rapidamente il suo reggimento, nel fu Campo de Marta, oggi Plaza San Martín, nella città di Buenos Aires. La disciplina è ferrea e punitiva, più simile a quella di un soldato semplice che a quella di un ufficiale.

Questi “Granatieri” ci restituirano la libertà che tanto bramiamo.

Nel mio regimento ci sarano solo Leoni. imporò una morale rigorosa e instaurerò tribunali d’onore.

È lo steso San Martín che si ocupa di disegnare le uniformi e le insegne del regimento.

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il reggimento Granatieri diviene un corpo esemplare, il metro di giudizio a cui gli altri corpi dovranno far riferimento.

Nel maggio 1812, José de San Martín, Julián Álvarez e Carlos María de Alvear fondano in segreto la Loggia Lautaro, una filiale a Río de la Plata della Loggia del Cavalieri Razionali.

La chiameremo “Lautaro”, in onore del comandante militare mapuche che nel XVi secolo sconfise i conquistatori spagnoli nela Capitaneria Generale del Cile.

il nostro moto sarà: lavorare senza sosta al piano per garantire l’indipendenza del’America e la sua felicità. Agire con onore e perseguire la giustizia.

il 26 marzo 1812, per ordine del Triumvirato, Manuel Belgrano assume il comando dell’Esercito del Nord alla Posta di Yatasto, nella provincia di Salta, e si dedica alla sua riorganizzazione

Le trupe si rialzerano. Saremo come aquile gueriere in volo verso il cielo.

Ma le sue forze sono scarse, e di fronte all’avanzata realista si batte in ritirata verso sud. Ordina alla popolazione di Jujuy di distruggere tutto ciò che potesse essere utile al nemico. Una marcia eroica, passata alla storia come l’Esodo di Jujuy.

Forza, forza, che gli “ostrogoti” ci stano adoso!

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Il 12 settembre 1812, dopo pochi mesi di fidanzamento, Remedios de Escalada e José de San Martín si sposano nella Cattedrale di Buenos Aires.

Lo sguardo di questa dona mi incanta…

Remedios de Escalada nasce il 20 novembre 1797. Figlia di Antonio de Escalada e Tomasa de la Quintana. Remedios è una bellissima adolescente di appena 15 anni, e si innamora di quel serioso militare.

Tra il 24 e il 25 settembre del 1812 si consuma la battaglia di Tucumán. Il Triumvirato aveva ordinato a Belgrano di ritirarsi ed evitare lo scontro. Nonostante gli ordini, il generale affronta 3200 realisti con i suoi 1800 soldati, e li sconfigge. Lo stesso Belgrano definisce questa battaglia come il “Sepolcro della Tirannia”, in quanto è la prima grande vittoria delle Province Unite del Río de la Plata.

Sì, lo voglio. Alora, vi dichiaro marito e moglie. Ala carica, miei prodi! A morire per la Patria, se così ha da esere!
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Per la Patria!

Alla fine del 1812, la Loggia Lautaro si unisce con la Società Patriottica.

Monteagudo e i suoi si sono uniti a noi.

Il malcontento interno per la politica economica del Triumvirato si fa sentire. All’alba dell’8 ottobre 1812, le truppe al comando di San Martín e di Ortíz de Ocampo, i membri della Società Patriottica e della Loggia Lautaro e un gran numero di cittadini si presentano davanti al Cabildo per esigere la destituzione del Triumvirato. Come si pensa di solito, le trupe sostengono i governi e autorizano la tirania. Non è questo il caso!

Vengono eletti rappresentanti provinciali per formare l’Assemblea Generale Costituente, conosciuta poi come Assemblea dell’Anno XIII.

Nel febbraio di quell’anno, Belgrano trionfa sui realisti nella battaglia di Salta. Dopo avergli confiscato le armi e aver strappato loro il giuramento di non alzarle mai più contro le Province Unite del Río de la Plata, Belgrano concede ai soldati sconfitti il perdono e la libertà.

Avanti, soldati! Non ralentate, li abiamo già sconfiti!

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Montevideo, dichiarata dalla Spagna capitale provvisoria del Vicereame, viene assediata dalle forze di terra di Rondeau e Artigas. Per sostentarsi, i nemici rubano il bestiame sulle coste del Paraná. Alla notizia che una squadra realista è salpata da Montevideo, il Triumvirato ordina a San Martín di impedire lo sbarco.

Il tenente colonnello e i suoi uomini si nascondono nel convento di San Carlos, nella zona di San Lorenzo. Lì si consuma la battaglia di San Lorenzo, il 3 febbraio 1813. San Martín escogita il modo per equiparare la potenza spagnola, di gran lunga superiore, mediante un’improvvisa carica di cavalleria.

Schiereremo i granatieri in due divisioni: 60 uomini atacherano il fianco destro del nemico al mio comando e, sul fianco sinistro, altri 60 uomini risponderano agli ordini del capitano Justo Bermúdez.

Altri ordini, mio colonelo?

Signori, sono ala nostra portata. Li atacheremo a colpi di spada e lancia. Nesuno sparo di fucile! intesi?

Nel mezzo della battaglia, lo stallone di San Martín inciampa e cade, e il colonnello si ritrova la gamba destra bloccata dal peso dell’animale morto. Rapidamente, il soldato Baigorria evita con la sua lancia che un nemico infilzi San Martín con una baionetta.

il nemico ci sta travolgendo, danazione!

Carichiamoli frontalmente, fermeremo la loro avanzata!

Ci incontreremo al centro dele colone nemiche, lì vi sarano dati nuovi ordini.

Nel frattempo, il granatiere di Correnties Juan Bautista Cabral libera il colonnello, ma nell’azione una baionetta nemica gli infligge un colpo fatale alla schiena. Il destino decide così di salvare il futuro Libertador del Sud America grazie al coraggio e al valore di Cabral, che sacrifica la sua vita in nome della libertà.

Baigoria, coprimi! Sto liberando il colonelo!

Non temere, sono al tuo fianco!

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E così, in meno di mezz’ora, i Granatieri di San Martín vivono il loro battesimo del fuoco. I realisti lasciano sul campo di battaglia 40 morti, e 14 di loro vengono fatti prigionieri. I granatieri riportano invece 6 feriti e 14 morti a battaglia terminata, e altri due moriranno successivamente. Il mito delle ultime parole di Cabral sul suo letto di morte ha origine da una lettera scritta da San Martín all’attenzione dell’Assemblea dell’Anno XIII, in cui si riportano le seguenti parole: “Non posso esimermi dall’onorare la famiglia del granatiere Juan Bautista Cabral da Corrientes, da cui, nonostante il corpo dilaniato da due ferite, non sortivano altre grida se non quelle di - Viva la Patria, muoio felice ora che il nemico è sconfitto”.

Il 31 gennaio 1813, con l’arrivo dei deputati provinciali, iniziano le sedute dell’Assemblea Generale Costituente, presieduta da Carlos María de Alvear. Obiettivi fondamentali sono dichiarare l’indipendenza e dettare una costituzione.

Bene, signori, è nostra oportunità e dovere concepire una Patria grande e giusta.

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Alora, gentiluomini, chi sarà il primo Diretore Supremo dele Province Unite del Río de la Plata?

io propongo don Gervasio Antonio de Posadas.

L’Assemblea si dichiara sovrana, e rinnega l’autorità del Re, invocata fino a quel momento. Il 14 gennaio 1814 viene istituito un esecutivo unipersonale, con un mandato di due anni.

Il 31 gennaio 1814, Gervasio Posadas assume la carica di Direttore Supremo, a cui rinuncerà esattamente un anno più tardi.

Giuro solenemente…

Artigas aveva inviato tre deputati all’Assemblea, che però non furono accettati. Alla luce di questo, il caudillo orientale decide di ritirarsi dall’assedio di Montevideo. Appena saputo ciò, Posadas lo dichiara “infame, privato dei suoi incarichi, fuorilegge e nemico della Patria”. Che vengano pure a cercarmi! Se ne andrano con la coda tra le gambe!

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Nel 1813, Belgrano subisce due sconfite in Alto Perù, il 1° otobre a Vilcapugio e il 14 novembre a Ayohuma.

A causa di queste disfatte, il governo sostituisce Belgrano con José de San Martín al comando dell’Esercito del Nord. A San Martín viene ordinato di arrestare Belgrano.

José, cosa pensi di fare?

Aceterò l’incarico, ma non aresterò mai Belgrano. Ho visto ben pochi generali valorosi come lui.

I due comandanti si incontrano il 30 gennaio 1814 alla Posta de Yatasto, tra le due città di Tucumán e Salta. Lì, Belgrano presenta le sue truppe e gli cede il comando, mettendosi inoltre a sua disposizione.

Sono fermamente convinto che voi salverete la Patria… Solo una cosa vi chiedo: conservate la bandiera che vi ho donato, che sventoli sopra l’esercito che formerete.

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San Martín assume il comando dell’esercito, lo riorganizza e ordina, inoltre, la costruzione di una fortificazione trincerata che chiamerà La Ciudadela, al sud della città di Tucumán.

E qui sarà la zona dove costruiremo il forte, mio generale.

Lì comincia a studiare il terreno per realizzare una nuova campagna militare in Alto Perù. Decide quindi di avanzare verso Santiago e di liberare il Cile; poi, avanzare fino a Lima, ed espellere i realisti del Perù, il centro di potere spagnolo più potente di tutta l’America.

Non ariveremo mai in Perù percorendo questo camino. Dobiamo cambiare la nostra prospetiva su questa guera. Ho un’idea.

Non male. Questi soldati sarano dei veri leoni, come i miei Granatieri.

Nella lettera del 22 aprile 1814, dice al suo amico

Nicolás Rodríguez Peña: “Non congratulatevi in anticipo, mio caro amico, per ciò che potrei fare in questa situazione... quella che la Patria affronterà in questo lato del Nord sarà una guerra per lo più difensiva... A tale scopo, saranno sufficienti i valorosi gauchos di Salta, con due buoni squadroni di veterani. Già vi avevo informato del mio segreto. Un piccolo esercito ben disciplinato a Mendoza, che arrivi in Cile e che metta un punto alla questione ostrogota... Unendo le nostre forze viaggeremo via mare per andare a prenderci Lima... State pur certo che fino a quando non saremo a Lima la guerra non finirà”.

Come parte del suo piano, chiede di diventare governatore di Cuyo. il governo, dalla sua, vuole San Martín lontano dalle questioni politiche di Buenos Aires.

Sia conceso a San Martín il governatorato che chiede.

Anni dopo, scriverà al riguardo: “Nella decade in cui esercitai la mia carriera pubblica, con diversi comandi e cariche, la politica che mi prefissai di perseguire rimase invariata in due soli punti, e più la fortuna e le circostanze che il calcolo strategico favorirono i miei intenti, in particolare nel primo, ovvero quello di non immischiarmi nei partiti che si alternarono al governo di Buenos Aires in quell’epoca, cosa che contribuì alla mia assenza dalla capitale per un periodo di nove anni.”

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San Martín accusa un “affaticamento al torace che lo debilita”. Passa dunque un periodo di riabilitazione nella tenuta di Las Ramadas, a Tucumán, e dopo a Saldán, a Córdoba. Rimane lì fino all’agosto del 1814, quando viene designato Governatore di Cuyo. Da quel momento, inizierà la sua gigantesca epopea libertaria.

Arrivato a Mendoza, San Martín viene informato sull’esito della battaglia di Rancagua, che vede il Cile cadere di nuovo nelle mani realiste. Poco dopo, il Cabildo di Mendoza gli offre una casa in cui alloggiare. San Martín apprezza l’offerta, ma la rifiuta, dato che preferisce convivere con i suoi soldati nell’accampamento. Questa e tante altre rinunce sono la dimostrazione della tempra di cui era fatto il nostro Padre della Patria.

Il Direttorio decide di formare una flotta di sei navi, e affida il comando a Guillermo Brown, marinaio irlandese di grande esperienza e con una profonda conoscenza del Río de la Plata.

Bene, signori, ogi 15 marzo è un gran giorno. L’isola Martín García è nostra. È ora di pensare a Montevideo.

Nel maggio del 1814, Brown consegue una vittoria schiacciante ai danni della flotta realista. Questo trionfo patriottico libera le Province Unite dai pericoli provenienti dal Río de la Plata. Il governo può quindi permettersi di concentrarsi sulla difesa del Nord, e si riunisce in un Congresso a Tucumán, nel 1816.

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San Martín riabilita Martín Miguel de Güemes, condannato al confino da Belgrano per cattiva condotta. A lui e ai suoi uomini, conosciuti come gli “infernali di Güemes”, affida la difesa del confine Nord. Con il grado di tenente colonnello, il caudillo di Salta viene nominato capo dell’avanzata sul fiume Pasaje e, dopo varie battaglie, anche comandante generale della prima linea dell’Esercito Ausiliare del Perù. Güemes ha dalla sua anche il comando dei guerriglieri gauchos, gruppi poco numerosi di valorosi, che attaccano alla velocità di un fulmine per poi scomparire in un attimo. Entrambi i gruppi si mettono agli ordini del caudillo . I n questo modo, riescono a tenere a bada il nemico diverse volte, impedendone l’invasione sul territorio patrio. Ciò permette a San Martín di occuparsi senza pensieri dell’organizzazione dell’Esercito delle Ande. Questa lotta rimarrà impressa nella storia col nome di “Guerra Gaucha”.

Morte ai
! E
E
iva
ti!
maturangos
viva Güemes!
v
la Patria, malede
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Questo volume è il risultato di un faticoso lavoro di compilazione, selezione e restauro delle immagini, che Alberto Breccia ha realizzato sul libertador José de San Martín. Spinto dall’interesse di divulgare queste bellissime tavole, l’autore Toni Torres ha scritto una biografa di quello che in Argentina è considerato il “padre della patria”. Questa biografa funge da sceneggiatura per uno straordinario collage di illustrazioni del maestro. Un volume fno ad oggi inedito in Italia, che racconta la vita di una importante fgura storica e riporta alla luce l’opera perduta di uno dei più grandi illustratori di sempre.

ISBN:978-88-36271-07-8

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