Il principe e il povero

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Il principe e il povero di Mark Twain

Adattamento a fumetti di Raoul “Roudolph” Traverso, Attilio Micheluzzi © eredi Raoul Traverso per questo adattamento © 1979 Attilio Micheluzzi / eredi Micheluzzi per questo adattamento © 2024 Solone srl per questa edizione Tutti i diritti riservati. Collana Attilio Micheluzzi, 16

Direttore editoriale: Nicola Pesce

Caporedattore: Stefano Romanini Ufcio stampa: Gloria Grieco

Illustrazioni di copertina: Attilio Micheluzzi Progetto grafco di copertina e impaginazione: Sebastiano Barcaroli Si ringrazia Agnese Micheluzzi per la gentile consulenza.

L’Editore ha provato a reperire gli aventi diritto per Raoul Traverso senza riuscirvi e si dichiara pienamente disponibile a regolare con essi i relativi e proporzionali diritti d’autore.

Il principe e il povero, adattamento a fumetti su testi di Raoul “Roudolph” Traverso del romanzo di Mark Twain, è stato pubblicato per la prima volta a episodi sul «Giornalino» n. 2 del 14 gennaio 1979 e n. 9 del 4 marzo 1979.

Stampato in Cina – gennaio 2025

Edizioni NPE è un marchio in esclusiva di Solone srl Via Aversana, 8 – 84025 Eboli (SA) edizioninpe.it facebook.com/edizioninpe instagram.com/edizioninpe youtube.com/@edizioninpe_ #edizioninpe

Il principe e il povero

Testi di Roudolph

Disegni di Attilio Micheluzzi

La “letteratura disegnata” di Attilio Micheluzzi

“Letteratura disegnata”. Era la defnizione di fumetto preferita da Hugo Pratt. L’espressione utilizzata dal creatore di Corto Maltese, fra l’altro omaggiato da Micheluzzi nella saga di Petra Chérie (che per certi versi ricorda molto il marinaio al femminile e agisce suppergiù nello stesso periodo storico), potrebbe sembrare un po’ riduttiva visto che il fumetto è in primis un medium a sé stante, non subordinato al romanzo.

Tuttavia, sono autentica “letteratura disegnata” gli adattamenti dei classici (antichi o moderni) della letteratura, adesso tornati in grande stile. Allo scorso Salone del Libro di Torino sono stati presentati, ad esempio, quello di La strada dell’americano Cormac McCarthy, premio Pulitzer nel 2007, con un padre e un fglio che attraversano le rovine di un mondo post apocalittico, a opera del francese Manu Larcenet (Coconino) e quello de Il deserto dei Tartari (1940) di Dino Buzzati, realizzato da Michele Medda (testi) e Pasquale Frisenda (disegni) per Sergio Bonelli Editore, con la vita del tenente Drogo nella lontana Fortezza Bastiani.

Se queste versioni a fumetti escono in eleganti volumi cartonati (come del resto quello che state leggendo) in passato venivano adattati soprattutto romanzi ottocenteschi, serializzati sulle riviste. Il principe e il povero viene pubblicato a puntate nel 1979 su «Il Giornalino» ed è in ordine cronologico il primo romanzo adattato a fumetti da Micheluzzi.

I testi sono del genovese Roudolph (Raoul Traverso), che opera un buon lavoro di sintesi sul romanzo di Mark Twain del 1881. Se il maestro istriano-napoletano dà probabilmente il meglio quando è autore unico (o completo che dir si voglia), a eccezione del formidabile sodalizio a fne anni Ottanta (poco prima della morte prematura nel 1990) con Tiziano Sclavi per lo speciale di «Dylan Dog» Gli orrori di Altroquando e per la trilogia di Roy Mann, è comunque apprezzabile

l’opera dello sceneggiatore, esperto nell’adattamento di classici della letteratura, che con successo sintetizza il romanzo in sessantaquattro tavole.

Sono presenti sì le classiche didascalie di fumetti dell’epoca, ma non sono pesanti né troppo esplicative e si fanno apprezzare maggiormente ora che troppo spesso il fumetto rinuncia alle proprie particolarità di medium per scimmiottare (non sempre in modo felice) il cinema e la tv, con, a volte, dialoghi innaturali al posto di didascalie, in certi casi senz’altro più efcaci.

Del resto, lo stesso Traverso pochi anni prima (fra il 1975 e il 1976), frmandosi stavolta come Sigma, aveva scritto i testi della celebre Trilogia shakespeariana di Gianni De Luca (La tempesta, Romeo e Giulietta, Amleto), uno dei vertici del fumetto italiano e anch’essa un esempio di “letteratura disegnata”, seppur si trattasse di opere teatrali.

La storia de Il principe e il povero è nota, meno probabilmente il contesto storico nel quale Twain l’ha collocata. Siamo nel Cinquecento, in Inghilterra. Lo stesso giorno nasce un figlio a Enrico viii , Edoardo, l’agognato maschio per il quale ha divorziato dalla prima moglie Caterina di Aragona per sposare Anna Bolena, causando così lo scisma della Chiesa Cattolica, e Tom, nella povera famiglia dei Canty.

Se Edoardo, l’erede designato al trono, il principe di Galles, è amatissimo dal crudele sovrano (l’unica sua debolezza sentimentale), Tom è malvoluto dal padre John e dalla nonna (solo la madre lo difende) e spesso picchiato. È una sorta di “pecora nera” della sua famiglia perché, pur se povero, non vuole darsi al furto e ha imparato a leggere e scrivere (e anche un po’ di latino) da un sacerdote, Padre Andrew. Il prete lo difende anche dalle violenze di John (il quale lo ucciderà, seppur involontariamente) e, facendogli leggere libri sui nobili, stimola nel ragazzo il desiderio di incontrare un vero principe. Quando Tom incontra Edoardo i due scoprono di assomigliarsi molto fsicamente, si trovano reciprocamente simpatici e si scambiano i ruoli, ma, al di là delle loro intenzioni, la situazione degenera. Edoardo viene portato via da John Canty, preso per suo fglio, e dei malfattori lo vogliono indurre a rubare, mentre Tom viene scambiato per l’autentico principe di Galles, seppure in parte privo di memoria (ricorda il latino, ma non il francese, ha dimenticato le buone maniere di corte). Inizia quindi per entrambi quello che nella sua opera del 1949 L’eroe dai mille volti lo studioso Joseph Campbell ha chiamato “il viaggio dell’eroe”. Per Campbell: “L’eroe abbandona il mondo normale per avventurarsi in un regno meraviglioso e soprannaturale; qui incontra forze favolose e riporta una decisiva vittoria; l’eroe fa ritorno dalla sua misteriosa avventura dotato del potere di difondere la felicità fra gli uomini».

Il “regno meraviglioso” di Edoardo è il ghetto abitato dai poveri, dove peraltro incontra un mentore, il cavaliere errante Sir Miles Hendon, che ha perso

la casa a causa delle macchinazioni del fratello. Non crede a Edoardo quando si proclama principe, ma gli è simpatico e lo asseconda. Generoso e pieno di coraggio è una sorta di “ultimo cavaliere” medioevale seppure spiantato, in un mondo ormai proiettato verso la modernità. Per Tom, invece, quel “nuovo regno” è la Corte, nella quale viene aiutato dal conte di Hertford. Enrico viii muore e Tom diventa re. Ma nel fnale Edoardo torna sovrano e nomina Miles conte di Kent. Dai loro viaggi sono tornati entrambi arricchiti ed Edoardo promette di essere un re giusto, migliore del padre.

Sebbene sia nato già come libro per ragazzi (ma i ragazzi del 1881 non erano quelli della fne del xx secolo di questo adattamento) Il principe e il povero vorrebbe essere una parabola sociale su come l’ambiente condizioni ciascun individuo, malgrado sia Tom che Edoardo, evangelicamente “puri di cuore”, cerchino in parte di ribellarsi all’ambiente nel quale sono cresciuti.

Certe scelte di sceneggiatura, specie in un settimanale di ispirazione cattolica come «Il Giornalino», potrebbero stupire come, ad esempio, non aver eliminato il personaggio del folle eremita (che ricorda un po’ il cieco, peraltro benevolo, che accoglie la creatura di Frankenstein nel capolavoro di Mary Shelley) che odia Enrico viii perché scismatico dalla Chiesa Cattolica e che quindi progetta di uccidere Edoardo quando questi gli dice di essere il fglio del re. O come non si sia sorvolato sulle condanne a morte di streghe e protestanti di altre confessioni (i battisti). Ma siamo nel post Concilio Vaticano ii (19621965), alcune scelte della Chiesa Cattolica del passato vengono criticate (utilizzando un’espressione di cultura pop, tanti cattolici vedono il Concilio come una sorta di reboot della Chiesa), se ne può parlare male senza temere di essere anti apologetici. È invece importante il dialogo con le altre confessioni cristiane e le altre religioni, quindi la visione fortemente critica dell’ateo Twain nell’adattamento è sì un po’ edulcorata, ma non cancellata. I disegni di Micheluzzi, sempre molto documentati, rafgurano con efcacia e in modo storicamente accurato sia l’eleganza della Corte dove il Rinascimento, nato decenni prima in Italia, sembra essere davvero arrivato (basti pensare al sontuoso banchetto di Corte di tavola 20) e al tempo stesso le cupe viuzze dei quartieri poveri di Londra, rimasti al Medio Evo più buio (tavola 16, ad esempio), siamo in un mondo di accattoni cenciosi, senza quella borghesia mercantile che sta emergendo soprattutto nelle Signorie del nostro Paese.

La storia si chiude con il giovane principe che guarda il lettore (“in camera” direbbero i cinef li) con in secondo piano Tom il povero e il cavaliere Miles e dice a se stesso e al lettore che “trovare amici sinceri è una delle più belle scoperte della vita”. Una frase che magari è stata scritta anche per il target («Il Giornalino» è una rivista per ragazzi, ma che in realtà è bella e molto valida in assoluto, a tutte le età).

Il principe e il povero, adattamento a fumetti su testi di Raoul “Roudolph” Traverso del romanzo di Mark Twain, è stato pubblicato per la prima volta a episodi sul «Giornalino» n. 2 del 14 gennaio 1979 e n. 9 del 4 marzo 1979.

Volumi di Attilio Micheluzzi già pubblicati in questa collana:

I grandi generali – isbn: 978-88-36272-65-5

I promessi sposi – isbn: 978-88-36272-56-3

Bab-el-Mandeb – isbn: 978-88-36272-21-1

Mermoz – isbn: 978-88-36271-81-8

L’uomo del Khyber – isbn: 978-88-36271-90-0

Air Mail – isbn: 978-88-36271-00-9

Rosso Stenton – Integrale– isbn: 978-88-94818-59-8

Petra Chérie – isbn: 978-88-36270-88-0

L’uomo del Tanganyka – isbn: 978-88-36270-75-0

Roy Mann – isbn: 978-88-36270-32-3

Afghanistan – isbn: 978-88-94818-46-8

Siberia – isbn: 978-88-94818-45-1

Pizarro in Perù – isbn: 978-88-94818-40-6

Titanic – isbn: 978-88-94818-22-2

Marcel Labrume – isbn: 978-88-94818-21-5

Volumi di Attilio Micheluzzi di prossima pubblicazione in questa collana:

Personaggi famosi

La casa editrice del fumetto d’autore

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