La Freccia - novembre 2023

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ANNO XV | NUMERO 11 | NOVEMBRE 2023 | www.fsitaliane.it | ISSN 2785-4175

PER CHI AMA VIAGGIARE

INTERVISTE Bennato Brachetti e Del Bufalo Prandini Tedua Venerus TRAVEL Foliage e tartufi

EDOARDO LEO

AUTUNNO CON VOI

ARTE E PHOTO Galassia Calvino Kapoor Nelson Newton




EDITORIALE

RACCONTI D’AUTUNNO C

ento anni fa nasceva Italo Calvino. La Freccia di novembre vi invita a visitare due mostre a lui dedicate, a Genova e a Roma. Abbiamo un debito con Calvino, perché molto spesso in que-

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sti editoriali che aprono la rivista ho saccheggiato le sue opere per lanciare spunti di riflessioni sull’attualità. In particolare, le sue Lezioni americane, pubblicate postume, con le quali egli, letterato e intellettuale del XX secolo,

puntava dritto ai giorni nostri, titolandole Six memos for the next millennium (Sei proposte per il prossimo millennio). Perché fantasia e realtà, tradizione e innovazione, umanesimo e tecnologia, ossia gli elementi che s’in-


il valore delle piccole cose, che tanto piccole poi non sono. Ora che abbiamo (molti hanno) tanto di più. Più di quella stufetta che riscaldava il loro modesto appartamento alla fine degli anni ‘50 ma che irraggia il suo calore fino ai giorni nostri, all’autunno di questo 2023. Un autunno raccontato qui, dai nostri inviati, nelle prossime pagine, ricche dei superbi colori del foliage, dei penetranti profumi di tartufo e di appuntamenti culturali e artistici da non perdere. Come sempre La Freccia vi suggerisce itinerari suggestivi e fuori dai più ordinari tour: dal Salento che balla al ritmo di tradizionali tamburelli in onore di San Rocco fino al borgo di Monteverde, in provincia di Avellino, dai siti archeologici inclusivi e accessibili alle persone con disabilità fino ai percorsi di trekking tra le col-

line novaresi o in viaggio tra i terrazzamenti, le abitazioni rurali e le terme millenarie della Valtellina. Ma questi sono soltanto piccoli assaggi del viaggio che vi aspetta nelle prossime pagine, dove incontrerete compagni di percorso mai banali che vi racconteranno altri viaggi, la loro vita, le loro esperienze, i loro sogni. E a dicembre, in libreria, ne potrete trovare e conoscere altri ancora, raccolti nel volume A/R: Andata e Racconto. Appunti di viaggio. Sono i racconti di viaggio vincitori del nostro concorso letterario raccolti insieme a quelli, inediti, di affermati scrittori italiani componenti la giuria. Vi aspettiamo per la presentazione del libro a Roma, alla Fiera nazionale della piccola e media editoria Più libri, più liberi, il prossimo 9 dicembre.

© gankevstock/AdobeStock

trecciano costantemente nei suoi scritti, sono gli ingredienti con i quali dovremmo ancora tessere il nostro presente e il nostro futuro. Con precisione e leggerezza, citandolo ancora una volta. La lettura delle fiabe italiane, appassionatamente raccolte da Calvino, può ancora intrattenere i nostri figli prima che prendano sonno, se non sostituendole, almeno alternandosi alle ammalianti sirene che li tentano e catturano dai loro tablet o smartphone. La storia d’amore dell’operaio Arturo e della moglie Elide (nella raccolta Amori difficili), turno di notte lui, turno di giorno lei, che fondono il calore dei loro corpi nel letto che li ospita in momenti diversi, con lui che affonda il viso nel guanciale ancora tiepido di lei, ci intenerisce ancora. E ci insegna tanto sul senso e

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SOMMARIO NOVEMBRE 2023

IN COPERTINA EDOARDO LEO

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ABBRACCIATI DALLE ALPI

L’UOMO DEL DIALOGO

Terrazzamenti a strapiombo, abitazioni rurali, terme millenarie. In viaggio tra le forme della Valtellina, che si prepara a ospitare i Giochi olimpici invernali di Milano Cortina 2026 pag. 42

8 RAILWAY HEART

12 ITALIA CHE FA IMPRESA

16 AGENDA

RIFLESSI D’AUTUNNO

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PROFUMO DI TARTUFO

A COLPI DI PADEL

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Dal 4 al 10 dicembre, Milano ospita l’ultima tappa del più importante torneo internazionale dedicato a questo sport. Frecciarossa è main partner dell’evento

A PELO D’ACQUA

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UN POSTO DA FAVOLA

GALASSIA CALVINO

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Due mostre, a Genova e a Roma, sono dedicate all’autore che sapeva far incontrare realtà e sogno. A cento anni dalla sua nascita

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IL SALENTO CHE BALLA

76 INSIEME PER LA TERRA

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20

52

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GUSTA & DEGUSTA

ARCHEOLOGIA SENZA BARRIERE

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88 UN PASSO NEL GREEN

WHAT’S UP

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33

INDAGARE L’IMPOSSIBILE

UN TRENO DI LIBRI

98 54

94

DORMIRE IN UN CAPOLAVORO

102 L’ALTRA UMANITÀ

106 L’EREDITÀ DEL GENIO

124 PRIMA DI SCENDERE LE FRECCE NEWS//OFFERTE E INFO VIAGGIO

111 SCOPRI TRA LE PAGINE LE PROMOZIONI E LA FLOTTA DELLE FRECCE i vantaggi del programma CartaFRECCIA e le novità del Portale FRECCE

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I numeri di questo numero

Tra le firme del mese

PER CHI AMA VIAGGIARE

MENSILE GRATUITO PER I VIAGGIATORI ANNO XV - NUMERO 11 - NOVEMBRE 2023 REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI ROMA N° 284/97 DEL 16/5/1997 CHIUSO IN REDAZIONE IL 24/10/2023

40 i sentieri che attraversano il Parco dei Monti Simbruini [pag. 54]

Foto e illustrazioni Archivio FS Italiane AdobeStock Copertina © Fabrizio Cestari Grooming Emanuela Di Giammarco using Sisley Paris, abiti Emporio Armani Tutti i diritti riservati Se non diversamente indicato, nessuna parte della rivista può essere riprodotta, rielaborata o diffusa senza il consenso espresso dell’editore

250 le tartufaie in provincia di Pesaro e Urbino [pag. 58]

CESARE BIASINI SELVAGGI Da marzo 2017 è direttore editoriale di Exibart.com ed Exibart on paper. Manager culturale per diverse fondazioni italiane, svolge anche un’intensa attività di consulenza di comunicazione strategica d’impresa e per l’internazionalizzazione del made in Italy

ALCUNI CONTENUTI DELLA RIVISTA SONO RESI DISPONIBILI MEDIANTE LICENZA CREATIVE COMMONS BY-NC-ND 3.0 IT

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Info su creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/it/deed.it

gli scatti della mostra Napoli / Anders Petersen [pag. 128]

EDITORE

Communication Piazza della Croce Rossa, 1 | 00161 Roma fsitaliane.it Contatti di redazione Tel. 06 44105298 | lafreccia@fsitaliane.it

READ ALSO

Direttore Responsabile Responsabile Prodotti Editoriali Caporedattrice Coordinamento Editoriale

FSNews.it, la testata online del Gruppo FS Italiane, pubblica ogni giorno notizie, approfondimenti e interviste, accompagnati da podcast, video e immagini, per seguire l’attualità e raccontare al meglio il quotidiano. Con uno sguardo particolare ai temi della mobilità, della sostenibilità e dell’innovazione nel settore dei trasporti e del turismo quali linee guida nelle scelte strategiche di un grande Gruppo industriale

PEPPE IANNICELLI Giornalista, scrittore, conduttore radiofonico e televisivo. Ama vivere e raccontare la vita. Ha una passione speciale per i viaggi e lo sport, i piaceri della tavola e dell’arte, la buona conversazione e la contemplazione della natura. La sua dote migliore è la curiosità

In redazione Segreteria di redazione Coordinamento creativo Ricerca immagini e photo editing Hanno collaborato a questo numero

Marco Mancini Davide Falcetelli Michela Gentili Sandra Gesualdi, Cecilia Morrico, Francesca Ventre Gaspare Baglio, Alex A. D’Orso, Irene Marrapodi Francesca Ventre Giovanna Di Napoli Claudio Romussi Osvaldo Bevilacqua, Cesare Biasini Selvaggi, Francesco Bovio, Peppone Calabrese, Claudia Cichetti, Nerina Di Nunzio, Fondazione FS Italiane, Enzo Fortunato, Alessio Giobbi, Peppe Iannicelli, Sandra Jacopucci, Silvia Lanzano, Valentina Lo Surdo, Michela Passarin, Enrico Procentese, Andrea Radic, Gabriele Romani, Davide Rondoni, Flavio Scheggi, Alice Semioli, Mario Tozzi

REALIZZAZIONE E STAMPA

Via A. Gramsci, 19 | 81031 Aversa (CE) Tel. 081 8906734 | info@graficanappa.com Coordinamento Tecnico Antonio Nappa

SILVIA LANZANO Giornalista e archeologa medievista. Attiva nel terzo settore con progetti di accoglienza per donne rifugiate e migranti. È impegnata nella comunicazione sul tema delle allergie alimentari in età pediatrica

PROGETTO CREATIVO

Team creativo Antonio Russo, Annarita Lecce, Giovanni Aiello, Manfredi Paterniti, Massimiliano Santoli

PER LA PUBBLICITÀ SU QUESTA RIVISTA advertisinglafreccia@fsitaliane.it

ALICE SEMIOLI La carta di questa rivista proviene da foreste ben gestite certificate FSC® e da materiali riciclati

Nata a Torino nel 1999, ha studiato Letterature comparate nell’ateneo della sua città e all’Università di Aix-Marseille, per poi specializzarsi nello stesso ambito alla Sorbona di Parigi. Frequenta un master in Scrittura creativa all’Accademia Molly Bloom e sta lavorando al suo primo romanzo

Con questo QR code puoi sfogliare La Freccia anche online. Buona lettura

On web La Freccia si può sfogliare su fsnews.it e su ISSUU 5

PER CHI

AMA VIAGG

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PER CHI

AMA

VIAGGI

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FRECCIA COVER

FUTURI POSSIBILI di Flavio Scheggi

mescoupsdecoeur

© Luca Locatelli

Luca Locatelli. The Circle Gallerie d’Italia fino al 18 febbraio 2024

Luca Locatelli Lac des Toules, Svizzera (2022)

Il primo parco solare galleggiante d’alta quota realizzato su un lago svizzero. Un’azienda tedesca che ricicla abiti usati dal 1999. La centrale di Larderello, in Toscana, dove nel 1911 è nata l’energia geotermica. Sono solo alcuni dei luoghi che il fotografo Luca Locatelli ha visitato, su commissione di Intesa Sanpaolo, alla ricerca di storie emblematiche di economia circolare che aprissero il dibattito sulla transizione ecologica e sullo stato di salute del Pianeta. Da quest’avventura, il vincitore del World Press Photo 2020 per la

sezione Environment è tornato con circa 70 opere, tra immagini e contributi video. Materiale raccolto nella mostra Luca Locatelli. The Circle, allestita fino al 18 febbraio 2024 alle Gallerie d’Italia di Torino. Il percorso espositivo, che si articola in 18 storie, è un viaggio attraverso l’Europa della sperimentazione e dell’avanzamento industriale sostenibile e tocca temi come la geotermia, il riciclo tessile, la riconversione di aree industriali dismesse e l’alimentazione consapevole. gallerieditalia.com 7


RAILWAY heART

PHOTOSTORIES LUOGHI Panorama di Seriate (Bergamo) © Francesco V. ciskie1977

PEOPLE Verso Roma © Lara Tunna laratunna

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LA RUBRICA COMPIE CINQUE ANNI. VI ABBIAMO RACCONTATO LE PERSONE, I LUOGHI E LE STORIE DELL’UNIVERSO FERROVIARIO IN UN CLICK. UN VIAGGIO CHE CONTINUIAMO A FARE INSIEME a cura di Enrico Procentese

Utilizza l’hashtag #railwayheart oppure invia il tuo scatto a railwayheart@fsitaliane.it. L’immagine inviata, e classificata secondo una delle quattro categorie rappresentate (Luoghi, People, In viaggio, At Work), deve essere di proprietà del mittente e priva di watermark. Le foto più emozionanti tra quelle ricevute saranno selezionate per la pubblicazione nei numeri futuri della rubrica.

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IN VIAGGIO #Frecciaview © Gianluca N. photographerjean

AT WORK Personale Trenitalia al lavoro a Roma Termini © Edoardo Cortesi eddiecortesi

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RAILWAY heART

A TU PER TU di Alessio Giobbi - a.giobbi@fsitaliane.it

V

alentina Guarini, capotreno del servizio Regionale di Trenitalia, racconta la sua esperienza lavorativa sui treni del Lazio. Come sei entrata nel Gruppo FS? Il mio percorso in azienda è cominciato nel 2018 con una candidatura spontanea come capotreno dei servizi regionali: un punto di svolta che non avrei mai immaginato. Avevo alle spalle un percorso di studi in Scienze filosofiche e la mia formazione mi sembrava poco adatta al ruolo, anche se poi mi sono dovuta ricredere. Prima di prestare servizio, poi, ho seguito un percorso formativo impegnativo, un’esperienza istruttiva che mi ha preparato alle sfide che avrei affrontato. Raccontaci un aspetto del tuo lavoro che ti piace particolarmente. Da circa un anno effettuo servizio anche sul Leonardo Express, il treno che collega la principale stazione di Roma con l’aeroporto di Fiumicino. Termini è uno snodo chiave della rete italiana: io faccio base qui, per poi essere pronta a salire sui Regionali che circolano nel Lazio. Con l’introduzione dei nuovi treni Rock abbiamo assistito a un notevole cambiamento nel nostro lavoro, che per molti versi è stato facilitato dalla tecnologia impiegata. Questo ci consente di dedicare ancora più attenzione all’esperienza del viaggiatore. Spiegaci meglio. L’attività a bordo dei Rock è diventata più agevole grazie all’alto livello di monitoraggio delle condizioni del treno attraverso strumenti d’avanguardia. Ora è possibile prevenire eventuali problemi tecnici in modo più efficiente, riducendo la necessità di interventi manuali. Anche i nostri passeggeri, tra cui pendolari, studenti e turisti, ci hanno restituito feedback di forte apprezzamento per il servizio e la comodità dei convogli. Accennavi agli studi umanistici: quanto contribuiscono allo svolgimento della tua attività? Grazie al mio percorso accademico ho ottenuto un bagaglio culturale e una forma mentis che mi aiutano molto a relazionarmi quotidianamente con le persone nel ruolo di capotreno. Inoltre, il Gruppo FS offre numerosi corsi di formazione professionale, molti dei quali incentrati sul rapporto con il cliente e su come informare in tempo reale i viaggiatori o spiegare loro argomenti che non sono tenuti a conoscere. Gran parte della nostra crescita professionale si basa poi sulla capacità di trasformare la teoria in pratica. Come riesci a conciliare il ruolo di capotreno con la vita privata? Sono mamma di una bimba di due anni e mi è capitato più volte di ricevere richieste di consigli da parte dei clienti su come far convivere professione, famiglia e passioni. Quando mi capita, rispondo sempre che riesco a godere del mio tempo in modo differente rispetto a chi ha orari standard, perché sono abituata a lavorare in assenza di routine e con turni variabili. Questo modo di organizzarmi mi consente di apprezzare appieno ciò che faccio dentro e fuori casa, senza alcuna difficoltà, anche grazie a una predisposizione caratteriale.

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LE STORIE E LE VOCI DI CHI, PER LAVORO, STUDIO O PIACERE, VIAGGIA SUI TRENI. E DI CHI I TRENI LI FA VIAGGIARE

A

lessandro Grassi è un consulente di comunicazione nell’ambito dell’ospitalità, dei viaggi e dell’enogastronomia. Per lavoro utilizza spesso il Frecciarossa, tanto da definirsi un pendolare dell’Alta Velocità. Di cosa ti occupi? Sono il titolare di una società che opera dal 1987 nel settore Hospitality & Destination. Recentemente ho cominciato a seguire un progetto di rigenerazione urbana a Montecatini Terme, in provincia di Pistoia, supportato anche dall’Unesco. L’obiettivo è rendere questa destinazione nuovamente attraente per le future generazioni. Il territorio sta vivendo un notevole sviluppo delle infrastrutture legate al treno. Si sta lavorando, infatti, al raddoppio della linea ferroviaria tra Pistoia e Montecatini. Quanto è importante saper comunicare ciò che rende attraente una destinazione di viaggio? Lo storytelling gioca un ruolo fondamentale nel mio lavoro, perché attraverso il racconto cerco di trasmettere la bellezza, le peculiarità e i valori legati ai territori. L’arte di narrare è strettamente legata anche alla formazione umanistica, che mi ha aiutato a dare il giusto peso alle parole attraverso un linguaggio capace di attrarre, indirizzare e coinvolgere. Che rapporto hai con il treno? Lo uso spesso per spostarmi e seguire al meglio il mio lavoro tra la sede storica di Firenze, dove siamo nati, e quella di Milano. Posso considerarmi un vero e proprio pendolare dell’Alta Velocità e, in generale, credo sia tornato a essere un mezzo immaginifico. Personalmente, ne ho sempre seguito l’evoluzione: dagli Espressi del passato, veri e propri salotti mobili che tanto si prestavano alla convivialità, al rilancio degli Intercity, dall’arrivo del Pendolino fino al Frecciarossa, entrato ormai nell’immaginario comune. L’evoluzione del treno ci illustra i cambiamenti nei costumi degli italiani. Quali novità del settore hai gradito di più? Ho apprezzato la recente nascita della società FS Treni Turistici Italiani, che punta al recupero di una modalità di viaggio lenta, quasi in contrapposizione all’eccesso di frenesia a cui siamo abituati. Sull’altro versante, invece, riconosco la comodità dell’Alta Velocità, che più si adatta alle mie esigenze lavorative quotidiane. Poter percorrere molti chilometri in poche ore ha trasformato il concetto di viaggio: sembra di spostarsi in un’unica grande area metropolitana. Come sarà il turismo del futuro? Me lo aspetto più sostenibile e prevedo una crescita dell’interesse non solo verso le destinazioni tradizionali ma anche nei confronti di quelle meno conosciute. Per quanto riguarda quest’ultimo punto, siamo pronti a contribuire attraverso la nostra capacità di storytelling e la predisposizione a fare rete tra diverse realtà. Il nostro modo di raccontare l’Italia ha attirato l’attenzione anche della stampa estera, con cui abbiamo un dialogo diretto, costante e molto stimolante. È un segnale promettente, che ci spinge a fare ancora meglio.

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L’ITALIA che fa IMPRESA

IRRIGAZIONE

INTELLIGENTE

Centralina Irreo per il controllo da remoto dell’irrigazione 12


LA STARTUP IRREO UTILIZZA I DATI SATELLITARI PER GUIDARE DA REMOTO CON PRECISIONE L’APPORTO DI ACQUA ALLE COLTURE. OTTIMIZZANDO L’UTILIZZO DELLE RISORSE IDRICHE di Michela Passarin foto © Irreo S.r.l.

I

ntelligenza artificiale, satelliti e agricoltura: tre elementi che sembrano essere molto distanti tra loro. Eppure, qualcuno ha scommesso sulla loro combinazione per riuscire a innovare il settore delle tecnologie agricole. Irreo, startup romana ideata nel 2019 da Andrea Pomente e Luca Calacci, nasce con l’obiettivo di fornire al mercato dell’agricoltura di precisione un sistema in grado di irrigare in maniera automatica e ottimale gli appezzamenti di terreno. Un obiettivo importante, in un momento storico di tangibili cambiamenti climatici in cui il bisogno di dosare le risorse idriche si fa sempre più urgente. «Abbiamo fondato l’azienda quando eravamo ancora due dottorandi in Computer Science, Control and Geoinformation Engineering all’Università di Roma Tor Vergata», spiega Pomente. «Fin dall’inizio abbiamo condiviso la passione per la programmazione informatica, l’analisi dei dati e l’imprenditorialità. Un interesse che si è concretizzato negli studi e nei progetti relativi alle applicazioni satellitari e informatiche nel settore agricolo». Come mai avete scelto questo campo di applicazione? [AP] Per noi l’agricoltura ha un fascino particolare, ci ricorda quando eravamo bambini e ammiravamo la vita dei contadini fatta di fatica, lavoro ma anche di soddisfazione a fine raccolto. E poi, fa parte della tradizione del nostro Paese, che va conservata, ma su cui si può ancora innovare grazie alle nuove tecnologie. Che tipo di innovazione portate sul mercato? [LC] Irreo fornisce agli agricoltori un sistema che consente di ottimizzare e automatizzare l’irrigazione. Un complesso apparato di algoritmi analizza i dati satellitari attraverso i quali vengono rilevate informazioni sul fabbisogno idrico e sulle condizioni fisiologiche delle colture e vengono monitorate le variazioni meteorologiche sul terreno oggetto di studio. Grazie a questa analisi, il sistema riesce a determinare con precisione la quantità d’acqua necessaria e la durata dell’irrigazione in base alle esigenze delle piante, ai vincoli dell’impianto e alle preferenze dell’agricoltore. A questo punto il sistema crea dei programmi che vengono calendarizzati e avviati attraverso il controllo da remoto dell’impianto di irrigazione tramite le nostre centraline elettroniche.

Lu c a C a l a c c i

Andre

a P o m e n te 13


L’ITALIA che fa IMPRESA

Schermata dell’app Irreo per il monitoraggio e la pianificazione dell’irrigazione

Un vero e proprio assistente tech. Come ci si interfaccia l’utente? [LC] L’agricoltore ha a disposizione un’applicazione dove può consultare diverse informazioni sulle sue colture e il calendario con il piano delle irrigazioni, che può adattare alle proprie esigenze. Inoltre, Irreo lo supporta nelle decisioni quotidiane, lo libera da una serie di attività manuali e gli permette di massimizzare la resa delle colture, minimizzando allo stesso tempo i consumi di acqua ed energia e i costi di gestione. Esistono sul mercato altri prodotti che usano i dati satellitari in agricoltura. In cosa vi distinguete dai vostri competitor? [AP] Il nostro è il primo sistema di irrigazione completamente autonomo: siamo riusciti a unire l’analisi e il monitoraggio delle colture con la gestione automatica dell’impianto di irrigazione. A oggi, molti nostri clienti irrigano i loro campi da remoto, senza dover andare in loco. E dal punto di vista imprenditoriale? [AP] Il nostro team ha una grande capacità di anticipare le tendenze del mercato. Nel 2020 abbiamo iniziato a testare un sistema di monitoraggio satellitare avanzato, che non prevedeva l’uso di sonde o sensori, con l’obiettivo di suggerire all’agricoltore quanta acqua distribuire sulle colture e quando farlo. Abbiamo utilizzato una tecnologia su cui tre anni fa quasi nessuno scommetteva per fornire alle aziende agricole 14

dati quantitativi e non solo qualitativi. Nel 2021 abbiamo realizzato il primo prototipo di centralina Irreo in grado di gestire automaticamente l’impianto di irrigazione, sulla base dei dati elaborati dall’analisi delle mappe satellitari. Una soluzione che ha permesso di ottimizzare e gestire i processi di irrigazione da remoto, con la sola supervisione dell’agricoltore. Fino a questo momento, qual è stata la sfida più significativa che avete affrontato? [AP] Probabilmente quella a cui si trovano di fronte tutti gli imprenditori che lanciano progetti di questo tipo: tradurre la nostra idea in una realtà concreta, allineandola poi con le esigenze di mercato, e infine riuscire a coinvolgere investitori e collaboratori. Irreo introduce un prodotto complesso e innovativo. Il suo sviluppo, in tempi stretti, è stato incredibilmente impegnativo per un team composto da due sole persone. Tuttavia, crediamo che la sfida più grande sia ancora davanti a noi: dobbiamo infatti intraprendere un cambio di mentalità per crescere ed evolvere in un’azienda matura, con una squadra affiatata e competente, in grado di affrontare i progetti futuri. Vi rivolgete solo al mercato italiano o prevedete di espandervi anche a livello internazionale? [AP] Per il momento l’Italia è il nostro mercato di riferimento. Siamo un’azienda giovane e vogliamo creare dei presupposti solidi in termini di sosteni-

bilità economica e finanziaria prima di internazionalizzarci. Il nostro Paese, poi, rappresenta uno dei principali mercati in Europa nell’ambito dell’agricoltura di precisione, sia in termini di performance sia di tecnologie. Un’ottima palestra prima di approdare all’estero con un prodotto competitivo, una strategia chiara e un’organizzazione stabile. Cosa vi riserva il futuro? [AP] Il settore dell’agricoltura si sta avviando sempre di più verso la digitalizzazione: una transizione cruciale per affrontare efficacemente le sfide contemporanee, come quelle legate al cambiamento climatico. La necessità di tutelare l’ambiente sta modificando le modalità di gestione delle colture perché queste siano sempre più sostenibili dal punto di vista sociale e ambientale, monitorando e ottimizzando, per esempio, il consumo di acqua. Crediamo che Irreo possa rispondere a questo processo di cambiamento. Il nostro obiettivo è fornire un servizio innovativo che abbia un valore pratico nella vita delle persone e produca contemporaneamente benefici sociali, ambientali ed economici. Abbiamo in mano una tecnologia che va in questa direzione e vogliamo sfruttarla per diventare leader nel settore dell’irrigazione di precisione in Europa. irreo.ai irreo.nodriver irreo



AGENDA a cura di Alex A. D’Orso - an.dorso@fsitaliane.it - Irene Marrapodi - ir.marrapodi@fsitaliane.it - Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it

save NOVEMBRE the date 2023

IN VIAGGIO CON LA BANCA D’ITALIA

L’incontro organizzato da Banca d’Italia nel Teatro comunale Niccolò Piccinni di Bari

dalla tutela dei clienti ai sistemi di pagamenti, con focus sulle modalità per aprire un’impresa, sulla gestione del denaro e su come orientarsi nell’informazione economica. Chi partecipa all’evento diventa protagonista e viene individuato come un vero e proprio compagno di viag-

© Archivio Bonatti/Contrasto

ITALIA FINO A DICEMBRE Un percorso a tappe attraverso la penisola per avvicinare le persone alla finanza. Dopo gli appuntamenti di Bari, Genova, Palermo, Trieste, Firenze, Napoli, Torino, Cagliari e Bologna, la Banca d’Italia, in partnership con il Gruppo FS Italiane, arriva a Venezia (8-9 novembre), Ancona (22-23 novembre), Brescia (5-6 dicembre) e Roma (fine dicembre) per instaurare un dialogo con cittadini, imprese e associazioni sui grandi temi dell’economia. Per l’occasione, l’istituto di via Nazionale apre le porte delle sue filiali, offrendo visite guidate e laboratori dedicati alle scuole e agli adulti, mentre teatri e auditorium ospitano incontri pubblici e gratuiti sulla cultura finanziaria. Gli argomenti affrontati sono molti, dall’inflazione alla sostenibilità,

Walter Bonatti in salita sulle pareti del vulcano Krakatoa, Indonesia (1968) 16

gio con cui scambiare opinioni e condividere esperienze: il pubblico può intervenire dal vivo durante gli incontri o attraverso un’app interattiva, rispondendo a sondaggi live, ponendo domande e formulando proposte. economiapertutti.bancaditalia.it

WALTER BONATTI. STATI DI GRAZIA BOLZANO 8 NOVEMBRE>7 GENNAIO 2024 «Fa paura tutto ciò che non si conosce. Quindi io faccio del mio meglio per conoscere. E così riduco la mia paura». Sono le parole di uno dei più noti alpinisti al mondo, che ha vissuto in modo totalizzante la montagna e la natura, utilizzandole anche per la scoperta di se stesso. Per oltre 30 anni ha affrontato le pareti più difficili delle Alpi, ma ha esplorato anche fiordi patagonici, deserti e giungle, ghiacciai e vulcani. La galleria civica della città altoatesina illustra tutto questo in un percorso immersivo, tra le sue attrezzature, i machete usati nelle foreste e le pagine dei suoi diari. Tra gli eventi collaterali, il 16 novembre, la proiezione di Fratelli si diventa. Omaggio a Walter Bonatti, l’uomo del Monte Bianco, film di Alessandro Filippini e Fredo Valla con la partecipazione di Reinhold Messner, che racconta il rapporto avuto con l’amico e rivale. caibolzano.it


© Fotograf skal alltid krediteres

MILANO MUSIC WEEK MILANO 20>26 NOVEMBRE Una settimana di concerti e dj set, ma anche panel, workshop e incontri dedicati all’universo musicale: l’open space di Torneria Tortona ospita la settima edizione della rassegna con la direzione artistica di Nur Al Habash, direttrice della fondazione Italia Music Lab, e la curatela speciale della cantautrice Francesca Michielin. Tra gli artisti attesi la cantautrice Ariete, il rapper Neffa, il duo pop Paola & Chiara, il cantautore indie-folk statunitense Devendra Banhart. Ma sono previsti anche uno spazio dedicato al networking per operatori e operatrici del settore, un’esperienza immersiva nella realtà virtuale dedicata al compositore Giuseppe Verdi, la presentazione del primo album del trapper El Simba e quella del libro del produttore Stefano Senardi. Completa la rassegna la mostra Who Are You dedicata alla band britannica The Who. milanomusicweek.it

Il duo Benedicte Maurseth e Sarah-Jane Summers

© blacc.o

Una scena del film Un anno difficile diretto da Olivier Nakache ed Éric Toledano

TORINO FILM FESTIVAL 2023 TORINO 24 NOVEMBRE>2 DICEMBRE Nata nel 1982 per celebrare e sostenere il cinema indipendente e le produzioni sperimentali, la kermesse continua a distinguersi per la sua attenzione alla diversità e all’innovazione nel mondo della settima arte. Tra i film fuori concorso della 41esima edizione spicca la commedia Un anno difficile, diretta dai registi di Quasi amici Olivier Nakache ed Éric Toledano. La pellicola segue la storia di Albert e Bruno, due simpatici imbroglioni che nel tentativo di scroccare un aperitivo si trovano coinvolti nelle attività di un gruppo di eco-attivisti. Spazio anche al cinema d’autore con una retrospettiva dedicata allo sceneggiatore e regista Sergio Citti, in occasione dei 90 anni dalla sua nascita. Consulente e amico di Pier Paolo Pasolini, nella sua opera ha raccontato miserie e virtù del mondo proletario senza mai cedere a moralismi, avvalendosi di un linguaggio onirico e apparentemente leggero. torinofilmfest.org/it/

La curatrice dell’evento Francesca Michielin

PARMAJAZZ FRONTIERE FESTIVAL PARMA FINO AL 25 NOVEMBRE È arrivato alla 28esima edizione il festival musicale che prevede concerti, spettacoli, ma anche conferenze e workshop, in molte location cittadine, tra cui la Casa della musica, il Teatro Farnese, l’abbazia di Valserena e l’Ape Parma Museo. La rassegna conferma come formula di successo l’alternanza tra nuove produzioni e importanti partecipazioni internazionali. L’11 novembre si esibisce il duo composto da Benedicte Maurseth e Sarah-Jane Summers, in un concerto che unisce richiami al minimalismo, folk e musica barocca. È dedicato ai più piccoli, il 19, lo spettacolo Le sette vite del jazz del Torototela Quintet con il performer Pato Valderrama. Dal 22 al 25, in collaborazione con Lenz Fondazione, va in scena Crine_Ermengarda Oratorio, un omaggio sui generis all’Adelchi di Alessandro Manzoni. parmafrontiere.it 17


Una delle installazioni di Cheap al Mambo

SABOTATE CON GRAZIA: UN’INFESTAZIONE DI CHEAP AL MAMBO BOLOGNA FINO AL 17 DICEMBRE Se disobbedire è il fine, farlo con gentilezza è il modo scelto dal collettivo bolognese Cheap, che da dieci anni tappezza i muri della città con poster dalla forte carica politica. Oggi il progetto arriva al Museo di arte moderna di Bologna con installazioni tridimensionali, fotografie che documentano le opere degli ultimi anni e riedizioni di poster create appositamente per la mostra. L’arte pubblica entra così in uno spazio espositivo, ma non perde la sua carica dirompente e anticonformista: oltrepassa le barriere e arriva a occupare anche i bagni. Prende possesso di ogni spazio a disposizione come una pianta infestante, appunto, reclamandolo con uno scopo ben preciso: lanciare messaggi di uguaglianza dove più se ne sente il bisogno, oltre i salotti, ovunque accada la vita. cheapfestival.it mambo-bologna.org

© Pierpaolo Metelli

L’EREDITÀ DELLE DONNE FIRENZE 24 > 26 NOVEMBRE Madri della patria è il titolo della sesta edizione del festival dedicato all’empowerment femminile, che quest’anno viene organizzato in coincidenza con la Giornata contro la violenza sulle donne. Al centro del dibattito l’uguaglianza di genere e le buone pratiche per raggiungerla. Un tema a cui si aggancia il racconto delle tappe principali che hanno scandito il cammino dell’emancipazione femminile e l’evoluzione della società tutta: dal primo voto delle donne in Italia, nel 1946, fino alla Convenzione di Istanbul del 2011. I focus della rassegna sono diversi: si discute di violenza di genere con il magistrato Fabio Roia, di diritti, maternità e femminismo con la drammaturga Eve Ensler e la filosofa Rosi Braidotti. Mentre Zarifa Ghafari, sindaca fino al 2021 di Maidanshahr, in Afghanistan, parla della condizione femminile nell’area geografica con l’ambasciatrice italiana Natalia Quintavalle, prima donna a ricoprire questo ruolo nel Paese. ereditadelledonne.eu

La passeggiata tra gli ulivi con Loretta Bonamente 18

© Giacomo Maestri

© Margherita Caprilli

AGENDA

L’edizione 2022 del festival

FRANTOI APERTI IN UMBRIA UMBRIA FINO AL 26 NOVEMBRE La frangitura diventa un’occasione di festa nella regione, dove per cinque weekend ha luogo la 26esima edizione di Frantoi aperti. Protagonista assoluto della rassegna è l’olio extravergine di oliva. Tra le novità di quest’anno c’è l’evento La grande pedalata, percorso in e-bike lungo la fascia olivata Assisi-Spoleto, i tour degli olivi giganti Patriarchi nel territorio amerino e le passeggiate per bambini tra fiabe e olivi con la “camminAttrice” Loretta Bonamente. Al trekking e alle visite di borghi e frantoi, tra castelli aperti in via eccezionale e mercatini di artigianato locale, si aggiungono la mostra di arte contemporanea #Chiaveumbra/In natura e le rassegne Musica nelle abbazie e Suoni dagli ulivi secolari. Trenitalia è Official Green Carrier dell’evento: presentando il biglietto o l’abbonamento Regionale, è previsto il 20% di sconto su alcune attività in programma. frantoiaperti.net


PIÙ LIBRI PIÙ LIBERI ROMA 6>10 DICEMBRE La Fiera nazionale della piccola e media editoria alla Nuvola di Fuksas è ormai un appuntamento imperdibile per conoscere le novità del settore, immergendosi tra i numerosi stand o partecipando a incontri e presentazioni. Quest’anno la nuova curatrice, Chiara Valerio, racconta l’evento in un podcast di sei puntate, da cui si parte per giocare a Nomi Cose Città Animali – il tema dell’edizione 2023 – e parlare di nuove uscite e grandi autori. Nel programma, è prevista un’intera sezione dedicata alla scienza. La divulgatrice e scrittrice Licia Troisi e l’astrofisica Ersilia Vaudo Scarpetta tengono una doppia lectio sulla rivoluzione copernicana, in occasione dei 550 anni dalla nascita dell’astronomo. La chiusura della fiera è dedicata a Michela Murgia: incontri, dibattiti e la lettura di un inedito ricordano la scrittrice sarda. plpl.it

Gli stand della fiera alla Nuvola di Fuksas

© Quintino Di Vona

PER TERRA E PER MARE. GLI ETRUSCHI DI FRONTIERA TRA MOBILITÀ E INTEGRAZIONE PONTECAGNANO FAIANO (SALERNO) FINO AL 10 DICEMBRE Mobilità di uomini e donne, contatti e scambi con i diversi popoli del Mediterraneo, circolazione di oggetti e condivisione di ideologie e modelli. L’insediamento etrusco più a sud d’Italia si sviluppò, tra il IX e il III secolo a.C., nel segno della dinamicità e della contaminazione. Lo dimostrano i 60 anni di scavi e studi nel sito campano, centro ricco e fiorente sia per la grande disponibilità di terre coltivabili, sia per la posizione costiera che assicurava facili approdi. La mostra al Museo archeologico nazionale ricostruisce e documenta la storia di questa comunità attraverso il tema della frontiera e del movimento, sviluppato lungo quattro sezioni che seguono l’ordine cronologico degli eventi. Reperti inediti guidano il visitatore all’interno della città multiculturale e, in uno spazio appositamente allestito, è possibile immergersi nella narrazione tramite l’uso di tecnologie digitali. museicampania.cultura.gov.it

© Kai Werner Schmidt e VG Bild, 2021

La sala immersiva del Museo archeologico nazionale di Pontecagnano Faiano

voices_66010 di Evangelos Papadopoulos

BRECHEN PALERMO FINO AL 2 DICEMBRE La rottura (brechen, in tedesco) di un oggetto, un legame o una regola non sempre indica una fine. Nel processo artistico, al contrario, può diventare il punto di partenza per la creazione di qualcosa di nuovo. È questo il concetto che i due artisti Alessandro Librio ed Evangelos Papadopoulos, originari uno di Erice (Trapani) e l’altro di Atene, indagano nella mostra all’Haus der Kunst dei Cantieri culturali della Zisa. Le ipnotiche sculture metalliche di Papadopoulos, che appaiono come esplosioni geometriche e cristallizzate, dialogano con la sound art di Librio, che destabilizza i visitatori scomponendo i suoni del video di un furto con scasso avvenuto nel centro cittadino. duesseldorfpalermo.com 19


GUSTA & DEGUSTA

di Andrea Radic

© Alessandro Guerani

LÖWENGRUBE: UNA VERA BIRRERIA BAVARESE CON CUCINA GOLOSA E BIRRE ALLA SPINA

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Il tagliere Löwengrube

n’esperienza gastronomica dove la golosa cucina si sposa con un’ottima scelta di birre, alcune delle quali stagionali, spillate ad arte dai mastri

ABOCAR DUE CUCINE: AMORE GOURMET TRA ITALIA E ARGENTINA

Mariano Guardianelli e Camilla Corbelli 20

Andrea_Radic

andrearadic2019

birrai. Il tutto nella gioiosa atmosfera di un autentico locale bavarese, presente a Milano e in altre 16 città italiane. Löwengrube è il nome della catena di birrerie create dall’imprenditore Pietro Nicastro dopo un viaggio di studio e scoperta di sapori a Monaco di Baviera. Il menù è tipico delle latitudini germaniche e regala specialità davvero ottime. Dagli Spätzle, tipici gnocchetti di pasta fresca agli spinaci o all’uovo, al tagliere Löwengrube con speck cotto, Bavarianwürst a base di carne di maiale e manzo, Leberkäse – pasticcio di carne tipico della Baviera – e caciotta bavarese. Da non perdere i würstel, tra i quali la ghiotta salsiccia di Norimberga e la salsiccia contadina. Tra i piatti principali, ecco la degustazione di arrosto con stinco, costine di maiale e pollo accompagnati da patate, insalata di cavolo e selezione di salse. Ottimo il “prosciutto della foresta”, uno speck affumicato al legno di faggio e grigliato. Magistrale il Leberkäse servito con uovo al tegamino, cipolla croccante, crauti rossi e salsa Löwengrube. Tra le sette tipologie di birra alla spina si segnalano la Löwenbräu, la Spaten, la Franziskaner e, in particolare, la Triumphator, una Doppelbock intensa e ambrata. Un luogo gustoso e allegro dove terminare il pasto con un dessert tipico: il Kaiserschmarrn, la “frittata dell’imperatore” servita con frutti di bosco e zucchero a velo. lowengrube.it

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a scintilla tra Mariano Guardianelli e Camilla Corbelli, lui chef argentino nato a Cordoba, lei sommelier italiana nata a Rimini, scocca quando entrambi lavorano in Spagna. Innamorati, talentuosi e con obiettivi comuni, decidono di aprire a Rimini il loro ristorante: Abocar due cucine. Non scelgono il cinematografico lungomare della splendida cittadina romagnola, ma una tranquilla piccola via del centro storico. Il modus operandi della cucina di Mariano si esprime nell’unione delle due culture gastronomiche, per costruire con sapori, profumi e materie prime un risultato sempre di grande gusto, perfetto equilibrio e creativa, moderna concretezza. Grazie anche al sapiente uso delle erbe spontanee che la coppia raccoglie personalmente sulle colline dell’entroterra riminese. Quattro le proposte di degustazione: Manos Libres, per affidarsi al momento creativo dello chef, Abocar, per gustare l’anima del cibo, Piccolo Carne, che celebra la terra, e Hadrya 37 per un viaggio gourmet sulla costa adriatica. Dal menù alla carta imperdibili i Ravioli di coniglio in bianco con brodo di anguilla, finocchietto selvatico e limone, l’intrigante Cavolfiore cannella e cocco e la squisita Faraona alla brace, fungo pioppino e topinambur. La carta dei vini è opera di Camilla, che ha scelto una geografia enologica di grande fascino con attenzione al territorio e bottiglie non usuali d’Italia e Francia. In cucina con Guardianelli il sous chef Gianluca Nicotera. In sala con Corbelli il maître Salvatore Lopriore. abocarduecucine.it


GESUALDO DI CANTINA DI VENOSA: PIENA ESPRESSIONE DELL’AGLIANICO DEL VULTURE

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n metodo di lavoro che unisce impegno e passione, rispetto della tradizione e utilizzo delle più avanzate tecnologie sia in campagna sia in cantina. Una cura estrema della qualità: tutte le uve vengono analizzate da un’apposita stazione rifrattometrica prima di varcare la soglia della cantina. Questi sono i valori di Cantina di Venosa, nel nord della splendida Basilicata. Costituita nel 1957 da 27 soci promotori, oggi ne conta 350 con una superficie vitata di 800 ettari, la maggior parte nel comune di Venosa, famosa per aver dato i natali a Quinto Orazio Flacco, poeta del Carpe diem, e al madrigalista Carlo Gesualdo, principe della cittadina in provincia di Potenza. L’Aglianico è simbolo della viticoltura del Vulture sin dall’antichità,

quando la colonia romana di Venusia coniò una moneta con l’effige di Dioniso, divinità legata alla terra e alla vite. È un vino rosso rubino intenso, dai delicati e fascinosi profumi di frutta scura e dal sorso equilibrato, sapido, piacevolissimo. Cantina di Venosa produce diversi Aglianico in purezza: dal moderno Vignali al più strutturato Terre di Orazio, fino al super premiato Carato Venusio Superiore, elegante, di corpo e dall’ottima freschezza. Il Gesualdo Aglianico del Vulture Dop si presenta nobile e di grande equilibrio, dal colore rosso intenso, quasi impenetrabile. Al naso conquista con sentori armonici e accoglienti di frutta scura e spezie. Al palato scende vellutato e pieno e con la sua identità rappresenta alla perfezione la forza elegante del suo territorio. cantinadivenosa.it Una bottiglia di Gesualdo Aglianico del Vulture Dop

FUNGHI E TARTUFI, AUTUNNO GOLOSO ALLA BUCA SAN GIOVANNI DI FIRENZE

Un piatto di tagliolini al tartufo nero fresco

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autunno e l’inizio dell’inverno sono stagioni perfette per gustare la cucina saporita, tradizionale e di grande qualità proposta con talento, simpatia e professionalità dalla brigata dei fratelli Gianni, Piero e Vito Frijia, nel ristorante di famiglia a Firenze. Fondato nel 1882, il ristorante Buca San Giovanni fa parte dei locali storici italiani. Anticamente, era la sacrestia del vicino Battistero di San Giovanni. Successivamente, ai suoi tavoli si sono seduti i filosofi del pensiero libertario. Nel corso del tempo, è stato frequentato da altri protagonisti: dal principe di Bulgaria negli anni ‘30, al presidente statunitense John F. Kennedy qualche decennio dopo. Scendere le scale della Buca e trovarsi nelle sale impreziosite dalle volte a botte e dalle antiche mura romane è già un’emozione. Ma la vera bellezza è gustare piatti che avvolgono il palato per sapore ed equilibrio e soddisfano pienamente per gusto e concretezza. Nel menù novembrino i protagonisti sono funghi, tartufi, salumi toscani, lardo di Colonnata e la tipica zuppa Ribollita, che raggiunge la perfezione. Non mancano mai fiorentine di livello e un filetto alla Rossini che vale il viaggio. Per gustare i funghi in maniera davvero golosa si può scegliere di assaggiarli fritti oppure in uno sfizioso antipasto di focaccine ai porcini e rosmarino con fonduta di formaggio. Da non perdere i tagliolini al tartufo nero fresco. Per secondo chateaubriand o scaloppine di vitello, entrambe con porcini. bucasangiovanni.it 21


© Sergione Infuso - Corbis/GettyImages

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PETER PUNK A 77 ANNI EDOARDO BENNATO È IN TOUR CON LE VIE DEL ROCK SONO INFINITE. CHE RIPERCORRE LA FAVOLA DELLA SUA VITA di Gaspare Baglio

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gni favola è un gioco che si fa con il tempo. Ed è vera soltanto a metà». Così cantava Edoardo Bennato, anche se la fiaba della sua vita non ha accadimenti di fantasia, è pura realtà. «La mia storia non è diversa da quella di tanti ragazzini che lasciano il Sud per fare qualcosa nel campo della musica», racconta il cantautore partenopeo, che a 77 anni sta girando l’Italia con il tour Le vie del rock sono infinite. «Avevo questa velleità e così mi iscrissi alla facoltà di Architettura a Milano per poter frequentare le case discografiche». Da lì, un periodo di durissima ed estenuante gavetta con (tra gli altri) Mara Maionchi, Lucio Battisti e Mogol. Fino alla realizzazione, nel 1973, del primo album Non farti cadere le braccia. «Un lavoro introspettivo, la title track era rivolta a me stesso. Cercavo di non abbattermi», spiega il musicista. Il progetto prende forma nella sua testa al ritorno da Londra, mentre ascolta il disco Tumbleweed Connection di Elton John: rimane estasiato dall’orchestra che si muove in modo ritmico e ripropone la stessa idea nel suo debutto rock sui generis. I tempi, però, non sono maturi. «Dopo qualche settimana, il direttore della Ricordi mi dice che i dischi erano sugli scaffali ma le radio e le televisioni trovavano la mia voce sgraziata. Loro, come discografici, non potevano farci niente. Così, mi invitò a continuare l’università e a cambiare

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mestiere». Ma in ogni fiaba che si rispetti l’eroe non si abbatte e cerca una soluzione alternativa. Bennato, nello specifico, si piazza di fronte alla Rai con tamburello a pedali, armonica, chitarra e kazoo per trasformarsi in un one man band, come aveva visto fare in Inghilterra. «Mi inventai pezzi punk, provocatori e schizofrenici nei confronti di una società che si proclamava lucida e perbene ma non lo era. Anticipai i tempi». Da quella posizione strategica vide passare tante persone, tra cui il direttore di Ciao 2001, all’epoca il magazine più letto dai giovani: «Mi iscrisse a un festival alternativo a Civitanova Marche, Sanremo all’epoca era considerata come una recita parrocchiale. Erano altri tempi. Diventai rappresentante dell’insoddisfazione giovanile e partecipai a tutte le kermesse politicizzate in Italia. Arrivò la fama, il direttore della Ricordi mi richiamò e mi fece fare un 45 giri: I buoni e i cattivi». Da quel momento in poi il ragazzo di Napoli vola nei cieli della musica come un Peter Pan moderno, senza mai dimenticare il suo lato bambino, usato come veicolo per descrivere, in modo ironico e autoironico, ipocrisie e idiosincrasie della società. Chi non ricorda album cult come Burattino senza fili, Uffà! Uffà!, Sono solo canzonette e Pronti a salpare? E lui è già salpato da un pezzo per il suo tour che tocca Torino il 13 novembre per poi proseguire per Bari (16), Catania (20), Genova (4 dicembre), Ancona (7), Isernia (15) e Legnano (18). Un imperdibile momento per vedere quel ragazzo (ancora punk) cantare brani sempreverdi, adatti a ogni generazione. bennato.net edoardobennato_official

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ENERGIA E ISTINTO ISTRIONICO CANTAUTORE, VENERUS PORTA LA SUA MUSICA IN TOUR TRA I CLUB D’ITALIA. GRAN FINALE A MILANO IL 4 DICEMBRE di Gaspare Baglio

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resciuto a pane, Bob Dylan e Rolling Stones, ha capito di voler fare musica a nove anni, nella cucina di casa, quando il papà gli ha fatto ascoltare Nevermind dei Nirvana. Dai sogni grunge a un palco vero è stato un attimo e (Andrea) Venerus, meneghino, classe 1992, è diventato uno dei cantautori della nuova generazione capaci di innovare la scena contemporanea. Dopo il debut album Magica Musica ha convinto tutti con Il segreto, opera seconda zeppa di sperimentazioni. Il 3 novembre, da Treviso, è partito con il ‘18-‘23 Club Tour che lo porterà a girare l’Italia passando da Firenze (4) a Bologna (13), da Napoli (16) a Bari (18), fino Torino (30). Gran finale il 4 dicembre nella sua Milano. Come sarà questa tournée? Nei club c’è un’energia diversa, è come stare in un forno a microonde: una sorta di cottura che mi aiuta a strutturare lo show. Nello spettacolo farò tesoro delle esperienze vissute, pescando dal mio percorso in una sorta di viaggio nel tempo. Non voglio svelare troppo, ma sarà anche un modo per guardarci in faccia e vedere chi siamo. E tu chi sei? Una persona consapevole. A livello compositivo, prima ero più istintivo e attaccato ai miei ricordi d’infanzia: essendo un solitario compensavo con la scrittura la mancanza di rapporti umani. La musica mi ha dato tutto ciò che cercavo. Cosa volevi fare da bambino? Il mio primo desiderio era un palco variegato e variopinto. Ora che l’ho ottenuto, mi focalizzo su quello che voglio raccontare, sull’essere cantautore. Una prospettiva personale e maggiormente artistica.

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Come fai? Mi chiedo quali tematiche voglio approfondire, legate soprattutto agli incontri con la gente: lì risiede la chimica. Cerco di descrivere i miei mondi, la mia personalità. In questo momento, che cosa rappresenta il palco per te? Tante cose che trascendono il palco stesso. In tour sto bene: ho la costante sensazione di essere al mio posto. È un campo energetico, il cuore di quello che faccio. Mi trasmette un senso di comprensione e contatto. Sono a mio agio, lì la mia creatività prende vita anche col corpo e mi fa condividere col pubblico e le persone che amo la cosa che mi piace fare di più al mondo. Sei attento all’ambiente? La mia sensibilità mi porterebbe verso una vita a impatto zero. Vorrei che la mia esistenza pesasse il meno possibile sul pianeta dal punto di vista ambientale. Quanto è importante il viaggio per la tua arte? Tantissimo. Per me rappresenta una dimensione sempre viva, una sete che mi tiene con i piedi per terra alimentando la curiosità. venerus.eu venerus veneruscheballa


25 © Matteo Strocchia e Marco Servina


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UN DUO DA CABARET ARTURO BRACHETTI, INTERPRETE E REGISTA, E DIANA DEL BUFALO PORTANO SUI PALCHI ITALIANI IL MUSICAL RESO FAMOSO DAL FILM CON LIZA MINNELLI di Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it

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i si ritrova a Berlino, indietro di un secolo, tra ballerini, prostitute e uno scrittore. Ma anche costumi colorati, un’orchestra, musica e balli. Arturo Brachetti, che cura anche la regia insieme a Luciano Cannito, e Diana Del Bufalo portano nei teatri italiani il musical Cabaret: sfarzo e bella vita in un mondo che sta per cambiare a causa dell’ascesa del nazismo. La tournée tocca le principali città, da Roma a Milano, da Genova a Firenze, da Bologna a Bari, per concludersi il 25 febbraio a Napoli. La trama del musical? [A] Lo spettacolo è tratto dall’autobiografia di Christopher Isherwood Addio a Berlino. È una storia vera, diventata un musical nel 1966 e resa famosa dal film del 1972 con Liza Minnelli. È l’ultima notte del 1929, Berlino è una calamita per tantissimi intellettuali, frenetica ed elettrizzante, dove si respira libertà sociale e sessuale. Nel suo soggiorno in città, l’autore conosce una soubrette simpatica e dall’energia dirompente. E voi come vi siete trovati a lavorare insieme? [A] Diana interpreta una ragazza solare. È logorroica, disarmante e ironica, come nella vita. Come professionista è mostruosa e ha una voce d’eccezione. [D] Lui è fantastico. È un amore di uomo. Nel lavoro è uno stacanovista, diversamente da me. Come regista lascia fare con discrezione. I vostri personaggi chi sono? [A] Il mio è Emcee, un tipo irriverente, folle, libertino e qualunquista. È sicuro di quello che fa, pensa che il cambio politico imminente non lo riguardi. [D] Io sono Sally Bowles. Una ragazza esuberante, aperta sessualmente, che sembra superficiale ma è una tenerona, si nasconde dietro la spavalderia. In lei metto molto di me stessa. Arturo, qual è il tuo tocco personale nella regia di Cabaret? [A] Una macchina scenica che ruota: una giostra che consente di passare, in pochi secondi, dal locale notturno alla pensione e al negozio di frutta. Io e Luciano abbiamo pensato a una versione quasi cinematografica, con ritmi serrati e primi piani resi attraverso una luce mirata sui volti. I numeri del cabaret sono tutti reinventati. È una commedia musicale, ma anche un ottovolante emotivo. Diana, il rischio del confronto con Liza Minnelli ti ha pre-

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occupata? [D] È un’attrice che mi fa impazzire, ma io non ci azzecco proprio nulla. So di non poter essere lei e quindi propongo una rappresentazione tutta mia, dianesca. Nel musical si intravedono anche limitazioni alle libertà personali e comportamenti razzisti contro gli ebrei. Purtroppo, è tutto molto attuale… [A] Sì, nella trama si respirano libertà e tolleranza, ma c’è anche un’aria di totalitarismi e nazionalismi, quelli che provocano violenza e grandi ferite. [D] Nella storia ci sono e ci saranno sempre dittature, tempi bui e guerre, sebbene l’umanità si sia evoluta. È un mondo che spesso non accetto. Per questo ho trovato una via di fuga: recitare. Arturo, a proposito di evasione, sei un notissimo trasformista: l’illusione prevale sulla realtà? [A] Io sono un maestro del sogno. Quando le cose non vanno bene, invento un mondo parallelo. Ma il teatro è come l’amore: si fa comunque dal vivo. Diana, tu sei un volto televisivo. Questa è una delle rare volte in cui fai teatro, come ti sei trovata? [D] Negli anni ho sostenuto tanti provini per i musical, ma nessuno mi prendeva. Invece, circa tre anni fa, Luciano mi ha proposto Sette spose per sette fratelli e poi è arrivato Cabaret. Fare teatro è perfetto: mi piace svegliarmi tardi, di giorno ho tempo per me e la sera recito, canto e ricevo una grande ondata di carica per il mio ego. Chi non vorrebbe fare questo mestiere? brachetti.com arturobrachetti dianadelbufalo


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IL RAPPER TEDUA GIRA L’ITALIA FINO AL 13 DICEMBRE CON UNA SERIE DI LIVE SCENOGRAFICI DA RAGGIUNGERE IN FRECCIAROSSA, TRENO UFFICIALE DELLA TOURNÉE

Photographer and creative director © David LaChapelle

di Gaspare Baglio

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uesto è sicuramente l’anno di Tedua. Il rapper genovese, classe 1994, sta raccogliendo un consenso dopo l’altro grazie all’album La Divina Commedia, un successo certificato triplo disco di platino, rimasto in cima alle classifiche di vendita per 12 settimane. Il lavoro vede anche diversi featuring: da Sfera Ebbasta a Rkomi, passando per Bresh, Marracash, Lazza e Geolier. Alla base della musica di questo artista c’è il flusso di coscienza, espressione verbale di pensieri ed esperienze di vita, che rendono i suoi testi raffinati e sinceri. La prima tournée nei palazzetti, partita da Jesolo (Venezia) il 28 ottobre, già completamente sold out, prosegue a Firenze il 4 novembre, a Roma l’8 e il 9, a Genova l’11, a Milano il 13 novembre e poi il 4, 5 e 13 dicembre, a Bologna l’8, a Napoli il 10 e a Torino il 12. I fan con meno di 30 anni possono raggiungere i live del loro idolo in Frecciarossa – treno ufficiale del tour – e Frecciargento, grazie all’offerta FrecciaYOUNG, a 19 o 29 euro a seconda della relazione di viaggio, ossia della lunghezza della tratta scelta. Tedua, com’è questo tour? Il più bello che ho fatto, uno show completo con tanto di scenografia e grafiche. Ci immergiamo in un’ambientazione teatrale su diversi livelli che richiama i gironi infernali con lava e rocce. Una cosa così credo che non si sia mai vista. Senti il peso della responsabilità, visto il gran successo che stai avendo? L’ho sentito prima di fare uscire il disco: c’era molta attesa e sapevo che sarebbe stato il goal della mia carriera fino a ora. Fino a quando non finirò la tournée e non uscirà la deluxe edition della Divina Commedia, non potrò fare il punto e guardare al futuro. Il pubblico ti ha dato una bella risposta a suon di sold out. È stata una vera sorpresa. Speravo nel tutto esaurito, ma non così velocemente, soprattutto in città dove non è

scontato riempire un intero palazzetto. Abbiamo venduto più di centomila biglietti. Che artista sei? Poliedrico. Oltre a cantare ho recitato nel film L’ombra di Caravaggio di Michele Placido e ho posato per David LaChapelle, il miglior fotografo della cultura pop. Esperienze che mi hanno stimolato molto. Dopo un inizio nell’urban sto virando verso il mainstream. Non mi reputo superficiale: sono affascinato dalle dinamiche esistenziali e sociali e dalla profonda comprensione della realtà umana. Perché hai intitolato l’album La Divina Commedia? È un’opera che fa parte dell’immaginario collettivo. Mi sono ispirato al concept del viaggio. Un percorso introspettivo che, nella vita, si può intraprendere ciclicamente. L’inferno può sempre tornare. Come descriveresti questo viaggio? Gli inferi rappresentano l’assenza di consapevolezza del perché si sta male, il purgatorio è il metro di misura della coscienza, mentre il paradiso è proprio il raggiungimento della consapevolezza unita al coraggio di superare i propri limiti. La spiritualità è la chiave di lettura della vita. Da artista, come ti poni in uno scenario mondiale diviso tra guerre e problemi ambientali? Nel mio piccolo rispetto il pianeta, ma non ho le competenze per essere portavoce di certe tematiche. Più in generale, bisogna cercare sempre le informazioni giuste e ascoltare tutte le campane oltre il pensiero unico, ma senza fare il bastian contrario dei mass media per partito preso. È importante avere spirito critico e parlare solo se si conoscono bene i fatti, senza fare retorica pressapochistica. Se ti dico Sanremo che rispondi? Vedremo, fa pure rima. tedua_wildbandana 29




si pronuncia Falkensteiner. Si pronunciano Falkensteiner anche le ciaspolate e le escursioni, lo sci da fondo, lo scialpinismo, il pattinaggio sul ghiaccio, le gite in slitta, le corse in slittino… tutto quello che la tua voglia ti suggerisce, Falkensteiner lo realizza. Vivi l’inverno al 100% in uno dei nostri splendidi e accoglienti Hotel. Goditi la montagna al suo meglio. LASCIATI I SPIRARE

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UN TRENO DI LIBRI

Invito alla lettura di Alice Semioli [scrittrice, frequenta l’accademia Molly Bloom*]

SCIARA NEL ROMANZO D’ESORDIO DI MARINA MONGIOVÌ UNA SICILIA FANTASTICA E INSOLITA, STRETTA TRA IL VULCANO E LA PIANURA, DENSA DI MEMORIE D’INFANZIA

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e Sicilie sono tante, non finiremo mai di contarle», scriveva l’autore ragusano Gesualdo Bufalino. Tra queste, c’è la Sicilia torrida e fantastica di Sciara, opera esordiente di Marina Mongiovì, che si unisce alla collana Talè della casa editrice palermitana Kalós. Il libro racconta di un mare invisibile, di una terra deserta e sonnolenta da cui gli abitanti scappano lontano o dove restano fino a morire. Sciara è il paese di provincia in cui Teresa, fin da piccola, trascorre l’estate a casa di sua nonna. Qui, ogni anno, le donne di famiglia si riuniscono come sacerdotesse per celebrare il rito più atteso della stagione: la passata di pomodoro. Tra pentoloni bollenti e foglie di basilico, la canicola pomeridiana porta a rivivere storie leggendarie, ricche di persone e cori, popolari superstizioni e adulteri che si susseguono come nel gioco del telefono senza fili. L’autrice ci accompagna con stile armonioso e sicuro nella narrazione, delineando personaggi e storie senza riserve. A fare da protagonista è una memoria frammentata, l’unica possibile, eppure i suoi pezzi sono dolcemente legati tra loro. «La

vita non è una linea retta», afferma una delle voci del racconto, e non lo è nemmeno il romanzo di Mongiovì. È invece un elettrocardiogramma che dalla sua linea principale tratteggia balzi più o meno alti, dove si inseriscono personaggi mistici e ciarlatani, ma anche prostitute e neonate coi denti, cavalli dalle teste mozzate e zie che portano iella. L’esordio felice dell’autrice segna un’attenzione importante a quel substrato vivo che spesso accompagna l’infanzia di tutti, con vicende narrate che somigliano a racconti, a fotogrammi di un mosaico colorato ed elegante, capace di donare vitalità alla lettura. La Sicilia di Sciara è legata a un paesaggio differente rispetto a quello che siamo abituati a immaginare: l’isola descritta è senza mare, ritorta sui suoi confini invalicabili. Le sciare sono le colate di magma dei vulcani che subito si pietrificano facendosi deserto. In quello spazio, tra il vulcano e la pianura, si scrive di un’altra Sicilia, quella che vive in bilico tra il sogno e la realtà, e che si fa ogni pagina sempre più contrastante e vorticosa. A sottolineare l’atmosfera onirica della narrazione, l’isola non viene mai nominata, diventando quasi

un luogo segreto e simbolico, dove l’autrice e il lettore si incontrano. Forse si teme che, pronunciandone il nome, smetterebbe di esistere e con sé anche le storie e i personaggi che la abitano.

Kalós, pp. 168 € 15

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UN TRENO DI LIBRI

BRANI TRATTI DA SCIARA Non tornano più Donna Mimma toglieva il malocchio coi suoi rituali magici. È seppellita in qualche loculo del cimitero, ma non c’è stata riunione familiare senza che, almeno una volta, venisse nominata. Una diaspora di compaesani, partiti tutti verso Nord. A cercare lavoro, a studiare, a trovare sé stessi, l’ordine e la modernità. Scappano sopra le corriere, i treni, gli aerei; qualcuno va per mare o in automobili cariche di ogni bene. Sono i compaesani che si sono sistemati e tornano solo per visitare vecchi genitori, mettere un fiore su una tomba e per mangiare cannoli e sanguinelli, per portare l’olio buono o la passata di pomodoro fresco. Quelli che hanno nostalgia, quelli che dicono che tornano ma non tornano più. […]

Il fuoco di San Giovanni bruciava frascame, erbe selvatiche, frutti marci e roba vecchia. Per allontanare la malasorte, il maligno e scongiurare le avversità. Le ombre si facevano più lunghe sui muri di pietra, lo scoppiettio era secco e continuo. Che fine gloriosa, nel rogo che purifica e ascende. Nessun olio di iperico avrebbe rimediato le ustioni di quella lunga notte. […] Tra presente e passato Il rito del pomodoro non ha risparmiato nessuna estate della sua vita; da bambina con la madre e la nonna, poi con le figlie, e adesso che sono maritate tutta sola conserva l’estate dentro barattoli di vetro da mezzo litro. In questa casa anonima, simile a milioni di altre case, ha vissuto il dramma che milioni di donne conoscono: l’essere cornuta. Incinta e cornuta. Se continuo a tenere le palpebre chiuse, sono picciridda; 34

© DashaKurinna/AdobeStock

Allontanare la malasorte Mamma Alfina non si dava pace, le femmine della famiglia e le figlie delle comari si erano sistemate trovando marito e avevano partorito nipoti a cadenza biennale. Ben presto si convinse che doveva esserci l’intromissione del maligno, qualche occhio grondante di perfidia era rimasto impigliato, creando un intreccio inestricabile, nei cappelli neri della figlia. Così, quasi ogni settimana, tra i vapori della cucina, donna Mimma tratteneva Anna a schiena dritta. Chiamata da mamma Alfina, la donna entrava in casa con l’aria fiera di chi possiede un dono raro. Teneva sulla testa della ragazza un piatto con dell’acqua, immergeva i polpastrelli della mano destra in una ciotola con dell’olio d’oliva, faceva cadere delle piccole gocce al centro del piatto e con la punta dell’indice tracciava dei segni magici sui bordi. Da come le gocce di olio si disponevano nell’acqua, si confermava il sospetto di iettatura.

con le ciliegie all’orecchio, le ginocchia rotte, i capelli appiccicati alla schiena nuda, un desiderio di gelato al cioccolato e dentro i pugni delle biglie blu. Oltre la finestra il nespolo si muove con più forza, un’atmosfera sabbiosa ha ricoperto l’aria e cambiato forma alle cose. La montagna è un confine appena accennato; una riga di matita in mezzo al deserto. La campagna vibra con


Un assaggio di lettura Quel lembo di terra La casa stava in mezzo, tra il nero delle sciare e il blu del mare. Quando Nina lavorava in cucina poteva vedere se c’era quiete o burrasca; dalla finestra della stanza da letto seguiva il contorno del vulcano, il pendio di roccia e macchia verde che, in estate, odorava di timo e finocchietto marino. L'isola al mattino aveva il suono delle onde, del frinire delle cicale, lo strido dei gabbiani e della televisione, accesa sulle trasmissioni di cucina. Nina aveva trascorso quasi tutta la vita su quel lembo di terra ma non si era mai abituata al silenzio, intervallato solo dai suoni di una natura semplice e selvatica. Le mancavano le grida dei bambini per i vicoli del paese, degli ambulanti, il vocio delle comari. Aveva però imparato a cucinare il pesce che pescava suo marito Orazio: fritto, bollito, in brodo, in pastella. Dentro alla pasta, coi molluschi e i pomodori datterini. Riusciva ad aprire i ricci e a immergere il polpo nell'acqua bollente, ancora vivo. Sapeva come dosare i capperi che lì crescevano dappertutto. Non era stato sempre così. I primi tempi, gli occhi di quelle piccole bestie le davano pena. Quegli animali agonizzanti, tra i polpastrelli, le facevano risalire la nausea: la pesca ancora trepidante, che suo marito le portava con grande orgoglio, aveva un odore insopportabile. […]

tutte le foglie degli aranci che cantano e lo scirocco s’è mangiato il sole e l’orizzonte. Cinque rintocchi di campana e il passaggio sgangherato di una motoape sospendono la quiete meridiana che, nel sogno, è stata affollata da volti e storie. Evocazioni confuse, tra presente e passato, che vorticano sul basolato, insieme ai miei capelli, formando un mulinello scuro. […]

Fofò L'orologio segnava le quattro del pomeriggio, Fofò poggiava un piede incerto sul predellino e l'altro, più sicuro, sull'asfalto. Il capostazione gli faceva un cenno di saluto e lui bofonchiava qualcosa di indecifrabile. Aveva sessanta o forse ottant'anni; la faccia corrosa dal sole non permetteva di definirne l'età. Portava una barba fitta, una chioma di ricci imbiancati e pochi denti marci rimasti in bocca. Era alto e smilzo, come le canne che crescevano vicino al greto del fiume. Al collo aveva una catena d'oro, con un piccolo crocifisso; vestiva una maglia del Milan e dei jeans sbiaditi, che emanavano puzzo di fumo e alcool. Fofò trascorreva le sue mattine in città; partiva con la littorina delle sette e scendeva al capolinea che profumava di caffè e gasolio. Lo conoscevano tutti: i bigliettai; il tabaccaio che gli offriva qualche sigaretta; il barista e gli impiegati delle ferrovie che non gli facevano mancare un panino o un pezzo di rosticceria. Non se ne andava in giro, rimaneva lì; passeggiava al limite della linea gialla e guardava i pendolari. Poi scendeva nei sottopassaggi e andava fino al binario sei, dove sedeva per ore su una panchina di marmo. Da lì, poteva guardare il mare. […] La sposa Sarina si guardava allo specchio e si vedeva già dentro all'abito candido, mentre attraversava la navata centrale, con gli occhi degli invitati puntati su di lei. Colonna sonora: la marcia di Schubert. Avanzava sicura, nella sua stanza, su zeppe di dieci centi35


UN TRENO DI LIBRI

Un assaggio di lettura

metri e con in mano un mazzo di fiori finti. Turi l'aspettava all’altare. Lo immaginava fasciato in un raffinato abito blu, coi baffi e la brillantina; bello, come gli attori dei fotoromanzi che teneva sul comodino. In casa Nicolosi era un continuo viavai già dal mese di aprile. Nel salotto c'era una tavola imbandita con ricami e merletti, fiori freschi e ciotole per offrire agli ospiti paffuti confetti dal cuore di mandorla. Giorno dopo giorno quel tavolo si riempiva di generosi presenti per gli sposi: gonfie buste con felicitazioni, vasi, servizi da tè, cornici in argento e capezzali con la Sacra Famiglia. Erano tutti in preda a una gioiosa e nevrotica euforia: si lucidava l'argenteria; si controllava il corredo; si contavano le bomboniere; si andava dalla sarta a provare gli abiti da cerimonia, con cadenza settimanale.

© mivod/AdobeStock

Il sugo della festa Sul fondo argenteo scoppietta la cipolla. La pentola alta, quella delle occasioni, troneggia sui fornelli. Carmela ha fritto le polpette e ha disposto tutti i tagli di carne sul tavo-

lo. Annegheranno dentro la passata di pomodoro quando arriverà il loro momento. Non prima e non dopo: ogni cosa a suo tempo. In principio saranno i pezzi di carne: solidi, fibrosi sanguinolenti. Poi toccherà allo stinco, alla carne con l'osso, alla cotenna di maiale, grassosa e rigida, che Carmela ha lavato e privato di ogni residuo di peluria. Si susseguiranno filari di salsicce, puntine e infine le polpette. Per ore, in quel ribollire, si compirà il miracolo del sugo della festa. Niente di strano, se non fosse un mercoledì di fine agosto con lo scirocco che grava sul respiro. Il sugo si addice alle domeniche invernali, quando si preparano le lunghe tavolate di famiglia. Pure il carnezziere ha trovato inusuale quell'estiva richiesta di cotenna, ma lei voleva un signor maiale ed è stata accontentata subito con il carico di carni del martedì. Con un certo compiacimento, Carmela avvicina le narici alla bottiglia di vino scuro. Sfuma la carne che ora sfrigola emanando un sentore di sangue e alcool. […]

*ACCADEMIA MOLLY BLOOM La nostra rubrica Un treno di libri è a cura di Molly Bloom, l’accademia fondata a Roma da Leonardo Colombati ed Emanuele Trevi, che riunisce alcuni dei migliori scrittori, registi, sceneggiatori, musicisti e giornalisti del Paese. Con un unico fine: insegnare la scrittura creativa per applicarla ai campi della letteratura, della musica, dello spettacolo, dei media e del business. mollybloom.it 36


Lo scaffale della Freccia a cura di Gaspare Baglio e Sandra Gesualdi

L’ETÀ DELL’ENTUSIASMO

PARADISI PROIBITI

IO NON SCENDO

Angela Terzani Staude Longanesi, pp. 398 € 25 Vite intense, condivise, trascorse senza sosta e viaggiando a lungo. Angela Terzani Staude rivive gli anni trascorsi col marito e giornalista Tiziano raccontando le loro biografie intrecciate ai grandi avvenimenti del ‘900. Tutto comincia nell’estate del ‘57 a Firenze: la diciottenne Angela incontra un giovane studente dalla prorompente voglia di scoprire il mondo. Temerari, ribelli e animati dalla passione politica, Angela e Tiziano proseguono la loro esistenza insieme, in ogni dove.

Claudio Pescio Giunti, pp. 272 € 29 Dalla Fornarina di Raffaello Sanzio ai Due amanti di Giulio Romano, fino alla Susanna e i vecchioni di Tintoretto e a quella di Rembrandt. Protagonisti di queste opere sono corpi nudi, sguardi seducenti, scene di piaceri carnali o passioni furtive consumate su tele vivide e provocatorie. L’autore e storico dell’arte raccoglie in questo volume dipinti celeberrimi e quadri meno noti accumunati da storie scandalose e realizzati tra il Rinascimento e il primo ‘900.

Laura Leonelli Postcart edizioni, pp. 224 € 20 Per secoli le figure femminili sono rimaste ai piedi degli alberi come radici, destinate a nutrire le esistenze di quel maschile eternamente libero che si arrampica su ogni fusto crescendo e conquistando spazio. Alcune donne si sono ribellate e sono salite sui rami. Il libro raccoglie i ritratti di alcune di loro – bambine, ragazze, mogli, madri – scattati tra la fine dell’800 e gli anni ‘70. A quei volti sconosciuti si intrecciano voci di importanti personalità come, tra le altre, Louisa May Alcott e Voltairine de Cleyre.

LA NAVE DI FUOCO

PARLESIA

IL FATTACCIO

Nicolò Carnimeo Mursia pp. 224 € 20 Francesco Caracciolo è uno dei più grandi uomini di mare italiani, l’unico a mettere sotto scacco la flotta dell’ammiraglio Horatio Nelson. Il libro racconta l’avventura giovanile che cambia il suo destino e quello di Napoli, la sua città. Tra la capitale del Regno dei Borbone e Algeri si snoda una vicenda che ha per protagonista il caffè. Sarà proprio Caracciolo a portare nella città partenopea il prezioso chicco di arabica che ne è poi diventato il simbolo indiscusso.

Valeria Saggese Minimum Fax pp. 184 € 17 La parlesia è un gergo segreto che i musicisti ambulanti napoletani (chiamati posteggiatori) hanno adottato per difendersi da impresari improvvisati e impostori. Tra la metà gli anni ‘60 e ‘70 la lingua è stata legittimata dai nuovi cantanti partenopei che amavano la tradizione. Un affresco storico-sociale ricco di aneddoti e testimonianze di grandi artisti: da James Senese a Enzo Gragnaniello, da Tullio De Piscopo a Gigi D’Alessio, da Clementino a Valentina Stella.

Antonio Rezza La Nave di Teseo pp. 240 € 19 Il corpo è da sempre territorio d’indagine per Antonio Rezza, artista di teatro teso alla sperimentazione. E lo è anche in questo libro in cui un maniaco, facendo ritrovare per la città parti smembrate di una donna, sfida la polizia in una lotta contro il tempo per salvare la sventurata. A capo dell’operazione un commissario tormentato e irriverente, che inizia una ricerca disperata ed esilarante. Il genere poliziesco si traforma, muta, diventa picaresco fino a che il giallo non viene risolto.

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DESTINAZIONE: ECCELLENZA ACCADEMICA Scopri le Scuole Internazionali Inspired in Italia www.inspirededu.com/contact-us/enquire-now


UN TRENO DI LIBRI

Invito alla lettura ragazzi di Alex A. D’Orso - an.dorso@fsitaliane.it

LA CASA DI LOLA LA FIABA CONTEMPORANEA DI NADINE BRUN-COSME RACCONTA LA GIOIA DI SCOPRIRE IL MONDO MA ANCHE LA DOLCEZZA DI TORNARE A CASA

L

ola vive in una casa gialla in cima alla collina. Una sera vede dalla finestra della cucina qualcosa che brilla e, incuriosita, lascia per la prima volta l’abitazione per andare a scoprire di cosa si tratta. Si ritrova di fronte un lago azzurro e tiepido in cui immergersi è una vera goduria: gioca con l’acqua, sente il suo corpo muoversi tra i flussi e pensa che le piacerebbe restare lì per sempre. Poi, però, qualcosa la spinge a muoversi di nuovo. Una luce che non aveva notato prima la attira nel bosco e così decide di entrarci. Cammina fino a scoprire un fuoco che fiammeggia impetuoso e pensa che questa potrebbe essere la Un’illustrazione di Beatrice Cerocchi tratta da La Casa di Lola sua destinazione, ma qualcos’altro attira la sua attenzione. Un passo dopo l’altro si spinge sempre più lontano da casa, abbastanza vicino, eppure invisibile intraprendendo un viaggio fisico e se non si guarda nel modo giusto, se metaforico alla scoperta del mondo non si allena la curiosità verso l’ignoto. che la riporta, nelle ultime pagine, al Così, situazioni e luoghi prima sconopunto di partenza. sciuti diventano all’improvviso conLungo la strada raccoglie percezioni fortevoli e familiari, e il concetto di ed emozioni, attiva tutti i sensi per casa si allarga per includere tutti gli non perdersi nulla di ciò che la cirspazi, sia fisici che immateriali, dove conda. Una frase scandisce questo ci si sente tanto bene da non voler racconto circolare e anticipa i moviandare più via. Una gioia che arriva menti della protagonista: «Non me a chi legge anche attraverso i toni n’ero mai accorta o forse non ci avecaldi usati da Beatrice Cerocchi per vo fatto attenzione». Lola la pronunillustrare questa storia di crescita e cia regolarmente prima di mettersi scoperta. Alla fine, Lola tra le quattro in cammino verso ogni luogo che la mura ci torna davvero ma non è più la chiama a sé. La sequenza di parole stessa: carica di nuovi colori, visioni e suona quasi come un mantra capace impressioni del mondo può rilassarsi di dare vita a una specie di magia che e cominciare a immaginare la prossiconsente alla ragazza di notare semEdizioni Clichy, pp. 40 € 19,50 (da 5 anni) ma avventura. pre di più la bellezza di quello che è 39


Lo scaffale ragazzi a cura di Claudia Cichetti

UN TRENO DI LIBRI

VIAGGIO IN ITALIA

IL GRAN MISCUGLIO

Hyeeun Kim Terre di mezzo, pp. 44 € 18 (per tutti) In questo libro di sole figure chi legge può immaginare le parole del racconto. Tutto comincia con un temperamatite, i trucioli diventano alberi, nasce un bosco dove vivono volpi, lepri e uccelli. Arriva poi l’uomo, taglia i tronchi e li porta in una fabbrica per ricavarne pastelli colorati da mettere in vendita. Ad acquistarli in un colorificio è una bambina che li usa per ridisegnare l’intera foresta. Un silent book per tutte le età che emoziona e invita a riflettere sulla nostra impronta ecologica.

Gianni Rodari, illustrazioni Elenia Beretta Einaudi Ragazzi, pp. 160 € 13,90 (da 6 anni) Nelle filastrocche e nei racconti del pedagogista piemontese si possono incrociare tanti luoghi d’Italia: fiumi e montagne, palazzi e strade, città e province. Ci sono il mare Adriatico, la spiaggia di Ostia ma anche il Vesuvio con la tosse, l’ago di Garda e la città di Como trasformata in comò da un accento dispettoso. Una geografia fisica e fantastica ricostruita in questa antologia per giovani lettori e lettrici che è un invito a viaggiare lungo il Paese servendosi anche della fantasia.

Riccardo Bozzi, illustrazioni Zosienka Aboca Edizioni, pp. 40 € 18 (da 4 anni) Dopo una notte ventosa, tutti gli animali del mondo si svegliano con un aspetto insolito: il leone ha addosso le strisce della zebra, la volpe ha i colori e l’odore di una puzzola, il dromedario è a macchie, come un cane dalmata. Si sono scambiati il manto e ora appaiono rimescolati. Alcuni di loro sono disorientati, altri euforici all’idea di sperimentare sensazioni mai provate prima. Un libro dal tono giocoso che spinge a ripensare il concetto di diversità e stimola l’esercizio dell’empatia.

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LA MATITA

BERLINO 1936 GIUSEPPE ASSANDRI

pelle. uomo,

I Giochi Olimpici del 1936 rappresentano un evento epocale che segna la nascita dello sport moderno. Concepiti come strumento di propaganda del nazismo, vengono trasmessi, per la prima volta al mondo, dalla televisione e celebrati in un film. È in questa circostanza che Luz Long, uno degli atleti di punta della Germania, e Jesse Owens, il campione statunitense afroamericano, si sfidano nel salto in lungo sul prato dell’Olympiastadion di Berlino. Ma accade l’imprevedibile: Owens sbaglia i primi due salti, gliene resta solo uno per tentare di accedere alla finale. Il tedesco – già qualificato – si avvicina, gli dà dei suggerimenti, Jesse lo ascolta e vola: sarà oro e record olimpico. Al termine della gara i due, emozionati, si abbracciano, fra i boati della folla. È un momento che le immagini fisseranno per sempre, consegnandole alla storia. Questo libro è il racconto, in parallelo, di due esistenze molto diverse fra loro – quella borghese di Long e quella segnata dalla povertà di Owens – e insieme la storia di un incontro e di un’amicizia capaci di abbattere le barriere dell’odio e della diversità. Jesse e Luz si scriveranno per tutta la vita, fino alla tragica morte di quest’ultimo nel 1943, a testimonianza di un legame che stringerà anche le loro famiglie.

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BERLINO 1936

CROMOROMA

IL LIBRO DELLA PACE

Giuseppe Assandri Edizioni San Paolo, pp. 192 € 16 (da 12 anni) Alle Olimpiadi di Berlino del 1936 Luz Long è l’atleta di punta della Germania per il salto in lungo, il campione afroamericano Jesse Owens rappresenta invece gli Stati Uniti. Un giorno, durante una gara, lo statunitense sbaglia i primi due salti e il tedesco, già qualificato, gli dà dei suggerimenti per superare l’ultima prova. Jesse lo ascolta e vola in finale, proprio a discapito di Luz. Un libro che parla del potere dello sport e dell’amicizia, in grado di abbattere i muri dell’odio.

Emilio Lecce Gallucci, pp. 64 € 16,50 (per tutti) Il panorama di Roma dal Gianicolo, uno scorcio del Colosseo, un angolo di piazza di Spagna, un ritratto di Porta Portese. Questo libro, con testo anche in inglese, raccoglie 30 illustrazioni in bianco e nero della Capitale. Chi lo sfoglia può decidere di ammirare le vedute limitandosi a osservare il lavoro raffinato dell’artista oppure può riempire i disegni con i colori che preferisce, interpretando la città ed esercitando la fantasia. Un coloring book per scoprire la Capitale in modo originale.

Bernard Benson, illustrazioni Alec Trenta Sonda, pp. 224 € 22,90 (da 9 anni) I ragazzi e le ragazze sono capaci di grandi azioni quando viene data loro la possibilità di provarci. Lo dimostra questo racconto, un classico sul tema della pace, in cui un ragazzino riesce a spiegare ai capi di Stato la follia delle guerre e la necessità di uscire dai conflitti il prima possibile. Tutte le bambine e i bambini si uniscono e portano avanti un’iniziativa che riesce a risolvere i contrasti e a riportare tra i popoli la pace. Per continuare a immaginare un mondo migliore.



INCONTRO

LE MIE RINASCITE EDOARDO LEO VIAGGIA VERSO UN ANNO DI TEATRO CON LO SPETTACOLO TI RACCONTO UNA STORIA. SENZA DIMENTICARE IL CINEMA, CON UN FILM IN USCITA E IL DOPPIAGGIO DI UN CARTOON di Gaspare Baglio

«H

gasparebaglio

o deciso di fermarmi col cinema e sto girando l’Italia con una tournée teatrale che mi porta a prendere spesso il treno». Edoardo Leo parla dell’avventura in corso con lo spettacolo Ti racconto una storia, un reading in cui è protagonista assoluto, che lo terrà impegnato in palcoscenico fino al 14 aprile. Una scelta, quella di allontanarsi (solo momentaneamente) dal grande schermo, maturata dopo successi come Smetto quando voglio, Perfetti sconosciuti, La dea fortuna, Era ora e Lasciarsi un giorno a Roma (di cui è anche regista). Senza contare che, dal 21 novembre, l’artista romano presta pure la voce a Leo nell’omonimo cartoon di Netflix. Partiamo dal tour di Ti racconto una storia, che sembra non finire mai. Porto in scena questo spettacolo da sette anni: è un contenitore completamente cambiato. Data dopo data modifico le storie, anche in base alle città in cui mi esibisco. Raccolgo

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racconti e li scrivo in treno: sono tutti testi miei. Ho deciso di fare questo gran finale dello show con una tournée lunghissima partita a ottobre dal Teatro Petruzzelli di Bari. Chiudo a Roma il 14 aprile, ma ci torno anche per uno speciale di Capodanno il 31 dicembre, all’Auditorium Parco della musica. Negli ultimi anni molti teatri hanno chiuso e diverse strutture sono ormai abbandonate. Che ne pensi? Nonostante stiano abbassando il sipario strutture importanti, la richiesta di spettacoli dal vivo è fortissima. Motivo per cui noi artisti stiamo girando il Paese con le nostre rappresentazioni. Il teatro ha una funzione sociale: è una chiesa laica dove una comunità si incontra per ridere e


© Chiara Calabrò

Edoardo Leo durante lo spettacolo Ti racconto una storia 43


INCONTRO

piangere insieme. Personalmente, è un modo per guardare le persone in faccia, parlare con loro. E farmi venire in mente nuove storie. È a rischio chiusura anche il Globe Theatre di Roma, fondato da Gigi Proietti. Sono molto legato alla famiglia Proietti: l’ultima intervista a Gigi l’ho fatta io, proprio dentro al Globe, per il documentario Luigi Proietti detto Gigi. Con l’aiuto dell’Unione nazionale interpreti del teatro e dell’audiovisivo farò tutto il possibile e anche di più per non fare chiudere quel luogo di aggregazione. Proietti ci ha regalato un posto dove incontrarsi: il Globe ha consentito a molti ragazzi di riscoprire Shakespeare. Torniamo a te: perché hai deciso di frenare sul cinema? Vengo da anni molto belli. Dopo le riprese dalla fiction Rai Il clandestino,

volevo respirare e riappropriarmi del senso primordiale del mio lavoro: il teatro. Ti racconto una storia è un buon allenamento, almeno la metà dello spettacolo è improvvisazione pura. È stata una scelta rigenerativa: ero scarico dal punto di vista emotivo, volevo ripartire da me. Sul palco parli anche di attualità? Il compito degli artisti non è solo quello di alleggerire, bisogna anche raccontare in maniera critica la realtà intorno a noi. Partendo da una singola storia si possono fare considerazioni politiche e culturali. L’attualità mi serve per parlare di anime tormentate, gli esseri umani mi incuriosiscono. Che cosa ti interessa maggiormente? La capacità di risorgere dopo un fallimento, la caduta usata come trampolino per una rinascita, la scintilla che ci proietta più in alto. Tutte cose che ho attraversato nella mia vita e ho usato

© Luca Dammicco

Edoardo Leo mentre doppia il film d’animazione Leo

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per emanciparmi. Quante volte sei rinato? Parecchie. Ho avuto successo superati i 40. In 30 anni di gavetta, le cose belle sono accadute negli ultimi otto. Il resto del tempo è stato un mix di fatica, disciplina, momenti di caduta e sconforto assoluto. Ne parlo anche nello spettacolo: nonostante sia riservato, lì racconto la mia vita, è l’unica situazione in cui mi metto a nudo. Non voglio insegnare niente, ma se qualcuno impara qualcosa dal mio percorso per me è un orgoglio enorme. Tratti anche il tema dell’ecologia? Certo. Abbiamo tardato troppo a prendere in mano questi temi, non possiamo mettere la testa sotto la sabbia. Parlo dei cambiamenti climatici, della natura e di come ci siamo improvvisati maestri d’orchestra in una cosa troppo più grande di noi. Questa estate al 77esimo Locarno


© Andrea Pirrello

Leo sul set di Non sono quello che sono

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INCONTRO

Film Festival hai presentato il film Non sono quello che sono, rivisitazione dell’Otello di Shakespeare, di cui sei anche regista. Di cosa parla? La pellicola sarà nelle sale i primi mesi del 2024 e affronta il tema della violenza di genere: abbiamo superato le 80 donne uccise dall’inizio dell’anno. Un grande classico come l’Otello parla, a tutti gli effetti, di un femminicidio. Il rapporto col patriarcato e la nostra mascolinità tossica sono un triste modello per tragedie che ancora accadono. Com’è stato accolto il film? Uno dei momenti professionali più

belli, con ottomila persone a riempire la piazza Grande di Locarno. Ho percepito quanto questo lavoro, violento e brutale nei confronti dei sentimenti, sia arrivato al pubblico. C’era un silenzio irreale, uno dei più belli a cui mi sia capitato di assistere. Dopo Il Re Leone, nel quale doppiavi il suricato Timon, dal 21 novembre, su Netflix, sei la lucertola Leo. Questa volta non canterò Hakuna Matata, ma darò voce a un animale anziano: convinto di essere alla fine della vita, cerca di aiutare i bambini in difficoltà. Qualcosa che ancora non hai fatto?

© Fabio Lovino

Barbara Ronchi ed Edoardo Leo nel film di Netflix Era ora

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Stiamo lavorando su una grande coproduzione internazionale in cui sarò anche regista. E poi mi piacerebbe essere diretto da cineasti italiani che stimo come Paolo Virzì, Gabriele Salvatores e Mario Martone. Oggi come ti definiresti? Quando si prova a farlo si finisce per descrivere come si vorrebbe essere non come si è realmente. Il mio modo per definirmi è raccontarmi: un viaggio che continua per tutta la vita. edoardoleo.com edoardoleo


BIA


IN VIAGGIO CON

L’UOMO DEL DIALOGO

ALLA GUIDA DI COLDIRETTI DAL 2018, ETTORE PRANDINI CREDE NEL MADE IN ITALY E NEL CONFRONTO CONTINUO CON GLI ASSOCIATI DEL MONDO AGRICOLO di Andrea Radic

I

Andrea_Radic

andrearadic2019

l confronto e il dialogo sono gli strumenti dialettici e umani che preferisce utilizzare. L’energia e la passione per il lavoro rappresentano il suo nutrimento quotidiano. Ma sono la curiosità e la continua ricerca di ogni possibile rapporto costruttivo a fare di Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, la più ampia associazione di categoria del Paese, un uomo capace di ottenere la fiducia delle persone. Al Villaggio Coldiretti, allestito al Circo Massimo di Roma per tre giorni a metà ottobre, con l’obiettivo di far incontrare agricoltori e cittadini, sono passati due milioni di persone e diversi rappresentanti del Governo hanno portato il loro contributo. Che valore ha avuto questo momento? È stata una grande festa di popolo, fatta di vicinanza e socialità, e un’occasione di confronto. Un evento in controtendenza nell’era dei social, in cui si corre il rischio di anteporre la tecnologia al rapporto umano. Abbiamo dimostrato che nel Paese c’è chi ha una visione strategica del futuro, non solo rispetto ai bisogni dell’agricoltura e della filiera agroalimentare, ma anche rispetto a quelli di molti altri settori produttivi.

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Quali sono le necessità maggiori? In tema di logistica, centrale per lo sviluppo che l’Italia dovrà avere nei prossimi anni, è indispensabile recuperare ciò che non è stato compiuto negli ultimi quattro decenni. Il sistema sbilanciato di trasporto su gomma ci sta facendo perdere 90 miliardi all’anno, nove dei quali interessano la filiera agroalimentare, che rischia di rimanere indietro rispetto ai principali competitor europei. Stiamo lavorando per invertire questa tendenza. Con il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane non solo c’è intesa, ma stiamo unendo le forze con l’obiettivo di aumentare la quota di trasporto merci su rotaia e portarla dall’attuale 10% a non meno del 20%. Frequenti il Paese e ne conosci le potenzialità, a che punto siamo oggi in termini di sviluppo? In questo momento, l’Italia si trova a un bivio: continuare come ha fatto sinora – e ritengo non sia la strada giusta – oppure adottare una strategia di carattere internazionale. Non parlo di una globalizzazione spinta, ma di puntare con forza sulla nostra storia, sull’identità e sulla cultura che ci caratterizzano da millenni. Penso al ruolo centrale che il Mediterraneo avrà nei prossimi anni e all’importanza di costruire solidi rapporti per esportare le nostre tecnologie


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IN VIAGGIO CON

e le nostre competenze, senza quegli atteggiamenti da colonizzatori che caratterizzano invece altri Paesi. Se saremo capaci di definire investimenti sia a livello economico sia politico, potremo giocare un ruolo strategico nella costruzione di un futuro migliore per le nuove generazioni. Nel settore marittimo, per esempio, c’è molto da fare. Dobbiamo sviluppare i nostri porti per aumentare gli scambi commerciali. Di grande importanza sarà la formazione del personale, sia in Italia per la creazione di nuove figure professionali di cui i comparti hanno necessità, sia all’estero, in quei Paesi che sono nostri partner strategici anche per affinità religiosa, portando in loco la formazione di base. Coldiretti conta un milione e mezzo di associati che hanno fiducia in te. Qual è la tua responsabilità più grande? Il rapporto con la propria base associativa non va mai trascurato. È ciò che caratterizza Coldiretti rispetto ad altre forme di rappresentanza. Ho sempre spiegato agli associati le ragioni di ogni mossa e le strategie future, sia nei momenti di criticità che il Paese ha attraversato, sia per quanto riguarda lo sviluppo dei mercati esteri: è importante conoscerli, perché senza la conoscenza non cresci. Esportare negli Stati Uniti, per esempio, è completamente diverso dal farlo in Cina. Sento la responsabilità nei confronti delle persone che compongono la nostra base associativa: per troppi anni al mondo agricolo è stato raccontato che doveva occuparsi esclusivamente della produzione. Ma oggi la stagione è cambiata. Senza dubbio dobbiamo produrre – anche di più grazie alla crescita tecnologica – ma bisogna avere anche il coraggio di parlare di redditualità, perché senza un giusto guadagno si perdono fasce di mercato, come è purtroppo accaduto nelle aree collinari e montane. Dobbiamo invertire la tendenza e aprirci a nuove filiere produttive. In che modo? Puoi farci un esempio? Non abbiamo mai investito nella forestazione, così oggi imp ortiamo dall’e stero il 70% d e l

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legname utilizzato per realizzare arredi. Le potenzialità sono enormi, la tradizione italiana del mobile è straordinaria e apprezzata in tutto il mondo. Perché non riunire le eccellenze nostrane in una filiera che utilizza legno italiano? Darebbe soddisfazione a chi lavora con questo materiale e vive nei territori più decentrati e genererebbe economia per il Paese. L’Italia è ricca di realtà che meritano attenzione e sostegno per lo sviluppo. Senza dubbio. Con Ferrovie dello Stato, per esempio, abbiamo pianificato investimenti, anche grazie ai fondi del Pnrr, per far arrivare la banda larga praticamente ovunque utilizzando il sedime ferroviario. In questo modo sfruttiamo la capillarità della rete ferroviaria e rendiamo accessibile a tutti i sistemi di comunicazione. Il calendario degli eventi Coldiretti è fittissimo e lì il cibo non manca mai, eppure sei in perfetta forma fisica. Hai un metabolismo speciale? Effettivamente ho un buon metabolismo e spero che continui così. La mia agenda è sempre piena di appuntamenti anche grazie a Ferrovie dello Stato, che con l’Alta Velocità mi consente di essere in più luoghi nello stesso giorno. L’obiettivo rimane quello di incontrare spesso la base associativa, confrontarmi, essere presente fisicamente per dare il giusto segnale di attenzione, ascoltare le richieste e tradurle in risposte concrete. Lo dobbiamo a un comparto straordinario, la filiera agricola e agroalimentare, che conta quattro milioni di occupati e vale in termini economici 585 miliardi di euro, di cui 60 provenienti dall’export. Il cosiddetto italian sounding, l’imitazione delle nostre eccellenze enogastronomiche nel mondo, è un problema per le esportazioni? Preferisco ribaltare il paradigma e considerarlo come un’opportunità. Vuol dire che nel mondo c’è fame di italianità. Dobbiamo essere in grado di sostituire i fake, che valgono 120 miliardi di euro, con prodotti italiani autentici. Secondo le previsioni possiamo farlo in sette anni. Dove sei cresciuto?


Prandini nella sua azienda agricola

A Castelletto di Leno, frazione di un piccolo comune della nostri prodotti nei mercati esteri. Bassa Bresciana, dove fin da piccolo sono entrato in conLa nuova società FS Treni Turistici Italiani, con le sue detatto con quella che oggi è la mia passione: l’agricoltura. stinazioni di viaggio, promuove anche il turismo enogaHo studiato a Roma, poi ho fatto il servizio militare nei Vistronomico. gili del fuoco. A 24 anni sono rientrato a Brescia e a 26 ho Su questo tema stiamo facendo un grande lavoro insieme deciso di tornare all’agricoltura. Fino a realizzare il sogno di a Ferrovie dello Stato, recuperando stazioni meno utilizzaogni socio Coldiretti: guidare l’organizzazione agricola più te per valorizzarle. Grazie al progetto FS, che punta sulle importante a livello europeo e, senza essere eccessivo, la rotte turistiche anche con treni storici e mete enogastronopiù grande organizzazione di rappresentanza presente in miche, possiamo proporre pacchetti unici per far conosceItalia. re luoghi considerati, con poca lungimiranza, secondari. Che profumo associ alla tua infanzia? Quando hai tempo libero a cosa ti dedichi? Sicuramente quello del latte. A noi bambini veniva dato il Alla mia azienda agricola, dove alleviamo mucche da latte compito di chiudere con i coperchi di gomma i bidoni pieni destinato alla produzione del Grana Padano. Amo andare dopo la mungitura. Un profumo unico anche perché all’iniin stalla, rendermi conto di cosa accade, confrontarmi con zio degli anni ‘80 non c’era il riscaldamento nelle cascine e i miei collaboratori. Mia sorella segue l’altra parte della sola stalla, in inverno, diventava il luogo più piacevole in cui cietà, che produce vino Lugana Doc e si trova sul Lago di stare. Garda. Qual è per te il senso della famiglia e quali i suoi valori Hai usato spesso la parola confronto. Sei curioso della fondanti? vita? Per me sono fondamentali l’educazione, il senso del sacriHo voglia di confrontarmi con gli altri e mi piace conosceficio, l’impegno. Ma anche l’intelligenza nell’ascolto, perché re ciò che è diverso da me. La chiusura in se stessi non fa non è necessario parlare sempre. Sono questi i valori che crescere. Chi non si apre e non si mette in discussione, con cerco di trasmettere ai miei tre figli: Alessia, la più grande, attenzione e umiltà, difficilmente costruisce qualcosa di siPaolo e Giulia. Li ascolto, anche se in alcuni casi abbiamo gnificativo. È importante ascoltare ed entrare in contatto con sensibilità diverse, com’è giusto che sia. Ma dialogando si tutti, dalla persona più semplice al presidente del Consiglio. possono insegnare molte cose. A questo proposito, hai un rapporto costruttivo con GiorChe rapporto hai con il treno? gia Meloni? L’ho totalmente riscoperto grazie alle Frecce, che arrivano È ottimo, ma da sempre ci contraddistinguiamo per la nodove l’aereo non riesce. Il treno è facile da utilizzare, non ha stra cultura di governo. Guai a non interloquire con le istitempi di attesa, puoi salire e continuare a lavorare. tuzioni o a far prevalere le simpatie di carattere partitico. Il E dal finestrino si possono ammirare i paesaggi naturali e nostro dovere è ambire sempre al confronto e proporre ciò i campi coltivati. di cui il settore ha necessità, Vedere i nostri territori così nel rispetto di tutti. ben manutenuti ci fa capire Cosa apprezzi di più persoquanto patrimonio possiane e cosa non sopporti? mo ancora valorizzare atDetesto l’arroganza, non ne traverso il turismo, volano abbiamo bisogno. Ciò che delle filiere agroalimentari. più apprezzo è l’impegno L’Italia è caratterizzata da nel lavoro, la predisposiziouna biodiversità unica che ne al sacrificio, la capacità di gli stranieri ricercano quannon mollare mai di fronte a do tornano a casa. Ecco peruna sfida. Ettore Prandini con il giornalista Andrea Radic ché dobbiamo far trovare i

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Lago di Braies (Bolzano)

RIFLESSI

NELLA STAGIONE DEL FOLIAGE CINQUE ITINERARI DA NORD A SUD PER IMMERGERSI NELLA NATURA. TRA MONTAGNE, FAGGETE E VITIGNI DAI TONI INTENSI di Silvia Lanzano e Francesco Bovio

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mbra e carminio, oro e arancio. A piccoli tocchi l’autunno tinge il paesaggio con «un’inondazione di macchie» e i venti «fan cadere una pioggia scarlatta», come appuntava la poetessa statunitense Emily Dickinson nella lirica The name of it is “Autumn”. Questa è la stagione ideale per dedicarsi al foliage, inseguendo i caldi colori della natura in un itinerario lungo i paesaggi italiani, macchina fotografica alla mano.

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TUTTE LE NUANCE DI LANGHE E MONFERRATO Le chiome dorate dei larici si specchiano nelle acque del Lago di Braies, in provincia di Bolzano, tessendo un armonioso contrappunto con gli abeti e il candore delle cime già innevate. A Curon Venosta, nel Sud Tirolo, la vegetazione abbraccia il Lago di Rèsia, dove svetta lo scenografico campanile, sommerso per metà, di una chiesetta del XIV secolo. Spostandosi in Piemonte si raggiunge la patria del foliage, tra i vigneti delle Langhe e del Monferrato. Qui il


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D’AUTUNNO giallo ocra delle foglie del Moscato, i vivaci rosso e violetto del Dolcetto e della Barbera nelle Langhe cedono il passo al tono ruggine tipico del foliage del Monferrato. ITINERARI SLOW IN TOSCANA Sul Monte Amiata, tra Siena e Grosseto, nel parco faunistico abitato da cervi, daini e camosci, le foglie dei castagni, dei noccioli e dei ciliegi si tingono di arancio e vermiglione. Tutt’intorno sorgono i borghi medievali di Abbadia San Salvatore, Arcidosso, raccolto attorno alla Rocca degli Aldobrandeschi, e Santa Fiora con i suoi itinerari slow e i percorsi hiking tra i boschi. Imperdibile il trekking nella Val d’Orcia per ammirare i colori caldi delle foglie dei vitigni Sangiovese che si alternano al rosso intenso di quelle dei ciliegi. Nel Parco delle foreste casentinesi, ai confini fra Toscana ed Emilia-Ro-

magna, si passeggia lungo il Sentiero delle foreste sacre in uno dei paesaggi più suggestivi d’Italia, tra il Lago di Ponte di Tredozio, in provincia di Forlì-Cesena, fino al santuario francescano di La Verna, vicino ad Arezzo. Il verde degli abeti qui dialoga con le tonalità delle foglie di faggi e aceri accese di ruggine e porpora, mentre gli appassionati di birdwatching possono scorgere rapaci come l’astore e il piccolissimo regolo, da molti anni specie protetta. VITI, EREMI E BOSCHI DELL’UMBRIA I colori dei filari stanchi per la vendemmia in autunno diventano protagonisti a Montefalco, in provincia di Perugia. A novembre, il paese si trasforma in una vera e propria opera d’arte en plein air, con la strada del Sagrantino e il suo foliage dalle tinte intense. Seguendo il tracciato dell’Acquedotto Romano e superata Spello si arriva 53


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Val d’Orcia in Toscana

al Monte Subasio, a pochi chilometri a est di Assisi. Qui trionfa il giallo aranciato dell’acero montano e tutta la zona è meta di escursioni tra baite, eremi, rifugi e sorgenti d’acqua, come il limpido fosso Vettoio con la sua piccola grotta naturale dove, secondo la tradizione, si ritirava a meditare San Francesco. TRA LE FAGGETE DI LAZIO E ABRUZZO Il Parco naturale regionale dei Monti Simbruini, nel Lazio, è attraversato da una rete di oltre 40 sentieri adatti al trekking, alle escursioni in mountain bike e a cavallo e alle brevi passeggiate. Spicca, a nord di Frosinone, il percorso lungo poco più di dieci chilometri che da Campo Catino conduce fino all’antico borgo di Filettino. Qui le

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Un bosco sul Monte Livata, Subiaco (Roma)

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tinte autunnali, accompagnate dal suono dell’acqua delle sorgenti dell’Aniene, invitano a spingersi fino alle vette di Campo Staffi, al confine tra Lazio e Abruzzo. La cima del Viglio con le sue sfumature dorate svetta tra i monti Cantari, meta scelta dagli escursionisti esperti per ammirare i colori cangianti della faggeta della Valle Granara, tra le più estese d’Europa. Poco distante dal monastero di San Benedetto a Subiaco (Roma), il Monte Livata è il luogo ideale per camminate tra boschi di aceri e querce. Immersa nel Parco dei Simbruini, Cervara di Roma è invece un piccolo centro in una posizione mozzafiato, dove ci si può addentrare, nella frazione di Campaegli, in uno splendido foliage di pini, faggi e lecci.


L’AUTUNNO AL SUD, TRA INCANTO E TRADIZIONE Il Parco regionale dei Monti Picentini, in provincia di Salerno, offre punti panoramici e terrazze per cogliere i colori dei boschi immensi di faggi e castagni, dove si celano radure, valli segrete e canaloni incisi a fondo con torrenti e salti d’acqua. Più a sud, in Sicilia, il castagno dei cento cavalli è il vero protagonista del Parco dell’Etna, 50 chilometri a nord di Catania. La leggenda narra che la regina Giovanna d’Angiò con i suoi cento cavalieri abbia trovato riparo proprio sotto le fronde di questa pianta plurimillenaria, uno dei più grandi e antichi alberi al mondo. Stupisce a queste altitudini la presenza della betulla, con il suo tronco argenteo e la chioma dalle tonalità ambrate, che vive in alta quota sul vulcano. Sempre sull’isola, nella parte orientale, è da non perdere il Biviere di Cesarò, nel Messinese: un lago naturale che pare sospeso tra le faggete dei monti Nebrodi, con l’Etna sullo sfondo nel sole soffuso, una vista che incanta lo sguardo come l’armonia di un dipinto.

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Panorama autunnale dell'Etna in Sicilia

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PROFUMO DALLE LANGHE PIEMONTESI AI MONTI DELLA SICILIA, UN GIRO D’ITALIA SULLE TRACCE DEL PRELIBATO FUNGO. TRA FIERE INTERNAZIONALI, SPECIALITÀ GOURMET E SEGRETI DEI CERCATORI

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di Peppe Iannicelli

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DI TARTUFO I

l mondo del tartufo è magico. La ricerca e la cavatura del pregiatissimo fungo richiede un'alchimia di elementi complessa: conoscenza del territorio e attenta osservazione del clima, rispetto totale della natura e dei suoi tempi, resistenza fisica e totale simbiosi con il proprio cane che deve avere un olfatto straordinario, dimostrare concentrazione e obbedienza. I luoghi giusti dove trovare i migliori tartufi sono segreti custoditi gelosamente dai cercatori e tramandati di generazione in generazione. Gli esemplari più pregiati raggiungono sul mercato quotazioni astronomiche, per la gioia degli chef stellati che li usano per esaltare la loro creatività tra i fornelli. E richiamano l’attenzione dei gourmet, che sono pronti a spendere cifre folli per gustare questo prodotto, apprezzato fin dall’antichità, quando si riteneva che fosse generato dall’azione combinata di acqua, fulmini e calore. La Mecca italiana del tartufo è senza dubbio Alba, in provincia di Cuneo, all’interno del sito Unesco di Langhe, Roero e Monferrato dove sorgono borghi, vigneti e boschi Patrimonio dell’umanità. Qui, fino al 3 dicembre, ogni fine settimana si tiene la Fiera internazionale del tartufo bian-

co d’Alba. I trifulau, parola che indica il cercatore di tartufi in dialetto piemontese, accompagnano i visitatori alla scoperta dei segreti del fungo trasmettendo tutta la loro passione unita a competenze scientifiche elevate. Solo i prodotti d’eccellenza, esposti come nella vetrina di una gioielleria, vengono acquistati per diventare protagonisti di grandi risotti da combinare con nobili vini piemontesi. Ma il tartufo si gusta anche in purezza, preparato all’insalata per coglierne tutti gli umori più intensi. Alla fiera di Alba gli appassionati e i neofiti possono frequentare corsi di cucina e assistere a cooking show, apprendere elementi di analisi sensoriale grazie agli incontri organizzati dal Centro nazionale studi tartufo e partecipare a cene stellate in castelli, teatri e osterie. Non mancano momenti goliardici come il Palio degli asini e il Baccanale dei borghi, durante il quale i figuranti in costume accolgono i visitatori nel centro storico della città. Mentre all’Alba Truffle i bambini possono avvicinarsi alla natura e alle tradizioni del luogo attraverso laboratori creativi pensati per imparare a giocare con oggetti quotidiani e di riciclo. Chi invece vuole ritagliarsi del tempo per conoscere questo straordinario territorio può

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Un cercatore di tartufi in Abruzzo

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concedersi una gita nelle colline circostanti e godere di una tavolozza di colori che la nebbia rende ancora più affascinanti. Il tartufo bianco è protagonista fino al 12 novembre anche della Fiera organizzata ad Acqualagna, nella provincia di Pesaro e Urbino. In questo territorio si concentrano oltre 250 tartufaie, in cui il fungo cresce spontaneamente o tramite coltivazione assicurando prodotti gustosissimi durante tutto l’anno. Quello che il compositore marchigiano Gioachino Rossini, ghiotto dell’insalata al tartufo, definiva “il Mozart della cucina” trionfa in quest’area geografica dove, insieme al bianco, si raccolgono il nero pregiato, il bianchetto e il nero estivo. La riserva statale Gola del Furlo, di cui il comune fa parte, consente piacevolissime immersioni nella natura locale con indimenticabili battute di caccia al grande tesoro di questa terra. Da non perdere, in città, la visita al Museo del tartufo, dove è possibile addentrarsi nelle storie di cani e cavatori e degustare, durante alcune speciali rassegne, il fungo abbinato ad altri sapori locali. Anche la Toscana vanta una lunga tradizione legata al nobile prodotto e la celebra attraverso varie iniziative autunnali. Il Treno natura della Fondazione FS Italiane conduce i viaggiatori da Siena a San Giovanni d’Asso in occasione della Mostra mercato del tartufo bianco. Il 12 e il 19 novembre

si viaggia a bordo delle mitiche carrozze Centoporte trainate da una locomotiva a vapore degli anni ‘30. Un viaggio dal sapore vintage per andare alla scoperta del tartufo bianco delle Crete Senesi e di un borgo antico che conserva un suggestivo castello. I circa 300 iscritti all’Associazione tartufai senesi, rigorosi custodi della tradizione, organizzano visite guidate per conoscere meglio le caratteristiche del diamante bianco e gli abbinamenti perfetti con il vino. Celebre è quello con il Brunello di Montalcino, per un trionfo di sapori che accende i sensi. A San Miniato, in provincia di Pisa, il tartufo bianco è protagonista di una mostra mercato allestita nei weekend tra l’11 e il 26 novembre. Oltre alle degustazioni, si organizzano corsi di analisi sensoriale, di ricerca e cavatura dei tartufi. Il mestiere di cercatore, infatti, non si improvvisa. Per ottenere il tesserino, bisogna dimostrare di sapere eseguire con scrupolo ogni operazione: dalla cavatura, che va effettuata al momento giusto e con gesti delicati, alla copertura immediata del terreno per preservare la tartufaia. Ci vogliono poi occhio, cuore e sensibilità. In Umbria il tartufo nero di Norcia, in provincia di Perugia, si distingue per il suo sapore delicatamente fruttato che lo avvicina a quello di un goloso dessert. La raccolta avviene tra metà novembre e metà marzo ed è incredibilmente generosa dal momento


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Un piatto di strangozzi conditi con il tartufo San Giovanni d’Asso, Montalcino (Siena)

tato, che le ha fatto meritare l’appellativo di città fantasma, merita una visita per il fascino delle sue rovine. Muovendoci verso sud, seguendo il profumo del nobile micete, si arriva a Colliano, in provincia di Salerno, dove le tagliatelle ai tartufi e funghi porcini sono la specialità più apprezzata. Custodito dai faggi e dalle querce dell’Alto Sele, il tartufo nero che cresce in queste zone viene solitamente grattugiato con generosità anche su fusilli e carni. Mentre in Irpinia, nella terra benedetta dal santuario di San Gerardo Maiella, si può assaggiare il caciocavallo arricchito con il prezioso prodotto.

Il tartufo bianco del Monte Volturino, in provincia di Potenza, richiama i buongustai in Basilicata. In questo territorio è possibile addentrarsi alla scoperta di borghi affascinanti come Marsicovetere, che dedica al tartufo una festa nei giorni di Ferragosto. I boschi di lecci, pini e noccioli e il terreno calcareo dei monti Iblei, Sicani e Nebrodi favoriscono la crescita dei tartufi siciliani. Nel cuore assolato e vulcanico del Mediterraneo crescono scorzone, nero invernale e bianchetto utilizzati per arricchire le ricette della cucina tradizionale, piena di suggestioni arabeggianti.

La Fiera internazionale del tartufo bianco d’Alba

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che con questo fungo si impreziosiscono piatti e pietanze semplici ma buonissime, a cominciare dai mitici strangozzi, formato di pasta tipico dell’Italia centrale, per proseguire con frittate, bruschette, salami, filetti di carne, formaggi. I boschi intorno al lago di Bracciano (Roma) sono il terreno ideale per la crescita dei tartufi marzuolo, bianchetto e nero estivo. Per scovarli ci si serve dell’aiuto di cani di varie razze: il Labrador, il Pointer, il Setter, il Lagotto romagnolo, il Beagle. Insieme a loro si cammina alla ricerca del tanto desiderato fungo da grattugiare, magari, su un uovo fritto. Anche Monterano, set cinematografico di Ben-Hur e Il Marchese del Grillo a pochi chilometri da Bracciano, nasconde questi tesori della terra. Il suo borgo disabi-

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ABBRACCIATI DALLE

ALPI

© EyesTravelling/AdobeStock

TERRAZZAMENTI A STRAPIOMBO, ABITAZIONI RURALI, TERME MILLENARIE. IN VIAGGIO TRA LE FORME DELLA VALTELLINA, CHE SI PREPARA A OSPITARE I GIOCHI OLIMPICI INVERNALI DI MILANO CORTINA 2026 di Alex A. D’Orso - an.dorso@fsitaliane.it

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ontagne che tagliano il cielo con le loro cime appuntite e filari di vigne che, più in basso, disegnano linee sinuose sui pendii. Situata al confine con la Svizzera e da sempre crocevia europeo, la Valtellina attrae visitatori dall’Italia e dal mondo soprattutto tra dicembre e marzo grazie agli oltre 450 chilometri di piste disseminate lungo l’area. Un’abbondanza di strutture che la renderà protagonista di Milano Cortina 2026, i Giochi olimpici e paralimpici invernali che tornano in Italia a 20 anni dall’edizione di Torino. Questa vocazione sciistica la rende una perla del turismo invernale, ma la ricchezza della Valtellina non si esaurisce con le vette innevate. Valli incontaminate, distese di terrazzamenti e borghi storici custodi di storie e mestieri antichi fanno di questa regione alpina della Lombardia la destinazione perfetta per chi ama le attività all’aria aperta. In autunno, in particolare, la natura variegata del territorio si tinge di toni accesi e scoprirla attraverso le passeggiate, il trekking e i percorsi in bicicletta ha un fascino unico. SONDRIO, PICCOLO GIOIELLO RURALE Attraversato dal torrente Mallero e fiancheggiato dall’Adda, Sondrio è il centro principale della Valtellina e occupa

il cuore della regione, tra le Alpi Orobie a sud e le Alpi Retiche a nord. È proprio sui versanti di queste montagne che sorgono i mitici terrazzamenti: i muretti a secco, Patrimonio Unesco dal 2018, lungo i quali si coltiva il Nebbiolo delle Alpi. Questo vitigno autoctono, qui conosciuto anche con il nome di Chiavennasca, è frutto di una viticoltura eroica. Ancora oggi, infatti, le operazioni di potatura e raccolta sono svolte manualmente, senza l’aiuto di automezzi che non possono accedere ai piccoli balconi. L’intera città è incorniciata dal ricamo dei filari e la cultura del vino ne permea architettura e tradizioni. È evidente soprattutto nel quartiere contadino di Scarpatetti, che ha mantenuto quasi del tutto inalterate le sue caratteristiche originali. Lungo le viuzze si affacciano le tipiche case rurali con i ballatoi in legno, le volte in pietra delle cantine e i sostegni dei lumi a petrolio. Dalle strade sale un odore di mosto e terra bagnata che evoca un modo di vivere antico, a stretto contatto con la natura. Ne è testimonianza la cappella dedicata alla Madonna dell’uva che si incontra salendo verso il castello Masegra. Al suo interno una statua lignea raffigura la Vergine col bambino, entrambi con in mano un grappolo del frutto.

Panorama della Valtellina

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Il quartiere di Scarpatetti a Sondrio

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Più signorile, invece, piazza Garibaldi che deve il suo nome alla statua dell’eroe del Risorgimento collocata nel mezzo. Alle sue spalle si trova il teatro sociale, costruito nell’800 grazie al contributo dei palchettisti e riaperto nel 2015 dopo un lungo restauro. A piazza Campello è Palazzo Pretorio a catturare l’attenzione di chi passa. Nel suo cortile è possibile ammirare un bellissimo esempio di sgraffito, tecnica di decorazione muraria che prevede la rimozione di strati di calce superficiali per rivelare l’intonaco colorato sottostante. A LIVIGNO, DOVE LA NEVE È VOCAZIONE Spostandosi dai pendii verso le vette della Valtellina, a 1.816 metri sul livello del mare, ci si imbatte nel centro

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storico di Livigno. Il comune più settentrionale della Lombardia è noto soprattutto a chi pratica sport invernali per via delle piste ad alta quota che arrivano a tremila metri di altezza. In questo angolo delle Alpi molto ruota intorno alla neve che ha, per i suoi abitanti, un valore identitario decisamente forte. Forse è per questo che diverse campionesse e campioni italiani sono nati e cresciuti qui, hanno mosso i primi passi in questi impianti e vivranno in casa le gare di sci freestyle e snowboard delle Olimpiadi di Milano Cortina 2026. Da qualche anno la cittadina si copre di bianco già ad agosto, in occasione della Gara da li Contrada, durante la quale i livignaschi si sfidano in una gara di sci di fondo con abiti e attrezzature tradizionali. Un assaggio di inverno in


piena estate reso possibile dallo snowfarming, un metodo innovativo di conservazione della neve tramite l’utilizzo di teli geotermici in grado di proteggere il manto dalle alte temperature estive. Grazie a questa speciale riserva, a ottobre viene aperto l’anello di sci di fondo che offre alle squadre di professionisti la possibilità di svolgere gli allenamenti autunnali in altura. Ma durante la stagione del foliage non mancano attività da fare all’aperto. In bici o a piedi si può imboccare la ciclopedonale di Livigno e percorrere 17 chilometri avvolti nell’aria frizzante di novembre, abbracciati dalle Alpi. Mentre il lago del Gallo, con la sua forma allungata, in questi mesi si colora di toni caldi e regala giochi di luce affascinanti. Per rilassarsi dopo le fatiche dell’outdoor è d’obbligo una tappa ad Acquagranda. Centro di preparazione olimpica dal 2022, ospita al suo interno spazi dedicati al fitness e al benessere e una mostra sulle torce olimpiche per chi desidera immergersi già da ora nell’atmosfera dei Giochi del 2026. LA MONTAGNA DEL BENESSERE DI BORMIO Più bassa rispetto a Livigno, ma ugualmente caratterizzata dalla presenza imponente della montagna, Bormio sorge a 1.225 metri d'altitudine all'interno del Parco nazionale dello Stelvio. Famosa per l’omonima pista su cui si disputeranno anche le gare di sci alpino di Milano Cortina 2026, la città è altrettanto nota per le sue acque termali, apprezzate fin dai tempi degli antichi Romani. Plinio il Vecchio le citava nel suo trattato Naturalis historia e il claim di Bormio – the wellness mountain – ne riconosce l’attrattiva turistica. Sono nove le fonti termali millenarie che alimentano tre centri benessere in grado di attirare visitatori da tutta l’Europa. Ma il comune in provincia di Sondrio si è storicamente distinto per l’alta qualità della vita non solo legata alle acque

termali ma anche connessa alla posizione geografica di confine, a ridosso dei passi alpini. Qui transitavano infatti persone e merci, assicurando al contado ricchezza e autonomia economica e giuridica. Fino alla fine del ‘700, la città fu stato indipendente e democratico dove nobili famiglie dell’area lombarda avviarono opere di edilizia raffinata. Per questo motivo, l’estetica del suo centro storico è lontana dall’immaginario classico legato alla montagna. L’abitato ha un aspetto elegante, sulle strade si affacciano palazzetti con affreschi e portali finemente lavorati. Di tanto in tanto, si intravede una stüa: un tempo unico locale riscaldato delle case di Bormio, oggi è per i turisti eco di una vita lenta fortemente connessa al territorio. Entrando furtivamente negli androni delle abitazioni si ammirano i segni lasciati da chi vi soggiornò in epoche lontane: pitture sbiadite, stemmi nobiliari, figure antropomorfe con funzione protettiva. Chi vuole addentrarsi nella montagna circostante può optare invece per un’escursione al ghiacciaio dei Forni, il secondo delle Alpi per estensione. Salendo verso il Rifugio Branca, punto panoramico a 2.493 metri di quota da cui si gode di una vista spettacolare, è possibile avvistare gli animali che abitano queste alture: marmotte, stambecchi, camosci. Ma anche il gipeto, rapace scomparso dall’arco alpino intorno al 1930 e reintrodotto nel Parco nazionale dello Stelvio più di 20 anni fa. Tornati a valle ci si può rigenerare con i piatti della cucina locale. Si comincia dagli sciatt, frittelle croccanti di grano saraceno con un saporito cuore di formaggio filante, e si prosegue con i pizzoccheri conditi con burro, verza e patate. Tutto rigorosamente accompagnato da un bicchiere di vino valtellinese, intenso e vigoroso come la natura e la gente di questa terra. milanocortina2026.olympics.com Il lago del Gallo a Livigno (Sondrio)

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In bici nel Parco della valle del Ticino

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© patronestaff/AdobeStock

A PELO D’ACQUA IN VIAGGIO SENZA FRETTA DALLE VALLATE ALPINE DEL CANTONE VALLESE FINO ALLE COLLINE NOVARESI. COSTEGGIANDO FIUMI E LAGHI CON IL TRENO, A PIEDI, IN BICI E IN BATTELLO di Valentina Lo Surdo

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n bici a pelo d’acqua è il suggestivo nome che identifica una nuova esperienza di turismo lento all’insegna dell’intermodalità tra passi e bicicletta, treno e battello. Un unico grande itinerario di 270 chilometri, che ha come tema dominante l’acqua, lungo un percorso che affianca fiumi come il Rodano, il Toce, il Ticino e il Sesia, i laghi d’Orta e di Mergozzo, e una fitta rete di canali irrigui d’importanza vitale per questo paesaggio, da secoli abitato dalle risaie. Il progetto, sorto per iniziativa della sede novarese dell’agenzia turistica Terre dell’Alto Piemonte, capofila italiano, e di Hes-So (Scuola di alta formazione turistica), capofila svizzero, vede la collaborazione di un vasto partenariato transfrontaliero delle principali istituzioni territoriali. Il percorso congiunge elementi culturali, naturalistici, storici ed enogastronomici di un ampio territorio transfrontaliero

valentina.losurdo.3 ValuLoSurdo ilmondodiabha.it

compreso tra il Piemonte e la Svizzera. Dalle vallate alpine del Cantone Vallese si costeggiano fiumi e laghi fino alle colline vitivinicole novaresi: territori da attraversare con lentezza, in bici o a piedi, per gustare poco alla volta una ricchezza non contaminata dal turismo di massa, fatta di paesaggi antichi, profumi e sapori di casa, forgiata dalla cultura della terra, per arrivare dolcemente a destinazione, nella caratteristica pianura risicola e a Novara. Osservando il tracciato del progetto dall’alto, l’Italia e la Svizzera sono indistinguibili l’una dall’altra ma il tragitto riunisce e organizza un network di vie in un itinerario coerente, a disposizione di un pubblico che, sempre più numeroso e internazionale, sceglie forme di turismo responsabile ed ecosostenibile. A ben vedere, i 270 chilometri di questa rete di ciclovie sono distribuiti su quattro tracciati preesistenti, che

ilmondodiabha

comprendono la Via del mare, la Pedemontana, la Via del Ticino e del Lago Maggiore e la Rhone Route. Percorsi adatti a tutte le età e a cicloturisti di ogni livello, tanto su e-bike quanto su bici muscolare, e che si esauriscono, lungo l’arteria dell’itinerario ciclistico, in tre o quattro giorni di viaggio, partendo dal Vallese e passando in rassegna l’Ossola, il Lago d’Orta e il Novarese fino alle risaie della Bassa, proseguendo lungo il Ticino e poi attraversando la provincia da ovest a est lungo la Pedemontana. E così, per chi desiderasse intraprendere una vacanza slow più estesa di un lungo weekend, vale la pena segnalare alcuni dei luoghi principali attraversati da questa via, da esplorare al ritmo lento dei propri passi. Partiamo con il menzionare Domodossola, caratterizzata dall’affascinante piazza del Mercato, dai portici quattrocenteschi e da edifici del XV

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© Walter Cerutti

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I vigneti di Borgomanero (Novara)

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dida Villa Caccia, opera dell’architetto Alessandro Antonelli, dove si produce il vino Docg Ghemme. Dopo aver percorso il medio novarese, caratterizzato da dolci colline appena accennate, si arriva ad avvistare le prime risaie. Si giunge quindi a Novara e lo sguardo viene subito attirato dall’imponente cupola della Basilica di San Gaudenzio. Da qui, spostandosi verso il centro, si incontrano il complesso monumentale del Broletto, il Duomo antonelliano di Santa Maria Assunta con il suo battistero paleocristiano, considerato il più antico del Piemonte, e il castello Visconteo-Sforzesco, contenitore di mostre di livello internazionale e sede dell’ufficio turistico. Merita una segnalazione, infine, anche il Mulino Vecchio di Bellinzago che si incontra lungo i sentieri cicloturistici della Via del Ticino: uno dei tanti della valle, ma l’unico rimasto in funzione a tutt’oggi. In bici a pelo d’acqua intende valorizzare l’esistente senza dover creare ex novo piste ciclabili, potenziando itinerari su strade comunali, provinciali e interpoderali a basso traffico e favorendo anche la formazione di nuovi operatori del turismo e della ricettività per servizi sempre più moderni. In questa direzione, vale la pena citare l’esempio della storica Villa Picchetta

posta nelle vicinanze delle rive del Ticino, a Cameri, a dividere Piemonte e Lombardia. Nel sontuoso edificio, impreziosito dalla splendida Sala dell’ottagono e da scenografici giardini, è stato allestito un bike hotel appositamente concepito per i cicloturisti con nove posti letto e una ciclo-officina a disposizione degli ospiti, che offre anche la possibilità di noleggio bici oltre che l’immancabile postazione per ricaricare i mezzi elettrici. Numerose altre stazioni per le e-bike sono state distribuite lungo tutto il

© Filippo Fossati

e XVI secolo. Ma anche il seicentesco Santuario del santissimo crocifisso sul Sacro Monte Calvario, Patrimonio Unesco, che sovrasta la città. Dopo qualche chilometro verso sud, merita una visita Omegna, situata nel punto più settentrionale del Lago d’Orta, celebre per aver dato i natali al poeta Gianni Rodari, cui è dedicato il Parco della fantasia. Lungo le sponde occidentali del lago sorgono il piccolo abitato di Pella, da cui è possibile imbarcarsi con la bicicletta per raggiungere l’isola di San Giulio e il borgo di Orta. Poco distante si può visitare Ronco, località caratterizzata dal fascino medievale. Proseguendo verso sud sul lungolago, si giunge al Lido di Gozzano, tra boschi e canneti. In località Buccione si possono ammirare l’antica Casa del vescovo, il luogo di sosta del clero in attesa di imbarcarsi per l’isola di San Giulio, e la chiesa di Santa Maria di Luzzara, risalente al X secolo, splendidamente affrescata. Allontanandosi dal lago, poi, c’è Borgomanero, vivace cittadina di epoca altomedievale posta in posizione strategica sulle ciclovie Pedemontana e Via del Mare. Le nostre esplorazioni raggiungono anche Romagnano Sesia, un borgo immerso tra i vigneti delle colline novaresi, con la sua splen-


Le sponde del Lago d’Orta e l’antica torre di Pella (Novara) Courtesy Archivio Fotografico Dtl

percorso: emblematica quella di Novara posizionata all’interno del cortile del castello, a confermare il ruolo centrale che questo territorio ha destinato al turismo slow. L’intermodalità, lo abbiamo già accennato, è una delle caratteristiche principali di In bici a pelo d’acqua. Chi vuole affacciarsi in Svizzera evitando tratti non semplici come il passo del Sempione può caricare il proprio mezzo anche sul treno che unisce Briga a Domodossola. Mentre per chi vuole evitare di percorrere il lato orientale del Lago d’Orta, che presenta un’intensità di traffico maggiore rispetto alla sponda opposta, è a disposizione

un punto di ricarica sul battello per andare da Pella all’isola o al borgo di Orta. Se, invece, si vuole utilizzare il treno semplicemente per raggiungere il percorso è possibile caricare le bici sulle tratte ferroviarie in direzione di Novara, Domodossola o Arona. A livello infrastrutturale, notevole impegno è stato necessario per la creazione e la posa di una cartellonistica specifica, con cui segnalare tutte le informazioni utili al viaggiatore: monumenti, siti di interesse naturalistico o storico, strutture di ospitalità e anche punti di servizio specifico per i ciclisti. Va ricordato, poi, che tutti gli itinerari proposti si snodano lungo ciclovie che

recuperano una generosa rete di tracciati preesistenti, evitando così lo spreco di risorse in nuove opere. I percorsi misti, tra vie sterrate di campagna, greenway o strade a basso traffico, consentono di procedere con lentezza e in sicurezza, ammirando i piccoli borghi con i loro castelli, il paesaggio di montagna che trascolora in collina, i fiumi che diventano laghi, solcando la pianura risicola novarese con le sue secolari cascine, silenti testimoni della cultura rurale di questo territorio. Storie di mondine, mulini e canti, lungo le loro antiche vie di percorrenza. inbiciapelodacqua.it terrealtopiemonte.it

Una risaia e, in lontananza, la cupola della Basilica di San Gaudenzio, Novara

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IL PAESE DEI MILLE PAESI di Osvaldo Bevilacqua [Direttore editoriale Vdgmagazine.it e ambasciatore dei Borghi più belli d’Italia]

UN POSTO DA FAVOLA

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a cura di

ALLA SCOPERTA DI MONTEVERDE, IL BORGO PIÙ ACCESSIBILE D’EUROPA CHE HA UN LEGAME SPECIALE CON IL PRINCIPATO DI MONACO Landi, originaria di Piacenza, intuì quanto il matrimonio tra la sorella Maria ed Ercole Grimaldi, Signore di Monaco, avrebbe portato vantaggi ai due casati. Esattamente da quel momento, tutti i discendenti dei Grimaldi acquisirono il titolo di principi Il borgo di Monteverde (Avellino)

© Salvatore Cassese

L’

Italia non finisce mai di stupire. Chi potrebbe mai immaginare, infatti, che in Irpinia ci sia stato un feudo del principato di Monaco? Tutto cominciò nel 1595, quando il principe Federico II della famiglia dei

vdgmagazine.it

e la Signoria di Monaco divenne un Principato. Tra i territori detenuti rientrava anche Monteverde, in provincia di Avellino, che è stato a tutti gli effetti proprietà dei monarchi fino al 1641. Il borgo, tra i più belli d’Italia, con storia e fascino di inestimabile valore, sorprende per un primato che gli fa onore: aver ottenuto nel 2019 il prestigioso premio Access City Award in quanto Comune più accessibile d’Europa. Qui è possibile ammirare gli splendori storici e paesaggistici della città grazie ad alcune interessanti proposte: un percorso per vivere a contatto diretto con la natura, un itinerario religioso, anche per non vedenti, che collega il paese con la chiesetta di Maria Santissima Incoronata, e un cammino storico-culturale dal borgo antico fino al castello, dentro il quale è possibile visitare il Migra, il Museo interattivo del grano che racconta la figura della donna nella civiltà contadina. Tutti i percorsi sono progettati anche per le persone con difficoltà motorie, uditive e visive. Con l’idea di costruire un paese per tutti, infatti, Monteverde ha prestato particolare attenzione alla possibilità di valorizzare il turismo accessibile. Sono stati realizzati cinque chilometri di percorsi tattilo-plantari, mappati informaticamente, grazie ai quali possono muoversi in autonomia non udenti e non vedenti, questi ultimi anche con l’utilizzo di un bastone tecnologico che funge da audioguida. Il principe Alberto di Monaco, durante una visita, ha molto apprezzato le potenzialità turistiche del borgo, ex feudo della famiglia Grimaldi. E ha invitato una rappresentanza del Comune a raggiungere la Place du Palais di Montecarlo, il 15 e il 16 giugno 2024, per raccontare la storia che lega la cittadina al principato, promuovendo, al contempo, il patrimonio storico-culturale e i prodotti tipici della zona come i maccarunar accu r frecul (la pasta con ragù e briciole), la birra artigianale Serrocroce di filiera agricola e il rinomato vino Colli Cerentino. 69


A questi si aggiungono piatti dalle influenze agropastorali a base di pasta fatta in casa, ravioli, cavatelli e orecchiette, senza dimenticare gli speciali insaccati: soppressata, salsiccia e capocollo. Ma Monteverde viene anche soprannominato il nido della cicogna nera perché questo uccello rarissimo – solo 15 coppie presenti in Italia – costruisce la sua casa qui. Da 16 anni, per sei mesi all’anno, depone le uova e cresce i piccoli in questo luogo ameno e incontaminato, tra acqua pulita e aria salubre, prima di ripartire per l’Africa subsahariana. Il borgo è considerato pure il luogo degli innamorati: in un posticino nascosto, sotto la torre del castello, si trova un nascondiglio dove le coppiette, per sfuggire allo sguardo attento dei genitori, si rifugiavano per scambiarsi piccole tenerezze, pronti a scappare per una seconda via di fuga, qualora fossero stati scoperti. Tra le tante eccellenze del territorio ce n’è una in grado di richiamare molti esperti o curiosi della musica: l’azienda artigianale di Michele Continiello che costruisce e restaura, da diverse generazioni, organi a canne. Un ulteriore punto in più per questo luogo principesco che merita davvero di essere visitato.

© Aldo Fierravanti e Giuseppe Palladino

IL PAESE DEI MILLE PAESI

Il Castello di Monteverde (Avellino)

LI MACCARUNAR ACCU R FRECUL di Sandra Jacopucci

© Aldo Fierravanti e Giuseppe Palladino

Il termine maccheroni, in tutta Italia, racchiude diversi formati di pasta. A Monteverde, in Irpinia, li maccarunar sono una pasta lunga tipica del territorio. Per prepararli si parte dalla classica fontana di farina di semola di grano duro, a cui si aggiungono uova, acqua e un pizzico di sale. Dopo averlo lavorato a mano, l’impasto si lascia riposare per circa mezz’ora, poi si stende fino a ottenere una sfoglia di mezzo centimetro e, infine, si utilizza un particolare mattarello scanalato per creare li maccarunar, il riscatto migliore dopo intere giornate di fatica sui campi. Il condimento può variare, nei giorni di festa, a seconda della fantasia. Quando il formaggio grattugiato era privilegio di poche famiglie, al classico sugo di pomodoro si aggiungevano le frecul: molliche di pane raffermo rosolate in poco olio d’oliva aromatizzato con rosmarino (o origano) irpino e uno spicchio d’aglio. Era il cosiddetto formaggio dei poveri, capace di trasformare questo primo in una prelibatezza. 70



GENIUS LOCI di Peppone Calabrese PepponeCalabrese [Conduttore Rai1, oste e gastronomo]

peppone_calabrese

IL SALENTO CHE BALLA A TORREPADULI, NEL LECCESE, PER SCOPRIRE LA PIZZICA-SCHERMA, DANZA TRADIZIONALE IN ONORE DI SAN ROCCO, E LA COSTRUZIONE ARTIGIANALE DEI TAMBURELLI USATI PER TENERE IL RITMO

S

ono a Torrepaduli, una frazione di Ruffano, in provincia di Lecce. C’è aria di festa per le celebrazioni legate a San Rocco, fi-

© TroppaSeta/AdobeStock

Chiesa di San Rocco a Torrepaduli (Lecce)

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gura venerata nei secoli come protettore degli appestati e oggi oggetto di culto in molti comuni d’Italia. Qui, ogni anno, la sera del 15 agosto moltissime

persone partecipano come spettatori o ballerini alla danza dei coltelli o pizzica-scherma. Due uomini mimano un duello usando le mani, al ritmo incal-


© Leonardo Bertolucci/GettyImages

La pizzica-scherma durante la festa di San Rocco a Torrepaduli

zante dei tamburelli suonati dai musicisti che si dispongono in un cerchio, la cosiddetta ronda. L’appuntamento è obbligatorio per chi come me ama scoprire l’energia che può generare una comunità quando onora le tradizioni del proprio territorio. La processione religiosa è partita, la gente arrivata qui da tutto il Salento si concentra in piazza, davanti alla chiesa. C’è fermento, le bancarelle che vendono tamburelli sono circondate da uomini, donne e bambini alla ricerca dello strumento musicale giusto per partecipare alle ronde che tra poco riempiranno il cielo di un unico suono. Chiedo a due ragazzi informazioni sul migliore artigiano di tamburelli in circolazione e mi indicano in dialetto due persone poco distanti: «Biagio Panico li face ancora tutti a manu e poi c’è u fiju Lorenzo ca fatica cu lu papà». Mi avvicino, individuo Biagio e lo osservo attentamente. Sta spiegando alle persone intorno che gli fanno domande ogni dettaglio del suo lavoro: che tipo di pelle e legno usa per realizzare gli strumenti, come si lavora il materiale e quanta dedizione ci vuole per fabbricare un prodotto di alta qualità. Ci sono passione e calore in quel-

lo che dice, mi avvicino e gli chiedo come sia nato il suo lavoro. Mi racconta di non essere originario del luogo e di aver conosciuto Terrapaduli grazie a sua moglie Ada, cresciuta invece in questo piccolo paese. Mi dice di aver cominciato prima con la sola vendita e poi con la produzione. «Nessuno proponeva i tamburi durante la festa e così mi sono accordato per distribuire quelli prodotti da un artigiano di un paese vicino, poi ho deciso di cominciare a fabbricarli da solo, esperimento dopo esperimento. Da allora sono passati quasi 30 anni e, grazie a impegno e caparbietà, questo è diventato un lavoro a tempo pieno». Biagio condivide con me i dettagli del suo percorso: «Non si può dire che sia stato semplice. Quello che so fare l’ho imparato attraverso una serie di tentativi, errori, correzioni. Erano gli anni in cui in Salento cominciava a diffondersi il turismo di massa e musicisti, tamburellisti e cantori muovevamo i primi passi per portare nella modernità questa tradizione molto antica». La curiosità è tanta e gli chiedo se c’è futuro per il suo lavoro, se non esista il rischio che tutta questa tradizione vada dispersa. Lui mi sorride rassicurandomi: «Esiste questa eventualità

ma io sono fortunato, ora mio figlio Lorenzo viene con me in laboratorio, sta imparando il mestiere e insieme stiamo sviluppando strumenti nuovi. Sperimentiamo con i materiali, ci mettiamo alla prova». Lorenzo è un ragazzone dagli occhi buoni, è molto determinato e fiero di quello che fa. Quando mi rivolgo a lui per saperne di più mi dice di essersi allontanato per quasi dieci anni da Torrepaduli e di essere tornato dopo aver capito, durante un viaggio in Sud America con la compagna, che quello che desiderava davvero era lavorare con il padre e portare avanti il suo mestiere. Mi sembra il ritratto perfetto di un’attività che si tramanda tra famigliari. Gliene chiedo conferma e lui non esita ad argomentare: «Potremmo dire che ci sono due generazioni di Panico al lavoro sui tamburi. Per un bel po’ di anni mi sono concentrato su quelli tradizionali, fatti in legno di faggio e pelle di capretto, che si suonano ancora qui alla festa di San Rocco. Poi, su spinta di amici musicisti, ho cominciato a sperimentare con altri materiali: sonagli in ottone, pelli sintetiche e nuovi legni, finché non ho imparato a lavorare con il legno d’ulivo, un albero 73


© Riccardo Abbondanza

GENIUS LOCI

Biagio e Lorenzo Panico con i loro tamburelli artigianali

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ciale si mescolano chiari elementi di religiosità popolare. Oltre alla fiera del bestiame, oggi meno fondamentale di un tempo, c’è la ronda, che stai guardando proprio ora, in cui i danzatori di scherma si sfidano in un simbolico duello al coltello, dito indice e medio protesi e le altre richiuse nel palmo della mano». Di fronte a me, in effetti, si è formato un cerchio in cui l’azione ritualizzata di schermare, come la definisce Sara, è prerogativa maschile. Il tutto avviene seguendo il ritmo regolare dei tamburelli assicurato da suonatrici e suonatori esperti. «Sul perimetro di questa ronda», mi racconta la mia interlocutrice, «da anni scelgo di partecipare come osservatrice, attenta a ogni dinamica più o meno manifesta. Anche io sono una danzatrice ma durante la festa non ho l’urgenza di ballare nelle tante ronde che nascono a margine, quelle in cui ci si muove al ritmo della pizzica più popolare, la locale tarantella tanto maschile quanto femminile». Sara mi dice di aver ritualizzato la sua visita, che è fatta di tappe abituali: la cassa armonica con le luminarie, le bancarelle con le immaginette votive, i campanelli e le zagareddhe – i nastri colorati che vengono venduti nelle feste patronali –l’ingresso al santuario di San Rocco con annesso saluto, la processione accompagnata dalla banda e, infine, l’attesa della ronda principale. Sono tramortito dall’energia di questa ragazza e dalla sua consapevolezza di essere parte di un rito antico. Non riesco a credere che

possa andare via senza aver ballato e così incalzo chiedendole quando arriverà il suo momento. Mi risponde decisa: «Mi concederò una rapida danza distensiva in una ronda a lato del santuario, è un saluto alla festa prima di ripartire». Affascinato, mi sposto verso la sua ronda marginale per vederla ballare con la musica e il vento.

© Marc Deckers

meraviglioso, simbolo del Mediterraneo. Siamo gli unici a realizzare tamburi con questo splendido materiale». Sono consapevole di quanta competenza si possa generare dalla passione, così chiedo a Lorenzo di approfondire il tema e lui mi racconta che l’ulivo rappresenta per loro una nuova fase, in cui gli strumenti moderni si affiancano a quelli antichi. «L’incontro con musicisti come Alfio Antico e Andrea Piccioni ci ha dato un ulteriore input per sviluppare strumenti accordabili, alla ricerca di un sound più contemporaneo che incontri le esigenze anche di quei percussionisti e tamburellisti che non fanno musica popolare. È un bellissimo modo per continuare a migliorare, nella vita di un artigiano cercare sfide e orizzonti nuovi è fondamentale». Lorenzo freme perché deve andare a suonare in una ronda, e io lo seguo tra la folla. Arrivati sul luogo della performance noto che c’è qualcosa di diverso rispetto alle solite persone che ballano la pizzica a cui sono abituato. Sono curioso e cerco qualcuno a cui chiedere cosa stia succedendo. Mi avvicino a una ragazza, iniziamo a chiacchierare e scopro che si chiama Sara Colonna, è una danzatrice di tarantella e danza-ritmo-terapeuta. Lei mi descrive la festa in onore di San Rocco di Montpellier, pellegrino e taumaturgo francese, come un evento ricco di contaminazioni, un incontro tra sacro e profano: «In questa lunga notte di mezz’estate alla liturgia uffi-

Sara Colonna, danzatrice di tarantella



BUON VIAGGIO BRAVA GENTE di Padre Enzo Fortunato padre.enzo.fortunato

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padreenzofortunato

© Vatican Media

[Giornalista e scrittore]

INSIEME PER LA TERRA Papa Francesco si affaccia dalla finestra del suo studio in Vaticano insieme a un gruppo di bambini

PAPA FRANCESCO INCONTRA IN VATICANO BAMBINI E BAMBINE PROVENIENTI DA 56 NAZIONI. PER RIFLETTERE SULL’IMPORTANZA DI PROTEGGERE L’AMBIENTE DA LASCIARE ALLE GENERAZIONI FUTURE 76


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appa del nostro viaggio mensile lungo i binari italiani questa volta è Roma. Più precisamente Città del Vaticano con la straordinaria Aula Paolo VI, un vasto auditorium utilizzato per le udienze pontificie. Inaugurata nel 1971, la struttura è un trionfo di architettura moderna che sfida il contesto rinascimentale circostante, in particolare la Basilica di San Pietro. La sua realizzazione è stata il risultato dell’impegno congiunto di papa Paolo VI e dell’architetto Pier Luigi Nervi, uno dei più grandi al mondo. A promuovere l’audace progetto è stato il pontefice, che ha chiesto a Nervi di creare uno spazio adeguato al numero crescente di fedeli e pellegrini. La grande sala, caratterizzata da una copertura ondeggiante in cemento armato, può ospitare infatti fino a 6.300 persone. Posti pronti per essere occupati, il 6 novembre, da ospiti speciali provenienti da 56 nazioni dei cinque continenti. L’occasione è l’evento I bambini incontrano il Papa, patrocinato dal Dicastero per la cultura e l’educazione del Vaticano. I partecipanti arrivano a San Pietro a bordo di otto treni e 15 bus messi a disposizione dal Gruppo FS Italiane e si riuniscono per condividere con il Santo Padre speranze e preoccupazioni per il futuro. Un momento speciale in cui bambini e bambine sono al centro dell’attenzione ma anche un’opportunità per tutti gli adulti di crescere, riscoprire l’importanza della purezza, dell’innocenza e dell’amore che solo i più piccoli possono portare nel mondo. L’appuntamento è anche l’occasione per riflettere sull’enciclica Laudato si’,

© Vincenzo Pinto/GettyImages

Bergoglio saluta alcuni bambini in Vaticano

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BUON VIAGGIO BRAVA GENTE

trascritta ad hoc per i più piccoli, con l’obiettivo di passare a loro il testimone. In un mondo in cui la natura viene minacciata, bambini e bambine sono capaci di mantenere il senso della bellezza e della meraviglia e possono diffondere la speranza di un futuro migliore. Nella prefazione, Papa Francesco sostiene che la crisi ecologica sia strettamente connessa alla crisi sociale, culturale e spirituale della modernità. La cura dell’ambiente è inestricabilmente legata a quella delle relazioni umane fondamentali. Le conseguenze del cambiamento climatico colpiscono in particolare i più poveri e i più vulnerabili, coloro che hanno contribuito meno al suo sviluppo. Quindi è prima di tutto una questione di giustizia e poi di solidarietà. In questo viaggio per proteggere la Terra, il papa invita tutti a seguire l’esempio di San Francesco, un uomo che ha ascoltato con atten-

© Vatican Pool/GettyImages

Il papa incontra i bambini nell’Aula Paolo VI

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zione la «buona notizia» della creazione e ha vissuto in armonia con il mondo naturale. Il santo di Assisi è un faro di ispirazione per affrontare le sfide ecologiche di questo tempo. La crisi climatica richiede infatti un cambiamento radicale nei modelli di consumo e produzione attuali, spesso basati sull’indifferenza e lo spreco. Per Bergoglio la cultura della cura, che dovrebbe porsi al centro del bene comune, va alimentata dalla collaborazione tra gli esseri umani e l’ambiente. Papa Francesco ricorda l’importanza cruciale della cura del Pianeta come responsabilità condivisa e la necessità di un profondo cambiamento nei modelli di vita e di consumo. Il suo appello alla cooperazione globale e alla protezione delle generazioni future riflette una profonda preoccupazione per la casa comune, la Terra, sfidando ad agire per preservarla.


L’università è anche avventura, accoglienza, condivisione. Qui mi sento a casa. Irene, 21 anni

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INCLUSION

ARCHEOLOGIA SENZA BARRIERE L’accesso all’Area sacra di largo Argentina, Roma

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DA BRESCIA AD AGRIGENTO, PASSANDO PER ROMA, I SITI DEL PASSATO SONO SEMPRE PIÙ ACCESSIBILI GRAZIE A NUOVI ALLESTIMENTI, PERCORSI AD HOC E PANNELLI TATTILI di Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it

A

nche la cultura è un bene primario per uomini e donne contemporanei. Poter conoscere e rivivere il passato senza ostacoli e limitazioni è un diritto. In sintonia con questa sensibilità sono molte, ormai, le aree archeologiche, spesso vaste e sconnesse nei percorsi, diventate accessibili a tutti e tutte. Il 3 dicembre è la Giornata internazionale delle persone con disabilità. Per celebrarla si possono sperimentare le ultime novità realizzate per rendere meno faticosa la visita dei luoghi antichi. A partire dal Colosseo, dove a giugno è stato inaugurato un ascensore panoramico che arriva ai livelli più alti della cavea. In questo modo si possono evitare i cento ripidi gradini, insormontabili per le persone con difficoltà motorie, che separano il I ordine dalla galleria intermedia (tra II e III ordine). Sempre a Roma, dopo molti anni, ha riaperto al pubblico l’Area sacra di largo Argentina. La zona, scenario dell’uccisione di Cesare nel 44 a.C., offre ora un percorso senza barriere architettoniche tra templi e antiche opere dall’età repubblicana al Medioevo. Una piattaforma elevatrice consente l’accesso alle persone con mobilità ridotta mentre all’interno sono stati eliminati tutti i dislivelli e i salti di quota, rendendo agevole la visita anche a chi si trova sulla sedia a rotelle. Per le persone ipovedenti e non vedenti, inoltre, sono stati realizzati due grandi pannelli tattili, in italiano, inglese e braille, che raccontano la storia dell’intero complesso e dei singoli monumenti, oltre alla lettura tattile di due reperti scansionati in 3d. A Brescia, città gemellata con Bergamo come Capitale italiana della cultura 2023, a giugno scorso ha inaugurato il Corridoio Unesco, una passeggiata scenografica di quasi un chilometro che porta attraverso 2500 anni di storia. È un percorso pedonale gratuito, totalmente accessibile e supportato da mappe tattili che unisce il Brixia Parco archeologico di Brescia romana con il complesso monumentale di Santa Giulia. Si viaggia comodamente nell’età romana, nell’alto Medioevo e nel Rinascimento, passando per i chiostri di San Salvatore e di Santa Maria in Solario, per finire nel viridarium, il giar-

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INCLUSION

Un veicolo elettrico ad alta tecnologia off road nell’area archeologica di Paestum (Salerno)

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che un tempo si chiamava Akragas, l’odierna Agrigento. Per scoprire i resti di una delle città greche più floride dell’antichità, sono stati realizzati percorsi accessibili e messe a disposizione sedie a rotelle elettriche. Nel Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei templi di Agrigento ci si può soffermare su una ventina di punti d’interesse: dal grandioso Tempio della Concordia, costruito circa 500 anni

fa, al Santuario delle divinità ctonie e al Tempio dei Dioscuri, dal Ginnasio, per gli allenamenti sportivi, al Tempio di Giunone, sullo sperone roccioso più alto della collina dei Templi. A contatto diretto con il passato, per emozioni senza barriere temporali o fisiche. colosseo.it | sovraintendenzaroma.it bresciamusei.com | pompeiisites.org museopaestum.cultura.gov.it parcovalledeitempli.it

Edifici monumentali nel Chiostro di San Salvatore, lungo il Corridoio Unesco a Brescia © Archivio fotografico Civici musei di Brescia/Tomás Qu

dino dei nostri antenati latini. Lunghi percorsi lineari sono ormai una consuetudine per la regina delle aree archeologiche: Pompei, a poca distanza da Napoli. In un sito molto esteso, ricco di storia e bellezza, è a disposizione un percorso di tre chilometri e mezzo accessibile a persone in carrozzina, ma anche adatto ai più piccoli in passeggino o a chiunque non voglia stancarsi troppo. Si parte dall’ingresso in piazza Anfiteatro e si può arrivare fino al santuario di Venere, lungo passerelle piane e accedendo negli interni con piccole pedane. Anche se l’organizzazione segnala con scrupolo la presenza di alcuni punti critici e di piccoli salti di quota, con l’inclinazione di alcune rampe e tratti in pendenza che può superare l’8%. Anche nel Parco archeologico di Paestum e Velia (Salerno) l’attenzione verso persone con mobilità ridotta non manca. Un sistema di rampe e accessi speciali, che arriva fin dentro ai due templi del Santuario meridionale, una rete di sentieri in terra battuta con pannelli tattili e guide sonore elettroniche consentono una visita in autonomia. Inoltre, ogni lunedì e la seconda domenica del mese, sono previste visite guidate di mezz’ora, anche in lingua inglese, per saperne di più di queste due icone del sito campano. Da questa estate, infine, l’area archeologica mette a disposizione delle persone con mobilità ridotta un veicolo elettrico off road, per raggiungere senza ostacoli molti angoli del sito. Il viaggio lungo l’Italia finisce in quella


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A COLPI DI PADEL DAL 4 AL 10 DICEMBRE, MILANO OSPITA L’ULTIMA TAPPA DEL PIÙ IMPORTANTE TORNEO INTERNAZIONALE DEDICATO A QUESTO SPORT. FRECCIAROSSA È MAIN PARTNER DELL’EVENTO di Flavio Scheggi foto di PadelFip

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zionali. Avremo il top del circuito mondiale maschile e femminile. Per capire il livello della competizione, basti sapere che lo scorso anno vinse la coppia formata da Alejandro Galan e Juan Lebron, in quel momento numero uno al mondo. Chi sono i favoriti? È difficile sbilanciarsi quando in tabellone ci sono tutti i migliori atleti in circolazione. Oltre a Galan e Lebron, pronti a difendere il titolo, per il maschile ci saranno Arturo Coello Manso e Agustín Tapia, che quest’anno hanno impresso il loro marchio sul circuito, e Fernando Belasteguin, soprannominato “leyenda”, giusto per citarne alcuni. La lotta sarà durissima anche in campo femminile perché avremo giocatrici top, da Ariana Sanchez a Paula Josemaria, da Gemma Triay ad Alejandra Salazar e fino a Marta Ortega Gallego. Vi aspettate grande affluenza a Milano? Lo scorso anno, quando il torneo è entrato nel vivo, abbiamo potuto ammirare l’Allianz Cloud Arena completamente piena. Alla fine, abbiamo chiuso l’evento con un totale di 27mila spettatori nella settimana del torneo e la risposta del pubblico è stata magnifica. Si pensi che circa il 70% proveniva dall’Italia, mentre il restante 30% è arrivato da ogni angolo del mondo. Il torneo si potrà seguire in tv e sui social? Sarà trasmesso in 190 Paesi e saremo seguiti dalle principali emittenti a livello mondiale. Per avere un termine di paragone, la Champions League viene diffusa in 205 Paesi. La copertura sui social è totale: lo scorso anno abbiamo raggiunto oltre un milione di account e ottenuto sei milioni e mezzo di visualizzazioni. Senza contare le 70mila pagine viste sul sito ufficiale e i 900 servizi che sono stati dedicati all’evento su media cartacei, web e tv.

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asta prendere una volta la racchetta in mano per capire. Il padel devi provarlo: se lo fai te ne innamori e non smetti più». Luigi Carraro, presidente della Federazione internazionale padel (Fip), spiega così il successo che questo sport sta avendo a livello mondiale. Uno sport di racchetta altamente spettacolare in cui due coppie si sfidano facendo rimbalzare una pallina sulle pareti chiuse di un campo rettangolare, grande un terzo di quello da tennis. Dal 4 al 10 dicembre è in programma all’Allianz Cloud Arena il Milano Premier Padel P1, ultima tappa del più importante torneo internazionale dedicato a questo sport, durante la quale si affronteranno 48 coppie formate dai migliori giocatori e 32 dalle migliori giocatrici al mondo nei due tabelloni del torneo. Che cos'è il Premier Padel? È il circuito professionistico internazionale di padel governato dalla Fip, che conta oltre 70 federazioni nazionali affiliate, insieme a Qatar Sports Investments e con il supporto delle associazioni professionistiche dei giocatori e delle giocatrici. Il 2024 sarà un anno cruciale per la competizione, che passerà dagli otto tornei annuali del 2023 a un tour di 24 tornei. Sarà una svolta epocale e definitiva nella creazione di un circuito straordinario che, grazie anche alla collaborazione delle federazioni nazionali, contribuirà a diffondere questo sport in ogni angolo del mondo, favorendone la pratica a livello giovanile e amatoriale. Chi vedremo in campo al Milano Premier Padel P1? Ci saranno i migliori giocatori e le migliori giocatrici interna-

Alejandro Galan e Juan Lebron durante l'edizione 2022 del Milano Premier Padel P1

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SPORT

L’Allianz Cloud Arena nel giorno della finalissima del Milano Premier Padel 20221

Sono previste attività collaterali? Ne avremo moltissime, come lo scorso anno. Nelle varie attività legate al torneo saranno coinvolti i giocatori e le giocatrici, i vip e gli ambassador. Ci saranno iniziative all’interno del villaggio commerciale e la possibilità per il pubblico di incontrare i grandi campioni, progetti speciali di inclusione e appuntamenti pensati per i giovani. Sarà un evento rispettoso dell’ambiente? Certamente. La sostenibilità è una stella polare per la Fip e per il Premier Padel. Ci impegneremo per evitare lo spreco alimentare e promuovere la mobilità alternativa con i mezzi elettrici. Il controllo energetico e quello dei rifiuti avverrà in 86

modo consapevole e le palline da gioco verranno riciclate. Tutto sarà organizzato in modo da ridurre al minimo l’impatto ambientale. In quest’ottica, il treno rappresenta il mezzo ideale per raggiungere Milano in occasione del Premier Padel. Tutta la squadra organizzatrice arriverà in città con un Frecciarossa, main partner dell’evento. Per chi vuole godersi il torneo, magari per il weekend o anche per l'intera settimana, è senza dubbio la scelta più comoda per l’alto numero di opzioni di viaggio, la velocità e il comfort. milanopremierpadel.com



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ecologico ella Spagna andalusa, a inizio ottobre, sono stati austriaco scoperti 76 reperti risalenti a circa seimila anni che lo cerfa, tra cui quelle che possono essere definite Linea Eco 3p di Grisport tifica come le scarpe più antiche d’Europa. Ritrovate nella Grotta dei Green Museum. E mentre Puma ha presentato i puntegpipistrelli, luogo di sepoltura dell’età della pietra, le calzagi migliori per quanto riguarda il risparmio dell’acqua e la ture ricordano le famose espadrillas e, secondo le analisi limitazione delle sostanze chimiche, tutti gli stabilimenti effettuate, sono state fabbricate con materiale vegetale. energetici di Swarovski sono riconosciuti ufficialmente In origine, quindi, l’accessorio di moda più come produttori di energia ecologica certificata. desiderato e collezioAnche Giuseppe Zanotti si impegna a favore nato del mondo era dell’ambiente adottando tecnologie modertotalmente green. E ne in grado di ottimizzare i processi la tendenza moderna energetici e ricercando masegue questo modello teriali certificati e atossici da antico, visto l’aumenimpiegare nella produzioto dei marchi di scarpe ne. che producono calzatuLa sneaker di Puma e Swarovski E se Cult, brand rock per re sostenibili. Ma se nel antonomasia, sceglie l’ecopelle per molti modelli, l’azienNeolitico le fibre naturali erano una scelta obbligata, oggi da di calzature outdoor Grisport ha avviato un percorso sono le tecniche e i materiali più innovativi a garantire un per la progettazione di scarpe che rispettano l’ambiente. prodotto che rispetti l’ambiente senza dimenticare il desiMolte componenti della linea Eco 3p, per esempio, vengogn e i comfort. no prodotte utilizzando materiali riciclati: Sebastian Milano, brand italiano di lusso, utilizza per le sue parte della tomaia esterna, scarpe un cuoio proveniente dallo scarto dell’industria alila fodera interna, il laccio, mentare. In questo modo gli allevatori evitano di smaltirlo la soletta interna e l’insercome rifiuto organico, riducendo le emissioni di CO2 nell’aria. L’azienda, che per la Primavera/Estate 2024 propone to suola. una collezione dedicata alla cantante Grace Jones, è contiInfine, Avirex lancia per la nuamente impegnata nello sviluppo di nuovi materiali e ha Primavera/Estate 2024 il ottenuto la certificazione ambientale Forest Stewardship modello da uomo Mason. Council anche per il packaging. Senza contare che ha reaDal look minimal, è realizzalizzato un impianto fotovoltaico per alimentare in maniera to con mesh riciclato, lacci sostenibile il proprio laboratorio artigianale e raggiungere, in cotone organico e croste nel tempo, una completa autonomia dalle fonti di enerprovenienti da concerie con gia non rinnovabili. protocollo Leather Working Puntano al green anche Puma, marchio footwear Group, attestazione ambienche quest’anno festeggia 75 anni di attività, e tale rilasciata alle imprese Swarovski, storica azienda austriaca che nel mondo della pelle che produce cristalli, si impegnano a garantire gioielli e acla sostenibilità della ficessoliera. ri. I due marchi si Collezione Cruise 2024 di Giuseppe Zanotti sono uniti per creare insieme una capsule che comprende una sneaker con suola nera e tomaia verde ricoperta da file di cristalli. Se il brand sportivo è stato nominato nel 2022 il più sostenibile del settore dalla rivista Business of fashion, lo spazio espoBoots di Cult sitivo Swarovski nel comune di Wattens ha ottenuto il sigillo

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ARTE E CULTURA Sconti Trenitalia

GALASSIA CALVINO PER I CENTO ANNI DALLA SUA NASCITA DUE MOSTRE, A GENOVA E A ROMA, SONO DEDICATE ALL’AUTORE CHE SAPEVA FAR INCONTRARE REALTÀ E SOGNO di Irene Marrapodi - ir.marrapodi@fsitaliane.it

Pedro Cano, Fedora, da Le città invisibili Courtesy Fundación Pedro Cano © José Luis Montero

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Collage di Giulio Paolini utilizzato per la copertina del volume di Marco Belpoliti L’occhio di Calvino © Giulio Paolini

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utto l’immaginabile può essere sognato ma anche il sogno più inatteso è un rebus che nasconde un desiderio, oppure il suo rovescio, una paura». In un rincorrersi, confondersi e districarsi l’una dall’altra, realtà e fantasia si dipanano nelle opere di Italo Calvino, dando voce a visioni arcaiche e timori uni-

versali. A loro volta pane, nutriente e gentile, che alimenta molti dei racconti e dei romanzi dell’autore. Quest’anno, Calvino avrebbe compiuto cento anni. Per celebrare l’anniversario gli vengono dedicate due mostre in altrettante città italiane, Genova e Roma. Fino al 7 aprile 2024 Palazzo Ducale ospita Calvino cantafavole, mentre le 91


ARTE E CULTURA

Scuderie del Quirinale, fino al 4 febbraio 2024, sono sede di Favoloso Calvino. Il mondo come opera d’arte. Carpaccio, de Chirico, Gnoli, Melotti e gli altri. Entrambe le rassegne si dispiegano tra i racconti e le fiabe dell’autore, con uno sguardo sul suo rapporto con le arti visive e le strutture dell’universo favolistico. Organizzata in sei sezioni dai curatori Eloisa Morra e Luca Scarlini, l’esposizione di Genova ripercorre il rapporto dello scrittore con l’immagine, punto di partenza di ogni sua storia, sin dalla prima infanzia. Giovane lettore del Corriere dei piccoli, infatti, fu influenzato talmente tanto dalle articolate vignette del sanremese Antonio Rubino che da adulto, lavorando come direttore editoriale, decise di tornare a quell’immaginario ripubblicandole per Einaudi Ragazzi. Il percorso nella fantasia infantile prosegue con le opere create dal genovese Emanuele Luzzati per l’edizione illustrata di Fiabe italiane, la raccolta di racconti della tradizione orale popolare curata da Calvino, e arriva infine ai sogni e alle chimere dell’età adulta. Da qui, due sezioni sono dedicate al surreale, a partire dal legame tra i tarocchi e le varie forme di espressione artistica. Queste carte divinatorie, infatti, non ispirarono solo Calvino nella composizione del romanzo fantastico Il castello dei

Emanuele Luzzati La favola (1954 circa) Courtesy Wolfsoniana - Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Genova

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destini incrociati, ma anche, per esempio, il cantautore Fabrizio De André per la canzone Volta la carta e l’esibizione del 1998 al Teatro Brancaccio quando 23 Arcani giganti comparirono sul palco alle sue spalle. Si effettuano poi brevi immersioni nelle opere di artisti del fantastico legati a Calvino, nelle collaborazioni – come quella con Toti Scialoja – e nelle riflessioni dell’autore sulle cartografie, reali o immaginarie, e sulle infinite rappresentazioni del mondo. La mostra si chiude con una visita nella Liguria fragile del libro Il barone rampante, una natura selvaggia spezzata dagli interventi umani, omaggiata e riprodotta nelle opere di altri scrittori e artisti che vissero quel territorio, come Carlo Levi, Domenico Guerello, Nico Orengo. A Roma, invece, accoglie i visitatori uno spaccato sulla vita di Calvino uomo e intellettuale: testi, fotografie, documenti e testimonianze ripercorrono le pietre miliari della sua storia, dalla primissima infanzia a Cuba alle dimissioni dal Partito comunista, passando per l’appartenenza partigiana. Da lì in poi, undici sezioni curate da Mario Barenghi, nelle sale delle Scuderie del Quirinale, aiutano a comprendere l’universo calviniano un passo alla volta. Dalle installazioni che reinterpretano le ambientazioni boschive dei racconti di Ultimo viene il corvo e del romanzo Il cavaliere inesi-

stente fino alle influenze cinematografiche, passando per le scienze naturali che hanno modellato il carattere e gli interessi di un giovane cresciuto da due genitori botanici e agronomi. E prima di uno spaccato nei sogni e nelle opere del Calvino adulto, il cui ingresso nell’età matura coincide con l’entrata in guerra dell’Italia, una serie di ritratti d’autore – come gli scatti di Ugo Mulas, Carla Cerati, Sebastião Salgado e gli stessi autoritratti caricaturali dello scrittore – consente di cogliere almeno qualche porzione del suo animo caleidoscopico. Si prosegue con l’analisi dell’alternanza stilistica di Calvino tra il registro fiabesco e quello realistico, tra Il visconte dimezzato e I giovani del Po, e della letteratura illustrata dedicata ai ragazzi. E dopo un viaggio tra mappe lunari e globi celesti che rimandano alle ambientazioni delle Cosmicomiche, si approda nei boschi e nelle città fantastiche allo stesso tempo sfondo e protagonisti di opere come Il castello dei destini incrociati e Le città invisibili. Quindi ecco lo schema a griglia di Torino, le piazze metafisiche di Giorgio De Chirico che gli furono di ispirazione e le sculture metalliche di Fausto Melotti, torri distopiche che restituiscono le suggestioni di Ottavia, città-ragnatela narrata da Calvino, mentre miniature e tavole documentano i reportage da Messico, Giappone e Iran.


Un’ultima sezione si dipana tra le opere di Giulio Paolini, con cui Calvino intrattenne un fitto scambio di opinioni durante la stesura del libro Se una notte d’inverno un viaggiatore, e le fotografie nebbiose di Luigi Ghirri, che utilizzano un altro linguaggio nel descrivere le sue stesse pianure. Entrambe le mostre sono degli affacci su un universo sterminato di meraviglie, tentativi di ricostruire l’operato di Calvino tramite accostamenti di varie suggestioni, senza la vana pretesa di offrirne una lettura univoca, omogenea e coerente. D’altronde lo stesso autore, nella sezione dedicata alla sua ultima opera, Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo millennio si chiedeva, senza attendere risposta: «Chi siamo noi, chi è ciascuno di noi se non una combinatoria d’esperienze, d’informazioni, di letture, d’immaginazioni?». palazzoducale.genova.it scuderiequirinale.it

Vittore Carpaccio San Giorgio che uccide il drago e quattro scene del suo martirio (1516) Courtesy Abbazia di San Giorgio Maggiore - Benedicti Claustra Onlus © Mauro Magliani

Antonio Rubino Il bimbo cattivo (1924 circa) Courtesy Wolfsoniana - Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Genova

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ARTE E CULTURA

INDAGARE L’IMPOSSIBILE

FORME CONTURBANTI, COLORI VOLUMINOSI, DIMENSIONI ILLUSORIE. ANISH KAPOOR INVADE PALAZZO STROZZI, A FIRENZE, CON OPERE IMMERSIVE CHE SOVVERTONO LA PERCEZIONE DELLA REALTÀ di Sandra Gesualdi

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foto di Ela Bialkowska - OKNO studio

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Anish Kapoor Mirror (2018) e Vertigo (2006) 94


Anish Kapoor Svayambhu (2007)

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invito è esplicito: esplorare il territorio dell’inverosimile, superare i confini della consueta percezione, abbandonarsi ad altri sensi. È evidente fin dalla prima sala, dove Svayambhu, un grosso blocco di cera color vinaccia, invade lo spazio spostandosi lentamente su un binario, sporca gli stipiti in pietra serena dei varchi rinascimentali, sbarra la vista e ribalta la conoscenza del

luogo. Anish Kapoor irrompe letteralmente nelle sale di Palazzo Strozzi, stravolgendone le architetture, intervenendo, frammentando e ripensando estensioni e superfici della signorile costruzione quattrocentesca. È stato proprio il celebre maestro anglo-indiano, che ha rielaborato l’idea di scultura nell’arte contemporanea, a ideare e realizzare, insieme al curatore Arturo Galansino, la monografica

visitabile a Firenze fino al prossimo 4 febbraio. Anish Kapoor. Untrue Unreal è un susseguirsi di installazioni giganti che lasciano il passo ad ambienti più intimi, forme conturbanti dai colori eccentrici o carnali, volumi assorbenti e i famosi specchi illusori. Il confronto tra le geometrie alternative di Kapoor e quelle rinascimentali fatte di linee, semi capitelli e pietra serena è serrato, quasi 95


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una sfida fuori dal tempo e dallo spazio. Così, attraverso opere storiche e recenti come quella site-specific e immersiva Void Pavilion VII, gli spazi interni e quelli del cortile diventano versatili e discordanti, vengono stravolti e riabitati. Palazzo Strozzi si trasforma in un luogo concavo e convesso, intatto e frantumato, liscio e riflettente. Nell’arte di Kapoor, l’irreale (unreal) si amalgama con l'inverosimile (untrue), alterando o negando l’ordinaria percezione della realtà. E proponendo l’esplorazione di un mondo in cui il vero e il falso, l’oggetto e il soggetto si susseguono senza capire dove finisce l’uno e inizia l’altro. Così in Vertigo, Mirror o Newborn, le sculture specchianti presenti in mostra, lo spazio, gli oggetti e le persone che vi si riflettono assumono dimensioni illusorie e tridimensionali in cui il reale viene ridotto, allungato, ingigantito o moltiplicato. Attingendo a materiali vari e variabili, come cere, pigmenti, pietre, acciai o siliconi che l’artista mescola, impasta, scolpisce, leviga e riempie, Kapoor trasforma l’opera in mediatrice e interprete del circostante. Gli oggetti non sono mai a sé stanti ma assorbono, ingoiano e riflettono tutto ciò che accade intorno a loro: luoghi, movimenti, forme. Esemplari sono le cosiddette opere nere come Non-Object Black o Dark Brutal, realizzate con un materiale sperimentale derivato dal carbonio e capace di assorbire oltre il 99,9% di luce, rendendo invisibili i contorni del manufatto che viene messo in discussione nella sua tangibilità e tridimensione. Anche il colore non è semplicemente cromia e tonalità ma diventa volume, creazione. In To Reflect an Intimate Part of the Red le piccole sculture dalle forme astratte abbagliano e si rendono corpi magnetici proprio per i forti pigmenti giallo limone e rosso acceso. Il colore supera la forma, lo spazio e la sagoma facendosi arte esso stesso. Mette in discussioni i sensi: quando è assoluto come il nero ingoia, diventa cunicolo profondo e prospettiva, quando è brillante o saturo si fa alieno rispetto all’ambiente. «Quando si realizza un oggetto e lo 96

si riveste di pigmento, quest’ultimo cade a terra creando un alone intorno all’oggetto stesso», ha sottolineato l’artista. «Possiamo quindi paragonarlo a un iceberg: la maggior parte è nascosta, invisibile. E così mi sono interessato sempre di più all’oggetto invisibile. Una parte sporgeva nel mondo, ma era il resto a essere vera-

Anish Kapoor Today You Will Be in Paradise, dettaglio (2016)

mente interessante». Le creazioni di Kapoor suscitano stupore, talvolta inaspettata inquietudine, sempre sollecitano a oltrepassare le apparenze del visibile per abbracciare la complessità del tangibile. In una delle ultime sale del percorso espositivo sono raggruppate le produzioni in cui l’artista concentra, manipolando


Anish Kapoor To Reflect an Intimate Part of the Red (1981)

e assemblando siliconi e colori rosso sangue, l’ossessivo interesse per la carne e la materia organica. Alle pareti First Milk, Tongue Memory o Today You Will Be in Paradise, amalgami di vari materiali che rappresentano interni di viscere e organi tanto materici, irrorati di rosso e così vividi che paiono pul-

sare, provocando allo stesso tempo nello spettatore disgusto e attrazione morbosa. «Uso molto il rosso. È vero che nella cultura indiana è qualcosa di potente; è il colore della sposa; si associa al matriarcale, che nella psicologia indiana è centrale». In Kapoor, poi, la dualità, l’antitesi o l’unione tra elemen-

ti contrapposti sono sempre presenti, come metafora della materia e dello spirito, del corpo e della mente, della natura e dell’artefatto. Una sfida a cercare il vero di chi guarda, un impossibile praticabile. palazzostrozzi.org palazzostrozzi

Anish Kapoor Void Pavilion VII (2023)

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© Marco Bravi

ARTE E CULTURA

DORMIRE IN UN CAPOLAVORO

DA VERONA A CATANIA PER CONOSCERE GLI ART HOTEL, ALBERGHI PROGETTATI PER ACCOGLIERE I VIAGGIATORI IN UN AMBIENTE IMMERSIVO ALL’INSEGNA DELLA CREATIVITÀ CONTEMPORANEA di Cesare Biasini Selvaggi cesarebiasini@gmail.com

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La stanza n. 264 del Muraless Art Hotel a Castel d’Azzano (Verona) dipinta da Tackle Zero

i dice che quella dell’ospitalità sia un’arte. Ma se fosse addirittura un’opera d’arte? Esiste un’offerta turistica del tutto originale e alternativa, quella dei soggiorni nei cosiddetti art hotel, alberghi progettati per accogliere i viaggiatori in un ambiente immersivo all’insegna della creatività contemporanea. Al riguardo, tra gli ultimi nati nella categoria in Italia, c’è il Muraless Art Hotel a Castel d’Azzano, alle porte di Verona. Una facciata di oltre 1.500 metri quadrati con il primo murale dipinto in Italia da Mr Brainwash alias Thierry Guetta, artista di fama mondiale di origine francese. E poi ci sono ben 94 stanze e spazi comuni realizzati da oltre 50 artisti urbani di fama nazionale e internazionale. Si va dalle storiche firme del writing italiano (Joys, Etnik, Wubik, Frode, Gatto, Mister Thoms, Mrfijodor, Tackle Zero) ai nomi della street art e del muralismo (Neve, Cheone, Vesod, Seacreative, Refreshink, Casciu, Luca Font, Ufo5, Ale Puro) fino agli esponenti delle nuove generazioni (Chill Surrealism, Luogocomune, Rise, Soler). E non mancano protagoniste femminili come Coquelicot Mafille, Nais, Senso, Octofly. Il risultato è un vero e proprio museo dell’arte urbana dove è possibile dormire avvolti da splendidi murali. Perché, va detto, gli artisti con un passato in strada sono ottimi pittori abituati a lavorare su superfici giganti e in poco tempo, spesso in una manciata di ore notturne quando gli interventi erano abusivi. Il loro approccio di frequente istintivo all’esecuzione artistica manifesta un’accentuata sensibilità formale, un certo modo di utilizzare la linea e il colore, alternando strumenti di pittura tradizionali con lo spray, i marker e i rulli, lo stencil, il paste-up, tra stili e forme espressive eterogenei (dal lettering al modelling 3d, dalla grafica alla fotografia digitale, dal fumetto all’illustrazione), linguaggi e codici moderni diversi (dal figurativo all’astratto, dall’iperrealismo fino all’anamorfosi). Il progetto visionario e innovativo di questo art hotel richiede motivazione, tenacia e determinazione. Qualità tipiche delle belle imprese e, quindi, degli imprenditori di successo. È il caso di Gianmaria Villa fondatore, oltre 30 anni fa, della Velox servizi, azienda nell’am99


ARTE E CULTURA

bito delle pulizie professionali. Con la stessa lungimiranza con cui, di fronte alla carenza cronica di manodopera in Italia, ha aperto un’academy in Egitto per formare i suoi futuri dipendenti, poi assunti in Italia con tanto di alloggio aziendale, Villa ha deciso di ridare vita all’ex Hotel Cristallo, avviando una radicale riqualificazione nel segno del linguaggio e dei caratteri espressivi dell’arte contemporanea, per esaltare le eccellenze italiane. Grazie all’amicizia con l’art advisor Luigi Leardini, all’incontro con la galleria Deodato Arte e la curatrice Chiara Canali, ha visto così la luce il Muraless Art Hotel che non solo documenta i codici della pittura di strada, ma anche la ricchezza del Made in Italy in tutte le sue sfaccettature: vino, opera lirica, cinema, motori, arte, architettura e design, storia, scienza, cibo, moda e musica. Ogni artista invitato è stato chiamato infatti a interpretare con il suo estro creativo le eccellenze globali che il Belpaese vanta nei settori più svariati. Se il Muraless è una delle ultime strutture registrate nell’anagrafe italiana alla voce art hotel, una delle prime è certamente il Four Points by Sheraton Catania Hotel & Conference Center di Aci Castello, inaugurato nel 1983. L’intero edificio è stato concepito come una tela bianca sulla quale hanno co-

minciato a operare artisti di fama internazionale già a partire dal 1982, quando era ancora un cantiere. È stato il caso di Agostino Bonalumi, che ha realizzato la parete della reception con una serie delle sue tipiche estroflessioni (dette anche pance) in cemento e tempera vinilica bianca per un’altezza di tre metri e una lunghezza di oltre 18. Mentre le strutture degli ascensori panoramici sono state costruite in pietra lavica scolpita da Urano Palma. Oggi, al periplo dei suoi primi 40 anni, grazie alla vulcanica amministratrice delegata Ornella Laneri, l’hotel è diventato una galleria totale, con mostre temporanee nelle aree comuni e nelle stanze. Memorabile la Camera dell’amore, la suite con mille polaroid realizzate dal grande fotografo giapponese Nobuyoshi Araki e l’intera serie del 1996 intitolata Suicide in Karuizawa. Artista statunitense di fama internazionale, autore di Almost Home (il celebre progetto itinerante che ha portato in Europa la casa di Rosa Parks, l’attivista dei diritti degli afroamericani), anche Ryan Mendoza è approdato al Four Points by Sheraton Catania con un’idea senza precedenti: la prima estensione al mondo di una stanza d’albergo in una meta-room d’artista. Chi sceglie la meta-room 251 di Mendoza può compiere un soggiorno phygital, cioè fisico e digitale in-

sieme, perché all’interno della stanza d’albergo disegnata dall’artista nel 2021 può indossare un visore per la realtà virtuale e assistere al making off del suo ciclo fotografico It’s all my fault. Tra le mostre negli spazi comuni c’è Frammenti di Ettore Sottsass, una selezione di scatti, in bianco e nero e a colori, quasi tutti inediti, realizzati a Catania negli anni ‘90, che raccontano uno degli aspetti ancora meno conosciuti e indagati del grande architetto e designer italiano. Si giunge poi alla selezione di immagini di Michael Christopher Brown, il fotoreporter americano contemporaneo che più di ogni altro ha rivoluzionato il mondo dei reportage utilizzando l’iPhone. Memorabile è stata la personale di Daniele Franzella allestita nel centro congressi al piano terra, con tre grandi opere degli ultimi anni firmate dall’artista siciliano: un’enorme trincea (Austerlitz, 2018), una macchina scenica per la diffusione sonora di un’anomala partitura (Agli eroi, ai folli, agli infami, 2017), un’immagine inquietante derivata dalla banalità di altre illustrazioni recuperate, straniate e ricomposte (Racchette, 2017). Il tutto in un dialogo ideale con il nucleo di scatti inediti sulla Seconda guerra mondiale tratti dall’archivio del fotografo americano Phil Stern, a cui al Four Points by Sheraton Catania è dedicata un’intera suite.

© Ezio Costanzo

Le opere di Daniele Franzella Austerlitz e Agli eroi, ai folli, agli infami ospitate dal Four Points by Sheraton Catania Hotel & Conference Center di Aci Castello

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Kaluli Mount Bosavi, Southern Highlands, Papua Nuova Guinea (2017)

A PALAZZO REALE DI MILANO OLTRE 65 SCATTI DI JIMMY NELSON, IL FOTOGRAFO CHE HA MOSTRATO LE CULTURE INDIGENE AL MONDO di Cecilia Morrico

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UMANITÀ

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al punto di vista artistico rimango affascinato dall’estetica delle popolazioni indigene. I loro indumenti vivaci, l’artigianato sofisticato e i pae-

saggi mozzafiato mi offrono un ricco arazzo visivo per catturare la bellezza attraverso il mio obiettivo». Parola di Jimmy Nelson, il fotografo inglese a cui Palazzo Reale di Milano, insie-

me a Skira Editore, dedica fino al 21 gennaio una grande retrospettiva, in collaborazione con la Jimmy Nelson Foundation, curata da Nicolas Ballario e Federica Crivellaro. Attraverso 65 103


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scatti di grandi dimensioni, alcuni sui tre metri d’altezza, la mostra Jimmy Nelson. Humanity documenta l’evoluzione creativa dell’autore, che ha trascorso la vita viaggiando per il mondo e fotografando alcuni dei popoli indigeni più a rischio di scomparsa. L’artista celebra la diversità attraverso immagini che ritraggono comunità della Papua Occidentale, del Tibet, dell’Africa, della Siberia, del Bhutan. E invita lo spettatore a guardare il mondo attraverso un’altra prospettiva, incoraggiandolo ad accogliere e ad apprezzare la bellezza intrinseca delle persone come parte integrante della grande famiglia umana. Inizialmente attratto dagli indigeni come custodi di antiche saggezze, esempi di resilienza e di radicamento, nel corso degli anni il fotografo ha compreso quanto il suo lavoro potesse in realtà mettere in discussione i preconcetti che classificavano queste etnie. Una delle cifre espressive tipi-

Marquesas, Atuona, Hiva Oa, isole Marchesi (2016)

Himba, Hartmann Valley, Serra Cafema, Namibia (2011)

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Jimmy Nelson con un membro degli Huli Wigmen, tribù della Papua Nuova Guinea

che del suo lavoro è rappresentata dai ritratti. Nei lunghi soggiorni nelle zone più remote della terra, Nelson stabilisce un profondo legame con gli abitanti, prestando attenzione alle caratteristiche culturali delle comunità che ritrae ed enfatizzando l’unicità e la bellezza di ognuna. Le sue composizioni sono sinfonie visive in cui l’elemento umano è armonizzato con l’ambiente naturale. Molti i volti di donne che mettono in evidenza la loro forza, diventando un potente simbolo di emancipazione femminile. Gli scatti dell’artista testimoniano come, anche nei riti tradizionalmente maschili, le donne stiano rompendo le barriere di genere. Frequenti anche i membri anziani delle comunità, i cui visi portano i segni del tempo e di una vita di esperienze. palazzorealemilano.it jimmynelsonmilano.it

Chukchi, Chukotka, Siberia, Russia (2012) 105


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Sconti Trenitalia

L’EREDITÀ DEL GENIO 106


ESPOSTI A ROMA 250 SCATTI DI HELMUT NEWTON, IL FOTOGRAFO BERLINESE CHE HA RIVOLUZIONATO I SERVIZI DI MODA E L’IMMAGINE FEMMINILE di Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it Foto di Helmut Newton © Helmut Newton Foundation

Autoritratto, Monte Carlo (1993)

Amica, Milano (1982)

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Elsa Peretti vestita da coniglio, New York (1975) 108


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edurre, divertire e intrattenere». Con questi tre verbi Helmut Newton definisce l’obiettivo del suo lavoro. A 103 anni dalla nascita, il fotografo berlinese è al centro di una mostra tributo al Museo dell’Ara Pacis di Roma. Fino al 10 marzo 2024 l’esposizione Helmut Newton. Legacy, di cui FS Italiane è Travel Partner, racconta il lato provocatorio dell’artista attraverso 250 fotografie, riviste e documenti. Tra questi 80 scatti inediti che si aggiungono a quelli che hanno fatto storia, pubblicati su riviste come Vogue, Elle e Queen. Il percorso di visita corre lungo i decenni e intorno al mondo, partendo dagli anni ‘40 in Australia, per proseguire attraverso i ‘50 in Europa, continuando poi negli Stati Uniti e a Monte Carlo. I viaggi in Italia segnano un periodo importante nella carriera di Newton: in molte immagini sono ritratte le atmosfere di Montecatini, Firenze, Milano, Capri, Venezia e, naturalmente, Roma. Alla Capitale sono dedicati otto scatti, in prevalenza raccolti nella serie Paparazzi. Vogue America, Jerry Hall, Parigi (1974)

Nova, Parigi (1971)

Un focus in particolare è dedicato ai suoi servizi di moda rivoluzionari ispirati ai film di Alfred Hitchcock, François Truffaut e Federico Fellini. Fermoimmagine in bianco e nero e a volte a colori scorrono davanti agli occhi del visitatore per descrivere la carriera di un fotografo tra i più amati e discussi. Celebre il suo libro Big Nudes, del 1981, in cui sono ritratte anche delle modelle riprese nella stessa posa, una volta con abiti unici e l’altra completamente senza. Newton ha provocato la società per oltre 60 anni, scegliendo come protagoniste donne pienamente consapevoli del proprio corpo, sottilmente ironiche o in atteggiamento di sfida, senza cadere nella volgarità o nella banalità. Infine, in mostra si possono ammirare anche i tanti volti noti da lui immortalati, come Gianni Versace, Andy Warhol, Charlotte Rampling, David Bowie ed Elizabeth Taylor. mostrahelmutnewton.it 109


INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

Varenna - Lago di Como

La regione italiana con il più alto numero di Patrimoni UNESCO ti attende con le sue meravigliose città d’arte, i borghi suggestivi dove il tempo sembra essersi fermato e gli incredibili paesaggi naturali che rivelano una bellezza incontaminata. Il Lago di Como, il Lago di Garda, il Lago Maggiore e gli altri laghi ti apriranno scenari che lasciano senza fiato, mentre le accoglienti valli e il sontuoso profilo delle montagne ti stringeranno in un caldo abbraccio. Regalati l’emozione unica di un viaggio in Lombardia!

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The Italian region with the highest number of UNESCO World Heritage Sites awaits you with its wonderful cities of art, its picturesque villages where time seems to stand still and its incredible natural landscapes that reveal an unspoiled beauty. Lake Como, Lake Garda, Lake Maggiore and the other lakes will unfold before your eyes with breathtaking scenery, while the welcoming valleys and the sumptuous profile of the mountains will encircle you in a warm embrace. Treat yourself to the unique emotion of a trip to Lombardy!


FRECCE TRENITALIA

GUIDA AI SERVIZI

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OFFERTE E SERVIZI

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VIAGGIO NELLA STORIA

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on Frecciarossa è possibile raggiungere uno dei siti archeologici più famosi e affascinanti del Paese. Per chi parte da Roma, tutte le domeniche, è infatti a disposizione il servizio che consente di arrivare a Pompei in mattinata e tornare a casa la sera. Il treno parte da Roma Termini alle 8:53, si ferma a Napoli alle 10:03 e raggiunge la cittadina di Pompei alle 10:40, per poi ripartire alle 18:40, permettendo ai viaggiatori di visitare gli scavi in giornata in piena tranquillità. Il collegamento è attivo anche per le festività del 1° novembre e dell’8 dicembre. Maggiori informazioni su trenitalia.com

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© Paulrommer/AdobeStock

IN VENETO CON IL FRECCIAROSSA

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ue tra le più romantiche città venete, Venezia e Verona, sono facilmente raggiungibili grazie ai collegamenti Frecciarossa. Sono infatti ben 16 al giorno, tra andata e ritorno, i collegamenti Frecciarossa che uniscono Roma e Verona fermando anche a Roma Tiburtina, Firenze Santa Maria Novella e Bologna

Centrale. Chi vuole visitare Venezia, invece, può raggiungerla in Frecciarossa da Milano (42 collegamenti al giorno durante la settimana), Roma (32), Torino (6), Genova (2) e dalle principali città della linea adriatica, come Lecce, Bari, Foggia, Pescara, Ancona e Rimini, per le quali sono a disposizione quattro collegamenti quotidiani. Maggiori informazioni su trenitalia.com 113


OFFERTE E SERVIZI

© rh2010/AdobeStock

A PARMA CON MEDIOPADANA LINK + FRECCIAROSSA

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on il servizio Mediopadana Link + Frecciarossa è possibile raggiungere comodamente la splendida Parma dalle principali città italiane collegate con l’Alta Velocità. Ogni giorno, sono disponibili 12 collegamenti Mediopadana Link (comprensivi di andata e ritorno) tra la stazione di Reggio Emilia AV e Parma, in connessione con i treni Frecciarossa da e verso Firenze, Roma, Napoli, Salerno e altre città del network Frecce. I Mediopadana Link sono realizzati con bus moderni e confortevoli, che partono ogni due ore e hanno un tempo di percorrenza di 35 minuti. A Reggio Emilia AV le fermate si trovano nel piazzale antistante la stazione, mentre a Parma al terminal dei bus in prossimità della stazione ferroviaria. Maggiori informazioni nella sezione Mediopadana Link su trenitalia.com/le_frecce

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PROMOZIONI

BASE LIBERTÀ DI VIAGGIO E CAMBI ILLIMITATI Biglietto acquistabile fino alla partenza del treno e del FRECCIALink. Entro tale limite sono ammessi il rimborso, il cambio del biglietto e il cambio della prenotazione un numero illimitato di volte. Dopo la partenza, il cambio della prenotazione e del biglietto sono consentiti una sola volta fino a un’ora successiva.

ECONOMY CONVENIENZA E FLESSIBILITÀ Offerta a posti limitati e soggetta a restrizioni. Il biglietto può essere acquistato entro la mezzanotte del terzo giorno precedente al viaggio, per le Frecce e FRECCIALink, ed entro la mezzanotte del secondo giorno precedente al viaggio per i treni Intercity e Intercity Notte. Il cambio prenotazione, l’accesso ad altro treno e il rimborso non sono consentiti, livello Executive escluso. È possibile, fino alla partenza del treno, esclusivamente il cambio della data e dell’ora per lo stesso tipo di treno, livello o classe, effettuando il cambio rispetto al corrispondente biglietto Base e pagando la relativa differenza di prezzo. Il nuovo ticket segue le regole del biglietto Base.

SUPER ECONOMY MASSIMO RISPARMIO Offerta a posti limitati e soggetta a restrizioni. Il biglietto può essere acquistato entro la mezzanotte del sesto giorno precedente al viaggio, per le Frecce e FRECCIALink, gli Intercity e Intercity Notte. Il cambio, il rimborso e l’accesso ad altro treno non sono consentiti, livello Executive escluso.

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FrecciaDAYS

FrecciaYOUNG

Viaggia il martedì, mercoledì e giovedì con sconti fino al 70% rispetto al prezzo del biglietto Base sui treni Frecciarossa e Frecciargento nei livelli di servizio Business, Premium, Standard, in 1^ e in 2^ classe 1 .

Riservata agli under 30, l’offerta FrecciaYOUNG consente di viaggiare su Frecciarossa e Frecciargento a 19€ e 29€ a seconda della relazione di viaggio. L’offerta è riservata ai soci CartaFRECCIA under 30 ed è valida per viaggiare in Standard e in 2^ classe 2.


FrecciaFAMILY

SPECIALE FRECCE

Con Trenitalia i bambini viaggiano gratis in Frecciarossa, Frecciargento, Frecciabianca in 1^ e 2^ classe e nei livelli Business, Premium e Standard. La gratuità è prevista per i minori di 15 anni accompagnati da almeno un maggiorenne, in gruppi composti da 2 a 5 persone. I componenti del gruppo dai 15 anni in poi pagano il biglietto scontato del 50% sul prezzo Base 3.

Viaggia il venerdì, sabato, domenica e lunedì con sconti fino al 60% rispetto al prezzo del biglietto Base sui treni Frecciarossa e Frecciargento nei livelli di servizio Business, Premium, Standard, in 1^ e in 2^ classe 4 .

SENIOR Riservata agli over 60 titolari di una carta di fidelizzazione Trenitalia, l’offerta consente di risparmiare fino al 50% su tutti i treni nazionali e in tutti i livelli di servizio, ad eccezione dell’Executive, del Salottino e delle vetture Excelsior 5 .

© Creative Juice/AdobeStock

ME&YOU La promozione consente di viaggiare in due tutti i giorni con sconti fino al 50% sul prezzo Base su Frecce, Intercity e Intercity Notte. L’offerta è valida in 1^ e 2^ classe e in tutti i livelli di servizio ad eccezione dell’Executive, del Salottino e i servizi cuccette, VL ed Excelsior 6.

NOTE LEGALI 1. L’offerta è a posti limitati che variano in base al giorno, al treno e alla classe o livello di servizio e non è cumulabile con altre riduzioni ad eccezione di quella prevista a favore dei ragazzi. Puoi acquistare l’offerta fino alle ore 24 del sesto giorno precedente la partenza del treno, presso tutti i canali di vendita. Cambio biglietto/prenotazione e rimborso non sono consentiti. 2. Offerta valida sui treni Frecciarossa e Frecciargento, in 2^ classe e nel livello di servizio Standard. Prevede l’acquisto a prezzi fissi di 19€ e 29€, a seconda della relazione di viaggio. Tali prezzi non si applicano alle relazioni per le quali è previsto un prezzo Base inferiore ai 38€. Acquistabile fino alle ore 24 del secondo giorno precedente la partenza del treno. L’offerta è a posti limitati che variano in base al treno e al giorno della settimana e non si cumula con altre riduzioni a qualsiasi titolo spettanti, compresa quella prevista per i ragazzi. Cambio biglietto/prenotazione e rimborso non sono consentiti. 3. Offerta a posti limitati e variabili rispetto al giorno, al treno e alla classe/livello di servizio. Cambio prenotazione/biglietto e rimborso soggetti a restrizioni. Acquistabile entro le ore 24 del secondo giorno precedente la partenza del treno. L’offerta non è cumulabile ad altre riduzioni a qualsiasi titolo spettanti. 4. L’offerta è a posti limitati che variano in base al giorno, al treno e alla classe o livello di servizio e non è cumulabile con altre riduzioni ad eccezione di quella prevista a favore dei ragazzi. Puoi acquistare l’offerta fino alle ore 24 del quattordicesimo giorno precedente la partenza del treno, presso tutti i canali di vendita. Cambio biglietto/prenotazione e rimborso non sono consentiti. 5. L’offerta è acquistabile entro le ore 24 del sesto giorno precedente la partenza per le Frecce e fino alle ore 24 del secondo giorno precedente la partenza del treno per i treni Intercity e Intercity Notte. La percentuale di sconto varia rispetto al prezzo Base dal 40% al 50% per le Frecce e dal 20% al 50% per gli Intercity e Intercity Notte. Il numero dei posti disponibili è limitato e varia in base al giorno, al treno e alla classe/livello di servizio. È possibile cambiare esclusivamente la data o l’ora di partenza, una sola volta e fino alla partenza del treno, scegliendo un viaggio con la stessa categoria di treno o tipologia di servizio e pagando la differenza rispetto al corrispondente prezzo Base intero. Il Rimborso e accesso ad altro treno non sono ammessi. Al momento dell’acquisto il sistema propone sempre il prezzo più vantaggioso. A bordo è necessario esibire la carta di fidelizzazione insieme a un documento d’identità. 6. Offerta a posti limitati e variabili in base al giorno, al treno e alla classe/livello di servizio scelto ed è acquistabile entro le ore 24 del sesto giorno precedente la partenza per le Frecce e fino alle ore 24 del secondo giorno precedente la partenza per i treni Intercity e Intercity Notte. La percentuale di sconto varia dal 40% al 50% per le Frecce e dal 20% al 50% per gli Intercity e Intercity Notte. Cambio biglietto/prenotazione e rimborso non sono consentiti.

INSIEME Offerta dedicata ai gruppi da 3 a 5 persone per viaggiare con uno sconto fino al 60% sul prezzo Base di Frecce, Intercity e Intercity Notte. La promozione è valida in 1^ e 2^ classe e in tutti i livelli di servizio ad eccezione dell’Executive, del Salottino e delle vetture Excelsior 7.

7. Offerta a posti limitati e variabili rispetto al giorno, al treno e alla classe/livello di servizio. La percentuale di sconto varia rispetto al prezzo Base dal 40% al 60% per le Frecce e dal 20% al 60% per gli Intercity e Intercity Notte. Lo sconto non è cumulabile con altre riduzioni fatta eccezione per quella prevista in favore dei ragazzi fino a 15 anni. La promozione è acquistabile entro le ore 24 del sesto giorno precedente la partenza per le Frecce e fino alle ore 24 del secondo giorno precedente la partenza del treno per i treni Intercity e Intercity Notte. Il cambio e il rimborso non sono consentiti.

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FOOD ON BOARD Il viaggio nel viaggio

MOMENTI DI GUSTO AD ALTA VELOCITÀ

Il FRECCIABistrò ti aspetta per una pausa di gusto. Nel servizio bar, presente su tutti i Frecciarossa, Frecciargento e Frecciabianca, si possono acquistare deliziosi prodotti e menù pensati per ogni momento della giornata. Un’ampia selezione che comprende snack dolci e salati, panini e tramezzini, primi piatti caldi e freddi, insalate e taglieri, bevande alcoliche e analcoliche. L’offerta prevede anche opzioni vegetariane e gluten free ed è arricchita dalle note di gusto del caffè espresso Illy. Il servizio è previsto anche per i clienti dei treni Eurocity.

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PORTALE FRECCE

PORTALEFRECCE.IT L’INTRATTENIMENTO GRATUITO AD ALTA VELOCITÀ

Grazie ai servizi e ai contenuti del portale FRECCE il viaggio a bordo dei treni Frecciarossa e Frecciargento e nelle sale FRECCIAClub e FRECCIALounge è più piacevole. Per accedere basta collegarsi alla rete WiFi, digitare www.portalefrecce.it o scaricare l’app Portale FRECCE da App Store e Google Play. Ulteriori dettagli, info e condizioni su trenitalia.com

Can You Ever Forgive Me?

The Sun is also a Star

The Lion King

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© 2022 Columbia Pictures Industries, Inc. and TSG Entertainment II LLC. All Rights Reserved

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I FILM DI NOVEMBRE

Bullet Train

See How They Run

TANTI CONTENUTI PER TE GIOCHI Azione, sport, logica e tanto altro a disposizione di grandi e dei bambini

EDICOLA DIGITALE Quotidiani e riviste nazionali e internazionali

SERIE E PROGRAMMI TV Una selezione di serie e programmi tv

BAMBINI Cartoni e programmi per i piccoli viaggiatori

PODCAST E AUDIOLIBRI Podcast e audiolibri di vario genere anche per bambini

EffettoVIOLATM Innovativa tecnologia audio che aiuta a ridurre lo stress e ritrovare il buonumore

NEWS Notizie Ansa sui principali fatti quotidiani aggiornate ogni ora

MUSICA Il meglio della musica contemporanea italiana e straniera

CORSI Cura la tua formazione con i corsi audio e video

LIBRI E GUIDE Circa 200 contenuti tra libri ed estratti di guide turistiche

PODCAST TURISTICI Arricchisci il tuo programma di viaggio con suggerimenti originali e inediti

GOAL COLLECTION Guarda i goal dell’ultimo turno di Coppa Italia Frecciarossa e/o di Seria A Tim

INTERNET WIFI

Connessione a Internet tramite WiFi di bordo

INFO DI VIAGGIO

Informazioni in tempo reale su puntualità, fermate, coincidenze

Connettiti alla rete WiFi e inquadra il QR code 119


CARTAFRECCIA

IL CATALOGO CHE TRASFORMA LA TUA VOGLIA DI VIAGGIARE IN ESPERIENZE ESCLUSIVE E FANTASTICI PREMI Scopri un mondo di premi esclusivi ed esperienze uniche racchiuse in un unico catalogo: CartaFRECCIA Collection, dedicato ai soci CartaFRECCIA. Sei diverse categorie di premi per rendere ancora più speciale il viaggio: Experience, Charity, Be Green, Hi-tech, Kids e Free time a cui si aggiungono in esclusiva i prodotti Ducati Corse Capsule. Richiedere il premio è semplicissimo: basta accedere a CartaFRECCIA Collection dalla propria Area riservata o dall’app Trenitalia cliccando su Catalogo Premi oppure direttamente su cartafrecciacollection.it inserendo le proprie credenziali CartaFRECCIA.

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Vai subito su cartafrecciacollection.it


MOSTRE IN TRENO E PAGO MENO

VIVI LA CULTURA CON LE FRECCE. SCONTI E AGEVOLAZIONI NELLE PRINCIPALI SEDI MUSEALI E DI EVENTI IN ITALIA In mostra a Torino il regista più dark di tutto il palinsesto cinematografico. Al Museo Nazionale del Cinema, fino al 7 aprile 2024, va in scena Il mondo di Tim Burton, un viaggio nell’universo visionario del genio, autore di grandi successi come Edward mani di forbice e La sposa cadavere. Il nucleo principale dell’esposizione si concentra sull’archivio personale del regista, mostrando l’incredibile varietà della sua produzione attraverso preziosi documenti ma anche disegni e bozzetti con i temi e i motivi ricorrenti da cui hanno preso vita i suoi personaggi cinematografici. Suddivisa in nove sezioni tematiche, l’esposizione presenta oltre 500 opere d’arte originali, raramente o mai viste prima, dai progetti degli esordi fino a quelli più recenti, passando per schizzi, dipinti, disegni, fotografie, storyboard, costumi, maquette, pupazzi e installazioni a grandezza naturale. Un’ambientazione suggestiva conduce i visitatori a immergersi nello straordinario universo di Burton, approfondendo la sua sensibilità. In più, si ha la possibilità di esplorare l’esatta replica dello studio personale dell’artista per dare un’occhiata ad alcuni progetti attuali o a quelli mai realizzati. Chi raggiunge Torino con le Frecce Trenitalia può usufruire della promozione 2x1, che prevede l’ingresso di due persone al costo di una, o un biglietto ridotto per l’ingresso singolo. Le tipologie di biglietto acquistabili sono: Museo + Mostra oppure Museo+ Ascensore+ Mostra. Il biglietto si può acquistare, previa disponibilità di posti, alla biglietteria del museo o sul sito cinema.museitorino.it. museocinema.it

IN CONVENZIONE ANCHE PAOLO PELLEGRIN Fino al 7 gennaio 2024 alle Stanze della fotografia, Venezia lestanzedellafotografia.it MIRÓ A TORINO Fino al 14 gennaio 2024 al Mastio della cittadella, Torino turismotorino.org JIMMY NELSON Fino al 21 gennaio 2024 a Palazzo Reale, Milano palazzorealemilano.it EL GRECO Fino all’11 febbraio 2024 a Palazzo Reale, Milano mostraelgreco.it | palazzorealemilano.it CALVINO CANTAFAVOLE Fino al 7 aprile 2024 a Palazzo Ducale, Genova palazzoducale.genova.it DEGAS E I SUOI AMICI Fino al 7 gennaio 2024 a Palazzo Dalla Rosa Prati, Parma palazzodallarosaprati.it ANISH KAPOOR. UNTRUE UNREAL Fino al 4 febbraio 2024 a Palazzo Strozzi, Firenze palazzostrozzi.org MUSEUM OF DREAMERS Al PratiBus District di Roma una mostra dedicata a tutti i sognatori. Fino al 28 gennaio, si possono ammirare 21 installazioni immersive: dalla foresta incantata all’appartamento al contrario fino alla grande piscina di palline. Ingresso scontato del 30% (per le categorie: intero, ridotto, ridotto 4-10 anni e pacchetti famiglia) per i possessori di un biglietto delle Frecce con destinazione Roma in una data antecedente al massimo di tre giorni da quella della visita. museumofdreamers.com

Blue Lady ©Tim Burton

Una delle installazioni di Museum of Dreamers © Antinori

FAVOLOSO CALVINO Fino al 4 febbraio 2024 alle Scuderie del Quirinale, Roma scuderiequirinale.it HELMUT NEWTON. LEGACY Fino al 3 marzo 2024 al Museo dell’Ara Pacis, Roma arapacis.it MUSEO CIVICO GAETANO FILANGIERI DI NAPOLI filangierimuseo.it

Maggiori informazioni su trenitalia.com 121


NETWORK // ROUTES // FLOTTA

Parigi

Bolzano Ora Treviso Trento Vicenza

Bergamo Lione

Brescia

Milano Chambéry

Reggio Emilia AV

Mantova

Modena Bologna

Genova

La Spezia Pisa NO STOP

Trieste

Venezia Padova

Verona

Torino

Udine

Ravenna Firenze

Rimini Assisi

Perugia

Ancona

Pescara Roma Fiumicino Aeroporto

Caserta

Napoli Pompei

Foggia

Napoli Afragola

Bari

Matera

Potenza

Salerno

Lecce Taranto

Sibari Paola Lamezia Terme

Reggio di Calabria

LEGENDA:

Per schematicità e facilità di lettura la cartina riporta soltanto alcune città esemplificative dei percorsi delle diverse tipologie di Frecce. Maggiori dettagli per tutte le soluzioni di viaggio su trenitalia.com Alcuni collegamenti qui rappresentati sono disponibili solo in alcuni periodi dell’anno e/o in alcuni giorni della settimana. Verifica le disponibilità della tratta di tuo interesse su trenitalia.com. Tratta Torino-Lione: il servizio è temporaneamente sospeso.

Cartina aggiornata al 24 ottobre 2023

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Velocità max 400 km/h | Velocità comm.le 300 km/h | Composizione 8 carrozze Livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard Posti 457 | WiFi Fast | Presa elettrica e USB al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIAROSSA ETR 1000

FRECCIAROSSA ETR 500 Velocità max 360 km/h | Velocità comm.le 300 km/h | Composizione 11 carrozze 4 livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard | Posti 589 WiFi | Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIAROSSA ETR 700 Velocità max 250km/h | Velocità comm.le 250km/h | Composizione 8 carrozze 3 livelli di Servizio Business, Premium, Standard | Posti 497 WiFi Fast | Presa elettrica e USB al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIAROSSA ETR 600 Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 7 carrozze 3 livelli di Servizio Business, Premium, Standard | Posti 432 WiFi | Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIARGENTO ETR 485 Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h Composizione 9 carrozze | Classi 1^ e 2^ | Posti 489 WiFi | Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIABIANCA ETR 460 Velocità max 250 km/h | Velocità comm.le 250 km/h Composizione 9 carrozze Classi 1^ e 2^ | Posti 479 | Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio 123


PRIMA DI SCENDERE FONDAZIONE FS

DESTINAZIONE FOLIAGE DAL FRIULI ALLA CAMPANIA, IN TRENO STORICO ALLA SCOPERTA DI PAESAGGI NATURALI E PRODOTTI TIPICI

A

novembre gli alberi si spogliano, in attesa di un nuovo ciclo vitale. L’autunno esplode con la sua gamma cromatica e offre paesaggi fiabeschi, da ammirare anche a bordo di un treno storico. Sono numerose le proposte della Fondazione FS Italiane che accompagnano i viaggiatori alla scoperta del foliage. Il 5 e il 12 novembre è possibile percorrere la celebre linea Sulmona-Isernia, conosciuta anche come la Transiberiana d’Italia, grazie all’itinerario turistico Autunno sulla Ferrovia dei parchi. Nel primo caso si parte dalla stazione di Sulmona, in provincia dell’Aquila, per arrivare a Castel di Sangro. Nel secondo la destinazione finale è Roccaraso. Entrambi gli itinerari incrociano la stazione di Palena, nel Chietino, posta a circa 1.200 metri di altezza. Un rosso intenso colora i territori che costeggiano i binari e introduce ai suggestivi paesaggi in quota. La natura è protagonista assoluta anche lungo il percorso dell’Irpinia express. Il 5, il 12 e il 26 novembre, seguendo la rotta pensata per il Treno del paesaggio, la locomotiva si inerpi-

© Andrea Di Gregorio per Fondazione FS Italiane

di Gabriele Romani

Il treno storico percorre la Ferrovia dei parchi

ca tra curve e controcurve in un paesaggio irregolare che ha messo a dura prova l’ingegneria ferroviaria. Sono due, invece, gli itinerari di novembre dedicati ai prodotti tipici locali. Domenica 12 il Treno del formaggio in partenza da Sacile, in provincia di

SAVE THE DATE//TRENI STORICI NOVEMBRE 1 Il treno delle capitali della cultura 3, 5 Archeotreno express 4, 25 La Ferrovia subappennina italica 4, 5 Treno della Grande guerra 5, 12 Treno dei templi 5, 12, 26 Irpinia express. Il treno del paesaggio 5 BON! Sport e percorsi outdoor in alto Tanaro 5, 12 Treno storico da Milano Centrale a Mantova 5 Autunno sulla Ferrovia dei parchi. L’Alto Sangro 11 Canelli e le cattedrali sotterranee 12 Treno del formaggio; Autunno sulla Ferrovia dei parchi. Altipiani Maggiori d’Abruzzo 12, 19 Treno natura. Mostra mercato del tartufo bianco 19 Pietrarsa express; Treno della ceramica 25 Reggia express 26 Treno dei Normanni

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Udine, accompagna i turisti alla 21esima edizione della manifestazione enogastronomica Gemona Formaggio e… dintorni. Lo stesso giorno e la domenica successiva è in programma il Treno natura, da Siena per San Giovanni d’Asso e Montalcino, perfetto per chi vuole visitare la rinomata Mostra mercato del tartufo bianco delle Crete Senesi (vedi pag. 58), in programma l’11 e 12 e il 18 e 19 novembre. Da sabato 11 a domenica 19 Cremona si anima con la Festa del torrone. Un treno storico da Milano a Mantova, organizzato in occasione del 120esimo anniversario dalla salita al soglio pontificio di San Pio X, consente di arrivare nei luoghi dei festeggiamenti cremonesi con un piacevole viaggio a bordo delle tipiche carrozze utilizzate durante gli anni ‘30 e ‘50 del 1900. fondazionefs.it fondazionefsitaliane


PRIMA DI SCENDERE FUORI LUOGO

di Mario Tozzi mariotozziofficial

mariotozziofficial

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[Geologo Cnr, conduttore tv e saggista]

© majonit/AdobeStock

L’ESSENZA DEL BAROCCO

Piazza Antonio Salandra, Nardò (Lecce)

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omunque arriviate a Nardò, in provincia di Lecce, è a piedi che dovrete conquistarvi il diritto di cittadinanza: sembra che per le stradine non ci sia anima viva, ma il centro storico si popolerà come d’incanto nel momento stesso in cui giungerete in piazza Antonio Salandra. Lì sarete colpiti da un’esplosione di voci e rumori prima inintelligibili: tutti insieme gli abitanti del paese si palesano nella piazza e

popolano bar e crocicchi, discutendo animatamente. Il barocco di Nardò non è un monumento abbandonato ai turisti, è essenza stessa di una città vivace: balconi e logge di vario tipo arricchiscono le facciate di piazza Salandra, che presenta al centro una guglia dedicata all’Immacolata. La sua vista potrebbe esaurire da sola la visita di Nardò, nonostante la Cattedrale di Santa Maria Assunta e l’edicola

dell’Osanna meritino ben più di un minuto. La pietra del barocco leccese è un’arenaria calcarea dorata che viene aggredita dalle piogge e dal vento, ragione per cui mostra sempre un’aria decadente. Per proteggerla, a Nardò, hanno spesso usato molte mani di calce candida: così, a tratti affiora la sabbia concrezionata e lavorata, a tratti emergono bande di pittura stratificata, in una commistione unica. 125


PRIMA DI SCENDERE te

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di Davide Rondoni DavideRondoniAutore

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[Poeta e scrittore]

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STAZIONE POESIA

Sei tornato a casa con due vasi comperati all’edicola. Sembrano anfore ma troncate dove più si distende il grano, il vino. Sembrano le anfore dei quadri che hai dipinto da ragazzo. In silenzio le hai posate sul tavolo, con calma, sicurezza. Un gesto definitivo. «Vado a dormire» hai detto. E ho seguito la tua testa sparire alla curva delle scale presagio di quella curva del tempo dove il tempo si distende e non c’è risacca, suono.

© Natalia/AdobeStock

Solo il correre confuso di amore sulle rive.

[Ida Vallerugo, Anfore, dal libro Stanza di confine, Crocetti editore, 2013]

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uesti versi sono di Ida Vallerugo, una delle voci migliori e più appartate della poesia contemporanea italiana. Come in ogni umana cosa, e la poesia lo è, anche se accoglie quanto di divino e di subumano ci attraversa, esistono realtà più premiate da visibilità e commercio, altre meno. Come ci sono vini e liquori di bassa qualità che hanno grande successo e mercato,

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così ci sono voci della poesia più premiate ed esposte, e altre meno. Tra queste, come nel caso di Vallerugo (e di certe buone bottiglie in cantine quasi segrete), si trova il vino migliore. La descrizione del testo è una scena familiare, semplice. Una figura maschile – il padre, un compagno, un marito – torna portando qualcosa. In quel gesto l’occhio visionario della poetessa coglie il sovrapporsi di tem-

pi, il ritorno di un’immagine giovanile, che fa contrasto o risuona con il «gesto definitivo». Perché il tempo è ritmo, è risuonare di immagini significative, non solo successione, non solo e non tanto cronometro. Così una scena quotidiana apre a un’altra immagine semplice e potente. E la «musica» e la «risacca» del «suono» di un momento feriale lascia il posto a un’immagine vivissima dell’eterno.


PRIMA DI SCENDERE MINDFULNESS IN VIAGGIO

di Nerina Di Nunzio nerina.dinunzio

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[Esperta di comunicazione, istruttrice mindfulness e coach]

RISVEGLIARE I SENSI M momento. Rallentare e mettersi in ascolto del proprio corpo è una pratica millenaria che può aiutarci a diventare consapevoli. Anche questo è meditazione. Possiamo concentrarci sulle sensazioni fisiche che stiamo provando, prestando loro attenzione. Se entriamo in sintonia con il nostro corpo siamo in grado di comprendere lo stato in cui ci troviamo. Siamo rilassati o agitati? Abbiamo fame, sonno? Sentiamo una necessità urgente che ci distrae e che forse dovremmo soddisfare prima di fare altro? Risvegliare i sensi significa esplorare il corpo, che è la casa in cui abitiamo, la spia principale del nostro benessere. Anche lavarsi i denti con accuratezza, guardandosi nello specchio e considerando il sapore del dentifricio, può diventare un momento di consapevolezza e centratura. Tutto ciò ha il potere di ridurre lo stress che ci insegue. Il biologo e scrittore statunitense Jon Kabat-Zinn, considerato l’ideatore della moderna mindfulness, ha dedicato un bellissimo libro a questi principi: Riprendere i sensi. Guarire se stessi e il mondo attraverso la consapevolezza. Nel testo spiega, con rigore scientifico, come attraverso i sensi sia possibile esplorare la relazione fra consapevolezza e benessere fisico e spirituale. Proviamo a ridurre la velocità di quello che facciamo, ad ascoltare ogni singola parte del nostro corpo, la nostra postura. Solo questo ci permetterà di vivere un’esistenza piena, da veri protagonisti.

© Marina Zlochin/AdobeStock

entre ti lavi i denti pensi a dove hai parcheggiato l’auto. È tardi e ti assale l’ansia degli impegni della giornata. Esci e, a metà strada, ti accorgi di aver dimenticato le chiavi. Così prendi la metropolitana e, mentre stai guardando le mail sul telefono, sbagli fermata. Molte azioni nella nostra giornata sono automatiche e inconsapevoli. Siamo spinti da un pilota automatico proiettato sempre verso il futuro, l’azione successiva, il compito che dobbiamo svolgere. In questo modo non siamo mai padroni di noi stessi, è come se vivessimo in perenne stato di assenza. Non assaporiamo la vita, non scegliamo con calma come comportarci ma reagiamo senza pensare. E, nel frattempo, perdiamo di vista il presente e non riusciamo a vivere le giornate momento per

Ascolta su Spotify la Meditazione Body Scan

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PRIMA DI SCENDERE FOTO DEL MESE

di Alex A. D’Orso - an.dorso@fsitaliane.it

Anders Petersen Napoli (2022)

Capelli arruffati e sopracciglia scure fanno da cornice a uno sguardo che, obliquo e intenso, evita l’obiettivo per rivolgersi altrove. Sullo sfondo, in contrapposizione, un flusso di persone affolla la strada e occupa lo spazio visibile. Lo scatto appartiene alla mostra Napoli / Anders Petersen, allestita fino al 31 gennaio 2024 alla Spot Home Gallery della città partenopea. Il corpus in esposizione è composto da circa 60 fotografie realizzate dall’artista svedese nel 2022, durante un mese di residenza a Napoli, e ne racconta il volto carnale e primitivo, l’anima vitale e quindi fragile. Un’immagine che rinuncia ai “mille colori” solitamente associati al capoluogo campano in favore di un bianco e nero più introspettivo ma altrettanto efficace. A essere ritratta è soprattutto un’umanità variegata per età, aspetto e atteggiamento. Abitanti cresciuti all’ombra del Vesuvio e turisti di passaggio venuti da lontano. Un contrasto che Petersen ha vissuto interrogandosi costantemente sulla propria condizione di uomo e artista: «Voglio che le mie foto siano una parte di me, voglio riconoscervi i miei sogni, le mie paure, i miei desideri». Nelle intenzioni l’approccio ricorda quello della statunitense Nan Goldin, famosa per la sua tendenza intimista, e ha come risultato un mix di istantanee, posati, inquadrature sghembe e prospettive talvolta disorientanti. L’unico punto fermo è la macchina rigorosamente in verticale che, secondo l’autore, consente di avvicinarsi di più alle persone. spothomegallery.com 128




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