Krull

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di Sergio Toppi © 2016, Mosquito – Eredi Toppi © 2022, Solone srl Tutti i diritti riservati. Collana Sergio Toppi, 14 Direttore editoriale: Nicola Pesce Ordini o informazioni: info@edizioninpe.it Caporedattore: Stefano Romanini Ufficio stampa: Gloria Grieco ufficiostampa@edizioninpe.it Coordinamento editoriale: Valeria Morelli Trascrizione testi e correzione bozze: Roberto Flauto Si ringraziano Erasmo Frascaroli e Claudio Ferracci della Biblioteca delle Nuvole per la gentile consulenza.

Stampato tramite Tespi srl – Eboli (SA) nel mese di novembre 2022 Puppenhellerstrasse 89 fu pubblicato per la prima volta sul numero 105 della rivista «Alterlinus» («AlterAlter» anno ix n. 9) del settembre 1982. Funghi fu pubblicato per la prima volta sul numero 120 della rivista «Alterlinus» («AlterAlter» anno X n. 12) del dicembre 1983. Krull fu pubblicato per la prima volta sul numero 122 della rivista «Alterlinus» («AlterAlter» anno XI n. 2) del febbraio 1984. Hortuge fu pubblicato per la prima volta sul numero 11 Seconda Serie della rivista «Glamour International Magazine» del marzo 1988. Il re e il corvo fu pubblicato per la prima volta nel volume Il Delta di Gulliver (con il titolo La quercia del re) di Roberto Roda, che accompagnava la mostra-laboratorio per il delta del Po (Mesola, Castello Estense, dal 31 marzo al 20 ottobre 1996). Edizioni NPE è un marchio in esclusiva di Solone srl Via Aversana, 8 – 84025 Eboli (SA) edizioninpe.it facebook.com/EdizioniNPE twitter.com/EdizioniNPE instagram.com/EdizioniNPE #edizioninpe


Krull di Sergio Toppi



Della Sostanza e della Forma di Claudio Ferracci Direttore della Biblioteca delle Nuvole di Perugia

Se applicata alla narrativa, la dicotomia tra la sostanza (che cosa ti sto raccontando) e la forma (come te lo sto raccontando) viene dibattuta da semiologi, filologi, antropologi e sociologi. In maniera più semplice per quanto riguarda il linguaggio del fumetto si dà quasi sempre come assunto che la sostanza sia la storia (il soggetto) e che la forma siano la sceneggiatura e il disegno. Tra le frasi ricorrenti nelle recensioni di storie a fumetti si trovano spesso “disegni funzionali alla narrazione”, “artista al servizio del lettore”, a ribadire che è la storia il motivo per cui io leggo, e sceneggiatura e disegno sono strumentali alla lettura, pur determinandone la qualità. Ma se la misteriosa alchimia del fumetto, che consente di modulare in infinite sfumature il rapporto tra parola scritta e disegno, mettesse in discussione questo postulato? Se un artista del calibro di Sergio Toppi decidesse di invertire questa consuetudine, e scrivesse delle storie finalizzate a giustificare delle creazioni grafiche, sovvertendo la consolidata gerarchia tra la parola scritta e l’immagine disegnata? L’unica legge di questo linguaggio è che parola e disegno non siano ridondanti, tutto il resto è lecito. Potremmo dire, per fare un esempio letterario azzardato, che quando è la storia a prevalere abbiamo della “prosa”, mentre quando è il disegno che comanda abbiamo della “poesia”? Un po’ estrema come ogni tentata classificazione, ma nel caso di Sergio Toppi parlare di “poesia” non è fuori luogo. Che cos’hanno in comune uno gnomo dei boschi, un re misteriosamente trasformato in pietra, una strega capace di trasformare esseri viventi in statue di legno, un orco che rapisce bambini di notte ma preferirebbe un minestrone, una bambola di porcellana costretta dal suo creatore ad atti innominabili? Hanno il sapore del racconto popolare, della leggenda tramandata di padre in figlio, della favola raccontata intorno al fuoco d’inverno, magari a bassa voce che le streghe non ti sentano.

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A volte sembrano venire da tempi lontani, salvo poi essere come legate alla storia del fumetto, con una “caduta” finale che sovverte, capovolge ciò che il lettore si aspetterebbe, come nella migliore tradizione dei fumetti americani della EC Comics degli anni Cinquanta.

Di gnomi e funghi Gli gnomi sono figure del folklore nordeuropeo, detti anche “piccolo popolo”. Sono per lo più rappresentati come uomini di piccole dimensioni, barbuti e abitanti dei boschi con la natura dei quali vivono in simbiosi. Chiamati Kabouter in Olanda, Leprechauns in Irlanda, Tomse o Nisse in Scandinavia, Hobs in Inghilterra, Brownies in Scozia, Klaubater o Kobold in Germania, appaiono spesso nella tradizionale letteratura fiabesca germanica, come nel caso dei racconti dei fratelli Grimm. All’iconografia degli gnomi rappresentati nelle bellissime incisioni di Hermann Vogel (1854-1921) sembra essersi ispirato Walt Disney per i nani di Biancaneve. Più recentemente l’illustratore olandese Rien Poortvliet (1932-1995) ha riscosso un successo internazionale con i suoi libri illustrati sugli gnomi, che con un taglio divulgativo-scientifico ce ne descrivono caratteristiche e usanze, come se esistessero davvero. Anche il fumettista belga Peyo (Pierre Culliford, 1928-1992) ha contribuito a suo modo a costruirne l’immagine popolare creando nel 1958 i Puffi (les Schtroumpfs). Che gli gnomi abbiano un rapporto privilegiato con i funghi (i Puffi addirittura li abitano) è quasi scontato, visto il forte rapporto con la natura e il boUno dei volumi di Rien Poortvliet sul mondo degli gnomi. sco in particolare, e del bosco non si può negare che i funghi sono l’elemento più misterioso (buonissimi, tossici, allucinogeni, a volte letali). Nella storia Funghi il protagonista è appunto uno gnomo, tutt’altro che simpatico, stanco di vivere seduto sopra un fungo.

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Di streghe bellissime L’immagine della strega che abbiamo in mente, reminiscenza delle favole che ci spaventavano da bambini, è quella di una vecchia repellente. Eppure persino la maga Circe di omerica memoria era una donna bellissima. E bellissima era certo Kim Novak, che nel film Una strega in paradiso (Bell, Book and Candle, 1958, di Richard Quine) usa le sue arti per far innamorare James Stewart. Nei fumetti la più famosa protagonista strega è senz’altro Sabrina the Teenage Witch, una serie pubblicata negli USA da Archie Comics. Sono le avventure di un’adolescente con poteri magici, create dallo scrittore George Gladir e dall’artista Dan DeCarlo e apparse per la prima volta in «Archie’s Madhouse» n.22 (ottobre 1962). Negli anni Novanta gli fu dedicata anche una serie televisiva di successo. Quindi le streghe brutte vanno bene per i bambini, ma i maschi adulti possono immaginare qualcosa di magico negli occhi e nelle sinuose forme di una bella donna, e rimanerne “stregati” come il malcapitato cacciatore della storia di Hortuge.

In alto da sinistra: Illustrazione di Hermann Vogel per Biancaneve – La maga Circe nella sua versione nei fumetti di supereroi, disegno di Chris Sprouse – Locandina del film Una strega in paradiso.

Di re tristi e corvi generosi La mitologia e il folklore riportano spesso di esseri viventi tramutati in pietra. Medusa è un mostro della mitologia greca il cui sguardo trasforma in pietra gli uomini. Molte leggende medioevali hanno per protagonisti menhir o altri monumenti di pietra che secondo le credenze popolari erano prima degli uomini, puniti in questo modo per qualche ragione. Le Merry Maidens sono un cerchio di pietre risalenti al neolitico situato a tre chilometri a sud del

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villaggio di St. Buryan, nella contea della Cornovaglia; secondo i miti locali sarebbero diciannove giovani donne trasformate in pietra come punizione per aver ballato di domenica. Il Re di pietra è invece per gli abitanti del Piemonte il massiccio di roccia del Monviso. Il re della storia Il re e il corvo non è dato sapere se e quando è stato trasformato, ma il suo stato desterà la compassione di un corvo. Uccello fortemente simbolico, soprattutto nelle culture del Nord Europa e Nord America, il corvo è spesso associato a cattivi presagi, come tutti gli animali neri. Al corvo in particolare viene attribuita intelligenza e addirittura saggezza: fa eccezione la nota favola di Esopo (620 a.C. circa – 564 a.C.) poi ripresa da Fedro e da Jean de la Fontaine, nella quale il corvo si fa buggerare dalla volpe. Inquietante ed enigmatica ricordiamo la figura del corvo nella poesia omonima di Edgar Allan Poe (1845), così come inquietante e memorabile è senza dubbio la scena con i corvi appollaiati fuori dalla scuola, nel film Gli uccelli di Alfred Hitchcock (1963). Tippi Hedren in un fotogramma del film Gli uccelli di Alfred Hitchcock.

Illustrazione di Gustave Doré per la poesia Il corvo di Edgar Allan Poe.

Illustrazione di Peter Newell per la favola La volpe e il corvo, da Esopo, 1898.

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Di orchi, orchesse e diete alimentari A dispetto della simpatia di Shrek, famoso personaggio dei cartoni animati, la figura dell’orco resta lo spauracchio dei bambini. L’orco per antonomasia è comunque sempre quello di Pollicino (Le Petit Poucet), celebre fiaba di Charles Perrault (1628-1703) originariamente pubblicata nei Racconti di Mamma Oca nel 1697. Carlo Collodi tradusse la fiaba in italiano con il titolo Puccettino. Ma gli orchi ricorrono in molte fiabe e narrazioni fantasy, e il termine viene usato sovente per indicare adulti che fanno del male a dei bambini, come nel caso del romanzo Il paradiso degli orchi di Daniel Pennac (1985). Nei fumetti italiani l’orco più, a suo modo, simpatico è Barbarigo, uno dei tanti personaggi secondari ma splendidamente caratterizzati nella saga de La Compagnia della Forca di Magnus e Romanini (edizioni Geis, aprile 1977). Nella storia dell’orco Krull che dà il titolo a questo volume si affronta invece il delicato tema della dieta monotona e ripetitiva.

In alto: Orco Barbarigo, da La Compagnia della Forca di Magnus-Romanini. In basso: Orco di Pollicino, in una illustrazione di Gustave Doré.

Di bambole e dei loro padroni La bambola assassina (Child’s Play) è un film horror del regista Tom Holland, uscito negli USA nel 1988 e di notevole successo, al punto che è considerato un cult dagli appassionati e ha generato sei sequel, merchandising, fumetti, un film reboot uscito nel giugno 2019 e una serie televisiva che è iniziata nell’ottobre 2021. Riprende una tematica ricorrente della fantasia popolare e della letteratura di genere, quella dell’essere artificiale, dell’automa che prende vita, di volta in volta per le sperimentazioni Copertina di La poupee parlant di Francois Janet.

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scientifiche del dottor Frankenstein o per riempire la solitudine di papà Geppetto. Secondo alcuni fu lo scrittore francese Francois Janet a ispirare la favola di Pinocchio, avendo pubblicato nel 1862, a proprie spese e per il proprio diletto, il volume La poupee parlant, la cui protagonista è proprio una bambola parlante e dotata di raziocinio. La somiglianza tra le opere è però limitata alla copertina, nella quale si vede il costruttore della bambola davanti alla sua creatura e che ricorda molto l’iconografia della nascita del burattino italiano. Non si può non provare empatia per la bambola del racconto Puppenhellerstrasse 89, schiava di un essere abietto, che vuol tornare ad essere un giocattolo.

Di motivi ricorrenti e temi cari Salta agli occhi l’amore di Sergio Toppi per la narrazione popolare, per i suoi archetipi e simboli. In particolare ricorrente è il tema della metamorfosi: lo gnomo chiede di essere qualcos’altro, e si rivolge ad un maestro delle trasformazioni fiabesche, il rospo; la maga/ strega ha il potere di trasformare in statuette di legno animali e persone e ne fa un business; non sappiamo chi o cosa ha mutato in pietra un grande re, sovrano di sterminati territori; una moglie megera ha trasformato un povero orco che sarebbe vegetariano in un rapitore di bambini a scopo alimentare; un bieco individuo trasforma un’innocua bambola in un inquietante strumento di morte. Altro motivo che torna spesso nelle narrazioni dell’autore è quello del tempo, l’elemento più misterioso e affascinante della nostra esistenza. D’altro canto, che cos’è uno sceneggiatore di fumetti se non un cesellatore del tempo, che modula e adatta per guidarci nel ritmo narrativo? Che sia uno gnomo costretto a vivere per sempre sopra un fungo, che sia un re di pietra destinato per sempre a non rivedere i suoi possedimenti conquistati, che sia il cacciatore trasformato in statuetta di legno ad aspettare per sempre il ritorno della bella Hortuge, sono tutti personaggi ossessionati dall’idea del tempo senza fine.

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Del disegnare animali e culture Sergio Toppi, maestro riconosciuto del fumetto, si forma in particolare su testate per ragazzi quali il «Corriere dei Piccoli», il «Corriere dei Ragazzi» e il «Giornalino», pubblicazioni laiche e cattoliche che si contendono alla metà degli anni Settanta il “grande artigiano”, capace anche nell’illustrazione di tipo enciclopedico. Sue immagini arricchiscono considerevolmente le schede didattiche di tipo storico o scientifico, che alcune riviste pubblicano come inserti. Ne risentirà la sua produzione successiva, quella di autore completo e innovativo, come si può evincere facilmente dalla passione e dalla potenza con cui realizza, nella sua narrazione, immagini dei più svariati animali ed elementi, costumi, oggetti, simbologie delle più diverse etnie culturali. Impreziosite dal segno cesellato di Toppi, possiamo viaggiare con queste immagini in un mondo reale, preciso e perfettamente documentato, nel quale aleggia sempre, grazie all’eleganza della composizione, un odore di magia.

Note per il collezionista Puppenhellerstrasse 89 fu pubblicato per la prima volta sul numero 105 della rivista «Alterlinus» («AlterAlter» anno ix n. 9) del settembre 1982. Funghi fu pubblicato per la prima volta sul numero 120 della rivista «Alterlinus» («AlterAlter» anno X n. 12) del dicembre 1983. Krull fu pubblicato per la prima volta sul numero 122 della rivista «Alterlinus» («AlterAlter» anno XI n. 2) del febbraio 1984. Hortuge fu pubblicato per la prima volta sul numero 11 Seconda Serie della rivista «Glamour International Magazine» del marzo 1988. Il re e il corvo fu pubblicato per la prima volta nel volume Il Delta di Gulliver (con il titolo La quercia del re) di Roberto Roda, che accompagnava la mostra-laboratorio per il delta del Po (Mesola, Castello Estense, dal 31 marzo al 20 ottobre 1996). 11



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Puppenherstellerstrasse 89


Pubblicato per la prima volta su «Alterlinus» n.105 («AlterAlter» anno ix, n. 9), settembre 1982


sbrigati! metti del cibo in una sacca!

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tu devi fare solo una cosa: obbedirmi sempre, obbedirmi e basta!

ti comporti come se fossi una pupattola qualsiasi, testa di porcellana e anima di stoppa. ho speso gli anni migliori della vita per renderti come sei…

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…e adesso che comincio a rifarmi di tanti sacrifici mi salti fuori con questi discorsi…

vedi di non metterti in testa idee sbagliate e pensa solo a quello che dovrai fare… ecco, la madama sta arrivando…

signora baronessa, non speravo in cotanta bontà da parte sua: benvenuta nel mio umile alloggio…

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veniamo al dunque, brav’uomo, non siete il solo bisognoso d’aiuto. ho avuto la vostra lettera e sono venuta di persona solo per riguardo all’infermità che vi relega quassù. allora di che si tratta?

ero sicuro che una gran signora sola, ricca e di gran cuore come voi avrebbe raccolto il mio appello. non voglio affliggervi con il racconto di quello che la vita ha fatto della mia misera persona: lo vedete con i vostri occhi. di tutto ciò che avevo non mi è rimasto che un oggetto carico di ricordi… perdonate le mie lacrime… reliquia di tempi passati e di felicità remote. la più dura necessità mi impone di separarmene, offrendolo a voi e confidando nella vostra ben nota generosità.

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eccolo, signora… una bambola, tutto quanto è rimasto della mia fortuna e della mia famiglia…

non mi sembra molto… ma poiché ho deciso di aiutarvi la prenderò, vi farò avere venti pfenning. ora devo andare.

grazie, signora baronessa, e ossequi umilissimi… ecco la samaritana che se ne va…. venti pfenning… vecchia gallina spilorcia…

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tre giorni dopo.

la notte muore in puppenherstellerstrasse…

finalmente!… ce ne hai messo di tempo… dove ti eri cacciata?

non mi avevi detto che il palazzo della signora era così lontano. io ho le gambe corte, lo sai, e non posso correre, e poi devo muovermi solo quando è buio e le strade sono deserte e nessuno mi può vedere. sono molto stanca e il sacchetto è molto pesante.

bene, bene… brava la mia bambolina… gioielli stupendi, se ne possono ricavare quattro, cinquemila marchi… hai scelto molto bene…

avanti, stupida, cosa aspetti a darmelo… sbrigati, fammi vedere!…

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hai fatto tutto come ti ho detto?

sì. ho aspettato che la signora dormisse, poi sono uscita dal ripostiglio dove mi aveva buttata e l’ho uccisa con lo spillone del cappello. ho gettato via lo spillone, così la polizia non lo troverà. i servi dormivano al piano di sotto e nessuno si è accorto che prendevo i gioielli e andavo via…

…ma questa è l’ultima volta che faccio così. sono stanca di ammazzare le vecchie signore e di prendere i loro gioielli. voglio essere una bambola come le altre, piena di stoppa e con una bambina che mi tratti bene, che mi chiami schatzele o mitzi, e mi metta a dormire tutte le sere in un bel lettino di pizzo e mi canti la ninna nanna…

taci, cretina, ti ho già detto che non tollero questi discorsi: bada a te, ho i mezzi per toglierti i grilli dalla testa…

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…e adesso stattene zitta e lasciami dormire, sono tre notti che non chiudo occhio per colpa tua…

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«La pioggia ha scavato rughe di malinconia sul suo volto.»

Uno gnomo stanco di vivere su un fungo, una strega che trasforma gli esseri viventi in statue di legno, un re che viene misteriosamente tramutato in pietra, un orco che non è non più così contento di mangiare bambini e una bambola di porcellana costretta a compiere atti cruenti.

Tra leggenda e folklore, cinque figure fortemente simboliche si aggirano tra le storie magistralmente scritte e illustrate da Sergio Toppi. Narrazioni che hanno il sapore di racconti popolari, in cui l’elemento magico si fonde con quello gotico, e a tratti sarcastico, sfociando in sorprendenti finali taglienti.

Sergio Toppi (Milano 1932 – 2012), è stato un illustratore ed un fumettista italiano. Oggi è considerato uno dei più grandi autori mai esistiti. “Dalle sue tavole così incise e così bulinate, dalla ricchezza traboccante delle sue storie misteriose e tragiche ci viene costantemente il conforto che può esistere un uomo così responsabile, così pronto a rispettare il suo impegno. Come una religione. Il suo lavoro tende alla perfezione, per semplice senso del dovere”.

edizioninpe.it ISBN: 978-88-36270-93-4

euro 16,90


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