EDITORIALE/ÉDITORIAL
UN FUTURO SENZA FRONTIERE L’
abbiamo sottotitolata Sans Frontières – e vuole essere un augurio – questa edizione bilingue de La Freccia dedicata a chi viaggia sul Frecciarossa tra Milano, Torino, Modane, Chambéry, Lione e Parigi. Il magazine La Freccia accompagna da oltre dieci anni i passeggeri dell’Alta Velocità di FS Italiane, come delle altre Frecce Trenitalia (Frecciargento e Frecciabianca). Ha l’ambizione di intrattenerli e stimolarli, anche suggerendo loro nuove mete e viaggi, cerca di regalare un po’ di svago, qualche informazione, curiosità e buona lettura, e qualche incontro con persone che hanno storie interessanti da raccontare, siano esse attrici o scrittrici, atleti o artisti, musiciste o intellettuali. Insomma, nel tempo La Freccia è diventata un’apprezzata compagna di viaggio e tale ci augu-
2
riamo diventi anche questa edizione Sans Frontières. Perché senza frontiere? Eppure sappiamo che le frontiere esistono, che persino ogni abitazione ha un dentro e un fuori e che non sempre i rapporti con il vicino, anche di pianerottolo, sono idilliaci. Sappiamo che per difendere o spostare di qualche chilometro le proprie frontiere si scatenano anche oggi conflitti sanguinosi. Lo stiamo vedendo e, in alcuni casi, persino vivendo. E proprio per questo quel Sans Frontières intende essere un augurio. Quello di poter sempre viaggiare liberamente e confrontarsi gli uni con gli altri, superando qualsiasi barriera e diffidenza di qualsivoglia natura. Misurandosi con la storia e la cultura altrui, mossi da curiosità e capacità di ascolto e rispetto. L’augurio di potere e sapere apprezzare il valore e la ricchezza della diversità
e della pluralità di idee e modi di vivere, bere, mangiare, vestirsi. Il tutto difendendo la propria identità nella misura in cui tuteliamo quella altrui. Italia e Francia hanno tanti elementi che le accomunano e tanti che le distinguono. Come accade tra le città italiane, tra i tanti borghi ciascuno geloso della propria storia e delle proprie tradizioni. Conoscerle e viverle arricchisce il patrimonio di ciascuno ed è un piccolo contributo a quel dono prezioso quanto delicato che è la pace. Essere liberi di viaggiare aiuta a vedersi e sapersi uguali, pur nelle differenze anche di lingua, fede religiosa, credo politico, e a sentirsi uniti in un vincolo di umana fratellanza. La Francia l’ha inciso come proprio motto, figlio della propria storia: liberté, egalité, fraternité. Sarebbero gli ingredienti per vivere e prosperare tutti in pace.