La locanda dei misteri

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la locanda dei misteri

ascari – Tisselli

Volume nato in collaborazione con Emil Banca Credito Cooperativo – S.C.

La locanda dei misteri di Maurizio Ascari e Sergio Tisselli © 2000 Maurizio Ascari – eredi Tisselli © 2022 Solone srl per questa edizione

Edizioni NPE Tutti i diritti riservati. Collana Sergio Tisselli, 8

Direttore Editoriale: Nicola Pesce Ordini o informazioni: info@edizioninpe.it

Caporedattore: Stefano Romanini Ufcio stampa: Gloria Grieco ufciostampa@edizioninpe.it Coordinamento Editoriale: Valeria Morelli

Scansioni tavole: Ruslan Viviano Correzione bozze: a cura della redazione

Stampato tramite Tespi srl nel mese di dicembre 2022 Edizioni NPE

è un marchio in esclusiva di Solone srl Via Aversana, 8 – 84025 Eboli (SA) edizioninpe.it facebook.com/EdizioniNPE twitter.com/EdizioniNPE instagram.com/EdizioniNPE #edizioninpe

La locanda dei misteri

Testi di Maurizio Ascari Disegni di Sergio Tisselli

Prefazione alla nuova edizione

La Locanda dei misteri è una storia gotica, spaurente, voluta dal Gruppo di Studi Savena Setta Sambro per commemorare il volto oscuro del passato appen ninico, riportandoci al lontano Settecento, quando percorrere la strada che unisce Bologna a Firenze – la Statale 65, nota come La Futa ai tanti motociclisti che la scelgono per “fare le pieghe” – era un’avventura greve di pericoli. Primo fra tutti quello dei briganti, cui si sommavano le forti nevicate, gli inganni degli osti, la ruvidezza della gente. Il tutto in cupa armonia con un paesaggio che la super stizione consegnava con disinvoltura al demonio, facendo dei cosiddetti “fuochi di Pietramala” – nome di per sé evocativo – la porta dell’inferno.

Questo patrimonio di storie, in gran parte dimenticate dalle genti d’Appennino di fne Novecento, ci parve of rire lo sfondo ideale per quello che oggi chiame remmo un graphic novel, ma che all’epoca consideravamo una storia a fumetti. A mettermi in contatto con Sergio Tisselli fu Daniele Ravaglia – allora come ora Direttore di Savena Setta Sambro. Proprio Daniele ha ispirato a Sergio la fsionomia del vetturino che accompagna il protagonista nel libro che state per leggere. Né Daniele fu il solo conoscente a fornire materiale umano a Sergio, che amava prendere in prestito volti del presente per dare vita al passato.

La Locanda dei misteri nacque così, con la levità che caratterizzava Sergio. Degli incontri e delle cene preparate da mia moglie Franca quando ci trovavamo per lavorare al libro mi resta il ricordo dei dolci meravigliosi che lui portava (confezionati dalla sua mamma, abilissima pasticciera), il suo sorriso, la sua capacità di divertirsi senza mai perdere la concentrazione. Non avevo mai collaborato a una storia illustrata, ed era lui a spiegarmi la logica di queste narrazioni, a suggerirmi le occasioni giuste. In questo modo imparavo ad

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aiutarlo, immaginando insieme a lui le situazioni che avrebbe poi fermato sul la carta con la felicità e l’arguzia del suo tratto e dei suoi colori. Tutto qui.

Vedere La Locanda dei misteri ripubblicata insieme alle altre opere di Sergio in questa bellissima collana dalle Edizioni NPE mi commuove.

Quando Sergio se ne è andato ho provato il rimpianto di non avere passato più tempo con lui. Ritrovarlo oggi in queste pagine è un regalo. Per me e per i tanti altri lettori che nei suoi testi riconoscono il segno dell’artista.

24 luglio 2022

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Premessa

Forse non tutti i lettori e le lettrici sono a conoscenza d’un recente ritrova mento che ha fatto molto parlare in Gran Bretagna e nel mondo delle lettere: un romanzo mai pubblicato di Mary Shelley – l’autrice di Frankenstein – che si credeva perduto e che è riemerso in manoscritto nel 1998 a San Marcello Pistoiese, in casa dei signori Dazzi, da un fascio di vecchie carte cui per decenni nessuno aveva dato uno sguardo.

Se questo evento sembra condurci nel mondo del romance, come gli inglesi chiamano il romanzo nella sua componente fabesca, immaginifca, e in ultimo menzognera, cose analoghe accadono nella realtà più spesso di quanto si creda. Da anni mi occupo di viaggiatori inglesi in Italia, come ben sanno alcuni amici d’oltremanica, e a loro devo la sorpresa d’un manoscritto – a lungo dimenticato nell’archivio di famiglia d’un loro conoscente – di cui qualche tempo fa mi è giunta fotocopia, e che ho trascritto dall’idioma del Settecento, per poi tradurlo.

Il testo ha incontrato l’interesse di varie persone, tra cui un artista del co lore e della forma – Sergio Tisselli – e a lui devo l’idea di presentarlo in questa veste, restituendo alla parola di Mr. Dodsworth (così si chiama l’estensore della lunga lettera, diretta a un antenato dell’attuale possessore) il soffio di

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vita che appena spirava da quei caratteri vergati a mano, così sbiaditi da risul tare talvolta illeggibili.

Una precisazione è necessaria: nel confrontarci col diario di Dodsworth, non abbiamo potuto fare a meno di rilevare la presenza di una simbologia che a poco a poco abbiamo ricondotto ai rituali della Massoneria speculativa e dei Rosa-Croce, grazie all’aiuto di un amico ben più competente di noi in materia, e di volumi presi a prestito in biblioteca.

Sergio Tisselli concorda con me nell’evitare di appesantire il testo con note erudite; ma è opportuno osservare sin d’ora che la sigla G.A.d.U. sta per Grande Architetto dell’Universo, come i massoni defniscono l’entità suprema.

Ci perdonino dunque i lettori se allusioni alla mitologia o ai rituali massonici, potranno sembrare oscure. Non per questo la vicenda perderà il suo fascino – almeno lo speriamo.

Mr. Dodsworth era dunque un possidente inglese, aderente a una delle tante logge massoniche proliferate in quell’epoca, così numerose che già nel 1723 dalla Gran Loggia di Londra ne dipendevano ben 129.

Da alcune indicazioni contenute nella lettera, si deduce che all’epoca del viaggio Horace Dodsworth viveva a Pisa da almeno due anni.

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Un ultimo appunto circa la Signora Adele Patriarchi, che il Dizionario biografco dei Toscani celebri di Bartolomeo Arcadelli (Livorno, senza editore, 1785) presenta come una cantante lirica, moglie di Ovidio Patriarchi – impresario teatrale morto per una febbre malarica nel 1782. Di lei altro non sappiamo.

Bologna, giugno 2000

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e ora state a vedere…

proprio in casa di uno di loro assistetti a un interessante esperimento intorno alla “spongia lucis” o “lapis Lucifer”, com’è detta la pietra di Bologna, prodigio della natura.

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signore…

buio c’è in questa stanza.

desiderate, signore.

desiderate,
che
apri quell’armadio e vi troverai il candeliere. come
perdonate una peccatrice! 12

è

non aver paura, gisella, è solo uno scherzo per tenerci allegri, bevi alla nostra salute questo vino di cipro.

basta calcinare la pietra in questo forno. esporla alla luce.

e poi…

anche voi, amici miei, toccatelo pure, non vi brucerete!

il miracolo della spongia lucis, la pietra di bologna!

uno
dei pezzi di phosphorus
che
abbiamo raccolto sul monte paderno.
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passai così allegramente quei giorni facendo visita al divino farinello, un tempo celebre in tutta londra per il suo canto, e che ora, esule dalla corte di spagna, trascorreva a bologna i suoi giorni…

visitando l’istituto delle scienze per cui bologna è celebre in tutto il mondo civile…

e, poiché era carnevale, ascoltando la radianti al gran teatro comunitativo di cui bologna va fera…

né mi mancavano più intimi piaceri che la signora patriarchi, esperta nell’arte dell’amore non meno che in quella del canto, largiva con soave generosità di cui solo una donna innamorata è capace.

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è quell’uomo che mi turba! già al pedaggio ci osservava con insistenza e ora è qui… ho sentito che quassù è pieno di spie che seguono gli stranieri come eretici, e sono in ansia per i vostri libri.

Non datevi pena per i libri: essi sono ben celati nel doppio fondo del mio baule…

vi vedo cupa, e il nostro viaggio in queste dure terre è appena iniziato.

oh! non è questo.

quanto a quell’uomo, l’ho notato! statene certa, lo terrò d’occhio!

giunti al fume savena pagammo l’immancabile pedaggio… e passammo più volte a guado il fume, che in quella stagione buttava abbondante acqua. facemmo sosta alla locanda di posta di pianoro.
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il sole cominciava a

neve che aveva ripreso a cadere si fece

malpasso la carrozza

la signora patriarchi aveva perso i sensi e io avevo il bacino schiacciato da un’asta del veicolo…

prendete i soldi e i gioielli, ma fateci salva la vita!

aiutatemi a caricare la signora sul mio cavallo, il postiglione legherà i bagagli al cavallo superstite e voi ci seguirete a piedi.

il paese è vicino!

già
declinare quando la
tempesta… presso un luogo detto
si rovesciò!
quando…
calmatevi! siete integri!
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giungemmo così alla locanda della corona.

povera signora, che vi è accaduto? sedete accanto al fuoco, vi porterò una coperta, una buona minestra calda e ordinerò di accendere il camino.

quell’uomo non ha voluto nessuna ricompensa, dopo averci deposto qua davanti è sparito, non capisco!

non ci pensate, a volte gli angeli assumono strane spoglie.

ne sono spariti altri due.

maledizione!!!
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per me son fandonie!

son spariti col vetturino e la sedia su cui viaggiavano. non è rimasto nulla!

roba da donnette!

gli spiriti esistono eccome! lo san tutti che escono dai fuochi, i fuochi son la bocca dell’inferno!

mio cugino ha sentito gli spiriti dei morti lamentarsi.

ha ragione!

i fuochi del vulcano sono come i fuochi del camposanto. vuol dire che là sotto ci sono i morti, le anime dannate, che escono di lì per vagare tra le montagne, perché sennò quel posto si chiama pietra mala e non ci cresce niente?

mia sorella, che è al servizio del prete di madonna dei boschi, lo ha sentito che parlava di un esorcista, chiamato da lontano per benedire quella terra maledetta, ma non è servito. il diavolo ci è di casa, ve lo dico io.

per me son tutte gran balle, da raccontare ai bambini.

temo di non sentirmi bene.

un bicchiere di rosolio, presto!

venite… la stanza sarà ormai calda!

un vulcano maledetto. dei viaggiatori scomparsi, mah!

diobono!
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chiesi all’ostessa e agli stallieri di aiutarmi a trovare una carrozza per frenze, ma senza risultato…

ero bloccato, ma mentre mi apprestavo a pranzare con la signora patriarchi, vidi entrare nella locanda il mio servo, giovanni…

il carro che seguiva coi bagagli ci aveva raggiunti dopo una notte trascorsa a sabbione.

si imponeva una sosta per la notte.

ripartimmo così su quel mezzo di fortuna, ma giunti presso scaricalasino, così detto per la grande salita che impone di scaricare i muli, per il peso dei bauli dovemmo attaccare una coppia di buoi.

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scendemmo così alla locanda dell’angelo, dove appresi che la gran neve rendeva il monte radicoso impraticabile.

Visitai dunque, con la signora patriarchi, il convento di san michele in alpes, il cui ostello per alloggiare i pellegrini è il migliore della montagna.

la sera, nella locanda, dopo che la signora si fu ritirata, chiesi notizie del vulcano…

dio ci liberi dalla folgore!

non ci sono mai andato.

meditai che quello era certo il luogo ideale per un mistero…

ma la gente sembrò non amare l’argomento.

e la curiosità crebbe.

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il mattino seguente giunse notizia che sul monte radicoso era al lavoro una squadra di spalatori, e con l’aiuto del sole, entro un giorno il passo sarebbe stato riaperto.

per sovrappiù di fortuna, feci conoscenza con un vetturino che faceva ritorno a frenze, ma avendo fretta di ripartire non trovava passeggeri. accettò dunque di buon grado di condurci.

rileggevo, per passare il tempo, la mia guida di viaggio.

arrivammo alla dogana che separa gli stati del papa da quelli del granduca. altolà!

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Volumi di Sergio Tisselli già pubblicati in questa collana: Sul sentiero del tramonto – isbn: 978 88 94818 63 5

Guerre di frontiera – isbn: 978 88 94818 82 6 Marchiato dal diavolo isbn: 978 88 36270 11 8 Tra Bologna, l’Appennino e il West – isbn: 978 88 36270 36 1 Kim – isbn: 978 88 36270 61 3

Tex – Sfda alla vecchia missione – isbn: 978 88 36270 74 3 La costellazione del cane – isbn: 978 88 36270 90 3

Volumi di Sergio Tisselli di prossima pubblicazione in questa collana: Occhio di Lupo Le avventure di Giuseppe Pignata Foreste di Morte

e tanti altri…

La casa editrice del fumetto d’autore edizioninpe.it

«Le anime dannate escono di lì per vagare tra le montagne».

Passo della Futa, inizi del Settecento. Il valico dell’appennino tosco-emiliano è colmo di pericoli: briganti, osti malevoli e una oscura località... Pietramala. Per via dei misteriosi fuochi che emergono dai suoi terreni, è defnita “la bocca dell’inferno”. Molti viandanti spariscono quando vi si avvicinano e le leggende cominciano a foccare, come le tempeste di

neve che si abbattono su di essa. Passa di lì anche Mr. Dodsworth, possidente inglese diretto a Firenze. Tra inganni e ostacoli, diventerà protagonista di numerose avventure, che lo condurranno, infne, a una sorprendente scoperta. Una storia ispirata a un antico manoscritto ritrovato dal ricercatore Maurizio Ascari, tradotta in immagini da Sergio Tisselli.

Sergio Tisselli (Bologna, 1957-2020), esordisce con l’Editrice Rizzoli e Magnus ne riconosce subito le doti e le potenzialità, scrivendo per lui prima Le Avventure di Giuseppe Pignata e poi l’inedito L’Uomo della Schioppa d’Argento.

La visione delle tavole, delle illustrazioni e dei colori di Sergio Tisselli non può che lasciare chiunque senza parole di fronte alla perfezione del tratto, che cede il passo soltanto alla poeticità del colore. I suoi fumetti sono paesaggi in cui la nostra anima vorrebbe perdersi, e dopo averli letti è un peccato tornare al mondo reale.

edizioninpe.it euro 16,90 ISBN: 978-88-36271-01-6
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